Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
A
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A
Definiz: è preposizione, e come tale considerata, serve principalmente e di sua natura a indicare tendenza o direzione verso un termine od oggetto qualunque, sì nelle locuzioni proprie come nelle figurate. E corrisponde all'Ad dei Latini.
Definiz: Serve pure a moltissimi altri usi, nei quali l'A non sempre corrisponde all'Ad, ma talvolta all'A dei Latini, ed altresì all'Ab sì de' Latini come de' Provenzali nel significato di Con; e di questi usi noteremo i principali, a cui possono gli altri o per analogia o per estensione facilmente ridursi.
Definiz: Essa preposizione A, o con articolo o senza, presso gli antichi grammatici, che tenean dietro ai Latini, era considerata come segno del dativo. −
Esempio: Buomm. Ling. tosc. 137: L'uso de' segnacasi, come s'è detto, è tale, che Di serve al genitivo, A al dativo, e Da all'ablativo.
Definiz: A talora per isfuggire l'incontro delle vocali e per miglior suono, prende la consonante D. −
Esempio: Dant. Inf. 9: E veggio ad ogni man grande campagna Piena di duolo e di tormento rio.
Esempio: E Dant. Inf. 16: Vidi...... Venir notando una figura in suso Meravigliosa ad ogni cuor sicuro.
Esempio: Petr. Rim. 249: E parte ad or ad or si volge a tergo, Mirando s'io la seguo.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 67: Maravigliosa cosa è ad udire quello che io debbo dire.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 30: Ho petto anch'io, ch'ad una morte crede Di bastar solo, e compagnia non chiede.
Definiz: § I. Si unisce frequentemente agli articoli, e se ne formano le preposizioni articolate Al, Allo, Agli, Alli, Ai, Alla, Alle. −
Esempio: Dant. Parad. 2: Or come ai colpi degli caldi rai Della neve riman nudo il soggetto ec.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 282: Presenti erano stati alle parole e al metter de' pegni.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 175: Parendo allo scolare avere assai fatto,..... verso la casa della misera donna se n'andò.
Esempio: Salv. Avvert. 2, 140: Al e Dal son voci mozze da Allo e Dallo.
Esempio: E Salv. Avvert. 2, 143: I detti articoli e vicecasi in ventidue diverse guise si sogliono accompagnare, e son queste: Allo, o A lo; Alli, o A li; Agli, o A gli; Ai, o A i; Alla, o A la; Alle, o A le ec.
Definiz: § II. Talvolta la preposizione A, che appartiene a un infinito, si unisce all'articolo della voce retta dall'infinito medesimo. −
Esempio: Bocc. Decam. 2, 82: Al suo appetito fornire con una sottil malizia sopra questo fondò la sua intenzione.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 102: Alle quali cose ricogliere io sono dal mio maggiore, cioè da messer lo Abate, stato mandato.
Esempio: Cas. Pros. 2, 11: Alla qual sua intenzione recare a fine ella chiama in aiuto...... gli eserciti di barbare genti.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 2, 126: Al che fare io adesso...... vi sprono e confortovi.
Definiz: § III. E per l'opposto, talvolta trovasi A separata per una qualche parola dall'articolo a cui dovrebbe essere accompagnata. −
Esempio: Cavalc. Pungil. 43: Come dice lo proverbio comune: A sola la miseria non ha l'uomo invidia.
Definiz: § IV. Talora essa A si tralascia avanti alcuni pronomi personali, ove l'uso più comune la richiederebbe. −
Esempio: Dant. Inf. 14: E parea posta lor diversa legge.
Esempio: E Dant. Inf. 19: Io non so s'i' mi fui qui troppo folle, Ch'io pur risposi lui a questo metro.
Esempio: E Dant. Purg. 15: E 'l Signor mi parea benigno e mite Risponder lei con viso temperato.
Esempio: Petr. Rim. 5: Tolse Giovanni dalla rete e Pietro, E nel regno del ciel fece lor parte.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 145: Nè era ancora lor paruto alcuna volta tanto gaiamente cantar gli usignuoli.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 388: Apparve...... Cristo in visione, e disse loro addormentati insieme: Venite a me.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 12: Disse al suo nunzio Dio: Goffredo trova, E in mio nome di' lui: Perchè si cessa?
Definiz: § V. E parimente avanti gl'infiniti de' verbi, per proprietà di lingua, talvolta si tace, e più specialmente nella poesia, affine di schivare il concorso delle vocali, e dare al verso una migliore armonia. −
Esempio: Dant. Purg. 1: Dell'alto scende virtù che m'aiuta Conducerlo a vederti e ad udirti.
Esempio: Barber. F. Docum. Am. 34: Lusingamenti ch'hanno Forte a la gente saggia dispiacere.
Esempio: Petr. Rim. 83: Quando amor cominciò darvi battaglia.
Esempio: Ar. Orl. fur. 16, 51: Tanti lupi parean, tanti leoni, Ch'andassero assalir capre o montoni.
Definiz: La preposizione A serve più specialmente a significare una gran quantità di relazioni, delle quali noteremo le principali. Cominceremo in prima da quelle di Moto e Tendenza, Attribuzione e Distinzione, Forma e Condizione dell'essere, Mezzo e Fine, Causa ed Effetto ec.; quindi daremo alquanti esempj di quelle di Spazio, poi di quelle di Tempo, di Quantità ec.; ed infine registreremo le Forme grammaticali.
Definiz: A indica il termine di movimento e di direzione verso un luogo, o verso una persona o una cosa; e in questo caso equivale talvolta alla preposizione Verso, Fino a. −
Esempio: Dant. Inf. 5: Sì tosto come il vento a noi gli piega, Mossi la voce.
Esempio: Vill. G. 1, 167: E per quella via s'andava a Roma.
Esempio: Petr. Rim. 1, 9: La donna che colui ch'a te ne invia, Spesso dal sonno lagrimando desta.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 69: Così come il dicevano, il mettevano in opera a lor potere, il giorno e la notte ora a quella taverna, ora a quell'altra andando.
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 49: Sì ad alto il Negromante batte l'ale, Ch'a tanta altezza appena aquila sale.
Esempio: Red. Lett. 1, 301: Fra le altre cose che ha spinto il mare a lido, sono alcune ghiande rosse.
Definiz: § I. E in locuzioni figurate. −
Esempio: Dant. Parad. 6: Ma il benedetto Agabito, che fue Sommo pastore, alla fede sincera Mi dirizzò con le parole sue.
Esempio: Nov. ant. C. 69: A voi non sarebbe onore, che vostro legnaggio andasse a povertade.
Esempio: Petr. Rim. 21: Fu per mostrar, quanto è spinoso calle..... Onde al vero valor conven ch'uom poggi.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 167: Appresso questo, alla salute d'Aldobrandino il pensier volse.
Esempio: Salvin. Eneid. 6, 505: Stanvi pallidi morbi, aspra vecchiaia, Il timore e la fame a mal spignente.
Definiz: Nell'accennata relazione di movimento e di direzione, come ancora in più altre, la preposizione A, invece di precedere un nome, precede talora un infinito. E ciò mostreranno gli esempj, che a suo luogo verremo allegando.
Definiz: § II. Alla relazione di movimento e di direzione appartiene il modo ellittico comunemente usato per nominare le porte di una città; come quando chiamasi Porta a Pisa la porta per cui si passa andando a Pisa. −
Esempio: Vill. G. 77: Era in capo del detto Borgo una porta chiamata la porta a Roma.
Esempio: Varch. Stor. 2, 342: La domenica sera uscì [il Ferruccio] di Pisa a tre ore di notte per la porta a Lucca.
Definiz: § III. Sotto questa relazione comprendesi parimente l'indirizzo delle lettere, e di tutto ciò che si manda ad alcuna persona, o si dirige a qualche luogo. −
Esempio: Cell. Gio. Lett. 23: Al suo amico e divoto per Cristo, Guido, don Giovanni dalle Celle sempiterna salute, con disiderio di vederti ricco di virtudi.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 73: A messer Claudio Tolomei nobile sanese.
Esempio: Cas. Pros. 3, 137: A messer Luca Contile, a Trento.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 116: Al Sodo e Diserto, Intronati, a Macerata.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 1, 335: La quale [lettera] con un indirizzo semplice che diceva, Alle mani del signor osservandissimo tale, arrecava la notizia d'una nave ec.
Definiz: A, posta dopo moltissimi altri verbi, che non hanno in sè idea esplicita di movimento, serve a denotare l'oggetto, al quale si riferisce ciò che da essi verbi è significato. E forma nel costrutto un reggimento indiretto, equivalente per lo più al dativo dei Latini. −
Esempio: Dant. Parad. 4: Per questo la Scrittura condescende A vostra facultate, e piedi e mano Attribuisce a Dio.
Esempio: E Dant. Parad. 31: Diffuso era per gli occhi e per le gene Di benigna letizia in atto pio, Quale a tenero padre si conviene.
Esempio: Nov. ant. B. 74: Il quale, obbediendo al Re, pervertì tutto il fatto.
Esempio: Vill. G. 812: A uno Bettone Cini da Campi..... fece cavare la lingua infino allo strozzule.
Esempio: Petr. Rim. 157: Disconviensi a signor l'esser sì parco.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 11: Tutti siamo malfattori, e pecchiamo disubbidendo alla legge di Dio.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 78: Pochissimi erano coloro a' quali i pietosi pianti e le amare lacrime de' suoi congiunti fossero concedute.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 238: Ed io, che ciascun'ora più m'accendo,..... Tutta mi dono a lui, tutta mi rendo.
Esempio: E Bocc. Decam. 2, 89: E possessioni e case ci ha date, e dà continuamente al mio marito e tuo cognato.
Esempio: Machiav. Stor. 2, 238: Tu hai preso un partito il quale torrà a me la vita e a te lo stato.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 351: Attribuendo, com'è natura de' popoli, a non volere, quello che si doveva attribuire più presto a non potere.
Esempio: Cell. Benv. Vit. 457: Oh! se io avessi appetito al gran guadagno, io mi poteva restare in Francia.
Esempio: Car. Eneid. 5, 977: A tanto incendio Ritogli, padre, i male addotti legni, Ritogli a morte queste poche afflitte Reliquie de' Troiani.
Esempio: Tass. Gerus. 12, 27: Salva il parto innocente, al qual il latte Nega la madre del materno petto.
