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1) Dizion. 5° Ed. .
DARE.
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Dizion. 5 ° Ed.
DARE.
Definiz: Att. Questo verbo di uso comunissimo, nella sua più generale accezione, onde i particolari sensi derivano, significa Trasferire, Far passare, in altri; Fare che persona o cosa abbia, riceva, prenda, e simili, checchessia. E riferiscesi a cose sia materiali sia immateriali, a proprietà, o qualità così morali come fisiche, e simili.
Dal lat. dare.
Definiz: § I. Per Cedere liberalmente ad altri in proprietà, Donare, Regalare, e simili. –
Esempio: Dant. Conv. 340: Liberalità.... è moderatrice del nostro dare e del nostro ricevere le cose temporali.
Esempio: Tav. Rit. 1, 476: Averebbe dato per patto tutto suo reame per potere riavere sua dama.
Esempio: Cavalc. Poes. 443: Vestire e cibo fa' di poche spese; Da' di quel ch'hai a tutti, e sie cortese.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 89: E possessioni e case ci ha date e dà continuamente al mio marito e tuo cognato, che è buona provisione.
Esempio: Camb. G. Ist. 1, 285: El siniscalco dello 'mperadore chiese gli fussi donato dalla Signoria lo stendardo, e così gli fu dato.
Esempio: Dav. Tac. 2, 30: Da chi lo favoriva detto [era] cortese e buono, per dare senza misura, senza giudicio il suo, largir l'altrui, ec.
Definiz: § II. E figuratam. –
Esempio: Bocc. Decam. 8, 174: Che uno, per liberalità usare ad un altro, che il suo sangue anzi il suo spirito disiderava, cautamente a dargliele si disponesse.
Esempio: Ar. Orl. fur. 6, 49: Il cor, che m'avea dato, si ritolse, E ad altro nuovo amor tutta si volse.
Esempio: Mont. Poes. 2, 80: Il mio sangue.... Dato gli avrei, se mel chiedea.
Definiz: § III. E assolutam. –
Esempio: Dant. Conv. 388: Sono molti, certo, desiderosi d'essere apparenti e gloriosi, che tolgono agli altri per dare agli altri.
Esempio: Bonich. Bind. Rim. B. 89: Chi dà troppo tardato, Poco è miglior che quei che caro vende.
Esempio: Ar. Comm. 2, 300: Questo è il tuo solito, Di sempremai scordarti i beneficj; Sol mentre ch'io ti do, me ne ringrazj; Tosto c'ho dato, il contrario fai subito.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 16: Chi non manca del senso comune osservi, nel dare, il tempo, il luogo e la qualità delle persone.
Esempio: Fag. Pros. 100: Togliendo da molti, per dare a un solo.
Definiz: § IV. Per Largire, Dispensare, o simili, in elemosina, sussidio e simili; spesso in costrutto colle frasi Dare Per elemosina, Dare Per carità, Dare Per amor di Dio. –
Esempio: Benciv. Esp. Patern. volg. 74: Grande differenzia hae da colui che dà e fa limosina, da colui che la riceve.
Esempio: Vill. G. 844: Avea dato per Dio a' poveri tutta sua sustanza e patrimonio.
Esempio: Leggend. Tob. V. 3: Sempre andava cercando de' poveri bisognosi, e dava loro del suo di quello che faceva loro bisogno.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 135: Per che non rivedendo colui, ed avendogli serbati bene uno anno per rendergliele, io gli diedi per l'amor di Dio.
Esempio: Domin. Tratt. Car. 12 t.: Il Signore risguarda non a quel che dai, ma con che animo dai.
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 6: Dette per amor di Dio ducati venti mila.
Definiz: § V. Per Offrire, Recare in offerta; anche figuratam. –
Esempio: Leggend. Tob. V. 1: E di tutte le sue cose dava primamente il decimo a Domeneddio, secondo che comandava quella legge.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 56: Tancredi, serba coteste lacrime a meno disiderata fortuna che questa: nè a me le dare, che non le disidero.
Esempio: Pindem. Poes. 90: Ode squillar sul monte il vigil corno De' cacciatori, e all'inseguita lepre Una lagrima dà.
Definiz: § VI. Pure per Offrire col cuore, in senso religioso, riferito a persona; ed anche Consacrare. –
Esempio: Robb. Recit. 291: E voltosi a me, disse: Èssi egli pregato per me della vita da e' mia? Ed io: Sì, tutto si è fatto; e vostra madre e gli altri v'hanno dato a Dio, ed assai si consolano sperando che Iddio non v'abbandonerà.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 8: Io v'ho dato tutto a Gesù; e fo orazione per voi e per tutti.
Esempio: E Ricc. S. Cat. Lett. 15: Poi che Gesù le vuole, dategliene allegramente (le figliuole).
Definiz: § VII. E per Dispensare, Distribuire. –
Esempio: Lanc. Riform. volg. F. 16: Non si possa dare nella casa della sposa più che di due guise di confetti.
Esempio: Buonarr. Rim. 151: Or voi, che avete già le carte in mano, Daten'una per uno Per chi ha aver la mano.
Esempio: E Buonarr. Rim. 155: Date pur carte. Orsù i' ho ventinove. D. Io ho più: io ho trenta.
Esempio: Not. Malm. 2, 665: Questo giuoco appresso di noi non usa, se non in quattro persone al più; ed allora si danno 21 carta per ciascuno: e quando si giuoca in due o in tre, se ne danno 25.
Definiz: § VIII. E in particolare, riferito a carte da giuoco, vale Gettare in risposta, o Mettere in tavola, giocando. –
Esempio: Cecch. Stiav. 1, 4: E poi Mi vo' assettar le carte in modo in mano Che, dia come li pare, i' lo vo' vincere (qui in locuz. figur.).
Esempio: Not. Malm. 2, 665: E se alla fine del giuoco quello che dette il Matto non ha mai preso carte all'avversario, conviene che gli dia il Matto, non avendo altra carta da dare in sua vece.
Esempio: Fag. Comm. 1, 152: E' giuocava alle minchiate, e dètte l'asso di bastoni a tempo.
Definiz: § IX. Per Concedere, Largire, Fare avere, e propriamente per favore o grazia. –
Esempio: Stor. Pistol. 111: Incominciarono a trattare con messer Ramondo,... e vollono termine di mandare a Castruccio.... Messer Ramondo diede loro lo termine.
Esempio: Vill. G. 134: E quasi tutti si crociarono contro a Federigo, dando il Papa indulgenza di colpa e di pena.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 264: Ed umilmente d'ogni oltraggio passato domandò perdonanza; la quale il Conte, assai benignamente, in piè rilevatolo, gli diede.
Esempio: E Bocc. Decam. 4, 228: Vi priego che voi mi perdoniate, e mi diate licenzia, ch'io vada ad aiutare in quello, che per me si potrà, Ruggieri.
Esempio: Tass. Gerus. 5, 4: Non fia ch'involontarj io vi ritegna, Nè quel che già vi diedi or mi ripiglio.
Esempio: Dav. Tac. 1, 108: Pregò di render l'armi e nel castello dimorare, sì Cesare dicesse cui volesse in Soria. Non piacque, ma dielsi nave e sicurtà sino a Roma.
Esempio: E Dav. Tac. 1, 279: Stimolava Claudio che pensasse al ben publico; desse alla fanciulleza di Britannico un appoggio.
Esempio: Serdon. Vit. Innoc. 28: Il Papa diede grazia a tutti i banditi e fuorusciti, e li richiamò dentro la città.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 2, 562: Dando al Concilio pienissima libertà di trattare sopra ogni loro domanda.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 454: Il magnanimo re (il leone) pon giù la branca, Chè l'umile preghiera il cor gli tocca; Dàgli (al topo) la vita.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 3, 219: Gli fu dato facoltà (al Granduca).... di portar con sè parte del mobile del palazzo Pitti, e alcuni capi di pittura e di scoltura notabili.
Definiz: § X. E detto in particolare di Dio, o di esseri o potenze superiori. –
Esempio: Fr. Iac. Tod.: Ad esercitar la caritate Lo don di sapienza ci è dato.
Esempio: Fr. Giord. Pred. 102: Dunque matto se', che di' che le stelle danno tutte queste cose.
Esempio: Dant. Purg. 7: Rade volte risurge per li rami L'umana probitate: e questo vuole Quei che la dà, perchè da lui si chiami.
Esempio: Cavalc. Tratt. Stolt. 218: Gridiamo a Dio che ci soccorra,... e diaci lo suo aiuto.
Esempio: E Cavalc. Frutt. Ling. 72: Tosto si perde il bene, se non lo guarda colui che 'l diede.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 157: Alla quistione che si fa, perchè Dio dà la grazia all'uno e non all'altro, o più all'uno che all'altro, dirittamente e sanamente si risponde: perchè Dio vuole così fare.
Esempio: Guicc. Stor. 4, 27: Nè mi resta altro che pregare Iddio che vi dia mente e facultà di fare quella deliberazione, che sia più secondo la sua volontà.
Esempio: Dav. Tac. 1, 379: Gli Iddii, arbitri di tutte le potenze, ne avevano dato il possesso a' Parti, non senza onta romana.
Esempio: Fag. Pros. 111: Vedendosi privi di figli,... esercitan l'infinita pazienza di Dio colle suppliche, perchè loro dia un figlio.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 72: Mi diè Natura (parla un Orno) Bastante onor di verdeggianti foglie.
Esempio: E Fiacch. Son. pastor. 136: Il Ciel, fra tanti guaj, Del cor la pace e la virtù m'ha dato.
Definiz: § XI. E reggente un verbo; talvolta anche semplicemente per Fare o Render possibile. E in tale costrutto appartiene, più che altro, al linguaggio poetico. –
Esempio: Dant. Parad. 24: La grazia che mi dà ch'io mi confessi, Comincia' io, dall'alto primipilo, Faccia li miei concetti esser espressi.
Esempio: Libr. Cur. Febbr. 4: La sua camera sia infrescata di rosa, vivole, foglie di salce e di vite, quando il dà il tempo.
Esempio: Petr. Rim. 2, 58: Ed agli amanti è dato Sedersi insieme.
Esempio: Cas. Rim. 1, 1: Date al mio stil costei seguir volando.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 208: Il mio stato non dà ch'io ne tenga molti.
Esempio: Varch. Boez. 92: Dammi, padre pietoso, che nell'alta Divina sede colla mente io saglia.
Esempio: Fosc. Poes. 179: Dal dì che nozze e tribunali ed are Diero alle umane belve esser pietose Di sè stesse e d'altrui.
Esempio: Pindem. Poes. 30: Onde insieme compor quasi n'è dato Di questo e del venturo un solo stato.
Esempio: Leopard. Poes. 34: Dammi, o ciel, che sia foco Agl'italici petti il sangue mio.
Definiz: § XII. Pure reggente un verbo, si usò in costrutto con le particelle A o Da; e, propriamente, detto di Dio. –
Esempio: Esop. Fav. M. 140: Acciocchè Dio mi presti grazia e vita e diami a fare buona fine.
Esempio: Stor. Barl. 116: Signore mio, dammi a trovare via per la quale io possa venire a te.
Esempio: Libr. Ruth 9: Vi dia [Iddio] da trovare pace e riposo nella casa degli uomini che dovete pigliare per mariti.
Esempio: Bocchin. Ricord. 11: Ne facessi dir una [messa] per noi, che Iddio ci dessi a pigliar buon partito ed aiutassici.
Definiz: § XIII. Pure detto di Dio, per Concedere, in maniere augurative; e per Mandare, in maniere imprecative. –
Esempio: Dant. Purg. 21: Dicendo: Frati miei, Dio vi dea pace.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 151: Ma se Dio mi dea la grazia sua, io te ne farò ancor patir voglia.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 246: Questo non diciam noi a voi, anzi preghiamo Iddio, che vi dea tanti malanni, che voi siate morto a ghiado.
Esempio: E Bocc. Laber. 98: Egli è di vero uscito del sentimento, e vuole esser tenuto savio: Domine, dàgli il malanno.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 118: Do, sventurato! che Dio ti dia gramezza; non vedestù lume iersera?
Esempio: Camb. G. Ist. 1, 374: Iddio gli dia buon viaggio.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 361: Tu tristo, dicevi, che la lo faceva per onestà: per il malan, che Dio ti dia, e la mala pasqua, furfante, poltrone.
Esempio: Buonarr. Lett. Ric. 342: Iddio gli dia lunga e buona vita.
Esempio: Cecch. Servig. 2, 1: Non vedi tu quel bufol, che è menato Pel naso? M. G. Egli è 'l malan, che Dio ti dia.
Esempio: E Cecch. Servig. 2, 3: Dio vi dia il buon dì, mona Antonia.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 487: Dio vi dia contentezza e lunga vita.
Definiz: § XIV. Per Concedere, Assegnare, Addire, e simili, riferito a persona; e propriamente per un determinato fine, ufficio, o servigio. –
Esempio: Cavalc. Tratt. Stolt. 257: Nessuno, dice santo Paolo, ch'entra ad essere cavaliere di Cristo, si de' impacciare di fatti secolari, acciocchè piaccia a colui a cui è dato a servire.
Esempio: Vill. G. 274: E fece cavaliere Amerigo di Nerbona, gran gentile homo,... e dielo loro per capitano.
Esempio: Petr. Rim. 2, 119: Or m'ha posto in obblio con quella donna, Ch'i' li diè per colonna Della sua frale vita.
Esempio: Bocc. Vit. Dant. 241: Giace con compagnia assai più laudevole, che quella, che tu gli potessi dare.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 107: Perch'io non volli poi restar,... Mi dette.... un tal per compagnia, Che non sarà, col tempo, mal appoggio.
Definiz: § XV. E figuratam. e in locuz. figur. –
Esempio: Bemb. Pros. 112: Dannosi, oltre acciò, per chi vuole, in compagne di tutte queste, e simili voci, quella ancora ec.
Esempio: Salv. Avvert. 2, 92: Non si potrebbe, dico, dar l'articolo a i così fatti [nomi], se non quando ec.
Definiz: § XVI. E per Concedere, Prestare, Porre ad altrui servigio, Permettere che altri si serva di alcuna cosa nostra. –
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 432: Tanto è dare il nome in questo, quanto l'opera.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 2, 545: E sopra ciò fu data copia all'Abate d'una risposta fatta dianzi, ed altra scrittura mandata intorno allo stesso dall'Imperadore.
Definiz: § XVII. Per Cedere, Concedere. –
Esempio: Fior. Virt. 78: I fanti che andavano a piede innanzi gridavano: date la via al re Alessandro.
Esempio: Libr. Ruth 28: Se fusse cosa che intervenisse, che l'uno desse all'altro la sua ragione, acciocchè fusse vera concessione, traevasi l'uomo il calzamento suo, ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 92: Fe' portare in fretta Due grosse lance, anzi due gravi antenne; Ed a Marfisa dar ne fe l'eletta.
Esempio: Soder. Agric. 162: Nè si faranno [le scale] giammai men larghe di quattro piedi, affinchè se due persone in quelle s'incontrassero, possa comodamente darsi luogo l'una e l'altra, e non si urtare.
Esempio: Dav. Tac. 2, 88: Io, se noi vinciamo, me ne torrò l'onore che mi darai.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 2, 606: E non solo avanti nel riceverlo e poi nell'accompagnarlo gli diè il miglior lato, ma ec.
Esempio: Bart. D. Cin. 1, 61: Accettata poi che si è la visita del forestiere o dell'amico, la nobil mano che gli si dà nelle provincie a settentrione, è la destra, nell'altre a mezzodì è la sinistra: e il darla, il ricusarla, il finalmente riceverla, e subito renderla, è un lavoro che non si fornisce in brieve.
Definiz: § XVIII. E parlandosi di cose o d'animali, vale Concedere, Procurare, o Agevolare il modo, di fare checchessia. –
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 393: E subito da' la via a l'acqua, che ella se ne vadia precipitosa.
Esempio: Sassett. Lett. 263: Se veggono un Cristiano che ammazzi una gallina o un colombo, lo comperano per dargli il volo.
Esempio: Soder. Coltiv. 41: Eccettochè dove fa di bisogno dar lo scolo all'acqua, che s'ha a vangare a pendio, mandando la terra in alto a uso di comignolo.
Esempio: Giacomin. Oraz. I, 1, 104: Una [miniera].... già lungo tempo per l'impedimento dell'acque che abbondavano tralasciata, dando esito all'acque, ridusse ad uso.
Esempio: Dav. Tac. 1, 294: Fatta la festa, fu dato l'andare all'acqua.
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 3, 83: Tenendo il vaso col collo in su, si apra l'animella dando l'uscita all'aria.
Esempio: E Galil. Op. fis. mat. 3, 87: Allontanata poi l'una e l'altra palla [dei pendoli] dallo stato perpendicolare, gli ho dato l'andare nell'istesso momento.
Esempio: Baldin. Decenn. 3, 254: Cavata destramente la scritta di quella borsa, se ne andò sopra un ponte di legno; e fattone mille pezzi, diede loro la via sopra l'acqua.
Esempio: E Baldin. Decenn. 6, 252: Una femmina che dà l'andare ad un can mastino.
Definiz: § XIX. E per similit., detto delle cose stesse; anche con ellissi dell'articolo. –
Esempio: Vill. M. 547: Tenendo quello di Bologna il castello della Sambuca, ch'era del contado di Pistoia, ed era la chiave di dare l'entrata e l'uscita per li paesi (qui in locuz figur.).
Esempio: Uff. Cast. Fort. Fir. 14 t.: Che la porticciuola che dà l'entrata nel cassero s'impiallacci e fortifichi, e simigliantemente si fortifichi l'uscio del palagio del cassero.
Esempio: Ar. Orl. fur. 14, 49: Passa tra i corpi de la gente morta, Dove gli dà, torcendo, il fiume porta.
Esempio: Bern. Orl. 37, 41: Una porta al fin del sasso, Che dava uscita al tenebroso passo.
Esempio: Lam. Ant. tosc. 2, 396: Altra immensa pietra, che rotta e dibassata, dà omai profondo esito alle acque.
Definiz: § XX. Per Porre in altrui potestà o balìa, Sottomettere, Abbandonare, Lasciar prendere, ed anche semplicemente Concedere; riferito così a persona come a cosa. –
Esempio: Stor. Pistol. 111: Se non mandava loro soccorso inde a due dì, che darebbono la fortezza.
Esempio: Vill. G. 422: Ebbono la città di Chermona per tradimento, per la porta che fu loro data, con gran danno de' Guelfi che dentro v'erano.
Esempio: E Vill. G. 475: Stando a sicurtà con mala guardia que' che v'eran entro rivolti, diedero l'entrata a' Pazi,... i quali quanti Guelfi vi trovarono in su le letta uccisono.
Esempio: Stor. Aiolf. 1, 144: Vide che quegli di fuori s'accampavano d'intorno, minacciando di disfare el palazzo,... se loro non dessono preso el traditore Aiolfo.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 120: Egli, e molti altri amici e servidori del re Manfredi furono per prigioni dati al re Carlo.
Esempio: Machiav. Pros. stor. pol. 2, 419: I Fiorentini.... andarono oratori a Ruberto re di Napoli a dargli la città ed il dominio di quella.
Esempio: Camb. G. Ist. 1, 319: Ebbesi [Vada] per forza di bombarde a patti, e dipoi quelli la dierono, l'arsono.
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 255: Dette quella rocca a patti, e vi ricevette dentro il presidio.
Definiz: § XXI. E figuratam., e altresì in locuzione figurata. –
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 3: Diede sè medesima a una vita disperata per non voler morire di dolore.
Esempio: Bocc. Amet. 12: Ma la natura del novello signore, a cui ignorantemente aveva pur testè l'anima data, nol consente.
Esempio: Bemb. Rim. 13: Alta virtute e bel sembiante adorno Dier lo mio debil legno a fieri venti.
Esempio: Tass. Gerus. 10, 78: Vansene gli altri, e dan le membra al sonno; Ma i suoi pensieri in lui dormir non ponno.
Esempio: Chiabr. Rim. 2, 393: Per dare il collo all'amoroso giogo.
Definiz: § XXII. Per Gettare, Esporre, Abbandonare in balìa di cosa che distrugga o disperda. –
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 95: Quegli che da Giugurta furono presi, alcuna parte fece porre in croce, alcuni dare alle bestie.
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 2, 179: Ch'i' voglio ardergli in croce, e dare al vento, Per sepoltura d'amendua, la polvere.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 244: Caso che no, datelo al fuoco.
Definiz: § XXIII. Dare, vale altresì semplicemente Porgere; ed anche Far passare dalla propria mano nella mano altrui. –
Esempio: Ar. Comm. 2, 127: Dammi qua la mano, Eulalia: Dammi, Corisca, qua la mano.
Esempio: Dav. Oraz. 481: Alla stanza andatone del nostro pittore, per far sopra l'impresa vecchia disegnar nuovo concetto, egli prestamente trovatola, in mano la mi diè.
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 5, 2: Io quivi a servirlo Per darli appresso nel salir in barca Il braccio, era rimaso.
Esempio: Dat. Lepid. 81: Arrivandoli una lettera di villa, desideroso di sapere quello che scrivesse il suo fattore, la diede ad un amico, perchè vedesse quello scriveva.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 733: Passò dipoi al brigantino, dando la mano alla sua moglie per aiutarla a salirvi.
Esempio: Fag. Comm. 1, 122: Datemi un po' da sedere.
Definiz: § XXIV. E per Consegnare, riferito a cose. –
Esempio: Sacch. Op. div. 208: Serrata una lettera, la diedi a Giuliano Gambacorti,... che la desse al detto messer Piero.
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 3, 368: Tibaldo scrisse il breve, e diel di botto AI gioven perchè a sua posta partissi.
Esempio: Car. Lett. var. 88: A lui medesimamente potrà pagare i danari che le sono venuti in mano delle pensioni; che saranno ben dati; ed io per virtù di questa, bisognando, ne fo quietanza.
Esempio: Fag. Comm. 1, 299: Com'entri in camera mia? M. Per la porta, co' piedi e colla chiave. I. Che l'ha lasciata a caso mio padre? M. Anzi me l'ha data lui medesimo.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 312: Dammi la tua polizza; prendi la mia.
Definiz: § XXV. Riferito a fanciulla ed anche a donna, vale Maritare, Dare per moglie. –
Esempio: Dant. Conv. 395: Ora.... che 'l mio ventre è lasso, e ch'io sono per li parti vota, a te mi ritorno, non essendo più da dare ad altro sposo.
Esempio: Varch. Stor. 1, 78: Essendosi morto poco avanti monsignor d'Alanson suo marito, si diceva che Cesare aveva in animo di volerla dare (Margherita) a Borbone.
Esempio: Grazz. Comm. 117: Niccodemo, padre della fanciulla, gliene dava volentieri; ma la dote guastò.
Esempio: Fag. Comm. 8, 221: Io vi dico dunque ch'io ve la chiedo per moglie.... T. La mia nipote? P. La vostra nipote.... T. Io ve la vo' dare, perch'io vi conosco, siamo amici vecchi; e ve la vo' dare, perchè ec.
Definiz: § XXVI. Pure per Consegnare a fine di guardia, custodia, allevamento, educazione, o simili; Affidare. ‒
Esempio: Petr. Vit. volg. 40 t.: S'ingegnò con prezzo di corrompere gl'imbasciadori; e non potendo, gli dette a guardia a' suoi soldati, comandando loro che per nessuna città gli lasciassino entrare.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 235: Al Conte piacque molto questa domanda, e prestamente rispose di sì, e con lagrime gliele, diede (fa figlioletta) e raccomandò molto.
Esempio: Cecch. Dissim. 4, 3: Quando i' detti questo figliuolo a Filippo, io credetti avermi levato briga, e io l'ho raddoppiata.
Definiz: § XXVII. E riferito a cose, Commettere, Affidare, Rimettere. ‒
Esempio: Ar. Rim. 1, 257: E pregò il re che non desse in altrui, Che nelle mani sue, quella battaglia, O ad altri di nazion soggetta a lui.
Esempio: Alam. L. Colt. 1, 43: E d'ogni intorno visitando vada Tutto il terren, ch'alla sua cura è dato.
Esempio: Tass. Gerus. 20, 9: Dà le parti di mezzo al frate in cura; Egli a destra s'allunga.
Definiz: § XXVIII. E riferito a carico, commissione e simili, vale Affidare, Commettere. ‒
Esempio: Ar. Orl. fur. 38, 61: Se d'ogni tua querela a un cavalliero Darai l'assunto, e se quel fia Ruggiero.
Esempio: Cas. Pros. 3, 198: Dio ve lo perdoni, che mi avete dato carico di fare i sonetti sopra il ritratto, che io non farò mai, almeno che bene stiano.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 357: Mi sarà caro di veder tutto che si farà di costà in onor suo;... di che ho dato impresa a madonna Laura.
Esempio: Dav. Tac. 2, 48: La cura dell'impresa diede a Antonio Novello.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 3, 213: Colla ed Avogadro, cui il Governo aveva dato carico di assestar le cose disordinate dalla sollevazione.
Definiz: § XXIX. E parlandosi di commissioni per iscritto, mandati, o simili, vale Consegnare, Trasmettere, Spedire; Munire o Provvedere di essi. ‒
Esempio: Uzzan. Prat. Merc. 155: Ancora ti ricordo che tu dia rade volte commessione a Vinegia ti sia rimesso, perchè tragga altrove.
Esempio: Poliz. Pros. 83: Vorrei due servigj da voi; per i quali bisognando commissione di Piero [de' Medici], credo ve la darà.
Definiz: § XXX. Per Allogare, Commettere, riferito a lavori, forniture, e simili.
Definiz: § XXXI. E per Allogare, Affittare e simili, riferito a poderi, case, e simili. ‒
Esempio: Bonich. Bind. Rim. B. 200: Compra il poder di quel ch'hai guadagnato, E dallo ad un, che mezzo t'impromette.
Definiz: § XXXII. Per Somministrare, Fornire, Porgere. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 2, 26: Va', e sappi se il tuo san Giuliano questa notte ti darà buono albergo, che il nostro il darà bene a noi.
Esempio: Ar. Orl. fur. 27, 140: Che puoi tu farmi, Che più al presente mi diletti e piaccia, Che dirmi istoria o qualche esempio darmi, Che con l'opinïon mia si confaccia?
Esempio: Grazz. Comm. 189: Non troverrà chi gli dia danari, e voglio essere scorticata se egli passa alla banca.
Esempio: Stat. Cav. S. Stef. 168: Del vitto che si dà a' Cavalieri del Capitolo.
Esempio: Ambr. Furt. 1, 3: Dite a vostro padre, che per voi non sta di prendere quella moglie che più gli piace, purchè vi dia tanti danari alla mana, che possiate satisfare a qualche vostro debituzzo.
