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1) Dizion. 5° Ed. .
ESSERE.
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ESSERE.
Definiz: Tema primo. Verbo col quale si afferma universalmente ciò che cade nel pensiero. –
Esempio: Dant. Inf. 30: E quale è quei che suo dannaggio sogna, Che sognando desidera sognare, Sì che quel ch'è, come non fosse agogna; Tal mi fec'io.
Esempio: E Dant. Conv. 297: Può l'uomo disdire non offendendo alla verità, quando quello che non è non si confessa.
Esempio: S. Ag. C. D. 5, 13: E per conseguente a quella natura, che è sommamente, per la quale facente sono tutte le cose che sono, non è veruna natura contraria, se non quella che non è.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 777: Fa come se quel che è non fosse.
Esempio: Buomm. Cical. III, 2, 107: Quel che non è, non ha in sè qualità di veruna sorta.
Definiz: § I. Serve pure a denotare generalmente Avere essenza, spogliata di ogni modalità; e dicesi di enti così reali come intellettuali, di subietti, di accidenti, e di tutto ciò insomma che può concepirsi o immaginarsi. –
Esempio: Dant. Conv. 212: La divina bontà in tutte le cose discende; e altrimenti essere non potrebbono.
Esempio: E Dant. Conv. 252: In alcuno modo queste cose nostro intelletto abbagliano; in quanto certe cose affermano essere, che lo 'ntelletto nostro guardar non può, cioè Iddio, e la eternitate, e la prima materia, che certissimamente non si veggono, e con tutta fede si credono essere.
Esempio: S. Ag. C. D. 3, 175: E poi vidono ogni spezie in qualunque cose mutabili, per la quale è ciò che quella cosa è.
Esempio: Piccolom. Instr. Filos. 20: Il verbo dell'essere, che sostantivo abbiam detto chiamarsi,... in sè inchiude l'essenzia overo l'esser del soggetto che gli precede: volendo denotar che quel tal soggetto è, cioè si trova avere essenzia; come per essempio dicendo: l'uomo è.
Esempio: Galil. Comm. ep. 1, 166: Saria cosa ridicola il credere che allora comincino ad esser le cose della natura, quando noi cominciamo a scoprirle ed intenderle.
Definiz: § II. E detto più propriamente di Dio. –
Esempio: Bibb. V. 1, 273: Disse lo Signore a Moisè: Io son colui ch'io sono. Disse: Così dirai alli figliuoli d'Israel: Colui che è mi ha mandato a voi.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 96: Ecco, quando tu arai trovato che Iddio non sia, che avrai fatto?
Esempio: Robb. Recit. 294: E 'n su quelle parole ego sum che gli Iudei caddono indietro, gli dissi l'eternità di Dio; il qual è propriamente, perchè l'altre cose non sono se non quanto di lui partecipano.
Esempio: Gell. Lez. 199: Questo nome, secondo che referiscono alcuni gramatici Ebrei, è composto de la terza persona del tempo passato del verbo sustantivo.... essere, e di quella del tempo presente, e di quella del futuro; per il che propriamente suona, colui, il quale fu, è, e sarà: la qual cosa si può dire di Dio solamente.
Esempio: Giobert. Introd. 2, 343: Quando Egli definì sè stesso, dicendo Io sono colui che sono, espresse la ragione, e non la cagione della propria esistenza.
Esempio: Manz. Poes. 819: Tu sei: del vasto empiro Non ti comprende il giro.
Definiz: § III. E per Avere esistenza, Esistere. –
Esempio: Dant. Inf. 3: Dinanzi a me non fur cose create, Se non eterne.
Esempio: E Dant. Purg. 16: Esce di mano a Lui, che la vagheggia, Prima che sia,... L'anima.
Esempio: E Dant. Parad. 19: Benchè dalla proda veggia il fondo, In pelago nol vede; e nondimeno egli è.
Esempio: E Dant. Conv. 111: Conciossiacosachè due perfezioni abbia l'uomo, una prima e una seconda (la prima lo fa essere, la seconda lo fa essere buono), se ec.
Esempio: E Dant. Conv. 129: Come gli altri cieli e le altre stelle sieno, non è al presente da trattare.
Esempio: E Dant. Conv. 276: Più dolce natura in signoreggiando, e più forte in sostenendo, e più sottile in acquistando, nè fu, nè fia, che quella della gente latina.
Esempio: Segn. B. Rettor. volg. 16: La lode ed il vituperio.... circa le cose che sono.
Esempio: Varch. Boez. 101: È egli cosa alcuna.... la quale.... disideri, lasciato l'appetito dell'essere, di morire e corrompersi?
Esempio: Fosc. Poes. C. 70: Eran l'Olimpo e il Fulminante e il Fato, E del tridente enosigeo tremava La genitrice Terra, ec.
Definiz: § IV. E detto di alcuna condizione, fatto, uso, costume, rito, in quanto esiste, si verifica, avviene, e simili. –
Esempio: Cronichett. Mannell. 110: Tra' Romani era divisione per cagione d'uficj.
Esempio: Cat. Cost. volg. 96: Se questa cura è in te,... odi quello che puoi imparare.
Esempio: Libr. Ruth 1: Venne e fu grande fame nel popolo d'Israel.
Esempio: Vill. G. 81: Al suo tempo fu fame e mortalità per tutto il mondo.
Esempio: Bibb. N. 1, 216: Era la fame nella terra di Canaan.
Esempio: Sassett. Vit. Ferr. 479: Confederazione che ora tra il re di Francia, d'Inghilterra, de' Veneziani e del Pontefice, contro a Carlo.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 6: Era costume ancora in quel tempo, che i giovani all'uscire della fanciullezza, andando a Delfo, offerissero ad Apollo le primizie della chioma.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 134: A una cosa vera è costume de' pescatori ingropparci una favoletta.
Esempio: Fosc. Poes. C. 72: Fu quindi Religïone di libar col latte Cinto di bianche rose, e cantar gl'inni Sotto a' cipressi, e d'offerire all'ara Le perle e il fiore messaggier d'aprile.
Esempio: Niccol. Poes. 1, 123: Nel tuo core è guerra?
Definiz: § V. E detto di cose fisiche o di fenomeni naturali. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 515: Questo modo di [uccellare] luogo non ha, se non quando sarà nugolo o nebbia.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 69: Se noi lo vogliamo credere, gli uomini dicono che uno die passoe sanza essere sole: gl'incendj davano lume.
Esempio: Ovid. Rimed. Am. 35: L'ombra diletta quando è il sole.
Esempio: Acc. D. Stor. Ar. 2, 403: Erano oscurissime tenebre.
Esempio: Car. Arist. Rett. 157: Se è nugolo, verisimilmente doverà piovere.
Esempio: E Car. Lett. fam. 1, 35: Quando è nugolo o nebbia,... c'è notte perpetua. Quando è sereno,... non si veggono, ec.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 112: In altri luoghi ove le vie son strette vi è l'aria più cruda, e nella state vi sarà sempre ombra.
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 4, 327: Si vedono assaissimi ragnateli quando è nebbia, perchè ec.
Esempio: Salvin. Opp. 295: Al mare austral sen vada, Quando Borea si studia; e quando è Euro, A i sentieri di Zeffiro.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 24: Ora è un gran freddo, ed i denti si batte, Ora è una vampa che spacca il cervello.
Definiz: § VI. E usato in maniere denotanti distinzione. –
Esempio: Dant. Conv. 239: È uno studio il quale mena l'uomo all'abito dell'arte e della scienzia; e un altro studio il quale, ec.
Definiz: § VII. Pure per Esistere, Vivere, detto di persona, anche con qualche compimento. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 45: E acciocch'e' Fiesolani fossono con più fede e amore co' Fiorentini, si raccomunarono le insegne.
Esempio: Strin. Cron. 100: Di Dinaccio rimase Attaviano.... e Grosello. D'Attaviano rimase e sono Lotto e Dinaccio. Grosello si è ancora, gli altri tre morirono diredati.
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 26: Non è anima che 'l potesse stimare.
Esempio: Vell. Cron. 130: Ebbe due fratelli: cioè Simone,... del quale è oggi Francesco,... e.... Pigello,... che ci è Alessandro e Ulivieri.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 92: E perch'un'alma infra duo va 'l più degno, M'è forza, s'io voglio esser, sempre amarti.
Esempio: E Buonarr. M. V. Rim. G. 332: Or si sa 'l nome, o per tristo o per buono, E sassi pure ch'al mondo i' ci sono!
Esempio: Nell. Iac. Torment. 2, 13: Per lui tanto è che ci sia o non ci sia stato il re de' Lapponi, quanto che ci sia o non ci sia stato Teseo, Ciro, Alessandro ec.
Esempio: Targ. Alimurg. 130: So che ci sono in Firenze, ed in altre città della Toscana, diversi signori, i quali per loro studio notano diligentemente da molti anni in qua l'efemeridi meteorologiche.
Definiz: § VIII. E parimente detto di persona, vale Vivere, o con più nobile senso, Fiorire, in un dato luogo o in un dato tempo. –
Esempio: Dant. Conv. 233: Che egli (Pittagora) fosse in quel tempo, par che ne tocchi alcuna cosa Tito Livio nella prima parte del suo volume incidentemente.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 133: Fu a Barletta un prete, chiamato donno Gianni di Barolo.
Esempio: Leggend. Tob. V. 1: Comincia la leggenda di Tobia e di Tobiolo suo figliuolo, i quali furono a tempo del vecchio testamento.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 228: Minonna Brunelleschi.... fu ne' miei dì, ec.
Esempio: Sassett. Fr. Notiz. 20: Un autore assai lontano da questi nostri tempi, che fu nel 1490 o vel circa.
Esempio: Adr. G. B. Lett. 29: Al medesimo tempo fu Ciclia; una tavola di cui, contenente gli Argonauti, comperò Ortensio oratore.
Definiz: § IX. Pure per Esistere, detto di cose, e con relazione a luogo o tempo. –
Esempio: Dant. Inf. 14: Una montagna v'è, che già ec.
Esempio: Vell. Cron. 82: Prendevancene molto diletto,... avendo noi tolta una casa a pigione da casa i Mangiadori, e sì per l'avanzo vi era, essendovi pane, vino, carne, erba, e biada ec.
Esempio: Fosc. Poes. C. 71: Era ne' colli suoi l'ombra de' boschi Sacri al tripudio di Dïana.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 65: Ecco là pane, cacio, uva, prosciutto; Qui abbellir ti potrai, qui c'è di tutto.
Definiz: § X. E in senso più determinato, vale Esser posto, collocato, in un luogo. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Quivi è la sua cittade, e l'alto seggio.
Esempio: Vill. G. 2, 280: Allagò grande parte del sesto di San Piero Scheraggio, e più altre contrade della città che sono nella riva d'Arno.
Esempio: Real. Franc. 275: Gli altri compagni li calarono giuso per la cateratta, ch'era in una cuna della torre.
Esempio: Stef. March. Istor. 1, 8: Priamo.... tornò ove stata era Troia, e.... redificò la detta città.
Esempio: Sassett. Fr. Notiz. 22: Ed ancora sotto la torre è una bottega con una stanza di sopra.
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 11: In Roma a Santa Maria Ara-coeli, dove era il convento di santo Francesco, vi mise l'Osservanza.
Esempio: Cecch. Acq. Vin. 2, 1: Quinc'entro enno nespole, e qui sorbe.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 461: Mise insieme un piatto delle vivande che eran sulla tavola.
Definiz: § XI. Onde Fare essere una cosa in checchessia, o Lasciare, essere una cosa in checchessia, si disse per Tenervela. –
Esempio: Pallad. Agric. 69: Altri sono che per tre dì dinanzi macerano le mandorle nel letame liquido: poi un dì ed una notte le lasciano essere nella molsa.
Esempio: E Pallad. Agric. 254: Così insalate, falle essere in nuovi canestri per una notte.
Definiz: § XII. Detto di piante, alberi, e simili, vale Nascere, Vegetare, Fare. –
Esempio: Acc. D. Stor. Ar. 2, 255: È un'erba in quegli luoghi d'amarissimo sugo.
Definiz: § XIII. E pure per Trovarsi, Esser posto, detto di cosa che sia mescolata con altra. –
Esempio: Panant. Epigr. 95: Il reverendo, che vedea la fame, Risponde, c'è il velen, c'è il verderame?
Definiz: § XIV. E per Rimanere, Restare, in una data posizione rispetto a qualche termine, detto tanto di cose quanto di persone. –
Esempio: Bibb. N. 4, 529: Capitarono.... a Caran, la quale è a mezza via ad andare a Ninive.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 190: Voleva Fioretta, non contenta forse delle già dette risposte, domandarlo perchè essendo l'aria delle alpi maggiormente vicino al sole, che non è quella delle più basse campagne, ec.
Esempio: Eserciz. milit. 173: Quelli (i soldati) che sono alla sua sinistra, marciando senza disunirsi, voltano verso la dritta a proporzione del cammino, che gli convien fare.
Esempio: E Eserciz. milit. 181: Nelle marce, la cornetta o stendardo ha da essere nel centro della compagnia o delle divisioni.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 2, 214: Quella [statua] ch'era a destra dell'entrata, avea il petto e tutte le altre parti dinanzi rivolte verso chi entrava, ma il capo piantato per modo che la faccia era dal lato della schiena.
Definiz: § XV. Designa il tempo, la stagione, il giorno, l'ora, e simili, in cui si fa o avviene checchessia. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Tempo era dal principio del mattino, ec.
Esempio: E Dant. Purg. 8: Era già l'ora che volge il disio Ai naviganti.
Esempio: Vell. Cron. 90: Gli Anziani subitamente feciono sonare le campane, e svegliare la gente essendo presso al dì.
Esempio: Sannazz. Arcad. 66: Ove allora (che estate era) le vacche de' paesani bifolchi le più delle notti albergavano.
Esempio: E Sannazz. Arcad. appr.: Non che allora (che notte era), ma appena ec.
Esempio: Manz. Poes. 832: Era l'alba; e molli il viso Maddalena e l'altre donne Fean lamento sull'ucciso.
Definiz: § XVI. E per Ricorrere, detto di tempo, di festività, e simili. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 5: Era 'l giorno ch'al sol si scoloraro Per la pietà del suo Fattore i rai.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 349: Vi raccomando a questa santa martire,... dico di santa Lucia, ch'è domani.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 203: Al tal prior vien, per esempio, in testa Di guardar quando è il Santo titolare.
Definiz: § XVII. E pur detto di tempo, od anche di feste mobili, vigilie, e simili, in relazione a un giorno determinato, espresso o sottinteso, vale Cadere, Venire in quel dato giorno. –
Esempio: Guidicc. Op. M. 2, 53: Martedì che fu alli 17, a ore 19, il presente corriere mi presentò alcune lettere del Nostro Santissimo Signore.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 61: È vigilia, si dee fare astinenza, Venga a star mal, venga a far penitenza.
Definiz: § XVIII. E pur detto di tempo, vale Compiersi, od Esser trascorso da un dato punto o termine. –
Esempio: Bocc. Amet. 71: Non è ancora gran tempo, visitando io li templi ec.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 147: Faccianti assapere che questo dì è quaranta anni siamo qui in questo diserto.
Esempio: E Leggend. SS. M. 4, 407: È ventinove anni che io non t'ho veduta.
Esempio: Ar. Orl. fur. 20, 6: E l'anno è ormai ch'io la lasciai dolente.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 8: A me, son pochi dì, 'l medico mio, Cioè Su' Eccellenza, Disse ec.
Esempio: Panant. Epigr. 152: Quant'è che non vi siete confessato? Domandò a Carlo il confessore.
Esempio: Leopard. Pros. 117: Oggi è l'anno, o tanti anni, accadde la tal cosa, ovvero la tale.
Definiz: § XIX. Quindi le maniere, usate più che altro familiarmente, Giorni sono, Settimane sono, Mesi sono, Anni sono, sole o precedute da un adiettivo numerale, ad indicare quel dato tempo trascorso. –
Esempio: Sacch. Nov. 1, 331: Io accecai, forse dodici anni è.
Esempio: Guidicc. Op. M. 2, 148: Dui giorni sono arrivò qui all'Imperatore un mandato dal Sofì.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 3: M. Pier Vettori, due giorni sono, arrivò qui.
Esempio: Tass. Lett. 2, 99: Nè ho avuta alcuna speranza di libertà, o di miglior fortuna, se non da due o tre mesi sono, che ricevei una lettera de l'illustrissimo signor Scipione.
Esempio: Bentiv. G. Lett. 71: Venni cinque dì sono a Noesì.
Esempio: Red. Lett. 2, 179: Il sig. abate Bardi tre giorni sono tribolò fortemente di dolore nella sua ferita.
Esempio: Magal. Lett. scient. 278: Io ho ancora alla mente un'arietta, che udii 50 anni sono.
Esempio: Maff. Anfit. 29: Tanto io avea scritto mesi sono; quando ec.
Esempio: Riccat. V. Dial. Forz. 415: Vi sovvenga ciò che, alcune giornate sono,... ho dimostrato.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 130: Una casa che bruciò, pochi anni sono, o non hanno avuto danari da riattarla.
Definiz: § XX. E per Essere checchessia cagione o ragione di alcun atto o effetto. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 537: E sonci gli anni, che mi hanno tenuto ch'io non vi sono venuta a vedere.
Esempio: Segner. Pred. 565: Non fu che Dio non desse loro un vivacissimo lume a conoscere la verità, fu ch'essi chiusero gli occhi per non conoscerla.
Definiz: § XXI. Essere usasi assolutamente in contrapposizione di Parere o di Avere, per Essere in fatto ciò che il senso del discorso richiede. –
Esempio: Guicc. Op. ined. 10, 100: Sei uso con la tua Barbara, la quale come fanno le pari sue si sforza piacere a tutti, e cerca piuttosto di apparire che di essere.
Esempio: Giord. Op. 2, 28: Cerchiamo prima l'essere; l'apparire verrà poi.
Esempio: Giust. Vers. 117: Che più dell'essere Conta il parere.
Esempio: E Giust. Vers. 197: L'essere Sta nell'avere.
Definiz: § XXII. Poeticam., e con maniera conforme al latino, usato nel passato semplice, vale Aver cessato d'esistere, Esser morto. –
Esempio: Manz. Poes. 855: Ei fu. Siccome immobile, Dato il mortal sospiro, Stette la spoglia, ec.
Definiz: § XXIII. Essere, con un compimento di luogo, vale Dimorare, Abitare, in esso; ed anche semplicemente Trattenersi, Stare, Trovarsi. –
Esempio: Nov. ant. C. 129: Tutta la famiglia mia è in villa.
Esempio: Dant. Parad. 7: Gli angeli.... e il paese sincero, Nel qual tu se', dir si posson creati ec.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 221: Sbandì e confinò.... Orlanduccio Orlandi, Dante Alighieri, che era imbasciadore a Roma, i figliuoli di Lapo Arrighi, ec.
Esempio: Vill. G. 6, 71: Così ne scrisse al detto Comune di Firenze, e continuo dicea agli ambasciadori de' Fiorentini ch'erano intorno di lui a Verona.
Esempio: Vell. Cron. 89: Che la gente nostra fusse di fuori, que' dentro.... giugnessono ec.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 209: Due volte almeno il mese insieme si dovessero ritrovare in alcun luogo da loro ordinato; e quivi essendo, ciascuno ec.
Esempio: Salvin. Senof. 15: Era in Efeso un uomo de' grandi e possenti del luogo.
Esempio: Mont. Poes. 2, 189: Evvi la Rabbia Delle vane congiure, e degli errati Calcoli, ed altre d'esecrato aspetto Tartaree forme.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 413: Entrò in un cortiletto dove c'eran molti preti.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 489: Vossignoria illustrissima non può esser per tutto.
Definiz: § XXIV. Pure per Stare, Trovarsi, Risedere, in un dato luogo, ed altresì Occuparlo, Tenerlo, per adempiervi il proprio ufficio, o il carico commesso. –
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 247: In Arezzo era Uguccione da Faggiola,... che per alcune sue opere sospette fu rimosso della signoria.
Esempio: Vill. G. 687: Quando il Legato, che era a Bologna, seppe ec.
Esempio: Vell. Cron. 91: Minacciando i Pistolesi darsi all'Arcivescovo, e noi sentavamo essere a Parma più di mille uomini a cavallo,... sagacemente col capitano della montagna, ch'era nell'Alpe di Bologna per l'Arcivescovo, ec.
Esempio: Nell. Iac. Torment. 2, 10: Tu sei in questa casa con questi patti.
Definiz: § XXV. E costruito con la particella A reggente un Infinito, od anche con un avverbio di luogo, denota non tanto il trovarsi in un luogo, quanto l'assistere o l'operare o il partecipare, e simili, a ciò che vi si fa. –
Esempio: Cap. Comp. Discipl. F. 18: E quando bisognasse fare alcuna deliberazione, e non vi fossono tutti i capitani, quelli che vi saranno, possano.... porre uno de' fratelli in luogo di quello, o vero quelli capitani assenti.
Esempio: Guidicc. Op. M. 2, 309: Bisogneria che foste qui a sentire diversi e diversi che cantano di bello, ec.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 498: Quella stessa paura era sempre lì a far l'ufizio di difensore (qui figuratam.).
Esempio: E Manz. Poes. 945: Che a' suoi figli narrandole un giorno, Dovrà dir sospirando: io non c'era.
Definiz: § XXVI. Altresì per Stare, in senso di Esser posto, adagiato, Sedere, e simili. –
Esempio: Vell. Cron. 25: Ed egli ne venia a cavallo in sella, e uno gli era in groppa.
Esempio: Poliz. Rim. C. 67: Sovra esso [carro] è Galatea che 'l fren corregge.
Definiz: § XXVII. Vale anche Avvenire, Accadere, ed altresì Aver luogo, effetto, Seguire, Darsi, e simili. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 45: E ciò fu negli anni di Cristo MX.
Esempio: Dant. Inf. 10: Quando s'appressano [le cose] o son, tutto è vano Nostro intelletto.
