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1) Dizion. 5° Ed. .
DENTE.
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DENTE.
Definiz: Sost. masc. Organo di materia congenere a quella delle ossa, il quale, fitto in ciascuno degli alveoli delle mascelle, e rivestito in parte dalle gengive, serve singolarmente a prendere e masticare il cibo.
Dal lat. dens, dentis. –
Esempio: Dant. Inf. 33: Quand'ebbe detto ciò, con gli occhi torti Riprese il teschio misero co' denti, Che furo all'osso, come d'un can, forti.
Esempio: Pallad. Agric. 169: Ne' quattro anni mutano [i cavalli] i denti canini.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 68: Avvenendosi ad essi [cenci] due porci, e quegli, secondo il loro costume, prima molto col grifo, e poi co' denti presigli, ec.
Esempio: Machiav. Comm. 172: Bisognerà... che voi lo ingoiate intero (un piccione). Non vi veggo io tanti o sì gagliardi denti in bocca.
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 5: Come soglion talor dui can mordenti, O per invidia o per altro odio mossi, Avvicinarsi digrignando i denti, ec.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 364: A Susa è una acqua che fa cascare i denti.
Esempio: Domen. Plin. 231: D'ogni ferita ch'egli (il leone) fa o con l'ugna o col dente, n'esce il sangue nero.
Esempio: Tass. Gerus. 9, 78: Cade, e co' denti l'odïosa terra, Colmo di rabbia, in sul morire afferra.
Definiz: § I. E in locuz. figurata, e altresì figuratam. –
Esempio: Dant. Purg. 7: Quivi sto io co' parvoli innocenti, Da' denti morsi della morte, avante Che fosser dall'umana colpa esenti.
Esempio: E Dant. Parad. 6: E quando il dente Longobardo morse La santa Chiesa, sotto alle sue ali Carlo Magno, vincendo, la soccorse.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 7: Da così atroci denti, da così aguti,... sono.... molestato, ed infino nel vivo trafitto.
Esempio: Tass. Gerus. 13, 29: E stupor n'ebbe e sdegno, e dente acuto D'amaro pentimento il cor gli morse.
Esempio: Baldin. Vegl. 2: Finalmente si diedero per vinti, ritrattando molto seriamente le proprie false opinioni; e così l'opera e l'autore per quella sera scamparono da' lor denti.
Esempio: E Baldin. Vegl. 4: Rare volte, o non mai, occorrerà che nel gustare il dolce dell'altrui fatiche.... egli avventi il dente della maledicenza a quella mammella che l'allattò.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 105: Poi s'avveggono che il corto dente del loro intelletto non accarna in niun modo nella verità ch'e' pensano di ritrovare.
Esempio: Forteguerr. Cap. 206: Dente d'invidia livido e molesto Non mi morse giammai.
Definiz: § II. Per similit., Ciascuno di quei risalti, prominenze, punte e simili, che ordinatamente posti o lasciati in certi arnesi, strumenti, o opere d'arte, servono a renderli atti all'ufficio cui son destinati, ovvero a fare che incastrino nella parte o cosa che loro fa riscontro, o che si colleghqino con essa. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 119: Dalla sua testa (di una certa carretta da mietere) più breve è l'altezza delle tavole, ed ivi sono ordinati molti denti radi,.... a misura delle spighe.
Esempio: Cennin. Tratt. Pitt. 136: Abbi questa benda, e tirala intorno intorno, posando l'orlo che non è cucito a' denti di questo cerchio.
Esempio: Savonar. Pred. 1: Togli, verbi grazia, la sega: ella ha la materia del ferro; secondo, ha la forma, cioè li denti e le altre parti, perchè ella è sega.
Esempio: Flor. Agric. Met. volg. 253: La iacente trave che la sostiene (la ruota idraulica) da l'un de' lati de la ruota ha alcuni lunghi denti, i quali alzono i piloni che pestano la secca vena.
Esempio: Soder. Agric. 129: I rastrelli [si fanno] di frassino, ed i suoi denti di corniolo, e così i denti dell'erpice.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 170: Abbozzatura di filosofo, cincistiata con l'asce grossa, o più tosto con la scure co' denti.
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 4, 302: Ampliare la ruota della volanda, ingrossare l'asse, e crescere il numero de' suoi denti che l'uno dopo l'altro successivamente alzano i pistoni.
Esempio: De Luc. Dott. volg. 4, 1, 126: Conforme sogliono dimostrare alcuni segni che si lasciano, denotanti la continuazione di un'altra fabrica, e li quali segni in Italia volgarmente si dicono le morse e denti.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 69, 1: Il legno che si deve piallare,... puntando forte per fronte ne' denti di esso ferro, si ferma e stabilisce per modo che, ec.
Esempio: Galian. B. Vitr. 251: Verso il terrapieno si facciano come denti uniti al muro a guisa di seghe, e ciascun dente si slunghi dal muro.
Definiz: § III. Pure per similit., dicesi Ciascuna di quelle parti sporgenti, punte e simili, che con successione continuata ricorrono naturalmente sull'estremo lembo di checchessia. –
Esempio: Galil. Op. astronom. 3, 169: Le cuspidi e denti della circonferenza [della luna],... impiantati e congiunti col cerchio lucido, pochissimo sporgono sopra il campo tenebroso del cielo.