Esempio: Bentiv. G. Nunz. 4, 370: Saranno dati alla Regina Madre trecentomila franchi contanti,... per aiutarla a pagare i suoi debiti.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 308: Sapendosi che vi abbisognerebbe di che vivere, il signor mio vi dà una somma di danaro: eccola a voi: e così dicendo, gli consegnò le ventimila dramme.
Definiz: § XXXIII. Figuratam., e in locuz. figur. ‒
Esempio: Fr. Giord. Pred. 46: Vedi la pecora che ti veste, che ti dà la lana; che da te eri ignudo.
Esempio: Cat. Cost. volg. 90: El cotidiano riposo dà nutricamento a' vizj.
Esempio: Vill. M. 86: Stando l'oste a Campi, per mala provisione, tutto il bestiame che avrebbe dato con ordine lungamente carne all'oste, in pochi dì si straziò e consumò.
Esempio: Petr. Rim. 2, 42: Ov'è 'l bel ciglio, e l'una e l'altra stella, Ch'al corso del mio viver lume denno.
Definiz: § XXXIV. E riferito in particolare a cibi o bevande. ‒
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 3, 361: Quello pane davano mangiare alli crocisegnati.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 351: Li predetti leoncini notricai come miei figliuoli, dando loro da mangiare frondi d'albori.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 230: E.... gli avea data bere l'acqua adoppiata.
Esempio: Soder. Anim. domest. 207 t.: Fatti un po' grandetti [i pavoncini], diasegli zuppa di pane con vino, o gamberi senza scorza.
Definiz: § XXXV. E figuratam. ‒
Esempio: Ar. Sat. 1, 167: Il qual [studio] s'al campo non può dar pastura, Lo dà alla mente con sì nobil esca, Che merta di non star senza cultura.
Definiz: § XXXVI. E riferito a medicamenti; nel qual reggimento vale altresì Ordinare, Far prendere, detto di medico. ‒
Esempio: Libr. Cur. Febbr. 18: Se il ventre fosse constretto, sia dato quella decozione e cristeo, ch'è nominata nel capitolo della terzana.
Esempio: Domin. Gov. Fam. 86: Tolga volentieri.... le medicine daranno i medici.
Esempio: Red. Lett. 1, 374: Se Ippocrate dava le bevande calde a i febbricitanti,... perchè avremo noi paura di dar le medesime bevande calde in uno stomaco languido, non febbricitante?
Esempio: Magal. Lett. scient. 257: Come si davano a bere al tempo antico le medicine.
Esempio: Murat. Gov. Pest. 165: Giovanni Poppio, disciolta la canfora in aceto, ne dava un cucchiaio all'infermo.
Esempio: Targ. Vaiuol. 13: Si era principiato a dare a questi ragazzi le mattine, tramezzo ai purganti, del sciroppo acetoso.
Definiz: § XXXVII. E riferito a veleni, Propinare. ‒
Esempio: Passav. Specch. Penit. 63: La madre... ripresene la figliuola: della qual cosa adontata, diede il veleno alla madre, onde se ne morì.
Esempio: Dav. Tac. 1, 299: Piacque veleno che lo facesse uscir di sè e morire adagio. Composelo Locusta.... Diedelo Aloto.
Definiz: § XXXVIII. E per Porgere, Offrire, Somministrare; riferito figuratam. a consiglj, ammonimenti, e simili, ed anche a schiarimento, spiegazione, indicazione, o precetti, insegnamenti, e simili: talvolta in costrutto colla particella Per. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 8, 82: Dieron per consiglio a Calandrino, che a Firenze se n'andasse.
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 222: Tu se' il primo che ci annunzi il regno del cielo, che ci è presso. Preghiamoti per l'amor d'Iddio, che tu cene dia alcuno buono intendimento.
Esempio: Stor. Rinaldin. Montalb. 211: Venuto a questo primo passo, fu di neciessità che dessino intendimento del tempo, e quando dovevono essere a ordine a poter cavalcare.
Esempio: Bemb. Lett. 1, 53: Quanto al dovervi io dar contezza del mio stato, dico ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 20, 5: L'altro comincia, poi che tocca a lui, Con più proemio, a darle di sè conto.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 27, 103: E a questo e a quel più volte diè ricordo Da signor giusto e da fedel fratello.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 13: Ci si presentarono avanti alcuni Morbisciatti, che ne diedero lingua e indrizzo per venir dove siamo.
Esempio: Bard. G. Disc. Calc. 20: Il medesimo precetto che si è dato alla squadra della fossa, s'intenda eziandio dato a quella del muro.
Esempio: Dav. Tac. 2, 154: Gli darebbe bene un buon consiglio, di non fare il satrapo co' principi.
Esempio: Lipp. Malm. 6, 10: Domanda.... Che luoghi v'è, che gente e che loquela; Ed ei di tutto le dà conto e lume.
Esempio: Fag. Pros. 253: Dà per precetto Eusebio Cesariense, che ec.
Definiz: § XXXIX. E nello stesso senso, riferito a cagione, motivo, appiglio, pretesto, e simili. ‒
Esempio: Petr. Rim. 2, 83: Crudele, acerba, inesorabil Morte, Cagion mi dai di mai non esser lieto.
Esempio: Bocc. Amet. 45 t.: E l'occhio tornando alle cose più basse, mi diè cagione di maggiore maraviglia.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 439: Quante volte v'ho io detto, ch'i' non voglio attendere a vostre baie? F. E come ho io a fare? Io non gnene do causa, egli è lui.
Esempio: Varch. Ercol. 116: Dare appicco, è favellare di maniera ad alcuno, che egli possa appiccarsi, cioè pigliare speranza di dover conseguire quello che chiede.
Esempio: Tass. Gerus. 5, 2: Così non avverrà, ch'ei dia cagione Ad alcun d'essi che di lui si doglia.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 3, 215: Aveva dato motivo a questa deliberazione dell'Imperatore e dei Grigioni l'occupazione fatta dai Francesi della Svizzera.
Definiz: § XL. Pure nello stesso senso, riferito a segno, dimostrazione, apparenza, vista, prova, e simili. ‒
Esempio: Cavalc. Poes. 443: Son traditori, e d'amar vista danno Per falsìa.
Esempio: Petr. Rim. 2, 143: Tal presagio di te tua vista dava.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 16: E che io dica il vero, questa pruova ve ne posso dare.
Esempio: E Bocc. Decam. 2, 151: Fatta inquisizione di questa opera, e più ogni ora trovando cose che più fede gli davano al fatto.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 128: E riprenderti non giova nulla: che mi dà mal segno, e fammi ec.
Esempio: Cant. Carn. Otton. 60: E perchè me' vi diamo Di questo esperïenza, A noi dat'è licenza Di venire a Fiorenza.
Esempio: Ar. Orl. fur. 7, 78: E gli diede intenzion che 'l dì seguente Gli lo trarrebbe fuor di quello stato.
Esempio: Cecch. Dot. Prol.: Per acquistar con voi grazia, e per darvi Un saggio del suo buono animo.
Esempio: Tass. Gerus. 6, 28: Argante.... non vede alcun che 'n atto Dia segno.... d'apparecchiarsi in giostra.
Esempio: Dav. Tac. 2, 130: Poichè gran testimonianza, diss'egli, te ne bisogna dare, nè in altro mia vita e morte ti può più servire, io ec.
Esempio: Pindem. Poes. 55: Cento altri segni Dal ciel fur dati: l'ignea spada, il parto Nefando.
Definiz: § XLI. E riferito a esempio, o simili, che alcuno sia per trarre dalle azioni altrui. ‒
Esempio: Cavalc. Frutt. Ling. 237: Si studiassono di dare buono esempio di sè alle genti.
Esempio: Vill. G. 311: Per dar memoria ed essemplo a quelli che sono a venire, presi lo stile e forma da loro.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 172: Fanno un'altra offesa al prossimo gli uomini superbi, dando il malo esemplo.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 106: Acciò che io prima esemplo dea a tutte voi.
Esempio: E Bocc. Amet. 19 t.: A tutti dando delle virtuose Opere esempio e regola verace, Rendendo vane sempre le viziose.
Esempio: Petr. Rim. 2, 124: Per dar forse di me non bassi esempj.
Esempio: Bemb. Rim. 38: Per dar amando assai felice esempio A mille, che venisser dopo noi.
Esempio: Ar. Comm. 2, 191: Io darò sì notabile Esempio a gli altri, che non avranno animo D'ingannarmi mai più.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 207: Quali sono questi padri così perversi? Sono quegli in prima che danno cattivo esempio.
Definiz: § XLII. Pure per Porgere, Prestare, Offrire, riferito a modo, destro, occasione, agio, tempo, mezzo, possibilità, materia, e simili, di fare, o per fare checchessia. ‒
Esempio: Dant. Inf. 20: Di nuova pena mi convien far versi, E dar materia al ventesimo canto.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 105: M. Catone e G. Cesare; de' quali, perocchè la materia il dà, non me ne vo' passare ch'io non dica la natura e i costumi dell'uno e dell'altro.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 67: Induce un solenne frate, senza avvedersene egli, a dar modo che ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 52: Pensò essergli dato luogo e tempo alla sua intenzione.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 156: E darotti materia di giammai più in tal follìa non cader, se tu campi.
Esempio: Ar. Orl. fur. 20, 3: Ben mi par di veder, ch'al secol nostro Tanta virtù fra belle donne emerga, Che può dare opra a carte ed ad inchiostro.
Esempio: Guicc. Stor. 4, 124: Deliberò con fare poco cammino.... dare tempo alla venuta degli Svizzeri.
Esempio: E Guicc. Op. ined. 1, 65: Il che ti dà spazio a riordinarti e rifarti.
Esempio: Bemb. Stor. 40 t.: Massimiliano,... per dare agio a Filippo suo figliuolo.... che trovare il potesse, ritornò alquanto a dietro.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 128: Mi salse addosso, e di nuovo a correre mi diè campo.
Esempio: Cant. Carn. 185: Dateci pur faccenda, Ma non lavoro stazzonato e vecchio.
Esempio: Tass. Gerus. 6, 53: Gli araldi eletti A prescriver il tempo alla tenzone, Per dare spazio alle lor piaghe onesto, Stabiliro il mattin del giorno sesto.
Esempio: Dav. Tac. 1, 237: E a furia chiamò aiuto di Scizia, e senza dar tempo a' nimici a pensare, nè agli amici a pentere, corse via così lordo, per muovere nel volgo rancura.
Esempio: Viv. Disc. Arn. 44: Tutti questi ripari diedero poi campo a far gli altri vers'Arno.
Esempio: Targ. Vit. Michel. 30: Gradiva di averlo spesso nella sua canonica, e dargli tutto il comodo per erborizzare.
Definiz: § XLIII. E pur figuratam. detto di luogo, e riferito a piaceri, agj, comodità, e simili. ‒
Esempio: Pandolf. Gov. Fam. 37: Alla primavera la villa ti dà grandi sollazzi, verzure, fiori, odori, canti di uccelli.
Esempio: Car. Lett. Farn. 1, 203: Mi trattenga con quelli onesti piaceri che dà il paese, dove mi saria carissima la vostra presenza.
Definiz: § XLIV. E figuratam., detto di luogo. ‒
Esempio: Dant. Inf. 12: Qual è quella ruina, che nel fianco Di qua da Trento l'Adice percosse O per tremuoto o per sostegno manco; Che da cima del monte, onde si mosse, Al piano è sì la roccia discoscesa, Ch'alcuna via darebbe a chi su fosse: Cotal di quel burrato era la scesa.
Esempio: E Dant. Purg. 19: Tal mi fec'io, e tal, quanto si fende La roccia per dar via a chi va suso, N'andai infino ove il cerchiar si prende.
Esempio: Segn. B. Stor. fior. 113: L'andarvi (a Volterra) a uno esercito per combatterla è molto difficile impresa, non dando quella montagna alcuno spazio piano, atto a piantarvi l'artiglieria.
Definiz: § XLV. Per Comunicare, Partecipare, Annunziare, Far sapere, e simili; riferito ad avvisi, notizie, ed altresì segreti, confidenze, e simili; e più particolarmente parlandosi di lettere o di corrieri, Portare avviso, Dar notizia, e simili. ‒
Esempio: Stor. S. Silv. 11: Li cavalieri giunsero, e dierono l'ambasciata da parte dello 'mperatore a santo Silvestro.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 466: Dammene un poco di tuo pensiero.
Esempio: Ar. Comm. 2, 358: Ma notizia Me ne darà forse costui.
Esempio: Car. Lett. ined. 1, 254: D. Diego.... ancora è qui: e, per quanto m'è dato questa sera, par che non voglia partire.
Esempio: Grazz. Comm. 158: Andai in casa per darle la nuova del parentado.
Esempio: Cecch. Corr. 1, 2: Andate a darle questa Buona resoluzione, e che stia allegra.
Esempio: Tass. Gerus. 9, 14: Al re dà l'alto avviso Del gran campo che giunge e del disegno, E del notturno assalto e l'ora e 'l segno.
Esempio: Crusc. Vocab. III: Dare, Portare, particolarmente in parlando di lettere, corrieri o simili: come, Le lettere di Milano danno l'arrivo dell'esercito; Il corrier di Francia dà la pace conclusa.
Esempio: Red. Lett. 1, 452: Mi è parso necessario dar parte del tutto a V. Signoria.
Esempio: Fag. Comm. 2, 20: È la lettera del nuovo Conte mio cugino, che mi dà parte di questo suo gran parentado.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 317: Va', dagli questa buona nuova.
Definiz: § XLVI. E in particolare riferito a parola, motto, cenno, e simili, vale quanto Dire, ed anche Fare. ‒
Esempio: Sassett. Lett. 372: Di che mi fu dato un motto da' proprj.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 247: La qual cosa ancor io farò volentier verso di voi, ogni volta che mi darete cenno di così fatte occasioni.
Definiz: § XLVII. E in particolare riferito a segni convenuti, vale o semplicemente Fare, o Porgere, Mostrare, Manifestare, e simili. ‒
Esempio: Pass. G. Cr. 17: Vo' di lui darvi questo vero segno: Bacerò quel che è desso, e quel si prenda.
Esempio: Machiav. Pros. stor. pol. 2, 406: Venuta la notte che si era composto con Uguccione, dette il segno a quello, il quale era sceso nel piano.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 96: Già hanno mosso il campo, ordinate le squadre, dato il segno.
Esempio: Tass. Gerus. 9, 21: E la face innalzò di Flegetonte Aletto, e 'l segno diede a que' del monte.
Esempio: Segner. Paneg. 1, 159: Però non prima essi [i soldati] scorgono fra le tenebre venir uno, che tosto gridano ad alta voce: Da' il nome.
Esempio: Legg. Band. C. 31, 127: Si darà il primo segno [di campana] alle ore nove della mattina.
Esempio: Fag. Rim. 2, 275: Fu dato Il cenno alla carriera col tu tu.
Definiz: § XLVIII. Per Volgere, Piegare verso, ed altresì Tendere, Porgere, anche figuratam.: ma oggi è più che altro proprio del linguaggio poetico. ‒
Esempio: Dant. Purg. 3: La mente mia che prima era ristretta, Lo intento rallargò, sì come vaga, E diedi il viso mio incontra al poggio.
Esempio: E Dant. Purg. 32: Ed io, che tutto a piedi De' suoi comandamenti era devoto, La mente e gli occhi, ov'ella volle, diedi.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 158: Ancora è cagione di tale cecitade dare volentieri orecchi alle lode de' lusinghieri.
Esempio: Bocc. Amet. 47 t.: Sedenti sopra le tenere erbe, davamo li orecchi a' canti de' varj uccelli.
Esempio: Ar. Orl. fur. 45, 30: E lei, che dato orecchie abbia, riprende, A tanta iniqua suspizione e stolta.
Esempio: Tass. Gerus. 9, 20: Altri danno alla fuga i piè tremanti; Danno altri al ferro intrepida la mano.
Esempio: Dav. Tac. 2, 108: Ad Antonio solo davano orecchi, perchè era facondo.
Esempio: Mont. Poes. 2, 47: Or voi, Quiriti, Datene tutti attento orecchio: udite, ec.
Definiz: § XLIX. E con maniera latina, e più che altro poeticam., riferito a spalle, tergo, o simili, vale Volgere o Piegare indietro, Rivolgere, Voltare. ‒
Esempio: Giamb. Vegez. 78: Se la detta oste, per alcuna sciagura, desse il dosso a' nimici, molti ne sarebbono morti e presi.
Esempio: Dant. Inf. 31: Quando Annibal co' suoi diede le spalle.
Esempio: Stor. Pistol. 29: Al fine, quelli dentro non poterono risistere alla forza de' cavalieri, e diedono loro le reni.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 495: Infino che la zuffa [delle api] non costrigne o l'uno o l'altro di dare i dossi.
Esempio: Ar. Orl. fur. 23, 43: E per trovare albergo, diè le spalle Con l'empia vecchia alla funesta valle.
Esempio: Tass. Gerus. 16, 35: E 'l vide (ahi fera vista!) al dolce albergo Dar, frettoloso, fuggitivo il tergo.
Definiz: § L. Per Rivolgere a un dato fine, occupazione, o simili, Porre in quello, ed altresì Dedicare, Spendere, o simili; riferito a ingegno, cuore, forze, opera ec., ed altresì a tempo od età. ‒
Esempio: Nov. ant. B. 66: Lo re Marco diede lo cuore a crederlo, e ordinò una caccia.
Esempio: Senec. Pist. XXVIII: Gli unguentieri, e' cuochi, e coloro che danno gli 'ngegni loro a tutti gli altri nostri diletti.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 2, 525: Tu abbandonasti il perfetto amore per lo vano, là dove lo intento desti in cosa mortale, ed in corruttibile, tosto transitoria.
Esempio: Bocc. Amet. 54: Io non trascorsi la puerile età oziosa, nè tutta la diedi solamente alla conocchia.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 31: Il resto del giorno noi lo demmo a lavarci prima, e poscia alla cena.
Esempio: Tass. Gerus. 11, 18: Parte al ristoro e in parte questo Giorno si diede alle opre ed al pensiero.
Esempio: Dav. Tac. 1, 359: Quel tempo che si perde nella cura de' giardini e delle ville, darò tutto all'animo.
Definiz: § LI. Per Assegnare, Determinare, Stabilire, Fissare, e simili. ‒
Esempio: Dant. Inf. 20: Fu.... Augure e diede il punto con Calcanta In Aulide a tagliar la prima fune.
Esempio: Vill. G. 449: E di ciò diede termine a' frati, che a questo articolo diliberatamente rispondessono.
Esempio: Vill. M. 479: Per tutto corse la boce, che la battaglia era ingaggiata, e datole il giorno.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 76: Poco fa si dieder la posta d'essere insieme via via.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 3, 239: La Santità di N. S. li ha dato l'ora della audienza per domattina ad quindici ore.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 38: E s'egli è dato ch'i' abbi a stentare, Fa' almen che qualch'un altro stenti meco.
Esempio: Cecch. Dot. Prol.: E' si sapeva quel che usava dare Quella casa di dote.
Esempio: Salv. Granch. 5, 3: Dove tu non esca Del compito che io ti darò, Non ci sarà uno scrupolo al mondo.
Esempio: Dav. Tac. 1, 303: Pure alla madre faceva ogni onore in apparenza, e diede a un tribuno, come s'usa a' soldati, questo contrassegno.
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 1, 185: La scarpa si farà più o meno pendente secondo la qualità del terrapieno;... però quello che si costuma di dare ordinariamente, che è per ogni cinque braccia d'altezza uno, ci piace assai, quando il terreno sia buono e fisso.
Definiz: § LII. Riferito a legge, norma, ordine, regola, e simili, vale Prescrivere, Stabilire, Porre, e simili. ‒
Esempio: Dant. Parad. 29: Non disse Cristo al suo primo convento: Andate, e predicate al mondo ciance: Ma diede lor verace fondamento.
Esempio: Bemb. Rim. 35: L'alta cagion, che da principio diede A le cose create ordine e stato, Dispose ch'io v'amassi.
Esempio: Cant. Carn. 120: Colui, che dà le leggi alla natura, In varj stati e secoli dispone.
Esempio: Car. Lett. Farn. 2, 48: Io non voglio entrare a dar legge a Vostra Signoria di quel che deve operare circa ec.
Esempio: Varch. Boez. 36: Ora se tu volessi dar legge quando debba, o stare o partire colei, la quale tu stesso t'hai spontaneamente eletto a padrona, non ti parrebbe far villania?
Definiz: § LIII. E per Impartire, riferito a comando, ordine, ingiunzione, e simili. ‒
Esempio: Fag. Comm. 2, 21: Io.... vado dentro a dare gli ordini opportuni.
Definiz: § LIV. Per Pagare, Sborsare, o anche Passare, ed altresì Assegnare, come retribuzione di qualche opera, servizio, ufficio, e simili. ‒
Esempio: Bonich. Bind. Rim. B. 174: Prende [il barbiere] quel che gli dan, nïente chere.
Esempio: Pass. G. Cr. 3: Che mi volete dar del mio maestro, Se a tradimento ec.
Esempio: Vill. G. 231: Venuto in Cicilia, fece lui di presente apparecchiare galee e navilio, dando soldo a cavalieri e marinari largamente.
Esempio: E Vill. G. 692: E fugli dato salario per lo Comune per remunerazione della sua vertude e bontade.
Esempio: Docum. Miliz. Ital. 329: Nè possino [i Dieci e gli Otto] dare per provisione ad alcuno Conestabile più che dodici ducati d'oro in oro el mese.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 158: Usiamo di dare qualcosa di giunta a un barcaruolo, e a chi ci lavora di mano, e a uno che va per opera.
Esempio: Tass. Lett. 1, 20: Io vi sodisfarò,... diffalcando ogni anno qualche parte de la provvisione che mi dà il Cardinale.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 23: Giuro Che quando lo riporta (il bastone perduto), e non è ciancia, Dopo i segnali, gli darò la mancia.
Esempio: Casott. A. Celid. 1, 9: Spedito ho chi ne trovi uno a Bologna (un medico), E lo conduca presto a Malmantile... Gli daremo le spese; e se tentenna, Sei giulj il mese e quel che fa la penna. Gli darei più, ma il largheggiar di mano.... Un errore sarìa.
Definiz: § LV. Pure per Sborsare, Pagare, come prezzo di cosa comprata. ‒
Esempio: Casalb. Mel. Ricord. 32: Diei a Bondo da Tripallo, per canne 4 di panno lino,... per soldi 50 la canna, 1.10, s. 0.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 171: Mia mogliere l'ha venduto sette, dove tu non me ne davi altro che cinque.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 358: Io vo' dar loro il resto; ch'i' gli vo' metter su un carro, che vadia da sè allo 'n su non che allo 'n giù (qui figuratam.).
Esempio: Marchett. Anacr. 13: Amico (gli dissi), quel sì pulito Tuo lavoro quanto à da costarmi? Quanto a te piace di darmi, Egli subito mi rispose.
Definiz: § LVI. Onde le locuzioni, Dover dare, Avere a dare o Restare a dare, e simili, che valgono Essere debitore di una data somma; ed anche assolutam. Dare, che comunemente si usa nell'intestazione de' conti. ‒
Esempio: Casalb. Mel. Ricord. 30: Gaddino Vesconte mi de' dare, a dì II di maggio,... fiorini ottantatrè d'oro.
Esempio: E Casalb. Mel. Ricord. 38: Della somma de' denari che ci restoe a dare ser Bonaiuto di Stefano.
Esempio: Dat. Gor. Stor. 140: Fare riscuotere da chi deve dare.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 352: Altra volta i Fantastichi.... Vi pagheran tutto ciò che restassino A darvi adesso (qui figuratam.).
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 4, 9: Avere è aver pagato Un debito; e ch'un ghiotto abbia duo libri: Colà si cassi, te veggente, altrove Mantenga in sul dee dar.
Esempio: Fag. Comm. 1, 18: Arebbe fatto megghio (meglio) a pagammi (pagarmi) i cento scudi che m'ha a dare.
Esempio: E Fag. Comm. 5, 514: Adì 2 dicembre 1735. Ciapo Scorzoni dare per barili quattro vino in fiaschi, consegnati al medesimo per consumo dell'osteria.
Definiz: § LVII. E per Concedere in prestito, Prestare. ‒
Esempio: Casalb. Mel. Ricord. 30: Li quali (fiorini) li diei contanti a lui a dì II d'aprile.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 102: E dare ad altri per avere a avere.
Definiz: § LVIII. Per Cedere in baratto o contraccambio, Cambiare; in senso così proprio come figurato. ‒
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 4: Come donque damo eternal tutto bene per picciulo e temporale?
Esempio: E Fr. Guitt. Lett. 29: Non dareste no auro in piombo; non donque maggiormente Dio in uomo.
Esempio: Dant. Inf. 30: S'io vedessi qui l'anima trista Di Guido,... Per fonte Branda non darei la vista.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 2, 203: Dicesi.... tenersi da parte una pratica col duca Guido, che rinunzi il titolo di questo suo ducato, e dargli un cappello o una simile ricompensa.
Definiz: § LIX. Per Vendere, Alienare. ‒
Esempio: Fr. Giord. Pred. 1, 172: Tutto lo 'ntendimento dell'artefice non è se non come egli ti possa vendere e mettere addosso la mala derrata, e venderlati cara, e di darti pur la mala mercia.
Esempio: Cant. Carn. 164: Noi ne daremo (del cacio) a taglio e 'n tutti i modi Che voi volete, freschi, passi e sodi.
Esempio: Allor. A. Cap. 1: Aiutato s'intende verbigrazia A far gran cose, e diventar dassai, Che tutto lo darei per una crazia.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 201: Noi siamo Oggi in un mondo, ch'e' si dare' sette Frate' carnal per un fiorino (qui figuratam.).
Esempio: Forteguerr. Terenz. 173: Nel tempo Ch'io dirò lui di dargliela per tanto, Che ei non faccia apparir subitamente Testimoni che dicano averla io Di già venduta.
Definiz: § LX. Riferito a ufficio, grado, signoria, privilegio, e simili, vale Conferire. ‒
Esempio: Vill. G. 199: I Fiorentini Guelfi diedono la signoria della terra al re Carlo.
Esempio: E Vill. G. 341: Fu loro data per necessità balìa generale, sì che sedici dì signoreggiarono liberamente la terra, mandando il bando per lor parte.
Esempio: E Vill. G. 696: Puose le riservazioni di tutti i beneficj collegiati di cristianità; e tutti gli volea dare egli, dicendo il facea per levare le simonie.
Esempio: Vill. M. 384: E' davano le 'nvestiture de' beneficj ecclesiastici a cui voleano.
Esempio: Leggend. SS. Iac. Stef. 15: Dissero le demonia a san Iacopo: dacci signoria sopra lui.
Esempio: Dat. Gor. Stor. 140: L'uficio de' Dieci della Libertà è di grande importanza, e dassi a uomini di molta scienza e pratichi.