Esempio: E Dant. Inf. 26: E se già fosse, non saria per tempo: Così foss'ei, da che pure esser dee!
Esempio: E Dant. Parad. 8: E ciò esser non può, se gl'intelletti Che muovon queste stelle, non son manchi.
Esempio: E Dant. Parad. appr.: A ciò che vostra battaglia non sia.
Esempio: Medit. Alb. Cr. 26: Pianse sopra la distruzione di Gerusalem, ch'egli vedea che dovea essere dopo la sua morte.
Esempio: Tav. Rit. 1, 472: E quivi fue una grande battaglia.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 362: E così fu come la donna disse.
Esempio: Machiav. Princ. 19: Allora è che rade volte periclitano.
Esempio: Guicc. Op. ined. 6, 109: E questi rispetti può essere li faccino procedere freddi nella guerra di qua.
Esempio: Cas. Pros. 3, 259: Il Bianchetto vi dirà come la fu quanto a i cavalli.
Esempio: Car. Eneid. 7, 69: Era signore, Quando ciò fu, di Lazio il re Latino.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 10: Chi vuole Saper quel ch'ha da esser, guardi, quello Ch'è stato.
Esempio: Tass. Gerus. 10, 19: Che se pria lo stupor da me non parte, Com'esser può ch'io gli altri detti accoglia?
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 19: Potrà ben essere, ma 'l faranno a poco a poco, e cominceranno dal piede.
Esempio: Buonarr. Tanc. 1, 1: O come può egli esser che fin ora Io non abbia saputo nulla mai?
Esempio: Pallav. Libr. Ben. 255: Nulla è possibil che sia, se non dipende dal volere e dalla mano di Dio.
Esempio: Parin. Poes. 20: Allora fu che il Sol mai sempre uniti Vedea un pastore ed una pastorella Starsi al prato, ec.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 75: Insinuando poi soavemente, e con maniera ancor più destra, che, piacesse o non piacesse, la cosa doveva essere.
Esempio: E Manz. Poes. 74: Baudo, che fu? B. Morte e sventura; il campo ec.
Esempio: E Manz. Poes. 79: Esser dovea così.
Definiz: § XXVIII. Pure per Avvenire, Venire, detto di accidenti naturali. –
Esempio: Stef. March. Istor. 2, 14: Essendo state molte piove, ed i fiumi cresciuti;... Arno ec.
Definiz: § XXIX. E per Divenire, Addivenire. –
Esempio: Stef. March. Istor. 2, 14: Fu Arno sì grosso che allagò le tre parti di Firenze.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 704: Disubbiditte lo comandamento, ed allora fu la vita sua disonesta.
Definiz: § XXX. E per Farsi, Compiersi, e simili. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 29: Rispose all'angelo e disse,... che fosse di lei secondo la sua parola.
Esempio: Vill. G. 24: E li consoli e sanatori o tutto il Comune dolutosi della disavventura avvenuta al buono duca Fiorino, incontanente ordinaro che di ciò fosse vendetta.
Esempio: Guicc. Op. ined. 6, 73: Il che se andrà innanzi, pare non possa essere ad altro effetto, che per trattare qualche cosa contra al Cristianissimo.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 70: Il voto Doveva esser così.
Definiz: § XXXI. E per Esser vero, Stare la cosa come viene affermata. –
Esempio: Dant. Inf. 23: S'egli è che sì la destra costa giaccia, Che noi possiam nell'altra bolgia scendere, Noi fuggirem l'immaginata caccia.
Esempio: Grazz. Comm. 33: Oh i' dirò ch'io sto bene? non è egli così? deh, guardate un poco.
Esempio: Tass. Dial. 1, 360: Così vedrà essere chi diligentemente considererà le cose, che ec.
Definiz: § XXXII. E per Mantenersi, Continuare ad appartenere, detto di proprietà. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 318: Volle la detta sua casa sempre e per tutti e' tempi in perpetuo essere nella sua famiglia.
Definiz: § XXXIII. Essere, detto di persona, e con un compimento denotante stagione, mese, anno, secolo e simili, vale Trovarsi in quel dato periodo di tempo; e in questo senso usasi sempre nella prima persona del plurale. –
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 160: Tenea la ringhiera impacciata mezzo il dì, e eravamo nel più basso tempo dell'anno.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 2, 378: Siamo ad ore 21, e un'ora e mezze fa comparse la vostra de' 16.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 155: Ora, che siamo presso a 19 ore, comincio avere di quelle infiammazioni di ieri.
Definiz: § XXXIV. E usato impersonalmente, vale Correre quel dato tempo; nella qual maniera usasi per lo più con la particella Di. –
Esempio: S. Bern. Contempl. 29: Era di verno, e massimamente le notti erano molto lunghe.
Esempio: Vell. Cron. 81: Nella quale ambasciata ebbi più diletti e utile, ch'avessi mai in alcuna ambasciata; perocchè era di maggio e di giugno, e prendevancene molto diletto.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 191: Immaginati.... che io mi sia messo per mare, ancor che fusse di verno, ec.
Esempio: Car. Eneid. 2, 446: Era ne l'ora Che nel primo riposo hanno i mortali.... ristoro.
Esempio: E Car. Lett. fam. 1, 35: S'è di notte, non si veggono altre stelle che quelle che.... tengono nel nostro zenit; se è di giorno, il sole ec.
Definiz: § XXXV. Detto di vocabolo, maniera, locuzione, e simili, prendesi per Significare, Valere, Equivalere a. –
Esempio: Cavalc. Dial. S. Greg. 239: Lo libro di Salomone si chiama Ecclesiastes, che in nostra lingua è quasi un giudice di mezzo, che parla in persona di molti.
Esempio: Deput. Decam. 92: Starsi, così assolutamente detto, a noi è non far nulla, e riposarsi quietamente senza voler briga o pensiero. E tanto fu qui a dire che star si volea, quanto avesse detto che si volea riposare.
Esempio: Borgh. V. Disc. 1, 166: Proprie di coloro che i Romani solean chiamare beati, che sarebbero a noi bene agiati.
Esempio: E Borgh. V. Disc. 1, 460: Sommo Magistrato, ch'e' (gli Ateniesi) dicevano Arcondi, che sarebbe a noi Principi o Rettori.
Esempio: Segner. Mann. magg. 7, 4: Che cosa è ambulare nelle divine Scritture?... È diportarsi, è procedere.
Definiz: § XXXVI. E per Passare, Correre, Intercedere, parlandosi di spazio o distanza, differenza, anche figuratam.; e per lo più vi si aggiunge la particella Ci Esserci o Vi Esservi. –
Esempio: Bocchin. Ricord. 13: Legai un sassolino con quel filo per ammisurare quanto v'era, e manda' lo giuso, e colsi la misura.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 35: Che c'è da me al poeta ciabattino Di differenza un semplice zecchino?
Esempio: Giord. Op. 2, 98: Dagli oziosi e sterili diletti ai fecondi e operosi pensieri è immensa distanza (qui figuratam.).
Esempio: Manz. Prom. Spos. 316: Quanto c'è di qui all'Adda?
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 412: Il manoscritto non dice quanto ci fosse dal castello al paese dov'era il Cardinale.
Definiz: § XXXVII. E per Correr differenza, Passar divario, fra due termini; ma è maniera di nobile scrittura. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 39: Da uomo a bestia non è già che ragione e sapienza.
Esempio: E Fr. Guitt. Lett. 41: Voi a voi rendete, e specchiate bene in voi istessi, e mirate che è da guerra a pace; e ciò conoscerete ai frutti loro.
Esempio: E Fr. Guitt. Lett. 53: Ma se gli occhi vostri venisseno sani, potendo luce vedere o addimorare in essa, molto vedereste apertamente quale e quanto è da vertù a vizio.
Esempio: Dant. Inf. 19: E che altro è da voi all'idolatre, Se non ch'egli uno, e voi n'orate cento?
Definiz: § XXXVIII. E riferito a tempo, e unito con la particella Ci, vale Mancare quel dato tempo per giungere a quello di cui si discorre. – Così per esempio diciamo:
Esempio: Esempio del Compilatore Quanto c'è a mezzogiorno? C'è un quarto. –
Esempio: Esempio del Compilatore Vedo che c'è poco alle due, e ho ancora delle faccende da sbrigare. –
Esempio: Esempio del Compilatore C'è una settimana sola a Natale. –
Esempio: Esempio del Compilatore C'è poco a carnevale.
Definiz: § XXXIX. Detto di cose venali, e con un aggiunto di prezzo determinato o indeterminato, significa Valere, Costare. –
Esempio: Marc. Pol. Mil. B. 171: V'ha un lago ove si trova molte perle, ma il Gran Cane non vuole che se ne cavino; chè se ne cavasse quante se ne troverebbono, diventerebbono sì vili, che sarebbono per nulla.
Esempio: Vill. M. 5, 73: Se questo spaccio non fosse occorso, a niente sarebbe stato il grano, el biado e l'olio in quell'anno.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 117: Arrivai in quelle sante terre, dove l'anno di state vi vale il pan freddo quattro denari, ed il caldo v'è per niente.
Esempio: Sassett. Lett. 277: Se ne trova (diamanti e rubini) costà più che qua, e vi sono a miglior derrata.
Definiz: § XL. Costruito con un avverbio di quantità, e con un pronome, ovvero, in proposizione interrogativa, col pronome Che, vale Esser cagione di spesa; e figuratam. di fatiche, cure, travagli, dolori, e simili; Costare. –
Esempio: Segner. Mann. febbr. 5, 5: Ti sarà molto per servir Dio superare la povertà; ti sarà molto superare il dolore; ma più di tutto ti dovrà essere superare il dispregio.
Definiz: § XLI. E col medesimo costrutto, poeticam. significa anche Valere, Giovare, Essere cagione di merito, e simili. –
Esempio: Dant. Purg. 10: L'altrui bene A te che fia, se il tuo metti in obblio?
Definiz: § XLII. Essere, costruito per mezzo della particella A, con un termine denotante persona o luogo, e anche con In reggente luogo, vale Giungere, Pervenire, Arrivare, presso, dinanzi, e simili, a quella persona, o in quel luogo. –
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 265: Movemmo e cavalcammo tanto che fummo a uno prato, là dove avea una bellissima fonte.
Esempio: Nov. ant. C. 7: Furo allo 'mperadore, dove erano mandati per lo loro signore.
Esempio: Stor. Pistol. 122: E tanto fece cavare, che furono alle mura del castello.
Esempio: Vell. Cron. 89: Disse.... che noi il lasciassimo ire, e sarebbe a buon'ora in Pistoia, e fornirebbe la bisogna.
Esempio: Guidicc. Op. M. 2, 303: In un terzo d'ora.... fur tutti.... al Palazzo ed alli luoghi deputati.
Esempio: Varch. Ercol. 73: Tu saresti tardi alla fiera a Lanciano.
Definiz: § XLIII. E detto di persona, o moltitudine di persone, e costruito con la particella In o anche A reggente luogo, vale Giungervi, Portarvisi, Raccogliersi in esso, ed altresì Trovarvisi, a fine di farvi, operarvi, checchessia. –
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 233: M. Tolosato degli Uberti.... s'acconciò co' Pisani, e soccorse parte ghibellina, e in Bologna e in Pistoia personalmente fu; e molti altri della casa degli Uberti.
Esempio: E Comp. Din. Cron. DL. appr.: La parte nera passò l'Alpe: ville e castella arsono, e furono nel Santerno ne l'Orto degli Ubaldini, e arsonlo.
Esempio: E Comp. Din. Cron. DL. 234: Il quale stando in Pisa,... scrisse.... che i confinati stavano con speranza di mese in mese essere in Firenze per forza.
Esempio: Vill. G. 687: Eran stati [i Fiorentini], contro a lui (al Legato) e contro santa Chiesa, a Ferrara.
Definiz: § XLIV. Vale pure Esser giunto, arrivato, anche figuratam.; e talvolta inchiude idea di trattenimento o fermata. –
Esempio: Dant. Inf. 6: Io sono al terzo cerchio.
Esempio: E Dant. Inf. 18: Già eravam là 've lo stretto calle Con l'argine secondo s'incrocicchia.
Esempio: E Dant. Rim. 199: Contra gli erranti, mia, tu te n'andrai; E quando tu sarai In parte, dove ec.
Esempio: Robb. Recit. 294: Quando sarete in beatitudine, che spero vi andrete, ricordatevi di me.
Esempio: Guicc. Op. ined. 6, 89: Se è vero che lo Imperadore l'abbia di già mandato,... vi dovrebbe a questa ora essere.
Esempio: Manz. Poes. 41: Sire, un legato è nella reggia.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 148: Finalmente è in cima, qui giace la lepre.
Definiz: § XLV. Vale parimente Andare, Recarsi, ed altresì Venire, in un dato luogo, o presso una data persona; e con quest'ultimo termine costruiscesi familiarmente più che altro con la particella Da. –
Esempio: Dant. Conv. 373: Quelli che mai non fosse stato in una città, non saprebbe tenere le vie sanza insegnamento di colui che l'ha usate.
Esempio: Tav. Rit. 1, 528: Lo donzello tanto cavalca, che fue alla Gioiosa Guardia.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 224: A costui angosciato fu Mario, e sì 'l confortò, ch'egli ec.
Esempio: Vill. G. 233: Incontanente fu a Papa Martino e suoi cardinali.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 115: La mattina venuta, i parenti dell'una parte e dell'altra.... furono a lui, e con dolci parole il pregarono ec.
Esempio: Lett. fam. 42: E se sarai qua, come di', potrai comprendere la verità.
Esempio: Ciaper. Lett. 10: Chiese con grande devozione i Sacramenti; come alla vostra Reverenzia fu manifesto quando ci fu.
Esempio: Stor. S. Silv. 8: Comandò [Costantino] a coloro che guidavano lo carro, che stessono fermi, e comandò che tutta la sua baronia fusse dinanzi da lui.
Esempio: Capp. N. Comment. 46: I nostri magnifici Signori.... ci comandarono che noi fussimo alla vostra presenzia, e quella per loro parte salutassimo.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 3, 306: Lo Imperadore era partito da Spruch per essere in Svevia, e far quivi della lega di Svevia una dieta, ec.
Esempio: Rep. Fir. Lett. Istr. 22, 71 t.: Vogliamo e comandianti che subito tu vada a Cortona; e per nostra parte tu sia da quel Signore, e dopo le salutazioni, fa' che tu il conforti di questi fatti di Castiglione Chiusino, ec.
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 1, 367: Un mese avanti che il Capra stampasse il suo libro, fu dall'illustrissimo sig. Iacopo Aluigi Cornaro, e sopra un poco di carta li diede due interrogazioni.
Esempio: E Galil. Op. fis. mat. 1, 372: La seconda [volta] fui col padre e col figlio in casa dell'illustrissimo sig. Iacopo Aluigi Cornaro, pregato da loro, per mostrargli il mio compasso.
Esempio: E Galil. Op. fis. mat. 1, 373: Fui a trovare il sig. Orazio, dicendoli che ec.
Esempio: Red. Lett. 1, 182: La sera avanti fu a casa mia.
Esempio: Fag. Comm. 6, 47: Si faccia come volete: saremo dal dottor Bartolo.
Definiz: § XLVI. Si usò per Andare frequentemente, Usare, Praticare. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 242: Presi pratica.... Con maestro Gherardo;... e perchè gli avea moglie Vecchia, ero in casa sua, ed egli il simile In casa mia.
Definiz: § XLVII. Pure per Giungere, Venire, detto figuratam. di novella, fama, e simili. E costruito con la particella Per, reggente un termine di luogo, vale Spargersi, Diffondersi. –
Esempio: Nov. ant. C. 117: Il grido fu per la corte.
Esempio: Barber. Regg. Donn. 249: Mi rubò ed andonne in Inghilterra: Or ci è novella ch'egli è morto in Francia.
Esempio: Bibb. 3, 499: Della sua morte fue la fama infino agli Sparziati.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 221: La novella fu la mattina per tutto Salerno.
Esempio: E Bocc. Comm. Dant. M. 2, 228: La qual novella come fu in Firenze, sentendo i Guelfi che i Ghibellini con le masnade del re Manfredi ne venieno verso Firenze, ec.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 2, 185: Mostrommi iarsera una lettera che veniva da Vinegia, che diceva, come quivi era nuove che in Portogallo, ec.
Definiz: § XLVIII. E assolutam., vale Esser giunta novella, Aversi notizia, Sapersi, e simili. –
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 2, 370: Di campo ci è come al tutto e' Franzesi sono signori del Garigliano.
Esempio: E Machiav. Leg. Comm. 2, 378: Di campo non ci è poi altro, nè può essere, stando questi tempi.
Esempio: E Machiav. Leg. Comm. 3, 171: Dell'Imperadore non si dice altro, e da Napoli ci è che vi aspettano el re Ferrando d'ora in ora.
Esempio: E Machiav. Leg. Comm. 4, 136: Poi è che l'Imperatore non ha mai mostro contentarsi che, ec.
Esempio: Guicc. Op. ined. 6, 68: Qui fu insino a dì 4 del presente per via di Napoli, come le cose del Cristianissimo declinavono in Italia.
Definiz: § XLIX. Essere usasi come copula per affermare, o, se accompagnato da negativa, per negare, di un dato soggetto il predicato.
Definiz: 1. Il predicato espresso da un adiettivo. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Li parenti miei furon lombardi.
Esempio: E Dant. Conv. 176: Tutto l'universo sarebbe disordinato.
Esempio: Petr. Rim. 1, 88: Perchè la vita è breve, E l'ingegno paventa all'alta impresa, ec.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 71: Ella, che molto cauta era, nè per ambasciata di femina, nè per lettera ardiva, ec.
Esempio: Med. L. Op. 95: E così fu troppo dannoso e caro Il foco, che ec.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 3, 99: El male vostro era curabile presto; ma, ec.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 195: Non voglio esser più lunga.
Esempio: Soder. Tratt. Arb. 76: I sapori de' frutti son varj.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 373: Benchè non fusse inferiore ad alcuno in ricchezze e nobiltà.
Esempio: Lorin. Fortif. 209: Circa la sua forza (dell'argano), dico che potrà esser grande quanto si vuole, massime per la duplicazione delle sue lieve.
Esempio: Red. Poes. 118: Lunga è l'arte d'amor, la vita è breve.
Esempio: Targ. Vaiuol. 46: Le orine.... ritornarono ad essere crude, confuse e fetenti.
Esempio: Cesar. Vit. Crist. 1, 24: Tuttavia non son libero di far tutto ciò che mi piace?
Esempio: Niccol. Poes. 1, 125: Guerrier fatale, Ignoto a me tu sei.
Definiz: 2. Il predicato espresso da un sostantivo, o da un intero concetto. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. ined. 232: Il calore disordinato è cagione di febbre.
Esempio: Dant. Inf. 1: Risposemi: Non uomo; uomo già fui.
Esempio: E Dant. Inf. appr.: Poeta fui, e cantai ec.
Esempio: E Dant. Inf. appr.: Tu sei lo mio maestro e il mio autore; Tu' se' solo colui, da cui io tolsi Lo bello stile.
Esempio: E Dant. Conv. 317: Ogni casa, che da lungi vede, crede che sia l'albergo.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 44: Continuamente è [G. Cristo] nostro avocado, e priega per noi.
Esempio: Mazz. Lett. 1, 43: Gran cortesia è rispondere alle lettere dell'amico; e voi avete bene l'arte di, ec.
Esempio: Sassett. Fr. Notiz. 43: Maria.... fu moglie di Giovanni Ambrogi in detto tempo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 25, 68: Non romor di tamburi o suon di trombe Furon principio all'amoroso assalto.
Esempio: Varch. Stor. 3, 225: Nè giovò a Cammillo.... l'essere cognato di Mento.... suo ucciditore.
Esempio: Tass. Gerus. 5, 10: Te dunque in duce bramo, ove non caglia A te di questa Sira esser campione.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 260: Si confessa ad una voce per tutti, che essendo fanciulletto si mostrò ripieno d'ardente volontà.
Esempio: E Adr. M. Plut. Vit. 1, 372: Nel quale (nell'Ariopago) non ebbe parte, perchè non fu mai arconte.
Esempio: Segner. Incred. 258: Il negarli (i miracoli di Cristo) non è solamente un chiudersi gli occhi, è un cavarseli dalle casse per farsi cieco in odio del giorno.
Esempio: Mont. Poes. 2, 182: Questa gentile Tenera pianta,... all'aura Della virtude coltivando io vegno, E in lei comincia, in lei tutta finisce La mia cura, il mio regno. Ella m'è tutto.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 133: A noi basta che gli avventori siano galantuomini: chi siano poi, o chi non siano, non fa niente.
Definiz: 3. Spesso il predicato è espresso da un avverbio o da un modo avverbiale. –
Esempio: Dant. Parad. 10: Molta virtù nel ciel sarebbe in vano.
Esempio: E Dant. Conv. 176: Il movimento degli astri sarebbe indarno.
Esempio: Cic. Opusc. 69: La vecchiezza, dalla lunga riguardando, si diletta tanto, quanto è assai.
Esempio: Galil. Op. astronom. 4, 239: E credendo che lo strepito derivasse dallo scuoter di quelle [cartilagini], si ridusse a romperle per farla chetare (una cicala), e tutto fu in vano, sinchè ec.
Definiz: 4. E col soggetto taciuto, ovvero semplicemente accennato mediante un pronome dimostrativo, e da doversi ricavare dal predicato stesso. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 128: Questa sarà la pietra che ti cadrà addosso, che ti contriterà (qui figuratam.).
Esempio: Dant. Parad. 17: Queste son le insidie Che dietro a pochi giri son nascose.
Esempio: Mazz. Lett. 1, 44: E questo sia uno capitolo de' saldi delle ragioni che dite.
Esempio: Cecch. Corr. 3, 1: I' vo' comprare un corredo: sarà Poi una spesa di cinquanta scudi.
Esempio: Alf. Trag. 4, 205: Bell'alba è questa. In sanguinoso ammanto Oggi non sorge il sole.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 498: Don Abbondio stava zitto; ma non era più quel silenzio forzato e impaziente.
