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1) Dizion. 5° Ed. .
MA
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Definiz: Particella avversativa, che serve a congiungere o coordinare due termini congeneri del discorso, ovvero due proposizioni, o due membri di periodo, ed anche due periodi; e che, presso gli antichi, dinanzi a parola cominciante per vocale, prese talora il D a fine di evitare l'iato, e divenne Mad. Si colloca regolarmente in principio della proposizione.
Dal lat. magis, franc. mais, provenz. mais, mas, spagn. e portog. mas mas. –
Esempio: Gell. Lez. 260: Comincia da questa parola, o vero coniunzione ma, la quale è una particella avversativa de l'orazione, usata da noi ogni volta che noi vogliamo mutare o correggere il parlare nostro, e dire il contrario, o qualche cosa diversa da quello, che noi abbiamo detto innanzi.
Definiz: § I. Denota opposizione a ciò che si è detto prima, e vale Per contro, Al contrario, e simili. –
Esempio: Dant. Inf. 16: Sempre a quel ver ch'ha faccia di menzogna De' l'uom chiuder le labbra quant'ei puote, Però che senza colpa fa vergogna; Ma qui tacer nol posso.
Esempio: E Dant. Inf. 22: Barattier fu non picciol, ma sovrano.
Esempio: E Dant. Purg. 7: Non per far, ma per non fare, ho perduto Di veder l'alto sol che tu disiri.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 135, 24: I Guelfi d'Arezo stimolati dalla parte guelfa di Firenze di cercare di pigliare la signoria, ma o che fare non lo sapessono, o non potessono, i Ghibellini se ne avvidono e cacciaronli fuori.
Esempio: Petr. Rim. 1, 60: Se mai foco per foco non si spense, Nè fiume fu giammai secco per pioggia; Ma sempre l'un per l'altro simil poggia, ec.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 54: Mi fu egli (l'amore) di grandissima fatica a sofferire, certo non per crudeltà della donna amata, ma per soverchio fuoco nella mente concetto.
Esempio: E Bocc. Decam. 4, 3: Estimava io, che lo 'mpetuoso vento ed ardente della invidia non dovesse percuotere se non l'alte torri...; ma io mi truovo dalla mia estimazione ingannato.
Esempio: Ar. Orl. fur. 41, 36: Giunse quel dì medesimo Agramante, E s'accampò da la contraria parte; Ma perchè molto era inchinata l'ora, Differir la battaglia ne l'aurora.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 5: I quali (i Veneziani), maggiori senza dubbio di ciascuno de' confederati, ma molto minori di tutti insieme, procedevano con consigli separati da' consigli comuni.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 2: O Musa, tu che di caduchi allori Non circondi la fronte in Elicona, Ma su nel cielo infra i beati cori Hai di stelle immortali aurea corona, ec.
Esempio: E Tass. Gerus. 1, 52: Squadra d'ordine estrema ecco vien poi, Ma d'onor prima e di valore e d'arte.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 32: Quando era a Sparta, risguardando alla sola apparenza esteriore, si saria potuto dire:... Ma chi avesse veduti nudi e svelati i veri suoi affetti e azioni, aria ben detto: ec.
Esempio: Salvin. Iliad. 658: Questi Pensavano alla cena e al dolce sonno Per dilettarsi,... Mad Achille piangeva, sovvenendosi Del caro amico.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 193: Durò questo buono stato più lungamente che il primo.... Ma, in progresso di tempo, tornata a mancare affatto la novità..., si ridussero gli uomini in tale abbattimento, che ec.
Esempio: E Leopard. Pros. 1, 212: Che m'ho a ricordare io, che sono nemica capitale della memoria? M. Ma io me ne ricordo bene.
Esempio: Capp. Econ. 397: Ora è impoverita (la classe dei possessori fondiarj) non assolutamente, ma relativamente alle altre.