Definiz: § IV. E in ischerzo, parlandosi di strumenti taglienti, vale Tacca che è nel filo di essi strumenti. –
Esempio: Parin. Poes. 303: Sur un limbel di cuoio, Prima di avvicinarsi agli altrui menti Quel ferro almo e gentile Giva più volte a ripulirsi i denti.
Definiz: § V. Riferito in particolare al pettine da tessere, dicesi Ciascuna di quelle sottili stecche, di legno o di metallo, che lo compongono, e per gl'interstizj delle quali passano le fila dell'ordito. –
Esempio: Bart. D. Op. mor. 24, 1, 73: L'occhio [del tessitore] a tutte le fila, o si rompano per rimetterle fra' denti al pettine e raggropparle, o da sè s'aggroppino per istricarle.
Definiz: § VI. E detto di àncore, si usò, conforme alla maniera portoghese, per Marra, ossia Estremità triangolare dei bracci o raffj dell'àncora. –
Esempio: Adr. M. Plut. Opusc. 3, 267: Ma non può tranquillarmi la ragione, Che nel sabbion dell'arenoso lido L'ancora gitta u' il dente non s'appicca; non male dicendo il dente non tenersi fermo nella rena, per mostrarci la debolezza della ragione.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 25, 1, 21: E quelle ancore e que' lor gran denti che afferrano; che pro del fermarla (la nave), s'ella è fatta per muoversi?
Esempio: E Bart. D. Op. mor. 25, 1, 22: Intenderete la necessità di quelle gomone raddoppiate e dell'aggrapparsi al fondo con que' denti delle ancore.
Definiz: § VII. Dente, applicasi per estensione anche a Ciascuna delle due grandi zanne che l'elefante ha nella bocca, le quali distaccate sono l'avorio. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 90: Leofante è la maggiore bestia che l'uomo sappia: e li suoi denti sono avorio.
Esempio: Domen. Plin. 223: Conoscono [gli elefanti] che la preda che in loro si cerca, è solamente nell'armi loro; le quali Giuba chiama corni, ma Erodoto tanto antico, e l'usanza ancora, meglio gli chiama denti.
Esempio: E Domen. Plin. appr.: E circa questi denti hanno tali bestie gran cura; perchè ec.
Esempio: Manett. Mem. Frum. 130: Gli artefici che vogliono ammollire e lavorare l'avorio, che altro non è che durissimo dente d'elefante, lo sogliono ec.
Definiz: § VIII. Term. d'Architettura. Trovasi per Dentello, nel significato del § I di essa voce. –
Esempio: Martin. F. Tratt. Archit. 212: I denti del denticulo devano essere larghi il mezzo dell'altezza, sicchè sieno in duplo lunghi che larghi: e la profondità loro debba esser li due terzi della larghezza loro.
Definiz: § IX. Term. Militare. Opera di fortificazione campale, fatta con due facce congiunte ad angolo sporgente verso il nemico, unita col resto della fortificazione, o separata da esso. –
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 1, 150: L'esempio di circondar gli alloggiamenti con denti, s'ha nella figura 12.
Esempio: Tens. Fortif. 1, 61: Perchè i soldati moschettieri stando in quei denti coperti, possano tirare meglio alla campagna.
Esempio: Alton. Sold. 1: Avendo rinovellato in cambio de' torretti, che usavano gli antichi, certi denti o baluardelli, facendoli molto più distanti, che non ponevano loro tali torretti.
Esempio: E Alton. Sold. 111: Dove gli antichi usavano mezze lune o torrette, ci ho fatto in cambio certi denti o baluardelli, i quali scortinano e nettano essa contramuraglia.
Definiz: § X. Quindi A denti, usato avverbialm., o come aggiunto di opera di fortificazione, vale Con denti, Per mezzo di denti, ovvero Munito di denti. –
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 1, 150: S'accomodano alcune picciole cortine difendendo ciascheduna con un fianco;... e questo modo si dice Fortificar a denti.
Esempio: Montecucc. Op. 1, 174: Il campo si cinge sul terreno più eminente all'intorno con trinciere a denti o a punte.
Esempio: Magal. Lett. 16: La piazza è al presente in questo stato: sono quasi ridotte a difesa le mezze lune, che guardano il paese nemico, e la strada coperta a denti ricorre quasi tutto il recinto.
Esempio: Maff. Veron. illustr. 4, 175: Il far la cortina a denti, talchè venga ad acquistar fianchi, vien detto ordine rinforzato.
Definiz: § XI. E A denti di sega, vale Con più angoli continui sporgenti e rientranti, ovvero Fatto o Munito in cotal maniera. –
Esempio: Martin. F. Tratt. Archit. 278: Esempio X. Rocca con recinto a denti di sega, senza torri.
Esempio: Lorin. Fortif. 102: Farei il muro grosso solo un piede e mezo, e lo farei non retto, ma a denti di sega con spessi angoletti.
