Lessicografia della Crusca in rete

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DIRE.
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DIRE.
Definiz: Sost. masc. L'atto del dire; ed altresì L'effetto del dire, ossia Ciò che uno dice o ha detto. –
Esempio: Dant. Inf. 9: Ma nondimen paura il suo dir dienne.
Esempio: E Dant. Inf. 13: Sì col dolce dir m'adeschi, Ch'io non posso tacere.
Esempio: E Dant. Rim. 197: Per che a intelletti sani È manifesto i lor diri esser vani.
Esempio: Fiorett. S. Franc. 99: E in questo dire era alluminato dallo Spirito Santo, ec.
Esempio: E Fiorett. S. Franc. 124: S'addormentò; e più suavemente, secondo il suo dire, egli dormì quella notte tra' sassi e tra la neve insino alla mattina, che non avea mai dormito nel propio letto.
Esempio: Petr. Rim. 2, 110: Quanto in sembianti e ne' tuo' dir mostrasti.
Esempio: Bern. Orl. 39, 61: Il lungo dir, benchè bello, è ripreso.
Esempio: Tass. Gerus. 13, 35: In questo dire Dentro saltovvi: oh memorando ardire!
Esempio: Segner. Pred. Pal. ap. 248: Nè dobbiamo stupirci d'un tal suo dire.
Esempio: Fag. Pros. 82: L'esempio.... non muovemi a ritrattare il mio dire.
Definiz: § I. E per Esposizione dei proprj pensieri sia a voce sia in iscritto, Discorso. –
Esempio: Stor. Nerbon. volg. 59: E fatto consiglio, molti trattati vi fue e diri.
Esempio: Buson. Gubb. Avvent. Cicil. 19: Ispesse fiate avviene che volendo trattare d'alcune materie, non si puote appieno solo parlare di quelle sanza alcuno argomento d'altri diri.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 562: Pazienza a leggere, chè nel mio dire sono lunga.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 99: Prego.... voi, Accademici compagni miei, ad accettare questo mio dire, non come un semplice ringraziamento dell'ammissione mia nell'Accademia,... ma ec.
Definiz: § II. E per L'atto del recitare, riferito a preghiere e simili. –
Esempio: Dant. Purg. 26: Fagli per me un dir di paternostro.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 89: Dopo più sospiri lasciato stare il dir de' paternostri, seco della qualità del tempo molte e varie cose cominciarono a ragionare.
Definiz: § III. E per Discorso o vano o maligno, Cicalamento, Mormorazione, e simili. –
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 210: Deh discarica la coscienza tua, e non temere lo dire degli uomini.
Esempio: Cecch. Mogl. 5, 2: Pandolfo ora licenzierà Cambio, e per levar questi diri, darà la sua figliuola ad Alessandro, con chi egli era alle strette.
Esempio: E Cecch$ Spirit. 5, 4: A voi sta ora il quietare il tutto, Ed a levar via i diri.
Esempio: Forteguerr. Cap. 247: E non bado alle ciarle e al pazzo dire Del popolaccio che nulla penetra, E va sol dove i sensi lo fann'ire.
Definiz: § IV. E per Arte del dire, Eloquenza; ed altresì Elocuzione. –
Esempio: Salvin. Disc. 2, 144: Fu comparato da Platone il dicitore al cuciniere, e la professione del dire alla maestranza della cucina.
Esempio: Forteguerr. Cap. 213: Chi empì la sua [bisaccia] del fior della bellezza, Chi di rimedj, balsami ed erbaggi Da risaldar ferute, e cacciar morbi; Chi delle caste veneri del dire, E chi delle maniere del far oro.
Esempio: E Forteguerr. Cap. 239: Oh te beato, e teco avventurose Coteste mie e tue dolci contrade, Dove a mostrar altrui l'aspre e nascose Del dir pulito così lunghe strade Fosti prescelto.
Esempio: Fosc. Poes. 160: Chè se i tuoi vizj [Italia] e gli anni e sorte rea Ti han morto il senno ed il valor di Roma, In te viveva il gran dir, che avvolgea Regali allori alla servil tua chioma.
Definiz: § V. E per Modo di dire, Locuzione. –
Esempio: Franz. M. Rim. burl. 2, 120: Tal dir (cioè Vostra Signoria) fastidïoso punto meno Non è del sberrettar.
Esempio: Salv. Infarin. sec. 80: Lascio lo in tanto, lo in questo mezzo, e altri sì fatti diri.
Definiz: § VI. Si usò per Componimento, Genere di componimento, Scrittura, ed altresì Testo di una data scrittura. –
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 3, 231: Trovòe in provenzale coble, serventesi, ed altri diri per rima.
Esempio: Pucc. A. Centil. 11, 81: Se tutto vuo' veder disteso e chiaro, Leggi nel dir di Giovanni Villani, Che fu cortese, dov'io sono avaro.
Definiz: § VII. Parlandosi di poemi, trovasi per Canto. –
Esempio: Pucc. A. Guerr. Pis. 4, 2: Signori, io vi contai nel terzo dire, Che ec.
Esempio: Pulc. L. Morg. 4, 103: Come nell'altro dir vi sarà porto, Dove la storia sarà manifesta.
Definiz: § VIII. Avere un bel dire. –
V. l'add. Bello, §§ XXXII e XXXIII.
Definiz: § IX. È un bel dire!
V. l'add. Bello, § XXXIV.
Definiz: § X. È un gran dire! maniera ammirativa, e vale È cosa di gran momento, È un gran che, e simili. –
Esempio: Cellin. Pros. 236: Quando tu arai recatoti a memoria una ossatura, tu non potrai mai fare figura, o vuoi ignuda, o vuoi vestita, con errori; e questo si è un gran dire.
Esempio: Rucell. Or. Dial. 6, 2, 136: Quel sublime ingegno (Dante), che è della poesia toscana onore e lume, nel quale egli è un gran dire che e' ci si trovi ogni cosa.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 50: In esse [ottave] ci si raffigura il Filicai, che è subito un grandissimo dire, nè solamente nella facilità, nobiltà e chiarezza,.. ma ci si raffigura ancora nella maestà di molti sentimenti.
Definiz: § XI. Farsi un gran dire di checchessia, vale Parlarsene assai e da molti, così in lode come in biasimo. –
Esempio: Dav. Oraz. 461: Ma io quel solo, che fu noto a ogn'uno, e gran dir se ne fece, racconterò.