Lessicografia della Crusca in rete

Volume 1 - Dizionario 4° Ed.
220) Dizion. 4° Ed. .
COCOLLA, e CUCULLA
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pag.687

COCOLLA, e CUCULLA.
Definiz: La Vesta di sopra, che portano i monaci. Lat. cucullus.
Esempio: Cavalc. med. cuor. A mensa tenevano lo cappuccio della cocolla sì chinato in sugli occhi, che niuna cosa altro potevan vedere, se non quello, che avevano innanzi.
Esempio: Bocc. nov. 21. 1. Credono troppo bene, ec. indosso messale la nera cocolla, che ella più non sia femmina, nè più senta ec.
Esempio: Pass. 140. Apparì il morto al Vescovo, mentre che diceva la messa per lui, in una cocolla candida come neve.
Esempio: Dant. Par. 9. Sempre col canto di que' fuochi pii, Che di sei ali fannosi cuculla.
Esempio: E Dan. Par. 22. Le mura, che soleano esser badía, Fatte sono spelonche, e le cocolle Sacca son piene di farina ria.
Definiz: §. I. Per similit.
Esempio: Burch. 1. 15. E le chiocciole, ch'hanno il cul nel nido, Han tolto alle lumache la cocolla.
Definiz: §. II. Cocolla, è anche una Sorta di fungo.

221) Dizion. 4° Ed. .
COCOMERAIO
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pag.687

COCOMERAIO.
Definiz: Campo, dove sono i cocomeri. Lat. cucumerarium. Gr. σικυήλατον.
Definiz: §. E Cocomeraio, chiamasi Colui, che vende i cocomeri.

222) Dizion. 4° Ed. .
COCOMERELLO
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pag.687

COCOMERELLO.
Definiz: Dim. di Cocomero. Lat. parvus cucumis. Gr. σικύδιον.
Definiz: §. Per Cocomero salvatico.
Esempio: Pallad. Colle barbe de' cocomerelli salvatichi pesti si bagnino.

223) Dizion. 4° Ed. .
COCOMERO
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COCOMERO.
Definiz: Frutto noto, di forma tonda, di buccia verde, di midolla acquosa, e di grato gusto ne' caldi ardenti. Lat. cucumer, cucumis. Gr. σίκυος.
Esempio: Amet. 47. E oltr'a ciò i lunghi melloni, e i gialli poponi co' ritondi cocomeri.
Esempio: Coll. SS. Pad. Mangiavano le cipolle, e gli agli, e i cocomeri, e i poponi.
Esempio: Alam. Colt. 5. 129. Il cocomer ritondo, immenso, e grave, Pien di gelato umor, conforto estremo Dell'interno calor di febbre ardente.
Esempio: Red. cons. 1. 176. Le frutte, che si potranno adoprare, sono le fragole, le ciliege, e cotte, e crude, gli sparagi, i fichi, i poponi, i cocomeri.
Definiz: §. I. Mettere ad alcuno un cocomero in corpo, o Cacciare ad alcuno un cocomero in corpo, vale Mettere uno in dubbio, e in pensiero. Lat. alicui scrupulum iniicere. Gr. δυσχέρειάν τινι ποιεῖν.
Esempio: Varch. Ercol. 69. Dicesi ancora mettere un cocomero in corpo.
Esempio: Lasc. Pinz. 5. 1. Oh che cocomero vogl'io cacciar loro in corpo!
Definiz: §. I. Avere un cocomero in corpo, o Stare con un cocomero in corpo, o simili, vale Avere alcun dubbio, che faccia stare sospeso, o timoroso, o con pensieri di strane risoluzioni.
Esempio: Pataff. 4. Di presente In sullo stomaco un cocomero abbo.
Esempio: Varch. Ercol. 69. Coloro, che non vogliono stare più irresoluti, ma vederne il fine, dicono: sia che si vuole, io non voglio star più con questo cocomero in corpo.
Esempio: Alleg. 49. Non permettere, ahimè, Giove, ch'io muoia Col cocomero in corpo, apri la via A queste mani, alla vendetta mia.
Definiz: §. III. Dicesi in proverb. Non saper tenere un cocomero all'erta; di chi ridice tutte le cose, o segrete, o non segrete, che gli son dette.
Esempio: Malm. 4. 47. Non so tenere un cocomero all'erta.

