Lessicografia della Crusca in rete

Volume 2 - Dizionario 5° Ed.
260) Dizion. 5° Ed. .
BELLOCCIO
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pag.127

BELLOCCIO.
Definiz: Add. Alquanto bello, Piuttosto bello; e dicesi specialmente di una bellezza alquanto rigogliosa. –
Esempio: Firenz. Pros. 1, 169: Deh guatala come l'è belloccia oggi questa Tonia.
Esempio: Grazz. Comm. 136: Ma che cosa è che non faccia una fanciulla innamorata? oh come è ella ora frescoccia e belloccia in quel letto!
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 544: Il pulcher appartiene alla cittadinesca bellezza, pulcher Iulus; il formoso, il belloccio, alla bellezza di villa, formosum pastor Coridon ardebat Alexin.
Definiz: § E dicesi anche per Rigoglioso, Che è piuttosto grande e grosso. –
Esempio: Fag. Rim. 2, 168: Banchetti hanno ogni dì da carnovali [i gatti]; E ognun sì lautamente è governato, Che crescon su bellocci e badiali.

261) Dizion. 5° Ed. .
BELLONE.
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pag.131

BELLONE.
Definiz: Accrescit. di Bello. Molto bello. –
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 291: Perdio, non vidi mai uomini più belloni nè più rugiadosi di questi.
Esempio: Cecch. Stiav. 4, 3: Ha in casa una femina Di queste stiave, tant'alta, e bellona.
Esempio: Adim. A. Ador. Mag. 123: Eccola; oh la s'è fatta bellona!
Definiz: § S'usa anche a dinotare Grandezza, Abbondanza, e simili, in una cosa. –
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 117: Ma la neve cade soffice soffice, bellona bellona, e senza strepito.

262) Dizion. 5° Ed. .
BELLUCCIO
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pag.131

BELLUCCIO.
Definiz: Diminut. di Bello. E s'usa come in celia, e talvolta per un certo vezzo. –
Esempio: Red. Ditir. 40: Ariannuccia vaguccia, belluccia, Cantami un poco e ricantami tu Sulla mandola la cuccurucù.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 237: Eccole un sonettuccio miserabile, che ho spippolato oggi; il poverino avrebbe voglia d'essere belluccio, ma non se la cava.
Esempio: Nell. Iac. Astratt. 1, 7: Siete tanto belluccio e garbato.
Esempio: E Nell. Iac. Astratt. 1, 9: Queste vedovette, quando restan tali nella sua fresca età, e che si riconoscono un po' bellucce, son capricciose quanto il diavolo.

263) Dizion. 5° Ed. .
BELLUINO
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pag.131

BELLUINO.
Definiz: Add. Di bestia, Appartenente a bestia.
Dal lat. belluinus. –
Esempio: Vallisn. Op. 2, 18: Può solo darsi il caso che alcuna volta possano que' vermicelli essere egualmente ingordi del sangue umano, che del belluino.

264) Dizion. 5° Ed. .
BELLUMORE, che anche BELL'UMORE disgiuntamente si scrive.
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pag.131

BELLUMORE, che anche BELL'UMORE disgiuntamente si scrive.
Definiz: Sost. masc. Dicesi d'Uomo allegro, faceto e bizzarro. –
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 5, 1: In questa valle Spiriti forse stanno scherzatori, Spiriti da trastullo, Spiriti begliumori.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 9: Quell'altro bellumore, che indorò il Culiseo.
Esempio: Nell. Vecch. 3, 15: Ne ha trovat'uno forastiero [pittore],.... che è un prodigio; bellumore, di spirito capriccioso, un po' bizzarro all'usanza de' pittori.
Definiz: § S'usa anche a significare Colui che vuol fare il bravo e lo sgherro, che vuol sopraffare altrui con parole o con fatti: ma in questo senso s'usa più specialmente nel modo Fare il bellumore. –
Esempio: Lipp. Malm. 10, 18: E dove sarebb'ita un po' a rilente Nel far con Calagrillo il bellumore, Or c'ha la barca assicurata in porto, Per sette volte almanco lo vuol morto.
Esempio: Red. Poes. 248: Ma se caparbio in fare il bellumore, Ei non vorrà che qui s'accenda il fuoco, Se mi vien sotto gli farò tal giuoco, Che potrebbe scottarlo a tutte l'ore.
Esempio: Baldov. Comp. dramm. 3: E ch'i' t'insegno Con quel linguino intinto nel savore A non far tanto tanto il bellumore.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 8, 20: L'esser maggiore Più gli farebbe fare il bellumore.