Definiz: § II. Trovasi talora posposto, dopo una maniera esclamativa. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 63: Poi lontan dalla gente, O casetta o spelunca Di verdi frondi ingiunca: Ivi senza pensier s'adagia e dorme. Ahi crudo amor! ma tu allor più m'informe A seguir d'una fera, che mi strugge, La voce e i passi e l'orme.
Definiz: § III. Altre volte esprime un'obiezione a ciò che è stato detto, e vale Se non che, Del resto, e simili. –
Esempio: Dant. Inf. 30: Dentro c'è l'una già, se l'arrabbiate Ombre, che vanno intorno, dicon vero: Ma che mi val, ch'ho le membra legate?
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 191, 37: Con balestra a tornio vennono saettando a Santa Reparata. Ma niente valea, se non fusse stato uno fuoco che fu messo in uno palagio ec.
Esempio: Tass. Lett. 3, 175: La mia tragedia è finita; ma io non ho la copia.
Esempio: Segner. Pred. 38: Se si avesse a mirare a quel ch'essi (i nemici) meritano, io stesso.... vorrei essere il primo a irritare il vostr'odio contro di loro.... Ma il ben vostro è quel che a me preme tanto, o Signori miei, e perciò mi riscaldo.
Esempio: E Segner. Pred. 268: Io so che alcuni molto bene vi pensano. Ma chi sono? Son quegli, i quali hanno appunto la minor colpa di tante calamità.
Esempio: E Segner. Pred. 276: So che questa ad alcuno può parer forse una pretension rigorosa.... Ma l'evangelio ci attesta appunto il contrario.
Esempio: Alf. Trag. 1, 3: Io di Filippo, di Filippo il figlio Oso amar, io?... Ma chi 'l vede, e non l'ama?
Esempio: Leopard. Pros. 1, 214: Di cotesto saremo a tempo a discorrere quando sarà venuta l'usanza che non si muoia. Ma in questo mezzo io vorrei che tu.... m'aiutassi ec.
Definiz: § IV. Altre volte denota restrizione, limitazione, eccezione, e simili, a ciò che è stato detto, e vale Benchè, Bensì, Però, Per altro, e simili. –
Esempio: Dant. Inf. 22: Se voi volete vedere o udire, Ricominciò lo spaurato appresso, Toschi o Lombardi, io ne farò venire. Ma stien le male branche un poco in cesso, ec.
Esempio: E Dant. Parad. 2: Drizzaste il collo.... al pan degli angeli, del quale Vivesi qui, ma non sen vien satollo.
Esempio: Petr. Rim. 1, 78: Non prego già, nè puote aver più loco, Che misuratamente il mio cor arda, Ma che sua parte abbia costei del foco.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 83: Qual vincerà, non so, ma infino ad ora Combattut'hanno, ec.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 7: Indusse a contrattazione tanto abbominevole molti di coloro il cardinale Ascanio; ma non già più con le persuasioni e co' preghi che con l'esempio; perchè ec.
Esempio: E Guicc. Stor. 1, 11: Nella quale domanda il Re, desideroso di compiacergli, ma non tanto che totalmente ne dispiacesse a Lodovico, gli satisfece più dell'effetto che del modo.
Esempio: Vett. Colt. 36: Queste talee adunque, così ordinate, si ficcano ritte nel modo che s'è detto, in quel terren divelto, e cuopronvisi tutte, tal che entrino sotto tre o quattro dita, ma non più.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 13: Umane membra, aspetto uman si finse, Ma di celeste maestà il compose.
Esempio: E Tass. Gerus. 1, 62: Impeto fan nelle battaglie prime, Ma di leggier poi langue e si reprime.
Esempio: E Tass. Gerus. 1, 83: Aladin detto è il re.... Uom già crudel; ma 'l suo feroce ingegno Pur mitigato avea l'età matura.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 3, 38: Antigono soleva rassomigliarlo al giucator de' dadi che fa tiri buoni e belli, ma non sa a suo prode servirsene.
Esempio: Segner. Pred. 225: Ogni altro nemico potrebbe perseguitarvi, questo è verissimo; ma fin dove? Fino alla bara, fino alla tomba. Ma poi non più.