Esempio: Dav. Tac. 1, 180: Aspirano i mortali generosissimi alle cose altissime.
Esempio: Mont. Poes. 1, 250: Quando ai fiori il color toglie la notte.
Definiz: § I. Lo stesso ufficio presta l'A dopo moltissimi aggettivi. −
Esempio: Dant. Inf. 10: Fieramente furo avversi [i tuoi maggiori] A me ed a' miei primi ed a mia parte.
Esempio: E Dant. Purg. 26: Tutto m'offersi pronto al suo servigio.
Esempio: Cavalc. Esp. Simb. 1, 114: Giusta cosa è che l'uomo sia soggetto a Dio.
Esempio: Fr. Bart. Ammaestr. ant. volg. 493: Alla femmina diede natura animo a male inchinevole.
Esempio: Medit. Alb. Cr. 28: Rendendosi affabile e amorevole e grazioso a' pubblicani.
Esempio: Giambull. Stor. Europ. 3: La Rossia, la Pollonia, la Moravia e la Boemia, provincie naturalmente dedite alle armi.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 320: La deliberazione.... fu di aumentare talmente l'esercito, ch'e' fosse potente a espugnare le terre del contado di Pisa.
Esempio: Segner. Mann. marz. 7, 2: La sensualità.... è oppostissima alla sapienza.
Esempio: Bellin. Disc. anat. 1, 229: Si vede.... da ognuno che le cose di cedentissime, cioè pochissimo coerenti, diventano repugnantissime al cedere.
Definiz: § II. Talvolta la parola, da cui dipende la preposizione, è sottintesa, come nelle forme ellittiche che si adoperano comunemente nelle iscrizioni: A Dio Ottimo Massimo, Alle ceneri, Alla memoria di ec. −
Esempio: Ar. Orl. fur. 44, 33: Ed è per tutti i canti il titol vero Scritto: Ai liberatori dell'Impero.
Esempio: Tasson. Secch. rap. 9, 7: Più in alto sovra il corno era attaccato Un ricco scudo.... E scritto avea di sopra: Al Vincitore.
Esempio: Mont. Poes. 2, 316: Ai sacri mani di Parin riposo.... Pace eterna all'amico.
Definiz: A, precedendo un nome o un infinito, serve bene spesso a indicare lo scopo, il fine d'una cosa; e in questo caso equivale a Per. −
Esempio: Dant. Inf. 26: Fatti non foste a viver come bruti, Ma per seguir virtute e conoscenza.
Esempio: Vill. G. 1, 220: Federigo andò a Vinegia, e gittossi a' piè del detto Papa a misericordia.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 155: Abbi pazienza, figliuola, perocchè Iddio non a tuo danno, ma a tua salute t'ha data questa infermitade.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 8: Il senno da una valorosa donna usato a tôrsi da dosso due, che contro il suo piacere l'amavan, cognoscerete.
Esempio: Grazz. Comm. 116: E a che si vorrà egli servire della mia negromanzia?
Esempio: Car. Long. 70: Trovate [le tremila dramme] ne le terrai..... che per adesso ti basteranno a non esser povero.
Esempio: Dav. Colt. 507: Chi fa nesti a vendere, li accieca.
Definiz: § E col verbo Sonare serve a indicare il fine o l'oggetto per cui si suona.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 16: Onde la volpe, preso animo, e fattosele una volta vicina quando la sonava a messa, s'accorse ch'ell'era una cosa vota dentro.
Esempio: Tass. Gerus. 9, 94: Ma, come prima egli ha veduto in piega L'esercito maggior, suona a raccolta.
Esempio: Segner. Pred. 702: Non potevi sapere se fossero questi segni che incitassero alla battaglia, o sonassero a ritirata.
Esempio: Salvin. Disc. 2, 326: Allora il Generale, ripresa la sua figura, fece sonare a capitolo.
Definiz: A serve pure a indicare l'effetto, la conseguenza di checchessia. −
Esempio: Dant. Inf. 5: Così discesi del cerchio primaio Giù nel secondo che men loco cinghia, E tanto più dolor, che pugne a guaio.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 102: Essendo una volta ad assedio ad uno castello, fu ferito d'una saetta a morte.
Esempio: Collaz. Ab. Isaac volg. Prolog. 33: Avevano tutta la notte vangato a stracca.
Esempio: Car. Lett. ined. 3, 203: Mi occorre di dirvi ch'ella [la spedizione] è stata a total mia satisfazione.
Esempio: Dav. Scism. 2, 365: Cromvelo comandò loro da parte del Re, che a pena della vita li condannassero immantenente.
Esempio: Segner. Pred. 128: Se vogliamo fermarci in quelle dicerie solamente che ci flagellano, è vero, ma non a sangue ec.
Definiz: A si adopera talvolta a denotare l'uso, l'officio, l'incarico, l'onorificenza o simili, al quale una persona o una cosa qualunque è destinata, è riserbata o serve; e sta in luogo di Per. −
Esempio: Dant. Inf. 22: Mia madre a servo d'un signor mi pose.
Esempio: E Dant. Purg. 7: Per quanto ir posso, a guida mi t'accosto.
Esempio: Vill. M. 24: Caro figliuolo, se voi amavate d'avere a dama questa damigella, voi non dovevate tener bargagno.
Esempio: Bocc. Filostr. 1, 49: Temendo che Griseida.... Ricever nol volesse a servidore.
Esempio: Esop. Fav. Sien. 52: Teneva uno catello a guardia della bottega, acciocchè di notte lo svegliasse col suo abbaiamento, sicchè niuno ladro potesse fare danno.
Esempio: Tav. Rit. volg. 3: Quegli di quel paese ne furono assai allegri da poi che l'ebbono a signore.
Esempio: Varch. Stor. 2, 424: S'era posto in cuore [l'Imperatore] di far eleggere Ferdinando suo fratello a re de' Romani.
Definiz: A serve a indicare l'occasione immediata, la cagione, il motivo di checchessia. −
Esempio: Dant. Purg. 12: O gente umana, per volar su nata, Perchè a poco vento così cadi?
Esempio: E Dant. Parad. 16: Come s'avviva allo spirar de' venti Carbone in fiamma, così vidi quella Luce risplendere a' miei blandimenti.
Esempio: Petr. Rim. 1, 267: Desta'mi al suon degli amorosi balli.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 96: Che rusignuolo è questo, a che ella vuol dormire? Io la farò ancora addormentare al canto delle cicale.
Esempio: Cap. Comp. Discip. Sien. 49: Sia tenuto il Priore di non ricevere alcuno novizio, lo quale abbia compra alcuna gabella o vero che sia comprata a sua petizione.
Esempio: Nov. ant. B. 79: Molte volte si conduce l'uomo a ben fare a speranza di merito.
Esempio: Car. Eneid. 9, 1181: Al cader di costui tal prese i Teucri Tema e spavento, che dispersi in fuga Sen giro.
Esempio: Tass. Gerus. 3, 76: Lasciano al suon dell'arme, al vario grido, E le fere e gli augei la tana e 'l nido.
Definiz: A serve ancora a indicare l'istrumento o il mezzo col quale si fa un'azione qualunque; e allora sta in luogo di Con. −
Esempio: Dant. Inf. 9: Batteansi a palme, e gridavan sì alto, Ch'io mi strinsi al Poeta per sospetto.
Esempio: Nov. ant. C. 10: Ed invennero che.... il puledro fu notricato a latte d'asina.
Esempio: Petr. Rim. 2, 5: Qual ingegno a parole Poria agguagliar il mio doglioso stato?
Esempio: Bocc. Decam. 7, 247: Preghiamo Iddio che vi dea tanti malanni, che voi siate morto a ghiado.
Esempio: Ovid. Pist. 45: Queste parole mi disse Cassandra, piangendo e urlando come pazza, e costei ne fue menata a braccia dalli suoi familiari.
Esempio: Bern. Orl. 13, 37: Teneva una catena un libro saldo, Scritto di sangue tutto quanto a mano.
Esempio: Ar. Orl. fur. 15, 18: Mai legno alcun, che vada a remi e a vele Nel mare orïentale apparir suole.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 2, 204: Fatto luogo ai danari perchè vi stessero agiatamente, chiusero il coperchio a chiave.
Definiz: § I. E parlandosi di macchine, serve a indicare il mezzo per cui si fanno agire, come
Esempio: Esempio del Compilatore A acqua, A vapore, A vento ec. −
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 4, 11: Prudenzio, un valentuomo e mio maestro, Da cui 'mparai far gli orioli a sole.
Esempio: Montecucc. Op. 1, 130: Provvisti [i magazzini] di mulini a acqua, a vento, a giumenti, a mano, e di forni da cuocere il pane.
Esempio: Targ. Disam. 45: La Toscana non si è mai saputa adattare ai mulini a vento, che universalmente usano in tanti popolatissimi paesi, e vuole tutte macini a acqua.
Esempio: E Targ. Viagg. 2, 451: Vedemmo un mulino a vento già terminato, ed altro più che ammezzato.
Definiz: A si adopera a denotare il modo, la forma, la materia d'un abbigliamento, d'un'acconciatura, d'un ornamento e d'un lavoro qualunque; ed in tal caso equivale ora alle preposizioni Con o Di, ora ai modi Simile a, A guisa di, Conforme a. −
Esempio: Nov. ant. C. 44: In terra fece coprir di tappeti, i quali erano tutti lavorati a croci spessissime.
Esempio: Tav. Rit. 32: La reina Lotta dona a sua figliuola Isotta corone, e fa mettere nella nave tante paia di robe, quanti mesi sono nell'anno, e tutte erano di sciamiti,.... tutte lavorate a onde d'acqua, e a bestie caccianti, e a pesci di mare, e a uccelli volanti.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 11: Voi vestiti a seta avete perduto il vestimento di Cristo.
Esempio: Petr. Rim. 2, 247: E vedrai nella morte de' mariti Tutte vestite a brun le donne Perse.
Esempio: Stor. Pistol. 112: E subito le rotture, che aveano fatte per uscir fuori, furono murate a pietra ed a calcina.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 133: Appiè d'un muro a secco che cingea la vigna.... si puosono.
Esempio: Ar. Orl. fur. 16, 54: Bench'egli in capo avea l'elmo lucente, E tutto era coperto a piastra e a maglia.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 3, 156: Nella chiesa ancora di S. Niccolò di là d'Arno è nel tramezzo una tavola di mano di Masaccio, dipinta a tempera.
