Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
COLLO.
Apri Voce completa

pag.148


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
COLLO.
Definiz: Sost. masc. La parte del corpo dell'animale, che unisce la testa col busto.
Dal lat. collum. –
Esempio: Dant. Inf. 8: Lo collo poi con le braccia mi cinse, Baciommi il volto e disse ec.
Esempio: E Dant. Inf. 13: Ale hanno late, e colli e visi umani.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 84: Essa incontrogli da tre gradi discese con le braccia aperte; ed avvinchiatogli il collo, alquanto stette senza alcuna cosa dire.
Esempio: Petr. Rim. 1, 163: Le bionde trecce sopra 'l collo sciolte.
Esempio: Ar. Orl. fur. 29, 25: Lieta porse All'incauto pagano il collo ignudo.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 36, 1: Collo. Quella parte del corpo che sostenta il capo, tra le spalle e la nuca.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 4, 9: E lo portaro in fresca grotta ombrosa, Ove del collo aprirongli la vena.
Esempio: Cald. Tart. 19: La tartaruga marina ha il collo assai corto.
Esempio: Metast. Dramm. 3, 313: Ed ei lieto e sicuro Al suo collo stendea la mano imbelle.
Definiz: § I. Collo dicesi per similit. a Quella parte di alcune membra del corpo animale, che si va ristringendo o assottigliando a somiglianza del collo; onde dicesi Collo del piede, Collo della mano, Collo della matrice, Collo dell'utero, Collo della vescica ec. –
Esempio: Benciv. Ras.: Ancora il collo della matrice si porge e vae alla natura dinanzi.
Esempio: E Benciv. Ras. altrove: Ed è uno il quale il collo della vescica costrigne, acciocchè l'orina non esca senza nostra volontade.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 36, 1: E collo dicesi quella parte del piede dove s'affibbia la scarpa.
Esempio: Cocch. Bagn. Pis. 110: Superficie interna della cavità dell'utero o del collo di esso.
Esempio: Trinc. Agric. 1, 49: Allorchè si vedono essere [gli oppj] passabilmente grossi, come il collo della mano d'un uomo,... subito si tagli la loro cima.
Definiz: § II. E pure per similit. dicesi Quella parte più alta di alcuni vasi, che va ristringendosi, e da dove esce il liquido; onde Collo del fiasco, della boccia, dell'ampolla ec. –
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 36, 1: E dicesi collo alla più alta parte del fiasco, o della guastada, o d'altro vaso simile.
Esempio: Red. Osserv. Anim. viv. 70: L'altre due parti le distribuii in due caraffe, e col cotone turata la bocca del loro collo, la ricopersi con carta.
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 5: Non riesce così a prima vista discernere il confine tra essa e 'l collo voto dello strumento.
Definiz: § III. Medesimamente Collo della spiga, dicesi La parte inferiore di essa, che uniscesi col gambo. –
Esempio: Trinc. Agric. 1, 236: [Il grano] non venga mai segato prima che non sia secco e ben fatto; il che si conosce facilmente dalla mutazione del colore che fa la sua paglia,... e dalle spighe che si torgono molto più acutamente nel collo.
Definiz: § IV. E Colli diconsi Quelle piccole spighe quasi vuote di chicchi, ed altresì Quei chicchi più piccoli e leggieri, che nel tirare il grano, appena battuto, rimangono tra esso e la loppa.
Definiz: § V. Collo della cetra, o simili strumenti, si disse per il Manico di essi. –
Esempio: Dant. Parad. 20: E come suono al collo della cetra Prende sua forma.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 3, 453: Sì come il suono prende forma e distinzione di tuono, e semituono, acuto o grave, al collo di quello strumento che con le dita si suona, siccome è cetera, chitarra e leuto.
Definiz: § VI. Collo del capitello, dicesi La parte inferiore del capitello, la quale è della grossezza stessa che il sommoscapo della colonna. –
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 218: Il diametro del collo del capitello, cioè la parte più bassa di esso, non fu mai talmente grossa che eccedesse la grossezza da capo della colonna.
Esempio: E Bart. C. Archit. Albert. appr.: Altri.... divisono [il capitello dorico] in undici parti, delle quali ne assegnarono quattro alla cimosa, e quattro al bottaccio, e tre al collo del capitello.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 36, 1: Collo del capitello. La parte più bassa del capitello, sempre della grossezza del capo della colonna.