Esempio: E Manz. Poes. 37: Questa è voce d'Adelchi.
Definiz: § L. Serve altresì a congiungere col soggetto espresso o sottinteso un termine denotante quantità determinata o indeterminata. –
Esempio: Dant. Inf. 14: Quella che giva intorno era più molta, E quella men, che giaceva al tormento.
Esempio: E Dant. Inf. 25: O me, Agnel, come ti muti! Vedi che già non se' nè duo nè uno.
Esempio: E Dant. Parad. 11: Ma son sì poche, Che le cappe fornisce poco panno.
Esempio: Tav. Rit. 1, 450: I quali furono per novero CLXII.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 75: A coloro.... che infermavano niuno altro sussidio rimase, che o la carità degli amici, e di questi fur pochi, ec.
Esempio: Vell. Cron. 71: E' danari,... ch'erano fiorini quaranta, m'aveva mandati mio padre.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 38: Mille son di gravissima armatura. Sono altrettanti i cavalier seguenti.
Esempio: E Tass. Gerus. 1, 42: Fur cinquemila alla partenza.
Esempio: E Tass. Gerus. 1, 44: Gli uni e gli altri son mille.
Definiz: § LI. Serve a congiungere col soggetto il sostantivo indicante la materia di che il soggetto è formato: ma è modo più che altro poetico. –
Esempio: Dant. Purg. 9: Lo scaglion primaio Bianco marmo era sì pulito e terso, Ch'io, ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 46, 84: Oro le corde, avorio era lo stelo.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 2, 2: Avorio è il tetto, e marmo il pavimento Della superba incomparabil mole.
Definiz: § LII. Usasi anche in proposizioni comparative, o che abbiano forza di comparazione, a riunire i due termini della comparazione stessa. –
Esempio: Dant. Purg. 11: Non è il mondan romore altro che un fiato Di vento.
Esempio: Petr. Rim. 1, 158: Qual fior cadea sul lembo, Qual su le trecce bionde; Ch'oro forbito e perle Eran quel dì a vederle.
Esempio: Med. L. Op. 1, 88: Foco è l'aura che spira agli alti poggi,... E foco è l'acqua dei più freschi fonti, E foco è l'ombra degli oscuri boschi.
Esempio: Ar. Orl. fur. 7, 14: Bianca nieve è il bel collo, e 'l petto latte.
Esempio: Magal. Operett. var. 246: Talora, chi potesse vedere [il figlio], sarà tutto l'abavo del padre, o il tritavo dell'avo.
Esempio: Nell. Iac. Gelos. 2, 12: Tu sei veramente come il vento che.... ora soffia di sopra, ora soffia di sotto, ora d'avanti, ora di dietro.
Esempio: Alf. Trag. 4, 260: Fulmin sono, Turbo, tempesta io son, se in me Dio scende. Manz. Poes. 832: Era folgore l'aspetto, Era neve il vestimento.
Definiz: § LIII. E usato in proposizioni interrogative, dubitative, e simili, serve a riunire col soggetto un predicato, espresso da un pronome o da un avverbio indefinito. –
Esempio: Dant. Inf. 2: Dunque che è? perchè, perchè ristai?
Esempio: E Dant. Inf. 4: Questi chi son, ch'hanno cotanta orranza, Che dal modo degli altri li diparte?
Esempio: E Dant. Inf. 33: Io non so chi tu sie, nè per che modo Venuto se' quaggiù.
Esempio: E Dant. Purg. 2: Che è ciò, spiriti lenti? Qual negligenza, quale stare è questo?
Esempio: E Dant. Conv. 320: E se poi io desidero di sapere che cosa è e come è ciascuno di questi principj, questo ec.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 79: Chi io sia tu il saprai da colui, ch'io ti mando.
Esempio: Pass. G. Cr. 268: L'uscio fu percosso.... Giovanni per saper chi è fu mosso.
Esempio: Frez. Quadrir. 2, 10: Chi se'? gridai, che più cambi la vista Che Acchilogo.
Esempio: Vai Rim. 19: Amor, che ti par d'essere, Ch'ogn'or la vuoi con me?
Esempio: Manz. Prom. Spos. 134: Chi sono? insistette colui, con voce alquanto sgarbata.
Definiz: § LIV. Riunendo i due termini della proposizione, in certo modo gl'identifica; nella qual maniera è da avvertire, che il secondo termine, allorchè è significato da un pronome personale, non dicesi mai Io, Tu, Egli, Ella, Eglino, ec., sì bene, Me, Te, Lui, Lei e Loro. –
Esempio: Dant. Rim. 196: Chi pinge figura, Se non può esser lei, non la può porre.
Esempio: Barber. Regg. Donn. 13: Ve' tu le donne che sono in quel prato? Color son desse.
Esempio: Petr. Rim. 1, 145: Ciò che non è lei Già per antica usanza odia e disprezza.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 256: Credendo esso che io fossi te, m'ha con un bastone tutto rotto.
Esempio: Capp. N. Comment. 79: Mi feciono dire a più persone che avevano conosciuto Erchules, che Sancti era tutto lui in simiglianza.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 1: Tutto quello che per me si può, ciò che io sono e ciò che io vaglio, tutto vi debbo.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 8: Uno che, per avere il mio nome, vuole esser me in ogni cosa, o più tosto ch'io sia lui.
Esempio: Mart. N. Lett. 11 t.: In somma, tutto quello che non è voi mi dispiace.
Esempio: Pallav. Tratt. div. 72: Rimane ad esplicare come Iddio viva per gli atti del suo intendimento e del suo volere increato, che non procedono da lui, ma son lui.
Esempio: E Pallav. Lett. 2, 223: Ciascun de' quali.... è un altro lei.
Esempio: Bart. D. Grandezz. Crist. 507: Noi siamo lui, ed egli è noi nella vera e reale nostra natura.
Esempio: E Bart. D. Mem. ist. Comp. 5, 236: Nazione nemica e dispregiatrice di ciò che non è lei.
Esempio: Cesar. Vit. Crist. 1, 165: E gli Ebrei: Egli non è dunque, ne potrebbe essere il Cristo promesso.
Definiz: § LV. E seguito da un pronome relativo, serve a determinare più scolpitamente il soggetto di un'azione. –
Esempio: Dant. Inf. 2: Io son Beatrice che ti faccio andare.
Esempio: Deput. Decam. 36: E non fu egli il primo che venne a città.
Esempio: Tass. Gerus. 20, 21: Forse.... Angel custode fu, che da i soprani Cori discese, e 'l circondò con l'ale.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 2, 749: In questi sensi del vescovo Bellai concorreva l'arcivescovo Muglizio. E fors'egli fu che gl'impresse a Cesare nel dargli relazione del fatto.
Esempio: Segner. Pred. 2: Siete pur voi che alle commedie sedevate sì lieti.
Esempio: E Segner. Pred. 64: Sono i demonj, vedete, sono i demonj che astutamente procurano divertirvi.
Esempio: E Segner. Pred. 75: Vedete il tale? egli fu che operò la tal fellonia.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 429: Siete voi che me la fate provare (la consolazione).
Definiz: § LVI. Serve pure a indicare qual sia il soggetto, o la cagione, cui si attribuisce un'azione o fatto, significato antecedentemente, o un dato effetto, che si esprima o si accenni dopo. –
Esempio: Bocc. Decam. 3, 166: Egli l'ha confessata (la morte di Tedaldo), e già è scritta la sentenzia; ma si vuol nondimeno tacere, perciò che, se mai si risapesse che noi fossimo stati, noi ec.
Esempio: Petr. Vit. volg. 37 t.: Onde poi ingravidata, essere stato il demone si disse.
Esempio: Galil. Op. astronom. 4, 237: Accadde che una notte, vicino a casa sua, sentì un delicato suono; nè potendosi immaginar che fusse altro che qualche uccelletto, si mosse per prenderlo.
Esempio: E Galil. Op. astronom. 4, 238: Passando presso a un piccolo tugurio, sentì risonarvi dentro una simil voce; e per certificarsi se era un zufolo o pure un merlo, entrò dentro.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 278: S'apre poi l'uscio. – Oh ecco la ragazza!.... Era lo spenditor che andava in piazza.
Esempio: E Guadagn. Poes. 2, 259: E voi strillate così fortemente, Che se picchiano all'uscio, non si sente. – È stato Gasperino.... –.... No, mamma, è stato Pippo che ha strillato. – Oh! finiamola un po', qualcuno è stato.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 458: Tutt'a un tratto, si sente uno scalpiccìo, e un chiasso di voci allegre. Era la famigliola che tornava di chiesa.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 475: E ora, se non era lui, non se ne saprebbe nulla, almeno de' particolari.
Definiz: § LVII. Rispondendo a dimanda circa il nome, condizione, qualità, e simili, di persona o di cosa, serve ad affermare con maggiore efficacia, o a confermare, l'essere proprio di essa persona o cosa. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 304: Non sete voi il medico? G. Sono, perchè?
Esempio: Razz. Cecc. 5, 1: Vo' tornare in casa, e mandar per lui. Tic, toc, tac. Bi. Chi è giù? Bo. Aprite, son io.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 314: Chi è? – Son io. – Chi io? – Presto, son Maso. – Guarda chi è; possa cascarti il naso.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 448: Lei! è lei? il signor Curato?... Oh! povera me! son fuori di sentimento! – No, no, rispose Don Abbondio: Son io davvero: fatevi coraggio.... Son proprio il vostro Curato, venuto qui a posta, ec.
Definiz: § LVIII. Usato in maniere dichiarative, congiunge il soggetto, per lo più indeterminato, col termine o proposizione che lo spiega. Onde le maniere Ciò è, Ciò era, Ciò fu, Ciò sono, e simili. –
Esempio: Dant. Conv. 395: Dice Marzia: Due ragioni mi muovono a dire questo: l'una si è, che dopo me si dica ch'io sia morta moglie di Catone; l'altra si è, che dopo me si dica, che tu non mi scacciasti, ma di buon animo mi maritasti.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 24: Sole quelle [cose] dobbiamo cercare e desiderare, che ci perducono al cielo; ciò sono le virtudi e le buone opere.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 1, 71: Otto cose.... danno materia a questo peccato; ciò sono, ozio disordinato, mangiare e bere ec.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 68: Tutti quasi ad un fine tiravano assai crudele; ciò era di schifare e di fuggire gl'infermi e le loro cose.
Esempio: Borgh. V. Disc. 1, 325: Dataci per piena e finale sicurtà, non da que' fragmenti, che se lo tacciono, ma di chi veramente vide il libro di Catone;... ciò fu Plinio.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 289: L'altro mancamento è, che non sanno correggere con amore.
Definiz: § LIX. Usasi nella chiusa delle lettere, ad affermare con una certa efficacia quella particolar qualità che lo scrivente assume rispetto alla persona, a cui la lettera è indirizzata. –
Esempio: Galil. Comm. ep. resp. 3, 201: Sono per fine tutto suo, e di cuore me le raccomando.
Esempio: Red. Lett. ined. 112: Le dico che sono e sarò eternamente di V. R.... umilissimo devotissimo serv. Francesco Redi.
Esempio: Lett. ined. Accad. Cr. 232: Vorrei chiuder la lettera con qualche vera espressione della mia ossequiosissima reverenza, ma non so dirgli altro di più efficacia, se non che io sono senza alcun riservo devotiss. e obbligatiss. servitore.
Esempio: Zanott. Lett. F. M. ined. 12: Sono col più profondo rispetto ed ossequio di V. S., ec.
Definiz: § LX. Essere, accoppiato con un participio presente, forma spesso una locuzione equivalente al verbo onde il participio deriva. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 220: Di questo è il demonio sommamente dolente.
Esempio: Dant. Inf. 1: Quello Imperador che lassù regna, Perch'io fui ribellante alla sua legge, Non vuol che in sua città per me si vegna.
Esempio: Senec. Declam. 48: Tu fosti consenziente che ti fussono cavati gli occhi.
Esempio: Ar. Orl. fur. 26, 128: Libro,... Con che fermare il sole era possente.
Esempio: Guicc. Op. ined. 3, 82: Nutricasi [il popolo di Firenze] coll'essere la città abbundante di vettovaglie.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 38 :Figliuola mia, sia sempre obbedïente Al tuo marito.
Esempio: Giord. Op. 2, 405: La cui morte.... è molto dolente a molti.
Esempio: Niccol. Poes. 2, 17: Dolente allora Tu di me non saresti.
Definiz: § LXI. Essere, in costrutto con un nome, pronome, o simile, retto dalla particella A, prende il senso di Avere, formando una locuzione corrispondente alla latina, alicui esse. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 39: Non è a vostra terra che figura di città e casa, giustizia vietata e pace.
Esempio: Dant. Conv. 253: Conciossiacosachè naturale desiderio sia all'uomo di sapere.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 115: Avvegnachè nulla convenienzia sia alla luce colle tenebre, nè al fedele collo 'nfedele, neentemeno sappi che, ec.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 166: Questo colore èe a' pomi che pendono al dilettevole arbore, o vero al tinto vivorio.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 218: Al quale, per la grande amistà ch'avea con Giugurta, era grande copia di potere ingannare.
Esempio: Libr. Prov. 25: In ogne tempo al buono sarà abondanza.
Esempio: S. Ag. C. D. 6, 68: E fu religiosa cura e sollicitudine alli antichi padri, che il parentado non si spartisse troppo da lungi.
Esempio: Fiorett. S. Franc. 33: Per la qual cagione sì era tanta divozione di loro a chiunque gli udiva o vedea,... che ec.
Esempio: Bocc. Amet. 11: A me non è la forma di un Adone, nè le ricchezze di Mida.
Esempio: Cic. Ufic. 70 t.: E nientedimeno se ad alcuno sono queste cose, l'aiutano alquanto.
Esempio: Giord. Op. 2, 375: Ora non è tempo a me di produrre ciò che del poetare e del filosofare di Leopardi ragionai, nel 1826.
Definiz: § LXII. Vale pure Importare, Premere, Calere. –
Esempio: Cat. Cost. volg. 153: A te sia in prima e principalmente avere della tua salute cura.
Esempio: Robb. Recit. 290: Allora egli: E quando le fussino vere, che m'è?
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 61: A me molto non è perdere i passi, Perduta avendo ogni altra cosa mia.
Esempio: Cas. Pros. 3, 244: Se coloro lo hanno levato di casa vostra, sì se lo tenghino: che è questo a voi?
Esempio: Cecch. Acq. Vin. 1, 3: Pazzo fu chi Ti mandò a lui, e tu pazzo altrettanto Che v'andasti. C. E ch'è a me? io ho a far sera!
Esempio: Adr. M. Plut. Opusc. 5, 483: Che è ciò alla nostra disputa?
Definiz: § LXIII. Vale pure Riuscire, Ridondare, Apportare, Cagionare, e simili; e costruiscesi per lo più con due termini retti dalla particella A, come in latino, nel medesimo senso, costruiscesi con due dativi. –
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 269: Dimmi se posso fare niuna cosa che ti sia a piacere.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 149: Non si dee l'uomo sgomentare nè disperare per li mali pensieri e altre tentazioni, perocchè tutte ci sono a corona, se valentemente sostegnamo.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 84: Lo corbo disse alla cornacchia che dicea cotali parole: io priego che questi richiamamenti siano a te a male.
Esempio: E Simint. Ovid. Metam. 2, 7: Quello genero non ci sarà a vergogna.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 24: Le cose dubbiose e assai aspre e dure, l'ozio e le ricchezze.... furono loro a carico o miseria.
Esempio: E Fr. Bart. Sallust. 122: Fra gli altri buoni fatti, li quali per ingegno s'adoperano, principalmente è a grande utilità la memoria delle veraci istorie.
Esempio: E Fr. Bart. Sallust. 168: Temete coloro a' quali si conviene che voi siate a paura.
Esempio: Machiav. Disc. 248: Onde ne nasce che gli acquisti sono a danno, non a grandezza d'uno stato.
Esempio: Sassett. Fr. Notiz. 15: Che tutto quello che si scriverà in questo libro sia a onore e gloria di sua Divina Maestà.
Esempio: Red. Esp. nat. 5: Si offerirono francamente di farne tante prove, quante a' più curiosi e men creduli fossero per essere a piacere.
Esempio: Capp. Econ. 335: I clamori che allora sorgono lasciano appena che si distingua se la innovazione avvenuta sia stata a vantaggio o a danno.
Definiz: § LXIV. Pure in costrutto con A, vale Trovarsi, Stare, Esser ridotto, e simili, in quella condizione, stato, termine, che è espresso dal compimento. –
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 177: Confortollo che, perocch'era della schiatta di Massinissa, e Giugurta da altrui odio e sua paura sia a mal passo, ch'egli ec.
Esempio: Tav. Rit. 1, 460: Ella disse ch'egli era a servire lo re Piles.
Esempio: Vill. M. 501: Poi che preso ebbe la compagna per alquanti giorni rinfrescamento in Forlì, per non consumare il gentile uomo che era a stretti bisogni e loro dava ricetto,... si partì.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 166: Noi saremmo a quel medesimo pericolo che è Aldobrandino.
Esempio: E Bocc. Filoc. 1, 183: E se egli alquanto ti ritiene più che a Biancofiore non bisogna, a che sarà ella? Certo alla morte.
Esempio: Varch. Ercol. 105: D'uno infermo, il quale, come dice il volgo, sia vialà vialà, o a' confitemini, o al pollo pesto, o all'olio santo, ec.
Esempio: Cas. Pros. 3, 254: Forse era necessario.... che voi aveste saputo ch'io sono al possesso d'essi [benefizj] per vigore della spettativa.
Definiz: § LXV. Vale anche Partecipare a checchessia, Avervi o Prendervi parte, ed altresì Starne a parte. –
Esempio: Dant. Inf. 31: Se fossi stato all'alta guerra De' tuoi fratelli, ancor par ch'e' si creda Che avrebber vinto i figli della terra.
Esempio: Vill. G. 172: Un grande popolano,... avendo alcuna cosa spirato,... con volontà de' ghibellini del campo ch'erano al tradimento, entrò in Siena.
Esempio: E Vill. G. 316: M. Corso, che n'era capo (della congiura), fu condennato nell'avere e persona, e li altri caporali che furono a ciò, in più di libre ventimila, e pagaronle.
Esempio: Lipp. Malm. 11, 48: Ed ei ne muor con molto suo disgusto, Perch'egli aveva a essere a un fiasco.
Esempio: Not. Malm. 2, 823: Quando alcuni voglion bere insieme un fiasco di vino, e pagarne ripartitamente il valore, per mettere insieme la cricca, dicono: Chi vuol essere a un fiasco? e s'intende Chi vuol accordarsi a bere e pagare ciascuno la sua parte?
Definiz: § LXVI. Quindi, parlandosi di fallimenti, Esservi a una data somma, a poco, a nulla, e simili, vale Partecipare al danno, Averne danno, Rimanervi o Esservi rimasto, nella misura indicata dal compimento. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 297: Matteo di Giorgio è fallito, e trovasi debito.... circa fiorini 30 mila; che con molta malizia vi sono questi Baldesi di qui a circa fiorini 27 mila, e così se li ha tirati dirieto.
Esempio: E Macingh. Strozz. Lett. 336: E' mi dice Carlo,... che non vi se' a nulla; che ha' uto bella grazia a mie' parere.
Definiz: § LXVII. Pur costruito con un termine retto dalla particella A, vale Ritrovarsi presente, Assistere, Intervenire, o accidentalmente, o per debito d'ufficio, o per propria volontà. –
Esempio: Stat. Art. Calim. G. 205: E se io Priore non potesse essere alle cose che occorrono di fare, debbia commettere la vece sua e officio a uno de' compagni Consoli, lo quale in ogni cosa tenga luogo di priorato.
Esempio: Tav. Rit. 1, 499: Vi dimando, in cortesia, facciate venire qui la reina Isotta, acciò ch'ella sia alla mia morte.
Esempio: Fiorett. S. Franc. 65: La fece miracolosamente portare alla chiesa di Santo Francesco, ed essere a tutto l'ufficio del mattutino e della messa della notte [di Natale].
Esempio: E Fiorett. S. Franc. 66: A ogni solennitade di questa santissima notte.... sono stata io con molta consolazione dell'anima mia.
Esempio: Vill. G. 315: Tutta la gente ch'era alla morta si levarono a romore.
Esempio: S. Gir. Grad. 51: Santo Agostino disse: Onorare dee uomo lo suo padre e la sua madre.... Alla sua sepoltura non dee essere.
Esempio: Vell. Cron. 28: La notte e' passò di questa vita; e 'l detto Gherardo nè nostre donne a suo corpo o sepoltura non fu.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 3, 97: Più volte le promettemmo.... di voler essere alle sue nozze.
Definiz: § LXVIII. Vale anche Esser volto, rivolto, inteso, inclinato, e simili; detto più specialmente di animo, pensiero, affetti. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 2, 136: Tutto 'l cuore loro è pure a questa vanitade.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 81: Della visitazione e frequenza de' quali egli attediandosi, come uomo che tutto il suo desiderio era alla solitudine, brigossi di fuggire.
Esempio: E Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 2: Gli occhi di Dio sono a provvedere sempre quelli che 'l temono.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 160: Eppur l'animo di voglia cieco, sì era a quello che cominciato avea.
Esempio: Bocc. Amet. 123: Il mio pensiero era a una cosa, ma i cieli ne disposero un'altra.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 196: L'animo suo era tutto a' poveri e agl'infermi.
Esempio: Cecch. Diss. 4, 9: Acciocchè voi sappiate il tutto, l'animo mio non è ad altra che a questa qui, la quale in vero è e sarà, se voi vorrete, mia donna.
Definiz: § LXIX. E detto di persona, o di alcuna sua cosa, vale Esser pronto, disposto, e propriamente a fare ciò che il compimento esprime, o a operare secondo esso. –
Esempio: Vill. G. 316: M. Corso Donati, Spini, Pazi, parte de' Tosinghi e Cavicciuli e loro seguaci.... co' Capitani di Parte guelfa, ch'allora erano a loro senno e volere, si raunarono in Santa Trinita.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 105: Per un cauto ambasciadore gli significò sè essere ad ogni suo comandamento dove due cose ne dovesser seguire.