Esempio: Salvin. Iliad. 634: Ben sai intorno a' termini svoltare; Mad ai cavalli tardissimi a correre.
Esempio: Targ. Tratt. Fior. 286: Indi fu divisa (l'Italia) in varie minute dinastie, ma così sconcertate, che dai loro usi non se ne possono dedurre regole certe per calcolare ec.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 282: In quanto alla magnanimità, lodo sommamente il tuo proposito. Ma.... stimo sia conveniente.... renderti consapevole ec.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 183: Se si tratta poi d'astronomia, Non era un Galileo, ma giù di lì.
Esempio: Niccol. Poes. 2, 12: Qui dove l'uomo È, ma non vive.
Esempio: Capp. Econ. 383: Qualche volta un solo prodotto può rendere più di molti: ma più di frequente.... la somma totale della produzione scemerà.
Definiz: § V. E altresì denota distinzione, differenza, contrasto, fra due cose, o due condizioni o qualità di esse. –
Esempio: Dant. Inf. 13: Non frondi verdi, ma di color fosco; Non rami schietti, ma nodosi e involti; Non pomi v'eran, ma stecchi con tosco.
Esempio: Petr. Rim. 1, 56: Nè lagrima però discese ancora Da' be' vostr'occhi, ma disdegno ed ira.
Esempio: Varch. Ercol. 181: Le mutazioni e differenze sostanziali fanno le cose non diverse o alterate, ma altre, perchè mutano la spezie.
Esempio: Segner. Pred. 285: Se un povero giardiniere, se un pellegrino, se un pastorello, sia morsicato a sorte da qualche vipera, maliziosamente appiattatasi in fra l'erbette, ciascuno lo compatisce, e tosto accorre per apprestargli triache. Ma se morsicato ne venga un tal ciurmadore, il quale per mero capriccio là su la pubblica piazza la prende in mano, la lusinga, la liscia, e se l'accosta arditamente alla bocca per darle un bacio, ciascun dice più tosto: Oh, gli sta pur bene!
Esempio: E Segner. Pred. 294: Se avessero mostrato, i primi, tant'odio contro di lui alcuni uomini forestieri..., io quasi quasi lo vorrei lor condonare. Ma che 'l mostrino i Nazareni! questo par eccesso troppo orrido, troppo enorme.
Definiz: § VI. Altre volte aggiunge a ciò che è stato detto, e più spesso dopo Non solamente ma, Non che ma, e simili, e vale Inoltre, Per di più, Anche, e simili. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 197: Bella cosa è.... ferire un segno, che mai non si muti; ma quella è quasi maravigliosa, quando alcuna cosa non usata apparisce di subito, se subitamente da un arciere è ferita.
Esempio: E Bocc. Rim. 89: Gabbaron non che altrui, ma essi stessi.
Esempio: Machiav. Disc. 64: In un popolo dove in tutto è entrata la corruzione, non può, non che picciol tempo, ma punto vivere libero.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 13: Il pontefice.... riempiè tutta Italia di querele.... Ma non manco se ne commosse Lodovico Sforza, al quale erano sempre sospette le azioni di Ferdinando.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 41: Conta costui per genitor latino Degli avi Estensi un lungo ordine e certo. Ma german di cognome e di domino Nella gran casa de' Guelfoni è inserto.
Esempio: E Tass. Gerus. 1, 43: L'ocean che non pur le merci e i legni, Ma intere inghiotte le cittadi e i regni.
Esempio: Bart. D. Cin. 1, 10: Gente d'elevatissimo ingegno, e per coltura nel dimestico usare, non che punto barbara o disavvenente, ma costumata e gentile anzi soverchio che meno del convenevole.
Esempio: Alf. Trag. 1, 3: Oh! s'egli Ne sospettasse! Mesta ognor mi vede..., Mesta, è vero, ma in un dal suo cospetto Fuggir mi vede.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 214: Già ti ho raccontate alcune delle opere mie, che ti fanno molto profitto. Ma elle sono baie per comparazione a queste che io ti vo' dire.