Definiz: § VII. Collo del monte, dell'argine, della ripa, si disse per la Parte più alta di essi; Cima, Sommità. –
Esempio: Dant. Inf. 23: E giù dal collo della ripa dura Supin si diede alla pendente roccia.
Esempio: Stor. Aiolf. 1, 143: Fuggendo [Aiolfo] su per uno collo di monte, vedea la gente su per gli altri poggi.
Esempio: Zibald. Andr. 136: Ebbe molti tempj in Pafo, e in sul collo del monte Parnaso.
Esempio: Pulc. L. Morg. 5, 67: Si ritrovoron sopra ad un poggetto: Questo passorno, e poi più là un collo D'un altro monte ch'era al dirimpetto.
Definiz: § VIII. E anche assolutam. si disse per Altura, Giogo. –
Esempio: Dant. Parad. 4: Nasce per quello, a guisa di rampollo, Appiè del vero il dubbio; ed è natura, Ch'al sommo pinge noi di collo in collo (qui figuratam.).
Esempio: Bocc. Rim. 34: Mentre sperai e l'uno e l'altro collo Trascender di Parnaso.
Definiz: § IX. Collo dicesi per Fardello di mercanzia, Balla, che si navighi o vettureggi. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 49: E colli e casse, e ciò che v'è di grave, Gitta da prora e da poppe e da sponde.
Esempio: Galil. Op. astronom. 1, 129: Per le balle, casse e altri colli, dei quali è carica e stivata la nave,... il moto da Venezia in Soria è come nullo.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 1, 1: Confuse ancor le casse, sottosopra Le balle, e scaricate dianzi a caso Le some e i colli.
Esempio: Stratt. Port. 119: Scrivere, a ridosso delle bullette o manifesti, i colli che si traggano.
Esempio: Magal. Lett. scient. 171: Ei non se ne allontani un passo, finchè scarichi non vede in terra tutti quei colli.
Definiz: § X. Collo torto. –
V. Collotorto.
Definiz: § XI. Al collo, che anche trovasi A collo, per lo più coi verbi Avere avere al collo, a collo, Portare portare al collo, a collo, Tenere tenere al collo, a collo e simili, vale Intorno al collo, o Pendente dal collo. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 10: L'altro nemico che ne lega si è il corpo; e questo sì fa a modo che fa la macina a collo a colui ch'è in mare.
Esempio: Bocc. Rim. 89: E quinci procedette Dove anime trovò con tasche grandi Sedere a collo sotto le fiammette.
Esempio: Frescobald. Viagg. 76: Hanno di costume portare al collo un crocifisso di legno nero.
Definiz: § XII. Figuratam., trovasi detto di cosa, per Addosso, Sopra a sè. –
Esempio: Magal. Relaz. 85: Succedendo via via ogni mese un grappolo all'altro, per modo che ogni palma ne ha sempre al collo quattro o cinque a un tratto.
Definiz: § XIII. Al collo, trovasi anche per Ad armacollo. –
Esempio: Fr. Guid. Fior. Ital. 345: Al collo le pose l'arco e le saette.
Definiz: § XIV. A collo steso, posto avverbialm., trovasi detto figuratam. per Alteramente, Superbamente. –
Esempio: Cavalc. Esp. Simb. 1, 355: Corre contra Dio a collo steso, e armasi contra l'Onnipotente.
Definiz: § XV. A collo torto o Col collo torto, vale Col collo ripiegato sulla spalla, come fanno a bello studio gl'ipocriti e i bacchettoni; onde figuratam. vale anche Da ipocrita, Ipocritamente. –
Esempio: Bocc. Amor. Vis. 14: E sconfortando li altri como rei, Di povertà mostravan predicare Col collo torto e gli occhi volt'a i piei.
Definiz: § XVI. A fiacca collo. –
V. Fiaccacollo.
Definiz: § XVII. A rotta di collo, per lo più coi verbi Andare andare a rotta di collo, Correre correre a rotta di collo, Fuggire fuggire a rotta di collo e simili, vale Precipitosamente, tanto da risicare di rompersi il collo; e in senso figurato, detto anche di cose, vale Alla peggio, A rovina, A rotoli.
Definiz: § XVIII. A rotta di collo, è anche maniera imprecativa contro alcuno che parte; e talvolta per ischerzo vi aggiungono, Come i fiaschi come i fiaschi, a rotta di collo.
Definiz: § XIX. In collo, posto avverbialmente, per lo più coi verbi Avere avere in collo, Portare portare in collo, Tenere tenere in collo e simili, vale In braccio, od anche Fra le braccia, e stretto al seno. –
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 398: Fecesi arrecare la fanciulla, e levollasi in collo, e più di cento volte la baciò.