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 4: Volendo ciascuno la propria insegna, e' fu forza d'allargarsi in più colori, e que' medesimi in diversi modi formare a doghe, a sbarre, a traverse, a onde, a scacchi ed in mille altre maniere.
Esempio: Borgh. R. Rip. 282: Egli fu il primo.... che levasse via in gran parte quelle fregiature, che si facevano d'oro a mordente, o a bolo nella maniera antica.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 3, 11: Bello sbarleffe, ch'egli ha 'n sul mostaccio,.... E che barba a lucignoli!
Definiz: § I. Viene anche usata ad esprimere i diversi modi di contrattazione, pagamento, permuta, e simili. −
Esempio: Vill. G. 603: Le quali [case] si trovarono allogate a pigione.
Esempio: E Vill. G. 755: La gabella del vino si vendea a minuto.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 155: Le divine cose.... a denari e vendevano e comperavano.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 265: Egli vendè i panni suoi a contanti, e guadagnonne bene.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 136: E' tenne la detta vigna a fitto parecchi anni per una piccola cosa.
Esempio: Uzzan. Prat. Merc. 148: Firenze fa i pagamenti a fiorini di suggello.
Esempio: Dav. Camb. 2: Per Ispagna si cambia a maravedis;.... per Lione di Francia a marchi;.... per Fiandra a grossi.
Esempio: Baldin. Decenn. 4, 78: Ponevasi egli talvolta a lavorare a salario con questo e quello per un fiorino..... il giorno.
Definiz: § II. E parlandosi d'agricoltura, serve a indicare la specie e il modo della coltivazione; onde dicesi ellitticamente
Esempio: Esempio del Compilatore Campo a grano, Terreno a ulivi ec. −
Esempio: Pallad. Agric. volg. 93: Se 'l campo là ove poni questi arbuscelli con queste viti, si dee coltivare a biade, vuolsi lasciare tra l'un arbore e l'altro spazio di XL piei.
Esempio: Serdon. Stor. Ind. volg. 37: Perchè dunque non si divideva alla plebe povera...... tutta quella spaziosa pianura tra l'Ebora e 'l Tago, acciò la piantasse a viti, ovvero la seminasse a grano?
Definiz: § III. Serve pure ad accennare il modo e la specie del giuoco. −
Esempio: Nov. ant. B. 8: Appresso mangiare, quali presero a giuocare a zara, e quali a tavole od a scacchi, o ad altri diversi giuochi.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 102: A petizion di chi giuoca a primiera.
Esempio: Lipp. Malm. 2, 48: Chi coll'amico fa a stacciaburatta, Chi all'altalena, e chi a beccalaglio.
Esempio: Bert. Risp. Gio. Paol. 53: Se noi facessimo a vinciperdi, voi sareste padrone dello scacchiere.
Esempio: Fag. Rim. 6, 224: E fuor della trinciera Il soldo che non ha giuochi a bambara.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 2, 399: Mi dicono che rinchiusi in una casa hanno giuocato a carte tutto il dì, e quasi tutta la notte.
Definiz: A serve a indicare le varie maniere onde altri sta, è disposto, s'atteggia, opera comecchessia; ed in questo caso per lo più equivale alla preposizione Con. −
Esempio: Malisp. Stor. fior. 117: Manfredi.... ricevette Currado suo fratello a grande onore e riverenzia.
Esempio: Dant. Inf. 10: Ma fu' io sol colà, dove sofferto Fu per ciascun di tôrre via Fiorenza, Colui che la difese a viso aperto.
Esempio: E Dant. Inf. 23: Lo duca stette un poco a testa china, Poi disse ec.
Esempio: Cavalc. Att. Apost. 170: Questo disse a malizia, credendo e sperando che Paolo per essere liberato gli desse moneta.
Esempio: Bocc. Decam. 161: Perciò confortati e sta a buona speranza.
Esempio: Fr. Guid. Fior. Ital. 70: Moisè, udendo questo, disse: Pregote, Signor mio, che riposi l'ira tua, acciocchè quelli d'Egitto non dicano: A ingegno ed a inganno li cavò d'Egitto.
Esempio: Poliz. Rim. 1, 41: Or poi che ad ali tese ivi pervenne, Forte le scosse e giù calossi a piombo.
Esempio: E Poliz. Rim. 1, 91: Abbatter questo e quello a gran furore.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 87: A capo basso tutti a casa se ne tornarono.
Esempio: Magal. Lett. At. 284: Perchè esaminandole a paura, non si fa mai niente di buono.
Definiz: § I. E parlandosi di governi, serve a denotare la forma di quelli. −
Esempio: Cronichett. Incert. 46: Molto commendò Salustio lo reggimento de' Consoli, e rendenne questa ragione: Che se fosse istata Roma a Re ec.
Esempio: E Cronichett. Incert. appr.: E mentre ch'egli stettono a libertà e a Consoli, furono signori del mondo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 15, 24: Dio vuol ch'ascosa antiquamente questa Strada [del nuovo mondo] sia stata e ancor gran tempo stia...... E serba a farla al tempo manifesta, Che vorrà porre il mondo a monarchia.
Esempio: Varch. Boez. 27: Conciosiacosachè, se ti vorrai ricordare di qual patria tu sii nato, conoscerai che ella non si regge a popolo.
Definiz: A serve anche a indicare la maniera, ond'altri è provveduto di checchessia. −
Esempio: Nov. ant. C. 13: Un nobile cavaliere era fuggito di prigione; ed essendo poveramente ad arnese, misesi ad andare ad Alessandro che donava larghissimamente.
Esempio: Red. Lett. M. 85: A Firenze il luglio e l'agosto si sta male a pesce, perchè vi arriva sempre fradicio e puzzolente.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 11, 42: Perchè in Pistoia noi stiamo a quattrini, Siccome san Cristofano a calzoni.
Esempio: Tocc. Parer. 52: Gente...... male in arnese a ingegno, e peggio fornita a sapere.
Definiz: A indica pure conformità, somiglianza, imitazione in operar checchessia; ed allora equivale a Secondo il, la, ec. Conformemente a. −
Esempio: Vill. M. 2, 179: Le feciono tagliare i panni per lungo infino alla cintola, a loro costuma, e con vergogna la mandarono via.
Esempio: Cronichett. Incert. 12: I suoi discendenti tennono quello reame in pace, e vivettono allegramente alla legge pagana.
Esempio: Cic. Opusc. 122: Non dire' io mai che Gaio Fabrizio, M. Curio,...... i quali i nostri antichi giudicarono savi, ch'elli fossero savi alla regola di quelli filosofi.
Esempio: Ar. Orl. fur. 7, 31: E due e tre volte il dì mutano veste, Fatte or ad una or ad un'altra usanza.
Esempio: Dat. Lett. Filol. 3: Rispose il Galileo...... sotto dì 24 febbraio 1639 dall'Incarnazione al costume fiorentino.
Esempio: Lipp. Malm. 2, 54: Avendo un vestituccio di dobretto, Ed un cappel di brucioli alla moda ec.
Esempio: Magal. Lett. At. 153: La parte più sana di quegli, che spiegano le cose naturali alla mente di Democrito e d'Epicuro, non se ne slontana poi meno nelle soprannaturali.
Definiz: § A quest'uso della preposizione A si riferiscono i modi avverbiali All'antica, Alla moderna, All'analda, Alla francese, Alla greca, e simili.
Definiz: A serve pure a denotare i segni, gl'indizi, e tutto quello da che si riconosce checchessia, o da che si trae una congettura o un giudizio; ed allora spesso equivale alla preposizione Da o Con. −
Esempio: Dant. Inf. 16: Sostati tu, che all'abito ne sembri Essere alcun di nostra terra prava.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 176: In capo di sei mesi tornoe sì concio e piagato, che a sola voce si conobbe che fosse esso.
Esempio: Petr. Rim. 38: Raffigurato alle fattezze conte.
Esempio: E Petr. Rim. 208: Solo un riposo trovo in molti affanni; Chè quando torni, ti conosco e 'ntendo All'andare, alla voce, al volto, a' panni.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 209: E se tu non te ne avvedessi ad altro, sì te ne dei avvedere a questo, che noi siam sempre apparecchiate a ciò.
Esempio: Ar. Orl. fur. 10, 36: De la corte d'Alcina eran tre donne, Chè le conobbe ai gesti ed alle gonne.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 14, 83: La conobbe al vestir di color cento, Fatto a liste inequali ed infinite.
Esempio: Tass. Gerus. 3, 60: Pur dava ai detti, all'opre, alle sembianze, Presagio omai d'altissime speranze.
Definiz: A serve talvolta a qualificare o distinguere persone o cose, al qual uopo più comunemente s'adopra la preposizione Da. −
Esempio: Dant. Inf. 1: Sì ch'a bene sperar m'era cagione Di quella fera alla gaietta pelle, L'ora del tempo e la dolce stagione.
Esempio: E Dant. Inf. 9: L'occhio m'avea tutto tratto Vêr l'alta torre alla cima rovente.
Esempio: E Dant. Inf. 16: E con essa pensai alcuna volta Prender la lonza alla pelle dipinta.
Definiz: A viene usata a indicare la persona o la cosa, in utilità, favore o servigio della quale si fa o avviene checchessia; ed allora equivale a Per. −
Esempio: Vill. G. 1, 145: Rendègli la signoria di Lombardia, salvo la Marca Trevigiana, e Verona, ed Aquileia che ritenne a sè.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 282: Qualunque altro avuta l'avesse…... l'avrebbe egli a sè amata più tosto che a te.
Esempio: Cavalc. Frutt. Ling. 153: Nessuno di voi viva a sè, ma a colui che morì per lui.
Esempio: Guicc. Stor. 2, 90: E morendo la regina Germana in matrimonio senza figliuoli; la parte sua dotale s'intendesse acquistata a Ferdinando.
Esempio: Tass. Gerus. 18, 86: A te guerreggia il cielo ed ubbidienti Vengon, chiamati a suon di trombe, i venti.
Definiz: A talora si usa ad esprimere confronto, paragone; ed allora vale lo stesso che A confronto di, In paragone di, Rispetto a. −
Esempio: Dant. Purg. 11: Che fama avrai tu..... Pria che passin mill'anni? ch'è più corto Spazio all'eterno, che un muover di ciglia, Al cerchio che più tardi in cielo è torto.
