Lessicografia della Crusca in rete

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Definiz: Particella riempitiva per vaghissima proprietà del nostro linguaggio.
Esempio: Bocc. nov. 12. 13. La donna ec. se ne venne, e del buon uomo domandò, che ne fosse.
Definiz: §. I. Talora, ancorachè particella riempitiva, par, che significhi una certa proprietà per colui, che opera, onde sembra che abbia alcuna fiata forza di pronome, in vece di Noi, A voi, o simili.
Esempio: Bocc. nov. 1. 11. Il mandarlo fuori di casa nostra così infermo, ne sarebbe gran biasimo.
Esempio: Petr. canz. 29. 7. E siccome la vita Fugge, e la morte n'è sovra le spalle.
Esempio: G. V. 2. 12. 6. Avendo detto brevemente il corso, e signoría de' successori, e discendenti di Carlo Magno ec. sì ne pare di necessità di dire ancora quello, che adoperarono gl'Imperadori Franceschi.
Definiz: §. II. Non del tutto oziosa par, che riferisca alcuna volta materia, o cagione accennata di sopra.
Esempio: Bocc. nov. 21. 3. Le donne mi davan sì poco salaro, che io non ne poteva appena pur pagare i calzari (cioè: di quel salaro)
Esempio: E Bocc. num. 8. Se egli sapesse lavorar l'orto, e volesseci rimanere, io mi credo, che noi n'avremmo buon servigio (cioè: di lui)
Esempio: E Bocc. nov. 84. 2. Quantunque in molte altre cose male insieme di costumi si convenissero; in uno, cioè, che amenduni gli lor padri odiavano, tanto si convenivano, che amici n'erano divenuti, e spesso n'usavano insieme (cioè: per questa cagione)
Definiz: §. III. Talora rassembra, che dinoti qualità d'avverbio di moto.
Esempio: Dant. Purg. 25. Al bosco Corse Diana, ed Elice caccionne.
Esempio: Pass. 276. Non si tiene polvere, e cenere colui, che si pone in altura di stato, e di dignità, che la cenere, e la polvere posta in alto ne è portata, e sparta dal vento.
Definiz: §. IV. Talora si prepone alle particelle LO, GLI, LA, LE, e colle stesse talvolta s'affige, e spesso affisso s'accorcia.
Esempio: Bocc. nov. 23. 23. Tu faresti quello, che far dovevi, di mandarnelo, come facesti.
Esempio: E Bocc. nov. 54. 3. Pregò caramente Chichibio, che ne le desse una coscia.
Esempio: E Bocc. nov. 77. 68. Là tornati con una tavola, su v'acconciarono la fante, ed alla casa ne la portarono.
Esempio: E Bocc. nov. 80. 23. Ed avendo alcun denaio, ed il Canigiano avendonegli alquanti prestati, fece molte balle ben legate, e ben magliate.
Esempio: E Bocc. nov. 91. 12. Quel forziere ec. voglio, che sia vostro, acciocchè nelle vostre contrade nel possiate portare.
Definiz: §. V. Talora alle medesime particelle si pospone, e anche alla particella IL.
Esempio: Bocc. nov. 4. 6. Io non potei stamane farne venire tutte le legne, le quali io avea fatte fare, e perciò con vostra licenzia io voglio andare al bosco, e farlene venire.
Esempio: E Bocc. nov. 47. 10. La donna la si credette, e per celare il difetto della figliuola, ad una lor possessione la ne mandò.
Esempio: E Bocc. nov. 69. 20. Io ti consiglierei, che tu il ne cacciassi fuori, primachè l'opera andasse più innanzi.
Esempio: M. V. 6. 15. Ma provarlo per sperienza gli ne fa più certi.
Esempio: F. V. 11. 78. Dopo alquanto tempo la contessa cortesemente lo ne rimandò in suo paese.
Definiz: §. VI. Si pospone alle particelle ME, TE, SE, CE, VE, e colle stesse talora si affigge, e spesso affisso s'accorcia.
Esempio: Bocc. nov. 4. 6. L'abate ec. avvisando, che questi accorto non se ne fosse, che egli fosse stato da lui veduto, fu lieto di tale accidente.
Esempio: E Bocc. nov. 58. 4. Egli è il vero, che io me ne sono venuta tosto.
Esempio: E Bocc. appresso: Cesca, che vuol dire questo, che essendo oggi festa, tu te ne se' così tosto tornata in casa?
Esempio: E Bocc. nov. 77. 10. Andiancene in camera, e da una finestretta guardiamo.
Esempio: E Bocc. num. 26. Elle si partiranno, e voi ve ne potrete scendere al luogo, dove i vostri panni avrete lasciati.
Esempio: Dant. rim. 17. Io prego voi, se non ven sete accorta, Che voi 'l miriate per lo vostro onore.
Esempio: E Dan. Purg. 26. L'una gente sen va, l'altra sen viene.
Esempio: E Dan. Par. 2. La concreata, e perpetua sete Del deiforme regno cen portava Veloci ec.
Esempio: Petr. canz. 5. 7. E non pur questa misera ruina Del popolo infelice d'Oriente Vittoria sen promette.
Esempio: E Petr. 35. 7. Ed ancor non men pento, Che di dolce veleno il cor trabocchi.
Esempio: Petr. son. 272. Ella il se ne portò sotterra, e 'n cielo.
Definiz: §. VII. Anche a due insieme delle suddette particelle, l'una dopo l'altra, si trova posposta.
Esempio: Bocc. nov. 23. 9. S'egli questo negasse, sicuramente gli dite, che io sia stata quella, che questo v'abbia detto, e siamivene doluta.
Esempio: G. V. 1. 12. 2. Prese Ansiona figliuola del detto Re Laumedon, e menollasene in Grecia.
Definiz: §. VIII. Gli antichi per riposo della pronunzia talora aggiunsero la particella Ne, a parole terminate in accento, o a monosillabe.
Esempio: Dant. Purg. 4. Come da noi la schiera si partíne.
Esempio: E Dan. Par. 27. Pur ascoltando timida si fane.
Esempio: Rim. ant. Guitt. 97. Che per vostro piacere, Volentier mi sfarei, per far di mene Cosa stesse a voi bene.
Esempio: E Rim. ant. Guitt. appresso: Per tutto ciò aguagliare Non poría mai l'onor, nè lo bene, Che per voi fatto m'ene.