Esempio: E Bocc. Decam. 4, 122: I Messinesi.... già con l'animo erano a far quello di che il Gerbino gli confortava con le parole.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 264: E così come la mia persona è al piacer tuo, così e ciò che ci è, e ciò che per me si può, è allo comando tuio.
Definiz: § LXX. E per Soprintendere, Presedere, e simili. –
Esempio: Acc. D. Stor. Ar. 2, 35: Mentre che durò in quella terra la presidenza del re, elessero in suo nome il magistrato che fusse al governo degli Aretini.
Definiz: § LXXI. Per Esser ricorso, Aver presentato le proprie ragioni, lagnanze e simili, contro persona o cosa. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 324: Gentiluomo, deh! andate pel vïaggio Vostro, voi siate (siete) alla ragione.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 206: Detto Lorenzo fa oggi forza voler alzare detta sua casa; di che siamo a' Capitani di Parte.
Definiz: § LXXII. E in costrutto con Signoria, Governo, Principe, e simili, si usò per Essere sottoposto o soggetto, Esser suddito, a quelli. –
Esempio: Marc. Pol. Mil. B. 17: In Turcomania ha tre generazioni di gente. L'una gente sono Turcomani.... E gli altri sono Erminj e Greci.... Elli sono al Tartero del levante.
Esempio: E Marc. Pol. Mil. B. 50: Samarca è una nobile città, e sonvi Cristiani e Saracini, e sono al Gran Cane.
Esempio: E Marc. Pol. Mil. B. 185: La gente.... sono al Gran Cane, o hanno linguaggio per loro.
Esempio: E Marc. Pol. Mil. B. 263: Questo regno è ad una reina molto savia.
Esempio: Vill. G. 11: Conquistaro [i Franchi] città e castella assai tra il fiume del Danubio e quello del Reno, le quali erano alla signoria de' Romani.
Esempio: E Vill. G. 243: Essendo la città di Firenze al governamento dell'ordine di quattordici buoni uomini, come avea lasciato il cardinale Latino,... parendo a' cittadini il detto ufficio de' quattordici d'una grande confusione e volume,... sì annullarono il detto ufficio.
Definiz: § LXXIII. Quindi Essere a signoria, o anche alla signoria, a comandamento, a obbedienza, di alcuno, si usò per Essere sottoposto ad esso, Dipendere da esso; ed altresì Sottomettersi a quello. –
Esempio: Nov. ant. C. 70: Addomando.... che le possessioni de' miei figliuoli siano a mia signoria.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 7: Vidi.... molti monasterj, e stannovi in alcuni ben cento insieme, e tutti sono a obbedienza d'un principale abate.
Esempio: Vill. G. 28: Appresso lui fu Ottaviano Augusto,... il quale regnava quando Cristo nacque. E dopo molte vittorie signoreggiò in pace tutto il mondo. E d'allora innanzi fu Roma a signoria d'imperio; e tenne sotto la iuridizione dell'imperio tutto l'universo mondo.
Esempio: E Vill. G. 162: Intra gli altri patti vollono i Fiorentini,... che 'l castello del Mutrone, che teneano i Pisani, fosse a loro comandamento, o fatto o disfatto, come piacesse al popolo di Firenze.
Esempio: E Vill. G. 211: Morto il detto Currado, i più de' caporali rubelli e suoi seguaci, e tutte le terre dell'isola furono all'ubbidenza del re Carlo.
Esempio: E Vill. G. 226: In poco tempo quasi tutta la Romagna fu alla signoria della Chiesa.
Definiz: § LXXIV. E in costrutto con Parte, Impero, Re, e simili, e detto di popoli, città, provincie, si usò per Reggersi, Governarsi, secondo quella data parte, con le leggi dell'impero, Esser governato da re, e va discorrendo. –
Esempio: Cronichett. Mannell. 46: Molto commendò Salustio lo reggimento de' Consoli, e rendenne questa ragione: Che se fosse istata Roma a Re, ec.
Esempio: Vill. G. 187: Per Toscana non poterono passare, chè tutta era a parte ghibellina.
Esempio: E Vill. G. 319: Per la qual cosa coloro che reggeano la terra, tutto fossero a parte bianca, si vocavano e voleansi tenere guelfi, presono partito di lasciarlo entrare.
Esempio: E Vill. G. 463: Richiederlo e pregarlo che non gravasse il signore nè la città di Melano, però che erano all'imperio.
Definiz: § LXXV. Si usò pure per Essere addetto, Appartenere, Servire; ed altresì per Esser tenuto, obbligato: costruito con un termine denotante persona. –
Esempio: Nov. ant. B. 37: Cavaliere, a qual donna sei tu? ed elli rispose: sono alla Reina del Re di Castello.
Esempio: Barber. Regg. Donn. 14: Madonna, io sono a lei; E, come piace a lei, io sono a voi.
Esempio: Rep. Fir. Lett. Istr. 1, 27 t.: Se si trovasse il bestiame nostro in terreno dove facesseno iustissima guerra, considerato quanto sono a noi, lo doverrebbono difendere e conservare, non che disonestarsi a volerlo in preda.
Esempio: Salvin. Senof. 79: Ora ella era a Ippotoo nella grotta degli assassini.
Definiz: § LXXVI. Si usò per Spettare, Esser dovuto. –
Esempio: Fiorett. S. Franc. 19: Chi si glorierà si glorii nel Signore, a cui è ogni onore e gloria in eterno.
Definiz: § LXXVII. Si usò, secondo proprietà latina, per Favorire, Prestar favore. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 2, 240: Io priego che Venus sia a' miei ardiri, e ch'ella aiuti i fuochi ch'ella m'ha dati.
Definiz: § LXXVIII. Essere a battaglia, a giostra, a questione, a disputa, a cena, a spasso, e simili, vale Venire a battaglia, a giostra, a questione, e più comunemente Far battaglia, questione, Combattere, Questionare, Disputare, Cenare, Passeggiare, Stare disputando, cenando, e va discorrendo. –
Esempio: Tav. Rit. 1, 481: E io vi disfido, ciò disse Breus: siamo alla giostra. E allora l'uno venne contra a l'altro.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 225: Egli era testè con uno.... alla maggior quistion del mondo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 11, 16: Trova dui che sono A gran battaglia in poca piazza e stretta.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 24, 25: In corte di re Alfonso di Biscaglia Trovammo [Odorico]; e quivi fui seco a battaglia.
Esempio: Cas. Pros. 3, 236: Se dui miei fratelli fossero a questione insieme, io non saprei, ec.
Esempio: Tass. Dial. 1, 355: Mi parrà d'esser a cena con gli eroi.
Definiz: § LXXIX. Essere a una dignità, ufficio, e simili, vale Esservi giunto, Esserne investito, Averlo, Tenerlo. –
Esempio: Vill. G. 295: Ordinarono di fare un gagliardo ufficio di Priori; e venne lor fatto, e trassesi fuori anzi al tempo usato. E ciò fatto, come furono all'ufficio, sì ordinarono col Capitano del popolo, e fecion formare una notificagione e inquisizione contra 'l detto Giano della Bella.
Esempio: Vill. M. 19: Il re di Francia, posandosi nella triegua col re d'Inghilterra, avendo papa Clemente sesto suo protettore ne' fatti temporali, però che per lui si teneva essere al papato, e amava sopra modo d'accrescere i suoi congiunti, ec.
Definiz: § LXXX. Essere alla candela, al lumicino, all'olio santo. –
V. Candela, § IX, Lumicino, Olio.
Definiz: § LXXXI. Essere ad alcuno il far checchessia, si usò per Potere egli farlo. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 60: Siguramente vi metterete a domandare savere a lui, cui solo è darlo.
Definiz: § LXXXII. Essere, in costrutto con la particella Con, reggente un termine denotante persona, e detto pur di persona, vale Trovarsi in compagnia della persona espressa dal compimento, Accompagnarla o Accompagnarsi con essa; ed altresì Stare, Dimorare, con quella. –
Esempio: Dant. Inf. 15: Gente vien con la quale esser non deggio.
Esempio: Mazz. Lett. 1, 11: E lasciando stare ora quanto dite dell'esser meco un dì tutto, ec.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 114: Verrei a Roma; ma per una occorrenza di M. Antonio d'importanza mi bisogna esser seco a la Serra qualche mese.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 71: Conoscete voi maestro Sinolfo? F. No; ma se.... con loro è il mio Cammillo, Io doverrò conoscerli.
Definiz: § LXXXIII. Per similit. e poeticam.
Esempio: Ar. Orl. fur. 26, 128: Ancor che 'l libro suo seco non sia, Con che fermare il sole era possente.
Definiz: § LXXXIV. E figuratam. –
Esempio: Dant. Purg. 11: Guglielmo Aldobrandeschi fu mio padre: Non so se il nome suo giammai fu vosco.
Esempio: Manz. Poes. 847: Con lei Era il pensier de' vostri antiqui vati.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 118: La pace sia con voi, disse [Fra Cristoforo] nell'entrare.
Definiz: § LXXXV. Pur figuratam., detto di Dio, a denotare l'assister che fa con la sua grazia; onde la maniera augurativa Dio sia con te, con noi ec. –
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 49: Le opere nostre non sono igualmente per ciascheduno. Abraam fue albergatore di pellegrini, e Iddio era con lui. Elia amava riposo e solitudine, e Iddio era con lui.
Esempio: Libr. Ruth 10: Disse a' mietitori: Domeneddio sia con voi.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 709: Sia Egli (il Signore) sempre con voi, e vi benedica; disse alle due compagne Fra Cristoforo.
Definiz: § LXXXVI. E detto di cosa, con un termine pur denotante cosa, vale Trovarsi, Andare, unita, congiunta, con essa, annessa a quella, inclusa in quella, secondo che richiede il senso del discorso. –
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 79: Con questa saranno lor lettere, con un pieghetto che mi ha dato m. Battista.
Esempio: E Car. Lett. fam. 2, 336: Sarà con questa la lettera a Francesco Bartoli.
Definiz: § LXXXVII. Pur detto di persona, vale anche Unirsi con alcuno per trattare di checchessia, Abboccarsi; ed altresì Discorrere, Conferire, con alcuno intorno a una data cosa. –
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 23: Alcuni, pensando ciò che ne poteva avvenire, furno con alcuni de' principali del popolo, pregandoli ci ponessino rimedio.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 273: Avvenne dopo alquanti mesi, che gli amici di Gisippo ed i parenti furon con lui, ed insieme con Tito il confortarono a tor moglie.
Esempio: Mazz. Lett. 1, 255: Con Antonio di Paolo Mei sarò, e udirete di lui ec.
Esempio: Rep. Fir. Lett. Istr. 22, 39 t.: Pertanto vogliamo e comandianvi che, quanto più tosto potete, siate co' Priori di costì, e con qualunque altro Officio a questo vi pare di bisogno.
Esempio: Machiav. Comm. 78: Disse che sarebbe con messer Nicia sopra questa cosa, e me ne risponderebbe.
Esempio: Cas. Pros. 3, 256: Vi prego che siate con M. Luigi,... e veggiate di indovinar che cosa è necessario di far in simil caso.
Esempio: Car. Lett. var. 113: Con la vostra lettera in mano io sarò con madama, e sono securo che la vostra opinione anderà avanti.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 98: Fa' a mio mo', cerca di questa Fanciulla, chè la non capiti male; Poi io sarò con tuo padre, e vedrò.
Esempio: Legg. Band. M. 5, 112, 343: Dovendo avanti che si venga all'estrazione esserne con il Camarlingo generale di Pistoia, perchè resolva se, ec.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 187: E se ne volete essere con Antonio, la rimetto in voi.
Esempio: Bentiv. G. Nunz. 4, 123: Soggiunse che, prima di passar più innanzi, desiderava d'esser col Re.
Esempio: Dat. Lett. 16: Son restato d'essere col sig. Redi per consultare dell'ordine e della introduzione.
Esempio: Forteguerr. Terenz. 189: Che ne di' tu? D. Sarò col mio fratello, E su questo farò quel che mi dice.
Definiz: § LXXXVIII. Vale pure Unirsi, Collegarsi, con alcuno; ed anche Stare unito, Seguirlo, in una data impresa, o per un dato fine; ed altresì Stare dalla parte di alcuno, Favorirlo. –
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 108: Di popolani furno co' Cerchi Falconieri, Ruffoli ec.
Esempio: Tav. Rit. 1, 536: E sua gente giura d'essere con lui alla morte e la vita, e di mai none abbandonarlo.
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 323: Tutti saremo con voi, difendendo la diritta fede, e la simoniaca eresia abominando.
Esempio: Capp. G. Tum. Ciomp. 228: E quivi con grandi sagramenti e leghe si collegarono insieme, e baciaronsi in bocca d'essere alla morte e alla vita l'uno con l'altro, e di difendersi contro a chi gli volesse offendere.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 425: Il re Rinieri è pure col Re, cioè in favore, e inframettesi all'accordo.
Esempio: Guicc. Op. ined. 6, 31: Quel Re farà ogni cosa per starsi di mezzo; e quando pure si avessi a dichiarare, sarà con Francia.
Definiz: § LXXXIX. E vale anche Accordarsi con alcuno nell'opinare, affermare, descrivere o narrare, checchessia; Consentire con esso, Essere del suo stesso parere, opinione, e simili. –
Esempio: Dant. Purg. 29: E quai li troverai nelle sue carte (di Ezechiel), Tali eran quivi; salvo ch'alle penne Giovanni è meco, e da lui si diparte.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 715: Giovanni; cioè s. Ioanni evangelista ne l'Apocalissi, è meco; cioè s'accorda meco: imperò che cusì li descrive, come li abbo descritto io Dante.
Esempio: Rucell. Or. Dial. 1, 2, 54: Siamo con lei che ciò potesse divenire nella generazione delle piante e degli animali.
Esempio: E Rucell. Or. Dial. 2, 10, 330: Troppo sarebbe se tutto quanto quello che non si prova, e di cui non abbiamo evidenza manifesta, non potesse essere; se voi diceste non poter esser certo ch'e' sia, sarei con esso voi.
Esempio: E Rucell. Or. Dial. 6, 5, 311: Io son con voi che molti de' più savj dell'antichità cadessero in cotesta opinione, che Iddio fosse anima del mondo.
Esempio: Red. Lett. 1, 176: Io son con lei, perchè so molto bene la gran venerazione nella quale ella giustamente ha il Boile.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 2, 67: Io sono coll'erudito accusatore, che sente dell'ardire (in una certa espressione); ma soggiungo che, ec.
Definiz: § XC. Essere, in costrutto con un termine retto dalla particella Da, vale Derivare, Venire, Procedere, Dipendere, Esser concesso, cagionato, formato, e simili, da ciò che è espresso dal compimento. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 211: E gli elimenti di che son fatti? e i cieli? D'una materia la quale è da Dio.
Esempio: Dant. Purg. 25: Or si spiega, figliuolo, or si distende, La Virtù ch'è dal cuor del generante, Dove natura a tutte membra intende.
Esempio: E Dant. Vit. nuov. 98: Lo suo nome Giovanna è da quel Giovanni, lo quale precedette la verace luce.
Esempio: E Dant. Conv. 393: La circoncisione del cuore in ispirito, non in lettera, è circoncisione: la loda della qual è non dagli uomini ma da Dio.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 4: Se questa cosa è da Dio, esso gli guiderà al convento de' suoi servi.
Esempio: Fiorett. S. Franc. 19: Acciocchè si cognosca ch'ogni virtù e ch'ogni bene è da lui (cioè da Dio) e non dalla criatura.
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 29: Porremo in prima gli ammaestramenti d'intorno alle cose che sono da natura, siccome sono le naturali disposizioni; appresso, intorno alle cose che sono da nostra operazione, siccome sono virtudi e vizj; al di dietro diremo intorno alle cose che sono da ventura, siccome prosperità e avversità.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 268: Non dee credere la persona, avvegnachè le paia che 'l sogno sia revelazione da Dio,... ch'ella potrebbe essere dal diavolo, credendo altri ch'ella fosse da Dio.
Esempio: S. Bern. Cosc. 114: La perdizione tua, o Israel, è solamente da te.
Esempio: E S. Bern. Cosc. 183: Il loro gaudio non solamente è dalla contemplazione del Creatore, ma eziandio ec.
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 77 t.: Ogni regno è da Dio, ed egli ha dato questo ad Arrigo.
Esempio: Car. Eneid. 6, 187: Ed ancor io dal cielo Traggo principio, e son da Giove anch'io.
Esempio: Deput. Decam. 5: Le lingue son più dalla natura e dall'uso, che da elezione; nè sta a uno o due il dare la cittadinanza ad una parola.
Definiz: § XCI. E lo stesso vale quando dipende da Onde o Donde. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 10: Und'è a voi battaglia e lite, che da vostra cupidità?
Esempio: Fiorett. S. Franc. 54: Onde tanta consolazione e dolcezza gli fu all'anima, che quasi uscì di sè.
Esempio: Vill. G. 606: Non avea pregio il grano, possendosene avere per danari la gente ricca che n'avea bisogno; onde fu grande stento e dolore alla povera gente.
Esempio: Tass. Gerus. 9, 76: O vil feccia del mondo, Arabi inetti, Ond'è ch'or tanto ardire in voi s'alletti?
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 394: Il Menagio.... la fa derivare (la voce Allibbire) dall'inusitato livius, donde è lividus.
Definiz: § XCII. Essere da, vale anche Essere atto, idoneo, buono, alla cosa, o per la cosa, indicata dal compimento. –
Esempio: Marc. Pol. Mil. B. 58: Vivono [quelli di Cotam] di mercatanzie e d'arti: non sono da arme.
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 43: Altri cani sono da porco salvatico, e altri da cerbio.
Esempio: E Fr. Bart. Sallust. 19: Già li novelli giovani sì tosto com'erano da guerre e da battaglie, in oste stando, per fatica e per usanza apparavano cavalleria.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 43: Ed egli è il miglior del mondo da ciò costui, chè, perchè egli pur volesse, egli nol potrebbe nè saprebbe ridire.
Esempio: Fior. Virt. 34: Gli cacciatori lo vanno perseguitando, e ciò è perchè gli suoi granelli sono da certe medicine.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 193: In somma questa corte non è da poter studiare: che se bene le faccende intermettono, i corteggiamenti e le visite tolgono tutto il tempo.
Definiz: § XCIII. Vale anche Essere degno di; ed altresì Essere conveniente a. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 93: Allor che Dio, per adornarne il cielo, La si ritolse: e cosa era da lui.
Esempio: Medit. Alb. Cr. 43: Il qual dolce capo era da ogni reverenza e onore.
Esempio: Filic. Poes. tosc. 30: Ei la sostenne, e cosa era da lui.
Definiz: § XCIV. Essere dalla mia, dalla tua, sua, nostra ec., o, con maniera oggi meno comune, Essere dal mio, dal tuo, nostro, vostro ec., vale Essere, Stare, dalla parte mia, tua ec., o dal lato mio, suo, nostro ec., in senso però figurato. Ma più spesso adoperasi a significare Tenere dalla persona designata dall'adiettivo possessivo, Esserle favorevole, disposto ad aiutarla, e simili, contro chicchessia; ed altresì Consentire con essa persona, Sostenere la sua medesima opinione, Darle ragione, in una data cosa, contro un parere opposto o diverso. –
Esempio: Savonar. Pred. 1: Noi diciamo che Cristo è dal nostro.
Esempio: Cant. Carn. Otton. 17: Ma il ciel, che può aiutare Col dolce tempo ha mostro, Che egli è dal nostro, e che gli ha in odio quelli Che desideran male a' poverelli.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 78: Le ha mandato certo contrassegno Perchè se ne chiarisca. G. Ed è chiaritasene? S. Non per ancora: il che mi mostra l'animo Di lei esser dal vostro; perchè avendolo Dal suo, ella sarebbe ita a chiarirsene.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 1, 82: Or, nel trattarlo (il parentado), io trovo che la giovane È dal nostro.
Esempio: Dav. Scism. 347: Fatel dare (il giuramento) altresì a quelli del Re, e io voglio metter il collo a tagliare, se non confessano che la verità è dal nostro.
Esempio: Serdon. Esort. volg. 5: È da Gieremia soggiunto: Noi siamo savj, e la legge di Dio è dalla nostra.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 125: Proccurò d'esaminare di qual sentimento fossero gli altri principali dell'armata, e trovò che il maggiore e il miglior numero era dalla sua; di che assicurato, si lasciò trovare da i mal contenti.
Definiz: § XCV. Essere, in costrutto con un termine designante per lo più persona, retto dalla particella Di, vale Appartenere a essa persona, Essere, e anche Divenire, proprietà di essa, in senso così proprio come figurato; ed altresì Trovarsi in sua potestà. –
Esempio: Marc. Pol. Mil. B. 133: Tutti gli uccelli del Gran Sire e degli altri baroni hanno una piccola tavola d'ariento a' piedi, ov'è iscritto il nome di colui di cui èe; e per questo è conosciuto di cui egli è.
Esempio: Libr. Ruth 30: Tutte quelle cose che furono di Elimelech, e di Chelion e di Mahalon.
Esempio: Acc. D. Stor. Ar. 2, 213: Consultando adunque di questa cosa, finalmente rimasero d'accordo che Cremona fosse del Signore di Milano, Parma di quello di Verona, Reggio di quel di Mantova, Modena di Ferrara, Lucca de' Fiorentini.
Esempio: Ar. Orl. fur. 28, 58: Fannosi i dolci miei disegni amari Poi che sei d'altri, e tanto mi ti scosti.
Esempio: Guicc. Op. ined. 6, 84: Parma e Piacenza aveva ad essere di quello Ducato.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 13: Alcibiade si serviva giornalmente d'alcuni vasi nobili d'argento e d'oro, che erano della repubblica.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 1, 394: Languir per doppio amante.... A. Esser d'un solo Ben so che devo, e 'l bramo.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 504: Che metta il cuore in pace, e ch'io non posso mai mai esser di nessuno.
