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1) Dizion. 5° Ed. .
CARO.
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CARO.
Definiz: Add. Detto di persona, vale Teneramente amato, sia per spontanea affezione, sia per pregi che uno abbia.
Dal lat. carus. –
Esempio: Dant. Parad. 11: Ai frati suoi, sì com'a giuste erede, Raccomandò la sua donna più cara, E comandò che l'amassero a fede (qui in locuz. figur.).
Esempio: E Dant. Parad. 23: O Beatrice, dolce guida e cara.
Esempio: Petr. Rim. 1, 16: E dalla famigliuola sbigottita, Che vede il caro padre venir manco.
Esempio: Ar. Orl. fur. 37, 20: Che sì casta mogliere e a te sì cara Canti l'eterno onor che ti si debbe.
Esempio: E Ar. Cinq. Cant. 1, 37: Qual nelle case attonite avvien, quando Mariti o figli o più cari parenti Si veggon travagliar nell'ore estreme.
Esempio: Car. Eneid. 12, 1038: E chi mi resta Di lui più fido e più caro compagno?
Esempio: Tass. Gerus. 8, 24: Voi chiamo in testimonio, o del mio caro Signor sangue ben sparso e nobil ossa.
Definiz: § I. E figuratam. riferito anche agli animali, e alle cose inanimate. –
Esempio: Sannazz. Arcad. 48: I quali [alberi] dalle care viti amati, dimorano continuamente con quelle in graziosi abbracciari.
Definiz: § II. Caro dicesi anche, così nel fisico come nel morale, di tutto ciò che si riferisce a persona comecchessia amata. –
Esempio: Dant. Inf. 15: Chè in la mente m'è fitta, ed or mi accuora La cara e buona imagine paterna Di voi.
Esempio: E Dant. Inf. 23: Mi partii Dietro alle poste delle care piante.
Esempio: Petr. Rim. 2, 6: Il suo caro nome, Che sona nel mio cor sì dolcemente.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 57: Va sempre affissa al caro fianco.
Esempio: E Tass. Gerus. 16, 53: Tra le care memorie ed onorate Mi sarai nelle gioie e negli affanni.
Esempio: Fosc. Poes. 168: Fiorir sul caro viso Veggo la rosa; tornano I grandi occhi al sorriso.
Definiz: § III. E per Gradevole, Accetto. –
Esempio: Dant. Purg. 23: Tant'è a Dio più cara e più diletta La vedovella mia che tanto amai, Quanto in bene operar è più soletta.
Esempio: E Dant. Purg. 30: Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m'era, Fu' io a lui men cara e men gradita.
Esempio: Tass. Lett. 3, 132: Sopra tutte queste virtù, le quali il facevan caro ai prencipi,.... erano quelle che gli acquistavano la grazia d'Iddio.
Esempio: Bart. D. Cin. 2, 90: Ad uomo, come lui, di professione letterato, e per ciò caro a' Mandarini,.... si dovea l'abitare in città.
Esempio: Segner. Pred. 23: Quando fu scorto ch'egli [Lazzaro] era a Cristo sì caro.
Definiz: § IV. E per Grazioso, Gentile, Amabile; detto tanto di persona quanto di cosa, ed usato assolutam. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 93: Reputiamci non men care che tutte l'altre?
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 100: Non che a noi, ma a molto più belle e più care che noi non siamo.
Esempio: E Bocc. Decam. 2, 84: Credendosi in uno onestissimo luogo andare, e ad una cara donna.
Esempio: Libr. Viagg.: Ed era morta la moglie, che era molto cara e buona donna.
Definiz: § V. E detto di cose e di fatti, così nel fisico come nel morale, significa Grato, Giocondo, Pregiato. –
Esempio: Dant. Purg. 1: Libertà vo cercando, che è sì cara Come sa chi per lei vita rifiuta.
Esempio: Petr. Rim. 2, 36: S'io avessi pensato, che sì care Fossin le voci de' sospir miei in rima ec.
Esempio: Ar. Cinq. Cant. 1, 39: Come il sangue e la vita erano cari.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 34: Poi ch'alle dimostranze umili e care D'amor, d'ubbidienza ebbe risposto ec.
Esempio: E Tass. Gerus. 1, 71: Non è sì grato a i caldi giorni il tuono, Che speranza di pioggia al mondo apporte, Come fu caro alle feroci genti L'altero suon de' bellici instrumenti.