Esempio: Vill. G. 7, 130: Fu recato il corpo [del Re] a Napoli, e soppellito co' Reali; e la moglie ne fece piccolo lamento a quello ch'ella dovea fare.
Esempio: Petr. Rim. 63: Quanta dolcezza unquanco Fu in cor d'avventurosi amanti, accolta Tutta in un loco, a quel ch'i' sento è nulla.
Esempio: Ar. Orl. fur. 43, 132: Quello [palagio] che iersera sì ti parve bello, Del mio Signor, saria un tugurio a quello.
Esempio: Dav. Scism. 46: Luisa mia, quanto posso io vivere? vent'anni? che spazio sono eglino all'eterno?
Definiz: A serve a indicare il luogo, dov'è una persona o una cosa, o dove si fa un'azione; ed in questo caso spesso equivale a varie preposizioni, secondo la diversità della situazione, come In, Nel, Sopra, e simili. −
Esempio: Dant. Inf. 14: Ed io a lui: Se il presente rigagno Si deriva così dal nostro mondo, Perchè ci appar pure a questo vivagno?
Esempio: E Dant. Purg. 24: Vidi messer Marchese, ch'ebbe spazio Già di bere a Forlì con men secchezza.
Esempio: Petr. Rim. 1, 120: Io che l'esca amorosa al petto avea, Qual maraviglia, se di subit'arsi?
Esempio: Benciv. Esp. Patern. volg. 83: Più divotamente de' l'uomo orare alle chiese.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 202: Avvenne che, trovandosi egli una volta a Parigi in povero stato ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 5: Con la gente di Francia e di Lamagna Re Carlo era attendato alla campagna.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 200: Tiene di continuo a capo del letto il vostro ritratto.
Definiz: A denota altresì la prossimità, ed allora sta invece di Presso, Vicino a, e simili. −
Esempio: Dant. Inf. 9: Sì come ad Arli ove il Rodano stagna, Sì com'a Pola presso del Quarnaro...... Fanno i sepolcri tutto il luogo varo ec.
Esempio: E Dant. Parad. 23: Come l'augello in tra l'amate fronde Posato al nido de' suoi dolci nati ec.
Esempio: Vill. G. 5, 250: Quando più gloriava e trionfava, la sua oste fu sconfitta a Ferrara.
Esempio: Petr. Rim. 30: Apollo, s'ancor vive il bel desio, Che t'infiammava alle tessaliche onde,.... Difendi or l'onorata e sacra fronde.
Esempio: Ar. Orl. fur. 45, 3: Rotto [il re Luigi] a Santo Albino, E giunto al suo nemico ne l'artiglio, A restar senza capo fu vicino.
Esempio: Car. Eneid. 5, 529: Era Darete un...... che alla tomba del famoso Ettorre In sull'arena il gran Bute distese.
Esempio: Salvin. Senof. 133: Era il tutto apparecchiato, e la pira alle foci del Nilo; e fuvvi messo sopra Abrocome.
Definiz: § I. E in questa medesima relazione si usa in alcune locuzioni ellittiche per indicare un ponte, un borgo, un canto, una porta di città ec., premettendola al nome d'un luogo, d'una chiesa, d'un segno o d'altro che sia quivi o poco distante; e allora per lo più vale Appresso. −
Esempio: Comp. Din. Cron. 40: Signori, e' sarà bene a fare rifermare più forte la porta a S. Brancazio.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 66: Su per lo Mugnone infino alla porta a San Gallo il vennero lapidando.
Esempio: Stor. Pistol. 220: Lo priore di San Iacopo..... trassono al ponte a Santa Trinita per tagliarlo.
Esempio: Monald. Diar. 322: Arsero gl'Inglesi e' Tedeschi per gli Pisani insino al ponte a Rifredi di sopra appresso S. Stefano in Pane a Careggi.
Esempio: Varch. Stor. 2, 65: Dalla porta a San Piero Gattolini si comincia a salire, e si saglie in fino alla porta, la quale da un munistero di monache, che è dentro di lei, s'addomanda la porta a S. Giorgio,...... la quale è in sul poggio de' Magnoli, chiamato più volgarmente la Costa a San Giorgio.
Esempio: Lam. Ant. tosc. 2, 355: Non mi parendo sussistente la opinione di quegli che vogliono, che dalla chiesa di San Marco verso il canto alla Macine il Mugnone si avanzasse.
Definiz: § II. Si trova anche usata nella relazione opposta alla precedente, e le si potrebbe sostituire Da. −
Esempio: Dant. Parad. 12: Non molto lungi al percuoter dell'onde....... Siede la fortunata Callaroga.
Esempio: E Dant. Parad. 21: Tra' duo liti d'Italia surgon sassi, E non molto distanti alla tua patria, Tanto che i tuoni assai suonan più bassi.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 117: Di che ella fu crucciosa oltremodo, pensando che non solamente per lunga distanza al suo amante s'allontanava, ma che quasi del tutto tolta gli era.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 401: Alessandria e quasi tutte le terre al di là dal Po, essendo più lontane a Milano e più vicine ad Asti città del Re, non fecero mutazione.
Esempio: Car. Eneid. 3, 867: Indi ne la Trinacria al mar discosto D'Etna il monte vedemmo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 36: Quivi parendo a lei d'esser sicura, E lontana a Rinaldo mille miglia,..... Di riposare alquanto si consiglia.
Esempio: Chiabr. Poes. 3, 175: Ed avea stanza dentro un bosco ascosa...... Comodamente alla città vicina, Nè lunge al risuonar della marina.
Definiz: § III. E si adopera a determinar l'intervallo o la distanza di luogo. −
Esempio: Vill. G. 5, 214: Si ristrinsono all'assedio della città a mezzo miglio.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 87: I pastori dissero, che ivi forse a tre miglia era un castello.
Esempio: Stor. Barl. 8: Fece bandire per tutta la sua cittade e per tutte le sue terre, che nessuno monaco nè romito vi si lasciasse trovare appresso delle sue terre a tre giornate.
Esempio: Cronichett. Incert. 186: Il lunedì i Fiorentini...... andarono presso a Pisa a due balestrate.
Esempio: Luc. da Panz. Cron. 9: Si mise a scendere giù del campanile per la fune della campana; onde essendo presso a terra a quattro braccia, Bernaba di Marco...... tagliò la fune.
Esempio: Buonarr. Aion. 3, 50: E lo fè entrare in innamoramento Di Varna, bella fanciulla e giulía, La villa della qual forse due miglia Era a Gambassi.
Esempio: Sassett. Lett. 285: Smontammo in terra in una fortezza......, presso alla quale ad una lega è una città.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 8, 308: A trecento passi del sopraddetto mulino verso destra procedendo, sorgevano tre cascine chiamate della Crocetta.
Definiz: A talora s'adopera per denotare la presenza d'alcuno a un fatto, o a un'azione qualunque, e in questo significato è sempre congiunta al verbo Essere, Trovarsi, od altro simile. −
Esempio: Dant. Inf. 31: Se fossi stato all'alta guerra De' tuoi fratelli, ancor par ch'e' si creda, Che avrebber vinto i figli della terra.
Esempio: Cap. Comp. Discipl. Sien. 35: Che ogni mese si debba fare un Capitolo;...... a' quali Capitoli abbiano essere tutti e' Fratelli.
Esempio: Fr. Giord. Pred. 234: Avvegnachè il Papa abbia tutte le dignitadi di sotto a lui, non però l'usa; chè non potrebbe essere in tutti i luoghi nè a tutte le cose.
Esempio: Belleb. Stat. S. Iac. volg. 13: Ciascheduno sia tenuto d'essere a dire l'ore nella ditta cappella.
Esempio: Fiorett. S. Franc. 128: E' sarebbe molto isconvenevole ch'ella non fusse alla morte tua.
Esempio: S. Gir. Grad. 51: Santo Agostino disse: Onorare dee uomo lo suo padre e la sua madre;...... e alla sua sepoltura non dee essere.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 3, 97: Più volte le promettemmo...... di voler essere alle sue nozze.
Definiz: § I. Ed accennando a persona o cosa, l'A vale spesso Appresso a, Dinanzi a, In faccia a. −
Esempio: Fr. Iac. Tod. 367: Per tua bontade, o Vergine beata, Nostra avvocata a Dio sempre tu sia.
Esempio: Dant. Inf. 20: Drizza la testa, drizza, e vedi a cui S'aperse agli occhi de' Teban la terra.
Esempio: E Dant. Purg. 27: Per piacermi allo specchio qui m'adorno.
Esempio: Comp. Din. Cron. 26: I nimici de' Cerchi cominciarono ad infamarli a' Guelfi.
Esempio: Fr. Giord. Pred. 2, 280: I santi...... saliro in su questa torre, in su questo monte, e furonne migliori a Dio.
Esempio: Cavalc. Att. Apost. 37: Sappi che tu non hai mentito pure a uomo, ma a Dio.
Esempio: Pulc. L. Morg. 10, 8: E inginocchiossi al figliuol di Pipino.
Definiz: § II. E talora vale l'Essere esposto ad alcuna cosa, come al sole, al vento, alla pioggia e simili. −
Esempio: Dant. Inf. 6: Per la dannosa colpa della gola, Come tu vedi, alla pioggia mi fiacco.
Esempio: Nov. ant. C. 97: Stavasi [Diogene] in una grotta al sole.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 11: Uscendone fuori [dell'acqua], stava co' panni in dosso così molli al vento e al freddo e al sereno.
Esempio: Petr. Rim. 28: Oggi ha sett'anni, Che sospirando vo di riva in riva, La notte e 'l giorno, al caldo ed alla neve.
Definiz: A serve altresì a indicare la situazione d'un oggetto nella direzione d'un altro, o l'esser rivolto, il guardare verso alcuna parte. −
Esempio: Dant. Purg. 4: A veder ci ponemmo ivi amendue Vôlti a levante.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 146: La donna montata in su la torre, ed a tramontana rivolta, cominciò ec.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 93: Una mummia appiccata a tramontana.
Esempio: Tass. Gerus. 11, 25: Ma i Pagani frattanto erano ascesi Là, dove ai sette gelidi Trioni Si volge e piega all'occidente il muro.
Esempio: Lam. Ant. tosc. 1, 45: Fuora di città era il campo Marzio, tra le mura cioè della città a tramontana e levante, e il fiume Mugnone.