Esempio: Stor. Mos. 14: Una fiata che lo rene Faraone vide lo fanciullo che aveva così bella persona, sì lo si levò in collo.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 267: Sta' su tosto, se desideri di vedere Cristo, che è in collo, presente, in forma di fanciullo visibile, come la Madre il partorì.
Esempio: Vill. G. 196: I Medici e Speziali [avevano per insegna] il campo vermiglio, ivi entro santa Maria col suo Figliuolo in collo.
Esempio: Poliz. Pros. 46: Prego Idio vi ritroviamo sana e con un bambino in collo.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 49: Eccoti venir correndo per lo mezzo della piazza una donna vestita a bruno, con un piccolo fanciullo in collo.
Esempio: Cellin. Vit. 11: Io che era di tenera età, mio padre mi faceva portare in collo.
Esempio: Salvin. Casaub. 37: I nutricj e balj i loro alunni portavano in collo e tralle braccia moltissimo.
Definiz: § XX. Vale pure Sulla spalla, Addosso. –
Esempio: S. Bonav. Med. Vit. G. Cr. 177: Qui scontrammo lo Maestro nostro colla croce in collo.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 77: Recatosi suo sacco in collo, da lei si partì.
Esempio: E Bocc. Decam. 5, 22: Passando egli da una possessione ad un'altra con un suo bastone in collo.
Esempio: Pulc. L. Morg. 23, 44: Disse il romito: di voi assai m'incresce, Ch'io non ci ho pan, ma e' ci sarà del pesce. E poi toglieva una sua rete in collo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 15, 94: E carcar sul gigante il carriaggio, Ch'avria portato in collo anco una torre.
Definiz: § XXI. In collo trovasi anche per Al collo o Intorno al collo. –
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 399: Allora lo padre cominciò forte a piangere, e gittolle lo braccio in collo, e tramortie.
Esempio: Stor. Pistol. 308: E subito detto che l'ebbe, fue a lui gittata una sagara in collo, e con essa strascinato per la sala infine alla finestra.
Esempio: Sigol. Viagg. Sin. 42: A costui fu messo uno sciugatoio in collo; l'uno pigliò di qua e l'altro di là, e tanto lo strinsono forte, che lo affogarono.
Definiz: § XXII. Allungare il collo ai polli, vale, in modo familiare e scherzevole, Ucciderli tirando loro il collo; che più comunemente dicesi Tirare il collo a' polli.
Definiz: § XXIII. Allungare il collo, modo familiare, che vale Star lungamente aspettando una cosa molto desiderata; e oggi dicesi, più che altro, per Esser costretto a desinare più tardi del solito o del convenuto. –
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 3, 9: Ricercollo,... Di picchiar si degnasse, e dir ch'Ascanio Non sarebbe tornato a desinare. Non se ne ricordò.... Pensate voi se 'l collo altri allungò.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 85: Il collo non allungo ai pagamenti.
Definiz: § XXIV. Averla tra capo e collo o Darla tra capo e collo, parlandosi di sentenza. –
V. Capo, § CVIII.
Definiz: § XXV. Avere il braccio, o la mano, al collo, Portare il braccio, o la mano, al collo, Tenere il braccio, o la mano, al collo, vale Tenerla sospesa al collo per mezzo di un fazzoletto e simili, per cagione di ferita o di malattia. –
Esempio: Tass. Lett. 2, 460: Non scritta [la lettera] di sua mano, la quale aveva al collo per la caduta da un cavallo, come scriveva il suo giovane.
Definiz: § XXVI. Cadere di collo a uno o Cascare di collo a uno, vale, figuratam. e in modo alquanto familiare, Perderne la grazia, il favore, o la stima, per qualsivoglia ragione. –
Esempio: Burch. Son. 2, 47: Di collo a ogni amico son cascato.
Esempio: Bellinc. Rim. 116: E so, di collo al Duca or se' caduto.
Esempio: Varch. Stor. 1, 400: Non essendo niuno di loro rimaso dei sei nel secondo partito, nè forse nominato tra' sessanta nel primo, conobbero amenduni, sè esser caduti di collo all'universale.
Esempio: Dav. Tac. 2, 198: Onde a poco a poco a Vespasiano cadde [Antonio] di collo.
Definiz: § XXVII. Dare di collo, trovasi per Dare aiuto, Aiutare; comunemente Dare di spalla. –
Esempio: Cecch. Incant. 1, 2: Tu sei un traditore, e non ci hai mai voluto dar di collo, e disporti d'aiutarmi.