224) Dizion. 4° Ed. .
COCOMERO ASININO, e COCOMERO SALVATICO
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pag.687

COCOMERO ASININO, e COCOMERO SALVATICO.
Definiz: Spezie d'erba, che fa il frutto simile a un piccol cocomero. Lat. cucumer agrestis.
Esempio: Cr. 6. 41. 1. Il cocomero salvativo è erba nota, del cui sugo si fa lattovaro in questo modo.
Esempio: Volg. Diosc. Il cocomero asinino è simile in grandezza alle ghiande, ma un poco più lungo, e più grossetto.
Esempio: Tes. Pov. P. S. Lo sugo di cocomero asinino fa andare.
Esempio: E Tes. Pov. P. S. altrove: Radice di cocomero asinino dato a bere innanzi l'accesso, caccia la quartana.
Esempio: Ricett. Fior. 36. L'elaterio è il sugo cavato del frutto del cocomero salvatico, detto asinino.

225) Dizion. 4° Ed. .
COCUZZO
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pag.687

COCUZZO.
Definiz: Cocuzzolo. Lat. vertex, apex. Gr. κορυφή.
Esempio: Libr. Son. 73. In capo un berrettin rotto nel tetto, Che del cocuzzo uscisse un buon ciuffetto.

226) Dizion. 4° Ed. .
COCUZZOLO
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pag.687

COCUZZOLO.
Definiz: Mezzo della zucca del capo, intorno al quale si vanno rigirando i capelli; e dicesi ancora a Molte altre sommità, che abbiano dell'acuto, come campanili, monti, e simili. Lat. vertex, cacumen. Gr. κορυφή, κηραία.
Esempio: Franc. Sacch. rim. 26. E quelle, che gli portano suso accolti Sul cocuzzol raccolti.
Esempio: Libr. Astrol. La quinta è nel cocuzzol del capo, e chiamasi airoba, che è il polmone della cammella.
Esempio: Burch. 1. 23. Che portavan le cialde in su' cocuzzoli.
Esempio: Fir. dial. bell. donn. 362. Dalla infima parte delle piante alla sommità del capo, che volgarmente si chiama cocuzzolo.
Esempio: Boez. Varch. 1. 1. E talvolta si distendeva in modo, che pareva, che ella col cocuzzolo del capo toccasse il cielo.
Definiz: §. Per certa Scarsella, o Pellicino, che hanno alcune reti da pescare, e da uccellare. Lat. cucullus, Cresc. lat.
Esempio: Cr. 10. 17. 3. Tutte le salvatiche, nel cocuzzolo della rete, ch'è nel sopradetto fossato distesa, caccerai.

227) Dizion. 4° Ed. .
CODA
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pag.687