265) Dizion. 5° Ed. .
BELLURIA
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pag.131

BELLURIA.
Definiz: Sost. femm. Voce bassa, che significa Bella apparenza, usato più specialmente ne' modi Far belluria, Per belluria, e simili.

266) Dizion. 5° Ed. .
BELO
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pag.131

BELO.
Definiz: Sost. masc. La voce che manda fuori la pecora, la capra, e simili; più comunemente Belato. –
Esempio: Med. L. Op. 2, 49: Non si sentiva il doloroso belo Della madre, che perde il caro agnello.
Esempio: Mart. L. Op. 68: Il mio gregge e l'altrui si vedea spesso Venirmi attorno, e lassar prati e fonti, E pianger meco in angosciosi beli.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 3, 199: Non mandò fuora mai risposta intelligibile, ma voce aspra e mista fra l'anitrire del cavallo e 'l belo del becco.
Esempio: Salvin. Ciclop. 7: De' figli pargoletti I beli ti desiano, Che tutto il dì si giacciono.
Definiz: § Belo dicesi anche per Pianto, Lamento; ma è voce bassa e da scherzo. –
Esempio: Lipp. Malm. 7, 92: E giunto a casa ringraziando il cielo, Entra in sala, e di posta fa un belo.
Esempio: Not. Malm. 2, 613: Fa un belo; subito comincia a piangere, a belare.

267) Dizion. 5° Ed. .
BELONE.
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pag.131

BELONE.
Definiz: Sost. masc. Colui che ha per costume di belare, cioè di piagnucolare e di lamentarsi per ogni più piccola cosa. Voce familiare che usasi più comunemente rispetto a' fanciulli.

268) Dizion. 5° Ed. .
BELTÀ, BELTADE e BELTATE.
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pag.131

BELTÀ, BELTADE e BELTATE.
Definiz: Sost. femm. Astratto di Bello; lo stesso che Bellezza, ma è voce piuttosto propria della poesia. –
Esempio: Rim. Ant. F. Amor. Fir. 2, 76: Sobranzami la morte, qual rimiro, Affigurando la vostra beltate.
Esempio: Petr. Rim. 1, 35: Quanta vede vertù, quanta beltade, Chi gli occhi mira.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 195: Or quando mai Fu per somma beltà vil voglia spenta?
Esempio: Bocc. Decam. 2, 249: Di che voi tutta giuliva viverete, e più della vostra beltà vi diletterete.
Esempio: Tass. Gerus. 4, 23: Donna, a cui di beltà le prime lodi Concedea l'orïente, è sua nepote.
Esempio: Segner. Crist. instr. 3, 455: La beltà naturale è data alle donne immediatamente da Dio;.... non così la beltà artificiale, aggiunta da esse co i lisci, co i lustri.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 4, 2: Perchè, donne mie care, la beltà Ha l'ale al capo, alle spalle ed a' piè, E vola.
Esempio: Metast. Dramm. 3, 124: O sovrumano Poter della beltà.
Definiz: § Beltà poeticam. si usa anche per Donna bella. –
Esempio: Tass. Gerus. 18, 10: Deh, nè voce che dolce o pianga o canti, Nè beltà che soave o rida o guardi, Con tenere lusinghe il cor ti pieghi.

