Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
IRA.
Apri Voce completa

pag.1229


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 2 ° Ed.
IRA
Dizion. 4 ° Ed.
IRA
Dizion. 3 ° Ed.
IRA
Dizion. 1 ° Ed.
IRA
Dizion. 5 ° Ed.
» IRA.
IRA.
Definiz: Sost. femm. Movimento disordinato e subitaneo dell'animo, pel quale siamo eccitati contro chi ci abbia fatto danno, torto, o dispiacere.
Dal lat. ira. –
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 166: Ira è turbazione della mente sanza ragione.
Esempio: Albertan. Tratt. volg. 34: L'ira è uno bollor dell'animo, che adirato vien d'entro in fuori per ingiuria ricevuta, domandando vendetta.
Esempio: Dant. Inf. 7: Or vedi L'anime di color cui vinse l'ira.
Esempio: Cavalc. Frutt. Ling. 274: Perocchè, come dice il Savio, l'ira impedisce l'animo, che non possa vedere la verità. E però ancora dice sant'Iacopo, che l'ira dell'uomo non adopera la giustizia.
Esempio: Petr. Rim. 2, 277: Ira è breve furor, e chi nol frena, È furor lungo, che 'l suo possessore Spesso a vergogna, e talor mena a morte.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 91: E tra gli altri [vizj] che con più abbandonate redine ne' nostri pericoli ne trasporta, mi pare che l'ira sia quello: la quale niuna altra cosa è che un movimento subito ed inconsiderato, da sentita tristizia sospinto, il quale, ogni ragion cacciata e gli occhi della mente avendo di tenebre offuscati, in ferventissimo furore accende l'anima nostra.
Esempio: Ar. Orl. fur. 30, 1: Quando vincer da l'impeto e da l'ira Si lascia la ragion, nè si difende, E che 'l cieco furor sì inanzi tira O mano o lingua che gli amici offende; ec.
Esempio: Piccolom. Instit. mor. 290: Essendo l'ira un appetito di vendicarsi, nato da un apparente disprezzamento fatto verso o di noi proprj, over delle cose che ci son care, ne segue che ec.
Esempio: Tass. Gerus. 20, 51: Fremiti di furor, mormori d'ira, Gemiti di chi langue e di chi spira.
Esempio: Mont. Iliad. 9, 706: Ma l'ira, che anche i più saggi invade, il petto accese Di Meleagro, e la destò la madre Altèa, che ec.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 121: Voi! rispose, con una voce ch'esprimeva un'ira ben diversa, ma un'ira tuttavia: voi! Che bene mi volete voi?
Definiz: § I. Per similit. –
Esempio: Tass. Rim. 1, 76: Tu, che d'ira il leon, tu che disarmi L'angue di tosco, e queti il mar sonante,... perchè non pieghi Un cor rigido più d'aspra colonna?
Definiz: § II. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Dant. Inf. 12: Tu pensi Forse a questa rovina, ch'è guardata Da quell'ira bestial, ch'io ora spensi.
Esempio: E Dant. Purg. 20: Del folle Acam ciascun poi si ricorda, Come furò le spoglie, sì che l'ira Di Iosuè qui par ch'ancor lo morda.
Esempio: Ar. Orl. fur. 5, 2: Bagnar di pianto i genïali Ietti; E non di pianto sol, ma alcuna volta Di sangue gli ha bagnati l'ira stolta.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 24, 106: Veder morto il cavallo entro gli adizza, E fuor divampa un grave incendio d'ira.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 29, 3: Incontra tutte (le donne) trasse fuor lo stocco De l'ira senza farvi differenzia.
Esempio: Tass. Gerus. 19, 22: Riempiendo ei d'ira il sangue scemo, Rinvigorì la gagliardia smarrita.
Esempio: E Tass. Gerus. 19, 29: L'ira de' vincitor trascorre ed erra Per la città sul popolo nocente.
Esempio: Guar. Past. fid. 1, 2: L'ira s'intiepidì, ma non s'estinse.