Esempio: Machiav. Pros. stor. pol. 2, 411: Fu ricevuto Castruccio da Federigo onoratamente, e datogli molti privilegj, e lo fece suo luogotenente in Toscana.
Esempio: E Machiav. Pros. stor. pol. 2, 415: Castruccio fu fatto senatore di Roma, e datogli molti altri onori dal popolo Romano.
Esempio: Ar. Orl. fur. 20, 8: Di sè m'hanno governo e scettro dato.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 31: Date ad un sol lo scettro e la possanza, E sostenga di re vece e sembianza.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 2, 577: Dandogli podestà, ma non titolo, di Legato.
Esempio: E Pallav. Stor. Conc. 3, 846: Per cui deputò otto Cardinali, che soprastessero alla piena esecuzione del Concilio, e diè loro l'autorità opportuna.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 309: Avea questo principe un visir, al quale avea dato il comando dell'esercito.
Definiz: § LXI. Riferito a sacramenti, vale Amministrare; e per alcuni, anche Conferire. ‒
Esempio: Fr. Giord. Pred. R.: Venne il paroco a dargli l'olio santo parrocchialmente.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 152: Non credi tu trovar qui chi il battesimo ti dea?
Esempio: Ar. Orl. fur. 15, 95: Orlando lo converse a nostra fede, E di sua man battesmo anco gli diede.
Esempio: Tass. Gerus. 12, 25: Nè già poteva allor battesmo darti, Chè l'uso nol sostien di quelle parti.
Esempio: Murat. Gov. Pest. 242: Se [i sacerdoti].... praticassero con infermi di questa fatta (appestati), o dessero loro i sacramenti, non potranno eglino per alquanti giorni praticare con sani.
Esempio: E Murat. Gov. Pest. 249: E per conto del viatico, bisogna fare quanto si può per ministrarlo; essendo poi non solo lecito, ma obbligo di non darlo, quando il paroco fosse solo.
Definiz: § LXII. Riferito al dare giuramento, vale quanto Deferire, se dicesi di giudice; e se parlisi di attore, Far deferire, Richiederlo. ‒
Esempio: Mart. V. Lett. 57: Credo, chi vi desse il giuramento, voi non sapresti mai dire in che modo ella (la presunzione) fusse fatta (qui per similit.).
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 140: Se n'andò la meschina a piangere amaramente davanti al giudice; che chiamato in corte l'uomo malvagio con la sua moglie, diè all'uno ed all'altra il solito giuramento; e l'uno e l'altra giurò.... che nulla sapevano del danaro richiesto.
Esempio: E Segner. Crist. instr. 1, 141: I giudici non lascino di dare i lor giuramenti ad un assassino.
Definiz: § LXIII. E per similit., vale semplicemente Costringere alcuno a giurare checchessia. ‒
Esempio: Ar. Orl. fur. 24, 43: Di dover servar questo, Zerbin diede Ad Odorico un giuramento forte; Con patto, che se mai rompe la fede, E ch'inanzi gli capiti per sorte,... Lo debba far morir di cruda morte.
Definiz: § LXIV. Riferito a dare nome, vale Apporre, Imporre, ed anche Applicare, ed altresì Designare con quello. Vale anche Esser cagione, occasione e simili, che esso nome venga apposto o posto. ‒
Esempio: Dant. Conv. 233: Conviensi qui.... mostrare e dire che è questo che si chiama Filosofia, cioè quello che questo nome significa.... E prima dirò chi questo nome prima diede; poi procederò alla sua significazione.
Esempio: Bocc. Amet. 87 t.: Per la qual cosa, di piana concordia, a dare a questa [villa Sarnina] altro nome dispostisi, ec.
Esempio: Car. Eneid. 5, 169.: Memmo.... diede il nome A la stirpe de' Memmi.
Esempio: Dav. Tac. 2, 30: Agli stessi vizj davano nome di virtù.
Esempio: Pallav. Libr. Ben. 133: Nulla più si cercherebbono che le rigettate cocce, le quali danno l'essere e il nome al famoso monte Testaccio di Roma.
Esempio: Papin. Lez. Burch. 193: Onde m'avviso esserne derivato il nome di Marangone, che si dà ad uno sfaccendato e perditempo.
Esempio: Metast. Dramm. 4, 430: Oh secolo felice, A cui di nostra schiera L'invitta condottiera Il nome suo darà!
Esempio: Bicchier. Bagn. Montecat. 46: Un altro bagno,... cui davasi il nome di Bagno de' cavalli.
Definiz: § LXV. Riferito a titoli, vale Attribuire, Applicare; Appellare o Trattare alcuno con essi titoli. ‒
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 17: Nè tanto gli giovò Esiodo a cognominarlo realissimo, nè Omero a dargli titolo di discepolo di Giove, quanto gli nocquero i Tragici, che ec.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 107: Senza darvi il Magnifico, o 'l Signore, Come si converrebbe.
Esempio: E Allegr. Rim. Lett. 277: Darò più tosto a vostra signoria, Che di superbia, titoli d'amore.
Definiz: § LXVI. Riferito a tinta, vernice, e simili, vale Applicare, Distendere, Sovrapporre, e simili. ‒
Esempio: Cennin. Tratt. Pitt. 74: Poi con un pennello di setole grosso e morbido da' di questa colla su per la tua ancona.
Esempio: Biring. Pirotecn. 137 t.: Farlo bollire (il ferro), darli sopra cennere di scorza d'ova o di gusci di lumache.
Esempio: Cellin. Pros. 33: Si debbe avvertire, che la prima volta, che si domanda dare la prima pelle di smalto, questa si pone sottile e con gran diligenzia, mettendo la diversità de' colori nettissimamente.
Esempio: E Cellin. Pros. 162: Con il detto pennelletto detti alla mia statua di cera con il detto savore;... dipoi lo lasciai seccare, e gnene detti dua altre volte, sempre lasciandolo seccare.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 162: E così su' muri che siano secchi si dà una o due mani di colla calda.
Esempio: Borgh. R. Rip. 157: Di questa così calda [tinta], danno una o due volte sopra il marmo.
Esempio: E Borgh. R. Rip. 223: E perchè alcuna volta accade, che dopo che si è dato l'oro, l'uomo s'impiega in altre bisogne,... sebben fosse stato dato l'oro di sei mesi, ec.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 400: Intendo lo impedimento del dipintore, che non può dar la vernice, e l'ho per scusatissimo.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 125: 2: A chi dipigne sgabelli, come a chi dà di bianco al muro, d'ordinario servono per disegno l'estremità della superficie dipinta.
Definiz: § LXVII. Riferito ad acqua, concimi, rena, calcina, e altre simili cose, vale Versare, Spargere, Infondere, Mettere, e simili. ‒
Esempio: Nov. ant. B. 23: Stando lo 'mperadore uno giorno, e' facea dare l'acqua, alle mani.
Esempio: Dant. Conv. 302: Cose sono dove l'arte è istrumento della natura,... siccome dare lo seme alla terra.
Esempio: Martin. F. Archit. 171: Canali.... con più chiavi ovvero cannelle, per le quali in diversi luoghi della stalla l'acqua si può dare.
Esempio: Biring. Pirotecn. 140 t.: Dando l'acqua alla ruota, l'uomo.... si lassa tirare indietro ec.
Esempio: Legg. Band. C. 7, 177: Non si possa dar acqua di sorte alcuna, nè bagnare in modo alcuno la tela non tessuta di ermisini, così neri come colorati, e come volgarmente si dice, dare acqua alli strigati.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 68: A quella [calcina] di sopra [detta], per non essere ella troppo possente, è cosa chiara che bisogna dare manco rena: ma a questa più gagliarda ne bisogna dar più. Catone ordinava che a ogni duoi piedi si desse un moggio di calcina e duoi di rena.
Esempio: E Bart. C. Archit. Albert. 382: Darai l'acqua [a' doccioni] a poco a poco; acciocchè data in un subito, nello inghiottirsi per i doccioni, non si avviluppi il vento.
Esempio: Tedald. Agric. 12: Falla lunga (la propaggine) quanto ti torna comodo, e ricuopri di terra, e dagli il governo.
Esempio: Dav. Colt. 493: Alla vigna buona non dar concime, chè fa vin grasso.
Esempio: Paolett. Oper. agr. 2, 84: Questo metodo di dare al vino il cotto nelle tina si propone per le annate e per tutti quei luoghi, ne' quali mancano l'uve d'una proporzionata maturità.
Definiz: § LXVIII. E pure per Spargere, riferito a fiori, con maniera latina; ma non userebbesi che in poesia. ‒
Esempio: Lanc. Comp. Eneid. 308: Date i gigli colle piene mani.
Definiz: § LXIX. Pure per Spargere, nel senso figurato di Divulgare, riferito a voce, notizia, e simili. ‒
Esempio: Vill. G. 365: Mostrando di scender l'alpi e di venir alla città di Firenze, dando suono che gli dovea esser data la terra.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 132: Ed in Messina tornati, dieder voce d'averlo per loro bisogne mandato in alcun luogo.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 35: Manfredi, prima come tutore di Corradino, occupò quello stato; dipoi, dando nome che Corradino era morto, si fece re.
Esempio: Dav. Tac. 1, 335: Andava dicendo, che gli sdegni delle madri si deon tollerare e placarli, per dar nome d'essersi rappattumato, e accogliere Agrippina, che veniva.... a rallegrarsi.
Definiz: § LXX. Riferito ad animali da monta, vale Ammettere. ‒
Esempio: Marc. Pol. Mil. 174: Ancora vi dico, che se un gran destriere si desse a una gran cavalla, non ne nascerebbe se non un piccolo ronzino.
Definiz: § LXXI. Dare vale altresì Cagionare, Arrecare, checchessia; Esserne altrui motivo, occasione, e simili. ‒
Esempio: Dant. Purg. 7: Non però ch'altra cosa desse briga, Che la notturna tenebra, ad ir suso.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 236: Maggior peso ha a sostenere, e più cose cognosce e vede, che gli danno afflizione e pena.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 258: Vedendolo (il segno del Tau), sempre gli dava memoria della croce di Cristo.
Esempio: Petr. Rim. 2, 15: E le cose presenti e le passate Mi danno guerra e le future ancora.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 170: Veggendo lo 'mpaccio che in casa ci dava (un doglio), l'ho venduto sette [gigliati] ad un buono uomo.
Esempio: Cant. Carn. 273: Di paesi lontani.... venute siamo,... Sol per darvi diletto, festa e gioco.
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 52: Nè dubitar perciò che Ruggier muoia, Ma ben colui che ti dà tanta noia.
Esempio: Guicc. Stor. 4, 6: Ai quali, trovandosi quasi del tutto disarmati, dava grandissimo terrore l'essere restate le armi Cesaree, ec.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 249: La vostra degli 11 di novembre m'ha dato meraviglia e dispiacere assai, dicendomi ec.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 7, 97: Se l'ingegno di Antonio fosse uscito di Lombardia e stato a Roma, averebbe fatto miracoli, e dato delle fatiche a molti che nel suo tempo furon tenuti grandi.
Esempio: Grazz. Comm. 145: Egli arebbe.... dato affanno grandissimo a quella poverina.
Esempio: Lipp. Malm. 1, 14: Cosa ch'a Marte diede gran fastidio.
Esempio: Red. Lett. 1, 329: Io son sempre a dargli degl'incomodi.
Esempio: E Red. Lett. 1, 441: Quella nerezza e aridità di lingua.... può dare dell'apprensione e del timore.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 447: [il mormoratore] scandalo al prossimo involgendolo nella medesima mormorazione o col compiacimento del male udito o col divulgamento che poi ne fa tra chi non udillo.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 5, 66: Ci stien pur,... Chè ci fan grazia, e spesa non ci danno.
Definiz: § LXXII. E riferito particolarmente a pace, riposo, tregua, e simili, vale Fare che altri l'abbia, la prenda, e simili. ‒
Esempio: Petr. Rim. 2, 17: Datemi pace, o duri miei pensieri.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 109: Per dar riposo alla mia vita stanca.
Esempio: Bocc. Vit. Dant. 228: Conobbero gli cocenti sospiri alquanto dare sosta allo affaticato petto.
Esempio: Bern. Orl. 65, 16: Nè diede al suo caval mai lena o fiato.
Esempio: Alam. L. Gir. 24, 116: Poi ne dona quattro altri incontinente, L'un dopo l'altro, per non dargli posa.
Esempio: Varch. Stor. 2, 14: Sì perché l'intenzion sua era di voler dare oggimai alcuna requie e risquitto alla misera.... Italia.
Esempio: Segner. Pred. 43: Maledisse [Dio].... lo scellerato [Caino],... lo perseguitò con terrori; nè per tutta la vita diè mai più pace a quel cuore.
Definiz: § LXXIII. Per Causare, Produrre, come proprio effetto o conseguenza; riferito anche a cose morali. ‒
Esempio: Fr. Giord. Pred. 1, 288: Vedi Che ti darebbe sazietade di tutto ciò che l'anima disidera in questo mondo.
Esempio: Dant. Conv. 232: Le lode danno desiderio di conoscere la persona lodata.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 82: La luna.... infonde e dà influenza sopra i corpi di sotto, più ch'altra celestial virtude.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 307: Berto.... avea un ciccione;... ed era sì velenoso, che molti dì gli avea quasi dato un poco di febbre.
Esempio: Bemb. Rim. 31: Bel fiume, allor ch'ogni ghiaccio si sface, Tanta falda non diede, Quanta spande ec.
Esempio: Dav. Tac. 1, 419: Dandogli poi l'uscir a stento il sangue dolori eccessivi.
Esempio: Bicchier. Bagn. Montecat. 15: Pullula essa (acqua) dalle fessure dei vasti strati di travertino che formano il basamento del suo cratere, e dà costantemente alla superficie un pannicolo, che reflettendo variamente la luce, offre i colori dell'iride.
Definiz: § LXXIV. Per Infondere, Conferire, Fare acquistare, riferito a proprietà, virtù, prerogative, qualità. ‒
Esempio: Dant. Rim. 196: Le divizie.... Non posson gentilezza dar, nè torre.
Esempio: Domin. Gov. Fam. 132: Le quali.... dieno loro amor di virginità, desiderio di Cristo, odio de' peccati, dispregio di vanità, fuggimento di triste compagne.
Esempio: Alam. L. Colt. 2, 348: A i negri serpi Diede crudo veneno, a i venti diede L'invitta potestà d'empier il cielo Di rabbioso furor, di pioggia e neve.
Esempio: Varch. Boez. 78: Se le dignità non possono far gli uomini degni di riverenza,... se per la stimazione delle genti inviliscono, che bellezza, non dico possono elleno dare ad altrui, ma hanno in sè che si debba desiderare?
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 361: Correggendo quelli i quali l'amore e la carità, che natura ci diè per usarla con gli uomini, consumavano ver le bestie.
Definiz: § LXXV. E nel medesimo senso, riferito a cose materiali. ‒
Esempio: Fr. Giord. Pred. 18: Il fabro, quando hae fatto il coltello, se non lo arrotasse e non gli desse il taglio, non varrebbe neente.
Esempio: Bern. Orl. 13, 58: Che par che 'l sonno ad un bel viso dia Non so che più di grazia e leggiadria.
Esempio: Alam. L. Colt. 1, 877: Grazioso e vago D'un insolito sal dà gusto al latte.
Esempio: Cellin. Pros. 35: Il troppo fuoco gli darebbe (allo smalto) tanto colore, che diverrebbe come nero.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Proem. 1, 88: La scultura, levando a poco a poco, in un medesimo tempo dà fondo ed acquista rilievo a quelle cose che hanno corpo di lor natura, e servesi del tatto e del vedere; i pittori in due tempi danno rilievo e fondo al piano con l'aiuto d'un senso solo.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. Proem. 7, 7: Lionardo da Vinci.... dette veramente alle sue figure il moto ed il fiato.
Esempio: Ricett. fior. 18: Usanlo (l'aspalto) i profummieri per dare il corpo a gli unguenti.
Esempio: Legg. Band. C. 16, 374: Da qualche tempo in qua li fondachi e lanaioli di Firenze hanno di nuovo inventato di dare ai rovescini fabbricati in Contado.... il pelo da due bande.
Esempio: Dav. Colt. 497: E per dargli (al vino) il frizante, senza cui non ha garbo, ammosta come di sopra.
Esempio: Chiabr. Rim. 3, 111: T'affanni A dar più filo alle saette acute?
Esempio: Baldin. Lez. 9: Nel caso contrario, sarebbe stata la Pittura ne' suoi ritratti, a confronto delle maravigliose somiglianze che dava a' suoi la statuaria, lo scherzo degl'intendenti e 'l dileggio della plebe minuta.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 77: Non farò ben? non darò un altro aspetto Alla curia, a introdur sì bella moda?
Definiz: § LXXVI. E riferito ad effetti o fenomeni o cose naturali, come moto, calore, luce, aria ec., vale Comunicare, Imprimere, Far penetrare, e simili. ‒
Esempio: Bocc. Filoc. 30: Forse a lui (al sole), che tutto vede, era manifesta la ferità del crudel giorno, al quale egli s'apparecchiava di dar lume.
Esempio: Ar. Orl. fur. 28, 54: Come a vicenda i mantici che danno, Or l'uno or l'altro, fiato alla fornace.
Esempio: Biring. Pirotecn. 49: La forza de l'acqua alzi li mantaci messi al bocolare, per dare il vento dentro alle maniche c'han da fonder le miniere.
Esempio: Flor. Agric. Met. volg. 196: Al fornello si dà il vento penetrante ne la camera per li buchi de le pareti.
Esempio: Cellin. Pros. 17: Accosta pian piano la tua opera al detto fuoco di legne, e comincia a dargli il caldo destramente.... Avvertisci.... a non gli dare tanto caldo, che la tua opera s'infocassi.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 259: Nel muro che è fra le seconde e le terze cornici farai le finestre, che ti servino a dare i lumi.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 3, 283: Con finestre che pigliano lume dal cortile, e lo danno non solo alla detta cappella, ma ancora.... alla stanza dell'organetto ec.
Esempio: Guar. Past. fid. 3, 5: Picciola cavernetta,... A cui dà lume un picciolo pertugio Che d'alto s'apre.
Esempio: Bart. D. Tens. 92: Diasi.... per esso [taglio] aria alla machina, e ne seguirà piombar giù nel vaso tutto l'argentovivo.
Definiz: § LXXVII. E in particolare riferito a dare fuoco, vale lo stesso che Appiccare. ‒
Esempio: Ar. Orl. fur. 27, 24: Come quando si dà fuoco alla mina.
Esempio: Legg. Tosc. 6, 501: Si proibisce il dare fuoco a seccie, stoppie, o ciarpame, che fusse ne' luoghi contigui o vicini a dugento braccia.
Esempio: Davil. Guerr. civ. 5, 207: In ognuno de' quali [fornelli] avendo collocato un barile di polvere, vi fece dare il fuoco.
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 5, 2: Si vantan di voler sorpreso e preso Messer Equilio, vendicarsi in lui, Poi dar fuoco al palazzo.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 10, 6: Come quando si dà fuoco alla polve.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 92: Non così fu di quel vano Salterel, quando la mano Del fanciul fuoco gli diè.
Definiz: § LXXVIII. E riferito a fuoco, sole, aria, o simili, vale Esporre o Sottoporre checchessia all'azione di essi. ‒
Esempio: Tratt. Vetr. 15: Mescola insieme la scaglia col piombo, e poi lo metti in un fornello in vaso forte, e dàgli fuoco per ore 15, e fallo imbiancare.
Esempio: Biring. Pirotecn. 191: Un vacuo.... per il qual dar si possa il fuoco.
Esempio: Cellin. Pros. 172: Tu gli puoi dare buon fuoco, facendogli intorno una vesta di mattoni l'uno sopra l'altro.
Esempio: Targ. Viagg. 7, 245: Alla Tolfa danno alla pietra 11, al più 14 ore di fuoco.
Definiz: § LXXIX. Per Cagionare, Produrre, Infondere, e simili; riferito ad animo, coraggio, baldanza ec. ‒
Esempio: Dant. Parad. 15: Come saranno a' giusti prieghi sorde Quelle sustanzie che, per darmi voglia Ch'io le pregassi, a tacer fur concorde?
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 15: Per virtù di Dio, lo quale per questo modo volle dare audacia al suo cavaliere Antonio.
Esempio: Petr. Rim. 1, 12: Pur mi darà tanta baldanza Amore.
Esempio: Burch. Son. 235: Che parte hai tu che ti dia tanto ardire, Essendo il sopra capo d'ogni pecca?
Esempio: Dav. Tac. 1, 281: Esso, sapendo i primi fatti dar lo spavento o l'orgoglio, vola con le coorti.
Esempio: E Dav. Tac. 1, 349: E davano speranza a' Britanni e spavento a' coloni, i quali, perchè Svetonio era lontano, chiederon soccorso a Cato Deciano proccuratore.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 15: Nè molto spesso le disunite voci della varia brigata in dar altrui buon animo s'accordano.
Esempio: Galil. Comm. ep. 2, 79: Mi ha dato animo di far capo al suo aiuto e favore.
Esempio: Segner. Mann. nov. 4, 2: Quello che ti dee dar coraggio a far cose grandi, è il pensar c'hai da farle in virtù di Dio.
Definiz: § LXXX. E per Apportare, Apprestare, Aggiungere, e simili, riferito a forza, aiuto, vigore ec.; così in senso proprio come figurato. ‒
Esempio: Dant. Purg. 15: Ma dimandai per darti forza al piede.
Esempio: Vill. M. 521: Sotto colore di guardia, ma nel vero per dare alla compagna caldo e favore.
Esempio: Petr. Rim. 1, 268: E 'n quali spine Colse le rose, e 'n qual piagge le brine Tenere e fresche, e diè lor polso e lena?
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 362: Fate che messer Curzio esponga le ragioni del Cardinale; e, bisognando, il reverendissimo Maffei dia lor polso.
Esempio: Targ. Vit. Michel. 31: Presero affetto per il Micheli, e gli diedero degli aiuti per proseguire con coraggio l'incominciata carriera.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 3, 221: Le guardie esteriori già si urtavano coi Francesi, ai quali davano favore i fossi, le siepi e gli alberi, che ingombravano il terreno.
Definiz: § LXXXI. Per Procacciare, Procurare, Apportare; anche figuratam. ‒
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 288: Presunzione è quando l'uomo s'appropria l'altrui fatto per darsi onore.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 203: Volle discendere nello 'nferno a dare a quegli ch'erano impregionati salute e liberazione.
Esempio: Petr. Rim. 1, 226: Se Virgilio ed Omero avessin visto Quel sole, il qual vegg'io con gli occhi miei, Tutte lor forze in dar fama a costei Avrian posto.
Esempio: E Petr. Vit. volg. 3: Ma molte cose gran biasimo gli dettono.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 94: Questo tuo vizio del levarti in sogno, e di dire le favole che tu sogni, per vere, ti daranno una volta la mala ventura.
Esempio: Machiav. Pros. stor. pol. 2, 410: Castruccio,... per darsi riputazione nella guerra, disegnò di ricuperare ai Lucchesi molte terre.
Esempio: Bemb. Rim. 143: Potea sovra 'l suo nido Alzarla a volo, e darle vita e grido.
Esempio: Ar. Orl. fur. 40, 79: Avea Dudon quella ferrata mazza, Ch'in mille imprese gli diè eterno onore.
Esempio: Dav. Tac. 1, 412: Come agli altri l'industria, a lui dava nome la tracuranza.
Esempio: Bentiv. G. Guerr. Fiandr. 3, 376: Nè il numero finalmente, ma il valore dar le vittorie.
Esempio: Mont. Poes. 2, 57: Io sento D'altro sangue bisogno; e questo ferro Mi darà sangue.
Definiz: § LXXXII. Quindi la maniera Darsi l'onore, il piacere, di salutare, riverire, e simili; ed è formula di complimento propria delle lettere. ‒
Esempio: Salvin. Opp. Ded. 9: E profondamente inchinandomi all'A. V., mi do l'onore di dirmi.... obbligatissimo servo.
Esempio: Fag. Rim. 7, 1: Giambattista Fagiuoli, servitore E suddito umilissimo di Vostra Reale Altezza, ora si dà l'onore Con questo memorial, ch'esso vi mostra, D'esporvi ec.
Definiz: § LXXXIII. Per Fare accadere, Fare essere, Portare, secondo o la natura del soggetto, o l'ordine naturale delle cose. ‒
Esempio: Nov. ant. B. 92: E come la sorte gli dava, così era menato alla casa.
Esempio: Stor. Aiolf. 2, 283: Per la città era alcuno pianto di certi ch'erano rimasi morti nel campo e d'alcuno ferito, come dae la battaglia.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 95: I tempi si convengono pur sofferir fatti come le stagioni gli danno.
Esempio: Nard. Liv. Dec. 76 t.: La sorte dette, che in quell'anno fusse tribuno della plebe Gaio Trebonio.
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 222: Come dà il variare delle umane cose, che sempre vanno verso il peggio calando.
Definiz: § LXXXIV. Per Produrre, Far nascere, Mandar fuori. ‒
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 1, 22: Ogni soave e delicato frutto Dava il grato terren liberamente.
Esempio: Chiabr. Rim. 3, 89: Sì cortese il terren dava le biade.
Esempio: Segner. Mann. marz. 30, 1: Quanti frutti dà la radice, tanti dà 'l tronco; ma la radice ha poi questo di vantaggioso, che gli alimenta.
Definiz: § LXXXV. Figuratam., riferito a lavori letterarj, vale Fare e pubblicare; e riferito a disegni, Farli e presentarli altrui. ‒
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 1, 251: Diede poi (Arnolfo) il disegno dei primi chiostri del convento vecchio di quella chiesa.
Esempio: Lanz. Sagg. Ling. etr. 1, 38: Nel primo volume del Museo Etrusco, dando una traduzione di altra tavola,... a forza di etimologie greche vi trovò le cose stesse.
Esempio: E Lanz. Sagg. Ling. etr. 1,41: Non ho omessa diligenza per averle (le epigrafi), e darle sincere.
Definiz: § LXXXVI. Pure per Mandar fuori, Cacciare; riferito a suoni, grida, voce ec. ‒
Esempio: Dant. Inf. 27: Poscia che il fuoco alquanto ebbe rugghiato Al modo suo, l'aguta punta mosse Di qua, di là, e poi diè cotal fiato.
Esempio: Lanc. Comp. Eneid. 746: Corrono intorno a' rogi (roghi), e con bocca diedono urli.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 241: A' quali, o sospiri per risposta dava, o che tutto si sentia consumare.
Esempio: E Bocc. Rim. 140: Con quella voce, ch'i' posso più dare, Divota vi ringrazio di tal bene.
Esempio: Bart. D. Grandezz. Crist. 259: In quanto egli dia una voce, tacerà il mare.
Esempio: E Bart. D. Giapp. 3, 264: Non si udiva dare un gemito.
