Lessicografia della Crusca in rete

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4° Edizione
Diz Giu. totali
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280) Dizion. 4° Ed. .
CEMBANELLA.
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pag.614



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Esempio: Ciriff. Calv. 2. 48. Tante trombette, e sveglie, e cembanelle, E tamburacci, e naccheroni, e corni Si sonavan, che ec.
281) Dizion. 4° Ed. .
MAGIO
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pag.119



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Esempio: Ciriff. Calv. 1. 22. Folco da poi, che Malducco gli è tolto, Per altra via, come i Magi, fu volto.
282) Dizion. 4° Ed. .
PIROPO
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pag.633



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Esempio: Ciriff. Calv. 1. 20. E nella destra spalla ha un piropo, Che mai sì bel non fu visto in Soría.


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Esempio: Serd. stor. 2. 78. Nel petto risplendeva un piropo grande quanto una castagna.


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Esempio: Ar. Fur. 2. 56. Splende lo scudo a guisa di piropo, E luce altra non è tanto lucente.
283) Dizion. 4° Ed. .
BUSNA
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pag.489



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Esempio: Ciriff. Calv. 1. 13. E intese un dì, che Antandro andava a caccia, Vide rete, falcon, can, busne, e corni.


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Esempio: E Ciriff. Calv. libr. 3. Sonando molti, e variati stormenti, Busne, cornetti, sveglie, e pifferoni.
284) Dizion. 4° Ed. .
SPADA
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pag.630



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Esempio: Ciriff. Calv. 4. 129. Sempre in peccato chiama la vendetta, Ma la spada di Dio non taglia in fretta.


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Esempio: Ciriff. Calv. 4. 110. Mettendo tutti quanti a fil di spada.


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Esempio: E Ciriff. Calv. 4. 119. La terra fu in un momento presa Per me, e messo ognuno al fil di spada.


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Esempio: Bocc. nov. 92. 2. Conciossiachè essi tutti aarissimi troppo più, che le femmine, sieno, e d'ogni liberalità nimici a spada tratta.


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Esempio: Boez. Varch. 2. pros. 8. Perchè tu non pensi, che io abbia guerra mortale, e sia nimico a spada tratta della fortuna.


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Esempio: Tac. Dav. ann. 1. 25. La gente andò a fil di spada quanto ne volle l'ira, e 'l giorno (il T. Lat. ha vulgus trucidatum est)


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Esempio: Bern. Orl. 1. 7. 46. Il giorno aspettan con molta paura, E che quella infelice terra vada A sangue, a sacco, a fuoco, a fil di spada.
285) Dizion. 4° Ed. .
ORACOLO.
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pag.416



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Esempio: Ciriff. Calv. 4. 116. Che da tutti i bugiardi, e falsi oracoli Degli altri Iddei rimosse lo mio core.
286) Dizion. 4° Ed. .
STRUFFO, e STRUFOLO.
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pag.782



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Esempio: Ciriff. Calv. 3. 90. E cavi, e taglie, e pezzi delle vele, Che ne venivano a brandegli, e strufoli.
287) Dizion. 4° Ed. .
SCAPEZZARE
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pag.360



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Esempio: Ciriff. Calv. 4. 105. Che diavol fa costui? che arme è quella, Che tanta gente a un colpo scapezza?
288) Dizion. 4° Ed. .
AMMITTO.
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pag.159



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Esempio: Ciriff. Calv. 3. 97. Torniamo a Siladigi, che parato A pistola, e vangel senza l'ammitto, O manipolo, o stola.
289) Dizion. 4° Ed. .
BRONCONACCIO
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pag.473



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Esempio: Ciriff. Calv. 3. 81. Lo fece porre in su quel bronconaccio Confitto in ver la terra con la fronte.
290) Dizion. 4° Ed. .
BARUFFO
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pag.390



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Esempio: Ciriff. Calv. 4. Io vo' che tu mi metta in quel baruffo In mezzo a tutti per salvar l'onore.
291) Dizion. 4° Ed. .
BUCHERATTOLA
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pag.478



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Esempio: Ciriff. Calv. 3. 83. In modo tal, che molti se ne fugge Chi quà, chi là per certe bucherattole.
292) Dizion. 4° Ed. .
ROGATO.
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pag.258



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Esempio: Ciriff. Calv. 2. 48. Luigi volle, per farlo certissimo, Che sen facesse solenne ricordo, E rogato per man d'un uom dignissimo.
293) Dizion. 4° Ed. .
GRETOLA
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pag.669



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Esempio: Ciriff. Calv. 2. 70. E fracassógli la milza, e l'arnione ec. E della lancia si fe mille gretole (quì per similit.)