Definiz: § XCVI. E con un termine denotante luogo o paese, vale Appartenere ad esso per origine, Esser nativo di quello, se parlisi di persone; e se parlisi di cose, vale Trovarsi, Nascere, ivi, ovvero Esser fatto, lavorato, costrutto, in quel dato luogo o paese, secondo che trattisi di cose naturali o manufatte. –
Esempio: Dant. Inf. 16: Di vostra terra sono.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 230: Egli.... era d'una terra detta Collazio.
Esempio: Leggend. Tob. V. 1: Era delle parti di Galilea.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 168: Madonna, io son di Costantinopoli.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 120: Al quale Melisso rispose: Io son di Laiazzo, e sì come tu hai una disgrazia, così n'ho io un'altra.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 212: E principalmente a Meda, di dov'era quella conversa.
Definiz: § XCVII. Pur detto di persona, e nello stesso costrutto con un termine denotante famiglia, ceto, ordine, compagnia, setta, moltitudine anche indeterminata di persone, e simili, vale Appartenere, Essere addetto, ascritto, a ciò che è espresso dal compimento, Venire incluso, annoverato, in quello, Farne parte. –
Esempio: Dant. Inf. 4: E di questi cotai son io medesmo.
Esempio: E Dant. Rim. 112: Vedi che sì desideroso vegno D'esser de' tuoi, ch'io ti somiglio in fede.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 76: Erano de' compagni della congiurazione.
Esempio: Vill. G. 440: Dante era de' maggiori governatori della nostra città.
Esempio: Cat. Cost. volg. 103: El bene che ti dà la ventura mantiello ed accrescilo, e non sia di quelli, di cui la fama parli male.
Esempio: Petr. Rim. 1, 48: Ed io son un di quei che 'l pianger giova.
Esempio: Bocc. Lett. 279: Non so io se voi siete del numero di coloro che si dolgono, ec.
Esempio: E Bocc. Lett. 282: Se alcuni cittadini nella nostra città sono, che per la sua opera o de' suoi passati grazia meritassero, voi estimo che siate di quelli.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 258: Non sono nè di stato nè di commessione, da scrivervi cose di governo.
Esempio: Giannott. Op. 1, 205: Chi è della Quarantia, e non si rauni in essa, è bene che non tiri il salario.
Esempio: Lanz. Sagg. Ling. etrusc. 1, 121: Sappiamo.... ch'ella (Aula) nacque Cornelia;... ma s'ella fosse degli Scipioni o de' Cossii o di altro ramo, non può accertarsi.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 68: Ma quando volle mischiarsi coi principali della sua città,... vide che a voler esser della lor compagnia,... gli conveniva ec.
Definiz: § XCVIII. E detto di qualsivoglia congregazione di persone, vale Comporsi, Constare, di que' tali che sono indicati dal compimento. –
Esempio: Vill. G. 75: E così crebbe in que' tempi molto la città di Firenze,... ma però non era molto di gran popolo a comperazione d'oggi.
Esempio: Tass. Gerus. 10, 58: Conosciuto avea il drappello, Ch'aiutò lui contra la gente infida, Esser de' suoi più cari.
Definiz: § XCIX. E con un termine esprimente azione, vale Partecipare ad essa, Avervi parte. –
Esempio: Porz. C. Op. 58: I Baroni che non erano della congiura da' congiurati si guardavano.
Definiz: § C. E con un compimento denotante alcuna qualità, condizione, e simili, vale Esserne fornito, dotato, Averla. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 59: Era Antonio di tanta compassione, che quando vedeva, ec.
Esempio: Fiorett. S. Franc. 12: Era frate Bernardo di tanta santitae, che santo Francesco gli portava grande riverenza.
Esempio: Vill. G. 414: Castruccio della casa delli Interminelli da Lucca.... era di grande ardire e seguito.
Esempio: Bocc. Laber. 195: E sono di tanta audacia, che chi punto il lor senno avvilisce, incontanente dicono, ec.
Esempio: Robb. Recit. 284: E perchè sapevo era di singolare ingegno e di buone lettere,... notai diligentemente tutte le sue parole.
Esempio: Machiav. Disc. 316: Quando pur ei fussero d'animo e di potenza da farlo, sono ritenuti, ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 46, 66: Ben che di quella forza ch'esser nota Vi debbe, e di quel grande animo sia.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 372: Vostra Signoria è di prudenza e d'ingegno che conosce tutto, ed a quella me ne rimetto.
Definiz: § CI. Con un compimento denotante stato fisico o morale, disposizione d'animo, e simili, vale Trovarsi, Stare, in quella condizione, disposizione ec., che è espressa dal compimento. –
Esempio: Tav. Rit. 174: Vi addomando in cortesia....che voi mi doniate licenzia che io possa dimorare allo castello di Cornasim, per fino a tanto ch'io saroe di migliore stato, o per un poco megliorato.
Esempio: Cic. Opusc. 193: Egli disse: sii di buon animo, Scipione, e quelle cose ch'io ti dirò, commendale alla memoria.
Esempio: Rondin. F. Relaz. 37: La moglie.... era di parto.
Definiz: § CII. Detto di checchessia, con relazione alla sua materia, vale Esser fatto, formato, composto. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 113: Quello [palagio] ch'è di pietre conce.
Esempio: Dant. Inf. 14: Poi è di rame infino alla forcata.
Esempio: Invent. Pal. Signor. 220: Uno gonfalone.... è di taffettà bianco colla croce vermiglia.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 1, 389: Di terra io sono, Ma la fiamma ch'avviva Questa spoglia mortal del cielo è dono.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 124: Conobbe il popol gonzo Che la bella campana ingannatrice Era di terra cotta, e non di bronzo.
Definiz: § CIII. Detto di scrittura o discorso, vale Risguardare, Raggirarsi intorno alla cosa espressa dal compimento. –
Esempio: Dant. Inf. 20: Di nuova pena mi convien far versi, E dar materia al ventesimo canto Della prima canzon, ch'è de' sommersi.
Esempio: Barber. Regg. Donn. 14: Odi, Eloquenzia, e intendi quel che io dico. Lo tuo trattato sarà di costumi Pertenenti alle donne.
Esempio: Collaz. SS. PP. R. 59 t.: Il terzo si è di riprensione, quello de' Sarabaiti: di questi stati disputeremo pienamente per ordine a uno a uno.
Esempio: Forteguerr. Cap. 295: Se il ciel mai drammi la ventura Di venirti a trovar, nostro discorso Sarà di cacce.
Definiz: § CIV. Essere di, detto di checchessia, e in costrutto con un termine denotante vantaggio o danno, bene o male, piacere o dispiacere, e simili, vale Riuscire di, Tornare a; Cagionare, Apportare, ciò che il compimento esprime. –
Esempio: Cat. Cost. volg. 157: Se lingua di mógliata è d'utile, abbi a mente di sostenerla.
Esempio: Bocc. Lett. 6: Quantunque questo strale, ch'è il primo che l'esilio saetta, sia, e specialmente improvviso, di gravissima pena e noia a sostenere, o a ricevere che dir vogliamo, nondimeno si conviene all'uomo discreto, ec.
Esempio: E Bocc. Lett. 35: Il non vedere le ambizioni e le spiacevolezze e i fastidj de' nostri cittadini mi è di tanta consolazione nell'animo, che ec.
Esempio: Pandolf. Gov. Fam. 68: Tenere uomo o femmina rapportatore o gareggiatore in casa, vedete quanto è di danno.
Esempio: Cas. Pros. 3, 292: Ciascuno atto che è di noia ad alcuno de' sensi, e ciò che è contrario all'appetito,... non si dee fare.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 92: L'offizio che avete fatto per l'amico mio m'è stato di grandissimo piacere.
Esempio: E Car. Lett. fam. 1, 359: M'è stato di molta consolazione intendere che, ec.
Esempio: E Car. Lett. Farn. 3, 6: Non vogliate mancar di farlo volentieri, e noi faremo che non vi sia di danno.
Esempio: Bonc. Serm. 4: La commemorazione di questa nostra festività ci sarà di quel frutto che i nostri primi fondatori cercarono.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 3, 5: Essere a lui di maraviglia che in proposito tanto alieno, volessero intralciare quella disputazione.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 286: Di che aiuto gli potesse essere il fiasco, in una tale circostanza, chi ha fior di senno lo dica.
Definiz: § CV. E con ellissi della particella Di; costrutto oggi proprio di nobile scrittura. –
Esempio: Cavalcant. Rim. 26: Che mi sarebbe angoscia, Dopo la morte poscia Pianto e novel dolore.
Esempio: Vill. G. 129: Le quali [guerre].... furono quasi commovimento a tutto il mondo.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 187: Nè cosa potrebbe avvenire che simile letizia mi fosse.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 183: Conoscendo che.... la loda gli potea essere danno.
Esempio: Cat. Cost. volg. 91: Sia sì buono a' buoni, che a te non sia danno.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 2, 185: La quale nuova aveva fatto calare assai di pregio le spezierie loro; il che era danno gravissimo a quella città.
Definiz: § CVI. Dipendente da Di qui o Quindi, e reggente alcuna proposizione per mezzo della cong. Che, vale Derivare, Procedere, Conseguitare, e compone una maniera illativa. –
Esempio: Dant. Conv. 356: E perocchè da ineffabile carità vengono questi Doni, e la divina carità sia appropiata allo Spirito Santo, quindi è che chiamati sono Doni di Spirito Santo.
Esempio: Loll. Oraz. I, 4, 23: Di qui è, che ora dubito forte che le mie parole ec.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 23, 81: E perciochè il fine inteso e voluto, quello è che dà la prima impressione,... di qui è che tutto il nostro operare e patire.... a null'altro in fine si ordina, che a farsi.... beato.
Esempio: E Bart. D. Op. mor. 23, 230: E di qui è il non riuscir veri a due per cento i cambiamenti di vita promessi in virtù delle confessioni fatte nelle infermità, eziandio mortali, quando la Dio mercè se ne campa.
Esempio: Pallav. Libr. Ben. 191: Potendosi concepir la cosa, o vogliamo dir l'ente, senza concepire in esso questa convenevolezza ad altrui; quindi è che il concetto del bene sia diverso e meno antico nel pensier nostro, che quello dell'ente.
Esempio: Nell. Iac. Torment. 1, 14: Di qui è che i padri tanto si dilettano, ec.
Definiz: § CVII. Essere di, reggente persona o cosa, vale Esser proprio di essa persona o cosa. –
Esempio: Belc. F. Pros. 4, 81: Però che diceva essere degli uomini magni pascer le pecore razionali. Soder. Agric. 69: Siccome è de' venti settentrionali l'asciugare e seccare,... così è per contra di alcuni altri l'umettare e far piovere.
Definiz: § CVIII. Vale anche Avvenire, Accadere, rispetto ad essa persona o cosa; e più spesso adoperasi in proposizione interrogativa. –
Esempio: Segner. Pred. 587: Non è de' gran peccatori, come d'altri uomini introdotti nella virtù, o per lo meno non abituati nel vizio.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 323: I suoi compagni.... vennero in gran numero, e lo liberarono, il manigoldo. – E cosa n'è stato? – Non si sa; sarà scappato, o sarà nascosto in Milano.
Definiz: § CIX. Essere di alcuno, vale Essere confidente, intrinseco, fautore, dipendente, di esso, Essergli devoto, affezionato, e simili; e per lo più si usa nella maniera Esser tutto di uno. –
Esempio: Sacch. Op. div. 208: Essendo io.... molto del detto messer Piero, ec.
Esempio: Rep. Fir. Lett. Istr. 2, 15: E perchè egli (messer Baldassarre Coscia) è molto del Papa, e sente suoi segreti, fate v'intendiate con lui.
Esempio: Cecch. Servig. 2, 4: Io lo conosco, perchè gli è Tutto del nostro spedalingo.
Esempio: Dav. Tac. 1, 412: Corrompe uno schiavo a rapportare che Petronio era tutto di Scevino.
Definiz: § CX. Essere d'avviso, di parere, di pensiero, d'opinione, di sentenza, e simili, vale Avvisare, Stimare, Credere, Pensare, Opinare, Tenere, e simili. –
Esempio: Rim. Ant. F. Pol. Castell. 1, 127: Ch'uom trema di paura, ed è d'avviso Che ciò poss'esser vero a chi lo 'ntende.
Esempio: Cas. Pros. 3, 258: Io sarei di parere, quando così vi piaccia, che voi dessi loro le istorie.
Esempio: Car. Arist. Rett. 9: Anzi son di parere che la maggior parte de la pruova.... consista quasi nel dar buon odor di sè con le parole.
Esempio: Cellin. Pros. Oref. 147: Sono d'opinione che, dalle sei braccia in su, dovendosi fare statue, non si possano condurre proporzionate senza il modo da me raccontato, o altro simile.
Esempio: Adr. M. Plut. Opusc. 5, 287: Anassimandro fu d'avviso, che gli animali primi fosser generati nell'umido con invoglia di scorze spinose.
Esempio: Galil. Op. astronom. 3, 416: Io sarei d'opinione, che alcuna [delle macchie solari] ritornasse a mostrarcisi più d'una volta.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 238: Il Seripando fu di sentenza che [l'articolo] si dannasse.
Esempio: Segner. Op. 4, 519: Così almeno s. Giovanni Grisostomo fu di senso che succedesse, quando predicando.... cadè ec.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 454: Era di pensiero d'uscire la mattina di poi in campagna per tempo.
Definiz: § CXI. Essere dell'avviso o dello stesso avviso di altri o con altri, Essere del parere o dello stesso parere di altri o con altri, Essere dell'opinione o della stessa opinonione di altri o con altri, di altri, o della stessa opinione ec. con altri, vale Pensare, Credere, Stimare, e simili, la stessa cosa, o nel modo stesso, Partecipare alla stessa sentenza o opinione. –
Esempio: Galil. Op. astronom. 1, 288: Io stimerei più presto la natura aver fatte prima le cose a suo modo, e poi fabbricati i discorsi umani abili a poter capire.... alcuna cosa de' suoi segreti. S. Io son dell'istessa opinione.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 29, 1, 3: Or anch'io son del parere di Sidonio Apollinare.
Esempio: Salvin. Iliad. 132: Perocch'era con lui d'un stesso avviso.
Definiz: § CXII. Essere di bisogno, di mestiere, di necessità, d'uopo, vale Bisognare, Occorrere, Essere necessario. –
Esempio: Fr. Guid. Fior. Ital. 380: Ma da che così è piaciuto alli dii, è di bisogno che piaccia similmente a noi.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 186: È dunque di bisogno che.... pensiamo che quelli che vi consentono, non hanno speranza di salute.
Esempio: E Cavalc. Specch. Croc. 25: Meglio è per me di partirmi di questa vita, ma per voi è di necessità ch'io rimanga.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 128: Egli è di necessità che 'l dolore apra e spinga fuori la voce della confessione.
Esempio: Car. Eneid. 1, 219: Io vi farò.... Ma di mestiero è prima Abbonazzar quest'onde.
Esempio: E Car. Eneid. 1, 1024: Ciò ch'a' suoi compagni Per vitto e per letizia è di mestiero.
Esempio: Segner. Pred. Pal. ap. 123: Ed il romor giunse a tale, che finalmente fu di necessità convocare apposta in Gerusalemme un Concilio generalissimo.
Esempio: Manz. Poes. 333: A questi estremi A poco a poco ei venne, e coi consigli Che or proponete: a trarnelo, fia d'uopo Appigliarci agli opposti.
Definiz: § CXIII. Essere, con un termine retto dalla preposizione Fuori, e denotante condizione o stato, per lo più cattivo, pericoloso, molesto, e simili, vale Essere uscito da esso stato o condizione, Esserne rimasto libero, Non trovarsi più in quello. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 13: Tutta rimango consolata, e sono fuori di dolore.
Esempio: Pataff. 1: Sonne fuor, come Ughetto del Poltruccio.
Esempio: Nov. Grass. legn. 23: Se' tu un bambino? Tu se' pure oramai fuori di fanciullo.
Esempio: Car. Lett. ined. 3, 241: Per quanto si ritrae da l'ultime lettere di costà,... spero che a quest'ora V. E. sarà del tutto fuor del male.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 233: Chi avessi detto oggi a Fortunio, Quand'e' fu preso, tu ne sarai fuori Stasera,... crediam noi ch'e' lo avessi Creduto?
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 364: Va' via, e lassane La cura a me, chè i' debb'ormai essere Fuor de' pupilli.
Definiz: § CXIV. E nel medesimo costrutto, vale anche Non aver più, Aver perduto, ciò che è espresso dal compimento; ed altresì Esserne privo, sfornito, e simili. –
Esempio: Lat. B. Tesorett. 203: Saria ben fuor di senso, S'io non proveggio e penso Com'io per lo ben campi.
Esempio: Dant. Parad. 1: Nè pur le creature, che son fuore D'intelligenzia, quest'arco saetta, Ma quello ch'hanno intelletto ed amore.
Esempio: Ar. Orl. fur. 37, 29: E le domanda chi sì iniquo fue, E sì di legge e di costumi fuora, Che quei segreti agli occhi altrui riveli.
Definiz: § CXV. E detto di cosa, o di atto, vale Esser contrario a ciò che il compimento significa, Essere al tutto diverso, o alieno, da esso. –
Esempio: Dant. Purg. 21: Quei cominciò: Cosa non è, che sanza Ordine senta la religïone Della montagna, o che sia fuor d'usanza.
Definiz: § CXVI. Essere alcuno fuor di sè, vale Aver perduto il conoscimento, ed anche Aver perduto il senno; e con più tenue senso, Essere con la mente molto sopraffatta per qualsiasi cagione. Ed è il contrario di Essere in sè. –
Esempio: Fiorett. S. Franc. 6: Perocch'egli era sì fuori di sè, che delle tue parole non udiva nulla.
Esempio: Bocc. Laber. 5: Se tu non se' del tutto fuori di te, assai apertamente conoscer dei, niuna cosa poter fare che più le piaccia.
Esempio: Bern. Orl. 7, 1: Compassïon bisogna avervi assai, Però che sete di voi stessi fuori.
Esempio: Nannin. Epist. Ovid. 46: Chè cieco amante, e di sè stesso fore Non vede quel ch'a real uom convenga.
Definiz: § CXVII. Essere, con un compimento retto dalla particella In, vale Trovarsi, Vivere, e talora anche Stare, nella condizione, termine, atto, espresso dal compimento. –
Esempio: Dant. Conv. 62: La cura famigliare e civile, la quale convenevolmente a sè tiene degli uomini il maggior numero, sicchè in ozio di speculazione essere non possono.
Esempio: E Dant. Rim. 196: Ischiatta.... Che lungamente in gran ricchezza è stata.
Esempio: Cavalc. Frutt. Ling. 174: Nella seconda parte dico, che dobbiamo considerare la continuità della battaglia, nella quale siamo.
Esempio: E Cavalc. Med. Cuor. 33: Per lo peccato siamo in fame e in sete, povertà e guerre e morte.
Esempio: Vill. G. 75: E nota perchè i Fiorentini sono sempre in iscisma, e parti, e divisione tra loro.
Esempio: E Vill. G. 462: La qual cosa non seppon fare innanzi quando erano in migliore e maggiore stato, e in loro libera signoria.
Esempio: Capp. N. Comment. 56 t.: Doppo più volte ito e ritornato Bartolommeo.... per indurlo a rendere il castello,... si diliberò commetter questa cura a Neri, perchè la città era in passione.
Esempio: Belc. F. Pros. 1, 56: Udendo che Lodovico di Noddo de' Marescotti, suo amico e vicino, avea grandissimo male, ed era in caso di morte, andò a visitarlo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 5: Vile e povera or sono, or infelice; E s'altra è peggior sorte, io sono in quella.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 2, 54: Un giorno che i fanti erano in aguato, ecco che sentono non so che rotolare per la chiesa.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 55: L'aiutare chi è in miserie e in bisogno è cosa grata a Dio, e opera di gran carità.
Esempio: Segn. B. Polit. volg. 383: Ancora la suscezione dei figliuoli in certi padri verrà, quando e' sono.... in su 'l buono della età.
Esempio: Red. Lett. 79: In fino l'anno 1649, quando io era in ruzzo per questa sorta di esperienze,... trovai sempre che quelle acque che salivano, non movevano il corpo nè poco nè punto.
Definiz: § CXVIII. E pure per Trovarsi in una data condizione, stato, termine; detto di cose. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 118: Le quali acque, se nel tempo che 'l grano è in latte, e incomincia a germinare, vi rimangono, spengono il seme.
Esempio: Vill. G. 687: Sopra l'Arno non avea che un ponte, e quello era in forza di Grandi.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 419: Confesso nondimeno le cose di questo mondo non avere stabilità alcuna, ma sempre essere in mutamento.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 4, 266: Se il Papa pigliava un simil partito un anno fa, le cose sue sarebbono in altro essere.
Esempio: Tass. Gerus. 16, 6: Mirar alternamente or la crudele Pugna ch'è in dubbio, or le fuggenti vele.
Esempio: Soder. Coltiv. 40: Giova assai l'alleggerirle di pampani,... purchè non si faccia questo quando sono in fiori; che allora faran loro nocumento troppo le piogge.
Esempio: Dav. Colt. 508: Spicca le labbra della buccia dall'osso, che essendo in succhio sarà agevole.
Esempio: Bart. D. As. 1, 52: Proseguendo a scendere dieci altri gradi del massimo cerchio s'incontrano i Monsoni, che noi diciam Maestrali, favorevoli per salire, se non è il mare in fortuna, poco più o meno d'un grado sopra il promontorio di Buona Speranza.
Esempio: Magal. Lett. scient. 4: Il grano e le biade, quando sono in latte.
Definiz: § CXIX. Essere in, prende anche senso di Avere; ed usasi più specialmente, quando al termine retto dalla particella In si dà un compimento verbale. –
Esempio: Lett. fam. 62: Bene che io credo che sia in buono volere di darli.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 80: Conoscea [s. Ilarione] in che virtù o vizio fosse la persona della quale, o delle cui cose, venia questo odore o questa puzza.