Esempio: Segner. Pred. 77: O che singhiozzi dovrà dare allor egli per la vergogna di scorgersi colto in fallo! o che muggiti! o che fremiti! o che ruggiti!
Esempio: E Segner. Pred. 170: Ecco l'Empireo, quello per cui.... voi deste un tempo così dolenti sospiri.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 456: Quel villano, pel dolore estremo, Diè un urlo tal, che volò via l'augello.
Definiz: § LXXXVII. Per Mandare, Tramandare, e simili. ‒
Esempio: Dant. Inf. 3: La terra lagrimosa diede vento, Che balenò una luce vermiglia.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 2, 164: La quercia dodonea tremò e diede pianto.
Esempio: Bocc. Teseid. 7, 40: Li fuochi dieron lume vie più chiaro, E diè la terra mirabile odore.
Esempio: E Bocc. Amet. 86: L'antica quercia si mosse tutta, e l'accese lampane diedono maggiori lumi.
Esempio: E Bocc. Filoc. 434: Poi, tacendo, le stelle non diedero luce in vano.
Esempio: Chiabr. Rim. 2, 192: Ecco il nostro terren fiorir si mira, E danno odor le viti.
Definiz: § LXXXVIII. Per Rendere, Fruttare, detto di ufficio, opera, lavoro, capitale, o simili. ‒
Esempio: Magal. Com. Inf. Lett. 96: Emolumento di venticinque scudi, che dà il consolato dell'Accademia Fiorentina.
Definiz: § LXXXIX. Per Produrre, Offrire come resultato, detto di numeri o di calcoli; e detto di linee o di figure geometriche, Comporre, Formare. ‒
Esempio: Galil. Op. astronom. 1, 312: Quando il calcolo ci desse le medesime linee essersi disseparate non solamente sino all'equidistanza, ec.
Esempio: Montecucc. Op. 1, 93: Di un battaglione quadrilungo si formano agevolmente tutte le altre figure, cioè la forbice, che nel verso opposto dà il cuneo.
Esempio: Bart. D. Suon. 225: Che poi la disdiapason.... abbia la sua forma in questi numeri 1-4, che nel genere multiplice.... dà il quadruplo, non de' recar maraviglia.
Esempio: Grand. Relaz. Fucecch. 181: I quali scandaglj, ragguagliati l'uno per l'altro, ci danno braccia 3, 10, 2 di profondità.
Definiz: § XC. E per Mostrare, Provare, un dato fatto o condizione; detto più specialmente di documenti, scritture, studj particolari, e simili. ‒
Esempio: Bicchier. Bagn. Montecat. 141: La prima [parrocchia] in quel decennio.... dà 558 morti,... e la Pieve a Nievole.... nel primo decennio dava minor mortalità di Massa e di Montecatini.
Definiz: § XCI. Per Addimostrare, Fare argomentare; ed altresì Far sentire. ‒
Esempio: Esop. Fav. 15: Il colore del tuo abito dà che sii fornaio, o carbonaio, o appannator di guado, o maestro d'inchiostro.
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 11: La confidanza dentro le dava per lo fermo, ch'ella pure si convertirebbe.
Esempio: Bocc. Teseid. 7, 40: I segni dierono al mirante Arcita, Che la sua orazion era esaudita.
Definiz: § XCII. E per Insegnare, Indicare, Dire, e simili. ‒
Esempio: Dant. Conv. 256: E per questo e per quello che nella sentenza litterale è dato, è manifesta l'allegoria della Tornata.
Esempio: Arrighett. Avvers. Fort. volg. 62: Non sai tu quello micolino che la scienza a scuola diedeti.
Esempio: Barber. Docum. Am. 340: La ragion togli accorta; Chè tu la vedi dipinta e descritta Vie più chiara e deritta, Ch'io non poria qui seguitando dare.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 224: Ove voi mi promettiate.... di tenerlomi credenza, io vi darò il modo che a tenere avrete.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 9: Questa orazion l'usò dire il mio avolo,... e trovossela Molto buona. L. I' la vo' imparare. S. A darvela.
Esempio: Dav. Colt. 506: Io ti vo' dare un modo agevolissimo da farti senza spesa un nobile semenzaio.
Definiz: § XCIII. Per Attribuire, Assegnare, come proprietà inerente alla cosa di che si discorre, come sua appartenenza, e simili; o se si parla di persone, come operato da esse, proprio di esse, e simili. ‒
Esempio: Dant. Conv. 330: Plato vuole che tutti gli uomini da una sola idea dipendano, e non da più, ch'è dar loro un solo principio.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 266: Avvegnachè l'erbe e le pietre abbiano certe virtudi, secondo le loro qualitadi e loro spezie,... tuttavia non credo ch'abbiano tanta efficacia, quanta i filosofi danno loro.
Esempio: Ar. Rim. 1, 276: Davano a lei quell'inclita onestade, Che giunta con beltà, par che si stime Al nostro tempo ritrovarsi in rade.
Esempio: Varch. Boez. 57: Voi, mortali, pigliate piacere di chiamare le cose con nomi falsi, dando loro quelle virtù che agevolmente l'effetto d'esse mostra non essere vere.
Esempio: Nannin. Epist. Ovid. 199: Del tuo sposo Non puoi narrar così famose prove, Nè dare al grand'Atride arte sì bella.
Esempio: Dant. E. Astrolab. 6: Li moderni quasi tutti universalmente danno a ciascun grado miglia 60; donde il circuito della terra risulterà miglia 21600.
Esempio: Porz. C. Op. 39: Il luogo mi ammonisce.... che.... dichiari il sito di Terra di Lavoro: e gli darò i termini antichi, poichè i moderni.... l'hanno alquanto ristretta.
Definiz: § XCIV. Per Attribuire secondo il proprio giudizio; riferito a ragione, torto, colpa, biasimo, lode, e simili. ‒
Esempio: Cont. Ant. Cav. 70: Quando ella entese el pregio che la gente tutta a Fulco dava, de lui ennamorò.
Esempio: Dant. Inf. 7: Quest'è colei ch'è tanto posta in croce Pur da color che le dovrian dar lode, Dandole biasmo a torto e mala voce.
Esempio: Vill. G. 538: Di ciò tutta la colpa si dava al detto Legato, che 'l Papa vi mandava moneta infinita, e male erano pagate le masnade.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 211: Perchè si manifesti alcuna sua escellenzia e bontade, e per l'onore e per la reverenza che gli è fatta, e per la loda e per la fama che gli è data.
Esempio: Petr. Rim. 2, 232: Avrà gran maraviglia di sè stessa, Vedendosi fra tutte dar il vanto.
Esempio: Bocc. Fiamm. 36 t.: Io le feste non poco intralasciate, dando di ciò al sozzo tempo cagione, vedendo il nuovo, ricominciai ad usare.
Esempio: E Bocc. Rim. 145: Con dritta lista a ciascun sua ragione Di dar le piace, e fa sì, che Astrea Giusta non fa d'alcuno eccezïone.
Esempio: Ar. Orl. fur. 27, 109: Se non che 'l re Agramante diede torto A Rodomonte.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 37, 15: Se chi sian queste, e di ciascuna voglio Render buon conto, e degno pregio darle, Bisognerà ch'io verghi più d'un foglio.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 37, 315: Diamoti La gloria e 'l vanto di saper me' fingere D'ogni poeta una bugia.
Esempio: Bern. Orl. 45, 4: Ne va dando la colpa a questo e quello.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 19: Il vendere la giustizia, e dare la ragione a chi, ec.
Esempio: Tass. Gerus. 20, 32: Cade il trafitto, e nel cadere egli ode Dar, gridando, i nemici al colpo lode.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 311: Egli fu una volta che un incendio distrusse la notte la principale moschea del Cairo, ed i Maomettani ne diedero la colpa all'odio de' Cristiani.
Esempio: Lanz. Stor. pitt. 1, 46: Il Cinelli.... l'ascrive a Giottino, e non trovo ragione da dargli torto.
Definiz: § XCV. E per Apporre, in mal senso. ‒
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 250: Due cherici scellerati.... diedono per iscritto, l'uno contro all'altro, al santissimo Imperadore Gostantino cose vituperose.
Esempio: Ar. Orl. fur. 5, 68: Che vuol per moglie, e con gran dote, darla A chi torrà l'infamia che l'è data.
Esempio: E Ar. Comm. 2, 111: Ingiuriare un uomo da ben pubblicamente e darli carico.
Esempio: Varch. Ercol. 97: Tacciare alcuno e difettarlo, è nollo accettare per uomo da bene, ma dargli nome d'alcuna pecca o mancamento.
Esempio: Giannott. Op. 1, 139: I cittadini si perseguitavano l'uno l'altro, dandosi tutte quelle infamie che potevano.
Esempio: Ambr. Cofan. 4, 15: E costui con sue chiacchiere Vuol dare infamia.
Esempio: Dav. Tac. 1, 163: Scrittore non è sì nimico di Tiberio, che gli dea tal carico; e pur gli ritrovano l'altre cose, e l'accrescono.
Esempio: Fag. Pros. 39: Un saputello che ad ogni cosa dà il repete,... a tutto dà l'eccezione.
Definiz: § XCVI. Per Supporre, Ammettere per ipotesi, Immaginare come vero, probabile, possibile; ed altresì Menare buono, Ammettere, in contrapposizione di Concedere. ‒
Esempio: Guicc. Op. ined. 1, 59: Se tu mi dessi cinquanta anni di uno governo populare buono, e altanti di uno principe parimente buono, non dubito che, ec.
Esempio: Segner. Pred. 96: Ma su, diamo ch'egli vi lasci tutte possedere abbondantemente le vostre rendite.
Esempio: E Segner. Crist. instr. 1, 259: Ma diamo che ciò non segua, e che sull'estremo abbiano a lasciarsi per testamento limosine ancora grosse: che liberalità è mai questa?
Esempio: Leopard. Paralip. 2, 36: Date sian queste cose e non concesse, Rispose al granchio il conte Leccafondi, Ma qual nume ordinò che, ec.
Definiz: § XCVII. Per Addurre, Produrre, Allegare; riferito a ragioni, argomenti, motivi, scuse, pretesti, e simili. ‒
Esempio: Malisp. Stor. fior. 89: Non l'assentirono, dando cagione che la detta mercatanzia era barattata.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 151: Questo secolare, volendolo onorare, diegli alcuna cagione, ch'egli aveva bisogno d'andare innanzi.
Esempio: Segn. B. Tratt. Anim. 78: Questa ragion medesima si può dare contra chi ponesse,... che il lume fosse certe piccole decisioni che si spiccassino da' corpi lucidi.
Esempio: Salv. Infarin. sec. 238: Se foste giudice, sareste obbligato a dare i motivi.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 2, 800: Non si poteva più dare scusa, che si aspettava la risposta del Papa.
Esempio: Segner. Pred. 565: Dite che cedete, dite che cadete; verissimo: ma perchè? perchè così piace a voi. Volete cadere, volete cedere: non si può dare altra cagione.
Esempio: Nell. Iac. Gelos. disinv. 2, 2: Le ragioni che in questo genere di cose vengono date dalle donne, non vaglion nulla.
Definiz: § XCVIII. Per Presentare, Produrre in giudizio, trovasi riferito a testimonj. ‒
Esempio: Esop. Fav. M. 112: Vuo' tu dare testimonj a provare che una sì fatta buona femmina sia ladra?
Definiz: § XCIX. Pure per Presentare; riferito a querela od accusa, contro alcuno, ovvero ad appello da alcuna sentenza, e simili. ‒
Esempio: Nov. Ant. B. 52: Richiamossi di lui, e diegli un libello di due mila livre.
Esempio: Vill. G. 371: Fu data una inquisizione, o vero accusa, alla Podestà.... contro a messer Corso.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 98: Di così piccola cosa, come questa è, non si dà libello in questa terra.
Esempio: Deput. Decam. 97: Demmo la petizione al giudice delle Podestà alle Civili.
Esempio: Pitt. I. Istor. fior. 163: Sia lecito al condannato appellarsi da tal giudizio al Consiglio maggiore; ed essendo in pena afflittiva di corpo, o relegato in carcere o confino, si debba costituire in prigione, innanzichè dia tale appello.
Esempio: Fag. Comm. 1, 150: Io l'ho ben saputo. Se t'è dato la querela!
Esempio: Cesar. Fatt. Ap. 2, 152: Stato [Festo].... in Gerusalemme non più di otto dì o dieci, tornò a Cesarea, e dietrogli quegli Ebrei che a Paolo voleano colà dare l'accusa.
Definiz: § C. Per Pronunziare, Proferire, riferito a sentenza. ‒
Esempio: Cavalc. Pungil. 97: La sentenza, la quale S. Pietro dette contra Anania e Safira.
Esempio: Vill. G. 442: Fece processo, e sentenza diede contra il detto Federigo conte.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 47: Date adunque la sentenzia constantemente contro a costui, il quale ec.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 136: In quel luogo dove.... si avevano a dare le sentenzie in le case del principe.
Esempio: Dav. Tac. 1, 295: E alle loro sentenze si stesse, come fossero date da' magistrati di Roma.
Esempio: Pap. L. Coment. PP. 3, 34: Se sul decadimento di lui (del re) veniva data sentenza, la nazione si aveva infallibilmente a mettere dalla parte loro.
Definiz: § CI. E pure per Pronunziare, Recare, e simili, riferito a giudizio. ‒
Esempio: Cant. Carn. Otton. 83: Quel c'ha sol di mercante sperimento, Vuol dar giudizio di preti e di frati.
Esempio: Varch. Ercol. 313: Udite Quintiliano, il quale avendo fatto e dato il giudizio degli scrittori greci, ec.
Definiz: § CII. Riferito a lettere, diplomi, decreti, e simili, vale Soscrivere in un luogo e in un giorno ivi specificati. ‒
Esempio: Maff. Stor. diplom. 26: Vi si esprime ancora la pietà dell'istesso Augusto, e il suggerimento.... di Marcio Censorino, per cui tal carta fu conceduta; e per fine si pone il preciso luogo, ov'essa fu data.
Definiz: § CIII. Riferito a cauzione, garanzia, mallevadoria, ipoteca, vale Offrire, Lasciar prendere, nei modi e forme voluti dalla legge: e riferiscesi altresì a mallevadori, ostaggj, e simili. ‒
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 334: I decreti della santa Chiesa comandano, che niuna meritrice sia battezzata se prima non dà pagatori di non tornare più al peccato.
Esempio: Vill. G. 2, 18: Diede sentenza sotto pena di scomunicazione chi la rompesse sopra la differenza,... faccendo baciare in bocca il sindaco delle dette parti, e far pace e dare mallevadori e stadichi.
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 2, 46: Deesi assolvere, ricevendo imprima da lui idonea cauzione, che soddisfarà, se mai egli avrà donde;... la qual cauzione se non la può dare, dia la cauzione del giuramento.
Esempio: Ar. Comm. 1, 135: Nè altra cauzione dar mi vogliono, Che la lor fede.
Esempio: Gell. Sport. 4, 1: Faccendogliene una contrascritta, e dandogliene mallevadori, in modo che e' si contentasse.
Esempio: Dav. Tac. 1, 320: Mandava ambasciadori in suo nome, e de' Parti, a intendere, onde fosse, che avendo poco fa dati ostaggj, e rinnovata la lega,... lui volesser cacciare dall'antico possesso d'Armenia.
Definiz: § CIV. Riferito a suffragj, vale Rendere; Esprimere col voto la propria opinione: e col compimento Dare il voto Ad alcuno, vale Renderli, Esprimerli in favore di quello. ‒
Esempio: Vill. G. 6, 59: Parve opera divina, che ciascuna setta di Cardinali a gara gli diedono le loro voci.
Esempio: Dav. Tac. 1, 313: Burro, benchè reo, fra' giudici diede il voto.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 1, 596: Si dichiarò che per qualsivoglia forma di sedere o di dar la voce, non s'intendesse da veruno acquistata o perduta ragione.
Esempio: E Pallav. Stor. Conc. 2, 531: Disse al vicino, che mai egli non indovinerebbe a chi esso era per dar la voce.
Esempio: Pap. L. Coment. PP. 1, 24: Il Parlamento voleva opinare a pluralità di suffragj; e il Custode de' sigilli Lamoignon tenea fermo che, presente il Re, non dovessero darsi i voti.
Definiz: § CV. Dare vale altresì Menare, Aggiustare, Inferire; riferito a colpi, busse e simili. ‒
Esempio: Fr. Iac. Tod.: Per la tua negligenza Datti una disciplina.
Esempio: Senec. Pist.: Alcuni piangono, quando l'uomo dà loro una collata.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 70: Io ci tornerò, e darottene tante, che io ti farò tristo per tutto il tempo che tu ci viverai.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 266: E quanto egli potè menare le mani e' piedi, tante pugna e tanti calci le diede, tanto che tutto il viso l'ammaccò.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 272: Non ti diedi io di molte busse?
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 69: Sentirono la fiera battitura, la quale alla moglie dava.
Esempio: Pass. G. Cr. 47: Dannogli calci per farlo levare.
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 1, 198: Folco gli dette in su l'elmo tal picchio, Che parve proprio che fusse di giaccio.
Esempio: Bocchin. Ricord. 12: Mio padre attendeva pure a dargli assai colpi con dua mane.
Esempio: Ar. Comm. 2, 90: Se mi t'accosti, ti darò una bastonata.
Esempio: Bern. Orl. 65, 10: E che d'un colpo perso resta, Che Ruggier gli avea dato in su la testa.
Esempio: E Bern. Orl. 66, 55: Queste mazzate da ciechi si danno, Che pietà me ne vien sol a vedere.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 7: Un boscaiuolo,... volendo fendere un querciuolo assai ben grosso, montato sopra l'un de' capi co' piedi, dava sull'altro colla scure di gran colpi, e poi metteva nella fenditura che faceva certo conio, perchè e' la tenesse aperta, e acciocchè meglio ne potesse cavar la scure, per darvi su l'altro colpo.
Esempio: Segn. B. Stor. fior. 114: Esso signor Cammillo fu morto.... d'un'archibusata de' suoi, che.... gli era stata data.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 20: E 'l dare un pugno a Taurea, che nutriva un drappello di musici, per seco contendere a prova e riportarne vittoria.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 52: La fortuna è trovata. A. Ti darò una ceffata.
Definiz: § CVI. E riferito a urto, spinta, tracollo, tuffo, e simili, vale Imprimere quel dato movimento in cosa o persona, cosicchè ne segua il naturale effetto. ‒
Esempio: Pulc. L. Morg. 5, 45: Corsegli addosso presto col cavallo: Dettegli un urto, e colselo nel petto, Per modo che sozzopra fe cascallo.
Esempio: Soder. Colt. 126: Ponvele (l'uve) sopra asse o graticcio di ginestra verde: da' loro poi un tuffo nel mosto, e ponle al sole tanto che s'asciughino.
Esempio: Dav. Tac. 1, 222: S'ei pareva ignorante o ciurmante, gli era data la pinta in mare, perchè non ridicesse il domandato.
Esempio: E Dav. Scism. 410: Sandero suo padrone, che l'accusò, l'istesso dì in Tamigi, con dar la volta alla barca, fu affogato.
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 5, 2: Io credea ben ch'i ciechi Potessero urti dar da porre in terra.
Esempio: Segner. Mann. febbr. 26, 3: Perocchè gli uomini danno ad esse (alle stadere) il tracollo avvedutamente, come lor piace (qui in locuz. figur.).
Esempio: E Segner. Crist. instr. 2, 194: Escono fuor di sè [i giuocatori], strappan le carte, danno la volta alla tavola.
Esempio: Salvin. Eneid. 2, 322: Una torre Ritta su precipizio.... divelliam dall'alte Sedi, e le diam la spinta.
Esempio: Marrin. Annot. Baldov. Lament. 91: Dar la balta, Dar la volta, Ribaltare, Mandar sossopra.... Noi.... l'usiamo, dicendo:... io detti la balta a un fiasco.
Definiz: § CVII. Riferito a danni di qualsivoglia specie, vale Apportare, Arrecare, Inferire, Infliggere, e simili. ‒
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 403: Veggendo i suoi baroni e cavalieri che questo Conte si voleva dare la morte, sì gli dissono ec.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 161: Perciò che in una grande sconfitta, la quale aveva data ad una gran moltitudine d'Arabi, ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 150: Rinieri, sicuramente, se io ti diedi la mala notte, tu ti se' ben di me vendicato.
Esempio: Petr. Rim. 2, 249: S'Amore o Morte non dà qualche stroppio Alla tela novella, ch'ora ordisco, ec.
Esempio: Capp. G. Comment. Pis. 263: E mentre che davano la fuga a' Pisani, tolsono loro parte delle loro bandiere.
Esempio: Ar. Orl. fur. 21, 8: Ed a cavalleria non corrisponde, Che cerchi dare ad una donna morte.
Esempio: Bern. Orl. 16, 62: Poi disse: cavalier, mia trista sorte M'induce a darmi volontaria morte.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 193: Or gli toglieva i buoi, e or gli dava il guasto alle biade.
Esempio: Dav. Tac. 1, 153: Dava in ogni cosa storpj e danni al nimico.
Esempio: E Dav. Tac. 2, 165: Comandò ad ogni vicino dare il guasto alli Ubii e Treveri.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 454: Sì m'avanza di grandezza Sua Maestà, che se vuol darmi morte, Questo esser le potrà suo poco onore.
Esempio: Mont. Poes. 2, 38: Uopo è dar morte a quel tiranno.
Definiz: § CVIII. Per Infliggere, Fare avere, ed anche Assegnare; riferito a pena, penitenza, gastigo, condanna, e simili. ‒
Esempio: Passav. Specch. Penit. 120: Quella penitenza, che voi dareste ad uno altro prete, che vi confessasse simile peccato, ch'avete fatto voi, fate voi.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 316: Domandò.... che pene si dessero di là per ciascun de' peccati.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 52: E minacciandolo di farlo impiccar per la gola, o fargli dar bando delle forche di Siena, montò a cavallo.
Esempio: E Bocc. Vit. Dant. 239: Morto è il tuo Dante Alighieri in quello esilio, che tu ingiustamente, del suo valore invidiosa, gli desti.
Esempio: Capp. G. Comment. Pis. 275: Alle proprie persone daremo quella medesima punizione che meriterebbe chi commessa l'avesse.
Esempio: Bern. Orl. 45, 4: So che degli error suoi data gli avrei La pena, e degli altrui, e poi de' miei.
Esempio: Varch. Stor. 2, 132: Si diè bando di rubello, e conseguentemente furono confiscati i beni a tutti coloro, i quali ec.
Esempio: E Varch. Boez. 131: A cui reputaresti tu, che si devesse dare il gastigo? a colui che avesse fatto, o a colui che avesse sopportata l'ingiuria?
Esempio: Cecch. Dot. 4, 1: Federigo, aggiunto questo dispiacere a quello ch'io gli ho fatto di Fazio, mi darà 'l malanno.
Esempio: Dav. Oraz. 485: Avete inteso, Accademici, il pericolo nostro; l'occasion che me l'ha mostro; il rimedio che ci sarebbe; la pena che mi parrebbe di dare.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 115: Perchè Cort' ad ogn'un nominar sento Là dov'i debitor chiamar si fanno, E dov'a' mafattor si dà tormento.
Esempio: Fag. Comm. 4, 146: E perchè egli si confessi giusto, dategli subito due o tre ore di corda.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 460: Conforme a questo danno E all'onor mio si dee darti castigo.
Definiz: § CIX. Riferito a moti del corpo, o ad altro movimento, sia esso improvviso e involontario, o no, vale Fare. ‒
Esempio: Dant. Inf. 25: Che non potea con esse dare un crollo.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 111: Tu dài tali volte per lo letto, che tu fai dimenare ciò che ci è.
Esempio: Ar. Orl. fur. 21, 49: Pervenne Argeo, senza pur dare un crollo, De la misera vita al fine amaro.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 47: E' mi venne veduto.... giacerne a' suoi piedi tre, tutti imbrodolati di sangue, che ancor davano i tratti.
Esempio: Segner. Pred. 726: Eravate spesso dalla stanchezza sì debole, che per poco non potevate dar passo.
Esempio: E Segner. Incred. 77: Siccome nelle operazioni di quell'organo [idraulico] privo di senso, appare l'arte umana che gli fa dare que' tratti tanto aggiustati al passar dell'acqua, così ec. (qui per similit.).
Definiz: § CX. E riferito a una serie di atti in adempimento di un ufficio, e simili, come lezioni, esercizj, rappresentazioni, e simili, vale pure Fare. ‒
Esempio: Segner. Op. 4, 514: Salariato per dare alla scolaresca lezioni pubbliche di morale o di metafisica.
Definiz: § CXI. E riferito a pranzo, festa da ballo, e simili, vale Fare il pranzo, la festa, con le persone a tale effetto invitate; e propriamente a fine di onoranza, trattenimento, e simili. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 6, 75: Se egli ce n'è niuno che voglia metter su una cena, a doverla dare a chi vince,... io la metterò volentieri.
Esempio: Camb. G. Ist. 1, 370: Fue nel dare la colizione 40 confettiere d'ariento, e da 20 zane coperte a oro piene di confetto.
Esempio: Bentiv. G. Nunz. 2, 395: Convitò l'uno e l'altro di noi, insieme con molti suoi principali parenti, e ci diede un lauto banchetto.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 27, 82: E diede lor cortesemente e lieto Povera cena, e diella volentieri.
Definiz: § CXII. Riferito ad atti di ostilità, vale Farli, Venire all'eseguimento di essi. ‒
Esempio: Vill. G. 867: Vi continuò l'oste dall'agosto 1345 al maggio 1346, dando alla terra continue battaglie e assalti.
Esempio: Ar. Orl. fur. 12, 36: Come il cane talor, se gli è intercetta O lepre o volpe a cui dava la caccia.
Esempio: Bern. Orl. 35, 49: Fino alla rocca detton lor la caccia.
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 2, 523: I capi cristiani raddoppiarono le forze, e dettono la carica sì gagliarda, e con i cavalli massimamente, che stretti e serrati insieme cominciarono a penetrarli.
Esempio: Dav. Tac. 2, 116: Dar l'assalto i soldati stracchi la notte e 'l dì, cosa dura, e senza vicino aiuto, pericolosa.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 288: L'arte di guerreggiare fa osservare al capitano il luogo e il tempo opportuno a dar la battaglia.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 4, 32: Venuto in cospetto del Consolo, questi.... gli disse: Avete dato anzi una bella carica che no.
Definiz: § CXIII. Usato in maniere augurative o di saluto, vale Augurare o Dire. ‒
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 288: E finito ch'ebbono l'orazione, volsonsi alla donna loro, e dierongli la santa pace.
Esempio: Cecch. Servig. 3, 8: E dessi a chi che sia la buona sera.