CODA.
Definiz: Quella parte del corpo de' bruti opposta al capo, congiunta alla spina della schiena. Lat. cauda. Gr. οὐρά.
Esempio: Bocc. nov. 79. 22. E non v'incresca, infinattanto ch'io abbia fatto le code a questi topi.
Esempio: E Bocc. nov. 90. 10. E questa sia bella coda di cavalla.
Esempio: E Bocc. appresso: Bestia, che tu se' ec. qual cavalla vedestu mai senza coda?
Esempio: Dant. Inf. 17. Ecco la fiera colla coda aguzza, Che passa i monti, e rompe i muri, e l'armi.
Esempio: E Dan. Inf. 24. Quelle ficcavan per le ren la coda, E 'l capo.
Esempio: E Dan. Purg. 24. Quei, che più n'ha colpa, Vegg'io a coda d'una bestia tratto.
Esempio: Petr. cap. 10. Urtar come lioni, e come draghi Colle code avvinchiarsi.
Esempio: E Petr. Frott. Che gran coda ha la volpe, e cade al laccio!
Esempio: Tass. Ger. 4. 4. E lor s'aggira dietro immensa coda.
Definiz: §. I. Mettersi la coda tra le gambe, modo proverb. che esprime l'Avere grandissima paura; tolta la metaf. da' cani.
Esempio: Pataff. 9. Allor mi messi la coda tra gambe.
Definiz: §. II. Levare la coda, o Alzar la coda, figuratam. vale Pigliar baldanza, Rallegrarsi.
Esempio: Bocc. g. 5. f. 3. Monna Aldruda, levate la coda, che buone novelle vi reco (quì è principio di una canzone in ischerzo usata in que' tempi)
Esempio: Pataff. 7. Doman lo saperrai, leva la coda.
Definiz: §. III. Aver buoni bracchi alla coda di alcuno; vale, Codiare, o Spiare con diligenza gli andamenti di alcuno; metaf. tolta da' bracchi, che inseguiscono la fiera.
Esempio: Bocc. nov. 26. 18. Io t'ho avuti migliori bracchi alla coda, che tu non credevi.
Definiz: §. IV. Aver la coda taccata di mal pelo, si dice in modo proverbiale di chi si ricorda delle ingiurie, e vuole a suo potere vendicarsene.
Esempio: Bocc. nov. 77. 25. Lo scolare, che di mal pelo avea taccata la coda, disse.
Definiz: §. V. Guastar la coda al fagiano, si dice di chi narrando un fatto, lascia il più bello. Lat. ver ex anno tollere. Gr. τὰ βελτίω τῆς ἐξεγέσεως σιγᾶν.
Definiz: §. VI. Saper dove il diavol tien la coda, vale Essere accorto, Sapere il conto suo. Lat. callidum, veteratorem esse. Gr. δολερὸς καὶ παλίμβολος ἀνήρ.
Esempio: Bocc. nov. 77. 70. La maggior parte (degli scolari) sanno dove il diavol tien la coda.
Esempio: Salv. Granch. 3. 9. So dove il diavol tien la coda, Quand'io non sapess'altro.
Esempio: Ciriff. Calv. 1. 27. Perocchè egli è malvagio, e pien di froda, E sa ben dove il diavol tien la coda.
Definiz: §. VII. Mettere la coda dove non va il capo, vale Essere entrante, e Cercar d'ottener per ogni guisa lo 'ntento suo.
Esempio: Morg. 18. 129. Dove 'l capo non va, metto la coda.
Definiz: §. VIII. Lisciar la coda, vale lo stesso, che Piaggiare, Far muine, Dar la soia; tolta la metaf. dallo stropicciar, che si fa talora i gatti per addimesticargli. Lat. blandiri, adulari. Gr. κολακεύειν.
Esempio: Ciriff. Calv. 4. 121. Ma quanto più gli lisciava la coda, E quel crudel superbo con dispetto Lo rampognava.
Esempio: Varch. Ercol. 56. Usansi ancora in vece d'adulare, soiare, o dar la soia ec. talvolta lisciar la coda.
v. LISCIARE, e LIGIARE.
Definiz: §. IX. L'asino non conosce la coda, se non quando e' non l'ha; proverbio esprimente, che Il bene si conosce, quando e' s'è perduto. Lat. malo accepto stultus sapit, sero sapiunt Phryges. Gr. ῥεχθὲν ὁ νήπιος ἔγνω, Omer. v. Flos 251.
Esempio: Lor. Med. canz. Che la coda par conosca L'asinin, quando e' non l'ha.
Esempio: Bellinc. 227. Che l'asinel conosce allor la coda, Quando e' non l'ha, dice un proverbio antico.
Esempio: Morg. 22. 118. E fai, come si dice, l'asinello, Che sempre par, che la coda conosche, Quand'e' non l'ha, che se 'l magian le mosche.
Definiz: §. X. È meglio esser capo di gatta, che coda di lione; proverbio, che vale, che È meglio esser il maggior tra i piccoli, che il minor tra' grandi. Lat. malo hìc esse primus, quam Romae secundus. v. Flos 252. e
CAPO §. XLII.
Definiz: §. XI. Aver alcuno nelle code, vale Averlo in tasca, Averlo in odio; modo basso.
Definiz: §. XII. Nella coda sta il veleno; proverbio esprimente, che Nell'ultimo consiste la difficultà, e 'l pericolo; tolta la metaf. da' serpenti, che nella coda, più che in altra parte, credesi da taluno aver raccolta la malvagità del veleno. Lat. in caudâ venenum.
Esempio: Red. Vip. 10. Conforme al trivial proverbio, il veleno altrove non istava, che nella coda.