Esempio: E Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 94: Un tribuno.... andò.... per raccomandarglisi, e pregarlo che permettesse che la sua donna, la quale era in certe infermitadi corporali, potesse venire a lui.
Esempio: Vill. G. 473: Essendo li sbanditi di Firenze.... in isperanza d'essere ribanditi, ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 80: Son dunque (disse il Saracino) sono Dunque in sì poco credito con vui? Che mi stimiate inutile, e non buono Da potervi difender da costui.
Esempio: Guidicc. Op. M. 2, 376: Siamo in fantasia di levarci domane di qui, e accostarci più vicini.
Esempio: Cecch. Mogl. 3, 1: Infino che io non ho tocco con mano il tutto, e avuto il sì di bocca propria, io non te n'ho voluto dir parola; ma or che egli è in questa buona volontà, io ti vo' ben pregare che tu mi voglia contentare.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 187: Ma per essere lui in tante occupazioni, veggo le cose vanno in lunga.
Definiz: § CXX. Pure per Avere, Trovarsi in, costruito con un termine di età; Essere giunto a quella. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 109: E secondochè si dicea, dalla sua puerizia insino a quel tempo, ch'era allora in ottanta anni, era stato ec.
Esempio: Leggend. Tob. V. 2: Dice che quando fue in età di potere intendere, ed egli lo cominciò ad amaestrare sì com'egli si guardasse dal peccato.
Esempio: Stor. Barl. 7: E quando lo fanciullo fu in età ch'elli poteva istare senza latte, sì lo mise in quello palazzo.
Definiz: § CXXI. E con un termine denotante veste, o foggia di vestire, vale Avere indosso soltanto, o principalmente, quella, Esser vestito in quella foggia. –
Esempio: Dant. Purg. 8: Verdi come fogliette pur mo' nate Erano in veste. Cecch. Comm. ined. 70: In che abito son? T. Di pellegrini A piè.
Definiz: § CXXII. Vale anche Aver parte, Partecipare, ovvero Esser compreso. –
Esempio: Vill. G. 188: Il conte [Giordano].... quando vide ingrossare la gente, ancora volle assalire con battaglia; e 'l conte di Caserta, ch'era nel trattato, disse ec.
Esempio: Giannott. Op. 1, 209: In tal modo i cittadini, quando fusseno nei magistrati, sariano costretti a giudicare le cause che venisseno loro innanzi.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 322: Ognuno andava a casa per la più corta, per non arrischiare d'esser nel numero.
Definiz: § CXXIII. E vale pure Entrare, Contenersi. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 46: In uno miglio di terra sono mille passi.
Definiz: § CXXIV. Si usò per Esercitarsi in ciò che è espresso dal compimento, Praticarlo continuamente; più che altro figuratam. –
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 389: La loro vita non era in altro che in simile cose.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 263: La sua vita era pure in misericordia e in umiltade, servendo sempre a infermi e a incarcerati.
Definiz: § CXXV. Costruito con un sostantivo, che abbia il corrispondente verbo, forma una maniera equivalente a esso verbo. Quindi, per esempio, Essere in errore, vale Errare; Essere in pensiero, Pensare; Essere in fiore, Fiorire; Essere in trattato, Trattare; Essere in paura, Paventare, Temere; e va' discorrendo. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 182: Li giusti sono sempre in paura, ed in isperanza della perpetuale allegreza.
Esempio: Cic. Opusc. 448: Ma ora.... tutto mi conviene essere in paura per te solo.
Esempio: Vill. G. 297: Alla fine non piacendo a' Ghibellini,... furo in sospetto di lui.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 262: Disse il Conte a Perotto, che già era in pensiero di palesarsi.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 325: Io era testè in pensiero di mandare un di questi miei infin vicin di Pavia per alcuna cosa.
Esempio: Cess. Scacch. volg. 74: Quando il Governatore viene meno, e gli altri che sono sotto il suo reggimento sono in paura, e perdono l'animo o 'l consiglio.
Esempio: Car. Eneid. 2, 150: In fin ch'ei visse, e fu 'l suo stato in fiore, Fioriro anco i miei giorni.
Esempio: Borgh. V. Lett. IV, 4, 135: È in errore chi crede, ec.
Esempio: Salv. Avvert. 1, 106: Allora.... quel linguaggio era in fiore.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 3, 7: Parecchi vescovi erano in trattato di congregarsi fra loro, e di farne comune instanza.
Esempio: Red. Poes. 271: Tu se' pur il gran folletto, Ma se pensi al trabocchetto Ricondurmi, se' in errore.
Esempio: Menz. Pros. 3, 65: Se voi credete d'esser l'unico, e il diletto, e cui ella con occhio quasi innamorato riguardi, sete in forte errore.
Definiz: § CXXVI. Detto di cosa, e con un compimento di persona. Onde, per esempio, Essere checchessia in desiderio, ovvero in dispiacere, ad alcuno, vale Desiderarlo egli, ovvero Dispiacergli. –
Esempio: Dant. Parad. 5: Da questi M'era in disio d'udir lor condizioni.
Esempio: Tav. Rit. 1, 276: Io non credo avere fatto nè detto in contra di voi cosa che in dispiacere vi sia, salvo ec.
Esempio: E Tav. Rit. 1, 277: Per mia fe' che non mi ricordo ch'io mai fallassi in verso di voi, o ch'io facessi cosa che vi fosse in dispiacimento.
Esempio: Belc. F. Pros. 1, 116: Dimostrò il giusto signore quanto gli erano in dispiacere quelli che da questa povera congregazione s'erano partiti.
Definiz: § CXXVII. E nel medesimo costrutto, forma anche una maniera che equivale al Passivo, e talora al Neutro passivo, del verbo corrispondente al sostantivo che dipende da Essere. Onde Essere in pregio o prezzo, vale Essere pregiato, apprezzato; Essere in memoria o ricordanza, Essere rammemorato o rammentato, ricordato; Essere in iscandalo, Scandalizzarsi; Essere in turbazione, Turbarsi; e simili. –
Esempio: Dant. Vit. nuov. 105: Sotto l'insegna di quella reina benedetta Maria, lo cui nome fue in grandissima reverenza nelle parole di questa Beatrice beata.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 184: Cadde con lei in peccato, sicchè ne furono in iscandolo.... tutti que' frati.
Esempio: Vill. G. 366: Onde il papa e' suoi cardinali furo in gran turbazione.
Esempio: Petr. Rim. 2, 230: Beat'i spirti che nel sommo coro Si troveranno, o trovano in tal grado, Che fia in memoria eterna il nome loro!
Esempio: Med. L. Op. 118 t.: Perchè l'essere in prezzo ed assai celebrata una lingua nel mondo, consiste nell'opinione di quelli tali che assai la prezzano e stimano.
Esempio: Gell. Vit. Alfons. volg. 10: Quegli della Scala, ed i Carraresi non sono più in memoria alcuna.
Esempio: Varch. Sen. Benef. Ded.: Mentre che aranno fama, e saranno ammirati il Boccaccio, Dante e 'l Petrarca, sempre viverà, sempre sarà in pregio [il Bembo], sempre arà fama, e sarà ammirato appo tutti gli uomini.
Definiz: § CXXVIII. E con un compimento di persona retto dalla particella A, o Di, forma una locuzione equivalente ora all'Attivo, ora al Passivo, del verbo corrispondente al sostantivo col quale è costruito Essere. –
Esempio: Giamb. Oros. 428: A tutte le genti sarete in odio per lo mio nome.
Esempio: Collaz. SS. PP. R. 120: I segnori delle cose presenti, i quali tenendo il governamento delle cose di questo mondo e dello 'mperio eziandio, a tutti i potenti e a' re sono in pavento.
Esempio: Esop. Fav. M. 163: Perchè essendo senza il manico, non era in prezzo dell'uomo.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 75: A costei èe in odio la selva e 'l bosco ov'ella avea peccato.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 293: Gisippo era a' suoi ed a que' di Sofronia in odio.
Esempio: Pandolf. Gov. Fam. 60: Vedesi la disonestà essere in odio a chi di buono amore ama.
Esempio: Car. Trad. gr. 71: Da queste cose procede che siamo in odio, e convenientemente, de' Gentili.
Esempio: Grazz. Pros. 248: Ella è pure giovinetta, che Santa Marinella da Fossombrone le sia in protezione.
Esempio: Soder. Coltiv. 4: Massimamente se s'accordi col sito del cielo, e gli sia in favore.
Definiz: § CXXIX. E talvolta, in detta maniera, il sostantivo che dipende da Essere sta per l'adiettivo che ad esso corrisponde: onde Essere in notizia, vale Esser noto; Essere in fama, Esser famoso; Essere in grazia, Esser gradito, accetto; e simili. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 40: Un antico padre, lo quale, innanzi che l'abate Pemen venisse a stare ivi, era in gran fama e grazia delle genti.
Esempio: Car. Lett. ined. 3, 257: Quando mi facesse un torto tale, crederei di non esserle in grazia.
Esempio: Salv. Infarin. sec. 110: Poscia che i noti ad ogni guisa a poche persone sono in notizia, e soddisfanno pure a ciascuno.
Definiz: § CXXX. Essere in comunità, in istato di popolo, o simile, si disse per Reggersi, Governarsi, a comune, a popolo. –
Esempio: Vill. G. 420: Nel detto anno 1317,... essendo la città di Genova in istato di popolo, ec.
Esempio: E Vill. G. 617: La qual città di Trevigi era in comunità; ma il maggiore n'era l'avogaro di Trevigi.
Definiz: § CXXXI. Essere alcuno in sè, vale Aver egli perfetto conoscimento, Aver coscienza di quello che fa o dice, Esser sano di mente. Onde Non essere in sè, figuratam. vale anche Essere sbalordito, istupidito, per qualche grave turbazione dell'animo. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 69: Dispiacere m'è suto la partita del mio Matteo; che ancora non sono in me.
Esempio: Bart. D. Vit. Zucch. 2, 95: Il senno, e quel che diciamo essere bene in sè, l'accompagnò fino allo spirare.
Definiz: § CXXXII. Essere checchessia, o il far checchessia, in arbitrio, potestà, mano, e simili, di alcuno, ed anche Essere in alcuno, vale Dipendere interamente da alcuno, Potere alcuno far checchessia liberamente. –
Esempio: Cat. Cost. volg. 153: Non puote essere in nostro albitrio quello che l'uomo si voglia favellare.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 15: Mostrògli [Rosmunda] come in suo arbitrio era o ammazzare Alboino,... o esser morta da quello.
Esempio: Guicc. Stor. 4, 98: Condizioni, le quali non fosse in potestà sua di osservare.
Esempio: Murat. Dif. Giurispr. 30: L'osservar le leggi pubblicate da essi [imperatori greci] fu da lì innanzi in arbitrio de' popoli.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 307: Lo do a te nelle mani; pensa che la quiete del tuo Signore è in te.
Definiz: § CXXXIII. Essere intorno, o attorno, a una cosa, vale Attendervi con assiduità, con diligenza; ed altresì Adoperarvisi, Affaticarvisi, per condurla a compimento o effetto, o per conseguirne il fine voluto. –
Esempio: Car. Eneid. 7, 782: Era per sorte Tirro in quel punto ad una quercia intorno, E per forza di cogni e di bipenne L'avea tronca e squarciata.
Esempio: E Car. Eneid. 8, 663: Altrove [i Ciclopi] erano intorno Di Marte al carro, e le veloci ruote Accozzavano insieme.
Definiz: § CXXXIV. Essere intorno, o attorno, ad alcuno, vale Importunarlo con la propria presenza, con dimande, preghiere, lagnanze, e simili. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 3, 265: Non voleva perdere la sua quiete per pensare alla cura famigliare ed alla molestia del contadino, il quale ogni terzo dì gli era intorno, quando perchè il vento gli aveva scoperta la colombaia, quando ec.
Esempio: Rucell. Or. Lett. 56: E sentendo che ce ne sia una (delle tragedie) intitolata il Creso, mi sono ogni dì attorno, acciocchè io abusi della sua liberal cortesia.
Definiz: § CXXXV. Essere, reggente un termine denotante persona o cosa, mediante la particella Per, denota Essere indirizzato, destinato, riserbato, Servire, ed altresì Esser acconcio, opportuno, conveniente, e simili, a ciò che è espresso dal compimento. –
Esempio: Pindem. Poes. 250: Ah non è solo Per gli estinti la tomba!
Esempio: Manz. Poes. 37: Il regno È pel felice che ai concordi impera.
Definiz: § CXXXVI. E reggente, pure con la particella Per, un termine di tempo, vale Durare, quel tempo ch'è indicato dal compimento. –
Esempio: Vill. G. 282: Era allora podestà di Firenze messer Rosso Gabrielli d'Agobbio, e fue il primo che fosse per sei mesi, chè prima erano lo podestadi per un anno.
Definiz: § CXXXVII. Essere per alcuno, vale Seguire le sue parti, Esserne fautore, e con più tenue senso Essergli favorevole, Proteggerlo, e simili. –
Esempio: Tos. Sim. Ann. 152: E poi, partendosi l'oste de' Fiorentini adì XXIIII di giugno, e tornando a Firenze, i Sanesi vollono esser per loro.
Esempio: Cavalc. Att. Apost. 103: La multitudine della città si divise per questo fatto, e alcuno era per gli Apostoli, e alcuno co' Giudei.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 175: A G. Belio tribuno del popolo diede molto di moneta, acciocchè fosse per lui.
Esempio: E Fr. Bart. Sallust. 260: Determinò di voler combattere e prendere le cittadi, le quali per cagione della gente o del luogo erano molto per gli nimici, e contra di sè.
Esempio: Ambr. Furt. 2, 5: Vedete poi dove si conduce una meschinella, che non ha persona che per lei sia!
Esempio: Lipp. Malm. 12, 45: S'io parto poi, cugina mia, Non so se tu ci avrai tutti i tuoi gusti, Chè qui non è nessun che per te sia, Mentre sorgesser poi nuovi disgusti.
Esempio: Crudel. Rim. 96: Di questo tetro umore Non ne conto di qui che cinque, o sei; Tutto il resto è per me.
Definiz: § CXXXVIII. E figuratam., Essere per alcuna cosa, vale Piacerci essa molto più di altre, Inclinare ad essa, e simili. –
Esempio: Crudel. Rim. 96: Son per il riso anch'io, ma non per quello D'un sordido buffone.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 37: Io guardo, e dico al cavalier del dente,... Voi dicevate d'esser solamente Per la minestra e l'allesso?
Definiz: § CXXXIX. Esser per sè, si disse per Non prendere, le parti di alcuno, ma stare a sè, rimaner neutrale; anche figuratam. –
Esempio: Dant. Inf. 3: Mischiate sono a quel cattivo coro Degli angeli, che non furon ribelli, Nè far fedeli a Dio, ma per sè foro (furo).
Definiz: § CXL. E parlandosi di terre o comuni, si disse anche per Avere propria giurisdizione, Non dipendere da altro comune. –
Esempio: Vill. G. 214: Questo Poggibonizi fu il più forte e bello castello d'Italia,... abitato e accasato di gente come una buona cittade; ma per loro superbia, perch'essi voleano essere per loro, sì come castello d'Imperio, e contastare il Comune di Firenze, fu abbattuto, e toltogli ogni giurisdizione.
Definiz: § CXLI. Oggi dicesi per Pensare solo a sè stesso, e al vantaggio o piacer proprio, non curandosi degli altri.
Definiz: § CXLII. Essere checchessia per guadagno, o altro simile compimento, trovasi per Apportare guadagno, o simile, Esserne cagione. –
Esempio: Ovid. Rimed. Am. 48: Ristrigniti e comporta; saratti per guadagno avere ritenuto la lingua.
Esempio: E Ovid. Rimed. Am. 49: I piccioli danni sogliono essere per grandi beni.
Definiz: § CXLIII. Essere, reggente un termine denotante persona o cosa, mediante la prep. Sopra, prende il senso di Presedere, Soprastare, Comandare, ed altresì di Sopravvedere, Sopravvegliare. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 252: E quivi dando a coloro, che sopra ciò sono, per iscritto tutta la mercatanzia, ec.
Esempio: Flav. Gios. volg. 180: Tiberio Alessandro che era sopra tutto lo essercito.
Esempio: Car. Eneid. 9, 251: Era Memmo lor sopra, e 'l buon Sergesto, Che fur dal padre Enea nel suo partire A guerreggiar.... Per condottieri e per maestri eletti.
Esempio: E Car. Lett. fam. 2, 207: Sono risoluto.... di stamparla qui in Parma (l'Apologia) per esservi sopra io medesimo.
Esempio: Manz. Poes. 332: Tenerlo a bada, aspettar tempo, Tanto che alcun dei duci ai quali è sopra, Prendesse a noia il suo superbo impero.
Definiz: § CXLIV. E con un termine denotante persona, vale, anche Sopraggiungere, Assalire. –
Esempio: Car. Eneid. 3, 1000: Parte il tenemmo in terra saldo, Parte con un gran palo al foco aguzzo Sopra gli fummo.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 1, 7: Ma non ci giova il ritirarci indietro, Ch'ei vengono a trovarci, e ci son sopra, Quasi divoratori.
Definiz: § CXLV. E detto di atto, fatto, effetto, vale Ricaderne il danno su la persona espressa dal compimento. –
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 144: Non è stato mai capace di nulla, tanto che ha fatto del resto. Voglio che sia sopra di lui: si è fatto male da sè, e da lui sel piagnerà, nè più ci voglio pensare.
Definiz: § CXLVI. Essere, reggente per mezzo della particella A un Infinito, forma una maniera denotante Essere in atto di fare l'azione espressa dal compimento, Starla facendo. –
Esempio: Bocc. Decam. 3, 44: Io mi credo che le suore sien tutte a dormire.
Esempio: Sacch. Op. div. 136: Era a mangiare in Bettania Nostro Signore Dio con Maria Maddalena, Marta e Lazzaro.
Esempio: Grazz. Pros. 42: La maggior parte delle persone era a desinare.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 186: Ella si fie smarrita, O la sarà a graffiare qualche santo.
Definiz: § CXLVII. E pure reggente, mediante la particella A, un Infinito, prende anche senso di Dovere, Avere da; e forma una maniera che equivale al futuro del verbo retto da Essere. –
Esempio: Albert. Piag. Boez. 138: Per certo quasi come noi quelle cose che la prescienza esser future anticognosce, non esser ad avvenir crediamo, questo dubbio procede ec.
Esempio: S. Bern. Pist. 22: Vedi per lo tempo ch'è a venire, che niuna cosa ti possa sottrarre ovvero impedire dal bene.
Esempio: Bemb. Pros. 39: Non debbono gli scrittori por cura di piacere alle genti solamente che sono in vita,... ma a quelle ancora.... che sono a vivere dopo loro.
Esempio: E Bemb. Pros. 156: Al passato tempo, ed a quello che a venire è.
Definiz: § CXLVIII. E talora significa Aver per fine l'azione espressa dal compimento, Essere destinato, Servire, a quella. –
Esempio: Rinaldesch. Espos. Salm. 60: Le quali [tribolazioni].... sono a fare lasciare i pesi de' peccati.
Definiz: § CXLIX. Nel medesimo costrutto, Essere, preceduto dall'avverbio Poco, o dipendente da un soggetto accompagnato dall'adiettivo Poco, prende senso di Mancare, Restare. –
Esempio: Dant. Purg. 1: Che molto poco tempo a volger era.
Esempio: Petr. Rim. 1, 66: Poco era ad appressarsi agli occhi miei La luce che da lunge gli abbarbaglia.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 420: Ed in verità, quando questo fu, egli erano poche a scrivere delle soprascritte novelle.
Definiz: § CL. E pur reggente con la particella A un Infinito, e detto di persona, compone una maniera che equivale al tempo del verbo retto, corrispondente a quello in cui è posto Essere; ma denota una certa libertà o franchezza rispettosa, amorevole, e simili, nel compier l'azione da quel verbo espressa: ed è maniera propria, più che altro, dello stile familiare. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 28: Vi sono a dire che convene mutare modi d'ogni cosa, se altri vole vivere.
Esempio: Red. Lett. 1, 329: Io son sempre a dargli degl'incomodi.
Definiz: § CLI. E nel medesimo costrutto, Essere denota anche Andare, Venire, Recarsi, di buon grado, prontamente, spontaneamente, a compiere presso una data persona ciò che è espresso dal compimento. –
Esempio: Cas. Pros. 3, 83: Il Duca di Somma si è contentato di pigliar disagio d'andare in Francia per amor mio, dove sarà a servire V. S. Illustrissima, e le darà conto di tutto.
Esempio: Red. Lett. 1, 339: Li dica, che al mio ritorno della Corte sarò a rendergli grazie de' suoi favori in persona.
Definiz: § CLII. Essere, Esserci, reggente un verbo nell'Infinito mediante la particella Da, vale Doversi, Bisognare, Esser d'uopo, Esser conveniente o utile, Occorrere; e usasi anche in modo impersonale. –
Esempio: Dant. Conv. 212: Dico prima: In lei discende la virtù divina; ov'è da sapere che la divina bontà in tutte le cose discende.
Esempio: E Dant. Conv. 215: È da porre e da credere fermamente che, ec.
Esempio: E Dant. Conv. 240: Non sarebbe da lodare la natura, ec.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 122: Veramente, essendo fra questo numero le dignità e gl'imperj e ogni cura di repubblica, non mi pare che a questi tempi sieno da desiderare.
Esempio: Cat. Cost. volg. 149: Quello che hai cominciato, fallo tosto quando la cosa disidera d'essere fatta; perocchè è da dare alcuna cosa quando il tempo o la cosa il vuole.
Esempio: E Cat. Cost. volg. 155: Appara ad assempro altrui, e i fatti che debbi seguire, e quelle cose che sono da fuggire.
Esempio: Bocc. Lett. 284: La pubblica fede per lo regno era da rompere.
Esempio: Pulc. L. Morg. 19, 68: Fecion pensier se fussi d'arrostillo (un serpente).
