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Dizion. 5° Ed. .
AMICO.
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AMICO. Definiz: | Add. Affezionato, Benevolo. |
Dal lat. amicus. − Esempio: | Dant. Conv. 63: Ciascun uomo a ciascun uomo è naturalmente amico. | Esempio: | Segn. B. Stor. fior. 81: Non amico di coloro che fanno professione sopra tutti d'essere alla libertà amicissimi. | Esempio: | Varch. Lez. Pros. var. 2, 188: Raccomandatemi a messer Giovanni, al quale sapete quanto io sono amico. |
Definiz: | § I. Per similit., detto d'animali. − | Esempio: | Gell. Circ. 183: Ma che vuol da me questo cane, che egli mi fa tante carezze? te', te'. Oh quanto è amico e fedele a l'uomo questo animale! |
Definiz: | § II. E figuratam. − | Esempio: | Petr. Rim. 20: I' era amico a queste nostre Dive, Le qua' vilmente il secolo abbandona. |
Definiz: | § III. E detto di città, nazioni e simili, unite fra loro per qualche lega o trattato, per comunione d'interessi ec. − | Esempio: | Vill. G. 1, 205: Presono per consiglio di mandare loro ambasciadori a' Fiorentini, i quali erano in quegli tempi molto amici a' detti Comuni. |
Definiz: | § IV. Per Caro, Diletto, Accetto. − |
Esempio: | Fr. Iac. Tod. 5: Lassovi le scritture antiche, Che mi eran cotanto amiche. | Esempio: | Dant. Inf. 25: Da indi in qua mi fur le serpi amiche. |
Esempio: | Car. Eneid. 8, 98: Io sono il Tebro,.... al cielo amico Sovr'ogni fiume. | Esempio: | Tass. Gerus. 7, 13: E dissi: O corte, addio. Così agli amici Boschi tornando, ho tratto i dì felici. |
Definiz: | § V. E nello stesso significato diciamo Amico a Dio, o d'Iddio. − | Esempio: | Dant. Parad. 12: Illuminato ed Agostin son quici, Che fur de' primi scalzi poverelli, Che nel capestro a Dio si fero amici. | Esempio: | E Dant. Parad. 25: Ed io: Le nuove e le scritture antiche Pongono il segno, ed esso lo m'addita, Dell'anime che Dio s'ha fatte amiche. | Esempio: | Bocc. Decam. 2, 156: Si crede che essi tutti felicemente vivessero, e come conoscenti del ricevuto beneficio, amici di messer Domeneddio. |
Definiz: | § VI. Per Amichevole. − |
Esempio: | Rinucc. F. Ricord. 229: Sai.... quanta più prudenzia vuolsi quando si ha a trattare cogli amici cose non amiche. | Esempio: | Car. Eneid. 1, 1011: Voi da me dunque amico e fido ospizio, Giovani, arete. | Esempio: | Tass. Gerus. 18, 4: E verso gli altri poi lieto converse La destra e 'l volto all'accoglienza amica. | Esempio: | Metast. Dramm. 4, 172: A parlar t'astringo Con rimproveri amici. |
Definiz: | § VII. E per Favorevole, Propizio, Opportuno. − | Esempio: | Petr. Rim. 1, 218: Un amico pensier le mostra il vado. | Esempio: | Bocc. Decam. 6, 285: Io diliberai meco di non volere, se la fortuna m'è stata poco amica in darmi così vecchio marito, essere io nimica di me medesima. | Esempio: | Car. Eneid. 11, 64: O miserando Fanciullo, e che mi val s'amica e destra Mi si mostra fortuna? | Esempio: | Tass. Gerus. 8, 16: Era la notte ancor nella stagione, Ch'è più del sonno e del silenzio amica. |
Definiz: | § VIII. E per Confacente, detto di terre e di piante. − | Esempio: | Cresc. Agric. volg. 105: Altra terra si conviene al frumento e altra è più convenevole e amica delle vigne. |
Definiz: | § IX. E nello stesso significato, detto di cibi o di medicine. − | Esempio: | Red. Lett.: La trementina veneziana, oltrechè mantiene il corpo disposto, è amica dello stomaco. |
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