Esempio: Tens. Fortif. 1, 61: Dove sono eminenze, la faccio (la strada coperta) a denti di sega.
Definiz: § XII. Cavalier del dente. –
V. Cavaliere, § XV.
Definiz: § XIII. Dente del giudizio, o anche della sapienza, dicesi l'ultimo dei denti molari che spunta quando l'uomo è fatto adulto: onde di persona poco savia, o poco prudente, dicesi in ischerzo Non aver messo ancora il dente del giudizio. –
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 145, 1: Tra' molari l'ultimo, perchè per lo più nasce da' 25 a' 30 anni, viene da Ipocrate chiamato dente della sapienza.
Definiz: § XIV. Dente d'India, trovasi per Avorio lavorato. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 3, 11: Dalla mano manca sostiene la cetera ornata di gemme e di denti d'India.
Definiz: § XV. Dente di cane, o canino; lo stesso che Gramigna, ed altresì Dente di leone. –
Esempio: Span. Tes. Pov. 12: Anco erba dente canino, posta in sul dente che duole, caccia la doglia.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 531: La condrilla.... è veramente spezie di cicorea, come è ancora della medesima spezie quella che chiama Teofrasto... afaca, e noi in Toscana piscia al letto, altri grugno di porco, altri dente di leone, altri dente di cane.
Definiz: § XVI. E dicesi pure Dente di cane una Sorta di scalpello usato dagli scultori; più comunemente Calcagnuolo. –
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 25, 2: Calcagnuolo o Dente di cane;... una sorta di ferro corto, spezie di scarpello con una tacca in mezzo, che serve agli scultori per lavorare il marmo, dopo averlo digrossato con la subbia.
Definiz: § XVII. Dente di cavallo, o cavallino; lo stesso che Giusquiamo. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. ined. 307: Il dente cavallino è veleno all'uomo, e la pernice, cioè la starna, se ne notrica.
Esempio: Benciv. Mes. 166: Confezione di trocisci, che subito rimuove il dolore de' denti,... recipe.... piretro dramme due, dente cavallino dramme quattro; fa' trocisco con aceto, ed usa.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 328: Il iusquiamo è freddo, e secco nel terzo grado, ed è seme d'un'erba, che si chiama cassilagine, o vero dente cavallino.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 142: L'iuschiamo, o dente di cavallo o cavallino, è tutt'uno.
Definiz: § XVIII. Dente di leone, o leonino; Pianticella erbacea, medicinale, che nasce ne' luoghi erbosi e per le viottole, e cogliesi d'inverno coi radicchi salvatici. È il leontadon taraxacon dei Botanici. –
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 531: La condrilla.... è veramente spezie di cicorea, come è ancora della medesima spezie quella che chiama Teofrasto.... afaca, e noi in Toscana piscia al letto, altri grugno di porco, altri dente di leone.
Esempio: Vallisn. Op. 1, 69: Particolarmente sul fiore del dente leonino, detto Taraxacon.
Definiz: § XIX. Carne pe' denti, o da' denti, d'alcuno, Pane pe' denti, o da' denti, d'alcuno, Pasta pe' denti, o da' denti, d'alcuno, Osso e simili, pe' denti, o da' denti, d'alcuno, dicesi figuratam. e familiarmente di Persona, di Cosa, o d'Impresa, conveniente, adattata, opportuna, proporzionata o simile, alla condizione o alla qualità, al bisogno, alla capacità o alla forza, di esso: e per lo più usasi col verbo Essere carne, pane, pasta, osso pe' denti, o da' denti, d'alcuno, e in proposizione negativa. –
Esempio: Giannott. Op. 2, 233: Ella è bella, vedesi che ha spirito; e per tutti i rispetti, non mi pare pasto da' tuoi denti.
Esempio: Cecch. Dissim. Prol.: A veder recitare questa nostra commedia vorremmo noi che intervenissino solo certi padri di famiglia, e certi giovani che vogliono tor moglie, perchè nel vero ella sarebbe proprio pasta da' loro denti.
Esempio: Allegr. Gev. 35: E hanno ben ragione i suoi parenti Dirmi: la non è carne da' tuoi denti.
Esempio: Fag. Rim. 5, 58: Anzi perch'è tropp'alto, io non v'arrivo (Vi rispos'io), questo pe' denti miei Non è osso: di forze io qui son privo.
Esempio: Tocc. Lett. 14: Sappiate che il libro del P. Orsi è un libro profondo, ma non è pascolo per ogni dente.
Definiz: § XX. A dente, posto avverbialmente, parlandosi di lavori, congegni e simili, denota un particolar modo di fermare un pezzo in un altro. –
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 4, 1: Diciamo fermare a dente il fermar che si fa un legno per ritto sopra un altro che posi in piano, in quella guisa che il dente è fermato nella mascella.
Definiz: § XXI. A denti, usato come aggiunto di strumenti, e in particolare di sega a denti, vale Fornito di denti, Che ha il taglio dentato. –
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 50: Una pietra bianca, la quale si può facilmente segare con una sega a denti, e piallare.