Esempio: Mont. Iliad. 8, 638: Stette muta Minerva, e contra il padre L'acerbo che l'ardea sdegno represse; Ma sciolto all'ira il fren Giuno rispose.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 12: Prendo un gran secchio d'acqua,... Le aspergo e annaffio tutte, e spengo l'ira, Come si fa con due mordenti cani.
Esempio: Niccol. Strozz. 3, 3: Fulmine è l'ira Che abita col poter.
Definiz: § III. Pur figuratam., detto di cose fisiche, per Impetuosa veemenza, Furore. –
Esempio: Arrighett. Avvers. Fort. volg. 49: La vera fede non sa solo le cose dolci seguire; participa i fiori, cioè le prosperitadi, e la grande ira della tempesta.
Esempio: Tass. Gerus. 18, 105: Spazia l'ira del ferro, e va col lutto E con l'orror, compagni suoi, la morte.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 30: Alfin con impeto, Mosso dall'ira, La troppo amabile Rosa agitò (lo zeffiretto); E parve Borea, Che ec.
Esempio: Leopard. Poes. 67: E l'ombre Solitarie fuggendo e la secreta Nelle profonde selve ira de' venti, ec.
Esempio: Niccol. Strozz. 3, 5: Più non dorme L'ira dei venti nelle lor caverne.
Definiz: § IV. Nel senso stesso del tema usasi anche nel plur., più specialmente in poesia. E in tale costrutto adoperasi anche per Atto violento d'ira. –
Esempio: Bocc. Filoc. 662: Con riposato andamento noi procediamo dalle nostre ire alla vendetta.
Esempio: Ar. Orl. fur. 23, 84: Di qua e di là si fan l'ire più calde.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 27, 39: Ed agli accesi fuochi esca aggiungendo (la Discordia), Ed accendendone altri, fa salire Da molti cori un alto incendio d'ire.
Esempio: Alam. L. Gir. 18, 82: Bene aveste una notte dura e fella, Ma fia l'altra peggior: ch'oltraggio ed ire Portar vi deve, e ria doglia novella.
Esempio: Tass. Gerus. 9, 28: Ed eccitati dal paterno esempio Aguzzavano al sangue il ferro e l'ire.
Esempio: E Tass. Gerus. 17, 62: E ti diè [Natura] l'ire ancor veloci e pronte; Non perchè l'usi ne' civili assalti, Nè perchè sian di desiderj ingordi Elle ministre, ed a ragion discordi; Ma perchè il tuo valore, armato d'esse, Più fero assalga gli avversarj esterni.
Esempio: Tasson. Secch. rap. 2, 55: Chiedea mercede e intiepidiva l'ire.
Esempio: Metast. Dramm. 4, 380: Armate, al fianco De' feroci consorti, In campo andran le giovanette spose; Alternando con loro, E de' sudori e de' riposi a parte, Con i vezzi d'Amor l'ire di Marte.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 115: Io so ben quanto Pesa la guerra, e dopo l'ire ultrici Resta ai grandi la pace, al volgo il pianto.
Esempio: Fosc. Poes. C. 69: Sì che all'Italia, Afflitta di regali ire straniere, Voli improvviso a rallegrarla il carme.
Definiz: § V. Per similit. –
Esempio: Tass. Gerus. 12, 29: Vidi una tigre, che minacce ed ire Avea negli occhi, incontr'a me venire.
Esempio: E Tass. Gerus. 15, 50: Fero leon che rugge e torvo guata, E i velli arrizza, e le caverne orrende Della bocca vorace apre e dilata: Si sferza con la coda, e l'ire accende.
Definiz: § VI. E figuratam. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 43: Mal si poteano incontra il mar schermire; Che sempre più superba e più arrogante Crescea fortuna le minaccie e l'ire.
Esempio: Tass. Gerus. 3, 76: Altri i tassi e le quercie altri percote, Che mille volte rinnovar le chiome, E mille volte ad ogni incontro immote, L'ire de' venti han rintuzzate e dome.
Esempio: Metast. Dramm. 1, 303: Vengano meco L'ire della fortuna, E a' danni tuoi non ne rimanga alcuna.