2) id: ac464b5d9ed945f6a4ee87663f31ed12)
Esempio: Tac. Dav. stor. 1. 261. Nel medesimo tempo Calvia Crispinilla chiesta al supplizio se n'uscì per varie gretole con biasimo del Principe, che chiuse gli occhi (quì il Lat. ha variis frustrationibus)
294) Dizion. 4° Ed. .
DISSUGGELLATO.
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pag.206



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Esempio: Ciriff. Calv. 2. 43. Tibaldo, il breve del buon Re Franzese Dissuggellato, il suo parlar gratissimo In Arabesco tutto ben comprese.
295) Dizion. 4° Ed. .
SCORNATO
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pag.421



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Esempio: Ciriff. Calv. 2. 41. Dicendo: Macometto paterino ec. O can malfusso, beccaccio scornato, Tu se' cagion, che 'l Pover m'ha lasciato.


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Esempio: G. V. 7. 15. 2. Tornaronsi tristi, e scornati a Prato.


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Esempio: Varch. Ercol. 54. Quando chicchessia ha vinto la pruova, cioè sgarato un altro, e fattolo rimanere o con danno, o con vergogna, dicono a Firenze: il tale è rimaso beffato, scornato, o scornacchiato ec.
296) Dizion. 4° Ed. .
CUCCIOLO
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pag.876



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Esempio: Ciriff. Calv. 2. 63. Non v'è altro, che spine, sterni, e ciottoli, Che a fatica v'andrien le zebe, e i cuccioli.


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Esempio: E Ciriff. Calv. 3. 39. Ma Sinefido già come una trottola, S'aggira pel fetore, o qual cucciola ec. ove la lepre è suta a pascere.


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Esempio: Cecch. Inc. 1. 6. Egli è ancora un cucciolo, Che sa molto, che cosa sia moglie.
297) Dizion. 4° Ed. .
SMUCCIARE
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pag.552



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Esempio: Ciriff. Calv. 1. 19. Che se la spada di man non gli smuccia ec. Che ne farà vendetta grande, e presto.
298) Dizion. 4° Ed. .
MIGNONE
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pag.242



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Esempio: Ciriff. Calv. 1. 11. Che il Re di Francia lo tien seco in corte, E suo mignone è quasi il giovinetto.


2) id: 8201d56d401347d08ebb289e7cc3626c)
Esempio: Buon. Fier. 4. 1. 1. Però vi dico, giovani miei sozj, Che l'ir la notte fuora È da faine, e non da can mignoni.


3) id: f54b00a9bc44410b8c9a63a781506b9b)
Esempio: Bern. Orl. 1. 7. 69. Contra ragion mettesti me in prigione Ad istanza di casa di Maganza, Or fatti liberar dal tuo mignone.
299) Dizion. 4° Ed. .
LANCIA
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pag.14



1) id: 1649a655a5234552973e78aba33a794b)
Esempio: Ciriff. Calv. 1. 22. Parvon le lance poste in sulla resta Quasi in un tratto; oh Dio, che furia è questa!


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Esempio: Malm. 1. 2. Acciocch'io possa correr questa lancia, Dammi la voce, e grattami la pancia.


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Esempio: Gell. Sport. 1. 2. Mi scuopro da me da me, sicch'io ho la lancia da Monterappoli in mano.


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Esempio: Segr. Fior. Cliz. 2. 1. Ma io non sono ancora sì vecchio, ch'io non rompessi una lancia con Clizia.


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Esempio: Ambr. Bern. 1. 2. Voi siete ben uom debole, Se in poche parole, e presto non ve la Facessi amica, che di Monterappoli Arà la lancia.


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Esempio: G. V. 11. 65. 2. Lanciata gli fu una corta lancia manesca.


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Esempio: Fir. Luc. 2. 4. La tua lancia spezzata, che era teco, quando tu mi arrecasti la vesta.


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Esempio: F. V. 11. 81. Poichè gl'Inglesi si vidono ricondotti, come uomini vaghi di preda, e vogliosi di zuffa, adì 2. di Febbraio, in numero di mille lance, i quali si facevano tre per lancia, di gente a cavallo, ed eglino furono i primi, che recarono in Italia il conducere la gente da cavallo sotto nome di lance, che imprima si conducevano sotto nome di barbute, e bandiere ec.