Lessicografia della Crusca in rete

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CARO
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CARO.
Definiz: add. Che vale, o si stima gran prezzo. Lat. carus, preciosus.
Esempio: Bocc. n. 79. 11. Non ve n'è niuno sì cattivo, che non vi paresse uno Imperadore, sì siamo di cari vestimenti, e di belle cose ornati.
Esempio: E Bocc. n. 15. 34. E ricordatosi del caro anello, che loro aveva udito dire.
Esempio: E Bocc. nov. 28. 11. Oltr'a questo io ho di belli gioielli, e di cari.
Esempio: G. V. 12. 20. 10. E ogni vili cose, non che le care, ne fu portato.
Esempio: Cresc. 1. 13. 9. le cose, ec. che serbar si possono, venda nel caro tempo [cioè nel tempo del caro.]
Definiz: ¶ Per metaf.
Esempio: Bocc. introd. n. 36. Reputiamci noi men care, che tutte l'altre?
Esempio: EBocc. n. 44. Non che a noi, ma a molto più belle, e più care, che noi non siamo.
Esempio: EBocc. nov. 15. 7. Credendosi in uno onestissimo luogo andare, e a una cara donna.
Esempio: Lib. viagg. Ed era morta la moglie, che era molto cara, e buona donna.
Esempio: Petrar. canz. 29. 5. Tien caro altrui, chi tien te così vile.
Definiz: ¶ Per grato, giocondo. Lat. gratus.
Esempio: Bocc. n. 16. 30. Che ti sarebbe caro sopra l'allegrezza, la qual tu hai, se tu tua madre vedessi?
Esempio: E Bocc. proem. n. 1. Fra i quali, se alcuno mai n'ebbe bisogno, o gli fu caro.
Esempio: E Bocc. n. 10. 9. Tuttavia il vostro amor m'è caro.
Esempio: E Bocc. n. 19. 12. Che meno ti deono esser cari, che la testa.
Esempio: EBocc. introd. n. 53. Per quanto egli avrà cara la nostra grazia, si guardi, ec.
Esempio: Dan. Par. c. 8. Grato m'è più, e anche questo ho caro.
Esempio: EDan. Inf. 32. Vivo son'io, e caro esser ti puote.
Esempio: EDan. Inf. can. 15. La cara buona immagine paterna.
Esempio: Pet. Son. 14. Che vede il caro Padre venir manco.
Esempio: Bocc. g. 1. f. 1. Omai, care compagne, niuna cosa resta più a fare al mio reggimento.
Definiz: Aver caro; esser grato. Lat. gratum esse.