Definiz: § VII. Prendesi anche per Sdegno, Corruccio, Rancore, o simile, più o men vivamente sentito e dimostrato, che si concepisce contro alcuno, o per checchessia: usato anche nel plur., a denotare Moto, Atto, prodotto da tale sdegno o corruccio. –
Esempio: Bocc. Decam. 5, 135: Domandollo allora l'ammiraglio che cosa a quello l'avesse condotto. A cui Gianni rispose: Amore e l'ira del Re.
Esempio: Morell. Cron. 246: E così s'ingegnava con savj modi, secondo le condizioni delle persone della casa, contentare, riparando e co' fatti e co' detti ad ogni scandalo, ira o maninconia ch'avesse veduto in alcuno.
Esempio: Acc. D. Stor. Ar. 2, 45: Pregavano adunque la maestà sua, che s'egli aveva nel suo petto riserbato alcuna ira o alcuno sdegno, conosciuto la verità, la volesse mitigare.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 1: Seguendo l'ire e i giovenil furori D'Agramante lor re.
Esempio: Alam. L. Op. tosc. 2, 189: Ma Creonte..., quando conobbe il figlio, Poste subito giù l'ire e gli sdegni, Chiamandolo e piangendo in ver lui corse.
Esempio: Varch. Stor. 1, 163: Vincete voi medesimi, ponete giù l'ire, lasciate ire gli sdegni, mettete da parte i rancori.
Esempio: Tass. Gerus. 5, 18: Tal che 'l maligno spirito d'Averno.... Tacito in sen gli serpe.... E qui più sempre l'ira e l'odio interno Inacerbisce, e 'l cor stimola e fiede.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 105: Non per discordia, o gara, o contesa civile, com'Alcibiade, ma per solo servire all'ira sua (da cui, come dice Dione, non si riceve alcun bene), portò (Coriolano) travaglio a gran parte d'Italia.... Quantunque l'ira di Alcibiade recasse ancor ella molti danni agli Ateniesi, egli perdonò loro, ec.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 301: E massimamente quando l'ira dopo lungo tempo è tralignata in odio, come avviene in alcuni cuori.
Esempio: Borgh. S. Tertull. 304: Come placheremo il Padre, essendo noi in collera co' fratelli? essendoci vietata fin ab antico qualunque ira.
Esempio: Niccol. Poes. 2, 26: Ira non è,... Ma un odio avvezzo a meditar vendetta.
Definiz: § VIII. Per similit. –
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 133: E con ira instancabile e feroce Contro i pesci sciamò (il ranocchio) finch'ebbe voce.
Esempio: E Fiacch. Fav. 2, 4: E rispose la rondine al ragno: Dunque tu l'ira mia non intendi? Sciaurato le mosche tu prendi, E le mosche son pasto per me.
Definiz: § IX. Denota pure Quello sdegno che si desta in noi per la verità, la giustizia, la ragione, o simili, gravemente offese. –
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 216: Ira per zelo è quella che viene per amore, che l'uomo à alla virtù, e questa è virtù; di questa disse san Paolo: Irascimini et nolite peccare.
Esempio: Parin. Poes. 199: Tu per la Grecia prode Insanguina le mani: Qua volgi, qua l'ardire Delle magnanim'ire.
Esempio: Giust. Vers. 248: Ma se le cose giuste avrò di mira, L'ira non sento alla virtù contraria.
Esempio: Capp. Longob. 168: Ma in tutto il corso di quei fatti la politica dei papi si mostra politica più di principi che di pontefici; il che destò le ire mal represse del buon Muratori.
Definiz: § X. E in senso particolare, con proprietà presa dai Provenzali, si usò a denotare Tristezza, Angoscia, Cordoglio, segnatamente per cose d'amore. –
Esempio: Rim. Ant. F. Martell. Pucciand. 1, 464: Amor, mercè; a madonna sentire Fa' lo travaglio e l'ire, Che per lei aggio e sento.
Esempio: E Rim. Ant. Urbic. Buonag. 1, 473: E l'ire e 'l pianto e le pene e la noia Mi può tornare a suo piacere in gioia.
Esempio: E Rim. Ant. Marotol. Gio. 2, 90: Uopo è celare in tutto la pesanza, Lo grande noio, l'ira e lo dannaggio.
