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CATTIVO,
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CATTIVO,
Definiz: in forza di Sost., e usato più particolarmente al plur., vale Persona cattiva, cioè trista, malvagia, disonesta, sciagurata, abietta, ed anche ignava o codarda. –
Esempio: Dant. Inf. 3: Quest'era la setta de' cattivi A Dio spiacenti, ed a' nimici sui.
Esempio: E Dant. Conv. 106: E tutti questi cotali sono gli abbominevoli cattivi d'Italia che hanno a vile questo prezioso volgare.
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 531: Non parve degno di vincer ventura, la quale fugge ogni cattivo.
Esempio: E Fr. Bart. Sallust. 25: Gloria, onore e signoria, il buono e lo cattivo igualmente desiderano.
Esempio: Petr. Rim. 2, 171: Che par dolce a' cattivi, ed a' buoni acra.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 214: Con agre riprensioni, sì come padri, mordere i difetti de' cattivi.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 226: Amava ognuno, i buoni lodava, e de' cattivi aveva compassione.
Esempio: E Machiav. Disc. 314: Egli è molto più facile esser amato da' buoni che dai cattivi, ed ubbidire alle leggi, che volere comandar loro.
Definiz: § I. Quindi Cattiva trovasi usato per Donna di partito, Meretrice. –
Esempio: Bocc. Decam. 8, 100: Egli per certo dee aver data posta a qualche cattiva, e non vuol che io il vi trovi.
Definiz: § II. Cattivo, pure in forza di Sost., usasi per Ciò che è cattivo, Ciò che in una cosa o persona havvi di guasto, corrotto, malconcio, brutto, vizioso e simili. –
Esempio: Car. Arist. Rett. 208: Se 'l dire ordinario non ha del buono, l'affettato ha del cattivo.
Esempio: Allor. A. Cap. 365: E ha tolto [la galera] del dolce e dell'amaro, Del salso e dello sciocco, e del cattivo E del buon, quanto l'era necessaro (qui figuratam. e in ischerzo.).
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 78: Il novo libro che alla luce metti, Contiene il suo cattivo ed il suo buono.
Definiz: § III. Avere del cattivo da vendere, dicesi proverbialmente di persona, a significare Essere quella cattivissima. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 25, 268: Ed Astarotte il suo conto farà Che Belzebù non lo possi riprendere, E so ch'egli ha del cattivo da vendere.
Definiz: § IV. Darsi al cattivo, Buttarsi al cattivo, Gettarsi, e simili, al cattivo, detto di tempo o stagione; vale Divenir piovoso, burrascoso, rigido.
Definiz: § V. E detto di persona, vale Partirsi maliziosamente dal giusto e dal dovere, Prendere abito tristo, costumi viziosi o corrotti, Darsi a vita cattiva; ed anche Diportarsi malamente verso chicchessia. –
Esempio: Marrin. Annot. Baldov. Lament. 31: Che tu meco t'addia tanto al maligno; Che tu meco ti dia tanto al cattivo, Che tu ti porti meco tanto malignamente, Che tu mi tratti con maniere così cattive.
Definiz: § VI. Dir cattivo ad alcuno, vale Avere quegli la fortuna contraria, Aver disgrazia; più comunemente, Dirgli male: e in modo assoluto, Dir cattivo vale Esser disdetta in una cosa, Esservi disgrazia. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 185: Pazienzia! Disse cattivo a lei, nascendo povera.
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 204: Quantunque l'esperienza non giunga sempre all'ultima verità ricercata, vuol ben dir cattivo, che alcun piccolo lume non ne dimostri.
Definiz: § VII. Prendere di cattivo, Sapere di cattivo, detto di cibo o bevanda; vale Divenire o Essere divenuto disgustoso, Prendere o Aver preso qualche vizio o difetto.
Definiz: § VIII. E figuratam., detto di persone, degli atti loro, o di fatti morali, vale Parere tristo, pericoloso, dannoso e simili. –
Esempio: Bott. Stor. Amer. 1, 196: Il governatore, sapendogli quest'assemblea di cattivo, la disciolse.
Definiz: § IX. Cattivo a te, maniera che trovasi adoperata minacciando alcuno, ed equivale a Guai a te, Male per te. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 2, 270: Se il male pesa più che 'l bene, allora cattivo a te, che vai male.