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Dizion. 5° Ed. .
DIGIUNO.
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pag.315
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DIGIUNO. Definiz: | Sost. masc. Il digiunare, sia per precetto religioso, sia per propria volontà. |
Lat. jejunium. – Esempio: | Giamb. Tratt. mor. 201: Chi, sanza discrezione, li digiuni e le vigilie e gli altri simiglianti beni fae con menimamento di spirito,... hae tolto al cuore suo l'effetto, ovvero frutto di buona opera. | Esempio: | Fr. Giord. Pred. ined. 54: Più ti vale osservare uno die di digiuno in pane e in acqua per penitenzia data dal prete, che ec. | Esempio: | Dant. Parad. 22: Pier cominciò senz'oro e senz'argento, Ed io [Benedetto] con orazione e con digiuno, E Francesco umilmente, il suo convento. | Esempio: | Vill. G. 134: Con tutto il chericato di Roma, con solenni digiuni e orazioni, andò per tutte le principali chiese a processione. | Esempio: | Bocc. Decam. 1, 129: Oltre a' digiuni delle quaresime, che nell'anno si fanno dalle devote persone, ogni settimana ec. | Esempio: | E Bocc. Decam. 1, 130: Ad ogni uomo addiviene, quantunque santissimo sia, il parergli dopo lungo digiuno buono il manicare. | Esempio: | Cell. G. Maestruzz. volg. 1, 39: Il digiuno è allora laudabile, quando la carne indebolisce, e scema la forza in tal modo, che più agevolmente si sottometta allo spirito, e non perciò s'avaccia la morte. | Esempio: | Ar. Orl. fur. 40, 11: Ne l'esercito fan publico bando, Che sieno orazïon fatte e digiuno. | Esempio: | Bart. D. Cin. 2, 148: Il prezioso pesce che ivi soprabbonda, sembra loro delizia non confaccentesi coll'austerità del digiuno. | Esempio: | Mont. Poes. 1, 252: Venia poscia uno stuol quasi di scheltri, Dalle vigilie attriti e dal digiuno. | Esempio: | Giust. Vers. 227: Un corpo maschio, defunto di corto, Scavar di notte, in giorno di digiuno. |
Definiz: | § I. Usasi pure per Obbligo o Precetto di digiunare, ed altresì Giorno o Tempo di digiuno. – | Esempio: | Bart. D. Cin. 2, 148: Si prese a passare in null'altro che erbe e riso tutti i giorni, che per legge ecclesiastica ci asteniam dalle carni, or sia digiuno or no. | Esempio: | Pallav. Lett. 2, 73: Mi giugne (un dono) nel digiuno quaresimale. |
Definiz: | § II. Per Forzata astinenza dal cibo, ed altresì Mancanza o Soverchia scarsità di alimenti. – | Esempio: | Bocc. Decam. 2, 136: Quale la vita loro in cattività ed in continue lagrime, ed in più lunghi digiuni, che loro non sarien bisognati, si fosse, ciascuno sel può pensare. | Esempio: | E Bocc. Amet. 48: Però che le ramose quercie, abbondanti di molte ghiande, sodisfacevano a tutti i digiuni. | Esempio: | Ar. Orl. fur. 34, 57: Vienti a ricrear con noi, Chè 'l digiun lungo de' noiarti ormai. |
Definiz: | § III. E poeticam., per Fame; riferito anche ad animali e più specialmente voraci. – | Esempio: | Dant. Inf. 33: Poscia, più che il dolor, potè il digiuno. | Esempio: | Machiav. Comm. 314: Cessa ogni doglia Quando questo (il corpo) è ben pieno: Così non verrò meno or pel digiuno. | Esempio: | Ar. Orl. fur. 31, 2: L'acque parer fa saporite e buone La sete, e il cibo pel digiun s'apprezza. | Esempio: | Alam. L. Colt. 1, 113: E tal in breve andar magrezza sente, Ch'in piè sta a pena, e tra 'l digiuno e 'l freddo Non ha spazio a veder distrutto il ghiaccio. | Esempio: | Anguill. Ovid. Metam. 15, 116: Non pasce [la Fenice] il suo digiun di seme e d'erba, Ma d'ogni odor più prezïoso e santo. | Esempio: | Tass. Gerus. 19, 35: Lupo predatore.... Le chiuse mandre, insidïando, aggira, Secco l'avide fauci, e nel digiuno Da nativo odio stimulato e d'ira. | Esempio: | E Tass. Gerus. 20, 81: Qual da povera mensa a ricca cena Uom stimolato dal digiun si move. | Esempio: | Chiabr. Rim. 1, 309: Forse ver lei (Firenze) s'adira Crudo Marte fremente, O fier digiun l'umana vita infesta? (qui per Fame prodotta da carestia). |