Esempio: E Bart. C. Archit. Albert. 56: A Rimini si truova gesso sodo, che tu crederesti che fosse marmo o alabastro; di questo ho io fatto segare con la sega a denti tavole per impiallacciature.
Definiz: § XXII. A denti secchi, o A denti asciutti, e talora anche A dente asciutto, posto avverbialm. coi verbi Restare a denti secchi, a denti asciutti, a dente asciutto, Rimanere a denti secchi, a denti asciutti, a dente asciutto, Stare a denti secchi, a denti asciutti, a dente asciutto, ovvero Tenere a denti secchi, a denti asciutti, a dente asciutto, usasi familiarmente per Senza mangiare, Digiuno: e per estensione, Senza avere alcuno, o Senza dargli, quando gli spettava, o ciò che sperava. –
Esempio: Ubert. Faz. Dittam. R. 138: O mondo, tu ci tieni a denti secchi, Lo più del tempo dandoci speranza, ec.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 4, 22: E noi rimarren qui a denti secchi, A pascerci d'odor.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 424: Or mentre sotto si menava le mani a mangiare,... il Signor Giove con gli altri Dei era continuamente incensato, stando a denti secchi, e solamente pasciuto.... di fummo, e d'odore dell'arrostite carni.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 2, 68: Già ch'è un cattivo stare a dente asciutto, Quando si vedon gli altri assaporire Totani e sfoglie fritte.
Esempio: Fag. Rim. 5, 34: Chi meno N'ebbe, rimase ignudo a denti asciutti.
Esempio: E Fag. Rim. 5, 302: E che cosa è la vita Per posseder l'amata? Quando si perda, ell'è bene impiegata. D. Bene, ma com'io muoio, Io resto a denti secchi.
Definiz: § XXIII. E figuratam., vale Senza soddisfare al proprio desiderio, qualunque esso sia; ma più comunemente riferiscesi a cose d'amore. –
Esempio: Med. L. Canz. ball. 20 t.: Contentate gli appetiti, Non vi state a denti secchi.
Esempio: Cecch. Ass. 3, 1: Mi rimarrò a denti secchi.
Esempio: Nell. Iac. Forest. 3, 23: Oh, e la signora padrona ha da restare a denti asciutti?
Definiz: § XXIV. A denti stretti, vale figuratam. Senza dire il proprio sentimento, e solo dimostrandolo con l'atteggiamento della bocca, sia per mal animo, sia per alterezza, o altra cagione.
Definiz: § XXV. Fra' denti, o Tra', denti, usato avverbialm. coi verbi Dire fra' denti o tra' denti, Parlare fra' denti o tra' denti, Bestemmiare fra' denti o tra' denti, e simili, vale Con voce bassa e in modo che mal s'intenda, e anche Fra sè e sè; e figuratam., Copertamente, In modo un po' timido e non chiaro. –
Esempio: S. Ag. C. D.: Mormorando, e fra i denti parlando, mostrano nelle loro disputazioni sè disprezzare tutte queste stoltizie de' popoli.
Esempio: Savonar. Pred. 18: Quelli che li contradiranno, parleranno mozi, e fra' denti.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 220: Fate in segreto pur, dite fra' denti.
Esempio: Davil. Guerr. civ. 5, 143: Gli fece conoscere apertamente quelle ragioni che per rispetto dagli altri erano dette freddamente e tra' denti.
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 2, 4: Convien.... Parte negar, parte affermar incerto, Dubitar spesso, ridirsi fra' denti, Non si ricordar ben ec.
Esempio: Red. Cons. 1, 284: Alle volte se ne lascia scappar di bocca qualche non ben terminato accento, ed interrottamente fra' denti ne favella.
Esempio: Not. Malm. 1, 215: Parlar fra' denti, o a mezza bocca,... significa Non si lasciare intendere.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 2, 4: E chi tarocca e bestemmia fra' denti.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 212: Chè se mi vai borbottando tra' denti con quella vocina da ragnatelo, io ec.
Definiz: § XXVI. Fra dente e dente, pure avverbialm., trovasi per Fra sè e sè, Fra' denti. –
Esempio: Bern. Orl. 37, 12: Diceva il Saracin fra dente e dente: A questo modo la mosca si caccia.
Definiz: § XXVII. Fuor de' denti, posto avverbialm., coi verbi Dire fuor de' denti, Parlare fuor de' denti, Rispondere fuor de' denti e simili, vale Con asseveranza e libertà, Apertamente, Senza alcun rispetto, e oggi più comunemente Con franchezza e risentimento. –
Esempio: Dav. Tac. 2, 163: Egli pauroso, e lento, era in odio a' soldati, che dicevano fuor de' denti, aver egli lasciati uscir i Batavi di Maganza.
Esempio: Bald. Vit. Feder. 2, 82: Federigo... gli disse (a Giacopo) un giorno fuori de' denti, che non si persuadesse di passar nel regno se non quando e come piacesse a Ferrando.
Esempio: Davil. Guerr. civ. 5, 144: Già il Cardinale di Borbone ed il Conte di Soessons e molti altri parlavano fuori de' denti.