Esempio: Machiav. Stor. 1, 130: Pensarono che fusse piuttosto da placare i sudditi loro con la pace, che farsegli nimici con la guerra.
Esempio: Ar. Orl. fur. 5, 54: Fu d'amar lei quando non t'era aperta La fraude sua; or è da odiar ben forte.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 20, 23: E proponendo in mezzo i lor pareri, Altre diceano: In Creta è da tornarsi.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 73: C'è da imbiancare il Duomo, il Camposanto.
Definiz: § CLIII. Essere in sul, sul o sopra, e, più raramente, in, reggente un Infinito, vale Essere sul punto o in procinto di, vicino a, fare o compiere l'azione espressa dall'Infinito; ed altresì Andare o Stare facendola. –
Esempio: Giamb. Vegez. 31: La porta la quale si appella Pretoria, o vero si dee far dall'oriente, o da quel luogo che guarda i nemici; e se l'oste è in andare, da quella parte si dee fare dove dee andare l'oste.
Esempio: Dant. Purg. 20: Come fa donna che in partorir sia.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 60: Quelli della congiura fatta contro a Giano, essendo sopra a rinovare le leggi nella chiesa d'Ogni Santi, dissono a Giano ec.
Esempio: Vill. G. 748: Poi rimandavano per lui, come popolo ch'era in vacillare.
Esempio: Fr. Guidott. Fior. Rett. 130: Scipione ha sconfitto e' Cartaginesi, ed è sopra torre loro la terra.
Esempio: Tor. Miser. 58: Da focosa ira mosso, fu in sullo arrabbiare.
Esempio: Pulc. L. Morg. 7, 33: Orlando per le risa è 'n sul morire.
Esempio: Car. Eneid. 6, 237: Erano entrambi, Ragionando, in pensar di qual amico, Di qual corpo insepolto ella parlasse.
Esempio: Cecch. Dichiar. Proverb. 42: Chiamò il bargello, e lo pregò che da sua parte dicesse ai signori Ufiziali di Torre, che allora erano sopra il far lastricar le vie, che facessero rilastricar quella.
Esempio: Galil. Op. astronom. 1, 489: Eravamo su il dichiarare come, ec.
Esempio: E Galil. Comm. ep. 1, 335: Io sono sul rivedere i miei Dialoghi del flusso e riflusso.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 545: Era sul finire, quan'ecco un nuovo flagello.
Definiz: § CLIV. Essere, reggente un verbo nell'Infinito mediante la particella Per, vale Esser destinato, Dover servire, a fare ciò che il verbo significa, Avere per fine o scopo l'azione espressa dal verbo. –
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 31: Questa sarà per dirvi che io son vivo, e che quei che scrive son io, e non un altro.
Esempio: E Car. Lett. fam. 1, 133: Questa è solo per dir a V. S. che facciate ogn'opera con Monsignore ec.
Esempio: E Car. Lett. fam. 1, 158: Questa sarà solo per dare a V. S.... il buon pro della pace conclusa.
Definiz: § CLV. Esser per fare, o avvenire, checchessia, vale Esser presso o vicino a, Stare per, fare o avvenire checchessia, Mancar poco che alcuno faccia, o che avvenga, checchessia, ed anche Accingersi, Esser disposto, a farlo. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 431: E perchè dormiva, fu' per no gli parlare, chè niuno ardiva destarlo.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 3, 255: E con questo ha tenuto, e ritiene indreto tutte le deliberazione fossino per fare in favore dello Imperadore.
Esempio: E Machiav. Comm. 80: Pure io ho tanta voglia d'aver figliuoli, che io son per fare ogni cosa.
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 42: E diè lor noia, e fu per far lor scorno.
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 222: So.... che io non la debbo richiedere di cosa ch'ella non sia per fare per sè stessa.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 287: Ha dettomi Che il parentado, per non so che chiacchiera, Si fu per isgambare.
Esempio: Vai Rim. 11: A nuova così forte, Ad avviso sì rio, Fu la povera Sandra per gridare.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 329: Era per perdersi affatto; ma atterrito, più che d'ogni altra cosa, del suo terrore, richiamò al cuore gli antichi spiriti.
Esempio: E Manz. Prom. Spos.433: Era per rimanere estatico con la bocca aperta.
Definiz: § CLVI. Quindi la maniera Esser per essere, che vale Dovere, o Potere, avvenire o divenire checchessia; ed altresì Esser probabile o verisimile che avverrà checchessia, o che una persona o cosa diverrà, riuscirà, e simili, tale quale è significata dal compimento. –
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 62: Non sendo per essere Papa quello a chi ha dato il voto, accede a un altro.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 19: Accompagnando la vita [del Galileo] col bronzo accennatomi, non dubito che non sia per essere applauditissima la vostra generosità.
Esempio: Cesar. Imit. Crist. volg. 111: Ti scorgerà [la croce] al termine desiderato, dove cioè sarà fine al patire, benchè egli non sia per esser costì.
Definiz: § CLVII. Esserci, o Esservi, reggente, mediante il pronome Che, un Infinito, significa Esserci cagione o ragione, o occasione, Esserci materia, modo, e simili, di fare l'azione espressa dal verbo. Di qui le maniere, per lo più figurate, Esserci che dire, che fare, che ire, che ugnere, o Esservi, che dire, che fare, che ire, che ugnere, e simili, che si dichiarano sotto i verbi respettivi. –
V. Dire, §§ CXXII–CXXIV, Fare, Ire, Ungere.
Definiz: § CLVIII. Esserci, o Esservi, pur reggente un verbo nell'Infinito mediante la particella Da, vale Occorrere, Richiedersi, Esser necessario, di compiere l'azione significata dal verbo. –
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 23: Iersera ci fu da rasciugare, questa sera da ungere per un calcio che per mia buona ventura ho tocco dal Bono appunto in mezzo dello stinco.
Definiz: § CLIX. Essere alcuna persona, o alcuna cosa, tutta checchessia, o semplicemente checchessia, è maniera che denota Essere quella persona, o cosa, piena, coperta, sparsa, e simili, di checchessia. –
Esempio: Bern. Orl. 52, 68: Dico, signor, se bene avete udito, Ch'egli era sangue dal capo alle piante.
Esempio: E Bern. Orl. 53, 70: Quivi è la morte ove combatte Orlando, Orlando ch'era sangue tutto quanto.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 12, 149: E, per lo molto popol ch'avea ucciso, Tutto era sangue il dente, il manto e 'l viso.
Esempio: Alf. Trag. 4, 213: Tutto è pianto e tempesta e sangue e morte.
Esempio: E Alf. Sallust. 230: Per quanto insomma errasse l'occhio dattorno, tutto era frecce il terreno, ed armi e cadaveri.
Esempio: Mont. Poes. 1, 246: Eran sangue i capei, sangue le labbia, E sangue il seno.
Esempio: Manz. Poes. 348: Tutta è sangue la vasta pianura.
Definiz: § CLX. Essere bene, o male, di alcuno, o con alcuno, si usò a significare Essere in grazia, o in disgrazia, di esso, Essergli a grado, o no, Esserne amato o disamato; che oggi diciamo Stare bene, o male, con alcuno. –
Esempio: Vill. G. 689: Tutta questa rovina avvenne al Legato, perchè era male co' Fiorentini; che se fosse stato bene di loro, la sconfitta ch'ebbe a Ferrara la sua gente, non avrebbe avuta.
Definiz: § CLXI. Essere bene, o male, di alcuno, si usò anche per Esserne, o Non esserne, contento, soddisfatto, Averlo in grazia, o a noia. –
Esempio: Vill. G. 417: Il re Ruberto.... era male di lui, e aveali tolto il suggello, perchè avea suggellate le dette lettere senza sua coscienza.
Definiz: § CLXII. Ed Essere bene, o male, di alcuna cosa, si disse per Averla, Possederla, o no. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 173: Parendogli, secondo che per gli atti di lei poteva comprendere, essere assai bene della grazia sua; od estimando che, ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 195: Perchè male dello amor della donna era, quasi disperatosene, podestà chiamato di Modona, v'andò.
Definiz: § CLXIII. Esser uopo, mestieri o mestiere, bisogno, forza, necessità, vale Occorrere, Convenire, Bisognare, Esser necessario. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 17: Quando i Fiesolani furono acconci co' Romani, fue mestiere che Catelina uscisse fuora con tutti i suoi seguaci.
Esempio: Fr. Giord. Pred. 2, 62: Qui si vietano tutti i spergiuri, e tutti i giuri che non sono necessità; come cotali matti, che tutto dì giurano per neente.
Esempio: Dant. Purg. 3: State contenti, umana gente, al quia; Che se potuto aveste veder tutto, Mestier non era partorir Maria.
Esempio: E Dant. Parad. 11: E qui è uopo che ben si distingua.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 16: Disse loro che poi le vendessono; e di quello comperassono quello ch'era loro mestiere.
Esempio: E Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 180: Or ecco la tua moglie t'ha partorito una figliuola; uopo t'è che la notrichi.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 55: Fatto ciò, disse il diavolo: ancora è bisogno ch'egli rinnieghi la Madre di Dio.
Esempio: Leggend. Tob. V. 31: Cotesto che tu hai detto, non è a me bisogno nè mestieri.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 5: Pur fu forza il gran calice inghiottirsi.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 246: Ma una bella universalmente.... sarà forza che piaccia a ognuno.
Esempio: Cellin. Vit. 536: Di modo che, come ei ti avessi sfratato, ei ti sarebbe forza il fare il zanaiuolo.
Esempio: Tass. Gerus. 6, 47: È forza alfin che trasportar si lassi.
Definiz: § CLXIV. Essere in alcun luogo un tripudio, un pianto, un subbuglio, e simili, ovvero un correre, un gridare, e simili, è maniera usata a denotare con una certa efficacia il farsi ivi tali azioni da molti insieme, e continuatamente per alcun tempo. E detto di una turba di persone, o del luogo stesso, preso figuratam. per le persone che vi sono raccolte, denota il porsi tutte queste a fare subitamente l'azione espressa dal compimento. –
Esempio: Mont. Poes. 2, 187: Era ne' porti Un subbuglio, una pressa, una faccenda Mirabile a vedersi.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 49: Allor che ci comparve in simil vista,... Fu tutto il campo un riso, un'abbaiata.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 8, 462: Era nel tempio un'affoltata, una confusione, un grido ec.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 77: Il palazzo brulicava di signori d'ogni età e d'ogni sesso: era un girare, un rimescolarsi di gran coppe, d'alte penne ec.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 477: Era un susurro, un fremito generale.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 527: Sulle piazze.... era un tripudio palese, un congratularsi.
Definiz: § CLXV. Essere insieme, detto di due o più persone, vale Accompagnarsi, Unirsi, Congregarsi, per un dato fine, o semplicemente Praticarsi, Aver consuetudine di vita; ed altresì Abboccarsi, Conferire, e simili. –
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 134: Li detti tre regoluzzi furono insieme per trattare e ordinare de' fatti del reame.
Esempio: E Fr. Bart. Sallust. 226: Furono insieme li principi e li caporali della città, e feciono una congiurazione.
Esempio: Cellin. Vit. 190: Perchè di continuo dì e notte noi eramo insieme.
Esempio: Cecch. Mogl. 1, 3: Accadendomi.... di comprare cose per il convito, saremo insieme tu e io.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 106: Quando la mia Sorella.... vidde che la Faustina era grossa, ella mel disse, E poi ne fummo insieme.
Definiz: § CLXVI. E in mal senso, detto di uomo e donna. –
Esempio: Bocc. Decam. 4, 168: Dove egli menar la voleva, acciò che quivi più adagio e con men sospetto potessero essere insieme.
Definiz: § CLXVII. Esser qua, esser là, Esser su, esser giù, Esser sotto, esser sopra, Esser questo, esser quest'altro; modi familiari, che servono a denotare genericamente le male azioni, i falli, i difetti, che vengono imputati ad alcuno; ed usansi specialmente quando, riferendo con una certa vivezza gli altrui discorsi o giudizj, vogliamo per brevità, o per onestà, tacere le accuse determinate, o le parole ingiuriose, state rivolte a essa persona. –
Esempio: Monet. Poes. 39: Ciascun in far de' fatti altrui gli annali Con satirico stil quivi s'ingegna: Questi son qua, quelli son là, e i tali Sono di razza che di forca è degna.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 47: Con enfiate labbia Parlar volendo, ognuno balbettava. Tu sei qua, tu sei là, tu sarai tu, ec.
Definiz: § CLXVIII. Esser niente, o nulla, in costrutto con un verbo retto dalla particella Di, vale Riuscir vano lo sforzo, Non esserci modo o verso, di compiere l'azione espressa dal verbo. E si costruì anche mediante la cong. Che. –
Esempio: Dant. Inf. 9: Nulla sarebbe del tornar mai suso.
Esempio: E Dant. Inf.22: Ma però di levarsi era nïente, Sì aveano inviscate l'ale sue.
Esempio: Arrighett. Avvers. Fort. volg. 51: Allora un'altra volta giaccio, e dormir penso: nulla è che un momento io possa star fermo.
Esempio: Pindem. Poes. 323: A lei Il seguente mattin si riconduce; Ma dell'entrar nulla è.
Definiz: § CLXIX. Ed Esser niente, usato assolutam., vale Non produrre alcun effetto, Riuscir vano, Tornare inutile. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 98: Andreuccio, non rispondendogli il fanciullo, cominciò più forte a chiamare; ma ciò era niente.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 250: Con conforti continui e con medici e con medicine in ciò che si poteva l'atavano; ma niente era.
Definiz: § CLXX. Non esser nulla di checchessia, vale Non aver esso effetto, conclusione, e simili. –
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 3, 193: Non so come se lo assetteranno. So bene che Giampaulo e li amici suoi faranno ogni cosa perchè non ne sia nulla.
Definiz: § CLXXI. Esserci e non c'essere: dicesi di chi non stia sempre in un luogo, ma vada e venga, secondo il proprio talento, o la necessità, in modo da non poterne all'occorrenza far capitale; ed anche di chi conduca la vita in mezzo a continui rischi, onde su lui non si possa fare assegnamento, e sembri quasi di non averlo. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 19: Bramando d'aver figliuol, perchè E' n'ha un che gli par di non l'avere.... G. A che attende? N. A consumar, a spendere, A spasso, al soldo, ora a Roma, or a Napoli; A Siena è stato non so che, e in somma, Egli ci è e non c'è; e Lando, essendo Ricco, vorrebbe almanco averne un altro, Come un mallevador di questo.
Definiz: § CLXXII. Essercene per alcuno, detto di checchessia, vale Rimanerne per esso. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 27, 46: Sa che le forze dei duo primi pronte Han tra lor da finir le liti in guisa, Che non ne fia per sè nè per Marfisa.
Definiz: § CLXXIII. Esserci per qualche cosa, detto sia di persone, sia di cose fisiche o morali, vale Avere parte, ufficio, importanza, e simili, tale da doverne fare il debito conto o stima, da doverle avere il debito riguardo, e più semplicemente Non essere inutile. –
Esempio: Dav. Tac. 2, 19: Se la republica e 'l senato e 'l popolo ci son per niente, tocca a voi, o compagni, provvedere che imperadore non si faccia da scelerati.
Definiz: § CLXXIV. Esserci per poco tempo, ed ellitticamente Esserci per poco, Esserci per poco più, vale Esser vicino a morire; ed Essercene per poco, usato nella terza persona singolare, dicesi per Restare ad alcuna persona poco di vita. E pel contrario, Esserci per un pezzo, o Essercene, per un pezzo, vale Poter vivere a lungo, o per qualche tempo ancora. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 314: È di nicistà (necessità).... che tu tolga chi faccia, che tu non abbia la dozzina delle camice stracciate; ched io ci sono per poco tempo.
Esempio: E Macingh. Strozz. Lett. 326: Anche lui sta male: ècciene per dua dì.
Esempio: Grazz. Pros. 71: I medici giunsero, i quali molto bene vedutolo,... lo fecero spacciato, dicendo che lo facesser confessare, chè ve ne era per poco.
Definiz: § CLXXV. Dicesi anche di cosa, di atto che si stia compiendo, e vale Esser presso a mancare, a finire; e pel suo contrario, Durare ancora qualche tempo, o lungo tempo. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 243: M'ingegnerò spedirmi più presto fia possibile; ma ne dubito, ne fia almanco per uno anno.
Definiz: § CLXXVI. E detto di persone, in relazione a cosa che si vada facendo, o a una data condizione di cose, Esserci per poco, vale Venirne a capo, Finirla, presto, Uscirne, Sbrigarsene, in poco tempo; e pel contrario, Dovervi ancora impiegar del tempo, Dovervi attendere per qualche tempo, o Dover continuare, rimanere, per non breve tempo in quella data condizione. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 102: Il vecchio ha fatto entrare La figliuola nel letto, ed ei si vuole Riposare; di mo' che noi ci siamo Per un pezzo.
Definiz: § CLXXVII. Non esserci più, o Non essere, più, e altresì Non esserci, valgono Esser morto. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 314: Conosceretemi quando i' non ci sarò.
Esempio: Varch. Lez. Accad. 681: Non favellerò da qui innanzi, o poco, se non di coloro i quali non sono più.
Esempio: Salvin. Opp. 424: E di lei (della balena) spenta, e sa 'l terren caduta, All'orribil cadavero tremendo L'uomo ancora paventa d'accostarsi: Quella che più non è, teme.
Definiz: § CLXXVIII. Non esserci chicchessia, o checchessia, per niente, o per nulla, rispetto ad altra persona o cosa, usasi in modo enfatico a significare Cedere esso di gran lunga al paragone, Non reggere in verun modo al confronto, Essere molto da meno. –
Esempio: Castigl. Corteg. V. 178: Voi avete detto gran miracoli, ed attribuito alla donna di palazzo alcune impossibilità ridicole e tante virtù, che Socrate e Catone e tutti i filosofi del mondo vi sono per niente.
Esempio: Car. Lett. var. 2: Avemo di poi veduti i gran pitaffi che voi stesso ne scrivete, i nomi, i disegni, i conquisti, e le albagie che vi son su; e ci siamo risoluti che 'l Carafulla vi sia per niente a petto a voi.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 320: Facce che.... i Giudei della Via Crucis non ci son per nulla.
Definiz: § CLXXIX. Essere, usato nell'Imperativo, premettevasi a Ben venuto, Ben tornato, Ben trovato, preceduti dall'articolo determinato, componendo un modo di salutare altrui, e rallegrarsi della sua venuta, del suo ritorno, o del suo incontro. Oggi usasi solamente in forma ottativa, e per lo più preceduta dal Che. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 84: Disse: o Andreuccio mio, tu sii il ben venuto.
Esempio: E Bocc. Decam. 2, 317: Messere, voi siate il ben venuto.
Esempio: E Bocc. Decam. 3, 190: Tedaldo mio dolce, tu sii il bentornato.
Esempio: Pulc. L. Morg. 18, 114: Disse Morgante: Tu sia il ben venuto.
Esempio: Nard. Amic. 1, 3: Massimo, salve. M. Tu sia il ben trovato.
Esempio: Grazz. Comm. 23: Buona notte, Alfonso mio; tu sii il molto ben venuto.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 57: Oh sì! Voi siate e' benvenuti.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 73: Voi siate il ben venuto, amico caro. S. E voi il ben trovato, fratel mio.
Esempio: E Cecch. Corr. 3, 7: Capitano, Voi siate il ben tornato.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 544: Sia ella il ben venuto.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 44: Oh, gli dissi, che siate il ben venuto.
Definiz: § CLXXX. Essere mio, tuo, suo, vostro, e simili, di far checchessia, usato più che altro nell'Imperativo, è maniera latina, e vale Essere ufficio o cura mia, tua, sua, ec., Appartenersi a me, a te ec., di farlo. –
Esempio: Pallav. Libr. Ben. 172: Tuttavia e sopra quello (il secondo punto), quando in ciò altro vi occorra, e molto più sopra il primo e il terzo, sia vostro di ragionarci domani.
Definiz: § CLXXXI. A ben essere, posto avverbialm., usasi per A buon conto, Per precauzione, Per ogni buon rispetto, o, come comunemente dicesi, Ad ogni buon fine ed effetto. –
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 258: Udito il caso, e riconosciuto il piede, a ben essere fece tutto quello, che, qualunque si fosse la cagione di quell'incomodo, era certo non poter nuocere.
Esempio: Fag. Comm. 4, 206: Intanto andate a scriverla (la lettera), poi mettetevela in tasca a ben essere, come vi ho detto.
Esempio: E Fag. Comm. 4, 275: Qui bisognerebbe saperlo; basta, a ben essere ti darò un po' que' vestiti.
Esempio: E Fag. Comm. 6, 305: Mi rinferraiolo, e m'accosto verso il cancello che va nel cortile, del quale, a ben essere, ho presa la chiave per entrare in casa.
Definiz: § CLXXXII. Fu, preceduto dall'articolo, o da preposizione articolata, premettesi a nome di persona morta.
Definiz: § CLXXXIII. Del fu, premesso al nome del Padre, o Della fu, premesso al nome della Madre, e dipendente dal nome del Figliuolo o Figliuola, usasi a denotare che esso padre o essa madre sono morti. –
Esempio: Fag. Comm. 5, 430: Questa parola quondam non è un nome, ma significa del già, del fu, come volete voi.
Definiz: § CLXXXIV. Che fu, Che fui, si usò di soggiungerlo ai nomi di consanguineità o parentela, in costrutto, mediante la particella Di, col nome di alcuna persona, a denotare che questa era morta. Si usò anche con ellissi del Che. –
Esempio: Test. Beatr. 77: In Dei nomine, amen. M. CC. LXXVIII. Io contessa Bietrice figliuola che fui del conte Ridolfo da Capraia, e moglie che fui de conte Marcovaldo.
Esempio: Senec. Pist. 22: Domandai il fattore: Chi è quel vecchione che siede sull'uscio? E quel medesimo mi rispose: O messere, non mi conoscete voi? i' sono il figliuolo che fu del vostro fattore, al quale vo' solevate far tanti vezzi.
