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CORO
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CORO.
Definiz: Sost. masc. Nome dato a quel Vento che oggi chiamasi Ponente-Maestro, e che dagli antichi talora è confuso col Maestro stesso; ma è voce rimasta solamente alla poesia.
Dal lat. corus. –
Esempio: Bocc. Com. Dant. M. 2, 268: L'ottavo [vento] chiamano coro, ovvero maestro, il quale è tra ponente e tramontana: e chiamasi coro perciocchè compie il cerchio [degli otto venti principali].
Esempio: Dat. L. Sfer. 3, 3: Zeffiro è quel che noi diciam ponente, E coro maestrale, ed aquilone Tramontana si chiama.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 9: Poi che l'orza Lenta il nocchier, che crescer sente il coro.
Esempio: Alam. L. Op. tosc. 1, 14: Siate allor saggj, e men crediate a loro: Chè de' giuri d'Amor si ride Giove, E son preda fra noi d'ostro e di coro.
Esempio: Tass. Gerus. 8, 1: Già cheti erano i tuoni e le tempeste, E cessato il soffiar d'austro e di coro.
Esempio: Magazzin. Coltiv. 40: Se il maggio va asciutto con vento Zeffiro, o coro, che si chiama marino fresco, granisce [il grano] copiosissimamente.
Esempio: Targ. Valdin. 1, 358: Vitruvio notò che gli abitanti di Mitilene, quando regnava l'austro, si ammalavano, quando il coro, pativano di tossi.
Esempio: Pindem. Poes. 492: E il Commercio, che seco il tutto adduce, Invocheria zefiro indarno o coro, Se al volo io non gli dessi in sul mar penne.
Definiz: § E per La parte donde spira questo vento. –
Esempio: Dant. Inf. 11: E il carro tutto sovra il coro giace.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 315: Cioè sopra quella parte onde soffia coro.