Esempio: Lipp. Malm. 2, 74: Mio padre te lo disse fuor de' denti; Ed io pur te lo dissi a buona cera, Non una volta, ma diciotto o venti.
Esempio: Magal. Lett. At. 202: Di Lionardo di Capoa non parlo, perchè egli ha parlato assai fuor de' denti nel suo ultimo libro.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 6: Lo zio prete rispose fuor dei denti.
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. 61: Io scuoto il capo, e dico fuor de' denti: Nel mio paese v'è qualche osteria.
Definiz: § XXVIII. Ne' denti, o Tra' denti, in costrutto coi verbi Gettare ne' denti o tra' denti, Scagliare ne' denti o tra' denti, Tirare ne' denti o tra' denti e simili, espressi o sottintesi, vale Nella bocca, Nella faccia. –
Esempio: Galil. Op. lett. 193: Maniera di parlare da ricevere un panbollito tra' denti.
Esempio: E Galil. Op. lett. appr.: Il quale esordio, non più un panbollito ne' denti, ma quattro buon buffettoni nel naso, meritava.
Definiz: § XXIX. Accomodare una cosa al dente di alcuno, vale figuratam. Presentarla in modo, alterandola, che risponda al fine di alcuno, o anche si acconci al gusto, alla capacità e simili, di esso. –
Esempio: Galil. Op. astronom. 4, 287: E queste [proposizioni] o coll'aggiungervi, o col levarne,... in altro senso da quello in che son profferite, le va accomodando al suo dente.
Definiz: § XXX. Aguzzare i denti, vale figuratam. Far mostra di voler mordere, Minacciare di mordere; e in questo senso trovasi anche Aguzzarsi i denti. –
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 445: Schiumasi la bocca a' porci salvatichi, e aguzzansi i denti.
Esempio: Bocc. Fiamm. 24: I pessimi cinghiari, divenendo per ardore spumosi, aguzzano gli eburnei denti.
Definiz: § XXXI. E scherzevolmente vale Satollarsi, Mangiare. –
Esempio: Buonarr. Aion. 2, 116: Gambasso.... intanto pensa Cose scelleratissime e nefande, Le quai dirovvi poi che queste genti Si saranno aguzzati alquanto i denti.
Definiz: § XXXII. Allegare i denti, e Allegarsi i denti. –
V. Allegare, §§ II, VIII e IX.
Definiz: § XXXIII. Allungare i denti. –
V. Allungare, § XVII.
Definiz: § XXXIV. Arrotare i denti. –
V. Arrotare, § I.
Definiz: § XXXV. E Arrotare i denti contro alcuno, o, come secondo maniera Scritturale si trova, Stringere i denti sopra alcuno, vale figuratam. Lacerarne il nome, Diffamarlo. –
Esempio: Bibb. 2, 206 t.: Hanno me tentato e schernuto de scherne, e strinsero loro denti sopra di me.
Esempio: Segner. Pred. 331: Credete voi che se colui contra 'l quale arrotate i denti, vi fosse innanzi, osereste voi favellarne in sì ria maniera?
Definiz: § XXXVI. Attaccare il dente a un dato cibo o pietanza solida, dicesi familiarmente per Mettersi a mangiarlo con una certa avidità. –
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 250: E se al rosbiffe non si attacca il dente, Ai pranzi inglesi che si mangia? niente.
Definiz: § XXXVII. Avere uno fra' denti, vale figuratam. Averlo talmente nelle sue proprie forze, ch'e' se ne possa disporre come si voglia: ma usasi per lo più a significare una grande ira, e desiderio di vendetta contro alcuno, dicendo a cagion d'esempio:
Esempio: Esempio del Compilatore Se lo avessi fra' denti,
Esempio: Esempio del Compilatore Se potessi aver costui fra' denti, e simili.
Definiz: § XXXVIII. E scherzevolmente vale anche Ragionare di lui, e più spesso Star discorrendo di lui.
Definiz: § XXXIX. Battere i denti. –
V. Battere, § XXXV.
Definiz: § XL. Cavarsi un dente, figuratam. e familiarmente, dicesi per Provvedere, Riparare, e simili, con qualche nostro dispiacere o scapito, a cosa che ci rechi molestia, angustia o simile. Come per es.:
Esempio: Esempio del Compilatore Vedo bene che è un dente, che alla fine bisogna che me lo cavi.
Esempio: Esempio del Compilatore Tirate via, cavatevi una volta cotesto dente, e vivrete più tranquillo.
Definiz: § XLI. Darne a uno infino a' denti, vale Percuoterlo, Bastonarlo, fieramente, e quasi senza lasciare intatta alcuna parte della persona, fuori del capo. E figuratam. significa Dirgli parole aspre e mordaci, Caricarlo di rimbrotti e d'insolenze. –
Esempio: Franc. Son. 46: Pazzarel nidiace, Te ne darò ben io infino a' denti.
Esempio: Varch. Ercol. 99: Dicesi ancora, ma più volgarmente, fare una batosta, darsene infino a' denti, e fare a' morsi, e a' calci, e fare a' capelli.
