1)
Dizion. 4° Ed. .
C
Apri Voce completa
pag.493
Vedi le altre Edizioni del Vocabolario |
|
|
|
C
Definiz: | Lettera, la quale ha molta simiglianza col G. Adoprasi da' Toscani per due sorte di suoni; perchè posta innanzi
all'A, O, U, ha il suono più muto, o rotondo, come CAPO, CONCA, CURA, e avanti la E, ed I, si manda fuori più sonante,
o aspirata, come CERA, CIBO. Onde per farle fare il primo suono, le pognamo la H dopo, come CHETO, TRABOCCHI. Questo CH
posto davanti all'I, ottiene due sorte di suoni, l'uno più rotondo, come FIANCHI, STECCHI, FIOCCHI; l'altro
schiacciato, come OCCHI, ORECCHI, CHIAVE; quantunque appo i poeti cotali suoni non impediscan la rima. |
Esempio: | Petr. canz. 49. 2. Quì fra i mortali sciocchi, Vergine, que' begli occhi.
|
Definiz: | E per conoscere questa diversità di suono, sarebbe necessario assegnare a ciascheduno il suo proprio carattere.
Non si pone il C, avanti ad altre consonanti, che alla L, e R, nella stessa sillaba, e perde alquanto del suo suono, ma
alla L più rado, come CONCLUSIONE, CLERO, CRINE, INCRESPATO. Ammette avanti di se nel mezzo della parola, ma in diversa
sillaba la L, N, R, S, come CALCA, ANCORA, ARCO, TOSCO; ma la S, gli va avanti ancor nel principio, come SCUDO,
SCHERMO; e sempre si pronunzia la S, innanzi al C, nel primo modo più comune, come nella voce CASA, di che v. nella
lettera S. Mettesi il C, avanti al Q, quando il Q, si doverebbe raddoppiare, come ACQUA, ACQUISTO, conciossiacosachè il
Q, non sia altro, che C. Nel mezzo di parola si raddoppia, quando bisogna, come STECCO, BOCCA, TOCCA. |
|