Lessicografia della Crusca in rete

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Definiz: lettera, la nona dell'alfabeto, e la terza delle vocali; ed altresì la Figura di essa lettera: ed è più comunemente di gen. masc. –
Esempio: Dant. Inf. 24: Nè O sì tosto mai, nè I si scrisse, Com' ei ec.
Esempio: E Dant. Parad. 18: Sì dentro a' lumi sante creature Volitando cantavano, e faciensi Or D, or I, or L, in sue figure.
Esempio: Cavalcant. B. Retor. 263: Le [parole] basse.... sono comunemente quelle, le quali hanno molte vocali, e massimamente lo U, lo I, come vieni, vedi, niuno, ec.
Esempio: Bin. Lett. 274: L'I poi sta dritto e saldo come una colonna.
Esempio: Bemb. Pros. 66: Debole e leggiero e chinato e tuttavia dolce spirito.... è richiesto alla I. Perchè il suono di lei men buono è, che di quelle che si son dette; soave nondimeno alquanto.
Esempio: Speron. Op. 3, 365: Avviene che in tal carta lo scrittore fa uno I, che diventa O, ed un P diventa D, e talora non ritien forma di lettera.
Esempio: Salv. Avvert. 1, 175: I, appo noi, per le medesime ragioni, s'io non m'inganno, parimente è vocale: nè I alcuno consonante, per quel ch'io creda, conosce la lingua nostra.
Esempio: E Salv. Avvert. 1, 269: Lo I, che altri chiaman liquido, e altri consonante (ma per nostro credere si è vocale, e raccolto lo nomeremo) volentieri si caccia davanti all'e, e anche talora all'a e all'o.
Esempio: Buomm. Ling. tosc. 25: Se noi dovessimo scriver il suono d'ogni lettera, le vocali si scrivarebbono semplicemente A, E, I, O, U; ma le consonanti bisognerebbe che avessero accanto le vocali, Bi, Ci, Di, ec.
Esempio: Forteguerr. Cap. 214: Nè I, nè O si scrisse così presto, Come smaltite far tutte le merci.
Definiz: § I. Posta innanzi a un'altra vocale, forma con essa un dittongo raccolto, come in Iena, Piano, Fiele, Pioggia, Fiume; in vece in alcune voci, come Sviato, Desiato, Spiato ec., forma sillaba da sè.
Definiz: § II. Per addolcimento di suono, l'I prefiggesi alle parole incomincianti per S impura, specialmente quando dipendono dalle preposizioni Con, In, Per, e dall'avverbio Non. –
Esempio: Dant. Inf. 3: Non isperate mai veder lo cielo.
Esempio: Petr. Rim. 1, 65: Per iscolpirlo, immaginando in parte.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 88: Io non voglio.... dar materia agl'invidiosi, presti a mordere ogni laudevole vita, di diminuire in niuno atto l'onestà delle valorose donne con isconci parlari.
Esempio: Buonav. Tratt. Ort. tosc. 329: Quando la parola finisce in consonante, e quella che ne viene appresso comincia da S, a cui ne seguiti un'altra consonante, si accresce questa d'un i, e talvolta d'un e, e così si scrive La Belcore venne in iscrezio col Sere (Bocc. g. 8. n. 2), e parimente, La giovane un giorno di state tutta soletta alla marina di scoglio in iscoglio andando (Bocc. g. 5. n. 6).
Definiz: § III. Premettesi spesso, come rafforzativo, in alcune voci, alla vocale E, allorchè questa nella corrispondente, voce latina è breve per natura. –
Esempio: Marrin. Annot. Baldov. Lament. 42: Talora però la lettera I in molte voci s'aggiunge o per delicatezza o per vezzo, e può senza niuno sconcio lasciarsi, dicendosi tiepido e tepido, niego e nego, sieguo e seguo, brieve e breve.
Definiz: § IV. I enne inne, e I enne onne. –
Esempio: Not. Malm. 1, 426: I enne inne. Di questo termine ci serviamo per esprimere uno, che s'affanni d'operare e non conchiuda. Viene da quello stento, che fanno i ragazzi quando imparano a compitare: quasi dica: Compita compita, e mai non rileva: ed ha lo stesso significato e forza, che Ponza, ponza.
Esempio: Lipp. Malm. 5, 52: Mille disegni entro al pensier racchiude; I enne inne, e nulla mai conchiude.
Definiz: § V. Usasi anche a denotare irresolutezza nell'operare. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 28: Va sempre lemme lemme, i enne onne: Svegliati, ceppo, lumaca, durionne.
Definiz: § VI. I, numero dei Romani, vale Uno, e altresì Primo. –
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 9: Pisa è vicina a Firenze a miglia XL, Lucca a miglia XL,... Bologna miglia LVIII,... Figline verso Arezzo miglia XVI, ec.
Esempio: Cronichett. Mannell. 35: Nerva regnò anni I, e mesi IIII.