Esempio: Baldin. Decenn. 6, 389: Come quegli che in simili congiunture non cedeva mai, e davane infino a' denti a chi fosse, senza aver riguardo a persona, attaccò col dottore una gran mistia, e in sulla bella prima venne alle prese con male parole.
Definiz: § XLII. Darsi l'un dente sull'altro, si usò proverbialm. per Fare opera inutile, Affaticarsi in vano per conseguire un dato fine o intento. –
Esempio: Leggend. SS. Z. 2, 281: Allora quello rispuose, e disse: o consolo, tu non fai male, ma solamente da' ti l'un dente in sull'altro: io ti dico, ched io nè gli miei fratelli non temàno (temiamo) tue minacce.
Definiz: § XLIII. Dare il portante ai denti, si disse in modo basso e scherzevole per Mangiare. –
Esempio: Crusc. Vocab. IV: Toccar col dente, Sbattere il dente, Ugnere il dente, Dare il portante a' denti, Far ballare i denti, o simili, vagliono Mangiare; modo basso.
Definiz: § XLIV. Dolere ad uno qualche dente in un luogo, figuratam. e in maniera scherzevole, vale Avervi qualche amoretto, o come volgarmente dicesi, Avervi qualche ripesco. –
Esempio: Med. L. Canz. ball. 14 t.: Se vedete uno che passi Per la via più che non suole, L'una incontro all'altra fassi, O con cenni o con parole: Certo che a costui gli duole Qui d'intorno qualche dente.
Definiz: § XLV. Fare allegare i denti. –
V. Allegare, §§ X e XI.
Definiz: § XLVI. Far ballare i denti, o il dente, pure in modo basso e scherzevole, vale Mangiare, e per estensione, Sostentarsi, Campare. –
Esempio: Fag. Rim. 1, 37: Se voi sapeste quanta è mai la gente Che mangia alle mie spalle, e sopra me Quanti presumon far ballare il dente, Vi stupireste.
Esempio: E Fag. Rim. 2, 321: Interrogate un uom che sudi e stenti A lavorar: perchè fa ciò? risponde: Ah! signor mio, per far ballare i denti.
Definiz: § XLVII. Lavorar coi denti, pure scherzevolmente significa Mangiare; e per lo più si usa contro chi sia inetto al lavoro, o se ne mostri svogliato; e contrapponesi al senso proprio di Lavorare. –
Esempio: Fag. Comm. 5, 82: Io vorrei lavorare co' denti, se voi volete intendere. M. Uh, il lavorar di questa sorta, qui è più proibito, che il lavorar le feste comandate.
Definiz: § XLVIII. Mettere i denti, detto di bambino, usasi familiarmente per Spuntare ad esso i denti, Cominciare i denti a venir fuori delle gengive. –
Esempio: Barber. Regg. Donn. 321: Nolgli lassar (al fanciulletto) nè ferri, nè coltella, Nè vetro, nè baston, nè cosa alcuna C'a lui possa far male, E più al tempo di metter li denti.... E guarda ch'el non si morda le dita Quando li denti mette.
Esempio: Alam. L. Gir. 14, 155: Vedetel morto là non altrimenti Ch'un picciol garzoncel che metta i denti.
Definiz: § XLIX. E figuratam., detto di persona adulta, vale Farsi esperto in qualche arte o scienza; ed altresì Acquistar senno, Essere di maturo giudizio; nel qual ultimo senso usasi per lo più in proposizione negativa. –
Esempio: Magal. Lett. scient. 84: Non si può dire l'applauso e il viva, che gridaste al giovane scolare; e non mi sovviene se foste voi, o il Saracinelli, che disse queste formali parole: orsù che costui comincia a mettere i denti.
Definiz: § L. Mettere checchessia ad alcuno il dente in amore, vale Fargli nascere voglia o desiderio di una data cosa; ma è maniera oggi non comune. –
Esempio: Red. Lett. 2, 357: Le rendo grazie della lettera,... dove sono molte curiose notizie, le quali mi hanno messo il dente in amore.
Definiz: § LI. Mettere i denti in chicchessia o checchessia, vale poeticam. Addentarlo. –
Esempio: Dant. Inf. 13: In quel che s'appiattò miser li denti, E quel dilaceraro a brano a brano.
Esempio: Ar. Orl. fur. 37, 78: Qual serpe che ne l'asta, ch'alla sabbia La tenga fissa, indarno i denti metta.
Definiz: § LII. Mettere un dente, detto di merci o vettovaglie, dicesi familiarmente per Rincarare alquanto, e per lo più in una misura proporzionale con la moneta che serve di fondamento al respettivo commercio. E detto di padrone rispetto al pigionale, vale Aumentargli in una certa proporzione il prezzo dell'affitto o della pigione. Più comunemente Mettere un dentino.
Definiz: § LIII. Mostrare i denti, vale figuratam. Mostrarsi ardito, coraggioso, e risoluto, contro a chi vorrebbe offenderci o sopraffarci. –
Esempio: Dant. Parad. 16: L'oltracotata schiatta, che s'indraca Dietro a chi fugge, ed a chi mostra il dente, O ver la borsa, com'agnel si placa.