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 24: Perchè non ho materia di tutta ioia? quanto per parte sua in sicurtà venuto d'ogni timore, in consolazione d'ogni ira, che aveva di lui in tempestoso mare con forti e diversi venti, vedendolo a dimorare in timore d'affondare e perire ec.
Esempio: Cess. Scacch. volg. 67: Per questo essendo Antonio fortemente confuso, e dandosene molta ira e sollecitudine, quello suo lavoratore.... sì il confortòe, che ec.
Esempio: Stor. Apol. volg. 41: Tarsia, vedendo che a darsene ira o malinconia della morte della balia sua no le giovava, sì si cominciò a riconfortare.
Esempio: E Stor. Apol. volg. 62: E però ti priego per amore di Dio, che questa ira, e che questa gramezza che tu ti dai, che tu lasci oggimai, ch'assai l'ài portata.
Definiz: § XI. Ira, parlandosi di Dio, del Signore, del cielo, o simili, vale figuratam. Il giudizio, o Il giusto gastigo, della Divinità, palese ne' suoi effetti sopra l'uomo peccatore; ed altresì, La disgrazia nella quale l'uomo cade presso Dio col peccato. –
Esempio: Dant. Inf. 3: Quelli che muoion nell'ira di Dio Tutti convegnon qui d'ogni paese.
Esempio: E Dant. Purg. 20: O Signor mio, quando sarò io lieto A veder la vendetta, che, nascosa, Fa dolce l'ira tua nel tuo segreto?
Esempio: E Dant. Parad. 6: La viva giustizia che mi spira Gli concedette, in mano a quel ch'io dico, Gloria di far vendetta alla sua ira.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 104: Ognuno o muore nell'ira di Dio, o nella grazia: se muore nell'ira, va a perdizione, se muore in grazia, va a salute.
Esempio: E But. Comm. Dant. 2, 480: In Dio non è ira, ma iustizia, e però si pone l'ira per la iustizia.
Esempio: Bern. Orl. 58, 4: Dovendo tosto, e se non altrimenti Almen per morte, l'ira sua (del Signore) venire Sopra di voi, svegliati state e attenti, Perch'ell'è ira sopra tutte l'ire.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 34: Dall'ira del ciel ministra eletta È questa destra a far in te vendetta.
Esempio: Pallav. Vit. Aless. 1, 160: E persuadevasi che quei volontarj castighi, per placar l'ira del cielo contro il popolo fedele, fossero uffizj dovuti ec.
Esempio: Segner. Crist. instr. 2, 251: L'ira di Dio produrrà effetti corrispondenti alla grandezza di un Dio, come vediamo succedere negli effetti che servono a discoprire gli altri attributi.
Esempio: Mont. Poes. 1, 256: Quando la provocata ira divina Al mite genitor fe' d'Absalone Caro il censo costar di Palestina.
Esempio: Niccol. Arnal. 5, 3: Non rade volte Iddio Nell'ira avvolge della sua vendetta Gl'innocenti col reo.
Esempio: Manz. Poes. 32: L'ira del cielo, E l'abbominio della terra, e il brando Vendicator, sul capo dell'iniquo, Che ec.
Esempio: E Manz. Poes. 818: Tal si giaceva il misero Figliuol del fallo primo, Dal dì che un'ineffabile Ira promessa all'imo D'ogni malor gravollo.
Definiz: § XII. E figuratam., per Ciò che provoca l'ira stessa divina, L'umana scelleraggine, perversità, e simili. Onde familiarmente, Un'ira di Dio, dicesi di Uomo scellerato, perverso. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 273: L'avara Babilonia ha colmo 'l sacco D'ira di Dio e di vizj empj e rei, Tanto che scoppia.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 274: Fontana di dolore, albergo d'ira, Scola d'errori ec.
Definiz: § XIII. E Ira degli dei, di Giove, e simili, denota pure, in locuzione poetica, Il gastigo della divinità contro gli uomini malvagi, ed altresì Strumento dell'ira divina, Flagello mandato dalla divinità. –
Esempio: Ugurg. Eneid. 82: Nullo mostro è più trista cosa di loro, nè alcuna più crudele pestilenzia nè ira delli dei si levòe nell'onde di Stigie.