Esempio: E Tass. Gerus. 9, 36: Con tutto ciò nulla sarebbe a lui, Senza perder sè stesso, il vincer caro.
Definiz: § VI. In locuzione poetica dicesi Caro a Marte, per Belligero; Caro alle Muse, per Dotato di poetica ispirazione; Paese caro a Cerere, a Bacco, per Paese assai fertile di frumento, di vino; e altre simili maniere.
Definiz: § VII. Caro, in forza di Sost., vale Persona amata; e al plurale, I cari, con l'aggiunta per lo più d'un adiettivo possessivo, diconsi Tutte le persone più teneramente dilette, come i parenti, gli amici ec. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 151: Così questa mia cara a morte venne.
Esempio: Adr. M. Plut. Opusc. 1, 390: S'esamini qual de' nostri detti e fatti, o qual parola ed azione de' nostri cari ed amici porse la somiglianza, e 'l verosimile a tal calunnia.
Esempio: Tass. Gerus. 16, 35: Sospettò prima e si fu poscia accorta Ch'era il suo caro al dipartirsi accinto.
Esempio: Dav. Tac. 2, 276: È ben capace che egli può accumulare, e donare agli altri cari suoi.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 5: E la mia cara non mangia e non beve.
Definiz: § VIII. E pure in forza di Sost., vale Ciò che è caro, piacente. –
Esempio: Tass. Gerus. 16, 9: E quel che 'l bello e 'l caro accresce all'opre, L'arte che tutto fa, nulla si scopre.
Definiz: § IX. Aver caro, detto di persona, vale Amare, Avere in affezione. –
Esempio: Dant. Purg. 26: Dimmi: che è cagion perchè dimostri, Nel dire e nel guardar d'avermi caro?
Esempio: E Dant. Purg. 29: L'un si mostrava alcun de' famigliari Di quel sommo Ippocrate, che natura Agli animali fe' ch'ell'ha più cari.
Esempio: Bocc. Laber. 192: Le indovine sono da loro usitate, chiamate, avute care, e in tutte le loro opportunità.... sono abbondevolmente sovvenute.
Esempio: Scarp. Serm. S. Ag. 5: E se tra voi è venuto alcuno,.... non debba però essere trattato peggio, anzi ne dovete lodare Iddio;.... e però ne dovete essere più umili, e avere lui più caro.
Esempio: Bart. D. Cin. 2, 32: Così nè essi parrebbono discortesi, ricacciando un ospite sì ben accolto e veduto, nè offenderebbono gli animi de' letterati che sì caro l'aveano.
Esempio: E Bart. D. Cin. 2, 88: Gli si fecero incontro a riceverlo con quelle maggior cerimonie che sogliano a' gran personaggi, e sembianti, e in abbondanza parole, d'averlo mirabilmente caro.
Definiz: § X. E detto di cosa, vale Tenere in molto pregio; e se parlisi di cosa che ci sia offerta o donata, Ricevere volentieri, Gradire. –
Esempio: Comp. Din. Cron. 21: Rispose, gli avea cari [i danari]: e molto gli guardò, e non li volle.
Esempio: Dant. Inf. 27: Però son duo le chiavi Che il mio antecessor non ebbe care.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 107: Per quanto egli avrà cara la nostra grazia, vogliamo e comandiamo che ec.
Esempio: E Bocc. Filoc. 1, 162: Caro figliuolo mio, non schifare gli ammaestramenti di me vecchio; ma siccome nell'altre cose li hai avuti cari e servatili, così fa' che in questa maggiormente gli abbi e osservi.
Esempio: Machiav. Princ. Ded. 1: Sogliono il più delle volte coloro che desiderano acquistare grazia appresso un principe, farsegli incontro con quelle cose, che infra le loro abbiano più care.
Esempio: Bern. Orl. 6, 24: Ed hai più il corpo, che l'anima, caro.
Esempio: Cellin. Vit. 148: Allora e' disse che aveva ben caro il diamante.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 187: Della cella non so che dirmi:... suor Fede Vittoria l'ha cara piccola.
Definiz: § XI. Aver caro, ed anche Avere a caro, vale Aver piacere, Esser contento, sodisfatto. –
Esempio: Bocc. Decam. 4, 159: Figliuola mia, io avrei molto più caro che tu avessi avuto tal marito, quale a te, secondo il parer mio, si convenia.