Esempio: Vill. M. (R. 1529) 110: Per la sperienza si scorse cotale gente similianti a' furoni per natura, e vile e codarda a cacciare dietro a chi fugge, e dinanzi si dilegua a chi mostra i denti.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 481: Chi mostra 'l dente; cioè chi si difenda da loro.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 2, 430: Volere fare condotte di gente d'arme, e ogni altra cosa, per potere mostrare e' denti ad ognuno.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 98: Intendo che dopo che gli si è cominciato a mostrare i denti, e che si è sentito anco rimordere, mostri che gli paia strano, e s'ingegni di rovesciare la colpa addosso a me.
Esempio: Dav. Tac. 1, 192: L'aizavano a farsi vivo, mostrare il dente ec.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 28: Poi, perchè quando fanno i prepotenti Non sapete anche voi mostrare i denti?
Definiz: § LIV. Non avere ancora rasciutto il latte sui denti, o Non avere ancora rasciutti i denti, varrebbe Essere tuttavia lattante; ma usasi per estensione a significare Essere di età ancora immatura per certi atti o certi discorsi; e dicesi per dileggio a ragazzetti che vogliano farla da uomini.
Definiz: § LV. Non aver più i primi denti, dicesi scherzevolmente a persona o di persona, per Essere alquanto attempato.
Definiz: § LVI. Non sentir più dolore, o duolo, di denti, figuratam., vale Non patir più la fame, Uscir di miseria, o di povero stato, Non stentar più. –
Esempio: Gell. Err. 1, 3: Io vi farò tal mancia, che voi non sentirete più duol di denti questo anno.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 163: O dappoco Fortunio! se il Golpe Fusse nel grado tuo, o egli andrebbe A bastonar i pesci in Galilea, O e' non sentire' più dolor di denti.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 1, 199: Stu (se tu) sarai quell'uom ch'io credo, E ch'i' vorrei che tu fussi, beato A te; mai più sentirai duol di denti.
Definiz: § LVII. Non toccare una data pietanza un dente ad uno, dicesi familiarmente a significare Essere quella troppo poca pel suo appetito o voracità.
Definiz: § LVIII. Prenderla co' denti, o, come anche trovasi, Prendere una cosa a' denti, vale figuratam. Mettersi a far qualche cosa contro uno rabbiosamente e con ogni sforzo, ed altresì semplicemente Pigliare a cuore, per una certa picca o sdegno, un negozio, e far di tutto perchè riesca al fine voluto. –
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 262: Ora che Monsignore vostro è costà, ho presa la lite a' denti, e se credessi spender me medesimo, voglio che si termini.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 309: L'è stata ben pensata.... Dirlo a questo notaio, che.... è appresso alla vecchia in sì gran credito Che le fare' fare ogni cosa. Z. E ha presala Co' denti, e gli è entrato quello scrupolo Del parentado che ci potrebb'essere.
Esempio: E Cecch. Stiav. 3, 3: Perciocchè ella Non l'ha presa co' denti a modo mio.
Esempio: Dav. Tac. 1, 390: Co' denti la presero Anneo Lucano, perchè Nerone sfatò, e proibì i suoi versi.
Esempio: Lipp. Malm. 6, 7: Basta ch'ella l'è legata al dito, E l'ha presa co' denti, e sen'affanna.
Definiz: § LIX. Ragionar col dente, vale in modo scherzevole Mangiare. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 2, 22: Disse Morgante: questo è poco danno; E cominciava a ragionar col dente, Dicendo: all'oste rimarrà il malanno.
Definiz: § LX. Reggere al dente, o Sodo al dente, vale Resistere, o Che resiste, per una certa durezza intrinseca, atta prima pressione dei denti; e dicesi di cose atte ad esser mangiate. –
Esempio: Soder. Coltiv. 97: E userai appresso quest'altra regola di scerre di detta vigna i migliori vizzati che vi sieno, cioè l'uva che tu senta che regga al dente, più soda che l'altra e di buon sapore.
Esempio: E Soder. Coltiv. 119: La barbarossa,... per esser soda di granelli e radi, fa buon vino, regge al dente, ed è ottima al gusto.
Esempio: Dav. Colt. 498: Scegli uve di vigna vecchia,... al gusto saporite, al dente sode.
Definiz: § LXI. Rimettersi una cosa tra' denti, vale Non seguitare a dirla, ma cercare anzi con altre parole di ricoprire il già detto; più comunemente Rimettersela dentro, o in gola, Ricacciarsela, dentro, o in gola. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 162: Come di' tu, eh? tu te la sei rimessa Così tra' denti. G. Eh! niente, niente.
Definiz: § LXII. Rompersi i denti, figuratam., e con un certo scherzo, vale Non riuscir nell'intento, Rimaner deluso, con proprio scorno. –
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 13, 106: Ma questa volta romperassi i denti Quella crudele (la Fortuna), e non farammi male.
Definiz: § LXIII. Sbattere il dente; modo basso, che vale Mangiare. –
Esempio: Lipp. Malm. 7, 5: Chi dal compagno a ufo il dente sbatte; Tanti ne va a taverna, ch'è un barbaglio; Parte alla busca, ec.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 13, 87: E così intanto il tempo fugge e vola, E si fa l'ora da sbattere il dente, Ora, che tanto gli uomini consola.