Esempio: E Cecch. Servig. 4, 12: Orsù, andate via: date il buon anno A qualcun'altro più avventurato Di me.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 188: Già per la sete, oimè, giunto all'occaso, Era quasi per dar l'ultimo addio.
Esempio: Fag. Rim. 3, 106: Io mi ricordo ancora del costume Di dar le buone feste per Natale.
Esempio: Pindem. Poes. 91: Quando un frettoloso addio Dar convenne ai boschetti, agli antri, ai rivi.
Definiz: § CXIV. Neutr. pass. darsi Porsi, Mettersi in balìa, in potestà, in governo, in cura, e simili, di alcuno; Affidarsi del tutto, Abbandonarsi, a lui. ‒
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 39: Chi a' medici si dà, a sè medesimo si toglie.
Esempio: Vill. G. 608: Ben mandaro que' del Borgo ambasciadori a' Fiorentini, per darsi loro liberamente, se gli diliberassono dell'assedio, e difendessono dagli Aretini.
Esempio: Imit. Crist. 52: Subito consolato e confortato, si dette tutto alla volontà di Dio.
Esempio: Ug. Pac. Rim. Z. 467: Per quel veder l'alma mia s'assottiglia A ragunare le sue vertù sparte Per darsi tutta a chi sì ben consiglia.
Esempio: Belc. F. Pros. 2, 61: Io non voglio fare senza il vostro parere e deliberazione, come voi fate a me: voi vi siete dati a me, e così mi debbo io dar a voi: e come voi non fate alcuna cosa senza me, così non debbo io far alcuna cosa senza voi.
Esempio: Robb. Recit. 304: Il Signore è misericordioso: datevi a lui, e basta.
Esempio: Pap. L. Coment. PP. 2, 168: Alcuni.... cittadini [di Avignone] si consigliarono di darsi alla Francia; altri volevano rimanere sudditi del Papa.
Definiz: § CXV. Per Arrendersi, Rendersi prigione, detto di persona; e pure Arrendersi, Sottomettersi, Far dedizione, detto di città, fortezza, e simili: talvolta con qualche aggiunto. ‒
Esempio: Cronichett. Mannell. 25: E tutte queste terre, ch'egli vincea, erano in questo modo, che sel'avea per forza d'arme; e chi gli si dava per amore, niuno danno avea, e chi si ribellava gli disfacea.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 81: Diffidandosi di sua vita, siccome si desse a' suoi nemici, si diede a' detti pretori.
Esempio: Poliz. Pros. 36: Il re ha protestato loro, che se non si danno di qui a un mese, non ne camperà di loro testa.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 230: I vicarj di Vico e di Pescia scrivevano,... di ricevere quelle castella che venivano a darsi loro.
Esempio: Nard. Liv. Dec. 107: Si fecero due guerre felicemente, e combattessi co' Tiburtini sino che finalmente si dierono.
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 298: Non pure si dettono a patti, anzi si dettono a discrezione.
Esempio: Car. Eneid. 2, 130: Il confortammo a dire.... qual fidanza avesse A darnesi prigione.
Esempio: Buonarr. Aion. 2, 68: Pistoia si dette, Pisa si riebbe.
Definiz: § CXVI. In senso disonesto, detto di donna, vale Far copia di sè. ‒
Esempio: Nov. ant. B. 81: Stavano nel mal luogo, e davansi a chi le volea.
Esempio: Gell. Circ. 219: Meretrici, che si danno per ogni vil cosa.
Definiz: § CXVII. Per Gettarsi, Buttarsi. ‒
Esempio: Tav. Rit. 1, 437: Tristano acconcia sè e 'l buono destriere, e poi va in contro agli XXV cavalieri, e dassi tra loro sì come il lione in fra le bestie.
Esempio: Pass. G. Cr. 205: E ginocchion dinanzi a lor si diede Gridando: omè, pietà di me vi prenda.
Esempio: E Pass. G. Cr. 221: E ginocchion ciascun di lor si diede Alla donna, sguardando sua figura.
Esempio: Ar. Orl. fur. 40, 25: Pregavan molti, e non vols'egli udire, Che ritornasse; ma dentro si diede: Dico che giù ne la città d'un salto Dal muro entrò, che trenta braccia era alto.
Definiz: § CXVIII. Pur figuratam., parlandosi di cibi o di bevande. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 7, 108: Veggendo che il prete non lasciava pagare, si diede in sul bere; e benchè non ne gli bisognasse troppo, pur si caricò bene.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 55: Tanti e sì grossi furono i topi che, venuti da ogni parte, si dieron su quelle delicate vivande, che era proprio una maraviglia.
Definiz: § CXIX. Poeticam. per Abbandonarsi, Darsi in balìa, Lasciarsi andare. ‒
Esempio: Dant. Inf. 23: E giù dal collo della ripa dura Supin si diede alla pendente roccia, Che l'un dei lati all'altra bolgia tura.
Esempio: Lanc. Comp. Eneid. 748: Metabo, costrignendo la moltitudine, si dà al fiume.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 9, 20: Fa tutte sciorre Le vele, e dassi affatto al mare infido.
Definiz: § CXX. E figuratam. ‒
Esempio: Pucc. A. Guerr. Pis. 5, 34: Onde si dieron tutti in sul fuggire.
Esempio: Serdon. Stor. Ind. volg. 408: Saranno ammazzati nella campagna aperta tutti quelli che si daranno alla fuga.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 24, 46: Su la trista paglia Si danno al sonno.
Esempio: E Forteguerr. Ricciard. 26, 55: Diedersi al sonno tutti volontieri.
Definiz: § CXXI. Per Applicarsi, Dedicarsi, a checchessia; Attendervi continuamente e con alacrità, o simili. ‒
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 221: Si diede ad uso e a far frutto e operazioni, non all'adorno parlar greco.
Esempio: Bocc. Vit. Dant. 234: E quivi tutto si diede allo studio e della filosofia e della teologia.
Esempio: E Bocc. Comm. Dant. M. 1, 87: Si diede agli studj liberali.
Esempio: Pandolf. Gov. Fam. 11: Non mi diedi alle lettere ed alle scienzie interamente, quando era giovane, per mia negligenzia, dandomi piuttosto alle cose volontarie che scientifiche.
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 1, 349: Han fatto di lor vita notomia, Per lasciar fama di loro scïenzia; Quai si son dati ne la astrologia Senza pigrizia, e senza negligenzia; Alcun s'è dato a la filosofia, Ed altri con fervore a penitenzia.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 170: Se ora mi posso dar tutto a questo, me ne rimetto a V. S., che sa l'infermità e la necessità mia.
Esempio: Varch. Invid. 46: Chi si dà agli stati e cose pubbliche, è tenuto o avaro o ambizioso.
Esempio: E Varch. Sen. Benef. 22: Di poi vengono quelle cose, le quali noi avemo care,... a cui s'è tanto dato l'animo, e in guisa se l'è fatte famigliari ec.
Esempio: Cellin. Pros. 221: Ho conosciuto molti altri uomini di bassa arte, i quali si sono dati alla architettura.
Esempio: Tass. Gerus. 4, 20: Idraote famoso e nobil mago, Che sin da' suoi prim'anni all'indovine Arti si diede, e ne fu ognor più vago.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 321: Un dervis.... si era dato del tutto al dipingere.
Definiz: § CXXII. E pure per Applicarsi, riferito a forma o istituto di vita, ed altresì a sentimenti, affetti, pensieri, e simili, informativi di essa. ‒
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 57: Talora si conviene di lasciare la patria, acciocchè uomo possa più liberamente darsi a Dio, ovvero a studio.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 99: Che poi essendo tutto dato allo spirito, si fece bizzoco di quegli di san Francesco.
Esempio: Belc. F. Pros. 1, 51: Datevi a Dio senz'alcun mezzo, e posponete ogn'altra cosa.
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 13: E fu papa Felice duca di Savoia, che più tempo innanzi aveva lasciato lo stato ed erasi dato a vita eremitica.
Esempio: Gell. Sport. 2, 5: I giovani.... non le stimano, e fannole disperare in modo, che di molte volte per vendicarsi si danno alla trista.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 85: Figliuole mie care, datevi tutte a Gesù allegramente.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 24, 2, 28: Il darsi da dovero all'anima, e per ciò romperla col mondo e con l'inferno.
Esempio: Magal. Mend. abol. trad. 103: Pretende il re, con l'introduzione di questo nuovo istituto, obbligar la canaglia o a darsi al buono, o a sbrattare.
Esempio: Marrin. Annot. Baldov. Lament. 31: Che tu meco ti dia tanto al cattivo. Che tu ti porti meco tanto malignamente. Che tu mi tratti con maniere così cattive.
Esempio: Giust. Vers. 80: Momo s'è dato al serio.
Definiz: § CXXIII. E riferito a condizione, stato, passione, e simili, vale Abbandonarvisi, Lasciarsene vincere o prendere. ‒
Esempio: Cat. Cost. volg. 90: Sempre più vegghia e non ti dare al sonno.
Esempio: Vill. G. 232: Non si ricordò il re Carlo del proverbio antico del comune popolo, che dice: se t'è detto tu hai meno il naso, ponviti la mano. Anzi si diede a non calere, e non si mise a sentire i trattati, e tradimenti che si faceano in Cicilia per messer Gianni di Procida.
Esempio: Bocc. Filoc. 255: Perchè pure in sul dolor ti dai?
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 37: E questo fece per compassione Ch'egli ebbe di quel povero cristiano, Che non si desse alla disperazione.
Definiz: § CXXIV. Per Mettersi, Porsi, a fare alcuna cosa; e propriamente con zelo, con diligenza, con amore, con alacrità, o con passione. ‒
Esempio: Dant. Inf. 33: Ond'io mi diedi, Già cieco, a brancolar sovra ciascuno, E due dì li chiamai poi che fur morti.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 234: In Londra, a guisa che far veggiamo a questi paltoni franceschi, si diedono ad andar la limosina addomandando.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 290: Commendò ciascun la reina delle cose dette, sì come savia; ed in piè drizzatisi, chi ad un diletto e chi ad un altro si diede.
Esempio: Pass. G. Cr. 8: Inginocchiati gli stavan davanti, Ed a pregarlo ciaschedun si diede.
Esempio: Bemb. Stor. 30 t.: S'accostarono alle mura, e postevi le scale,... s'avventarono nella terra, e a rubarla si diedero.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 127: Mi diedi a correre quanto mai m'usciva di tutti quattro i piedi.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 12, 4: A far risplender la cerrina scorza Sopra l'altar di Giove ogni alma dasse.
Esempio: Car. Long. 58: Indi, per gli dei di ghirlande onorare, si dettero all'inchiesta de' fiori dovunque n'erano.
Esempio: Grazz. Pros. 53: Lasciata con furia la fune della campana, tremando e gridando, si diede a fuggire.
Esempio: Cecch. Stiav. 4, 2: Bisogna.... più tosto darsi alla cerca: ella è in questa terra.
Esempio: E Cecch. Incant. 1, 1: Ella fu savia certo, e di grand'animo: Un'altra sì sare' data su 'l piagnere.
Esempio: Red. Lett. 1, 88: I Padri della Compagnia di Gesù si son dati a scriver toscano.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 29, 2: E ripensando al suo diletto e fido Ricciardo, si dà tutta a lagrimare.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 306: Molti intrapresero di rovinare cotesto favorito, e tutti d'intelligenza si diedero a risvegliare sospetti nel Principe.
Definiz: § CXXV. Per Offrirsi, Porgersi, Prestarsi, e simili, tale o tale, o per tale o tale; detto di persona. Usato anche assolutam., e altresì figuratam. ‒
Esempio: Dant. Purg. 15: Quello infinito ed ineffabil bene Che lassù è, così corre ad amore, Come a lucido corpo raggio viene. Tanto si dà, quanto trova d'ardore.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 2, 163: Questo Traiano a Roma e per tutte le provincie a tutti si dava iguale, ed a tutti i suoi amici fu cortese.
Esempio: Colomb. Lett. 101: Ispero che Cristo sempre sarà con voi, vi si darà più che mai.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 1: Senza troppo stare in su' convenevoli, io mi vi do e dono per amicissimo.
Definiz: § CXXVI. Per Presentarsi, Offrirsi, Porgersi, detto di circostanza buona o cattiva; e talvolta usato anche assolutamente. ‒
Esempio: Segn. B. Rettor. volg. 298: E parimente si dan molte azioni d'un solo uomo, delle quali non mai ne risulta azione che si possa dire unica.
Esempio: Red. Lett. 2, 317: Come diammine mi sia scappata questa cosa, io non me ne rinvengo. E pure son cose che si danno.
Esempio: Fag. Pros. 82: Quali miserie e quali incomodi posson mai darsi, che vagliano a rendere la libertà men desiderabile della servitù?
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 297: Non vi era giro o movimento di cieli che gli potesse sfuggire dagli occhi, nè poteano darsi apparenze di pianeti così straordinarie che fossero a lui nuove.
Definiz: § CXXVII. E usato assolutam., per lo più retto dal verbo Potere darsi, vale quanto Darsi il caso, cioè Avvenire, Accadere. ‒
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 49: Benissimo si può dare che una copia sia migliore dell'originale, e di gran lunga.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 305: Troppo grandi sarebbero i re, e felici oltre ogni credere i popoli, se avesse potuto darsi che l'adulazione fosse stata sbandita dalle corti.
Definiz: § CXXVIII. Darsi ad alcuno un dato male, vale Venirgli, Esserne quegli colto o sopraggiunto; e propriamente dicesi di mali o improvvisi o violenti, come accidente, convulsioni, epilessia ec. ‒
Esempio: Esop. Fav. S. 24: Per la soperchia paura se li si diè la febbre, e incanutì.
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 72: Dicendo queste parole, se le diede sì grande stretta al cuore, che credettono ch'ella morisse.
Esempio: Petr. Vit. volg. 2 t.: Due volte nelle faccende il male maestro se gli dette.
Esempio: Dav. Tac. 1, 309: Egli senza levarsi su, fattosi nuovo, disse darsegli quel male, del quale sin da bambino cadeva, e appoco appoco rinverrebbe.
Esempio: Bart. D. Giapp. 2, 305: Era già di sessanta quattro anni,... quando gli si diè una fastidiosissima infermità.
Esempio: E Bart. D. Giapp. 2, 320: Gli si diè improvviso uno sfinimento.
Esempio: E Bart. D. Giapp. 2, 342: Un dì improvviso gli si diè un forte accidente.
Definiz: § CXXIX. Neutr. Menar colpi o busse, Battere, Percuotere, e simili, e più specialmente parlandosi di persona. E in più largo significato, altresì Dare Addosso, Assaltare, ed anche Colpire. ‒
Esempio: Zibald. Andr. 22: Vogliendo [Antistene] cansare da sè Diogene, non potè, e alla fine lo minaccia di dargli con un bastone.
Esempio: Tav. Rit. 1, 258: Prende di pietre grosse,... e dava al cavallo.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 110: E stracciatagli la cuffia in capo, e gittato il cappuccio per terra, e dandogli tuttavia forte, diceva ec.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 210: Gherardo esce dall'uno de' canti della camera con un bastone in mano, e dà, e dà, e dà alla sposa novella.
Esempio: Domin. Gov. Fam. 157: E però posson dare in su loro quando vogliono.
Esempio: Savonar. Pred. 18: Cominciorono a tremare li principi e tutto quello esercito, e darsi infra loro.
Esempio: Pulc. L. Morg. 4, 12: E trasse con Frusberta a quel dragone, E mancò poco e' non dette al lione.
Esempio: Ar. Orl. fur. 44, 82: Cavalcò lungo la riviera, e diede Con fiero assalto a gl'inimici al fianco.
Esempio: Bern. Orl. 7, 27: Chi di qua, chi di là gli andava a dare.
Esempio: E Bern. Orl. 65, 11: Ruggier allor da parte si tirava, Che così stando non gli avrebbe dato.
Esempio: Buonarr. M. V. Lett. Ric. 150: Sappi che chi vede minacciare o dare al padre suo, è tenuto a mettervi la vita, e basta.
Esempio: Varch. Stor. 3, 50: Fece.... mandare dagli Otto un bando sotto gravissime pene, contro a chi avesse dato a Giuliano, o veramente sapesse chi l'avesse fedito; e non si trovando chi gli avesse dato, o chi ne sapesse cosa alcuna, ec.
Esempio: Cellin. Vit. 76: Questo Giuliano affacciatosi lì al merlo del castello, vedeva la sua povera casa saccheggiare, e straziare la moglie e' figliuoli; in modo che, per non dare ai suoi, non ardiva sparare le sue artiglierie.
Esempio: E Cellin. Vit. 112: Quello archibusieri che aveva dato al mio fratello.
Esempio: Cecch. Diss. 4, 3: Che? Federigo t'ha dato? S. Guardate un poco qui, come e' m'ha concia il capo.
Esempio: Sassett. Rag. Comm. 173: Poi che a loro (a' Turchi) è lecito, sanza esserne puniti, di farci nelle terre loro molte ingiurie; come dare, sempre che il furore a ciò li spinge.
Definiz: § CXXX. E costruito con la prep. Di, reggente il nome della cosa con che si batte o percuote o ferisce. ‒
Esempio: Cronichett. Mannell. 45: E presente loro si diede d'un coltello per lo petto, e cadde morta.
Esempio: Dant. Purg. 12: Onde lì molte volte se ne piagne Per la puntura della rimembranza, Che solo a' pii dà delle calcagne (qui figuratam.).
Esempio: Tav. Rit. 1, 351: Dae degli sproni al suo cavallo, e comincia a fuggire.
Esempio: S. Ag. C. D. 1, 193: Diede del coltello a sè stesso, e gittossi morto sopra al corpo del fratello.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 232: La qual poi con lui insieme e con la cara fante, che dare gli aveva voluto delle coltella, più volte rise, ed ebbe festa.
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 174: Verrà a te Eufragia, e daratti del bastone.
Esempio: Sacch. Op. div. 255: Nibbio,... se vede gli figliuoli ingrassare nel nido, dà loro tanto di becco nelle costole, che dimagrano.
Esempio: Morell. Cron. 281: Gli fia dato d'una lancia o d'una ghiera o d'una bombarda o pietra, che l'ucciderà.
Esempio: Poliz. Rim. C. 50: Sbatton le code, e con occhi focosi Ruggendo, i fier leon di petto dansi.
Esempio: Cellin. Vit. 293: Date di piè a' vostri cavalli, e galoppiamo insino a Staggia.
Esempio: Grazz. Rim. 2, 94: Darebbon delle nocca e poi de' sassi A chi dinanzi gli mettesse loro.
Esempio: Pindem. Poes. 315: Scorgi que' galli che di sprone armati Vansi di petto a dare, a dar di rostro.
Definiz: § CXXXI. E col compimento espresso delle parti della persona percosse comecchessia. ‒
Esempio: Giamb. Tull. Retor. 108: Parògli le gambe dinanzi, e.... gli diede nel petto, e fecelo cadere.
Esempio: Dant. Purg. 9: Misericordia chiesi che m'aprisse; Ma pria nel petto tre fiate mi diedi.
Esempio: Stor. Barl. 114: Allor si davano catuno nel petto, e rompeansi i capelli, e catuno piagnea il suo dannaggio.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 174: Collo stocco in mano corse addosso alla giovane,... ed a quella con tutta sua forza diede per mezzo il petto, e passolla dall'altra parte.
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 5, 36: Il caval si rizzò con gran tempesta, E con la zampa gli diè in su la testa.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 4, 146: Figurò molti poveri, e fra gli altri uno che con un boccale dà in su la testa ad un altro.
Esempio: Dav. Tac. 1, 328: Ben doversi dare in su le mani a' pubblicani, che non facciano maladire, per crudeltà nuove, le cose tollerate ab antico (qui figuratam.).
Esempio: Vai Rim. 15: In quali indegni accenti il cuor trabocca? Deh, dàtti nella bocca, Chè, benchè crudo, l'ami più che mai.
Definiz: § CXXXII. E pure per Battere, Percuotere, riferito a cosa. ‒
Esempio: Biring. Pirotecn. 104: Fusa [la materia], darete alla spinetta, che in el fondo metteste, e per un cannale mandarete el bronzo dentro alle vostre forme.
Esempio: Cellin. Pros. 75: Fatto questo, si comincia pian piano con i ceselletti grossi a darle da rovescio, e fassi gonfiare un poco di bozza secondo che mostra il tuo modelletto.
Esempio: E Cellin. Pros. 76: E tutto questo era fatto in nel sopradetto modo, senza bronzo, dando pian piano or da rovescio or da diritto tanto, che ec.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 182: Con certi conietti sottili e lunghi dandoli col martello leggiermente, l'ho serrata e ferma.
Esempio: Segner. Pred. 24: Son poscia i primi, quando lo veggano nella vernata già secco, a levar la scure, e a dargli alla cieca tra capo e collo, tra tronco e rami.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 27: E pure un tantin più forte ch'ei dava, onde il ramo si finisse di schiantare, era negozio finito.
Definiz: § CXXXIII. Riferito a palla, o simile, da giuoco, vale Cogliere, Urtare, Battere o Ribattere, secondo la natura di esso giuoco. Usato anche in locuz. figur. ‒
Esempio: Cecch. Dot. 2, 5: Eh messer Guido, Usate diligenza. M. Chi non può Dare a la palla, sconci.
Esempio: Bard. G. Disc. Calc. 10: Di calcio col piede le si dà (alla palla) rade volte.
Esempio: E Bard. G. Disc. Calc. 18: Più comodamente dar potrà il datore.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 257: Lasciate dir questi ignoranti scalzi, E se scherza con voi, nuovo Ghiacinto, Febo, date alla palla ovunque balzi.
Esempio: Fag. Rim. 2, 267: Dietro alla palla or qua or là correvano Gridando: Mia, mia, e non le davano; Il che avvenia perchè non la coglievano.
Esempio: E Fag. Rim. 4, 85: Ei mandò in giù Una palla vicino, ed io le detti. E di posta dirò ch'io l'ho pigliata.
Definiz: § CXXXIV. Per Urtare, Cozzare, Inciampare, e simili, in checchessia. ‒
Esempio: Sacch. Nov. 1, 167: Caccia di qua, caccia di là, e quello ferito dà in una scanceria tra bicchieri ed orciuoli, per forma e per modo, che pochi ve ne rimasono saldi.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 24, 2, 111: Chi ben bene considera in che tagliente punta di spada il portano a dare i suoi vizj,... col timore di Dio giudice, che la maneggia, se ne disavvezza (qui in locuz. figur.).
Definiz: § CXXXV. Onde Dare di una data parte del corpo in checchessia, vale Battervi, Urtarvi con quella. ‒
Esempio: Libr. Op. div. Andr. 47: Chi si vole iscandalezzare, sì si scandalezzi, e dia del capo nel muro.
Esempio: Bocc. Amet. 84 t.: In terra dando del destro piede, e la terra cavando, ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 15, 53: Ferma il destrier, non senza gran sospetto Che vada in quelli lacci a dar del piede.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 28, 44: Ne fu per arrabbiar, per venir matto; Ne fu per dar del capo in tutti i muri.
Esempio: Car. Long. 71: E sollevando di quell'aliga di mare, sotto cui pensava ch'appiattate si stessero, diede appunto d'un piede nel gruppo che cercava.
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 3, 2: Del ceffo su vi diè parecchi volte.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 4, 86: In terra dà il Gigante della bocca.
Definiz: § CXXXVI. Per Abbattersi, Imbattersi, Incontrarsi, ed anche, con più grave senso, Incappare, in persona o cosa. ‒
Esempio: Esop. Fav. M. 31: Andando il leone poco dopo queste cose a diletto, isprovedutamente gli venne dato nel falso laccio del cacciatore.
Esempio: Savonar. Pred. 14: Getta li sassi come fanno li uccellatori per fare dare li tordi nella ragna.
Esempio: Machiav. Disc. 431: Erano simili a quelli ch'andavano a levare del suo covile la fera, acciocchè desse nelle reti.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 250: Il girar anco per riuscir di verso l'Artico sarebbe in vano, perchè dareste nel mar del ghiaccio.
Esempio: E Car. Eneid. 9, 941: In una gente Avete dato che da stirpe è dura.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 183: Orsù A cercar di messer lo Golpe. Dove Mi volgo, ch'i' dia in lui? Dove lo posso Trovare?
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 327: Ma camminando [dieci galee turchesche] a lor vïaggio, dettono Ne l'armata di Spagna.
Esempio: Salv. Granch. 2, 5: Noi siamo Stati a un dito per dar nel bargello.
Esempio: Davil. Guerr. civ. 1, 78: Mazzera e Rané, i quali conducevano le truppe della Bierna, furono i primi a dare nell'insidie poste dal Conte di Sanserra ne' boschi circonvicini.
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 5, 9: Per porlo in opra contro a quelle bestie, Se noi dessimo in loro.
Esempio: Casott. A. Celid. 1, 14: E s'io dessi in qualcun di questi tangheri, Farei ec.
Esempio: Saccent. Rim. 1, 255: Scansi dall'oste, e dai nel macellaro.
Definiz: § CXXXVII. E figuratam. e in locuzione figurata. ‒
Esempio: Alam. L. Op. tosc. 1, 410: Non dirò più (come tal volta soglio), Che se non guardi la tua barca, un giorno Dar porria forse in qualche ascoso scoglio.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 206: Ho pensato un gran pezzo a quello che io vi potessi scrivere, ed in somma mi vien pur dato nel vostro naso.
Esempio: Deput. Decam. 108: Certi si son pur messo in capo, come danno in una di queste voci nuove a loro, o che hanno più d'un significato, di mutarla.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 191: E però fanno bene i ciurmadori, Quando e' danno in un ricco che gli ascolta, E crede lor.
Esempio: Buonarr. Rim. 122: Stiamo un poco a veder che pesci e' piglia, E 'n quel che costui dà, chè fra sè stesso Girando 'l capo mormora e bisbiglia.
Esempio: Magal. Mend. abol. trad. 6: In questa rete non è così facile a dare una pietà pubblica, che ec.
Esempio: Fag. Comm. 5, 371: Voi.... date in uno sposo che ha tutte le buone qualità.
Esempio: E Fag. Rim. 1, 135: Per dormir me n'andai stracco e sudato; Ed in cattiva congiuntura detti.
Definiz: § CXXXVIII. Per Irrompere, Gettarsi con impeto, Investire, Assalire, e simili; usato in costrutto con le preposizioni In, Fra, con la maniera Dare Nel mezzo, o simili. ‒
Esempio: Stor. Aiolf. 1, 97: Bercuc e Tornabuc dierono fra costoro, e uccisonne da venti.
Esempio: Tav. Rit. 1, 352: Breus, vedendo gli quattro cavalieri abbattuti,... dàe tra loro, ferendo, del petto e de' piedi di suo cavallo.
Esempio: E Tav. Rit. 1, 386: Dàe tra lo' (loro) come lo lione in fra l'altre bestie minute.