Definiz: § XXVIII. Fare allungare il collo ad uno, che anche si disse Far dilungare il collo ad uno, vale Tenerlo a bada, prolungandogli il conseguimento di cosa da lui grandemente desiderata; e oggi più spesso usasi per Fare altrui aspettare il desinare oltre all'ora solita o convenuta. –
Esempio: Rep. Fir. Diec. Bal. 7, 131: Aveteci dilungato il collo insino a stamane a nona, e ancor non abbiamo vostre lettere: non ci tenete in tanto digiuno, chè ci faresti scandolo.
Esempio: Grazz. Comm. 208: Andianne in casa, chè noi arem fatto dilungare loro il collo.
Esempio: Cecch. Ass. 5, 2: I' so che voi l'avete fatto allungare il collo, aspettandovi in casa.
Esempio: Dat. Lepid. 63: Io credo pure di fare allungare il collo a quei della gabella.
Esempio: Monet. Poes. 54: Fassi allungare il collo ai litiganti, Ogni lite si manda all'infinito Del verbo solvo.
Definiz: § XXIX. Far fare il collo ai polli, dicesi del Tenergli appesi per le zampe dopo di avergli uccisi, affinchè il sangue scenda tutto nel collo e nel capo, e resti bianca la carne. E Far fare il collo agli uccelli, dicesi del Tener fermo per alcun tempo lo spiede, mentre si arrostiscono, affinchè, stando quelli col capo pendente all'ingiù, ne resti il collo intirizzito.
Definiz: § XXX. Levare il collo, poeticam. vale, al proprio, Alzare la testa, e in senso figurato, Levarsi in potenza, Pigliare la signoria. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 23, 56: Levò il dolente cavalliero il collo.
Esempio: E Ar. Sat. 1, 182: Quando levaro il collo Medici nella patria e il gonfalone.
Definiz: § XXXI. Mettere il piè sul collo ad uno o Porre il piè sul collo ad uno, vale figuratam., Opprimerlo, Soverchiarlo. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 23, 66: Ma verso il Conte il suo debito chiede, Che se lo lasci por sul collo il piede.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 387: Su le vostre allor che state [o femmine], Proviam noi l'ultimo crollo; Ma un tantin che vi caliate, Vi mettiamo il piè sul collo.
Esempio: Nell. Iac. Alliev. 3, 2: Io non credo che uno debba lasciarsi mettere il piè sul collo da chi che sia.
Definiz: § XXXII. Mettere ad alcuno il laccio al collo, che anche trovasi Porgli il nodo al collo porre ad alcuno il laccio al collo, vale figuratam. Costringerlo a fare suo malgrado la nostra volontà, Porlo nella necessità di fare quel che a noi giova o piace. –
Esempio: Davil. Guerr. civ. 4, 175: Ella [la regina] non doveva fare al presente questa dimanda, per non mostrare di voler porre in necessità di consentire al re, e nell'urgenza de' suoi bisogni porgli, come si dice, il nodo al collo.
Definiz: § XXXIII. Mettere il collo sotto, trovasi detto figuratam. per Mettersi a lavorare e a faticare con ogni impegno e costanza, quasi Mettersi sotto il giogo. –
Esempio: Ambr. Furt. 1, 1: Tornai da studio, ch'io avea ventiquattro anni, non mi trovando al mondo se non questa casa e una vignuola; per il che, messo il collo sotto, feci tanto, che in pochi anni ragunai tanto avere, ch'io poteva, venendo in famiglia, acconciamente nutrirla.
Definiz: § XXXIV. Mettere il collo sotto al giogo di checchessia, o Soggiogare il collo a checchessia, vale figuratam. Sottomettersi a quello, Riconoscerne l'autorità e la padronanza. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 157: Gli uomini guardavano volentieri la franchezza, la quale, natura gli avea donata, e non avrebbero messo loro collo a giogo di signoria, se non fosse che ec.
Esempio: Poliz. Pros. 13: Acciocchè tu ancora [o superbo cristiano] inchini la tua dura cervice, e soggioghi el collo altero ed indomito alla santissima umilità.
Definiz: § XXXV. Pigliare alcuno per il collo, dicesi familiarm. e in senso figurato, per Costringerlo a fare una cosa suo malgrado; e parlandosi di contrattazioni, Sforzarlo ad accettare condizioni onerose. –
Esempio: Panant. Epigr. 151: Per il collo perchè mi vuoi pigliare, Malgrado l'amicizia che ci lega?