269) Dizion. 5° Ed. .
BELVA
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pag.131

BELVA.
Definiz: Sost. femm. Bestia; e dicesi propriamente delle bestie feroci e assai grandi, come il leone, il lupo, la tigre, e simili. –
Dal lat. bellua. –
Esempio: Dant. Purg. 14: Vende la carne loro, essendo viva, Poscia gli ancide come antica belva, Molti di vita e sè di pregio priva.
Esempio: Poliz. Rim. 2, 3: Quel riso ond'io mi appago, Ch'arder farebbe i sassi, Che fa per questa selva Mansueta ogni belva.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 22: Qual per le selve nomade o massile Cacciata va la generosa belva, Che ancor fuggendo mostra il cor gentile, E minacciosa e lenta si rinselva.
Esempio: Tass. Gerus. 15, 51: Quante belve L'Ercinia ha in sen, quante l'ircane selve.
Esempio: Mont. Poes. 2, 174: Che signor delle selve Valor lo fece ed arbitro [il leone] De l'altre belve.

270) Dizion. 5° Ed. .
BELVEDERE.
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pag.131

BELVEDERE.
Definiz: Sost. masc. Luogo più o meno elevato, donde si ha un bel prospetto di città o di campagna.
Definiz: § I. Belvedere dicesi anco una Sorta di pianta, i cui rami leggieri servono a far granate per pulire dalla loppa il grano battuto; è detta dai botanici chenopodium scoparia.
Definiz: § II. Belvedere trovasi usato scherzevolmente per il Deretano. –
Esempio: Lipp. Malm. 9, 60: Ma trattenuta poi dalla modestia Di non mostrare intanto belvedere, Getta nel muso al medico da succiole L'unguento.
Esempio: Not. Malm. 2, 731: Per Belvedere o Bel di Roma intendiamo il culo.

271) Dizion. 5° Ed. .
BELZEBÙ.
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pag.131

BELZEBÙ.
Definiz: Sost. masc. Nome speciale di diavolo; e talora pigliasi come nome generico di tutti i diavoli, e specialmente del gran diavolo, o Lucifero.
Voce ebraica, formata da baal, signore, e zebub, mosca. –
Esempio: Dant. Inf. 34: Luogo è laggiù da Belzebù rimoto Tanto, quanto ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 9, 91: O maladetto o abominoso ordigno, Che fabricato nel tartareo fondo Fosti per man di Belzebù maligno, Che ruinar per te disegnò il mondo.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 99: Argante, il tuo periglio allor tal era Quando aiutarti Belzebù dispose.

272) Dizion. 5° Ed. .
BELZUAR e BEZZUAR, BEZZOAR e BEZZOARRE.
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pag.131

BELZUAR e BEZZUAR, BEZZOAR e BEZZOARRE.
Definiz: Sost. masc. e femm. Sorta di concrezione a modo di pietra, che si forma nel ventricolo, negl'intestini e nella vescica di certi animali, e alla quale si attribuirono molte, ma imaginarie, virtù medicinali; onde si contraffaceva anche artificialmente per cavarne guadagno.
Dal pers. bedzahar, antidoto. –
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 2, 3: Avvertasi Alla belzuar; le fucine De' fonditori ne producon molte Con altre pietre e preziose e vili.
Esempio: Segner. Pred. 1, 3: Non i bezzuarri orientali, non le perle macinate, non gli ori potabili, non i giulebbi gemmati.
Esempio: Pallav. Ben. 132: Se di questa virtù si spogliasse il più fino bezzoarre d'Oriente, e il più eccellente alicorno d'Africa, nulla più si cercherebbono.