Esempio: Frescobald. M. Rim. 64: Maladetto sie tu, o cor di pietra! L'ira di Giove sopr'a te si volga, Come a Flegra mostrossi fra' superbi.
Esempio: Salvin. Eneid. 3, 355: Non v'è di lor più tristo mostro, e nulla Più crudel peste od ira degl'iddei Trasse sè fuor della palude Stigia.
Esempio: Niccol. Poes. 1, 123: Serbato al ferro è questo petto: e Giove Del folgor sacro alla grand'ira elegge Capo esecrato?
Definiz: § XIV. Figliuolo d'ira. –
V. Figliuolo, § XXV.
Definiz: § XV. Acceso d'ira, ed altresì, più che altro poeticam., Acceso in fuoco d'ira, Gonfio d'ira, Crudo d'ira, e simili, sono locuzioni che valgono Adirato quanto uno più possa essere, Gravemente adirato: detto per similit. anche di animali. –
Esempio: Dant. Purg. 15: Poi vidi genti accese in fuoco d'ira Con pietre un giovinetto ancider, forte Gridando a sè pur: Martira, martira.
Esempio: E Dant. Purg. 32: Quel feroce drudo La flagellò dal capo insin le piante. Poi, di sospetto pieno e d'ira crudo, Disciolse il mostro, ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 9, 44: Non so se 'l re di Frisa più dolente Del figliuol morto, o se più d'ira acceso Fosse contra di me.
Esempio: Cavalcant. B. Retor. 182: E conciosia che chi è acceso d'ira non vilipenda, perchè il vilipendio è senza l'ira, ec.
Esempio: Car. Eneid. 2, 625: Come repente il vïator s'arretra, Se d'improvviso fra le spine un angue Avvien che prema, ed ei premuto e punto D'ira gonfio e di tòsco gli s'avventi; Così ec.
Esempio: Tass. Gerus. 3, 31: Quel si dilegua, e questi acceso d'ira Il segue.
Esempio: Alf. Trag. 1, 255: Visto Mi hai tu poc'anzi in fuoco d'ira acceso; Ma l'ira ognor me non governa; il tempo, La ragion la rintuzza.
Definiz: § XVI. Levato ad ira, Mosso ad ira, e trovasi anche Promosso, ad ira, o Commosso in ira, vale Adirato fieramente, Turbato gravemente dall'ira; ed altresì Eccitato ad adirarsi, Fatto adirare. –
Esempio: Colonn. Guid. N. 192: Fue agevole ad adirarsi, e quando era promosso ad ira, per nulla temperanza si potea infrenare, avvegnachè poco durasse.
Esempio: Dant. Inf. 24: Ma chi parlava ad ira parea mosso.
Esempio: Esop. Fav. M. 111: E alcune volte combattuti da soperchie tentazioni ed esercitazioni mondane, e levati ad ira da' mali uomini perchè irragionevolmente rispondano, hanno poca umiltà.
Esempio: Bocc. Lett. 53: Ma egli è da vedere s'io dico il vero, al tuo giudicio; se solamente una volta io sia suto sospinto e commosso in ira.
Definiz: § XVII. Ardere d'ira, Avvampare d'ira, Accendersi d'ira, Infiammarsi, d'ira, ed anche Accendersi ad ira; locuzioni che valgono Adirarsi fieramente: detto per similit. anche di animali; e figuratam., di mente, animo, e simili. –
Esempio: Cess. Scacch. volg. 11: S'accese tanto ad ira contro lui ed in villane parole, che sputò nel volto al Principe.
Esempio: Ugurg. Eneid. 315: Non altrimente Turno paventoso si trae a dietro non affrettatamente, e la mente arde d'ira (male la stampa: l'ira).
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 77: Tutta s'avvampa di dispetto e d'ira.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 6, 8: Contra il fratel d'ira minor non arse, Che per Ginevra già d'amore ardesse.
Esempio: E Ar. Rim. 1, 305: Di sdegno e d'ira avvampo e mi scoloro.