Definiz: §. XIII. Coda, Membro genital dell'uomo. Lat. penis, cauda salax. Gr. πέος, Aristof.
Esempio: Bocc. nov. 21. 11. Forse stimava, che egli così senza coda, come senza favella fosse.
Esempio: E Bocc. nov. 61. 10. Fantasima, fantasima, che di notte vai, a coda ritta ci venisti, e a coda ritta te n'andrai.
Definiz: §. XIV. Coda, chiamano le donne Quella parte di capelli, che portano per lo più di dietro ravvolti, e ristretti insieme. Lat. capillitium. Gr. τρίχωμα.
Esempio: Cant. Carn. 102. Dell'acconciar questo è il modo; Come ben distesa l'hai La sua coda, e sciolto il nodo, Un dirizzatoio avrai Dritto bene, e lungo assai ec.
Esempio: E Cant. Carn. appresso: Stringi allor co i nastri, e lega Ben la treccia, e fatta poi, Donne, la coda si piega, E s'avvolge in quel, che vuoi.
Definiz: §. XV. Coda, diciamo anche a' Crini delle comete, che appariscon nel cielo. Lat. cauda. Gr. οὐρά.
Esempio: Varch. stor. 13. Si vede ec. una cometa con una risplendente coda.
Definiz: §. XVI. Coda, vale anco Fine. Lat. finis. Gr. πέρας.
Esempio: Carl. Fior. 107. Riprendono il troppo spesso uso di capitano in coda di verso.
Esempio: Morg. 7. 33. Mancato il capo, male sta la coda, Adunque male star de' tutto il dosso.
Definiz: §. XVII. Coda del sonetto, si dicono Quei versi, che sono in fine del sonetto dopo i quattordici primi versi.
Esempio: Red. annot. Ditir. 119. Sonetti colla coda, ec. quelli, che sono di 17. versi, il quindicesimo de' quali ha sette sillabe, e gli altri tutti ne hanno undici.
Esempio: E Red. annot. Ditir. 217. Va opinando, che da essi abbian forse auto origine i sonetti colla coda.
Definiz: §. XVIII. Coda, lo Strascico del manto de' cardinali, e prelati, delle donne, ec. Lat. syrma. Gr. σύρμα.
Esempio: Burch. 2. 20. L'altra è la coda, che voi strascinate, Faccendo della roba tal diserto.
Definiz: §. XIX. Coda dell'occhio, vale L'estrema parte dell'occhio allato alla tempia. Lat. canthus. Gr. κανθός.
Definiz: §. XX. Onde Guardar colla coda dell'occhio, che vale Guardar furtivamente, o di nascosto; lo che si dice anche Guardar sottecchi. Lat. limis oculis aspicere. Gr. παραβλέπειν.
Esempio: Bocc. nov. 77. 5. Cominciatolo colla coda dell'occhio alcuna volta a guardare.
Definiz: §. XXI. Coda del porro, o simili, vale l'Estremità, la Parte opposta a quella, che si chiama capo.
Esempio: Bocc. g. 4. pr. 14. Mostra male, che conoscano, che, perchè il porro abbia il capo bianco, che la coda sia verde (quì metaforicam. per dinotare una robusta vecchiezza, ed ancora atta a' servigj di Venere)
Definiz: §. XXII. Mangiare il porro dalla coda, vale Fare a rovescio, ed anche vale Cominciare a far una cosa da quel, che importa meno, o da quel, che si dovrebbe far dopo.
Definiz: §. XXIII. Coda, anche si dice all'Ultima parte d'un esercito, quando e' marcia.
Esempio: M. V. 9. 50. Il marchese avendo alla fronte il bello, e grande esercito ec. non si poteva volgere indietro a dar soccorso a Pavía, per non avere i nimici alla coda.
Esempio: Stor. Eur. 1. 7. Non volendo ec. partir di notte, e segreto ec. a cagione, che i nimici pensando, che per la paura e' fusse fuggito, non gli uscissero poi alla coda.
Esempio: Bemb. stor. 2. 26. E giunti alla coda dell'esercito loro, ne uccisero molti.
Esempio: Segn. stor. 1. 3. S'inviò coll'esercito ec. nella quale spedizione avendo infinite difficoltà per cagione delle vettovaglie, e del capitano della lega, che gli era continovamente ora alla coda, ora alla fronte.
Definiz: §. XXIV. Far coda, Andar dietro ad altrui per corteggiarlo, che si dice anche Far codazzo. Lat. aliquem cum catervâ comitari. Gr. παρακολουθεῖν.
Esempio: Stor. Aiolf. Donò Aiolfo l'arme, e 'l cavallo a' saccomanni della stalla, onde che tutti gli facien coda.
Esempio: Agn. Pand. Ma far, come fanno i più; sottomettersi a questo, far coda a quest'altro, per soprastare a' più degni.
Definiz: §. XXV. Far coda Romana, è un giuoco, che fanno i fanciulli ruzzando, nel quale corrono attorno appiccati colle mani a' vestimenti l'un dietro all'altro.
Definiz: §. XXVI. E per similit. vale Andar dietro ad alcuno schernendolo, e beffandolo.
Esempio: G. V. 10. 98. 2. E lo 'ngrato popolo di Roma gli fece coda Romana.
Definiz: §. XXVII. Appor code a code, vale Andare in lungo, Prolungarsi. Lat. producere, protrahere. Gr. ἀναβάλλειν.
Esempio: Buon. Fier. 1. 2. 2. Perch'ei torni di nuovo allo spedale ec. E 'l suo male apponendo code a code Ci stia sempre confitto.