Esempio: Vill. G. 490: Carlo il Giovane.... sposò e tolse per moglie la figliuola che fu di messer Luis,... fratello di padre, ma non di madre, che fu del re Filippo suo padre.
Esempio: E Vill. G. 886: In questi tempi, all'entrante d'ottobre, morì a Napoli quella si facea chiamare Imperadrice di Gostantinopoli, figliuola che fu di messer Carlo di Valos di Francia, e moglie che fu del prenze di Taranto.
Esempio: Baldin. Decenn. 5, 358: La regina Giovanna d'Austria, moglie fu del Gran Duca Francesco.
Definiz: § CLXXXV. Che è, che non è. –
V. Che, Pronome, § LXXV.
Definiz: § CLXXXVI. Che è, che è. –
V. Che, Pronome, § LXXVI.
Definiz: § CLXXXVII. Che è del tale? Dimanda solita farsi, per aver ragguagli, o notizie, intorno alla salute, o allo stato, di persona non veduta da qualche tempo, o della quale s'ignori la condizione, o la dimora, presente. E dipendente da Dimandare, Chiedere, Sapere, usasi anche in maniera non interrogativa. –
Esempio: Fiorett. S. Franc. 79: Frate Currado disse: o figliuolo mio carissimo, che è di te? Risponde quello: per la grazia di Dio.... enne bene, perocchè io non sono dannato.
Esempio: Bocc. Filoc. 2, 252: Dimmi, che è di quel Florio che tu tanto ami?
Esempio: E Bocc. Fiamm. 1, 171: Domandailo se egli il conosceva, e che di lui era.
Esempio: E Bocc. Fiamm. 178: Rimandai adunque dopo alquanto la vecchia a sapere che di lui fosse, o se venuto fosse, o no.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 256: Di Tommaso nen sento nulla; e la Lucrezia a questi dì mi domandò quello che n'era.
Esempio: Baldov. Comp. dram. 17: Chi non muor si rivede.... R. Una volta una volta avrei giurato D'avermi anche a morir senza vederti. Ch'è di te? V. Star non posso Per miglior grado mai, se però sono In grazia tua.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 200: Drusilla, E ch'è di te, la mia ragazza? D. Bene.
Definiz: § CLXXXVIII. Che cosa è? Che cosa è questa? simili. –
V. Cosa, §§ LXVI–LXVIII.
Definiz: § CLXXXIX. Chi è? Dimanda che si suol fare a chi bussi o suoni alla porta, o anche all'uscio di una stanza, a fine di saperne l'essere o il nome innanzi di aprirgli. –
Esempio: Giannott. Op. 2, 242: Chi è? A. Apri, e vien giù.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 57: Non picchiar, non picchiare. T. Ormai gli è fatto. N. Chi è?
Esempio: Razz. Cecc. 5, 1: Tic, toc, tac. Bi. Chi è giù? Bo. Aprite, son io.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 200: O di casa? V. Chi è?
Esempio: Marchett. Anacr. 3: Inaspettato E più volte iterato Picchio io sento all'uscio mio: Onde chi è? chi è? tosto grid'io.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 314: Chi è? Son io.
Esempio: Manz. Prom. Spos. Ed ecco si sente un calpestìo nella stanza vicina; poi un picchio all'uscio. La vecchia accorre, domanda: chi è?
Definiz: § CXC. Chi che sia. –
V. Chi, §§ XXVIII e XXIX.
Definiz: § CXCI. Chi si sia, Chi si fosse. –
V. Chi, § XXX.
Definiz: § CXCII. Ci sei, Tu ci sei; dicesi a modo di esclamazione nel sopraggiungere una persona, nel coglierla al varco, o in su l'atto di far ciò per cui l'appostavamo, e in altre simili congiunture. E Ci sono, Ci siamo, suolsi esclamare da chi si vegga sopraggiunto, colto, o comecchessia venuto inaspettatamente a qualche mal passo o termine. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 15: Di lì a mezz'ora fra due mura strette Distinser me;... si dettero a sonar corni e trombette, A dar di sproni ed a schioccar la frusta, Dicendo: tu ci sei, qui non si scappa.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 17: Quando si trovò a fronte dei due galantuomini, disse mentalmente: Ci siamo.
Definiz: § CXCIII. Ce ne fosse! Ce ne fossero! Ce ne fosse stato! Ce ne fossero stati! Esclamazione familiare, con la quale, rispondendo, confermiamo in modo un po' enfatico, il fatto, di cui siamo interrogati; ed equivale ad Altro! E come! Pur troppo! Comunemente usasi quando l'interrogazione concerna il consumo, che altri possa fare o abbia fatto, di sostanze, vesti, vivande, e simili. –
Esempio: Cecch. Dot. 3, 3: Egli ha consumato ciò che egli aveva. F. Ogni cosa? M. Ogni cosa, e ce ne fusse pure stata.
Definiz: § CXCIV. Ci ho a essere anch'io, Ci ha a essere anche lui, e simili; maniera che accenna, nella persona ch'è soggetto del verbo, la facoltà e il proposito di opporsi a ciò di che si discorre, d'impedirlo, o almeno di volerlo fatto a modo suo. –
Esempio: Fag. Comm. 5, 372: Credo ch'e' la voglia far sottoscrivere (la scritta) allo sposo, e sia ito fuora stamattina appunto per questo. I. Faccia pure, ci ho ad essere anch'io.
Definiz: § CXCV. C'è, o V'è, sono, erano, e simili, usasi ad affermare il sussistere, il trovarsi, di checchessia, in natura, al mondo, fra le cose esistenti, fra gli uomini. –
Esempio: Domen. Plin. 272: Evvi un pesce, che si chiama amia, il quale ogni dì si vede crescere a occhio.
Esempio: E Domen. Plin. 273: Ecci un piccolo animale, della forma dello scorpione, e grande quanto un ragno.
Esempio: E Domen. Plin. 655: La scuola d'Erasistrato grida, che non c'è cosa più utile allo stomaco e a' nervi.
Esempio: Galil. Op. astronom. 4, 238: Ma quando ei si credeva non poter esser quasi possibile, che vi fussero altre maniere di formar voci, ec.
Esempio: Forteguerr. Cap. 204: Per Dio non ci è la più trista persona D'un gran Monarca, allorchè ec.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 460: Un uomo tanto sapiente, che, a quel che dicono, ha letto tutti i libri che ci sono.
Definiz: § CXCVI. Com'essere; maniera che serve a dichiarare o esemplificare checchessia; e anche adoperasi in forma interrogativa, per chiedere altrui spiegazione di parole non chiare, o di coperte allusioni.
Definiz: § CXCVII. Come che sia, o che fosse, Donde che sia, o che fosse, Dove che sia, o che fosse, Quando, che sia, o che fosse. –
V. Che, Congiunzione, §§ LXXII e LXXIII.
Definiz: § CXCVIII. Così com'è, com'era, come sono, e simili. –
V. Così, §§ LIX e LX.
Definiz: § CXCIX. Così è, È così. –
V. Così, § LXVIII.
Definiz: § CC. Così sia. –
V. Così, § XXXVIII.
Definiz: § CCI. Fosse che; maniera desiderativa, che equivale a Dio volesse che. –
Esempio: Ovid. Rimed. Am. 30: E ora fosse che tu potessi essere facundioso parlatore in questi ramaricamenti.
Definiz: § CCII. Non è che, dipendente da una proposizione condizionale, e reggente una proposizione negativa, vale Non ne conseguita, Non ne viene, Non vuol dire, che. –
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 39: Contuttociò, se ben non abbomina questa azione, non è però che non ne senta affanno.
Esempio: E Car. Lett. fam. 2, 120: Se non c'è venuto fatto di servirvi in questo, non è che non desideriamo di servirvi nell'altre cose.
Esempio: E Car. Lett. fam. 2, 296: Se bene non vi ho scritto, non è però che non abbia operato.
Esempio: Vett. Colt. 67: Se bene egli (gli ulivi) sopportano.... per lungo tempo ogni trascurataggine e mal trattamento, non è per questo che, custoditi bene e vezzeggiati, essi non rendano merito delle fatiche prese loro intorno.
Definiz: § CCIII. Non essere alcuno più lui, vale Divenire, o Essere divenuto, di animo, d'indole, di natura, di condizione fisica, diverso da quel che era. E figuratam. dicesi anche di cosa. –
Esempio: Giust. Vers. 242: Qui cominciai a non esser più io.
Esempio: Lambr. Dial. Istr. 252: Uscì [la pedagogia] di casa sua, e.... andò dietro a lusinghieri adoratori, e non fu più lei.
Definiz: § CCIV. O sia, O sieno, è maniera dichiarativa; più comunemente Ossia. –
Esempio: Bellin. Lett. IV, 1, 270: E giacchè egli (lo splendore) abbaglia, cioè offende l'occhio interno, bisognerà che si ritrovi in realtà nell'occhio interno, o sia dentro dell'occhio.
Esempio: Bracc. R. Dial. 206: Conteneva diverse canzoni, o sieno canti carnascialeschi.
Definiz: § CCV. O sia. –
V. Sia, § CCXIII.
Definiz: § CCVI. Per essere; modo familiare, che si usa per correggere, o modificare, quel che altri ha affermato, e vale Veramente, Per dire le cose come sono, Per dire il vero. – Così ad esempio:
Esempio: Esempio del CompilatoreEgli era briaco. Per essere, non aveva bevuto che un solo bicchier di vino. –
Esempio: Esempio del CompilatoreQuel ragazzo è così disobbediente, che mi fa marcire. Per essere, ce ne sono de' più cattivi assai.
Definiz: § CCVII. Quanto è a checchessia o a chicchessia, vale Rispetto ad esso, Per quanto appartiene ad esso. –
Esempio: Salv. Dial. Amic. 16: Ma ora io, quanto è a me, son tutto riconfortato.
Esempio: Segner. Crist. instr. 3, 303: Or, quanto è a questa, il digiuno non ci rende immortali nella vita presente.
Definiz: § CCVIII. Quanto è, sarà ec., da alcuno, vale Per quanto dipende, dipenderà ec., da esso: e Quanto è, fu ec., in alcuno, In quanto, è, fu ec., in alcuno, vale Per quanto è, fu ec., in suo arbitrio o potestà, Per quanto può, potè ec. –
Esempio: Bocc. Decam. 3, 182: In quanto in voi fu, voi l'uccideste.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 342: Certissimo sono, che, quanto in te sarà, che questo che tu mi prometti, avverrà.
Esempio: Guicc. Op. ined. 4, 35: Nostro Signore non è, quanto sarà in sè, per mancare alla degnità sua e della Sede apostolica.
Esempio: Segner. Crist. instr. 2, 74: Un Cristiano, il qual pecca, viene, quant'è da lui, ad impedire l'effetto primario della Redenzione.
Definiz: § CCIX. Quel che è stato, è stato. Maniera, con la quale esprimiamo la nostra disposizione d'animo a non ricordar più un dato atto o fatto, che comecchessia ci è stato cagione di dispiacere o disgusto; o con la quale confortiamo altri a dimenticare un dispiacere o torto ricevuto, ovvero gli mostriamo essere inutile farne risentimento, non potendosi rimediare al fatto. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 35: Sul passato gettiamoci una pietra, E tutto a monte, e quel che è stato è stato.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 468: No, signore,... non ho parlato per questo: non lo gridi, perchè già quel che è stato è stato; e poi non serve a nulla: è un uomo fatto così: tornando il caso, farebbe lo stesso.
Definiz: § CCX. Sarà quel che sarà, Sarà quel che Dio vorrà, e simili. Maniera con la quale significhiamo il proposito di non volerci prendere troppa briga di quel che potrà accadere, operando in un dato modo, o avverandosi un dato evento, per una certa fiducia che abbiamo, che la cosa debba andarci a seconda. –
Esempio: Manz. Prom. Spos. 455: Che non venisse anche curiosità a monsignore di saper tutta la storia, e mi toccasse a render conto dell'affare del matrimonio! Non ci mancherebbe altro. E se viene in visita anche alla mia parrocchia! Oh! sarà quel che sarà; non vo' confondermi prima del tempo: n'ho abbastanza de' guai.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 569: Sarà quel che vorrà la Provvidenza: il cielo ce la mandi buona.
Definiz: § CCXI. Se ero in te, in lui, se fossi, e simili, in te, in lui, e simili; è locuzione ipotetica, e vale Se mi trovavo, o mi trovassi, nella condizione tua, sua, e simili; che anche dicesi Se ero, fossi, nei piedi tuoi, suoi ec. –
Esempio: Ambr. Cofan. 4, 14: S'io fuss'in voi, il farei mettere In prigion, il tristaccio.
Esempio: Cecch. Dot. 3, 2: S'io fussi in te, io farei, io direi. Paroline! se fussino in me, e' farebbono come fo io.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 153: E della Laura, S'io fussi in voi, o io la boterei, O io la condurrei ec.
Definiz: § CCXII. Sia, usato in proposizioni ipotetiche, e più spesso dai matematici, vale Si finga, S'immagini, Si ammetta, e simili. –
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 4, 287: Sieno nella retta M B, perpendicolare alla A E, i centri M N, di due cerchj disuguali, ec.
Esempio: Grand. Instit. mecc. 138: Sia H la potenza che tirando il solido per la direzione C A, ec.
Definiz: § CCXIII. Sia, ed altresì O sia, Fosse; è maniera disgiuntiva, o alternativa, equivalente al semplice O. –
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 1, 451: Racconta gli effetti delle sue opere, e ciascuna pare che voglia fama, sia di bene, sia di male.
Esempio: E Ottim. Comm. Dant. 2, 443: Consorto viene a dire compartefice, o sia di sangue, o sia di pericolo ec.
Esempio: Machiav. Comm. 81: A me bisogna tentare qualche cosa, sia grande, sia pericolosa, sia dannosa, sia infame.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 255: A l'ultimo, O sia di fune, o sia d'oro, o d'acciaio, Ogni legame lega.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 9: O sia grazia del ciel, che l'umiltade D'innocente pastor salvi e sublime; O che, siccome il folgore non cade In basso pian, ma su l'eccelse cime; Così ec.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 32, 9: A voi solitario e romito, sia per natura, sia per professione, sia perchè la qualità e la condizion degli studj vi tiene in astrazion di pensieri ec.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 543: E non farà stupore che la mortalità crescesse e regnasse in quel recinto:... sia che la riunione e l'aumento di tutte quelle cause non facesse che aumentare l'attività d'un'influenza puramente epidemica; sia.... che vi avesse luogo un certo contagio;... sia poi che il contagio scoppiasse da principio nel lazzeretto medesimo;... sia che vivesse e andasse covando prima d'allora, ec.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 566: E, fosse voto, fosse proposito, restò sempre disarmato.
Definiz: § CCXIV. Sia, in correlazione con altro Sia, equivale a Così, o Tanto, correlativo di Come, o Quanto; nella qual maniera usasi comunemente Sì, in correlazione con altro Sì. –
Esempio: Rim. Ant. P. Pucc. A. 3, 291: Ohimè, Comun, come conciar ti veggio, Sia dagli oltramontan, sia da' vicini!
Definiz: § CCXV. Sia che si vuole, o che vuole, o che può, Fosse che si volesse, o che potesse; maniera che vale Accada, o Accadesse, pure qualsivoglia peggior cosa. –
Esempio: Nov. ant. B. 52: Disse fra sè stessa come voleo torre un altro marito, e fosse che potesse.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 29: Mostrandole, che quando altro modo non ci fusse a vendicarsi, ch'egli s'era deliberato di appostar quando la serpe dormisse, e tentar di cavarle gli occhi col becco, fusse poi che si volesse.
Esempio: Car. Eneid. 2, 1156: A me ti reca, e mi t'adatta al collo Acconciamente; ch'io robusto e forte Sono a tal peso; e sia poscia che vuole: Chè un sol periglio, una salute sola Fia d'ambidue.
Definiz: § CCXVI. Sia chi si sia, Fosse chi si fosse, Sia chi si vuole, o chi vuole, Fosse chi si volesse, o chi volesse. –
V. Chi, § VI.
Definiz: § CCXVII. Sia chi si pare, Fosse chi si paresse. –
V. Parere.
Definiz: § CCXVIII. Sia come si vuole, come si voglia, come si sia, e simili; maniera concessiva, e significa In qualunque modo stia la cosa, Comunque altri giudichi, faccia, e simili. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 124: O e' lo fe' perchè così Gli fussi detto, o e' lo fe' per darmi Quella corsa;... Sia pur come si vuol, ch'io gliel perdono.
Esempio: Det. Lett. 400: V. S. farà al contrario di quelli che cercano illustrare la lor musa col nome di coloro che vi nominano per entro, ed io conosco ben l'arte: ella vuole dall'oscurità del mentovato soggetto aggiungere chiarezza al componimento. Ma siasi come si voglia, a me non può risultare che gloria.
Esempio: Buomm. Cical. III, 2, 105: Pure, sia come si vuole, se gli altri fanno così, mi ci accomoderò forse anch'io.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 519: Sia come si sia, il discorso, per la parte di Lucia, non sarebbe mai andato molto in lungo; chè ec.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 528: Sia com'esser si voglia, ordinando ai fornaj di far tanto pane, bisognava anche fare in modo, ec.
Definiz: § CCXIX. Sono a te, a voi, ec.; maniera che vale Bado, Attendo, a quel che dite, Son pronto ad ascoltarti, e simili. –
Esempio: Pitt. I. Apolog. Cappucc. 368: Finiamola mai più, se vi piace. P. Io sono a voi. Tocchiamo prima, quando Francia, ec.
Definiz: § CCXX. Tant'è. –
V. Tanto.
Definiz: § CCXXI. Tanto se n'ha a essere; maniera oggi non comune, che vale A ogni modo ha da esser la stessa. –
Esempio: Mart. N. Lett. 17 t.: In questo mezzo datevi un bel tempo, chè tanto se n'ha a essere.
Definiz: § CCXXII. Vuole essere, Voleva essere, Vorrebbe, essere; maniera che vale Bisogna, Bisognava, Bisognerebbe, È, Era, Sarebbe, necessario; e serve a reggere un verbo nell'Infinito. –
Esempio: Fag. Comm. 5, 129: Vuol essere averne un po' di cura.
Definiz: § CCXXIII. Esser come gli Ebrei; si disse proverbialmente di Chi non ha propria dimora, nè patria. –
Esempio: Lipp. Malm. 7, 96: E bench'al mondo io sia come gli Ebrei, Che non han terra ferma, o patria alcuna, Andrò pensando intanto a' fatti miei, ec.
Esempio: Not. Malm. 2, 615: Esser come gli Ebrei, vuol dire Non aver luogo che sia suo proprio; e lo dichiara il poeta medesimo dicendo: Non ho terra ferma.
Definiz: § CCXXIV. Essere come Lorenzin dei Medici; non volerlo nè Dio, nè il diavolo. Maniera proverbiale, propria specialmente del popolo, la quale applicasi a persone che, per le loro qualità morali, nessuno ama, nè vuol d'attorno.
Definiz: § CCXXV. Essere il Lagi. Maniera proverbiale e scherzevole, oggi non più comune. –
Esempio: Not. Malm. 2, 848: Quando vogliamo intendere uno che pretenda di saper fare ogni cosa meglio degli altri, diciamo: Il tale è il Lagi; chè il Lagi fu anticamente un sensale così accreditato in Firenze, che faceva tutt'i negozj della piazza. Si dice però per ischerzo, e per una certa ironia e derisione.
Definiz: § CCXXVI. Essere in Chiarenna, in Chieradadda, in Orinci, e simili; è maniera proverbiale, oggi non comune, che significa Esser lontano. –
Esempio: Lipp. Malm. 5, 52: Or dice al messaggiero, che risponda; Or lo richiama mentr'egli è in Chiarenna.
Esempio: Not. Malm. 1, 425: Mentr'egli è in Chiarenna. Quando egli è molto lontano. Latino, in oras longinquas: e da questo noi diciamo: Quand'egli è in Orinci.... Si dice Essere in Chiarenna o in Chieradadda, per significare un luogo lontanissimo o altissimo.
Definiz: § CCXXVII. Essere tra Baiante e Ferrante. –
V. Baiante.
Definiz: § CCXXVIII. Chi ha, è; proverbio che significa: Chi è ricco suol esser tenuto in molta considerazione, e avere autorità. E pel contrario dicesi: Chi non ha, non è. –
Esempio: Buomm. Cical. III, 2, 107: E' si dice in proverbio: Chi ha, è.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 12: Anelante 'l mio core Della tua povertà brama i tesori. I. Non ve lo credo affène, Chè chi non ha, non ène.
Esempio: Salvin. Disc. 1, 81: Ben disse il sopraccitato di Venosa, che tutta la riputazione e il capitale di nostro credito dipendeva dalla misura del nostro avere. Tanti quantum habeas sis. Che risponde al nostro volgar motto: Chi non ha, non è.
Esempio: Nell. Iac. Vilupp. 3, 17: In questo mondo non sono stimati se non i ricchi. C. L'è così la faccenda: Chi non ha, non è.
Definiz: § CCXXIX. Chi v'è vi stia, e chi non v'è non v'entri; e anche semplicemente Chi c'è ci stia. Maniera proverbiale, che usasi a significare Che non vogliamo darci briga della cattiva condizione, del grave impaccio, e simili, in cui altri per sua leggerezza o poco avvedimento si trova. –
Esempio: Not. Malm. 2, 791: Chi v'è vi stia. Chi ha avuta la disgrazia se la pianga. E si dice Chi v'è vi stia, e chi non v'è non v'entri.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 87: Vergogna! lasciar la compagnia Che è nelle peste, e dir, chi c'è ci stia.
Definiz: § CCXXX. L'essere è il nemico del parere; proverbio che vale: L'effetto, La realtà, La sostanza, non suol corrispondere alla bella apparenza. –
Esempio: Bellinc. F. Rim. 2, 100: Ingannato sarà come 'l villano Chi vole in erba misurare el grano; Chè l'essere è nemico del parere.
Definiz: § CCXXXI. Parere e non essere, è come filare e non tessere. Proverbio che significa: A nulla servire la buona apparenza, se non vi corrispondano i fatti.