Definiz: A si adopera a significare il tempo, o la circostanza di tempo, in cui si fa una qualche cosa; e allora spesso equivale a In. −
Esempio: Dant. Purg. 12: Le scalee che si fero ad etade, Ch'era sicuro il quaderno e la doga.
Esempio: Vill. G. 1, 48: La mattina al fare del giorno, Metello armato...... cominciò la battaglia.
Esempio: Petr. Rim. 1, 138: E son condotto a tale, Ch'a nona, a vespro, all'alba ed alle squille, La trovo nel pensier.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 109: Ad ora che veduto non poteva essere, le più delle sere con lei se ne veniva a cenare.
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 225: Gli uomini al tempo d'oggi sono vaghi di brevità.
Esempio: S. Greg. Omel. 4, 36: Quello ch'era venuto per offerire sacrifizio a terza, lo indugiò insino a nona.
Esempio: Machiav. Stor. 2, 132: Partissi al ventiquattro d'agosto, una ora avanti giorno, dalle parti del mare di sopra di verso Ancona,.... un turbine.
Esempio: Car. Eneid. 1, 690: Con tal sogliono industria a primavera Le sollecite pecchie, al sole esposte, Per fiorite campagne esercitarsi.
Esempio: Grazz. Comm. 120: Mostrandomi più pauroso di lui, non volli mai levarmi se non istamani a dì alto.
Esempio: Dav. Tac. 2, 166: Così consumata la notte, a giorno apparì nuova foggia di combattere.
Definiz: § I. Diciamo A vita, Ad anni, Ad annate, A mesi, A mesate, A settimane, A giornate ed altri modi consimili, per indicare la durata del tempo in che alcuna cosa si fa. −
Esempio: S. Greg. Omel. 1, 170: Perchè state qui tutto il giorno in ozio? Quegli risposero: Perchè nissuno ci ha presi a giornata.
Esempio: Giannott. Op. 1, 339: È da credere che li principati Italiani faranno quello che naturalmente fanno gli uomini, li quali le più volte vivono a giornate; e quando veggono poterne passare alcuna quietamente, non pensano a quella che debbe succedere.
Esempio: Cell. Benv. Vit. 436: E ci convenimmo, che quei mia denari egli tenesse a quindici per cento, a vita mia durante naturale.
Definiz: § II. Diciamo Oggi a otto, Oggi a quindici, Domani a otto, Domani a quindici, e simili, per indicare quel giorno che sarà l'ottavo o il quindicesimo, contando per primo il giorno d'oggi o di domani. −
Esempio: Buonarr. Cical. III, 1, 9: Io chiesi loro che elle facesser sì, che ogni anno da oggi a domani a otto, io fussi sempre mai vivo.
Esempio: Bons. Lez. II, 2, 120: Nella lezione seguente, che sarà...... la prima volta che in questo luogo si leggerà, cioè oggi a quindici giorni, tutte [le cose proposte] si faranno chiarissime.
Esempio: Fag. Comm. 4, 71: Lo chiam'io adesso? A. Messer no; Oggi a otto.
Definiz: § III. A, con un nome che significhi tempo, talvolta esprime un termine in capo a cui ha luogo un fatto, un'azione; ma più comunemente suol premettersi all'A la voce Ivi o Indi. −
Esempio: Nov. ant. B. 45: Tolse per moglie una gentil donna della terra, nepote dell'Arcivescovo. Menolla, e fece a due mesi una fanciulla.
Esempio: E Nov. ant. B. 46: Onde la donna ha cominciato a far figliuoli alli due mesi.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 134: Avendomi recati danari ch'egli mi dovea dare,...... ed io messoli in una cassa senza annoverare, ivi bene ad un mese trovai ch'egli erano quattro piccioli più che essere non doveano.
Esempio: E Bocc. Decam. 4, 97: Restagnone, avuta questa risposta,.... ivi a pochi giorni si trovò con la Ninetta.
Esempio: Vill. M. 5, 190: Si dirizzò a Giovacchino, e lo fedì nella gamba, della quale fedita di spasimo indi a pochi giorni morì.
Definiz: A serve a denotare la quantità di prezzo, peso, misura, e simili. −
Esempio: Vill. G. 3, 97: La buona moneta del tornese grosso, ch'era a undici once e mezzo di fine, tanto il fece peggiorare, che tornò quasi a metade.
Esempio: E Vill. G. 5, 158: Sempre ch'era la grave carestia, il tenne [il grano] a mezzo fiorino d'oro lo staio in piazza.
Esempio: Vill. M. 2, 96: Davano il buon grano a soldi venticinque lo staio.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 53: Avevasi un'oca a denaio, e un papero per giunta.
Esempio: Cell. Benv. Vit. 529: Mi tenne, in cambio di quattro buonissimi lavoranti, solamente per mio aiuto un manovale a soldi quindici il giorno lavoratío.
Esempio: Dav. Camb. 429: Ognuno vorrà allogare i suoi [danari], e se non potrà a un per cento, allargherà la mano.
Esempio: Bertin. R. Rim. burl. 286: Perch'io confesso quel che ciascheduno Per proverbio suol dir: Chi ha pazïenza, Alla fin mangia i tordi a un quattrin l'uno.
Esempio: Menz. Sat. 8: Intanto voi con artificio raro Seguitate a dar scrocchi, e 'l cento a venti ec.
Definiz: A si adopera a denotare ordine, distribuzione di numero o di quantità. −
Esempio: Dant. Purg. 3: Come le pecorelle escon del chiuso, Ad una, a due, a tre, e l'altre stanno Timidette ec.
Esempio: Bocc. Ninf. fiesol. 4, 18: E per lo monte con dolce cantare A due, a tre, a quattro se n'andaro.
Esempio: Leggend. S. Giovamb. 3, 246: Venite a me ispesso,...... ma non venite a troppi insieme, chè forse non sarebbe il meglio.
Esempio: Vill. M. 1, 86: E come gli parve tempo, cominciò a mettere copertamente fanti in Faenza a pochi insieme.
Esempio: Ar. Orl. fur. 17, 72: Giunsero in piazza, e trassonsi in disparte...... Per veder meglio il bel popol di Marte, Ch'ad uno, o a dua, o a tre veniano in giostra.
Esempio: Car. Eneid. 5, 824: Indi a cacciarsi, a rincontrarsi, a porsi In varie assise ad uno ad uno, a molti, A tutti insieme, a far volte, rivolte, E giri, e mischie in più modi si diero.
Esempio: Instr. Cancell. 71: Faccino la distribuzione del sale, da levarsi per il nuovo canoviere a libbre dieci per bocca.
Definiz: § I. carrozza, carro A due, carrozza, carro A quattro, carrozza, carro A sei, e simili, parlandosi di carrozze, carri ec., vale Tirati da due, da quattro, da sei cavalli. −
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 5, 4: Studiose [le Gazzette] in raccontar lauti banchetti, Solenni incontri e quante ebbervi a sei Carrozze, e quante a otto.
Esempio: Salvin. Orf. 300: Disposasti Di Cerere la casta la figliuola, Dal prato divegliendola, e pel mare Nella carrozza a quattro conducesti.
Esempio: E Salvin. Georg. 3, 166: Al fiume guiderò cento carrette A quattro.
Definiz: § II. E parlandosi di canto o suono, sonata o cantata A due, sonata o cantata A tre, sonata o cantata A quattro, e simili, dicesi di sonata o cantata eseguita da due, tre o quattro persone, ciascuna delle quali faccia la sua parte. −
Esempio: Don. Annot. Music. 15: Per il contrario quel madrigale cromatico...... del Buttrigari a quattro, è troppo osservato, o più tosto ristretto più del dovere.
Definiz: A, ripetuta avanti ad uno stesso nome numerale, indica divisione e successione di cose, per numeri e per quantità eguali: così A uno a uno vale Uno per volta, l'un dopo l'altro; A due a due, Due per volta ec. −
Esempio: Dant. Inf. 33: Vid'io cascar li tre ad uno ad uno.
Esempio: E Dant. Purg. 29: Ventiquattro seniori, a due a due, Coronati venian di fiordaliso.
Esempio: Nov. ant. C. 120: Tutte le noci fece versar per la sala, e poi a una a una li le facea ricogliere.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 68: Ma come io mandai gli Apostoli miei, accompagnati a due a due, all'ufficio della dottrina e della predicazione; così è bene ec.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 9: I frati allora usciti de' conventi, Ai capitoli lor vadino a schiera, Non più a due a due.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 375: Trasillo...... dice che Platone desse fuora i suoi dialoghi a quattro a quattro.
Definiz: § I. E ripetuta in egual modo con nomi numerali, significanti grandi quantità, forma una locuzione che esprime numero indeterminato, e che ha forza d'iperbole. −
Esempio: Petr. Rim. 2, 252: E la povera gente sbigottita Ti scopre le sue piaghe a mille a mille.
Esempio: Bocc. Rim. 33: Prendendo spavento De' casi, i quai talora a cento a cento Posson del viver tormi il cammin tetro.
Esempio: Cell. Benv. Poes. 392: Predicendo a ciascun: Ecco il Signore, Parate ormai le strade; e a mille a mille Battezzava ciascun.
Esempio: Alf. Trag. 2, 131: Ove son iti Quei casti e veri amplessi suoi, quei dolci Semplici detti? e quelli, a mille a mille, Segni d'amor?
Definiz: § II. Anche i modi avverbiali A diecine, A dozzine, A centinaia, A migliaia, e simili, denotanti propriamente distribuzione di cose per quantità eguali di dieci, di dodici ec., si adoperano talvolta a guisa di numeri indeterminati; e vagliono quasi sempre lo stesso che In gran quantità. −
Esempio: Bocc. Decam. 1, 83: Nelle quali a centinaia si mettevano i sopravvegnenti.
Esempio: E Bocc. Decam. 3, 230: Non c'è egli più persona che noi due? disse il monaco: Sì, a migliaia.
Esempio: Car. Eneid. 2, 549: A porte spalancate entran le schiere Senza ritegno, ed a migliaia, quante Nè d'Argo usciron mai nè di Micene.
Esempio: Cell. Benv. Vit. 54: Voleva [il Cerusico] far patto prima che cominciasse a curare; e' quali patti erano a centinaia e non a diecine.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 4, 205: Facile cosa è, per chi ha mente feconda, accumulare a migliaia argomenti probabili.
