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1) Dizion. 5° Ed. .
FANTASMA
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FANTASMA.
Definiz: Sost. masc. Immagine, Apparenza, di alcuna cosa, generata dalla fantasia.
Dal lat. phantasma, e questo dal grec. φάντασμα. –
Esempio: Tass. Lett. 2, 162: M'ascendono ancora.... molti vapori a la testa, quantunque assai volte scriva innanzi al mangiare, in modo che i fantasmi ne sono assai perturbati.
Esempio: Galil. Comm. ep. 2, 38: Mi ha tenuto [l'ultima dimostrazione] un pezzo confuso, sì per l'insolita testura, sì per la mia consumata memoria, nella quale non prima s'imprimono i fantasmi, che si cancellano.
Esempio: Rucell. Or. Dial. R. 17: Nè tal cosa si può comporre e mettere insieme in un attimo a forza di viveza d'ingegno,... obbedendo la mano alla velocità de' mossi fantasmi.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 29, 1, 229: Quando dunque avvien che sogniamo,... l'anima si ritira dietro alla cortina di un sottil velo, tal che vede, e non è veduta; e allora i fantasmi mattaccini escono in palco, e le fanno una commedia, ec.
Esempio: Pindem. Poes. 89: Innanzi a lei stan sempre Alto su l'ale d'or lieti fantasmi.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 403: La mente... si dibatteva contro i fantasmi nati dall'incertezza e dal terrore.
Definiz: § I. Ed in senso più ristretto, usasi nel linguaggio dei filosofi per Immagine di cosa sensibile, rappresentata dalla fantasia in modo determinato e particolare, e necessaria a concepire l'idea della cosa stessa. –
Esempio: Segn. B. Tratt. Anim. 142: Stando adunche che la spezie intelligibile non sia forma dell'intelletto, se non quando ell'è in atto, nè essendo ella in atto, se non quando ella è astratta da' fantasmi, è manifesto però che nell'union sua e dell'intelletto ella è rimossa da' fantasmi; onde per tal via non vien l'intelletto possibile a unirsi con noi.
Esempio: Gell. Circ. 249: Rappresenta la fantasia allo intelletto il fantasma e la spezie d'un uomo solo.
Esempio: E Gell. Lez. 81: Il più delle volte per la cognizione delle cose gli sono necessarj i fantasmi o vero simulacri delle cose, conosciute da i sensi, e descritte dalla fantasia, secondo Aristotile, ne gli spiriti vitali che sono nel vostro cuore; il quale, come dice Temistio nella sua parafrasi sopra il libro Della memoria e reminiscenza, è comparato ed assomigliato ad un libro scritto, le lettere del quale sono i fantasmi o vero imagini, dove l'intelletto nostro continuamente legge; e però fu da Aristotile detto, che a chi vuole intendere sono necessarj i fantasmi, e gli fa di bisogno risguardare in quegli.
Esempio: Razz. Econ. crist. 169: Nè anche Averroe.... pose l'anima essere forma reale o vero sostanziale dell'uomo, ma la congiunse a quello, solamente quanto all'intendere, mediante il fantasma e la cogitativa.
Definiz: § II. Per Immagine nella quale prende forma sensibile una concezione della mente. –
Esempio: Fosc. Poes. C. 70: Anch'io Pingo e spiro a' fantasmi anima eterna.
Esempio: Giobert. Bell. 42: Egli è manifesto che ogni fantasma è un sensibile. Ogni sensibile essendo una modificazione del senso esteriore o interiore, egli è chiaro altresì che il fantasma non è un sensibile esterno, giacchè in tal caso la fantasia non si distinguerebbe dalla potenza che apprende le cose di fuori per via dell'impressione che ne riceve. Esso è adunque un sensibile interiore, cioè una modificazione del nostro animo.
Esempio: E Giobert. Bell. 44: Parrà strano a dire che il fantasma sia un sensibile rassomigliativo, e tuttavia non rappresenti nulla fuori di sè stesso, e abbia in sè il suo finimento.
Definiz: § III. Per estensione, vale Pensiero, Idea, ma non ben determinati. –
Esempio: Galil. Comm. ep. 1, 280: Una voce celeste mi risvegliò, e risolvette in nebbia tutti li miei confusi ed avviluppati fantasmi.
Esempio: Dat. Vegl. 3, 91: Io non posso portar discorsi ben digeriti, ma semplici fantasmi, che mi son passati per la testa.
Esempio: Segner. Pred. 112: Come dunque ha verun di voi gran premura di assicurare l'eterna sua salvazione, mentre passeranno i dì interi, non che le notti, senza che di ciò mai vi ricorra alla mente un leggier fantasma?