Esempio: Niccol. Poes. 1, 326: Io piango, sì, ma questo pianto è sangue.
Esempio: Giord. Op. 1, 221: La quale (fama) si acquistò non solamente per agilità di mano, destrissima ad appianare le difficoltà,... ma per iscienza profonda.
Definiz: § VII. Si usa talora per insistere sopra una idea o parola, o per figura di correzione; nel qual caso vale Piuttosto, Anzi, e simili. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 36: Chi 'nsegua alcuna cosa, e non la fa, è simile al pozzo, che sazia tutti quelli che vengono a lui, e netta le macchie, ma sè non può purgare; ma ogni immondizia è in lui.
Esempio: Vill. G. 791: Male si ricordava o era grato, ma ingratissimo, de' beneficj ricevuti.
Esempio: E Vill. G. 909: Nota, lettore, che le più volte, ma quasi sempre, avviene a chi si fa signore,... d'avere sì fatta uscita.
Definiz: § VIII. Ma, si adopera spesso per indicare, il trapassare da una ad altra materia, o parte di trattazione, o, in generale, da uno ad altro pensiero o risoluzione. –
Esempio: Dant. Inf. 8: Quivi il lasciammo, chè più non ne narro: Ma negli orecchi mi percosse un duolo, Perch'io avanti intento l'occhio sbarro.
Esempio: E Dant. Inf. 23: Io fui nato e cresciuto Sovra il bel fiume d'Arno alla gran villa,... Ma voi chi siete, a cui ec.?
Esempio: Guicc. Stor. 1, 2: Apparirà.... quanto siano perniciosi.... i consigli male misurati di coloro che dominano, quando.... si fanno.... autori di nuove perturbazioni. Ma le calamità d'Italia, acciocchè io faccia noto quale fosse allora lo stato suo, e insieme le cagioni, dalle quali ebbero origine tanti mali, cominciarono con tanto maggior dispiacere e spavento negli animi degli uomini, quanto ec.
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 382: Ma qui è bene recitare la guerra seguita nell'Ungheria.
Esempio: Car. Eneid. 1, 219: Voi, voi.... Nel regno mio la terra e 'l ciel confondere, E far nel mare un sì gran moto osate? Io vi farò,... Ma di mestiero è prima Abbonazzar quest'onde.
Esempio: Tass. Gerus. 11, 1: Ma 'l capitan delle cristiane genti, Volto avendo all'assalto ogni pensiero, Giva apprestando i bellici instrumenti Quando ec.
Esempio: E Tass. Gerus. 12, 64: Ma ecco omai l'ora fatale è giunta Che 'l viver di Clorinda al suo fin deve.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 197: Armato di zelo, sarebbe montato quassù.... Ma per tornare: che non si danno nella Rettorica l'ironie? Quando dissi a quel modo, io voleva parere ec.
Esempio: Giord. Op. 1, 57 : Ma prima che di questo io parli, voglio interrogare alcuno di que' feroci, che tutto e solo nell'armi, ripongono l'onore.
Definiz: § IX. E, nel linguaggio dei Logici, serve ad esprimere il passaggio dalla premessa maggiore alla minore del sillogismo. –
Esempio: Cavalc. B. Retor. 92: Se tu sei amico, tu non offendi: ma tu offendi; adunque non sei amico.
Esempio: E Cavalc. B. Retor. 93: O egli è dì, o egli è notte: ma egli è dì; adunque non è notte.
Definiz: § X. Si usa pure in frase ellittica, quasi a modo d'interiezione, per rafforzare una interrogazione, una preghiera, una affermazione, e simili. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 302: Ma com'è che sì gran romor non sone Per altri messi, o per lei stessa il senta?
Esempio: Gell. Sport. 4, 2: Va con un lumicino in mano, cercando a' maniscalchi di quelle punte de' chiovi che tagliono, e poi le vende a' pelacani; ma che bisogna dire più là?