Esempio: Ar. Orl. fur. 25, 12: S'improvviso dal ciel falcon grifagno Gli dà nel mezzo, ed un ne batte o prende.
Esempio: Bern. Orl. 46, 28: Come dal cielo in giù scende il falcone, E dà in mezzo ad un branco di cornacchie.
Esempio: Davil. Guerr. civ. 3, 352: Ruppero la cavalleria,... ed avendola seguita solamente trecento passi, voltarono, e diedero per fianco nella fanteria de' Parigini.
Definiz: § CXXXIX. Per Produrre sensazione molesta, ovvero irritazione, disturbo, e simili, detto di, cosa; e costruiscesi con la particella A, benchè trovisi pure con In. E talora usasi anche in senso figurato. ‒
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 232: Onde ella senta Come il vin dà nel capo ed addormenta.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 3, 4: Cibo grosso e fummoso, che dà al capo.
Esempio: E Buonarr. Fier. 3, 1, 9: Che dandoci nel naso insino al celabro, Ci sbalordiva col fetor profondo.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 334: Bevanda che dava alla testa al pari del vino più generoso.
Esempio: Forteguerr. Terenz. 3: Tal risposta mi diè subito al cuore, Ed ah, sì sì, diss'io, di qua vien tutto (qui per similit.).
Definiz: § CXL. Per Andare a battere, Percuotere, e anche Cadere, su checchessia o in checchessia. ‒
Esempio: Savonar. Pred. 13: Il sangue che uscì fuora, li dette in su li piedi. Domen. Plin. 32: Importa dunque molto sapere onde le saette sien venute e dove hanno dato.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 184: Quelle [figure] di gran rilievo per il peso loro, avendo a stare spenzoloni, si staccano [dalla volta],... e sono pericolose di dare in testa a chi vi si truova sotto.
Esempio: E Bart. C. Archit. Albert. 385: In alcuni luoghi, per lo spesso darvi dell'acqua, vi si è fatta una scorza di cespuglj ed un prato lietissimo.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 7, 192: Dando una saetta sopra il campanile,... forò le volte, e cascò vicino a questa tavola.
Esempio: Targ. Alimurg. 100: Cascò una saetta in S. Croce, e dette nella cappella delle Pinzochere, e scalficcò alcune pietre.
Definiz: § CXLI. Per Andar giù, Precipitare, verso un dato termine espresso. ‒
Esempio: Sacch. Op. div. 219: Se le mura non fossero poco tempo fa state incatenate, a pericolo erano col tetto insieme di non dare a terra.
Esempio: Ricett. fior. 89: Limansi (il piombo e il rame) sottilmente, e la limatura si macini con alcuno umore:... passisi per pezza sottile, lasciando dare in fondo, e decantando l'acqua; poi si asciughi.
Esempio: Bellin. Disc. Anat. 1, 195: Il corpo piomberà giù e darà in terra.
Definiz: § CXLII. Per Pendere, Piegare, Volgere; in costrutto con la prep. In, e parlandosi più specialmente di colore o sapore. ‒
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 139: La sua foglia (del thè bu) dà nel nero, avvolticchiata come il thè verde.... La differenza è questa, che dove la verde, restata nella chicchera, mostra un colore che dà nel giallo, quest'altra piglia il color di rose.
Definiz: § CXLIII. E riferito a malattie. ‒
Esempio: Fr. Giord. Pred. R.: Avendo poi dato in mala sanità, cominciò a ricordarsi di Dio.
Esempio: Benciv. Cur. malatt. volg.: Dicono i fisici, che i gonorreati sono sempre fieboli, e possono dare nel male del tisico.
Esempio: Libr. Segr. Cos. Donn.: La rovina si è quando cominciano da dovero a dare in cattiva sanità.
Esempio: Red. Lett. 1, 345: Quando non volessimo correr risico, in vece di guarir la nostra ammalata, di farla dare in mali più fastidiosi.
Esempio: Baldov. Am. scart. 251: Non vo' mettermi a risico Di perder il cervello, o dare in tisico.
Esempio: Fag. Rim. 2, 258: Corre un evidente risico Chi sempre sta in negozj occupatissimo Di campar poco, o almen di dare in tisico.
Definiz: § CXLIV. Pure in costrutto con la prep. In, reggente un compimento che indichi qualità, vale Avere, o Sembrar d'avere, operando, la qualità espressa dal compimento; ed altresì, Fare cosa o cose corrispondenti al significato di esso compimento. ‒
Esempio: Cecch. Comm. ined. 302: Gli comanda che a messer lo medico.... la faccia le debite Accoglienze; ei si accosta e dà nel Tullio, E con cinquanta parole di zucchero, ec.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 2, 442: Nè pensi mia madre, Che io abbia a ridurmi a ventiquattro Ore la sera a casa a dar nel bue.
Esempio: Sassett. Lett. 277: Mandargliene un diamante o un rubino, che se ne trova costà più che qua,... era un dare nell'ordinario.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 115: Ma per non apparir assa' ignorante, Dirò del nome; e non vi paia strano, S'io do per una volta nel pedante.
Esempio: Bart. D. Vit. Borg. 4, 85: A quel primo vederlo nella sua stanza, diè contra lui sì fieramente nel matto, che oltraggiandolo a gran voce,... il domandava ec.
Esempio: E Bart. D. Vit. Zucch. 2, 29: La castità; della cui perfezione il P. Zucchi fu così estremamente geloso, che parea dar nel troppo.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 242: Gl'ingegni capaci di dar nell'ottimo, non vogliono servitù.
Esempio: Fag. Rim. 3, 132: Rido, salto, festeggio, e do nel pazzo.
Esempio: E Fag. Rim. 4, 165: Statemi vispo, e non date nel bue.
Definiz: § CXLV. E riferito ad atti o dimostrazioni qualsiansi, eccessi, abusi, traviamenti, e simili, vale Abbandonarsi ad essi. ‒
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 4, 20: Detti anch'io nell'usata frenesia Di credere una dea la donna mia.
Esempio: Bart. D. Giapp. 1, 133: Diè in un pianger dirotto,... gridando ec.
Esempio: Segner. Op. 4, 519: Convien badare di non dare in escandescenze, qualvolta [predicando] mirisi chi attende poco, chi discorre ec.
Esempio: E Segner. Crist. instr. 1, 207: Danno in eccessi or di bravate implacabili, or di bestemmie.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 285: Deluso l'ultimo strattagemma della montagna, allora sì ch'ei diede nelle smanie da vero.
Esempio: Salvin. Trifiod. 59: E picchiandosi il petto, in urli dava Con furïosa e con baccante voce.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 3, 19: Stati un poco, poi dieder nelle risa.
Esempio: Fag. Pros. 96: Fan danno,... con indurre.... i poveri di spirito a dar in disperazioni o in pazzie.
Esempio: Bottar. Dial. 259: Voi avete per ingenito di dar sempre in piacevolezze; ma parlando sul serio, questo ve l'accordo, e ne son capacissimo.
Definiz: § CXLVI. E con un compimento indicante cibi, bevande, medicamenti, e simili, vale Mettersi a prenderne in gran copia. ‒
Esempio: Sassett. Lett. 23: Stamani mi cavo 3 quattrini di sangue, e dimattina darò in sciloppi.
Definiz: § CXLVII. E detto di scrittori, artisti e simili; od anche di stile, lingua, e simili, e riferito ai loro difetti, vale Cadere in questi, Peccare di questi. ‒
Esempio: Buomm. Lez. II, 5, 233: Non s'usino così spesso [gli epiteti], perchè allora argomentano studio nel dicitore, e dà nel troppo ornato; il che è errore maggiore che parlare a caso.
Esempio: E Buomm. Lez. II, 5, 246: Bisogna pigliarla (la metafora) non lontana tanto, che ella dia nello scuro.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 10, 263: Non è punto bisogno, per scuotere le anime, di dare nel famigliare e nel plebeo.
Definiz: § CXLVIII. Per Capitare, Sopraggiungere, Venire; con l'aggiunta però di qualche compimento, come Dare A mano o Dare Tra mano, Dare Alle mani o Dare Tra le mani, Dare Tra' piedi, e simili. Ed usasi anche figuratam. ‒
Esempio: Borgh. V. Disc. 1, 99: E simile alcuni altri [prenomi], che ad ogni ora davano loro fra le mani.
Esempio: E Borgh. V. Disc. 2, 60: Ma per esser cosa che tutto il giorno ci dà fra mano, e di sua natura e per lungo uso notissima, non è da perderci tempo.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 168: E' non mi potea dar persona innanzi, Ch'io più desiderassi.
Esempio: Guar. Past. fid. 5, 10: Assai non ci tardava Di questa pompa il neghittoso passo, Se tra' piè non mi dava anco quest'altro Intoppo di Corisca?
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 317: Ma da seder mi detton tra le mani Una ciscranna vecchia e due deschetti.
Esempio: Vai Rim. 19: Ma se non ti ravvedi, S'un dì mi dai fra i piedi, Vendicherommi affè.
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 232: Ce ne dette una volta una [tavola] fra mano.
Esempio: E Magal. Lett. fam. 1, 159: Se a te desse alle mani qualche cosa, mi faresti un grandissimo piacere a procurarmela.
Esempio: Fag. Comm. 1, 58: Uh! se mi dà tra l'ugna, lo vo' pigliare per il collo così, gua.
Definiz: § CXLIX. E nello stesso senso si usò anche senz'alcun compimento. ‒
Esempio: Sassett. Lett. 269: Condotti già a mezzogiorno e tramontana con la punta dell'isola di S. Lorenzo, ci dettero altri grecali, che ci tennero su le volte senza potere spuntare quell'isola fino a 28 giorni.
Esempio: Tass. Lett. 3, 16: Perchè la risoluzione del Costantino è data più tarda, che non sarebbe stato convenevole, mando a Vostra Paternità uno scritto del Vasallino.
Definiz: § CL. Per Giungere a toccare un dato punto, Arrivarvi, sia con l'altezza, sia con la lunghezza. ‒
Esempio: Nov. ant. B. 89: E fecele mettere un bel sottano, il quale le dava a ginocchio.
Esempio: Varch. Stor. 2, 18: Sopra una bellissima mula,... guernita in molto ricca maniera d'oro,... con una covertina di broccato, che le dava insino a' piedi, e quasi toccava terra.
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 5, 2: Cadde Nell'acqua, ch'era sol profonda tanto Che al maggior di persona dava a gola, Al minor sopra 'l mento.
Definiz: § CLI. Detto di sole, di luna, di lume, o simili, e riferito a luogo, o a parte del corpo, vale Battervi, Investirlo coi raggi; e in locuzione negativa, Arrivare a illuminarlo. ‒
Esempio: Benciv. Cur. malatt. volg.: In quell'orto il sole vi dava dalla mattina alla sera.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 59: Perciò che il sole è alto, e dà per lo Mugnone entro.
Esempio: Savonar. Pred. 19: Li monti sono quegli ne' quali dà prima la luce del sole, inanzi che ella venga al piano.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 4, 216: Sorge [il sole], ed al primo dà nel regio tetto.
Esempio: E Anguill. Ovid. Metam. 4, 235: Dove la punta (del raggio solare) a dar ferma si mette.
Esempio: Ricett. fior. 2: La bottega dello speziale debbe.... avere o orto o terrazzo, dove dia il sole.
Esempio: Fag. Rim. 3, 87: Non si risveglia, se non quando il sole Le dà negli occhi co' suoi raggi d'oro.
Definiz: § CLII. Detto di vento, e riferito a una determinata parte del corpo, vale Spirare, Soffiare, contro di essa, Toccarla; e riferito a luogo, Soffiarvi o Spirarvi fortemente. ‒
Esempio: Dant. Purg. 24: Tal mi senti' un vento dar per mezza La fronte.
Definiz: § CLIII. Detto di finestre, usci, balconi, terrazzi, e simili, vale Riuscire, Rispondere o Corrispondere, Esser volto da una data parte, e simili; e costruiscesi con la preposizione Su o Sopra, se parlisi di finestre, con la prep. Su o In, se di usci o porte.
Definiz: § CLIV. Per Cogliere, Colpire; costruito per lo più, con la prep. In. ‒
Esempio: Cavalc. Tratt. Stolt. 230: Stolto sarebbe quel balestriere che pur gittasse li strali, non credendo di poter mai dare all'uccello.
Esempio: Barber. Docum. Am. 360: E anco Amor comandando m'informa, Com'io 'l ritragga in una bella forma.... Io no 'l fo cieco, ch'e' dà ben nel segno.
Esempio: Ar. Orl. fur. 20, 126: Si levò su le staffe, e si raccolse Fermo in arcione; e, per non dare in fallo, Lo scudo in mezzo alla donzella colse.
Definiz: § CLV. Figuratam. e in locuz. figur. ‒
Esempio: Segn. B. Vit. Capp. 35: Vincevano ne' principali ufficj uomini negletti e davano, come si dice, basso.
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 184: Significando che si debba dare nel punto, e come si dice in brocco.
Esempio: Varch. Ercol. 114: Dare in brocco, cioè nel segno, ovvero berzaglio, ragionando, è apporsi, e trovare le congenture, o toccare il tasto, o pigliare il nerbo della cosa.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 3, 206: Si dia a colui [il lavoro] che più dirittamente darà nel segno, o avrà miglior modo e giudizio per fare tal opera (la cupola di S. Maria del Fiore).
Esempio: Cecch. Masch. 1, 3: Sa' tu di mona Adriana.... C. Della vostra comare adunque. M. Tu V'hai dato dentro.
Esempio: Ambr. Bern. 5, 5: Ah, ah, vedi che pur davo in bersaglio!
Esempio: Pitt. I. Apolog. Cappucc. 352: Lo istorico vedeva troppo bene la necessità di narrare i disegni de' Fiorentini; ma consideratili bene, li parevano tanto potenti, da non li potere poi, com'egli fece, dannare di rabbia: però non li piacque raccontarli come erano in verità. M. E' poteva dare basso. P. Poteva, ma l'essere il caso sì fresco sugli occhi de' viventi, arebbe dubitato di non essere suto tassato di ignoranza.
Esempio: Dav. Lett. 534: Scusatemi se io vi paressi troppo libero a ricercarvi di questa cosa (di fare una lezione accademica), perchè de' pari vostri è gran carestia, ed io vorrei dare nel buono.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 116: Ponete mente, Che quando il nome al sospetto s'accorda, S'e' non si coglie, e' vi si dà rasente.
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 3, 138: Voi sig. Simplicio, non avete dato nel segno: e sì come io vi mostrerò, vedrete veramente che, ec.
Esempio: Lipp. Malm. 7, 23: Chi tien che queste ninfe sien le lasche; Chi le sirene, ed altri le cazzuole: Io non so chi di lor dia più nel buono, E le lascio nel grado che le sono.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 2, 37: Se uno non tira alla perfezione, e non prende alta la mira, sempre si dà più basso, e dal buon punto si scende.
Esempio: Not. Malm. 2, 555: Dar nel buono, è lo stesso che Dar nel segno.
Definiz: § CLVI. Pur figuratam. per Indovinare, Apporsi, e simili, circa a checchessia. ‒
Esempio: Casott. A. Celid. 4, 29: Vediamolo nel povero Signore Di cui niun diede nella infermità, E facendo in Galenica un errore,... Gli fecero sonar ventiquattr'ore.
Definiz: § CLVII. Costruito col Di, reggente alcuna cosa o strumento, vale Passare su checchessia con essa cosa o strumento, per pulire, per cancellare, o per altro fine. ‒
Esempio: Strin. Cron. 123: Andrea volle ch'io il traessi della malleveria, e dessi di penna a quella carta degli 80 fiorini d'oro.
Esempio: Galig. Prat. Aritm. 15: Da' di penna alle figure adoperate.
Esempio: Bellin. Lett. IV, 1, 255: Da sè medesimo si dichiara di aver le cose sue studiate e ristudiate con mille mutazioni e mille dar di frego.
Esempio: Magal. Lett. scient. 13: Non dico di ritoccare, ma di dar della spugna a questa bellissima immagine.
Definiz: § CLVIII. Costruito col Di, reggente alcun titolo, ovvero qualche appellazione d'onore, d'affetto, e simili, e riferito a persona, vale Trattarla con quel titolo od appellazione. ‒
Esempio: Cas. Lett. Sor. 260: Nelle quali [lettere] dà di voi a suo figliuolo, e pregalo, e fa quel che gli detta l'amor paterno.
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 285: Non mi curo che mi diate del tu quando mi fate del voi.
Esempio: Varch. Stor. 2, 15: Il d'Oria, al quale noi daremo per lo innanzi del Principe, perchè Cesare gli donò il principato di Melfi.
Esempio: Grazz. Pros. 58: Quantunque ognuno gli recasse onore, e gli desse del messere e del reverendo.
Esempio: Cecch. Servig. 4, 10: Ch'oggi dì s'usa di dare Del messere e signore a ogni furbo.
Esempio: Leopard. G. Cap. piac. 75: Danno poi del signor sino al villano.
Esempio: Galil. Op. lett. 300: Che importa.... Che gli uomini sien Turchi o Bergamaschi, Che se gli dia del tu o del messere?
Esempio: Buonarr. Tanc. 4, 1: La non è tua nè mia questa signora. C. O dàlle del signora per la testa.
Esempio: Vai Rim. 38: Ad ogni poetuccio meschinello Di vosignoria dava, e non del voi.
Definiz: § CLIX. Nel medesimo costrutto e relazione, e reggente nome ingiurioso, vale Trattarlo con esso nome, sia ingiuriando sia redarguendo. ‒
Esempio: Bandell. Novell. 1, 116: Allargato il freno a la sua collera, le diede più volte de la putta sfacciata per la testa, e de la bagascia e de la villana.
Esempio: Dav. Tac. 2, 296: Se m'avessero udito, so certo che m'avrebber dato di sciocco, a volere che l'oratore sia di necessità legista e filosofo.
Esempio: Menz. Sat. 73: Da di becco pel capo al legnaiolo.
Esempio: Nell. Iac. Faccend. 3, 16: Favorisca dirmi, per potergli dar del mentitore, in che giorno fece egli tal confession di debito alla Signora?
Esempio: Fag. Comm. 1, 41: Perchè io non gli ho risposto, come voleva, mi dà di ladro.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 34: E vogliono per forza la ragione, E si danno dell'asino e del bue.
Esempio: Giust. Vers. 328: Per giunta al duro esiglio, il tuo paese Ti diè d'anima ladra e barattiera.
Definiz: § CLX. Dare, vegnente senz'accompagnamento di articolo alcuni sostantivi, e più specialmente verbali, forma con essi una locuzione equivalente al verbo proprio di quei sostantivi. ‒
Esempio: Fr. Guid. Fior. Ital. 261: Demmoli securtà, che pienamente dicesse quello che volesse, senza alcuna paura.
Esempio: Cavalc. Att. Apost. 149: Parendogli buona la scusa e la via di Paolo, diede indugio a questo fatto.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 63: Noi preghiamo.... che voi diate consiglio a' miseri cittadini.
Esempio: Vill. G. 522: Diede comiato a tutti i Franceschi e Borgognoni c'avea.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 180: Iddio per l'abbondanzia della sua misericordia, la qual vuole tutti gli uomini salvare, se non danno impedimento alla loro salvazione, ec.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 144: Se n'andò a casa d'un suo amico,... per dovere al suo pensiero dare effetto.
Esempio: Lett. fam. 42: Io mi maraviglio, come a sì fatte lettere.... desti fede.
Esempio: S. Antonin. Lett. 157: Io scrivo una cedola e mandola agli uficiali de' pupilli, pregandogli che diano spaccio a quello che hai loro domandato.
Esempio: Machiav. Rim. 357: E tu, Apollo, per darmi soccorso, Dalle tue suore accompagnato vieni.
Esempio: Bern. Orl. 42, 32: E dipoi ch'ambedue gli vide usciti, Ne dava grazie all'aiuto divino.
Esempio: Bemb. Rim. 151: Darete a gli oratori omai congedo.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 117: Per dar fine, col gittarsi giù per un di que' balzi di quel fiume, alle sue fatiche.
Esempio: Car. Eneid. 1, 1141: Stavano dentro, a le vivande intorno Intorno a' fochi, a dar ordine a' cibi, Cinquanta ancelle.
Esempio: E Car. Eneid. 2, 446: Miser le schiere congiurate insieme, E dier forma a l'assalto.
Esempio: Borgh. V. Stud. Div. Comm. 314: Nel capitolo della balia, quando vieta a chi dà latte star presso al marito.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 1: Che 'l ciel gli diè favore, e sotto ai santi Segni ridusse i suoi compagni erranti.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 379: Corebo diè principio alla cappella d'Eleusina.
Esempio: Baldin. Decenn. 6, 207: Diede sesto a molte cose sue rimase alquanto disastrate per lo molto che gli eran costati gli spassi continovi e le conversazioni.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 3, 223: I due eserciti,... pieni di morti e di feriti, convennero di sospendere le offese un giorno, per dar sepoltura ai primi, e cura ai secondi.
Definiz: § CLXI. E pure reggente un sostantivo, sia mediante l'articolo determinato, sia mediante l'articolo indeterminato, e talvolta anche taciuto l'articolo, forma una locuzione equivalente o al verbo proprio di quel sostantivo o ad un verbo congenere ad esso sostantivo. ‒
Esempio: Dant. Parad. 12: La donna, che per lui l'assenso diede, Vide nel sonno il mirabile frutto.
Esempio: Marc. Pol. Mil. 8: Lo Gran Cane fece loro la grazia a gran pena,... e diede parola alli tre Latini che ec.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 139: Veggendo il frate non essere altro restato a dire a ser Ciappelletto, gli fece l'assoluzione, e diedegli la sua benedizione, avendolo per santissimo uomo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 30, 30: Che tale accordo obbrobrïoso stima A chi 'l consenso suo vi darà prima.
Esempio: E Ar. Comm. 2, 81: E sono molti dì che t'avria dato ripulsa, se non che Pasifilo l'ha pregato che ti tenga in parole.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 450: E così mi date la fede vostra? L. Così ti do la fede.
Esempio: Dav. Tac. 1, 413: Rimproverava oltre a ciò a Trasea, che egli sfuggiva di dare il giuramento ogni capo d'anno.
Esempio: Segner. Pred. 745: S'io vo dirittamente ad assaltar l'uomo, egli, come assai forte, assai risoluto, mi verrà di sicuro a dar la ripulsa.
Esempio: Red. Lett. 2, 205: L'abbraccio di cuore, e le do mille saporitissimi baci in quei bei gotoni.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 330: Si davano la muta con tal ordine, che a capo all'anno veniva a servire tutta la nobiltà non solamente di Messico, ma di tutto il regno.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 12, 7: Le danno promessa Di far che torni ad essere reina.
Esempio: Fag. Comm. 8, 222: Avvertite. T. Ch'ho io avvertire? P. Che mi date parola. T. Io ve la do.
Definiz: § CLXII. Dare, reggente un sostantivo che denoti azione, e sia preceduto dall'articolo indeterminato, vale Fare quella data azione, e propriamente in modo rapido, sbrigativo, e simili. ‒
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 2, 93: Corri in tresca Con la tua gente, ed una iscorribanda Pel campo dà dall'una all'altra banda.
Esempio: Car. Lett. Farn. 3, 290: Siamo andati pensando se fosse bene che 'l Cardinal Sant'Angelo desse una corsa fino alla Corte.
Esempio: E Car. Lett. ined. 1, 81: L'animo mio era di dare una riveduta a le mie cose, e venir via; ma, giunto qui, truovo che saria necessario che mi fermassi qualche mese.
Esempio: Cecch. Mogl. 4, 6: Da' una corsa Insino in piazza, o quivi dal Diamante; E stu trovi Ridolfo, e tu lo mena Qui teco.
Esempio: Ambr. Cofan. 2, 4: Gli è a proposito Che dia un'occhiata alla casa.
Esempio: Legg. Tosc. 6, 374: Convenire con qualcuno che in certo tempo, per conveniente mercede, pigli carico di dare una ripulitura a detti fossi.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 40: Ma e' non è per tanto che le non muovan la maggior parte degli scioperati a dar lor un'occhiatina per passatempo.
Esempio: Galil. Op. astronom. 4, 249: Dia una fregata sola per diritto col dito sopra detta parte untuosa, chè subito vederà derivare un raggio dritto, ec.
Esempio: E Galil. Comm. ep. 1, 375: Mi fece intendere.... che voleva dare un'altra vista all'opera, e che però io gliene mandassi una copia.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 4, 19: Una lettura darò volentieri Alle inscrizion di queste sepolture Dello spedal.
Esempio: Lett. Pros. Fior. IV, 3, 287: La prego dunque, quando le sue gravissime occupazioni gliel permetteranno, a dar una vista a questa mia operetta.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 136: Ho ricevuta la Teorica del Cassini, alla quale ho data una scorsa così alla leggiera.
Definiz: § CLXIII. Dare, reggente per mezzo della particella A l'Infinito di un verbo, vale Assegnare, Commettere, Consegnare, o simili, acciocchè altri faccia quel che il verbo significa. ‒
Esempio: Fr. Giord. Pred. S. 74: Quando dà a filare e quando ricoglie, quando dà a tessere e quando ricoglie.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 165: Ad ogni passo di lana filata che al fuso avvolgeva, mille sospiri più cocenti che fuoco gittava, di colui ricordandosi che a filar gliele aveva data.
Esempio: Machiav. Pros. stor. pol. 2, 429: Dandogli un amico a sciogliere uno nodo accuratamente annodato, disse ec.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 2, 201: Gli fu dato a dipignere la cappella di san Girolamo.
Esempio: Fiacch. Son. pastor. 2, 144: A te, da cui questo mio campo ameno, E questo gregge a custodir m'è dato.
Definiz: § CLXIV. E pure reggente un Infinito, mediante la particella A, denota Fare in modo che altri compia l'azione espressa dall'Infinito suddetto. ‒
Esempio: Dant. Conv. 145: Quando dico: Ove una donna glorïar vedia, a dare a intendere ch'io era certo.... che ella era in cielo.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 44: Chente è, Cisti? è buono? Cisti.... rispose: messer sì, ma quanto non vi potre' io dare ad intendere.
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 1, 421: Dandogli a vedere quanto in ciò erra, Isperan d'acquistarne gloria e fama.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 183: E domandandolo, diede loro a credere che dicea a sè medesimo.
Esempio: Cellin. Vit. 269: Aveva dato ad intendere al castellano passato, suo fratello, che mi aveva lasciato andare.
Esempio: Ambr. Cofan. 2, 1: Detti a credere Loro che gli è suo amico.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 3, 798: Dando a considerare che non posson rinovarsi que' costumi, se non si rimuovan que' tempi.
Esempio: Segner. Pred. 354: Non per altro guadagno, che di dar loro a conoscere il nostro Dio.