Esempio: Flor. Agric. Met. volg. 522: Quando, sendoli dato noia, s'infiamma d'ira, terribilmente morde (certo topo).
Esempio: Cas. Pros. 2, 116: Si doveranno perciò i superiori guardarsi di non accendersi di subita ira, e di non lasciarsi a quella trasportare, come alcuni fanno, i quali in ferventissimo furore, e non di rado, trascorrono.
Esempio: Tass. Gerus. 10, 49: Io, per me,... or qui mi celo Contra mio grado, e d'ira ardo e di scorno.
Definiz: § XVIII. Avere ira contro alcuno, o simili, vale Essere adirato contro quello, Odiarlo; nel qual senso si disse anche Avere ira addosso ad alcuno. –
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 79: Fu dato (Gesù Cristo) nelle mani de' rubaldi, cioè di cotali conversi e chericastri del tempio, che gli avevano ira addosso per gli signori loro.
Definiz: § XIX. Avere in ira alcuno, vale Essere irato contro lui; od anche Portargli odio, Odiarlo. –
Esempio: Dant. Inf. 11: Perchè non dentro della città roggia Son ei puniti, se Dio gli ha in ira? E se non gli ha, perchè sono a tal foggia?
Esempio: E Dant. Purg. 5: Quel da Esti il fe' far, che m'avea in ira Assai più là che dritto non volea.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 111: Che mo' avea in ira Assai più là che il dritto non volea;... cioè che l'avea in odio più che non era conveniente.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 234: Di modo che dalle tue stesse parole io conchiudo che tu, in luogo di amarmi singolarmente..., mi abbi piuttosto in ira e malevolenza maggiore che ec.
Definiz: § XX. E poeticam., Avere in ira chicchessia o checchessia, per Averlo a sdegno. –
Esempio: Bemb. Rim. 29: Assai mi tenni fortunato un tempo Mentre non m'ebbe la mia donna in ira.
Esempio: Tass. Gerus. 12, 98: Che se mai gli occhi gira L'anima bella alle sue belle spoglie, Tua pietate e mio ardir non avrà in ira, Ch'odio o sdegno lassù non si raccoglie.
Definiz: § XXI. Dire di alcuno ira di Dio, usasi familiarmente per Dirne il maggior male possibile, Sparlare dei fatti suoi atrocemente.
Definiz: § XXII.Disfarsi d'ira, Distruggersi, o simili, d'ira, vale Esserne preso, sopraffatto, in modo quasi da venirne meno: detto per similit. anche di animali. –
Esempio: Belc. F. Pros. 2, 144: Circondando i cani il cerchio, niuno contraffaceva al comandamento, ma con rabbioso abbaio pareva che si disfacessero d'ira e di rabbia.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 32: Il destrier sordo a lui nonriede, Anzi più se ne va sempre veloce. Segue Rinaldo, e d'ira si distrugge.
Definiz: § XXIII. Essere in ira ad alcuno, vale Aver questi ira, maltalento, corruccio, o simili, contro quello; Esserne odiato, avversato, o simili. –
Esempio: Car. Eneid. 7, 1166: Chè per fama, d'Ippolito si dice, Poscia che fu per froda e per disdegno De l'iniqua madrigna al padre in ira, ec.
Esempio: E Car. Eneid. 11, 187: Indi il più vecchio, Drance nomato, a cui Turno fu sempre Per sua natura e per sua colpa in ira, Rotto il silenzio, in tal guisa rispose.
Definiz: § XXIV. E figuratam. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 34, 52: E giudica, appo quel, brutto e malvagio, E che sia al cielo ed a natura in ira Questo ch'abitiàn nel fetido mondo; Tanto è soave quel, chiaro e giocondo.
Definiz: § XXV. Fare ira ad alcuno, vale Esser cagione che quegli si sdegni, s'adiri, s'irriti; detto così di persona come di cosa: e usato anche assolutam., dicesi di persona o cosa le cui azioni o qualità eccitino, causino, riprovazione sdegnosa, irritazione, o simili. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 378: Alcuni leggiermente perdonano, ma troppo leggiermente si turbano e fanno ira ad altrui.
