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Dizion. 5° Ed. .
NE.
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NE. Definiz: | Particella avverbiale di luogo, che sta a indicare il termine dell'allontanamento; ma anche spesso si usa in forma pleonastica. Si premette o si affigge ai verbi, e, quando si affigge a voci terminate in vocale tonica, raddoppia la n, dicendosi: Vanne, Andonne. Uniscesi spesso con altre particelle pronominali od avverbiali, e talora forma con esse una sola parola perdendo l'e finale; per esempio diciamo: Men vo, Ten vai, Sen va. E insieme con tali particelle o si premette al verbo, o si affigge ad esso in una sola parola. Nell'antico volgare italiano inde, ende, 'nde, de. |
Provenzal. en e ne; franc. en, e anticamente int, ent. Dal lat. inde. – Esempio: | Dant. Inf. 2: Lo giorno se n'andava, e l'aer bruno Toglieva gli animai, che sono in terra, Dalle fatiche loro. | Esempio: | E Dant. Purg. 26: L'una gente sen va, l'altra sen viene. | Esempio: | Petr. Rim. F. 188: O sole; e tu pur fuggi, e fai dintorno Ombrare i poggi, e te ne porti il giorno. | Esempio: | Bocc. Decam. 7, 141: Elle si partiranno, e voi ve ne potrete scendere al luogo dove i vostri panni avrete lasciati, e rivestirvi e tornarvene a casa. | Esempio: | E Bocc. Decam. 8, 51: Volendo, per andarsene, l'oste pagare, non si trovò danaio. | Esempio: | Sacch. Nov. 2, 239: Tornando Iacopo a Firenze, ne menò il detto garzone con seco. | Esempio: | Guicc. Op. ined. 2, 333: Moverebbeli sopra ogni cosa lo interesse loro particulare, che è lo maestro che ne mena tutti gli uomini. | Esempio: | Gell. Poes. 461: Vientene lieta, o bella e bianca Aurora. | Esempio: | Tass. Gerus. S. 11, 56: Io me ne vo costretto; Sostien persona tu di capitano. | Esempio: | Parin. Poes. 80: Ei nudo andonne, Dell'assisa spogliato, ond'era un giorno Venerabile al vulgo. | Esempio: | Fiacch. Fav. 1, 44: Una lepre affamata uscì del folto Bosco, e ne venne in un terren più colto. | Esempio: | Mont. Iliad. 18, 250: Come al campo n'andrò, soggiunse Achille, Se in mano di color venner le mie Armi? | Esempio: | Niccol. Poes. 2, 54: A terra Vanne, istrumento inutile, che chiudi Polve sì tarda per la mia vendetta. |
Definiz: | § I. Si usa pleonasticamente con le particelle Me, Te, Se, Ce, Ve, anche con alcuni verbi di quiete. – | Esempio: | Guerrazz. Racc. 131: Era l'ultimo giorno di carnevale, ed io me ne stava sopra un monte altissimo, dove ec. |
Definiz: | § II. Si prepone talvolta alle particelle pronominali Il, Lo, Li o Gli, La, Le, anche in composizione con un verbo, o con una delle dette particelle. – | Esempio: | Bocc. Decam. 3, 91: Tu facesti quello che far dovevi, di mandarnelo, come facesti. | Esempio: | E Bocc. Decam. 7, 180: Là tornati con una tavola, su v'acconciarono la fante, ed alla casa ne la portarono. | Esempio: | E Bocc. Decam. 8, 157: Quel forziere.... voglio che sia vostro, acciò che nelle vostre contrade nel possiate portare. |
Definiz: | § III. Si usò anche posposto alle particelle suddette. – | Esempio: | Vill. F. 158: La Contessa cortesemente lo ne rimandò in suo paese. | Esempio: | Bocc. Decam. 1, 174: Io non potei stamane farne venire tutte le legne.... e perciò con vostra licenzia io voglio andare al bosco e farlene venire. | Esempio: | E Bocc. Decam. 5, 149: La donna.... per celare il difetto della figliuola, ad una lor possessione la ne mandò. | Esempio: | E Bocc. Decam. 6, 298: Hai uno (un dente).... il quale.... è tutto fracido...; per che io ti consiglierei che tu il ne cacciassi. | Esempio: | Sacch. Nov. 2, 225: Saliti a cavallo, come se 'l diavolo gli ne portasse, si dileguarono. |
Definiz: | § IV. Si pospone anche talvolta a due particelle pronominali, affiggendosi ad esse, quando seguono il verbo. – | Esempio: | Vill. G. 8: Il.... re Talamone.... rubò e prese Ansiona.... e menollasene in Grecia. | Esempio: | Petr. Rim. F. 294: Ella 'l se ne portò sotterra, e 'n cielo, Ove or triumfa. |
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