Esempio: Car. Eneid. 1, 881: Ma qual sì cruda gente, qual sì fera E barbara città quest'uso approva, Che ne sia proibita anco l'arena?
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 259: Ma, ragazzi, cos'è questo rumore? È una vergogna marcia in verità.
Esempio: E Guadagn. Poes. appr.: Mamma, è stato Pippo che ha strillato. – Io? bugiardaccio! ma che gli dà retta?
Esempio: Manz. Prom. Spos. 56: Ma mi scusi: lei non m'ha dato tempo.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 60 : Ma! le annate vanno scarse, fra Galdino ; e quando s'ha a misurar il pane, non si può allargar la mano nel resto.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 134 : Ma come si chiamano? chi sono? insistette colui.
Definiz: § XI. Ma, rafforzasi spesso con avverbj, come Ma , Ma Bensì, Ma Nondimeno, Ma Però, Ma Pure, Ma Sibbene, e simili. —
Esempio: Dant. Inf. 22: Lo caldo sghermidor subito fue; Ma però di levarsi era niente, Sì aveano inviscate l'ale sue.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 164, 32: A' quali niente disse, come colui che non volea parlare, ma sì uccidere.
Esempio: Vill. G. 506: Di que' di Castruccio ne furon morti assai, ma non però presi.
Esempio: E Vill. G. 542: Più altri caporali di parte d'Imperio e Ghibellini d'Italia vi furono; ma però piccola festa, v'ebbe.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 200: Bergamino.... incominciò a prender malinconia; ma pure aspettava, non parendogli ben far di partirsi.
Esempio: E Bocc. Decam. 4, 47: La povertà non toglie gentilezza ad alcuno, ma sì avere.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 268: Madonna, io non vi potrei servire di mille, ma di cinquecento fiorin d'oro sì bene.
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 113: De gli altri non mi sono ancora abbattuto a vederne (delle armi) con questo segno, ma bene alcune in queste vicinanze, come ec.
Esempio: Rucell. Or. Dial. Sagg. 111: Le guerre e le mortalità hanno fine di nuocere, se si riguarda allo intendimento degli uomini, ma sì di giovare, se a quello di Dio.
Esempio: Don. Music. Scen. 90: Se ricercheremo il fine che si propone quegli che modera l'instrumento con la voce umana, troveremo che non gli basta di fare qualunque consonanza che sia possibile, ec.
Esempio: Segner. Mann. lugl. 25, 3: Da tali desiderj che vengono involontarj, non a tutti è dato esser privo, ma sì bene da' volontarj.
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 160: La differenza del tempo dalla prima alla seconda volta, non si debbe attribuire a i liquori, ma bensì al ghiaccio.
Definiz: § XII. Si usò invece di Nondimeno, Nonostante, o simili, in corrispondenza di Avvegnachè, Quantunque, e simili, e talora anche con ellissi di questi avverbj. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 273: Avegnach'altre sieno l'opere dell'anima e altre quelle del corpo, ma tutte si dànno a Piero.
Esempio: Albert. Piag. Boez. 117: Pognamochè sia alcuno ben costumato, che di lui il divino giudicio e l'umano igualmente consenta; ma è delle forze dell' animo infermo.
Esempio: Collaz. SS. PP. 4: Il principio de' quali avvegna che procedesse da riprensibile conforto, ma l'uno di loro aiutato dalla discrezione ammendò quello che avea pensato mattamente ec.
Esempio: Cavalc. Med. Cuor. 248: Ed avvengachè 'l nimico si sforzi di metterci laidi pensieri, ma poichè l'uomo non gli ama, non se ne dee curare.
Esempio: Petr. Rim. 1, 88: Perchè la vita è breve, E l'ingegno paventa all'alta impresa, Nè di lui, nè di lei molto mi fido; Ma spero che sia intesa Là dov'io bramo e là dov'esser deve La doglia mia, ec.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 8: Avvegnachè quel secolo avesse prodotti uomini eccellenti in opera di mano, in velocità di piedi e robustezza di corpo; ma non impiegavano questi doni di natura in azione buona o giovevole.