Definiz: § Analoghi ai precedenti sono i modi A barche, A masse, A monti, A nuvoli, e simili, i quali si troveranno a' loro luoghi.
Definiz: A, ripetuta insieme col nome a cui sta avanti, ancorchè non esprima numero, serve a indicare successione, divisione, reiterazione. −
Esempio: Dant. Purg. 5: Venivan genti innanzi a noi un poco, Cantando Miserere a verso a verso.
Esempio: E Dant. Parad. 6: Mendicando sua vita a frusto a frusto.
Esempio: E Dant. Parad. 12: Ben dico chi cercasse a foglio a foglio Nostro volume, ancor troveria carta U' leggerebbe: I' mi son quel ch'io soglio.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 158: E così brevemente per tutto l'ermo quest'uva fu a cella a cella portata.
Esempio: Vill. G. 323: Al detto assedio rimasono le due sestora delle cavallate di Firenze, rimutandosi a tempo a tempo con parte dei loro soldati.
Esempio: Nov. ant. B. 71: Or come ebbe tutto affettato [il pane] e a fetta a fetta cercato, e che vi trovò entro i dieci tornesi dell'oro,.... fu il più allegro uomo del mondo.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 83: Ed in quelle [fosse] stivati, come si mettono le mercatanzie nelle navi a suolo a suolo, con poca terra si ricoprieno.
Esempio: Med. Lor. Op. 2, 87: Eranvi rose candide e vermiglie: Alcuna a foglia a foglia al Sol si spiega.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 74: Venga altri, s'egli teme: a stuolo a stuolo Venite insieme, o cavalieri, o fanti.
Esempio: E Tass. Gerus. 9, 49: Sovra i confusi monti a salto a salto Della profonda strage oltre cammina.
Definiz: § I. E replicata in questa guisa medesima, serve qualche volta a formare alcune locuzioni avverbiali, che hanno quasi forza di superlativo. −
Esempio: Dant. Inf. 14: Quivi fermammo i piedi a randa a randa.
Esempio: E Dant. Inf. 17: Così ne pose al fondo Gerïone A piede a piè della stagliata rôcca.
Esempio: Ar. Orl. fur. 8, 61: Passando una lor fusta a terra a terra,.... Smontaro alquanti galeotti.
Esempio: Gell. Sport. 2, 6: Questa donna che viene in qua, te ne potrebbe informar bene; perchè ella sta allato a Ghirigoro, a muro a muro.
Definiz: § II. Forma pure altri modi avverbiali di varia significazione, come per cagion d'esempio, A corpo a corpo, A faccia a faccia, A parola a parola, A passo a passo, A parte a parte, e più altri, che saranno tratti fuori e dichiarati a' loro luoghi.
Definiz: § III. In molti dei sopra indicati casi, nei quali si suole ripetere la preposizione A, talvolta, anzichè ripeterla, si mette in sua vece la preposizione Per. −
Esempio: Baldell. F. Virg. Polid. 279: Ardeano..... essa vittima offerta, ridotta da loro primieramente in più pezzi, con tagliarla tutta a membro per membro.
Esempio: Car. Eneid. 5, 821: Corsero a tre per tre, pari e disgiunti L'una schiera da l'altra.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 4, 186: Veggendosi in essa tutte le storie della creazione del mondo, distinte a giorno per giorno.
Esempio: Red. Cons. 1, 170: Si contenterà di bere a bicchier per bicchiere due libbre di siero.
Esempio: E Red. Lett. 1, 344: Si attende a momento per momento che esca l'ordine per partir di Firenze.
Esempio: Bellin. Disc. anat. 3, 28: Pensando con pensamenti distinti a cosa per cosa, ciascuna di quelle che a ben tesser la concepita tela abbisognano.
Esempio: Magal. Lett. At. 345: Riepilogandovi a capo per capo tutta la sustanza della vostra lettera.
Definiz: § IV. In alcune delle sopraccennate locuzioni avverbiali vien talora tralasciata l'A nel primo luogo, talora si tralascia anche l'A o il Per, che si porrebbe nel secondo. −
Esempio: Vill. G. 681: La quale [pistola] in questa nostra opera ci pare degno di mettere in nota verbo a verbo.
Esempio: Petr. Rim. 1, 86: Vaghi pensier, che così passo passo Scorto m'avete a ragionar tant'alto.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 61: Sacripante ritorna con tempesta, E corronsi a ferir testa per testa.
Esempio: Segn. B. Stor. fior. 303: Gli ambasciatori del Re, messer Claudio Veleio e monsignor Macone, cominciarono a rispondere capo per capo.
Esempio: Serdon. Stor. Ind. volg. 137: Il legname,.... messo insieme parte per parte, fu condotto a Suez.
Esempio: Lipp. Malm. 2, 53: Perchè a roder toglieva un osso duro, Mentre non lo chiappasse testa testa.
Definiz: A, correlativa di Da, serve a indicare intervallo, spazio, tratto di luogo e di tempo. −
Esempio: Dant. Purg. 5: Indi la valle, come il dì fu spento, Da Pratomagno al gran giogo coperse Di nebbia.
Esempio: E Dant. Parad. 22: L'aiuola che ci fa tanto feroci, Volgendom'io con gli eterni gemelli, Tutta m'apparve da' colli alle foci.
Esempio: Petr. Rim. 108: Dalla mattina a terza Di voi pensate; e vederete come Tien caro altrui chi tien sè così vile.
Esempio: E Petr. Rim. 159: Non dall'ispano Ibero all'indo Idaspe, Ricercando del mar ogni pendice, Nè dal lito vermiglio all'onde Caspe, Nè 'n ciel, nè 'n terra è più d'una Fenice.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 65: Credesi che la marina da Reggio a Gaeta sia quasi la più dilettevole parte d'Italia.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 214: Ricordò l'iniquità di quello stato che regnò dal settantotto all'ottantuno.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 389: Quella parte d'Italia, la quale discorrendo da Napoli a Manfredonia, è terminata dal mare.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 48: Il terzo infilzandosi da se stesso.... in quel coltello, si passò per lo petto da banda a banda.
Definiz: § I. E talvolta indica distinzione, differenza tra persona e persona, o tra cosa e cosa. −
Esempio: Dant. Inf. 19: E che altro è da voi all'idolatre, Se non ch'egli uno, e voi n'orate cento?
Esempio: Bocc. Decam. 1, 93: Senza fare distinzione alcuna dalle cose oneste a quelle che oneste non sono.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 3, 555: E però il guatava così l'Autore, credendo vedere diversificazione da lui [S. Giovanni] alli altri.
Esempio: Varch. Lez. Pros. var. 2, 197: Sanno infino i volgari, che i primi impeti non sono in potestà nostra, e che è grandissima differenza dal fare una cosa pensatamente, al farla mosso da ira.
Esempio: Borgh. V. Disc. 1, 427: Questa distinzione.... da cittadini togati a uomini militari.... pare che assai chiara si vegga in Igeno scrittore.
Definiz: § II. E talora serve a formare delle locuzioni avverbiali, come Da imo a sommo, Da monte a valle, Da sera a mane, Da solo a solo, Dal vedere al non vedere ec., le quali si troveranno ai loro luoghi.
Definiz: A preceduta dalle voci Fino, Insino, Infino, indica più specialmente un termine di tempo e di luogo. −
Esempio: Dant. Purg. 1: Noi andavam per lo solingo piano Com'uom che torna alla smarrita strada, Che infino ad essa gli par ire invano.
Esempio: E Dant. Purg. 5: Noi fummo già tutti per forza morti, E peccatori infino all'ultim'ora.
Esempio: E Dant. Parad. 1: Insino a qui l'un giogo di Parnaso Assai mi fu.
Esempio: Vill. G. 806: Si vestieno i giovani.... a modo di scottobrini col batolo fino alla cintola.
Esempio: Petr. Rim. 56: Qual [pensiero] vincerà non so; ma infino ad ora Combattut'hanno, e non pur una volta.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 106: Ed in questa maniera, guardando il cielo, star senza muoverti punto infino a mattutino.
Definiz: § E serve allo stesso uso anco quando la voce Fino è taciuta. −
Esempio: Dant. Inf. 29: Così parlammo infino al luogo primo, Che dello scoglio l'altra valle mostra, Se più lume vi fosse, tutto ad imo.
Esempio: Bocc. Filoc. 8, 15: Li mari erano alti a cielo, e da ogni parte percotevano la resistente nave.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 57: Non mi par dovere.... che essendo nella povertà vivuti sempre insieme, or che noi siamo nell'oro a gola, che a un tratto ci partiamo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 12: Fuggendo non avea fatto via molta, Che scontrò un eremita in una valle, Che avea lunga la barba a mezzo il petto.
Esempio: Mellin. Descr. Entr. 15: Era esso prato diviso con due andari ovvero spalliere di mortelle, alte alla cintura d'un uomo.
Definiz: A si adopera ancora in certe locuzioni ellittiche per esprimere: Giuramento. −
Esempio: Bocc. Decam. 6, 198: Alla croce di Dio, ubbriaco fastidioso, tu non c'enterrai stanotte.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 140: Alla fe', alla fe', ch'egli si pare bene che tu scherzi sopra la pelle altrui.
Esempio: E Firenz. Comm. 1, 427: Aspetta, aspetta, traditore: alla croce di Dio, che tu non la corrai.
Esempio: Gell. Sport. 2, 1: E che divisione vuo' tu fare? esciti di casa, e siam divisi; che qui ogni cosa è mio. A. Al nome di Dio, e' bisognerà altro che parole.
Definiz: Avviso, Invito, Eccitamento a far qualche cosa. −
Esempio: Dant. Inf. 8: Tutti gridavano: a Filippo Argenti.
Esempio: Vill. G. 819: Ordinarono.... che certi ribaldi e fanti fittiziamente s'azzuffassono insieme, e gridassono all'arme, all'arme; e così feciono.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 220: Le femmine.... fattesi a certe finestre, cominciarono a gridare: al ladro, al ladro.
Esempio: Ambr. Cofan. 4, 15: Potrebb'essere Fors'anche qualche cosa: chè mai gridasi Al lupo, ch'e' non sia in paese.
Esempio: Car. Eneid. 5, 235: E già di nuovo: in qua Menete, al sasso Al sasso, a la sinistra a la sinistra, Dicea gridando.
Esempio: Salv. Spin. 4, 11: Correte. Aiuto, soccorso, misericordia, alla strada, alla strada.
