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CARO.
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CARO.
Definiz: Add. Che vale, o si stima gran prezzo. Lat. carus, preciosus. Gr. τίμιος.
Esempio: Bocc. nov. 15. 34. E ricordatosi del caro anello, che aveva loro udito dire, come fu giù disceso, così di dito il trasse all'Arcivescovo.
Esempio: E Bocc. nov. 28. 11. Oltr'a questo, io ho di belli gioielli, e di cari, li quali io non intendo, che d'altra persona sieno, che vostri.
Esempio: E Bocc. nov. 79. 11. Non ve n'è niuno sì cattivo, che non vi paresse uno Imperadore, sì siamo di cari vestimenti, e di belle cose ornati.
Definiz: §. I. Per metaf. Grato, Giocondo, Pregiato. Lat. carus, gratus, iucundus. Gr. ἡδύς.
Esempio: Petr. canz. 29. 5. Tien caro altrui, chi tien se così vile.
Esempio: E Petr. son. 14. Che vede il caro padre venir manco.
Esempio: E Petr. 252. S'i' avessi pensato, che sì care Fossin le voci de' sospir mie' in rima.
Esempio: Libr. Viagg. Ed era morta la moglie, che era molto cara, e buona donna.
Esempio: Bocc. pr. 1. Fra i quali, se alcuno mai n'ebbe bisogno, o gli fu caro ec. io son uno di quegli.
Esempio: E Bocc. Introd. 36. Reputiamci noi men care, che tutte l'altre?
Esempio: E Bocc. 44. Avviso loro buona, ed onesta compagnía dover tenere non che a noi, ma a molto più belle, e più care, che noi non siamo.
Esempio: E Bocc. 53. Per quanto egli avrà cara la nostra grazia, vogliamo, e comandiamo, che si guardi ec.
Esempio: E Bocc. nov. 10. 9. Tuttavia il vostro amor m'è caro.
Esempio: E Bocc. g. 1. f. 1. Omai, care compagne, niuna cosa resta più a fare al mio reggimento.
Esempio: E Bocc. nov. 15. 7. Credendosi in un onestissimo luogo andare, e ad una cara donna.
Esempio: Dant. Inf. 15. La cara buona immagine paterna.
Esempio: E Dan. Inf.32. Vivo son io, e caro esser ti puote.
Esempio: E Dan. Par. 8. Grata m'è più, e anche questo ho caro.
Definiz: §. II. Caro, per Iscarso. Lat. parvus.
Esempio: Franc. Barb. 104. 17. Le membra tue di mostrar serai caro.
Esempio: Dant. rim. 17. Vi piaccia agli occhi miei non esser cara.
Definiz: §. III. Caro, per Appartenente a carestía, come Tempo caro, cioè Tempo, nel quale è carestía.
Esempio: Cr. 1. 13. 9. Le cose ec. che serbar si possono, venda nel caro tempo.
Definiz: §. IV. Tener caro, vale Avere in pregio, in istima, Trattar bene. Lat. carum habere. Gr. ἀγαπᾷν.
Esempio: Bocc. nov. 50. 20. E tienla cara, siccome si dee tener moglie.
Esempio: Cas. uf. com. 122. Ma certo non è cosa veruna da far più agevole, che amare, e tener grandemente cari coloro, della cui grata famigliarità sentiamo diletto.