Definiz: | § IV. Figuratam., e altresì in locuz. figur., prendesi per Desiderio ardente, Brama, e talora anche Ansietà; così in modo assoluto, come col compimento espresso. – | Esempio: | Dant. Parad. 15: Grato e lontan digiuno.... Soluto hai, figlio, dentro a questo lume In ch'io ti parlo, mercè di colei Ch'all'alto volo ti vestì le piume. | Esempio: | E Dant. Parad. 19: Solvetemi, spirando, il gran digiuno, Che lungamente m'ha tenuto in fame, Non trovandoli in terra cibo alcuno. | Esempio: | Petr. Rim. 1, 280: Send'io tornato a solver il digiuno Di veder lei, che sola al mondo curo. | Esempio: | But. Comm. Dant. 3, 445: Lo digiuno cagiona desiderio di mangiare, e però si pone qui per lo desiderio. | Esempio: | Bemb. Rim. 80: La bella imagin sua veduta in parte Il digiun pasce, e i miei sospiri acqueta. | Esempio: | Tass. Gerus. 9, 40: Mentre il Soldan, sfogando l'odio interno, Pasce un lungo digiun ne' corpi umani. |
Definiz: | § V. Digiuno delle campane, dicesi volgarmente l'Astinenza da ogni cibo fatta dalla mattina del Giovedì Santo, quando si legano le campane, fino alla mattina del Sabato Santo, quand'esse vengono sciolte: ma scherzevolmente è usato anche a significare Digiuno più lungo del conveniente, e quindi mal comportabile. – |
Esempio: | Fag. Rim. 1, 116: Ma di fare il digiun delle campane Quotidie, o mia Signora, io non mi sento. | Esempio: | E Fag. Rim. 4, 142: Io gli esorto (i figliuoli) al digiun delle campane, Celebro la dieta e il mangiar poco. |
Definiz: | § VI. E pure scherzevolmente prendesi per Tratto di tempo eguale alla durata di esso digiuno, ossia Due giorni. – |
Esempio: | Nell. Iac. Suoc. 3, 21: Ho pensato rinserrarlo, e farcelo stare il digiuno delle campane. |
Definiz: | § VII. Digiuno comandato, detto in dispregio a persona, vale Dedito solamente alla devozione e alle mortificazioni, Astinente da cose carnali, Tutto spirituale, e simili. – |
Esempio: | Cecch. Stiav. 3, 2: Da questi soppiatton, che paion sempre Un digiun comandato, è da guardarsi. |
Definiz: | § VIII. Cavar di digiuno, vale figuratam. Levar dalla miseria; e Trarsi dal digiuno, vale Uscir di miseria, Cessare di patir la fame. – |
Esempio: | Ar. Orl. fur. 17, 77: Le ricchezze del Turco hai [o Svizzero] non lontane; Caccial d'Europa, o almen di Grecia snida. Così potrai, o dal digiuno trarti, O cader con più merto in quelle parti. | Esempio: | Saccent. Rim. 1, 113: Massime voi che con tanta pietà M'avete infin cavato di digiuno. |
Definiz: | § IX. Rompere il digiuno, vale Prender cibo, Sdigiunarsi, ed altresì Prendere alcun cibo vietato nei digiuni: nel qual ultimo senso dicesi pure Guastare il digiuno. – |
Esempio: | Bart. D. Op. mor. 23, 126: E quivi non prima che tramontato il sole, rompere il digiuno, pascendo erbe e radici. |
Definiz: | § X. E Rompere il digiuno o Guastare il digiuno, detto di cibo o di bevanda, vale Far sì che il digiuno non venga, altrimenti osservato da chi gli prenda. – | Esempio: | S. Antonin. Confess. 68: Bere in fra giorno non rompe il digiuno, non lo faccendo per inganno. |
Definiz: | § XI. Solvere il digiuno, trovasi poeticam., e con locuzione latina, per Ristorarsi col cibo, Mangiare. – |
Esempio: | Alam. L. Avarch. 22, 26: Vadan dunque gli araldi e 'n vostro nome Comandin che ciascun l'albergo trove, Solva il digiun, poi di lucenti some D'arme esca carco alle battaglie nuove. |
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