Esempio: Nell. Iac. Dottoress. 1, 8: Questo modo di parlare in gergo mi pare un po' troppo difficile a impararsi, ma per isbattere il dente bisognerà affaticarcisi.
Esempio: E Nell. Gelos. 1, 2: Queste povere bestie, che io amo al par di me stesso, son circa due giorni che non hanno sbattuto il dente, e urlano.
Definiz: § LXIV. Scalzare il dente a uno, trovasi in locuz. figurata, per Cavargli di bocca destramente ciò ch'e' non vorrebbe palesare; comunemente Scalzarlo, Tirargli su le calze, e simili. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 25, 51: Provato avea, per iscalzargli il dente, Tutti i suoi ferri, e poi del tarabuso Gli artiglj, e non avea fatto niente.
Definiz: § LXV. Sentirsi allegare i denti. –
V. Allegare, § XI.
Definiz: § LXVI. Sodo al dente. – V. § LX. Reggere al dente.
Definiz: § LXVII. Stringere i denti sopra alcuno. – V. § XXXV. Arrotare i denti contro alcuno.
Definiz: § LXVIII. Tenere l'anima, o il fiato, co' denti o Reggere l'anima, o il fiato, co' denti. –
V. Anima, § LIX, e Fiato.
Definiz: § LXIX. Tirarla co' denti, riferito a conclusione, interpretazione, e simili, dicesi figuratam., per Tirarla con sforzo, Adattarla male a proposito, Stiracchiarla: ed è maniera tolta dai calzolaj, quando coi denti tirano il cuoio affinchè arrivi alla misura della forma. –
Esempio: Bracc. R. Dial. 234: In primo luogo, la supposizione è falsissima; ma quando anche fosse vera, non ne può mai venire per conseguenza, anche quando vo' la tiraste co' denti, che M. Paolo, per averli veduti (quelli errori), dunque li avesse a capriccio corretti.
Definiz: § LXX. Toccar col dente, trovasi per Mangiare. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 4, 25: Dicea Rinaldo: or da toccar col dente Non credo, che si truovi, insin che fore Usciam del bosco.
Definiz: § LXXI. Toccare dove il dente duole, vale proverbialm. Entrare a discorrere con alcuno di cosa che gli sia in dispiacere. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 40: Ohimè! come cento cinquanta scudi? F. Gli ha tocco dove il dente duole.
Definiz: § LXXII. Ungere il dente, vale parimente, in modo basso, Mangiare. –
Esempio: Lipp. Malm. 4, 39: Sperando tutti e tre d'ungere il dente, E dire: oh corpo mio, fatti capanna.
Definiz: § LXXIII. Finchè uno ha denti in bocca, non sa quello che gli tocca, o Mentre uno, ha denti in bocca, non sa quello che gli tocca, o in altro modo consimile, è proverbio che significa: Niuno si può promettere di sua ventura mentre vive. –
Esempio: Cecch. Mogl. 4, 2: In mentre che Tu hai denti in bocca, tu non puoi sapere Quel che ti s'ha a toccare.
Esempio: Fag. Rim. 4, 180: Finch'uno in bocca I denti tien, dice un proverbio antico, Non puote mai saper quelchè gli tocca.
Definiz: § LXXIV. La lingua batte, o anche va, dove il dente duole; proverbio che vale: Si ragiona volentieri delle persone e delle cose che molto ci premono, ci dilettano, e simili. –
Esempio: Pataff. 5: La lingua va dove gli duole il dente.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 36: Là, dove 'l dente duole, Batte la lingua ardita.
Esempio: Lipp. Malm. 7, 49: Per proverbio dir si suole, La lingua batte dove il dente duole.
Esempio: Salvin. Disc. 1, 295: È difficile.... che, come noi in volgar proverbio dichiamo, dove il dente duole la lingua non batta.
Esempio: Fag. Comm. 8, 256: Il sig. Lelio? G. La lingua batte dove il dente duole. S. È padrone, passi ec.
Definiz: § LXXV. Più vicino è il dente, che nessun parente; modo proverbiale che significa: Ci muovono più le cose proprie, che le altrui. E per ordinario si applica alle persone disamorate, che, potendo, non soccorrono gli altri nelle loro necessità.
Definiz: § LXXVI. Questo è il dente, che più mi duole, gli duole, o simile; maniera proverbiale che significa: Questa è la cosa che più mi dispiace, gli dispiace, o simile. –
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 100: Di qui seguita, e quest'è il dente che maggiormente mi duole, che quest'infami balordacci si guadagnano.... un risonante fracasso di sfoggiati letteratoni.
Definiz: § LXXVII. O dente o ganascia: maniera proverbiale, che dicesi di chi si propone, o impone ad altri, di fare a qualunque costo una data cosa. –
Esempio: Giust. Vers. 269: Ma mi burla! E' si lascia Rifiatare anco un bufalo! Quelli? O dente o ganascia.