228) Dizion. 4° Ed. .
CODA CAVALLINA
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pag.688

CODA CAVALLINA.
Definiz: Erba nota di più spezie, che nasce in luoghi acquosi. Lat. equisetum. Gr. ἵππουρις.
Esempio: Tes. Pov. P. S. Le foglie dell'erba chiamata coda cavallina saldano lo tagliamento delle intestine.
Esempio: E Tes. Pov. P. S. altrove: L'erba coda cavallina minore ec. pesta, e legata sana l'antrace.
Esempio: Serap. 64. Coda cavallina ec. lo colore delle sue foglie dichina a rossezza ec. le quali sono siccome zazzera, cioè, che pare quasi come coda di cavallo, e però è detta cauda equina, cioè coda cavallina.

229) Dizion. 4° Ed. .
CODA DI LIONE
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pag.688

CODA DI LIONE.
Definiz: Lat. ervangina. Gr. ὀροβάγχη.
Esempio: Ricett. Fior. 43. Bisogna avere avvertenza, che non si pigli in cambio dell'ipocistide un'altra pianta, che gli s'assomiglia, ma fa il fusto alto, e varia dal vero di colore, e si chiama volgarmente coda di lione, o pisciacane, ed è l'orobanche di Dioscoride.

230) Dizion. 4° Ed. .
CODARDAMENTE
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pag.688

CODARDAMENTE.
Definiz: Avverb. Con codardía, Vilmente, Vigliaccamente, Poltronescamente. Lat. ignavè, segniter. Gr. ῥαθύμως.
Esempio: Tes. Br. 7. 25. Egli fa tutte queste cose gelatamente, e codardamente.

231) Dizion. 4° Ed. .
CODARDÍA
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pag.688

CODARDÍA.
Definiz: Viltà, Vigliacchería, Poltronería. Lat. ignavia, inertia, socordia. Gr. ῥαθυμία, ἀργία.
Esempio: M. V. 4. 12. E 'l tiranno conosciuti gli uomini, tornati peggio che pecore per la lor codardía, gli trattò aspramente.
Esempio: Liv. M. Elli non dispregian nè mica vostra codardía, nè non si fidano in lor prodezze.
Esempio: Tes. Br. 7. 32. Codardía è in due maniere, l'una per paura del male, che ha avvenire, o per paura del male, ch'è presente; l'altra ec.
Esempio: Franc. Barb. 222. 4. Ed io rispondo, che malinconìa, Accidia, e codardía Fan desperanza, ch'è nemica ria.

232) Dizion. 4° Ed. .
CODARDO
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pag.688

CODARDO.
Definiz: Add.Vile, Pusillanimo, Poltrone. Lat. ignavus, socors, segnis. Gr. ῥάθυμος.
Esempio: Tes. Br. 7. 32. La mano del forte ha signoría, e la mano del codardo serve altrui.
Esempio: Liv. M. Quandunque voi avete pace, e riposo, allora siete fieri, e in battaglia codardi.
Esempio: Vit. Plut. Scipione disprezzava questo consiglio, e chiamava Cato, codardo.
Esempio: Cavalc. Specch. cr. Sarà codardo cavaliere, e sanza gloria.
Esempio: S. Grisost. Temer le pene è segno d'anima vile, e codarda.

