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DIGIUNO
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DIGIUNO.
Definiz: Add. Voto di cibo. Lat. ieiunus. Gr. νηστής.
Esempio: Bocc. nov. 77. 57. Ed il suo fante, che ancora era digiuno, ne mandò a mangiare.
Esempio: Cr. 4. 36. 1. I Bolognesi a stomaco digiuno gli asaggiano (i vini.)
Esempio: Bern. Orl. 1. 17. 27. Ha gli occhi rossi, e vede sol con uno, Il sol non lo trovò giammai digiuno.
Definiz: §. I. Per metaf.
Esempio: Dant. Inf. 18. Già di veder costui non son digiuno.
Esempio: E Dan. Purg. 21. Si fece la mia sete men digiuna.
Esempio: But. Si fece la mia sete, cioè lo mio desiderio di sapere, men digiuna, cioè meno vogliosa.
Esempio: Petr. cap. 1. Allor mi strinsi a rimirar, s'alcuno Riconoscessi nella folta schiera Del Re sempre di lagrime digiuno.
Definiz: §. II. A digiuno posto avverbialm. vale Senza aver mangiato.
Esempio: Red. cons. 1. 146. Si potrebbe adoprare il zucchero candi impalpabilmente polverizzato, e soffiato a digiuno nell'occhio.
Definiz: §. III. Digiuno, dicono ancora gli anatomisti l'Intestino tenue secondo, perchè si trova sempre vuoto.
Definiz: §. IV. In proverb. Il satollo non crede al digiuno; e vale, che Chi è in buono stato non crede a chi si rammarica d'esser in malvagio.
Esempio: Fir. Luc. 3. 2. Costui, che è satollo, non crede a me, che sono digiuno.
Definiz: §. V. In proverb. Voler essere digiuno di qualche cosa, vale Desiderare di non averla fatta.
Esempio: Bocc. Vis. 12. Tra quella gente, che quivi dimora Conobbi molti, e vidivene alcuno, Ch'aver preso di quello ora ne plora, E forse ne vorrebbe esser digiuno.
Esempio: Lab. 70. Colei, la qual tu vorresti d'aver veduta esser digiuno.
Esempio: Ciriff. Calv. 2. 41. Padre, perdona all'ignoranza mia, Ch'io vorrei del mio fallo esser digiuno.