Esempio: Segner. Crist. Instr. 3, 547: Io veggo che se un matto cominci a gridare in mezzo alla via: A voi, a voi, ciascuno si volge indietro a mirare se v'è pericolo, ed a sfuggirlo.
Definiz: Ed anche Augurio, sia in bene sia in male, come A dio, A rivederci, A rotta di collo, e simili. −
Esempio: Dant. Purg. 8: Lo dì ch'han detto ai dolci amici a dio.
Esempio: Fag. Comm. 3, 207: A rivederci. C. A rotta di collo.
Definiz: Si usa pur dire A lei, A te, A voi, tanto porgendo altrui qualche cosa per invitarlo a prenderla, quanto richiamandolo a far quello, che gli si appartiene. −
Esempio: Firenz. Comm. 1, 405: Ecco, a te: qui bisogna ordinare [il desinare] per dieci e non per tre.
Esempio: Fag. Rim. 1, 160: Via, presto, a noi, andianne, ecco il calesso.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 1, 47: A te, a te. Vienne oltre. Tu m'hai una faccia molto sicura.
Esempio: E Gozz. Op. scelt. 4, 439: Ecco, a te, io ti do anche la canna, perchè tu abbia ogni cosa.
Definiz: E posta avanti al pronome Chi, serve talvolta ad esprimere gara, concorrenza qualunque; come quando diciamo:
Esempio: Esempio del Compilatore Fare a chi primo arriva, Scommettere a chi più presto indovina, e simili. −
Esempio: Ar. Orl. fur. 39, 14: Quasi a gara fanno A chi far può nel suo cammin più danno.
Esempio: Dav. Tac. 2, 55: Ma udendosi allora Otone e Vitellio con iscelerate armi fare delle cose romane a chi più tira; quei soldati.... cominciarono a fremire.
Esempio: Bentiv. G. Guerr. Fiandr. 1, 61: Volere anch'essi introdurre in Fiandra le medesime turbolenze e fazioni, per gareggiar poi fra loro.... a chi potesse prenderne più larga parte.
Definiz: A, premessa a un infinito, forma talvolta una locuzione indicante la condizione o la ragione di checchè si faccia o sia per avvenire; e che potrebbe rendersi con un gerundio. −
Esempio: Dant. Inf. 2: La quale e il quale, a voler dir lo vero, Fûr stabiliti per lo loco santo, U' siede il successor del maggior Piero.
Esempio: S. Bern. Piant. Verg. 22: Mala vita averei a rimanere dopo lui.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 209: A trargli l'osso potrebbe guerire.
Esempio: Car. Lett. ined. 3, 68: A tenerlo qui [il cavallo] si spende troppo, ed è troppo disagio.
Esempio: Red. Lett. 2, 260: A dirla giusta, io avea.... mangiato un po' troppo.
Definiz: § I. Indica anche l'occasione, il motivo o il mezzo, per cui un fatto avviene. −
Esempio: Dant. Purg. 26: Quali nella tristizia di Licurgo Si fêr duo figli a riveder la madre, Tal mi fec'io.
Esempio: Dav. Tac. 2, 22: Mi si arricciano i capelli a ricordarmi di quell'orrenda entrata e sola vittoria di Galba.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 380: Oh voi ci avete fatto proprio scompisciare per le risa, a contarci quelle vostre sciagure.
Definiz: § II. E talvolta indica opportunità, idoneità, attitudine a checchessia, ed è forma ellittica. −
Esempio: Esop. Fav. Sien. M. 55: Per la cornacchia intendi la vanità delle cose del mondo, che sono arme del diavolo a rompere ogni armadura spirituale.
Esempio: Machiav. Stor. 154: Non si vedeva modo a potergli battere.
Esempio: Alam. L. Colt. 4, 150: Questo è il tempo a tagliar la canna e 'l palo, E i vincigli sottil dal lento salcio.
Esempio: Mascher. Inv. Lesb. 27: Arma innumerabil punte A vincer la durezza adamantina.
Definiz: § III. Premessa a un infinito, ed anche a un nome verbale, serve a denotare L'essere in atto di far quello che il verbo o il nome significa. −
Esempio: Dant. Inf. 34: Altre stanno a giacere, altre stanno erte.
Esempio: Vill. G. 7, 207: Un'altra [insegna] ne trasse di nuova fazione, ov'era una donna vecchia a sedere.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 44: Io mi credo che le suore sien tutte a dormire.
Esempio: E Bocc. Decam. 3, 141: Stamane anzi che io qui venissi, io trovai colla donna mia in casa una femmina a stretto consiglio.
Esempio: E Bocc. Decam. 4, 221: La novella fu la mattina per tutta Salerno, che Ruggeri era stato preso ad imbolare in casa de' prestatori.
Esempio: Ar. Orl. fur. 5, 91: Quell'altro cavalier.... Stato da parte era a veder il tutto.
Definiz: A, per proprietà di lingua, si suol premettere in luogo di Da al nome che fa l'azione denotata dall'infinito, quando questo dipende dal verbo Fare in significato di comandare o di operare. −
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 358: Molto hai superbiamente favellato, non solamente contra le virtù, ma contra Iddio onnipotente, che ti vantasti che il facesti a' tuoi servi di cruda morte morire.
Esempio: Dant. Inf. 21: Non altrimenti i cuochi a' lor vassalli Fanno attuffare in mezzo la caldaia La carne con gli uncin, perchè non galli.
Esempio: Nov. ant. C. 90: La dama rispose: diteli così, ch'io non li perdonerò giammai, se non mi fa gridare mercè a cento baroni ed a cento cavalieri ed a cento dame.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 16: Fatevi a ciascun che mi accusa, dire quando e dove io gli tagliai la borsa.
Esempio: E Bocc. Decam. 2, 134: Amenduni gli fece pigliare a tre suoi servitori.
Esempio: Machiav. Stor. 2, 108: E per fare ai Veneziani più credere che dicesse davvero, fece tregua con i Milanesi.
Esempio: Grazz. Comm. 2: Il buon maestro ha disteso una scritta, la qual farà soscrivere a lui e a Daniello.
Definiz: § I. Lo stesso avviene col verbo Lasciare nel significato di Permettere o altro tale. −
Esempio: Dant. Parad. 19: Son io qui esaltato a quella gloria, Che non si lascia vincere a disio.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 17: Non si lasci adunque l'uomo menare alla vana speranza della lunga vita.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 275: Che dunque ami? dove ti lasci trasportare allo 'ngannevole amore? dove alla lusinghevole speranza?
Esempio: Machiav. Stor. 2, 97: Pensando che fusse meno pericolo nel prendere quella città, che nel lasciarla prendere a un altro, deliberò d'accettarla.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 176: Vi ricordo che non vi lasciate tôrre la franchezza dell'animo alla indisposizion del corpo.... Lasciatevi medicare a chi sa.
Definiz: § II. E così pure quando l'infinito è preceduto dai verbi Vedere, Udire, Sentire. −
Esempio: Dant. Inf. 8: Dopo ciò poco, vidi quello strazio Far di costui alle fangose genti, Che Dio ancor ne lodo e ne ringrazio.
Esempio: E Dant. Purg. 32: Io senti' mormorare a tutti, Adamo!
Esempio: Passav. Specch. Penit. 11: Sbigottito per le pene e per gli gravi tormenti, che avea veduto sostenere a' peccatori nell'altra vita ec.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 53: L'Angiulieri, udendol così parlare, si disperava, e massimamente veggendosi guatare a quegli che v'eran d'intorno.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 260: La giovane, sentendosi toccare alle mani di colui, il quale ella sopra tutte le cose amava,.... sentiva tanto piacere nell'animo, quanto ec.
Esempio: Salvin. Disc. 1, 118: Udendo [Tucidide] recitare ad Erodoto le sue storie ec.
Definiz: A, premessa a un infinito, e specialmente dipendendo dal verbo Essere, forma una locuzione che ha forza di futuro; ed equivale alla preposizione Da o Per. −
Esempio: Dant. Purg. 1: Questi non vide mai l'ultima sera, Ma per la sua follia le fu sì presso, Che molto poco tempo a volger era.
Esempio: Fra Giord. Pred. 319: Allora, quando tutti saranno nati, e non ne sarà più a nascere nullo, allora in uno punto risusciteranno tutti i morti.
Esempio: Petr. Rim. 190: La qual anco vorrei, Ch'a nascer fosse per più nostra pace.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 231: Niuna cosa resta più a fare.... per la presente giornata, se non darvi Reina nuova, la quale..... la sua vita e la nostra ad onesto diletto disponga.
Esempio: E Bocc. Decam. 3, 240: Così spero che avverrà di quelle [novelle] che per questa giornata sono a raccontare.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 45: Questo è adunque quel viaggio, il quale volea quell'ostinato astrologo, che m'avesse a esser così glorioso.
Definiz: § E preceduta dal verbo Avere, oltre ad accennare il futuro, denota bene spesso convenienza, dovere, necessità di fare ciò che vien dichiarato dall'infinito, al quale è premessa. −
Esempio: Bocc. Decam. 8, 39: Egli ti dirà incontanente che tu avrai a fare, e noi ne verrem teco.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 108: Disse il barattiere: ho io a dir altro?
Esempio: Machiav. Stor. 1, 247: Ma quando alcuno di questi due avesse a prevalere, io non so qual cagione mi facesse più amare messer Rinaldo che Cosimo. Nè ti voglio dir altro, se non che Dio guardi questa città.... d'aver a ubbidire a lui.
Esempio: Ar. Orl. fur. 10, 52: E Sofrosina casta che, come aggia Quivi a far più che l'altre, arde e sfavilla.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 358: Aggravandosi d'avere a rifare parte delle spese a chi gli aveva ingiustamente molestati, e molto più non parendo loro conseguire altro, che il nome nudo del dominio, poichè le fortezze avevano a essere guardate per i Pisani.
Esempio: Grazz. Comm. 2, 135: Che hai tu a cercar altro, che far quel ch'è detto?
Esempio: Red. Lett. 2, 147: Padre, io ho a fare certi miei negozi, e perciò me ne vado via.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 1, 261: Via su, che s'ha a spendere in questi fogli?