233) Dizion. 4° Ed. .
CODAZZA
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pag.688

CODAZZA.
Definiz: Coda. Lat. cauda. Gr. οὐρά, κέρκος.
Esempio: Introd. Virt. Il duodecimo dì cadranno stelle di cielo, con codazze di fuoco.
Esempio: M. V. 3. 36. Alla ritratta de' nimici usciron fuori del borgo, e feciono alla codazza danno, e vergogna.
Definiz: §. I. Per similit. la Parte di dietro, o ultima di checchessia.
Esempio: Cr. 10. 20. 1. Quando le vede, tende le reti intorno, con alcuni pali fitti, annodati alla fine della rete, e la codazza con cerchielli aperti stende, e distese le reti va innanzi collo scudo verso le pernici, e nella coda delle reti appoco appoco le pigne.
Definiz: §. II. Per Codazzo.
Esempio: Ciriff. Calv. 4. 127. Ma il Pover sempre avea seco codazza.

234) Dizion. 4° Ed. .
CODAZZO
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pag.688

CODAZZO.
Definiz: Seguito di moltitudine dietro a gran personaggio per corteggiarlo. Lat. caterva, comitatus. Gr. στίφος, σπεῖρα.
Esempio: Boez. Varch. 2. 5. E se tu per ventura stimi, che l'aver dietro gran codazzo di famigliari ti faccia felice ec.
Esempio: Bern. rim. E han dietro un codazzo Di marchesi, e di conti.
Esempio: Iac. Sold. Sat. 1. Quel, che arrancando va dietro al secondo Ordin del bisognoso, e vil codazzo.
Esempio: Buon. Fier. 3. 2. 18. E dietro un gran codazzo di scolari.
Esempio: E Buon. Fier. appresso: Se non ha seco qualche cagna a cane, Non si vedrà codazzo altro seguace.
Esempio: Malm. 9. 48. Pur col suo codazzo, N'andò per alloggiar anch'ei in palazzo.
Definiz: §. Onde Far codazzo, che vale lo stesso, che Far corte, Far coda. Lat. comitari, latus stipare. Gr. συνακολουθεῖν.
Esempio: Tac. Dav. ann. 1. 28. Fu ec. provveduto che ec. codazzo, o cerchio intorno a loro uscenti in pubblico Romano cavaliere non facesse.
Esempio: Varch. stor. 8. Parte per far codazzo a lui, e parte per far paura.

235) Dizion. 4° Ed. .
CODERINO
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pag.688

CODERINO.
Definiz: Add. di Coda.
Esempio: Pataff. 2. Pur ciccia coderina in gozzoviglia.

236) Dizion. 4° Ed. .
CODERONE
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CODERONE.
Definiz: Sorta di giuoco usato da' fanciulli.
Esempio: Cron. Morell. 270. Fa' de' giuochi, che usano i fanciulli, agli aliossi, alla trottola, a' ferri, a' naibi, a coderone, e simili.

237) Dizion. 4° Ed. .
CODETTA
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pag.688

CODETTA.
Definiz: Dim. di Coda. Lat. peniculus. Gr. σπόγγος.
Esempio: Red. Oss. an. 172. Ogni bernoccolo racchiudeva un verme bianchissimo, e vivo di figura piana con un poco di codetta in una delle sue estremità.

238) Dizion. 4° Ed. .
CODIARE
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CODIARE.
Definiz: Andar dietro a uno senza ch'e' se n'accorga, spiando con diligenza quel, che e' fa, o dove e' va. Lat. observare, assectari. Gr. ἐπιτηρεῖν.
Esempio: Liv. M. Coloro, di cui egli ebbe alcuna sospeccione, o ch'egli codiava.
Esempio: Luic. Luig. Pulc. Bec. 3. E' gaveggin ti vengono codiando.
Esempio: Tac. Dav. stor. 1. 265. Codiavano tutti coloro, che nobiltà, ricchezza, o altro splendore esponeva a' pericoli.

239) Dizion. 4° Ed. .
CODIATORE
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CODIATORE.
Definiz: Che codia. Lat. observator, assectator. Gr. ἀκόλουθος, ἐπίσκοπος.