Esempio: E Segner. Incred. 234: Come avrebbe l'uomo potuto mai indovinar quelle verità che sono sopra di lui,... se Dio stesso non glie le avesse amorevolmente date a sapere?
Esempio: Lipp. Malm. 1, 14: Ma perch'ei non vuol darlo a divedere, ec.
Definiz: § CLXV. Trovasi con l'ellissi della preposizione. ‒
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 1, 17: Dà intendere una moralitade, che nullo per sè dee imprendere grande fatto, ma quello dee diliberare con lo consiglio del savio.
Definiz: § CLXVI. Dare, reggente un Infinito mediante A, Da, Che, Di che, vale Porgere, Offrire, e simili, materia, cagione, pretesto, di fare ciò che l'Infinito esprime. ‒
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 239: Lo parlare della Scrittura, come per significazione dà che fare a' savj, così spesse volte colle parole di fuori ammaestra i sempici.
Esempio: Leggend. Lazz. Mart. Madd. 34: La prudente e sollecita Marta, vedendo che [Maddalena] dava da dire alla brigata, disse ec.
Esempio: Vill. G. 565: I Tedeschi di Castruccio vigorosamente percossone al Capitano e a sua gente, e dierono loro molto a fare per più assalti.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 198: La viziosa e lorda vita de' cherici.... dà di sè da parlare, da mordere e da riprendere.
Esempio: E Bocc. Decam. 2, 332: Questa novella diè tanto che ridere a tutta la compagnia, che niun v'era a cui non dolessero le mascelle.
Esempio: Ar. Orl. fur. 45, 112: Di questo dà da dire e da udir tanto, Ch'ogni altra cosa è muta in ogni canto.
Esempio: Car. Eneid. 1, 1066: Di Giunon l'insidie, Che da pensare e da vegghiar le danno Tutte le notti.
Esempio: Varch. Ercol. 88: Dar che dire alla brigata, è fare o dire cosa, mediante la quale la gente abbia occasione di favellare sinistramente; che i Latini dicevano dare sermonem.
Esempio: Adr. G. B. Stor. 550: Questo nuovo apparecchio dava che pensare a tutta l'Italia.
Esempio: Baldell. F. Guerr. Giud. 41: Questi avendogli dato continuamente da fare, poichè.... si furono.... dalla città di Gerusalem discostati, si misero ancor quivi per certo poco tempo a combattere.
Esempio: Dat. Oraz. Cr. 24: Darebbe da ridere altrui chi comparisse in Mercato nuovo con le calze intere in gamba.
Esempio: Bart. D. Cin. 1, 242: Or navi di sì gran corpo e sì bene armate, han sempre dato che dubitare a' Cinesi, paurosissimi de' forestieri.
Esempio: Salvin. Annot. Bell. Man. 203: Dar da dire è maniera dell'uso fiorentino; ma si prende per lo più in cattiva parte.
Definiz: § CLXVII. E in particolare reggente i verbi Dare da Bere, Dare da Cenare, Dare da Mangiare, Dare da Desinare, ed altresì i Sost. Dare da Desinare, Dare da Cena, e simili, anche con ellissi della particella Da, vale Offrire, Somministrare, Imbandire, e simili, l'occorrente per bevere, mangiare, ec. ‒
Esempio: Vit. SS. PP. volg. 2, 353: Menaila nella spilonca per farla riposare e per darle mangiare.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 170: Ordinò con colui che a lei serviva, che di varj vini mescolati le desse bere.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 113: A te sta oramai, qualora tu mi vuogli così ben dar da mangiare, come facesti, ed io darò a te così ben da bere, come avesti.
Esempio: Sacch. Rim. M. 98: Ciascun favelli, e nessun l'altro intenda; E chi volessi pur filosofare, Dato gli sia subito merenda.
Esempio: Belc. F. Pros. 2, 92: Pregoti.... che ci dia un poco bere.
Esempio: Machiav. Pros. stor. pol. 2, 429: Voi siete fatti come i cani, che vanno sempre dattorno a chi può meglio dar loro mangiare.
Esempio: Cellin. Vit. 174: Avendo la sera dato cena a parecchi mia amici,... me ne andai a dormire.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 3, 226: Giovanni di Bicci de' Medici.... diede desinare una mattina a Filippo, e dopo molti ragionamenti, gli dimandò ec.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 195: Cena mi dette, e prestommi il covile.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 329: Che fa ella costà? V. Dà a bere a quanti entrano.
Definiz: § CLXVIII. Dare, reggente, mediante la particella A, un Infinito, come Dare a Indovinare, Dare a Trovare, Dare a Fare, e simili, forma una locuzione quasi di sfida, nella credenza che non sia possibile ad alcuno il fare ciò che è espresso dal verbo. ‒
Esempio: Malisp. Stor. fior. 12: Grande maninconia.... 'l mio cuore porta, quand'io mi ricordo della mia bellissima figliuola;... e dare' a trovare nel mondo la pari creatura di bellezze e di senno.
Esempio: Dat. Lepid. 130: Era stato condannato un delinquente a precipitarsi da una tale altezza; ma quando pigliava la corsa, si ratteneva, e non faceva il gran salto; e ciò fece sino a tre volte. Il principe stava ciò a vedere da una finestra del palazzo, e non si potette contenere di non chiamarlo vigliacco. Udito ciò il condannato, disse: Io darò a V. A. a farlo in dieci volte.
Definiz: § CLXIX. Dare, con parole denotanti congratulazione, forma una maniera che significa Rallegrarsi con alcuno di qualche sua buona ventura. ‒
Esempio: Car. Lett. var. 68: Questa sarà solo per dare a V. S.... il buon pro della pace conclusa.
Esempio: Adr. M. Plut. Opusc. 4, 438: M'invitò una sera a cena, come dicono i Romani, d'accoglienza, per darmi il ben tornato.
Esempio: Segner. Mann. ott. 21, 4: Con sentimento di chi scorgendolo già già arrivare, gli dà, com'è convenevole, il ben venuto.
Esempio: Fag. Comm. 1, 22: Se voi sapessi dove sono stata, mi daresti la ben tornata.
Definiz: § CLXX. E con parole denotanti rimprovero, prende il senso di Fare. ‒
Esempio: Varch. Ercol. 87: Dare alcuna buona riprensione ad alcuno per raffrenarlo.
Esempio: Cecch. Servig. 1, 3: I' so ben io le grida che mi dette L'altra mattina frà Lattanzio, mio Confessoro, per questo.
Esempio: Dav. Tac. 1, 416: Ai quali voltato il questore del principe, a nome di quello, senza nominare alcuno, diede un rabbuffo, che e' non badavano alle faccende pubbliche.
Definiz: § CLXXI. Dare, coi compimenti Dare A cambio, Dare A frutto, Dare A livello, ec., e riferito a denari o beni, vale Collocarli con quel dato titolo. ‒
Esempio: Varch. Stor. 1, 248: A chi non pagava potevano, se passava venticinque fiorini d'entrata, affittare, dare a livello e vendere tutti i suoi beni.
Esempio: E Varch. Sen. Benef. 27: Non basta, no, se tu pensi di dargliele a usura.
Esempio: E Varch. Sen. Benef. 104: Chi darà a cambio, o fidarà i suoi danari a uno, il quale sia usato a fallire?
Esempio: Ambr. Cofan. 1, 2: Color che danno a cambio, Senza mallevador, non ti darebbono Un bagattino.
Esempio: Dav. Camb. 429: L'ingordigia di questo guadagno ha convertito il cambio in arte, e dànnosi i danari a cambio, non per bisogno d'averli altrove, ma per riaverli con utile.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 286: La Golpaia è un castel che pare un forno,... Dato a livello ab antico al rimedio ec. (qui figuratam. e per ischerzo).
Esempio: Not. Malm. 1, 383: Colui, il quale presta danari a censo, non può richieder la somma principale che egli dà, ma solo i frutti di essa.
Esempio: Fag. Rim. 5, 201: Chi assetato tuttavia Pensa a dar quattrini a cambio, ec.
Definiz: § CLXXII. E coi compimenti Dare In vendita, Dare In baratto, Dare In prestito, Dare In affitto o A fitto, Dare A pigione, Dare A pensione, Dare A soccio, ec., vale Cedere, Rimettere, e talvolta anche Consegnare, sotto quel dato titolo. ‒
Esempio: Ar. Comm. 2, 309: Non che in vendita, Ma a baratto, ma in don dar si dovrebbeno.
Esempio: Cecch. Mogl. Prol.: Che volentieri a qualunque altra merce La cambierieno e la darieno in presto.
Definiz: § CLXXIII. E coi compimenti Dare In pegno, Dare In, o Per, caparra, vale Consegnare, Sborsare, o simili, come pegno o caparra; talvolta anche con l'ellissi della preposizione. Usato anche figuratam. ‒
Esempio: Vill. G. 616: E fatto il patto, dieronne caparra tredicimila fiorini d'oro.
Esempio: Ar. Comm. 2, 79: Ti darò la fede mia in pegno.
Esempio: E Ar. Comm. 2, 183: Questa cassa datami Ha un mercatante pegno, finchè 'l prezio, Che ci siam convenuti d'una femmina Che da me innanzi comperò, mi numeri.
Esempio: Alam. L. Gir. 22, 18: O che tu mi darai la fede in pegno Di levar del passaggio il mal costume.
Esempio: Ambr. Cofan. 2, 1: Mi dare' certe robe, che ei trovavasi In dogana, per che io le dessi in pegno A qualche amico mio.
Definiz: § CLXXIV. Dare a cottimo, ed anche in cottimo, o in appalto, o in accollo, vale Commettere, Allogare, mediante quella specie di contratto. ‒
Esempio: Magazzin. Coltiv. 70: Non terrai opre, ma da' a fare fosse e divelti in cottimo.
Esempio: Targ. Viagg. 9, 7: Se uno mi volesse dare in cottimo l'impresa di scavare due pozzi in sedici braccia per lo meno di filoni di diaspro,... io m'inorridirei alla proposta.
Esempio: Paolett. Oper. agr. 2, 164: Forse miglior consiglio sarebbe, che i lavori di strade si dessero in appalto, o, come dicono, in cottimo, con mandarli all'incanto.
Definiz: § CLXXV. E con le locuzioni Dare A prova, A saggio, e simili, vale Vendere sotto quella data condizione. ‒
Esempio: Med. L. Cant. Carn. 1, 16: Donne, noi vi darem le scarpe a prova, E portatele al fango ed alla piova.
Esempio: Cant. Carn. 1, 164: Par ch'ognun se ne lodi, E voglianvegli tutti (i poponi) dare a saggio.
Definiz: § CLXXVI. Dare ad alcuno quello, o di quello, ch'e' va cercando; maniera familiare, che significa Mortificare altrui nella forma ch'e' merita. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 6, 212: Io gli darò quello che egli va cercando.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 225: Ma io mi posi in cuore di darti quello che tu andavi cercando, e dieditelo.
Esempio: Cecch. Servig. 3, 3: In buona verità che, s'io credessi Che fusse ver, che cotesto perlone Facesse questo torto alla mia vedova, Io gli darei di quel che e' va cercando.
Definiz: § CLXXVII. Dare a sacco, a ferro e a fuoco, e simili, e anche trovasi Dare in fuoco e fiamma, valgono Saccheggiare, Devastare, e simili; e Dare a morte, ed anche si usò alla morte, vale Uccidere. ‒
Esempio: Dant. Inf. 18: Poi che le ardite femmine spietate Tutti li maschi loro a morte dienno.
Esempio: Colonn. Guid. N. 73: Presolo (il montone) per le corna, segandogli il collo, il diede alla morte.
Esempio: S. Greg. Omel. 3, 310: Le loro città diede in fuoco e fiamma.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 3, 79: Prima che una parte di loro fusse data alla morte.
Esempio: Ar. Rim. 1, 128: Che Alarico, e poi Totila, flagello Detto di Dio, diè Roma a sacco e a fiamma.
Esempio: Car. Eneid. 12, 547: Spinse i cavalli Infra' nemici, e molti a morte dienne.
Definiz: § CLXXVIII. E Dare a terra, ed anche per terra, vale Atterrare, Abbattere. ‒
Esempio: S. Ag. C. D. 2, 66: Quanti minori regni furono distrutti, quante nobili ed ampie cittadi date per terra.
Esempio: E S. Ag. C. D. 2, 222: Sforzarsi con sue argomentazioni di dare a terra ogni profezia (qui figuratam.).
Esempio: S. Cater. Lett. 3, 46: La pietra e lo edificio che fosse posto e fatto sopra l'arena e sopra la terra, ogni piccolo vento o piova che venga, il dà a terra.
Esempio: E S. Cater. Lett. 3, 251: Dico, carissimo fratello, che questo tale non dura, ma ogni piccolo vento il dà a terra (qui figuratam.).
Definiz: § CLXXIX. Dare checchessia pel prezzo che uno l'ha comprato, vale figuratam. Raccontarlo esso come l'ha sentito dire, o come gli è stato raccontato. ‒
Esempio: Cecch. Comm. ined. 333: Io vi dirò quel ch'i' ne so, e darovvela Per il prezzo, vedete, ch'io l'ho compera.
Definiz: § CLXXX. Dare conto, ragione, sodisfazione, e simili, così in senso proprio come figurato, vale Far sì che altri resti comecchessia sodisfatto, chiarito, o simili, di checchessia. ‒
Esempio: Dav. Scism. 352: L'avvertirono che pensasse a dare al Re, che tanto l'amava, qualche soddisfazione.
Esempio: Serdon. Vit. Innoc. 20: Ad alcuni mercatanti genovesi, che nella sedia vacante di Sisto erano stati in molte cose maltrattati e molte mercatanzie erano state loro rubate, fece dare intera soddisfazione.
Esempio: Bentiv. G. Nunz. 4, 369: Sarà dato disgravio di tutto il danaro reale che è stato preso o levato.
Esempio: Lipp. Malm. 1, 16: E se non se le dà soddisfazione, La ci farà marcir 'n una prigione.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 347: E perchè a questa giustizia [divina] si dovea dare una intera soddisfazione, volle Iddio da sè chiudere di vantaggio la porticella dell'arca con una chiave al di fuori.
Definiz: § CLXXXI. Dare di alcuna materia colorante una tela, un muro, o altro fondo, trovasi, però solamente in forma passiva, per Coprirla di essa, Porvela, Distendervela sopra, o simili. ‒
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 169: Quelle [figure o storie].... che si fanno per archi, commedie o feste, si lavorano poi che la tela sia data di terretta, cioè di quella prima terra schietta da far vasi, temperata con colla: e bisogna che essa tela sia bagnata di dietro mentre l'artefice la dipigne, acciocchè ec.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 170: Dunque, quelle [grottesche] che vanno in campo bianco, non ci essendo il campo di stucco, per non essere bianca la calce, si dà per tutto sottilmente il campo di bianco.
Definiz: § CLXXXII. Dare in arbitrio, in potestà, in balìa, in preda ec., valgono Porre in altrui potere, Abbandonare, Lasciar prendere, e simili. ‒
Esempio: Petr. Rim. 1, 65: Fin ch'i' sia dato in preda A chi tutto diparte.
Esempio: Ar. Orl. fur. 24, 36: Che datogli in arbitrio avea que' dui, Che soli odiati esser dovean da lui.
Esempio: Bern. Orl. 14, 24: Allo spagnuolo, al tedesco furore, A quel d'Italia in preda Iddio la dette.
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 237: Che gli desse Filippo Strozzi in suo arbitrio, acciocchè, come di suo ribello, potesse a sua voglia disporre.
Esempio: Nannin. Epist. Ovid. 183: Per te sol vegno, e per te sola ho dato La vita in preda all'onde, in fede ai venti.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 4, 9: E tali Non ti daranno ei stessi in esca al fuoco Che gli divori?
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 307: Tutta la mia fede è posta in te; liberami di lui. Egli è qui: lo do a te nelle mani; pensa che la quiete del tuo Signore è in te.
Definiz: § CLXXXIII. Dar l'essere, la vita, la forma, e simili, valgono Fare essere, Far vivere, Formare, e simili, anche figuratam.; e Dar la vita, vale altresì talvolta Far rivivere, Restituire la vita. ‒
Esempio: Fr. Giord. Pred. 1, 15: Ed ancora col suo grido dà vita ai figliuoli morti.
Esempio: Dant. Rim. 191: Suo esser tanto a Quei che gliel dà piace, Che infonde sempre in lei la sua virtute, Oltre il dimando di nostra natura.
Esempio: Bern. Orl. 17, 17: Per darmi vita, eletta egli ha la morte, E vuol esso morir, perchè viva io.
Esempio: Varch. Boez. 91: Te nulla, fuor di te, dar forma spinse Al gran Caos ch'ornò 'l mondo e 'l distinse.
Esempio: E Varch. Boez. 145: Perchè non può nïente Esser giamai, nè durare altramente, Se non si volge con amore a Dio, E con quella cagion, sua gran mercede, Non si raffronta, che l'esser gli diede.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 3, 293: D'anni cinquantacinque rendè l'anima al Signore che gliel'aveva data.
Esempio: Tass. Gerus. 12, 68: E, premendo il suo affanno, a dar si volse Vita con l'acqua a chi col ferro uccise.
Esempio: Pallav. Libr. Ben. 142: Condizioni che non danno propriamente l'essere all'effetto, ma che son richieste, acciocchè l'effetto riceva l'essere; com'è la vicinanza fra il legno e 'l fuoco, la quale non dà l'essere al novello fuoco nella materia del legno, ma è necessaria acciocchè l'un fuoco sia prodotto dall'altro.
Esempio: Segner. Op. 4, 741: In virtù di queste [ambasciate, Maria] conobbe chi fosse quegli a cui consentiva dar l'essere.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 82: La vita mia col dente sciogli: Madre, tu la mi desti, e tu la togli.
Definiz: § CLXXXIV. Dar marito ad alcuna persona, o Dare moglie, ad alcuna persona, valgono Maritare o Ammogliare. ‒
Esempio: Bonich. Bind. Rim. B. 201: L'uno ha figliuolo, e vuollo accompagnare; L'altro ha figliuola, e vuolle dar marito.
Esempio: Bocc. Vit. Dant. 229: Dierono li parenti e gli amici moglie a Dante, perchè le lagrime cessassero di Beatrice.
Esempio: Dav. Tac. 1, 268: La morte di Messalina rivolse la corte, gareggiando i liberti per chi dovesse dare moglie a Claudio.
Definiz: § CLXXXV. E Dare alcuna per, o in, sposa, moglie, donna, ad alcuno; ovvero Dare alcuno per, o in, sposo o marito ad alcuna; vale Maritarla con esso, ovvero Ammogliarlo con essa. E trovasi anche con l'ellissi della preposizione. ‒
Esempio: Leggend. Tob. V. 26: Ruginello gli ha data la figliuola per moglie.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 251: Di pari consentimento diliberarono di dargliele per isposa.
Esempio: Lett. fam. 40: Le darebbono per marito il più ricco cavalieri di Firenze.
Esempio: Porz. C. Op. 22: E trattò dar marito ad una sua figliuola il figliuolo del Principe di Bisignano.
Esempio: E Porz. C. Op. 33: La figliuola del conte di Capaccio Sanseverino, la quale i mesi adietro Giovanni Caracciolo, duca di Melfi, aveva data per donna a Traiano suo figliuolo.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 2, 579: Ne fu assente il duca d'Urbino, venuto.... a que' giorni per dare sposa la figliuola Verginia a Federigo Borromeo.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 303: Volendo costui accasarla (una figlia), immaginò di darla per moglie ad un cieco.
Definiz: § CLXXXVI. Dare per, o come, tale o tale chicchessia o checchessia, vale Dichiarare, Annunziare, Assicurare, e simili, od anche semplicemente Dire, che è tale o tale; ed altresì Predire che sarà tale o tale. ‒
Esempio: Machiav. Comm. 82: Se ti confiderai in me, io ti do questa cosa fatta innanzi che sia domani questa otta.
Esempio: Car. Lett. farn. 2, 63: Ve lo do per uno de' migliori amici che si trovino.
Esempio: Car. Eneid. 4, 348: Venere sua madre Non per tal lo mi diede.
Esempio: Grazz. Comm. 124: Te la do fatta; non c'è pericolo.
Esempio: Baldin. Decenn. 6, 445: Era egli.... esaminato per passare all'ordine del sacerdozio. Gli fu aperto il catechismo,... per farlo dichiarare alcun luogo di esso.... Dichiarò egli adunque, e si portò sì bene, onde il vescovo diedelo per approvato.
Esempio: Giulianell. Mem. Intagl. 46: Il Vasari, che aveva veduto questo cammeo, lo dà come un pezzo raro, decidente della reputazione del maestro omai commendevole per una quantità d'intaglj.
Definiz: § CLXXXVII. Dare perduto, vinto, rotto, e simili, valgono Far perdere, Far vincere, Mandare in rotta, per altrui servigio od utilità, ec. ‒
Esempio: Tav. Rit. 1, 390: La quale [battaglia] messer Tristano sì diede vinta e perduta sì come a lui piacque, e si fue al suo piacere.
Esempio: Stor. Aiolf. 1, 286: Signore, voi avete udito che uno schiavo v'à data perduta questa battaglia, ed è affrancato.
Esempio: Vill. G. 744: Lo onnipotente Iddio Sabaot dà vinto e perduto a cui gli piace, secondo i meriti e i peccati.
Esempio: Ar. Orl. fur. 16, 38: Ch'io non vi dia rotti i nemici, alcuno Non sia che tema, e con poca contesa; Che gente male esperta tutta parmi.
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 113: Vittoria, che in gran parte dette perduta la guerra a' Fiorentini.
Esempio: E Segn. B. Stor. Fior. 269: In quell'assalto [i Tedeschi] non vollono adoperarsi, anzi.... dettono perduta la speranza di poterla espugnare.
Definiz: § CLXXXVIII. Dare una cosa per un'altra, in senso figurato, vale Mostrare, Fare apparire, con inganno, una cosa diversa da quello che è, una cosa invece d'un'altra, e simili. ‒
Esempio: Fr. Iac. Tod. 136: Questa mi par gran pazzia Dar vesciche per lanterne.
Esempio: Alam. L. Fior. 2, 2: Dio 'l voglia, so ben che ella è per te sì cieca, che agevole Ti fia, come si dice, il darle per lanterne lucciole.
Esempio: Giannott. Op. 2, 336: Credi tu dare a me bianco per nero?
Definiz: § CLXXXIX. Dare una percossa, uno stramazzone, un picchio, e simili, vale Urtare cadendo, Battere fortemente in terra, Cadere con rovina, Stramazzare, e simili. ‒
Esempio: S. Gir. Grad. 66: Viene la piova e l'acqua e 'l vento, e fiere nella magione; ed ella cade, e dà grande percossa.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 197: Alzatolo così un poco all'aria, gli fece dare il più bello stramazzone in terra, che ec.
Esempio: Varch. Suoc. 2, 1: Io ho dato un cimbottolo in terra, che sono stata a manco d'un pelo per dinoccolare il collo.
Esempio: Dav. Tac. 1, 48: I quali [cavalli] in quel terreno, di sangue loro e di loto molliccio, davano stramazzate.
Esempio: Buonarr. Fier. 5, 5, 6: Ma il sentii dare un grande stramazzone, E due e tre volte gridare: uhi uhi.
Definiz: § CXC. Dar via, vale Vendere, Esitare; ed altresì Donare, Disfarsi comecchessia d'una cosa. ‒
Esempio: Belc. F. Pros. 1, 97: La maggior parte di loro votarono le celle, e dettero via la roba.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 169: E si può farne impresa [della maggiorana], per dar via del suo seme per abbonar la cervogia a' Tedeschi.
Esempio: Lipp. Malm. 2, 8: Che tu daresti via fin la gonnella.
Esempio: Lett. Pros. Fior. IV, 1, 181: La prima parola, che egli mi dicesse, quando io gli trattai di volerglieli far dar via (certi libri), fu che egli non ci voleva perdere.
Esempio: Bottar. Dial. 171: La bellissima.... tavola del S. Girolamo.... la stimarono tanto poco, che furono per darla via.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 450: Scritto è nell'un [cartello]: Qui si vende giudizio; Nell'altro: Qui memoria si dà via.
Definiz: § CXCI. Darla a uno, e Darne una ad alcuno, vale Accoccargliela, Fargli una beffa, o un danno. ‒
Esempio: Cecch. Diss. 4, 3: Forsech'io penai troppo a dargnene una? ed è stata buona: ma non si può dolere, ch'io gli dissi che se mi credeva, ch'io lo giunterei.
Definiz: § CXCII. E Darla a checchessia, si usò per Dargli sopra, o addosso, a fine di afferrare, prendere, e simili. ‒
Esempio: Grazz. Pros. 335: In tutte le cucine che egli entrava, lasciando star l'altre vivande, la dava sempre a i fegatelli.
Definiz: § CXCIII. Darsi, reggente in modo diretto un sostantivo, forma una locuzione equivalente al verbo, o Neutro passivo, o Neutro, proprio di esso sostantivo o congenere a quel sostantivo. ‒
Esempio: Fr. Giord. Pred. 118: Onde se non avessi speranza che il Re il ti facesse, chi si darebbe angoscia d'adimandare?
Esempio: Tav. Rit. 1, 218: Per la mia fè, che di ciò io me ne doe grande maraviglia; però ch'io.... pochi mai n'òe veduti simili a lui di membra.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 216: Della qual cosa quel mercatante si diede tanta maninconia, che fu in sul disperare.
Esempio: Vill. G. 254: Onde lo re Carlo si diede gran dolore sì per la presura del figliuolo, e sì perchè la fortuna li era fatta sì contraria.
Esempio: Cess. Scacch. volg. 67: Per questo essendo Antonio fortemente confuso, e dandosene molta ira e sollecitudine, ec.
Esempio: Ros. Vit. 106: Disse:... farò sì, con la grazia di Dio, che vinceremo. Onde el Signore si diè letizia.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 29: Poca cura si dava di più maritarla.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 128: Dirai alla mia donna che di me niun pensiero si dea.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 327: D'allora in qua.... nessuno ofiziale quasi ha fatto officio, o datosene fatica.
Esempio: Ar. Comm. 2, 357: Lasci andar, nè però si dia molestia.
Esempio: Bemb. Asol. 41 t.: Madonna non vi date noia di ciò.
Esempio: Varch. Stor. 2, 106: Potrebbono i popoli, senza darsi alcuna briga, e doverrebbono lasciare ec.
Esempio: Giannott. Op. 2, 313: Del mal fare, a me toccherà el danno: Dunque, non te ne dar tanta passione.
Esempio: Tass. Gerus. 8, 4: L'opra è degna di te: tu nobil vanto Ten desti già dinanzi al Signor nostro.
Esempio: Bart. D. Giapp. 1, 121: Il re di Satzuma.... non si dava niuna guardia di lui.
Esempio: E Bart. D. Giapp. 4, 528: Perciò un de' suoi primi pensieri fu, darsi fretta a disertar Gionezava di cristiani.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 90: Senza darsi pensier dell'avvenire.