Definiz: A, dipendente dai verbi Avere, Reputare, Tenere e simili, e premessa ad un adiettivo, ed anche a un sostantivo, serve a denotare l'opinione, il concetto che si ha di checchessia, la stima in che si tiene; e talvolta corrisponde a Per. −
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 12: Mostrando povertà buona,.... acciocchè noi il dovessimo a tale avere.
Esempio: Dant. Conv. 62: Nelle quali riceve tanto inganno, che per quelle ogni cosa tiene a vile.
Esempio: Liv. Dec. 1, 162: Ma Appio, il quale per natura era superbo, e che 'l suo compagno volea fare tenere a menzoniere, donava sentenze e costrignea i poveri uomini a pagare ec.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 334: Vi priego, che di spezial grazia mi facciate di non rifiutare, nè avere a vile quel piccioletto dono, il quale io vi farò venire.
Esempio: Esop. Fav. Sien. M. 131: Ammaestraci l'Autore che niuno, perchè sia in istato di gran potenza, prenda ardire di villaneggiare e arrogantare i miseri e piccolini, e averli a niente.
Esempio: Gell. Capr. Bott. 182: Noi altri vecchi non siamo solamente stimati poco, ma siamo sbeffati e tenuti a giuoco da ognuno.
Definiz: A, nelle locuzioni A detta, A giudizio, Al parere, Al credere di alcuno, e simili, vale Secondo, Conforme. −
Esempio: Petr. Rim. 108: Peggio è lo strazio, al mio parer, che il danno.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 90: Noi dimoriamo qui, al parer mio, non altramenti che se essere volessimo o dovessimo testimoni di quanti corpi morti ci sieno alla sepoltura recati.
Esempio: Ar. Orl. fur. 24, 1: Chè non è in somma amor, se non insania, A giudizio de' savi universale.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 45: Questo paradosso..... non è, a giudizio mio, punto nè maraviglioso nè incredibile.
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 243: I quali, a detta sua, non si fanno più velocemente, o più lentamente.
Definiz: A talora, per proprietà di lingua, viene usata invece della preposizione Di, a dichiarare il luogo, la cosa o la persona di che si tratta. −
Esempio: Dant. Conv. 257: E cominciando, chiamo quel signore, Ch'alla mia donna negli occhi dimora.
Esempio: Ar. Orl. fur. 14, 104: Siede Parigi in una gran pianura, Nell'ombilico a Francia, anzi nel core.
Esempio: Car. Eneid. 1, 361: Al cielo in cima Fermossi [Giove], e nella Libia il guardo affisse.
Esempio: Chiabr. Rim. 1, 132: Mira più sempre gli ottomanni arcieri, O sopra il tergo a corridor frenati, O sulle prore ai legni più spalmati, Del mar cristiano sbigottir gl'imperi.
Esempio: Bart. D. Cin. 15, 187: E prima di ciò, quella gran corona stava in capo agl'Imperatori, se non sempre con pericolo,.... almen sempre in sospetto.
Esempio: E Bart. D. Cin. 15, 291: Non così avvenne delle imagini di nostra Signora, e del divin suo Figliuolo a lei in braccio.
Definiz: A si usa coi verbi Percuotere, Urtare e simili, ed equivale a In o Contro. −
Esempio: Bocc. Decam. 2, 210: Per fiera tempesta la nostra nave sdrucita percosse a certe piagge là in ponente.
Esempio: E Bocc. Filoc. 116: Comanda ch'io non vi vada, ed egli potrà assai urtare il capo al muro, che non ci andrò.
Definiz: A, posta dopo un verbo o un adiettivo che significhi Ira, Sdegno, Cruccio, equivale a Con o Contro. −
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 18: A quelli Dio s'ira forte, che peccando non gli flagella.
Esempio: Dant. Purg. 22: Quand'io intesi là ove tu chiame Crucciato quasi all'umana natura: Perchè non reggi tu ec.
Esempio: Mont. Iliad. 11: Irato al sire Destò quel Dio nel campo un feral morbo.
Esempio: Fosc. Poes. 182: Irato [l'Alfieri] a' patrj numi, errava muto Ov'Arno è più deserto, i campi e il cielo Desïoso mirando.
Definiz: A si pone anche dopo alcuni avverbj, formati da un aggettivo denotante qualche relazione. −
Esempio: Dant. Inf. 13: Noi fummo d'un romor sorpresi, Similemente a colui che venire Sente 'l porco e la caccia alla sua posta.
Esempio: E Dant. Parad. 2: Produce Conforme a sua bontà lo turbo e 'l chiaro.
Esempio: Luchin. S. Gris. e Bas. 97: Verremo ad essere addirittura conforme a' navigli non savorrati.
Esempio: Magal. Lett. At. 50: Vivono coerentemente a quel ch'essi credono, e a quel che ne sperano [da Dio].
Definiz: § E posta dopo alcune preposizioni, serve a indicare il termine delle relazioni espresse da quelle. −
Esempio: Dant. Purg. 29: E quando il carro a me fu a rimpetto, Un tuon s'udì.
Esempio: Cavalc. Att. Apost. 78: Lo quale abita allato al mare.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 85: Oltre a cento milia creature umane si crede per certo dentro alle mura della città di Firenze essere stati di vita tolti.
Esempio: Machiav. Stor. 2, 100: Fu trovato tutto mesto un provveditore veneziano, il quale avanti alla zuffa...... avea parlato vituperosamente del Conte ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 45, 4: Che 'l ben va dietro al male, e 'l male al bene.
Definiz: A è particella riempitiva quando è preceduta da Per, parlandosi di tempo o di moto a luogo; se pure non voglia dirsi dipendente da un verbo sottinteso, come Andare, Essere ec. −
Esempio: Machiav. Pros. stor. pol. 6, 126: La partita di monsignor di Lignì di Lione per a Genova, ha tenuto gli animi di ciascuno alquanto sospesi.
Esempio: Firenz. Comm. 359: Ditemi: Non vi ha ella fatto invitare per questa sera? U. Sì ha, per alle tre ore, vel circa. G. E voi, padrone, non fuste chiamato per a quest'ora medesima?
Esempio: Varch. Stor. 2, 190: Dato ordine che le fanterie e l'artiglierie si ritirassono in Prato per a Firenze.
Esempio: Cecch. Sammar. 1, 2: Per vender quel suo resto, e ricomprare Certe bagaglie per a casa.
Esempio: Borgh. V. Lett. IV, 4, 68: Il Granduca nostro si partì ier mattina con una bella comitiva per a Roma.
Definiz: § I. Potrebbe A considerarsi come particella riempitiva anche quando precede l'infinito, come nelle seguenti ed altre simili locuzioni; se pure non vi si voglia talvolta ravvisare un'ellissi, supponendovi taciuto il verbo Risolversi, Indursi od altro tale. −
Esempio: Cavalc. Pist. Eust. 411: Meglio è a maritarsi, che ad ardere d'illecito desiderio.
Esempio: E Cavalc. Pungil. 177: Grande dunque pericolo è, ed è peccato, a fare beffe e derisione d'altrui.
Esempio: Fior. Virt. 42: Misericordia...... si è ad avere compassione all'anima sua, ed all'altrui miseria.
Esempio: Orig. Omel. 284: Pareale aver perduta la vita dell'anima sua, sì che già le parea meglio a morire.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 230: Il medico rompendogli le parole in bocca, verso Brun disse: Che cosa è a favellare e ad usare co' savi!
Esempio: Cas. Pros. 4, 179: Bene sta a non mostrarsi, nel domandar alcuna cosa, acerbi nè fastidiosi od importuni.
Definiz: § II. A, benchè appaia riempitiva in certi modi d'esclamazione, si adopera a rendere il discorso più appassionato e più efficace. −
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 311: Beata a te, come saviamente e sottilmente hai vinto le insidie del nimico!
Esempio: Bocc. Decam. 3, 290: Di me il feci degno; Ma or ne son, dolente a me, privata.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 20: Mi visitaste, e consigliastemi della mia salute, che, misero a me, ancora era tempo di trovare misericordia.
Esempio: Leggend. S. Onof. 4, 149: Beato a te, che hai meritato vedere i Santi Padri.
Esempio: S. Cater. Lett. 3, 7: Che faremo, disavventurati a noi, ciechi ed ostinati ne' difetti nostri?
Esempio: Firenz. Pros. 2, 115: Beata a me, poscia che egli mi farà avola di così chiara progenie.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 165: O poveretto a voi, ed è questo viver da cavaliero?
Definiz: A, preposizione coll'articolo o senza, serve a formar colle voci alle quali è premessa, varie locuzioni che si adoperano a maniera d'avverbj; come per esempio A digiuno, A caso, Alla spicciolata, A bello studio, A buon mercato, All'improvviso, A più potere, e altre moltissime, che saranno in gran parte poste ai loro luoghi secondo l'ordine alfabetico.
Definiz: § I. Si congiunge anco talvolta con alcune delle voci, che la seguono; ed in tali casi, se la voce, a cui si unisce, comincia da consonante, fa sì che questa si raddoppi nella scrittura, come avviene nel pronunziarla: così di A canto si fa Accanto, di A lato, Allato ec.
Definiz: § II. Congiunta in tal guisa con varie voci, forma altre preposizioni, come Addosso, Appetto, Appresso, Attorno ec., alcune delle quali s'adoperano talora a guisa d'avverbj; e anche forma de' puri avverbj, come Adagio, Affatto, Allora, Almeno, Appena, Appunto ec.
Definiz: A talora si congiunge in principio ai verbi, i quali se cominciano da consonante, questa si raddoppia, tranne la S quando sia seguíta da altra consonante; e se cominciano da vocale, per lo più vi s'interpone il D, come Ridere Arridere, Stringere Astringere, Ornare Adornare. Congiunta in tal modo ai verbi, alcuna volta ne diversifica totalmente il significato, come Mettere Ammettere, Salire Assalire, Scendere Ascendere, Scrivere Ascrivere. Alcuna volta lo modifica soltanto, come Battere Abbattere, Operare Adoperare, Tenere Attenere. Alcuna volta mantiene appunto lo stesso, come Cumulare Accumulare, Ombrare Adombrare, Saggiare Assaggiare, Saporare Assaporare.
Definiz: A, aggiunta in principio ai nomi, opera il medesimo che ne' verbi, o diversificandone il significato, come Fondamento Affondamento, Vocazione Avvocazione, Legazione Allegazione; ovvero mantenendolo, come Cumulamento Accumulamento, Bagliore Abbagliore, Giunta Aggiunta.