Definiz: § XIII. Trovasi usato per semplice congiunzione copulativa, invece di E. –
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 287: Gualberto priega l'Abate, che gli meni, il suo figliuolo. Ma l'Abate, tornando a Giovanni, l'ammunisce ch'egli vada al padre.
Definiz: § XIV. Ma, ripetesi innanzi a più proposizioni o membri della proposizione, sia per rafforzare il discorso, sia per insistere nel proprio concetto. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 26, 2: Degna d'eterna laude è Bradamante Che non amò tesor, non amò impero, Ma la virtù, ma l'animo prestante, Ma l'alta gentilezza di Ruggiero.
Esempio: E Ar. Rim. 1, 297: Vita e non morte aspetto, Nè giudice sever nè legge grave; Ma benigne accoglienze, ma complessi Licenziosi, ma parole sciolte D'ogni freno, ma risi, vezzi e giochi; Ma dolci baci, dolcemente impressi.
Esempio: Chiabr. Rim. 1, 393: Ma ria superbia, ma lussuria e gola, Tratto dal cammin vero, Fatto ha pur dianzi ereticar Lutero.
Esempio: Segner. Op. 4, 263: Dunque potrà venir tempo, in cui, considerare di tanto in tanto la vita di Gesù Cristo, eziandio discorsivamente, non sol non mi sia d'aiuto, ma di ostacolo, ma d'intoppo, ma d'impedimento all'eccelsa contemplazione?
Esempio: Magal. Lett. At. 154: Il servirsi talvolta di qualche dottrina filosofica, ma per modo di esempio, ma per modo di pura.... similitudine..., questo, se non è necessario..., egli è almeno non biasimevole.
Esempio: Metast. Dramm. 4, 9: Figlio è di Roma Cesare ancor. C. Ma un dispietato figlio Che serva la desia; ma un figlio ingrato, Che, per domarla appieno, Non sente orror nel lacerarle il seno.
Esempio: E Metast. Dramm. 4, 375: Direi che somiglia La Diva d'Atene; Ma l'asta non tiene, Ma l'elmo non à.
Esempio: Mont. Poes. App. 18: Ma collega Non è de' ladri e de' tiranni il cielo: Ma la nativa libertà non lega; Ma per sentier di sangue non procede Colui che disse: Io sono Alfa ed Omega.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 58: Ma senta, ma senta, ripeteva indarno Renzo.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 321: Monsignor Marenta.... cominciò a predicare...: Ma, brava gente! ma cosa volete fare? ma è questo l'esempio che date ai vostri figliuoli? ma tornate a casa; ma non sapete che il pane è a buon mercato, più di prima? ma andate a vedere, che c'è l'avviso sulle cantonate.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 346: Fu quasi quasi per abbandonar l'impresa.... e a Milano, gettarsi in mezzo agli amici e ai divertimenti.... Ma, ma, ma gli amici; piano un poco con questi amici.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 446: Si chinò verso l'innominato, rispose a voce bassa bassa: Le pare? Ma, ma, ma, ma..., e sdrucciolò alla meglio dalla sua cavalcatura.
Definiz: § XV. Ma! usasi familiarmente, e così solo, in risposta denotante dubbio o ignoranza. Così diciamo, ad esempio:
Esempio: Esempio del Compilatore Chi è quell'uomo laggiù? – Ma!
Definiz: § XVI. Pure familiarmente adoperasi in risposta denotante uno stato, una qualità, una condizione, piuttosto cattiva che buona; e spesso usasi per evitare la risposta stessa. Così:
Esempio: Esempio del Compilatore Come va la salute? – Ma! – Che ti pare di quel libro? – Ma! – Che ne dici di questo artista? – Ma!
Definiz: § XVII. Altresì familiarmente usiamo premetterlo a un aggettivo, quando questo ripetesi più volte per accrescere con ammirazione il grado della qualità. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 29: E cascarono addosso a quei piccioni Dicendo: buoni, ma buoni, ma buoni.
