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Dizion. 4° Ed. .
NE.
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pag.327
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NE.
Definiz: | Particella riempitiva per vaghissima proprietà del nostro linguaggio. |
Esempio: | Bocc. nov. 12. 13. La donna ec. se ne venne, e del buon uomo domandò, che ne
fosse. |
Definiz: | §. I. Talora, ancorachè particella riempitiva, par, che significhi una certa proprietà per colui, che opera, onde
sembra che abbia alcuna fiata forza di pronome, in vece di Noi, A voi, o simili. |
Esempio: | Bocc. nov. 1. 11. Il mandarlo fuori di casa nostra così infermo, ne sarebbe gran
biasimo. |
Esempio: | Petr. canz. 29. 7. E siccome la vita Fugge, e la morte n'è sovra le spalle.
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Esempio: | G. V. 2. 12. 6. Avendo detto brevemente il corso, e signoría de' successori, e
discendenti di Carlo Magno ec. sì ne pare di necessità di dire ancora quello, che adoperarono gl'Imperadori
Franceschi. |
Definiz: | §. II. Non del tutto oziosa par, che riferisca alcuna volta materia, o cagione accennata di sopra. |
Esempio: | Bocc. nov. 21. 3. Le donne mi davan sì poco salaro, che io non ne poteva appena
pur pagare i calzari (cioè: di quel salaro) |
Esempio: | E Bocc. num. 8. Se egli sapesse lavorar l'orto, e volesseci
rimanere, io mi credo, che noi n'avremmo buon servigio (cioè: di lui) |
Esempio: | E Bocc. nov. 84. 2. Quantunque in molte altre cose male insieme di
costumi si convenissero; in uno, cioè, che amenduni gli lor padri odiavano, tanto si convenivano, che amici n'erano
divenuti, e spesso n'usavano insieme (cioè: per questa cagione) |
Definiz: | §. III. Talora rassembra, che dinoti qualità d'avverbio di moto. |
Esempio: | Dant. Purg. 25. Al bosco Corse Diana, ed Elice caccionne. |
Esempio: | Pass. 276. Non si tiene polvere, e cenere colui, che si pone in altura di stato, e
di dignità, che la cenere, e la polvere posta in alto ne è portata, e sparta dal vento. |
Definiz: | §. IV. Talora si prepone alle particelle LO, GLI, LA, LE, e colle stesse talvolta s'affige, e
spesso affisso s'accorcia. |
Esempio: | Bocc. nov. 23. 23. Tu faresti quello, che far dovevi, di mandarnelo, come
facesti. |
Esempio: | E Bocc. nov. 54. 3. Pregò caramente Chichibio, che ne le desse
una coscia. |
Esempio: | E Bocc. nov. 77. 68. Là tornati con una tavola, su
v'acconciarono la fante, ed alla casa ne la portarono. |
Esempio: | E Bocc. nov. 80. 23. Ed avendo alcun denaio, ed il Canigiano
avendonegli alquanti prestati, fece molte balle ben legate, e ben magliate. |
Esempio: | E Bocc. nov. 91. 12. Quel forziere ec. voglio, che sia
vostro, acciocchè nelle vostre contrade nel possiate portare. |
Definiz: | §. V. Talora alle medesime particelle si pospone, e anche alla particella IL. |
Esempio: | Bocc. nov. 4. 6. Io non potei stamane farne venire tutte le legne, le quali io
avea fatte fare, e perciò con vostra licenzia io voglio andare al bosco, e farlene venire. |
Esempio: | E Bocc. nov. 47. 10. La donna la si credette, e per celare il
difetto della figliuola, ad una lor possessione la ne mandò. |
Esempio: | E Bocc. nov. 69. 20. Io ti consiglierei, che tu il ne
cacciassi fuori, primachè l'opera andasse più innanzi. |
Esempio: | M. V. 6. 15. Ma provarlo per sperienza gli ne fa più certi. |
Esempio: | F. V. 11. 78. Dopo alquanto tempo la contessa cortesemente lo ne rimandò in suo
paese. |
Definiz: | §. VI. Si pospone alle particelle ME, TE, SE, CE, VE, e colle stesse talora si affigge, e spesso affisso
s'accorcia. |
Esempio: | Bocc. nov. 4. 6. L'abate ec. avvisando, che questi accorto non se ne fosse, che
egli fosse stato da lui veduto, fu lieto di tale accidente. |
Esempio: | E Bocc. nov. 58. 4. Egli è il vero, che io me ne sono venuta
tosto. |
Esempio: | E Bocc. appresso: Cesca, che vuol dire questo, che essendo oggi
festa, tu te ne se' così tosto tornata in casa? |
Esempio: | E Bocc. nov. 77. 10. Andiancene in camera, e da una
finestretta guardiamo. |
Esempio: | E Bocc. num. 26. Elle si partiranno, e voi ve ne potrete
scendere al luogo, dove i vostri panni avrete lasciati. |
Esempio: | Dant. rim. 17. Io prego voi, se non ven sete accorta, Che voi 'l miriate per lo
vostro onore. |
Esempio: | E Dan. Purg. 26. L'una gente sen va, l'altra sen
viene. |
Esempio: | E Dan. Par. 2. La concreata, e perpetua sete Del deiforme
regno cen portava Veloci ec. |
Esempio: | Petr. canz. 5. 7. E non pur questa misera ruina Del popolo infelice d'Oriente
Vittoria sen promette. |
Esempio: | E Petr. 35. 7. Ed ancor non men pento, Che di dolce veleno il
cor trabocchi. |
Esempio: | Petr. son. 272. Ella il se ne portò sotterra, e 'n cielo. |
Definiz: | §. VII. Anche a due insieme delle suddette particelle, l'una dopo l'altra, si trova posposta. |
Esempio: | Bocc. nov. 23. 9. S'egli questo negasse, sicuramente gli dite, che io sia stata
quella, che questo v'abbia detto, e siamivene doluta. |
Esempio: | G. V. 1. 12. 2. Prese Ansiona figliuola del detto Re Laumedon, e menollasene in
Grecia. |
Definiz: | §. VIII. Gli antichi per riposo della pronunzia talora aggiunsero la particella Ne, a parole terminate in accento,
o a monosillabe. |
Esempio: | Dant. Purg. 4. Come da noi la schiera si partíne. |
Esempio: | E Dan. Par. 27. Pur ascoltando timida si fane. |
Esempio: | Rim. ant. Guitt. 97. Che per vostro piacere, Volentier mi sfarei, per far di mene
Cosa stesse a voi bene. |
Esempio: | E Rim. ant. Guitt. appresso: Per tutto ciò aguagliare Non
poría mai l'onor, nè lo bene, Che per voi fatto m'ene. |
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