Esempio: Fior. Virt. 124: Maggiore ira non si può fare a colui che dice villania, come a mostrare di non curarsi.
Esempio: Loll. Oraz. I, 3, 50: Nel liberarlo,... farete gratissimo e singolar piacere al re,... farete ira e dispetto agli Albani, i quali, non avendo potuto essi, altro non bramano e altro non aspettano, che di vedere un tanto loro nemico da voi estinto.
Definiz: § XXVI. Levarsi ad ira o all'ira, Correre, o simili, ad ira, o all'ira, vale Adirarsi fieramente, Esser preso da grande ira. –
Esempio: Cat. Cost. volg. 48: Quando tu sostieni le battiture del tuo maestro quando t'insegna, sostieni lo comandamento di tuo padre quando correrà ad ira in parole.
Esempio: Esop. Fav. M. 80: Onde il suo signore si levava ad ira, e disordinatamente il batteva (il cane) con villane parole.
Definiz: § XXVII. Montare, o simile, in ira, vale Adirarsi malamente: detto per similit. anche di animali. –
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 114: E ridendosi da principio Timofane della lor proposta, e appresso montando aspramente in ira, Timoleone ec.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 2, 569: Mentre il Reverta ignorava la catastrofe, gli portò le mercedi fatte dal Re al Carrafa in grazia del Papa, e egli ne montò in grand'ira, ec.
Esempio: Red. Son. 56: Nell'assetato mio fervido seno, Serpentello orgoglioso, amor s'aggira.... Il cuor, che se ne sente omai ripieno, A trovar refrigerio indarno aspira, Perchè quel serpe più ne monta in ira.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 13: Il toro, che si sente Dall'insetto insolente Punger tuttor di sue minacce ad onta, In sì grand'ira monta, Che ec.
Definiz: § XXVIII. Prendere in ira persona o cosa, vale Concepire sdegno, risentimento, mala disposizione, o simili, verso quella o per quella. –
Esempio: Chiabr. Rim. 3, 66: Adunque, o diva,... Tempra le corde,... Temprale sì, che non le prenda in ira, Come suono vulgar, l'inclito Carlo.
Esempio: Forteguerr. Terenz. 155: Io non son punto in collera Nè con te nè con lui, ed è ben giusto Che nè voi altri pur prendiate in ira La mia persona per quello che ho fatto.
Definiz: § XXIX. Provocare ad ira, Trarre, o simili, ad ira, vale Far che alcuno si adiri, Farlo adirare; riferito anche, per similit., ad animali. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 2, 235: O giovane,... non trarre a ira le fiere, alle quali la natura ha date l'armi.
Esempio: Flor. Agric. Met. volg. 526: Ogni sorte di quest'animali, sendo provocati ad ira, mandan fuori un acutissimo ed offendente odore.
Definiz: § XXX. Uscire l'ira ad alcuno o da alcuno, Passare, l'ira ad alcuno o da alcuno, ed anche trovasi da alcuno, vale Cessar quegli d'essere adirato, Placarsi, Acquietarsi. –
Esempio: Bocc. Decam. 5, 153: Messere Amerigo (al quale, per avere a morte condotto Pietro, non era l'ira uscita) mise veleno in un nappo con vino, ec.
Esempio: Bibb. N. 4, 620: Fatte queste cose, ed uscita l'ira dal re, ricordossi della regina Vasti, quanto lo re l'avea offesa e dato tribolazione.
Definiz: § XXXI. Venire in ira ad alcuno, vale Esser preso ad odiare da quello, Attirarsi l'odio o il malvolere di lui. –
Esempio: Cavalc. Med. Cuor. 189: Sopporta molti difetti e ingiurie di Dio, per non venire in ira de' sudditi, e perdere l'uffizio.
Esempio: Petr. Rim. 1, 73: Nè poeta ne colga (di quella arbore) mai, nè Giove La privilegi; ed al sol venga in ira Tal, che si secchi ogni sua foglia verde.
Esempio: Sacch. Rim. M. 327: A' scarafaggi tu verrai in ira (qui scherzevolmente per similit.).