273) Dizion. 5° Ed. .
BELZUINO. –
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pag.132

BELZUINO. –
V. Belgiuino.
274) Dizion. 5° Ed. .
BEMBÈ.
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pag.132

BEMBÈ.
Definiz: Parola formata da Bene bene, troncando le due voci e congiungendole; e vale lo stesso, ma per lo più ironicamente. –
Esempio: Franc. Son. 40: Cacasevo! bembè tu hai studiato.
Esempio: Gell. Capr. Bott. 12: Bembè, tu non temi la croce, tu non sarai il fistolo, com'io pensava.
Esempio: Ambr. Cofan. 2, 3: Bembè, io non mene Maraviglio niente.

275) Dizion. 5° Ed. .
BENACCIONE
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pag.132

BENACCIONE.
Definiz: Propriamente è accrescitivo dell'inusitato Benaccio; ed è voce da scherzo per significare un gran bene. –
Esempio: Allegr. Lett. Ser Poi 9: Sempre ho voluto, molto magnifico M. Giovanni, un benaccion da balie al vostro messer Francesco Petrarca.
Esempio: Red. Lett. 1, 119: Dal male così lungo dell'anno passato ne ho ritratto un bene, che veramente è benaccione, da dargli dell'eccellenza.

276) Dizion. 5° Ed. .
BENAFFETTO, che anche scrivesi disgiuntamente Bene affetto
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pag.132

BENAFFETTO, che anche scrivesi disgiuntamente Bene affetto.
Definiz: Add. Affezionato, Di animo benevolo verso di uno. –
Esempio: Buonarr. Oraz. I, 3, 187: La grazia delle molte amicizie.... avendo le sue radici nel merito e nel proceder di colui, a cui molti amici vivono benaffetti, seppe egli per laudabilissimo modo usare.
Esempio: Lipp. Malm. 3, 24: Queste flemme putride e viscose Mostran che benaffetto agli ortolani Ei vuol ire a 'ngrassare i petronciani.
Esempio: Not. Malm. 1, 252: Benaffetto, di buona affezione, affezionato, amorevole; ed è detto come benavventurato, benaugurato, e simili.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 561: Uno degli strumenti politici, possenti a tener benaffetti gli animi de' vinti, fu l'accomunare con essi la lingua de' vincitori.

277) Dizion. 5° Ed. .
BENALLEVATO.
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pag.132

BENALLEVATO.
Definiz: Add. Allevato con buon costume, Che ha avuto buona educazione. –
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 112: Quest'uso è un giovane e rigoglioso signore, ricco, benallevato, che non vuole esser fatto fare dai grammatici (qui figuratam.).

278) Dizion. 5° Ed. .
BENANDATA
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pag.132

BENANDATA.
Definiz: Sost. femm. Mancia che si dà nel partirsi al garzone dell'oste o dell'albergatore, ed anche al vetturino che ci ha condotto. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 28, 58: Avendo alcun danari,.... Che avanzato m'avea de' miei salarj E de le benandate di molti osti.
Esempio: Cellin. Vit. 168: E chiesemi la benandata; ond'io gli detti parecchi di quelle piccole monete veneziane.
Esempio: Ner. I. Pres. Samm. 6, 45: Attraversano e valli e fiumi e monti Senza dar benandata o cambiar poste.
Definiz: § I. E per Mancia qualunque, Regalo, Ricompensa. –
Esempio: Albizz. R. Commiss. 31, 320: Per benandata al guardiano delle cose di galera, carlini V.
Esempio: Adim. A. Ador. Mag. 36: Voglio far in maniera, che oltre al pagamento v'abbiano a dare cento scudi di benandata.
Definiz: § II. E per Quella somma di denaro che si dà altrui, perchè consenta a renunziare a un suo diritto, come di lasciar prima del tempo una casa, una bottega, un podere.

279) Dizion. 5° Ed. .
BENAUGURATO.
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pag.132

BENAUGURATO.
Definiz: Add. Di buon augurio, ovvero Fatto con buon augurio. –
Esempio: Not. Malm. 1, 252: Benaffetto.... è detto come benavventurato, benaugurato e simili.