Definiz: § XXXVI. Rompere il collo o Rompersi il collo, vale figuratam. Rovinarsi nell'avere, nella fama, nello stato e simili. –
Esempio: Sassett. Lett. 276: Ricordogli a non si sviare dietro a gente che non facciano nulla, che conducono i giovani per le taverne e ne' luoghi disonesti, dove si giuoca, e si fanno mille ribalderie, e fanno altrui rompere il collo.
Esempio: Dav. Tac. 2, 28: Tirandolo l'amicizia di Galba a rompere il collo, divenne audace, pronto, astuto, e a sua posta buono e cattivo sommamente.
Definiz: § XXXVII. Detto di fanciulle, vale anche Maritarsi male, e talora dicesi in ischerzo per solamente Maritarsi. –
Esempio: Salv. Spin. 2, 8: Che credev'egli il merendone? Ch'io volessi tener mano a far rompere il collo a quella fanciulla?
Esempio: Fag. Rim. 4, 185: Ma qui Minerva avria dato il tracollo, Perchè costui ha ben nove sorelle D'un'età da poter rompere il collo.
Definiz: § XXXVIII. Rompere il collo in un fil di paglia, vale proverbialm. Succedere altrui gran danno per lieve cagione. –
Esempio: Salv. Granch. 3, 8: Quando le cose hanno a ire Male, e' si rompe il collo in un filo Di paglia, e s'affoga in un bicchiere D'acqua.
Definiz: § XXXIX. Sottoporre, o simili, il collo al giogo, vale figuratam. Sottomettersi, Riconoscere l'altrui volontà, una legge, e simili. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 66: Domandollo Se si volean lasciar la vita torre, O se voleano pur al giogo il collo, Secondo la costuma, sottoporre.
Definiz: § XL. Tenere in collo, detto di fiume o lago, vale Impedire per soverchia piena lo sgorgo in se medesimo delle acque de' proprj confluenti; e detto di pescaie, venti o altro ostacolo, vale Impedire, Trattenere, il libero corso delle acque del fiume o lago respettivo. –
Esempio: Viv. Disc. Arn. 20: Trovai che la prima pescaia colle sue sole tavole teneva allora Ombrone in collo intorno a braccia uno ed un quarto.
Esempio: Magal. Relaz. 22: Nè meno è vero che queste [inondazioni] siano effetto del gran tenere in collo che fanno i venti marini l'acque del Nilo.
Definiz: § XLI. E usato assolutam., pur detto di fiumi o laghi, vale Esserne per qualsivoglia impedimento arrestato il corso o sgorgo delle acque. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 10, 18: Il lago delle Marmora alcuna volta tenendo in collo, faceva violenza all'uno de' detti popoli.
Esempio: Dav. Tac. 2, 48: Portò bene danno presente, e spavento di futuro, il subito allagamento del Tevere, che alzato a dismisura rovinò il ponte Sublicio, e per quella materia tenendo in collo, cavalcò non pure i luoghi bassi e piani della città, ma i non più allagati.
Definiz: § XLII. Trovasi anche detto di serratura, o parte di essa, che impedisce al coperchio d'una cassa di combaciar bene con l'altra parte. –
Esempio: Firenz. Pros. 1, 175: Avvegnachè per essere la serratura tutta scassinata, il buncinello tenesse in modo in collo, che il coperchio non si accostasse alle sponde del cassone a un mezzo dito.
Definiz: § XLIII. Tenere in collo, trovasi detto figuratam. per Trattenere, Sospendere, Non dar libero corso a una cosa, ed anche Tenere in forse, in dubbio. –
Esempio: Vill. M. 510: Il valente cavaliere.... formò francamente suo processo,... ad animo di farne giustizia sanza tenere in collo il processo.
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 5, 50: Rassicurossi e col brando fugollo Tanto che cadde, e sè stesso riprese Dell'error che l'avea tenuto in collo.
Esempio: Rep. Fir. Lett. Istr. 25, 23: Pregandolo vogli fare quello debba per suo onore, e non tenere queste cose in collo per suo dovere, e per amore di noi.
Definiz: § XLIV. E assolutam., trovasi per Soprassedere, ed anche Non risolversi; e si disse pure per Non aprire liberamente l'animo proprio. –
Esempio: S. Cat. Lett. 3, 375: L'indulgenzie, che mi chiedi, m'ingegnarò d'accattarle con le prime che io dimanderò; non so il quando, però che io ho ristucchi gli scrivani della Corte; conviensi un poco tenere in collo.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 299: E se ben l'alma alla ragion consente, Tien tanto in collo, che vie più abbondo Po' doppo quella in esser più dolente.
