Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
DETTA.
Apri Voce completa

pag.203


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
DETTA.
Definiz: Fortuna, Buona ventura, Sorte, e simili; ma oggi non adoperasi se non talvolta per Fortuna al giuoco. E il suo contrario, di uso comune, è Disdetta.
Da dire, usato assolutam. e detto di fortuna o sorte, per Esser favorevole: e anticamente anche si usò ditta. ‒
Esempio: Grazz. Comm. 184: Il Teri giocava agli aliossi a suo tempo meglio che giovane di Firenze, come faceva io a' ferri:... ed aveva una detta, che squillava gli aguti cinquecento braccia discosto.
Esempio: Tass. Dial. 2, 83: Il giuocatore da molti segni conosce la detta e la disdetta.... Ma che cosa direm noi che sia questa detta o disdetta, signor Annibale? A. P. Un concorso di cagioni accidentali, per le quali crediamo che così un favor di fortuna dietro l'altro debba seguire, come un'onda dietro l'altra suol seguitare.
Esempio: E Tass. Dial. 2, 85: Chi direm noi che sia favorito da la fortuna? A. P. Colui ch'è in vincita, il quale ha veduti di nuovo alcuni segni de la sua detta.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 224: Il gobbo ancora Compariravvi; seco Allor giocar potrete. Se detta non avete, usate inganno.
Esempio: Magal. Lett. At. 82: Che cosa è ella quell'altra fantasima, che voi mostrate d'apprendere tanto nel giuoco, e che siete così geloso di non irritarvi contro, che vi rendete insieme ridicolo e insopportabile quando giocate? Se non vi è niente, non dirò dal tetto ma dalle carte insù, questa detta o disdetta di cui si fa tanto rumore, sarà ella mai altro che un nome?
Esempio: E Magal. Lett. fam. 2, 97: Io per me non so immaginarmi a qual altro dei congiunti si potesse toccar questa detta del resuscitare.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 452: Detta e disdetta, Spagn. dicha, desdicha, è la fortuna del giuoco, o buona o rea.
Esempio: E Salvin. Disc. 1, 304: Portati via dal mare borrascoso della sorte, e dal flusso e riflusso della detta e della disdetta raggirati; ora da straordinaria allegrezza di subita e gran vincita levati su, per esser poi ec. (qui in locuz. figur.).
Esempio: Marrin. Annot. Baldov. Lament. 103: Dir buono o dir cattivo vale aver buona o cattiva sorte; di qui, credo io, buona o cattiva detta per favorevole o contraria fortuna.
Definiz: § I. Onde la maniera Essere in detta, che vale Aver la fortuna favorevole, Vincere, se si parla di giuoco, e genericamente, per estensione, Essere in grazia di alcuno. ‒
Esempio: Pataff. 1: Ben avrei voglia de' botton dell'osso (cioè degli aliossi per giocare): Tu se' in detta; deh pur pian, barbiere ec.
Esempio: Varch. Ercol. 104: Essere in detta significa essere in grazia e favore; essere in disdetto, in disgrazia e disfavore.
Esempio: Tass. Dial. 2, 86: Temerità sarebbe quella di colui ch'è in detta, se più de la fortuna che de la ragione, qualunque ella sia, volesse fidarsi.
Definiz: § II. E per Buona occasione, Favorevole congiuntura: oggi comunemente e in modo familiare, Bazza. ‒
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 374: Avendo trovato qui modo di fargliele tutte smaltir in un tratto [le medaglie], non gli voglio impedire questa occasione, parendomi il miglior partito per lui.... Questa detta m'è parsa onorevole, e da farne presto ritratto.
Esempio: Giannott. Op. 2, 309: Eccol qua el viso di civetta. C. Chiamal, ti prego, sanza far dimora. M. Maestro. M. Chi mi vuole? Ecco una detta. C. Io vi vorre' parlar. M. Deh, dite tosto Quel vi bisogna, perch'i' ho gran fretta (qui ironicam.).
Esempio: Fag. Rim. 3, 281: Sicchè, guardate voi che buona detta: Vi tocca a favorirmi una sol volta, E quella sola m'è per mille accetta.