Definiz: § CXCIV. Darsi a credere, a intendere. ‒
V. Credere, § XLVI, e Intendere.
Definiz: § CXCV. Darsi bel tempo, svago, piacere, diletto, e simili, valgono Attendere a piaceri, sollazzi, Vivere allegramente, Divertirsi, e simili. ‒
Esempio: Tav. Rit. 1, 323: Che qualunque cavaliere errante vi passasse, vi potesse lì albergare e darvisi buon piacere per fino a sei giorni.
Esempio: E Tav. Rit. 1, 419: Pensate pur di darvi buon tempo e bel piacere.
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 4: I parenti suoi.... erano molto lieti ch'ella si desse vita e tempo, acciocch'ella non morisse di dolore.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 86: Si vide innanzi forse un miglio un grandissimo fuoco,... dintorno al quale trovò pastori che mangiavano e davansi buon tempo.
Esempio: Morell. Cron. 254: Pogniamo che gli sangui ti bollano, e che tu disideri essere isciolto, e darti vita e buono tempo ec.
Esempio: Belc. F. Pros. 2, 107: Perchè non ti dai diletto e piacere, mentre che se' giovane e bello e ricco?
Esempio: Med. L. Cant. Carn. 180: Noi ci andiam dando diletto, come s'usa il carnasciale.
Esempio: Sannazz. Arcad. 6: E ciascuno, varie maniere cercando di sollazzare, si dava maravigliosa festa.
Esempio: Ambr. Cofan. 1, 3: Talor quando ho il commodo, Mi do con lei bel tempo.
Esempio: Tass. Lett. 3, 38: Fra tanto cercherò darmi buon tempo, per questa stagione almeno.
Esempio: Segner. Mann. marz. 6, 1: Per aver tanto maggior la comodità di darsi piacere, siccome fecero, o un Adonia o un Assalonne?
Esempio: Fag. Comm. 1, 35: Il tuo padrone come s'è dato bel tempo nell'Adria?
Definiz: § CXCVI. Darsi da fare, moto, e simili, valgono Attendere con alacrità a fare checchessia, Mettersi con premura, zelo, passione, e simili, a fare alcuna cosa, o a procurare di conseguire un dato fine. ‒
Esempio: Pulc. L. Morg. 19, 57: Quivi Margutte si dava da fare, Dicendo: L'arte mia fu sempre cuoco.... E la cucina assetta a poco a poco.
Esempio: Franz. M. Rim. burl. 2, 186: L'oste, i garzoni, e la fante e la moglie Si dan da fare, acciochè contentato Resti con gli altri a tutte le sue voglie.
Esempio: Cellin. Vit. 140: In questi luoghi non bisogna aver paura, ma bisogna darsi da fare ad aiutarsi.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 267: Qui parve il tempo dello sgomberare: Il Portici, il Fontana, e il Portigiano Si dettono in un subito da fare.
Definiz: § CXCVII. Darsi in preda, nelle mani, in protezione, e simili, di alcuno, valgono Mettersi in potere di quello, Abbandonarsi ad esso, e simili. ‒
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 2, 202: Noi siamo di ferma opinione che [Urbino] ci si darà nelle mani.
Esempio: Ar. Comm. 2, 99: Convien che mi dia dunque a gli avvocati e procuratori in preda.
Esempio: Serdon. Stor. Ind. volg. 376: Si diede con solenne giuramento in protezione di Giovanni terzo.
Esempio: Mont. Poes. 2, 80: A darsi in preda De' nemici correa.
Definiz: § CXCVIII. Darsi in preda, in balìa, e simili, ad alcuna passione, vizio, o simili, valgono Abbandonarvisi, Lasciarsene prendere. ‒
Esempio: Cecch. Dot. 1, 1: Io mi dolgo Molto forte di te, che.... tu ti Sia dato sì in preda all'avarizia.
Esempio: Mont. Poes. 2, 78: Non darti in preda A dolor disperato.
Definiz: § CXCIX. Darsi pace, conforto, e poeticam. anche Darsi riposo, e simili, vale Metter l'animo in quiete, in tranquillità, Riconfortarsi, Rassicurarsi, e simili. ‒
Esempio: Cavalc. Specch. Croc. 238: Ma per questa non solamente l'uomo si dà pace, anzi si rallegra, e sente nuova letizia in essere tribolato.
Esempio: Leggend. Tob. V. 5: E Tobia udendo cioe, si dava pace.
Esempio: Pass. G. Cr. 78: Per suo amore e tuo pace darommi.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 114: Trovando, che in niuna cosa la giovane aveva colpa, alquanto si diè più pace.
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 60: Gli disse: Cavallier, datti riposo, Chè ben può la mia giunta esserti cara.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 25, 77: Disse con grande ardir: Datevi pace, Sopra me quest'impresa tutta chero.
Esempio: Dav. Scism. 329: Del divorzio di Caterina e di tali nuove noze non si potean dar pace.
Esempio: Pindem. Poes. 308: Pace Datti per tanto, e di nazïonale Rappresentanza, di poter divisi, D'equilibrate forze,... men gli altri assorda.
Definiz: § CC. Darsi per tale o tale, o Darsi tale o tale, significa Confessarsi, Riconoscersi, ovvero Mostrarsi, tale o tale. ‒
Esempio: Car. Eneid. 2, 1138: Allor vinto si diede il padre mio; E tosto a l'aura uscendo, al santo segno De la stella inchinossi.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 3, 98: E di tal maniera il Drascovizio si diè per contentissimo, rispondendo con un'infinità di ringraziamenti e di vicendevoli offerte.
Esempio: E Pallav. Stor. Conc. 3, 419: Esser creduti o poco prezzati dal Papa nella comunicazione degli affari, o troppo cupi in dissimularla con darsene a veder per incerti.
Esempio: Bart. D. Miss. Mog. 5: Egli mai non si dava per ben inteso del come si stesse dentro, e di qual fede o religione si fosse.
Esempio: Segner. Pred. 624: E che sarà mai? Non verrà dunque mai dì, che ci diam per vinti?
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 126: Udillo Ferdinando, senza darsi per offeso, come poteva, della proposizione e del modo in che era concepita; anzi gli rispose con sembiante e con voce tranquilla, che ec.
Esempio: E Corsin. Stor. Mess. trad. 252: A queste autorevoli persuasioni si diede per vinto Cortes.
Definiz: § CCI. Darsela, detto di due o più cose respettivamente considerate, vale Somigliarsi, Esser simili o quasi pari. ‒
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 301: In grandezza [la casa] se la dava col palazzo dove risedevano i re.
Esempio: Fag. Rim. 6, 70: Il birro e Amor tra loro se la danno.
Definiz: § CCII. Dare, congiungesi con varie preposizioni od avverbj, come Dare Addietro, Dare Addosso, Dare Contro, Dare Dentro, Dare Dietro, Dare Fuori, Dare Giù, Dare Sotto, Dare Su, o simili, e se ne formano locuzioni così proprie, come figurate, che si dichiarano sotto l'avverbio o la preposizione respettiva.
Definiz: § CCIII. Dare, in costrutto con un sostantivo, mediante la particella Di, forma una locuzione che equivale al verbo proprio di esso sostantivo o congenere a quel sostantivo. ‒
Esempio: Dant. Purg. 16: Sì come cieco va dietro a sua guida Per non smarrirsi e per non dar di cozzo In cosa che il molesti, o forse ancida.
Esempio: Fiorett. S. Franc. 168: Dovrebbe l'uomo sempre temere la superbia, che non gli dia di pinta e faccialo cadere (qui in locuz. figur.).
Esempio: Fr. Guid. Fior. Ital. 350: Prese il cavallo per lo freno, e dandoli di grappo, lo tirò a terra della sella.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 168: E 'l porco ferito gli dà di ciuffo alla gamba, e quanto ne prese, tanto ne levò.
Esempio: Ar. Orl. fur. 16, 62: Venne a Zerbino, e pensò dargli d'urto, Ma gli prese egli il corridor pel freno.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 96: Ratto si svia dalle robuste braccia; Ed impiaga la man ch'a dar di piglio Venìa più fera che ferino artiglio.
Esempio: Adr. M. Plut. Opusc. 4, 104: Filippo di Macedonia,... caduto e rovesciato nel campo,... diede d'occhio alla forma del suo corpo stampata nella polvere, e disse, ec.
Esempio: Dav. Tac. 2, 44: I più severi centurioni danno di piglio all'armi, montano a cavallo ec.
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 13, 332: Fracassare gl'istessi vasselli, mentre da quello (vento) portati, dessero d'urto in uno scoglio.
Esempio: Baldin. Decenn. 6, 596: In atto di dar di morso ad un tozzo di pane.
Esempio: Red. Esp. nat. 126: Forse in quelle stesse [erbe] diede di morso quell'antico Glauco delle favole.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 4, 2: Osservatori Di chiunque passa o dà d'intoppo in essi.
Definiz: § CCIV. E con l'articolo indeterminato, posto fra la preposizione e il sostantivo, si usò a significare lo stesso che Dare costruito attivamente, e riferito a colpo, percossa, o simili. ‒
Esempio: Borgh. V. Disc. 1, 403: Postumio diede al feciale d'un calcio.
Definiz: § CCV. Dare ad alcuno l'animo, il cuore, e simili, di far checchessia, vale Avere quegli animo, ardire, forza, di fare una cosa; Bastargli l'animo, il cuore ec. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 4, 97: Senza alcun fallo mi dà il cuor di fare che le tre sorelle.... con esso noi.... verranno.
Esempio: Ar. Orl. fur. 31, 97: Se d'aver meco a far non ti dà il core, E vedi già che non puoi starmi a paro, ec.
Esempio: Bemb. Asol. 51: Ora daratti 'l cuore, Gismondo, di dimostrarci che cosa buona amor sia?
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 7: Gli dava ben l'animo di fabbricar due e tre, e quanti termometri si fosser voluti.
Esempio: Salvin. Pros. Rim. 209: Udite, e se vi dà il cuore, non trasecolate.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 2, 45: Noi fuggirem, se ti dà il cuor, Lucina.
Esempio: Fag. Comm. 1, 30: Perchè non l'avete detto prima?... A. Non me ne dava il cuore.
Esempio: Leopard. Poes. 93: Nè dielle il core Di sprezzar la dimanda, e il mesto addio Rinacerbir col niego.
Definiz: § CCVI. Dar nelle trombe, nelle campane, e anche Dare alle trombe, alle campane, e simili, vale Sonare, o Porsi a sonare, e propriamente a distesa, le trombe, le campane, o altri strumenti, per dare un cenno, un segnale, un avviso, e simili. ‒
Esempio: Stor. Pistol. 28: Come.... vidono le schiere de' Pistolesi venire verso il campo, subito diedono nella campana e nelle trombe e trombette e stormenti.
Esempio: Tav. Rit. 1, 373: Lo sindaco.... fa dare alle trombe, e gli cavalieri si traggono a fedire dall'una parte e da l'altra.
Esempio: E Tav. Rit. 1, 517: Lo re Artù fa dare alle campane a martello, e sonare le trombe e cennamelle.
Esempio: Pucc. A. Centil. 17, 51: Diè nelle trombe, e mosse con sua gente.
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 1, 92: Per la terra si levò il romore, gridando: viva il signore, viva il signore; e dà nelle campane, e ne gli stromenti, sonando a festa.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 194: Danno nelle campane gagliardamente, per forma che tutti quelli della terra dicono: Che vuol dir questo?
Esempio: Machiav. Pros. var. 5, 32: Quando io alzerò un cappello, diano in quelli instrumenti, e suonando ne vengano verso il palco.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 203: Non si trovava mai in faccenda alcuna così importante, ch'ella non la lasciasse subito ch'ella sentiva dare in quella campana.
Esempio: Nard. Liv. Dec. 114 t.: Dalla parte vostra si darà prima nella trombetta,... e da voi comincierà la forza, s'ei s'ha a combattere.
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 9 t.: A questo levarono tutti i soldati unitamente uno grandissimo grido; e Arnolfo, alzando la mano, accennò che e' si desse negli instrumenti.
Esempio: Bard. G. Disc. Calc. 16: Il che fatto, si dia nelle trombe.
Esempio: Dav. Tac. 1, 108: Senzio fece dar ne' corni, nelle trombe.
Esempio: Serdon. Stor. Ind. volg. 151: Da ogni parte si diede nelle trombe e ne' tamburi.
Esempio: Salvett. Rim. burl. 211: Si messe sottosopra la contrada; Che le chiese vicine e le lontane Dieder nelle campane.
Esempio: Fag. Rim. 2, 347: Credo nelle campane non darai, Mentre parlo di te: dopo finito, Se un doppio vuoi sonar, m'onorerai.
Definiz: § CCVII. E Dare all'armi o nell'armi, vale Gridare all'arme, Dare l'allarme. ‒
Esempio: Bern. Orl. 15, 1: Quando Astolfo di sopra fece dare Costoro all'arme così scioccamente, Conobbi quel che Dio sapeva fare.
Esempio: Car. Long. 42: Sentivano voci che davano all'arme, che chiamavano il capitano, che incitavano i combattenti.
Esempio: Serdon. Stor. Ind. volg. 513: Sofar, che a quell'ora per sorte andava a riveder le sentinelle, se n'accorse, e subitamente fece dare all'arme.
Definiz: § CCVIII. Dare nel genio di alcuno, e anche Darenell'umore, di alcuno, vale Piacere ad esso, Essergli o Riuscirgli gradito, Andare a genio. ‒
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 2, 4: Io vo' vedere Di dargli nell'umore e dire 'l vero.
Esempio: Baldin. Decenn. 4, 247: Fu questo pittore uomo.... di cervello bisbetico;... onde era difficile a chi lo praticava il dargli nell'umore.
Esempio: Red. Lett. 1, 158: Mi pare una cosa bellissima, da dar nel genio a V. S. illustrissima; perciò le ne mando qui inclusa una copia.
Esempio: Forteguerr. Terenz. 175: Dar bisognava al giovan nell'umore.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 175: Quella schiava che fu iersera a cena teco, e che parve darti nel genio.
Esempio: Pindem. Poes. 273: Quindi potrai scrivendo Nel genio dar d'ogni lettore.
Definiz: § CCIX. Dare poco, o nulla, o alcuna cosa, a checchessia, si usò per Badare, Por mente, Fare attenzione, Curarsi, o simili, a checchessia, o di checchessia, ed altresì Importarci checchessia, poco, nulla, ec. ‒
Esempio: Sacch. Nov. 1, 120: Seranno molti che, non che temino gli auguri, ma egli non vi daranno alcuna cosa di giacere e di stare tra' corpi morti.
Esempio: E Sacch. Nov. 1, 250: Un'altra brigata, che vi davano poco d'essere stati scioperati, rideano il meglio che poteano.
Esempio: E Sacch. Nov. 1, 343: Il minacciare e 'l rimbrottare del Piovano fu assai, e stette coppie d'anni che non favellò allo innamorato; il quale non vi diè nulla, dicendo questa novella e nel contado e nella città.
Definiz: § CCX. Darla per qualche luogo, o verso qualche luogo, e anche Dare, per qualche luogo, o verso qualche luogo, vale Andarvi difilato o correndo, Rivolgervi frettoloso il passo, e simili. ‒
Esempio: Sacch. Nov. 1, 167: Il porco.... corre per uno androne, e l'altro porco drietoli, e danno su per una scala.
Esempio: E Sacch. Nov. 1, 328: Bonanno dàlla su per la scala, e giugne alla cucina.
Esempio: E Sacch. Nov. 2, 22: E 'l medico scappucciato.... dàlla giuso da casa i Tornaquinci, e giuso verso la porta del Prato, che mai non lo potè tenere.
Esempio: Bern. Orl. 10, 56: Chi ha veduto i putti il carnovale Fare a Firenze in una strada a' sassi, S'alla contraria una parte prevale, Quella che manco può la dà pe' chiassi.
Esempio: Tedald. Agric. 89: Vorrebbe la macchia certi andari bassi, acciocchè il beccafico grasso potessi strisciare alla volta della ragna, e non avesse a inalberare e dare alle vette.
Esempio: Cecch. Dot. 4, 5: Se per sorte voi ve lo vedessi innanzi per la via, datela pe' tragetti.
Esempio: E Cecch. Romanesc. 2, 4: Dove la darèn prima? C. Ove vi piace; Chè adesso che il re parla col papa, Questo fia tempo avanzato.
Esempio: Dav. Tac. 1, 284: I barbari la diedono all'erta; e i nostri lor dietro.
Definiz: § CCXI. E Darla a gambe, o Darsela a gambe, e anche Dare, a gambe, vale Fuggire precipitosamente. ‒
Esempio: Machiav. Pros. var. 8, 214: La più parte della sua compagnia dette a gambe.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 148: Spezzai la fune con che io era legato, e diedila a gambe.
Esempio: Gell. Vit. Alfons. volg. 35: Il Travisano, commissario generale, sbrigatosi, con non poca fatica, da tale assalto, la dette giù pel fiume a la seconda, salva a gran pena la capitana.
Esempio: Grazz. Comm. 140: I quali difatto ci si avviarono dietro, e noi la demmo a gambe.
Esempio: Cecch. Servig. 3, 3: Egli per non esser conosciuto, Per poterci tornar, la darà a gambe.
Esempio: Dav. Tac. 2, 160: Gli aiuti ubii e treveri bruttamente la diedono a gambe per quelle pianure.
Esempio: Lipp. Malm. 4, 55: Poi fatte le mie scuse, e rese ad ambe Mille grazie, le lascio, e dolla a gambe.
Definiz: § CCXII. Darsi con alcuno, vale Azzuffarsi, Percuotersi, con quello. ‒
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 4, 34: Co' gatti forse ti se' dato, O con la scimia? (qui per similit.).
Definiz: § CCXIII. A chi ne dà, o le dà, e a chi ne, o le, promette; dicesi familiarmente di Uomo manesco. Ed anche, nel medesimo senso, Prima darle e poi prometterle. ‒
Esempio: Lipp. Malm. 9, 32: Maso di Coccio a questo e quel comanda, Ed all'un danne e a un altro ne promette.
Esempio: Not. Malm. 2, 708: Ed all'un danne e a un altro ne promette. Diciamo così d'uno insolente fastidioso, e che tutto il giorno faccia risse percuotendo quand'uno e quand'un altro.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 21: Le dà prima, e dopo le promette; Col suo vigor, col solito suo zelo, Affibbia colpi che levano il pelo.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 207: Ma bada, se doman ti vien ridetto, Te le do prima, e poi te le prometto.
Definiz: § CCXIV. Adagio a dare. ‒
V. Adagio, Avverb. § III.
Definiz: § CCXV. Come dare in terra, aggiunto di Percuotere come dare in terra, Picchiare come dare in terra, Dare come dare in terra, e simili, vale Senza discrezione, Senza misura, Fortemente. ‒
Esempio: Bern. Orl. 49, 35: Il giovinetto dava come in terra.
Esempio: Lipp. Malm. 1, 40: Con quel batocchio zomba a mosca cieca, Senza riguardo, come dare in terra.
Definiz: § CCXVI. Da dare e da serbare, è maniera retta per lo più dal verbo Avere da dare e da serbare; e forma una locuzione denotante grande abbondanza della cosa onde si discorre, ma per lo più si usa figuratamente. ‒
Esempio: Fag. Comm. 2, 20: Hanno nobiltà da dare e da serbare.
Definiz: § CCXVII. Dàgli, o Dàlli, Dàlle, e simili, usati assolutam., ed anche talvolta, per più efficacia, ripetuti, sono modi co' quali si eccita alcuno a dare addosso ad altri, percuoterlo, e simili. E si usa anche figuratam. ‒
Esempio: Giamb. Tull. Rettor. 108: Fecelo cadere, e cominciò a gridare: date loro, date loro.
Esempio: Pass. G. Cr. 26: Gridando: dàgli, che di morte è degno.
Esempio: Ar. Orl. fur. 22, 22: In casa non restò gatta nè topo, Al suon che par che dica: dàlli, dàlli.
Esempio: Buonarr. Fier. 5, 3, 1: Strana gente; Burbacchi, furfanton di varie sorti, In cui diceva 'l popol, dàlle dàlle.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 23, 142: Certificò Saule.... d'avere avuto il suo nemico fino al letto, e possente a levarlo di vita, quanto sol con un cenno dicesse ad Abisai: dàgli.
Esempio: Forteguerr. Cap. 181: Io penso certamente, Che faccia mal chi grida: dàlli dàlli.
Definiz: § CCXVIII. Dàgli, è anche voce con la quale il cacciatore aizza il cane contro la preda. ‒
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 1, 1: Dàlle dàlle, Ahi buon cane, serra serra Tutto 'l dì, tutto 'l dì.
Definiz: § CCXIX. Dàgli, dàgli; Dàgli oggi, dàgli domani; Dàgli, picchia e mena; e simili; sono maniere che si usano familiarmente a significare viva e continuata insistenza, mediante la quale alcuno riesce a conseguire qualche suo particolar fine. ‒
Esempio: Magal. Lett. scient. 84: Finalmente, dàgli oggi, dàgli domani, un giorno (me ne ricorderò sempre) mi faceste sentire, ec.
Esempio: Not. Malm. 520: Questo termine significa Fa' e rifa' la tal cosa, ovvero Prega e riprega: e si dice Dàgli, picchia e tocca, ovvero Dàgli, tocca, picchia e martella.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 22, 32: Perchè sebbene un qualche poco nega [la donna], E fa la dura a forza d'onestade, Dàlle, ridalle, in fin si stracca, e cade.
Esempio: E Foteguerr. Terenz. 281: Ma dàgli dàgli, ottenne alfine il vecchio Da lui parola di sposar la figlia Di costui qui vicino.
Definiz: § CCXX. Dàgli dàgli, vale anche semplicemente Alla fine, Dopo alcun tempo, Finalmente. ‒
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 19, 68: Or dàgli dàgli, Finiro entrambo a un tempo i lor travagli.
Definiz: § CCXXI. E dàgli! diciamo altresì familiarmente a denotare impazienza, sdegno, o simile, dell'altrui insistenza su checchessia.
Definiz: § CCXXII. Dàlle dàlle, dàlle; è maniera che denota continuazione soverchia e molesta di una data azione. ‒
Esempio: Bocc. Laber. 80: La quale mai di ciarlare non ristà, mai non molla, mai non fina, dàlle dàlle dàlle, dalla mattina insino alla sera.
Esempio: Bemb. Rim. burl. 1, 36: Quivi il muccion con tutta quella valle Menava ceppi, e sassi aspri e taglienti, Tutta mattina dàlle, dàlle, dàlle.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 3, 318: E dàlle, dàlle, dàlle, non la finite più, tornando molte volte da capo.
Definiz: § CCXXIII. Non darei un soldo, un bagattino, un quattrino, e simili, per, o di, checchessia, ovvero su checchessia; sono maniere denotanti o disprezzo, ovvero da credenza che la cosa di cui si parla corra pericolo, sia spacciata, e simili. ‒
Esempio: Varch. Ercol. 101: Quando vogliamo mostrare la vilipensione maggiore, diciamo con parole antiche: io non ne darei un paracucchino, o veramente buzzago; e con moderne, una stringa, un lupino,... una frulla, un baghero, o un ghiabaldano.
Definiz: § CCXXIV. O ci do o c'inciampo, dicesi familiarmente a significare il frequente, e non grato, incontrarsi, imbattersi, e simili, sia in persona sia in cosa. E usasi anche figuratam.
Definiz: § CCXXV. Si dia, Sia data, Date in propria mano, Date bene, e simili, erano formule usate anticamente nelle sopraccarte delle lettere. ‒
Esempio: Panzier. Tratt. 71: A Salvato Lalberto.... di Prato sia data.
Esempio: Buonarr. M. V. Lett. Ric. 172: Messer Francesco Salvetti, date in propria mano e ne ricuperate risposta.
Esempio: E Buonarr. M. V. Lett. Ric. 173: Messer Francesco Salvetti, date in propria mano e mandate risposta.
Esempio: E Buonarr. M. V. Lett. Ric. 178: Lionardo del Riccio, fate dare in propria mano.
Esempio: E Buonarr. M. V. Lett. Ric. 181: Lionardo del Riccio, date bene.
Esempio: E Buonarr. M. V. Lett. Ric. 334: D. Capponi, di grazia, fatela dar bene.
Definiz: § CCXXVI. Te lo darò io, Te la darò io, Te li darò io, Te le darò io, o simili; è maniera di minaccia, con la quale, per lo più ripigliando ironicamente il discorso fattoci da altri, vogliamo far capire di aver l'intenzione e di essere pronti a far avere altrui cosa ben diversa da quella ch'e' chiede o cerca o desidera, o alla quale accenna, o simili. ‒
Esempio: Nell. Iac. Serv. padr. 2, 11: Matto scimunito a me? A un uomo dotto? P. Che uomo dotto, che uomo dotto? Ti darò io l'uomo dotto, che vai cercando.
Esempio: Fag. Comm. 1, 112: Ti vo' dar io l'amore, vecchio cucco.
Definiz: § CCXXVII. Ti dia la peste, una saetta, un accidente, e simili; e assolutamente, Ti dia nel collo, Ti dia, e simili; sono maniere triviali d'imprecazione. ‒
Esempio: Fag. Comm. 1, 115: Ohi ohi, ohimè! son morto, oh oh! C. O ti dia nel collo.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 6: Qui la miseria non ci lascia mai; Almen, ti dia! giovasse la fatica!
Definiz: § CCXXVIII. Tu me la daresti buona, Tu me la daresti, e simili; sono maniere di uso familiare verso persona che ci ha detto cosa, la quale se fosse vera, incorreremmo in qualche danno o pericolo. ‒
Esempio: Nell. Iac. Gelos. 1, 1: Ma non hai imparato altre professioni? B. Tu me la daresti, se io non sapessi altro.
Definiz: § CCXXIX. Chi ha a dare, addimanda. ‒
V. Addimandare, § VII.
Definiz: § CCXXX. Chi dà e poi ripiglia, all'Inferno si scapiglia; Chi dà e ritoglie, il diavolo lo raccoglie; e simili; sono Proverbj che si usano, massime tra fanciulli, per significare Non doversi ridomandare quello che una volta si è donato.
Definiz: § CCXXXI. Chi dà presto, è come se desse due volte; o simili. Proverbio che si usa a significare, che la prontezza cresce il pregio del beneficio.
Definiz: § CCXXXII. Dare che non dolga e dir che non dispiaccia; ed anche Non dar che dolga e non ischerzar sul vero; sono maniere proverbiali, che valgono Doversi, nello scherzare o nel far celia, aver cura di non offendere altrui, nè in fatti nè in detti.
Definiz: § CCXXXIII. E Dare dove ad alcuno duole, vale Promuovere un discorso sopra materia nella quale altri abbia passione.