Esempio: Varch. Ercol. 136: Quando alcuno non dice tutto quello che egli vorrebbe o doverrebbe dire, si dice: egli tiene in collo.
Definiz: § XLV. Tirare il collo ai polli, e anche Fare, il collo ai polli, vale Ucciderli storcendo loro il collo, in modo da romperne l'osso. –
Esempio: Bocc. Decam. 5, 192: Senza più pensare tiratogli il collo, ad una sua fanticella il fe prestamente, pelato ed acconcio, mettere in uno schidione ed arrostir diligentemente.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 182: I' dico: tira il collo ad un cappone.
Esempio: Fag. Comm. 1, 147: In colombaia v'ho trovato de' piccioni, e nel pollaio certe po' di galline affamate, con un gallo che credo sia il bisnonno di tutti i galli del paese; e ho fatto il collo a ogni cosa.
Esempio: E Fag. Comm. 1, 305: Mi metterò a tirar il collo, e pelare.
Definiz: § XLVI. Figuratam., Tirare il collo a uno, o anche Fargli il collo fare il collo a uno, dicesi in modo familiare per Ingannarlo, Metterlo in mezzo, segnatamente nel giuoco o nelle contrattazioni; e anche Indurre alcuno con lusinghe e raggiri alle proprie voglie. –
Esempio: Leopard. G. Cap. piac. 84: Com'egli è ben ben satollo, Caviam fuori o dadi o carte, E con nostra astuzia ed arte Gli facciam ben presto il collo.
Esempio: Soldan. Sat. 33: Se andasse in ghetto, e i gabbadei perversi, Dandogli questo scrocchio, o quel barocchio, Gli facessero il collo per più versi, Gli starebbe il dovere.
Esempio: Buonarr. Tanc. 1, 3: E giocando, fatto 'l collo Mi fu spesso, e messo in mezzo Ben fui sì, ch'io n'anda' al rezzo.
Esempio: Bellin. Cap. Matr. 294: Però se qualche dolce pollastrone Vi vien fra l'ugna mai, fategli il collo.
Esempio: Menz. Sat. 93: Quanti dier ivi all'onestade il crollo! Più d'un v'avrà vago Jacinto e Jola, Che potrà dir: pur lì mi fero il collo.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 391: Fare il collo significa Ingannare altrui indigrosso, siccome accade nel vendere e nel comprare o nel giucare, e simili. Così, per esempio, si dice Fare il collo a uno che giuoca, facendolo perdere, il quale sia giovane semplice, e come si suol dire da noi, un pollastrone.
Definiz: § XLVII. Tirare il collo ad un affare, a una pratica, vale familiarmente Stringerla, Concluderla, con sollecitudine e con proprio vantaggio.
Definiz: § XLVIII. Detto di casa, podere e simili, vale, in modo alquanto scherzevole, Vendere per poco prezzo. –
Esempio: Cecch. Dot. 4, 2: Nè farei motto a nessuno, acciocchè E' non si divolgasse questa cosa, Perch'i' vorrei tirarle il collo, e presto, Non si potendo medicare. F. Che? venderla? M. Signor sì.
Definiz: § XLIX. E detto di lavoro letterario, vale, pure in ischerzo, Compierlo e metterlo fuori. –
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 116: L'Apologia è cresciuta qui molto, ed anco migliorata;... e già sarebbe fuori, se, non che siamo stati sempre su l'ali; nè ancora sappiamo se ci avemo a fermar qui, o no. Quando saremo chiariti di stare, le tirerò a la fine il collo.
Definiz: § L. Tirare il collo alle viti, vale Potarle più lunghe per averne maggior frutto; e dicesi così con similitudine presa dal tirare il collo ai polli. –
Esempio: Dav. Colt. 489: A' contadini di poggio rincresce il lavorarle bene [le viti], e tirano loro il collo.
Definiz: § LI. Ti dia nel collo; dicesi in modo basso e imprecativo, con lo stesso senso che Ti dia il malanno, e simili. –
Esempio: Nell. Iac. Mogl. 3, 6: Ti dia nel collo. E che gli scrive?
Esempio: Fag. Comm. 1, 257: Sicuro, ch'io vo' che vo' [Leonora] la rivegghiate [Isabella], e spesso. I. O Dio! A. Ti dia nel collo. Venga, signora Leonora.