Esempio: Machiav. Disc. 135: La nobiltà.... ancora che le paresse che la sua gioventù fosse troppo feroce, nondimeno aveva a caro che avendosi a trapassare il modo, lo trapassassero i suoi e non la plebe.
Esempio: E Machiav. Pros. var. 5, 25: Cominciò a pigliar piacere degli onori e delle pompe del mondo, ed aver caro d'esser laudato intra gli uomini.
Esempio: Cellin. Vit. 183: Per paura che non si ritrovassi il furto, arebbe auto molto a caro ch'io fussi morto.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 201: Che il mio fratel non abbia Più caro d'esser sol.
Esempio: Red. Lett. M. 6: Avrò caro, che queste notizie possano appagare la curiosità del serenissimo sig. Principe.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 3, 75: Or, belle donne, voi areste a caro Saper chi èn (sono) questi.
Definiz: § XII. E figuratam. –
Esempio: Soder. Cult. Ort. 106: Scrivono alcuni, che le fave non hanno caro d'esser maneggiate.
Definiz: § XIII. Avere a caro uno, trovasi per Averlo caro, Amarlo. –
Esempio: Cavalc. Esp. Simb. 1, 312: Molti molto più hanno a caro li loro cani, che li poveri loro fratelli.
Definiz: § XIV. Aversi caro o Tenersi caro, trovasi per Curar molto la propria persona. –
Esempio: Fr. Iac. Tod. 19: Uomo cupido ed avaro, Uom che abbia il cor amaro, Uom che s'abbia troppo caro, Non si diano a far de' fatti.
Esempio: Bocc. Filoc. 259: Se simile caso fosse in me, io mi terrei oltre a misura caro per più piacere [a lei].
Definiz: § XV. Esser caro, vale Essere cosa accetta, gioconda, piacevole, e talora anche vantaggiosa, perchè ciò che è utile, è al tempo stesso gradito. –
Esempio: Dant. Inf. 32: Vivo son io, e caro esser ti puote.... se domandi fama, Ch'io metta il nome tuo tra l'altre note.
Esempio: E Dant. Purg. 5: Faccianli onore, ed esser può lor caro.
Esempio: Bocc. Fiamm. Prol. 2: Pensando che se a' miei cari, che così poco stabili sono, i vostri simili divenissero,.... caro vi sarebbe che io ve li rendessi.
Esempio: Pandolf. Gov. Fam. 46: A me debbe essere più caro fare bene a' miei, che agli strani.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 358: M'è stato gratissimo il conto che me n'ha reso [della sua sanità]. E perchè l'è caro di sapere a rincontro della mia, le dico ec.
Esempio: Tass. Gerus. 3, 47: E caro esser gli dee che 'l suo bel dono Sia conosciuto al paragon sì buono.
Definiz: § XVI. Render caro altrui checchessia, vale Farlo altrui accetto, gradito. –
Esempio: Bart. D. Cin. 2, 80: Le virtù sue... l'avean renduto sì caro, massimamente a' letterati, che di malcuore portavano la sua partenza.
Definiz: § XVII. Riuscir caro, vale Essere, Tornare gradito. –
Esempio: Bart. D. Cin. 2, 34: Il quale per goder di lui più a lungo, e forse ancora per intenderne delle peregrine cose del nostro mondo, quel che al suo signore riuscirebbe caro saperne, il convitò.
Definiz: § XVIII. Tener caro alcuno, vale Tenerlo in molto pregio, Stimarlo molto. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 269: Vederete come Tien caro altrui, chi tien sè così vile.
Esempio: Cas. Pros. 2, 122: Ma certo non è cosa veruna da fare più agevole, che amare e tenere grandemente cari coloro, della cui grata famigliarità sentiamo diletto.
Definiz: § XIX. Ed anche Trattarlo amorevolmente e con ogni cura. –
Esempio: Bocc. Decam. 5, 226: E tienla cara, come si dee tener moglie.
Definiz: § XX. E riferito a cosa, vale Pregiarla molto, e Custodirla diligentemente.
Definiz: § XXI. Buono e caro, dicesi di Colui che, sebbene di buona natura, pure a tempo e luogo si fa rispettare e temere; e per lo più si usa col verbo Essere buono e caro, e vuole dopo di sè una proposizione avversativa o restrittiva, retta dalla particella Ma; come per esempio:
Esempio: Esempio del Compilatore Costui è buono e caro, ma non bisogna pigliarci troppa confidenza.