Definiz: § XVIII. In forza di Sost., si usa, parlando familiarmente, per esprimere Difficoltà, Obiezione, e simili. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 68: Io ti dico che io so la questione, e dirolla che non ci avrà alcuno ma.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 43: Un papato composto di rispetti,... Di più, di poi, di ma, di se, di forsi, Di pur, di assai parole senza effetti.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 302: Selvaggia, io non posso negare che quello che disse quella buona vecchia non sia il vero; ma.... S. Ecco quel ma, che guasta ogni cosa.
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 1, 2: Io vo'.... Restar capacitato D'ogni fatto e ragion, tal ch'un accento Un titolo d'un I non mi s'occulti.... O un Ma mi si celi Dietro a una macia D'un qualche ghirigor che non s'intenda.
Esempio: Pindem. Poes. 267: E quella tua celebre Argia, che tutti Morde, o, se loda, un ma sempre vi mette.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 5: Ma.... – Che ma? – segue il poeta. È gente infame. E tu viver con simili pedine?
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. 24: Sarete galantuomo, ma scusate.... Io so in quel ma quello che si racchiude.
Definiz: § XIX. Quindi la frase familiare Non c'è ma che tenga, la quale denota Non vale fare difficoltà, È inutile portar ragioni in contrario; ed usasi per lo più in risposta ad una obiezione che si fondi sopra la cong. Ma.
Definiz: § XX. Ma che? espressione ellittica, che vale Ma che giova? Ma che importa? e simili. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 311: Questa eccellenzia è gloria (s'i' non erro) Grande a natura, a me sommo diletto; Ma che? vien tardo, e subito va via.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 274: Troppi denari ad un tratto hai spesi in dolcitudine; ma che? fatto è, vuolsi vedere altro.
Esempio: E Bocc. Fiamm. 12: Oimè misera, quanto fu al mio onore nimico sì fatto giorno! Ma che? le preterite cose mal fatte si possono molto più agevolmente biasimare che emendare.
Esempio: Tass. Gerus. 6, 52: A me per ombra oscura La mia battaglia abbandonar non piace: Ben avrei caro il testimon del giorno; Ma che? giuri costui di far ritorno.
Esempio: Segner. Pred. 72: Ha egli (Dio) fin or taciuto, non altrimenti che se stato fosse insensibile ad ogni oltraggio. Ma che? Per questo non sappiamo noi bene che la pazienza lungamente irritata divien furore?
Esempio: E Segner. Pred. 286: Nella legge antica vietavasi l'omicidio. Non occides. Ma che? questo era poco osservato.
Esempio: Manfred. Scritt. Mot. Acq. 6, 125: Veggo che veramente dalle misure del 1693.... risulta che il Po avesse nella sezione di Lago Scuro piedi 32, 8 di profondità, ragguagliata nelle escrescenze. Ma che! quanto maggiore fu allora in questa profondità, tanto ec.
Definiz: § XXI. Ma che, si usò,
conforme alla maniera provenzale mas que, formata sul lat. magis quam,
Definiz: per Più che, Eccetto che, Fuorchè. –
Esempio: Nov. ant. B. 82: Or mi chiami tu Iddio? Elli non è ma che uno.
Esempio: Giamb. Vegez. 44: Contra abbondanza di molti nemici non avere menate ma che due legioni, aggiuntovi l'aiuto de' compagni. (Male la stampa mai che: il lat. ha: non amplius quam).
Esempio: Dant. Inf. 4: Non avea pianto, ma che di sospiri Che l'aura eterna facevan tremare.
Esempio: E Dant. Inf. 28: E non avea ma che un'orecchia sola.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 119: Non avea pianto, ma che di sospiri; cioè se non di sospiri.
Definiz: § XXII. Il Se e il Ma sono il patrimonio dei minchioni. –
V. Se.
Definiz: § XXIII. Il Se e il Ma son due corbellerie da Adamo in qua. –
V. Se.