Lessicografia della Crusca in rete

Volume 5 - Dizionario 4° Ed.
260) Dizion. 4° Ed. .
VENUSTÀ, VENUSTADE, e VENUSTATE .
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pag.235

VENUSTÀ, VENUSTADE, e VENUSTATE .
Definiz: Lat. venustas. Gr. εὐσχημονία.
Esempio: Fir. dial. bell. donn. 385. Venustà adunque nella donna sarà uno aspetto nobile, casto, virtuoso, riverendo, ammirando, e in ogni suo movimento pieno d'una modesta grandezza.
Esempio: E Fir. dial. bell. donn. 344. Vedremo, che cosa è leggiadría, che vuol dire vaghezza, che intendiamo per la grazia, che per la venustà.
Esempio: E Fir. dial. bell. donn. 368. Con tanta grazia, e con tanta venustà, che voi non avete cagione da riporvi, ma sì bene mostrarvi più, che voi non fate.
Esempio: E As. 156. La presero a domandare qual fusse la cagione, che con così brutto piglio ella adombrasse la venustà de' suoi occhi scintillanti.

261) Dizion. 4° Ed. .
VENUSTO.
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pag.236

VENUSTO.
Definiz: Add. Che ha venustà. Lat. venustus. Gr. χαρίεις.
Esempio: Amet. 41. Agli occhi vaghi di lei l'avveniticcio giovane di venusta forma non simile al rustico animo apparve.
Esempio: Dant. Par. 32. A cui Cristo le chiavi Raccomandò di questo fior venusto.
Esempio: Lett. Rom. stat. G. Cr. Colla faccia senza alcuna crespa, o macula, la quale è temperatamente venusta.

262) Dizion. 4° Ed. .
VENUTA
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pag.236

VENUTA.
Definiz: Sust. Verbale. Il venire. Lat. adventus. Gr. παρουσία.
Esempio: Amet. 17. Ameto alla venuta delle due ninfe di sopra i verdi cespiti levò il capo.
Esempio: Bocc. nov. 86. 10. Il quale per la venuta di Pinuccio si destò.
Esempio: E Bocc. nov. 100. 24. Intendo in questa sua prima venuta d'onorarla.
Esempio: Dant. Inf. 2. Temo, che la venuta non sia folle.

263) Dizion. 4° Ed. .
VENUTO.
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pag.236

VENUTO.
Definiz: Add. da Venire.
Esempio: Amet. 9. Le compagne di Lia, vedutolo, a forza ritennero le vaghe risa agli occhi già venute per dimostrarsi.
Esempio: E Amet. 28. Libera lasciando la mano, nella quale fiori colti per gli venuti boschi portava (cioè: pe' boschi, per li quali era venuta)
Definiz: §. Ben venuto, maniera di salutare chi arriva.
Esempio: Bocc. nov. 20. 10. Messere, voi siate il ben venuto.
Esempio: Lasc. Gelos. 1. 4. Buona notte, Alfonso mio, tu sii il molto ben venuto.

264) Dizion. 4° Ed. .
VENUZZA.
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pag.236

VENUZZA.
Definiz: Dim. di Vena; Vena piccola. Lat. venula. Gr. φλέβιον.
Esempio: Fir. dial. bell. donn. 404. Le palpebre ec. vergheggiate con certe venuzze vermigliette ec. fanno grande aiuto alla universal bellezza dell'occhio.

265) Dizion. 4° Ed. .
VEPRE
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pag.236

VEPRE.
Definiz: V. L. Spezie di pruni. Lat. vepres. Gr. ἄκανθαι.
Esempio: Amet. 58. Come la paurosa lepre nelle vepri nascosa ascoltante intorno a quelle le boci degli abbaianti cani.
Esempio: E Amet. 91. Per più secoli stette distrutta, e di vepri riempiuta, e di pruni.
Esempio: Ar. Fur. 12. 87. Si va ad ogni cespuglio, ad ogni vepre, Se per ventura vi fosse coperta.
Esempio: Bemb. Asol. 2. 83. Il loglio, la felce, i vepri, le lappole ec. dello sua possessione scegliesse.

266) Dizion. 4° Ed. .
VER.
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pag.236

VER.
Definiz: Preposizione accorciata da Verso.
Esempio: Tes. Br. 2. 40. Vi si apprende la punta dell'aco ver quella tramontana, a cui quella faccia giace.
Esempio: Petr. canz. 38. 1. Là ver l'aurora, che sì dolce l'aura Al tempo nuovo suol muovere i fiori.
Esempio: Dant. Par. 5. Sì vid'io ben più di mille splendori Trarsi ver noi.
Esempio: Fir. As. 325. Volta ver me con un atto sì di pietate adorno, che ridir non ve lo potrei, mi disse.
Esempio: Tass. Ger. 17. 1. Gazza è Città della Giudea nel fine, Su quella via, ch'in ver Pelusio mena.

267) Dizion. 4° Ed. .
VERACE
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pag.236

VERACE.
Definiz: Add. Vero, Che ha in se verità. Lat. verus, verax. Gr. ἀληθής.
Esempio: Bocc. nov. 3. 4. Io saprei volentieri da te, quale delle tre leggi tu reputi la verace.
Esempio: Nov. ant. proem. Comune sentenzia, e verace si è, che della baldanza del cuore parla la lingua.
Esempio: Dant. Purg. 18. Vostra apprensiva da esser verace Tragge intenzione.
Esempio: E Dan. Par. 3. Che la verace luce, che le appaga, Da se non lascia lor torcer li piedi.
Esempio: Petr. canz. 49. 11. Raccomandami al tuo figliuol verace Uomo, e verace Dio.
Esempio: Esp. Pat. Nost. Piene di verace beatitudine.
Esempio: Tesorett. Br. Perchè la gente invizia La verace amicizia.
Esempio: Tass. Ger. 2. 60. Ma verace valor, benchè negletto, È di se stesso a se fregio assai chiaro.
Definiz: §. Verace, vale talora Che dice il vero, Veritiero.
Esempio: Ar. Fur. 30. 49. Scrive Turpin verace in questo luogo, Che due, o tre giù ne tornaro accesi.

268) Dizion. 4° Ed. .
VERACEMENTE.
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pag.236

VERACEMENTE.
Definiz: Avverb. Veramente, Con verità, In verità, Nel vero. Lat. vere, veraciter. Gr. ἀληθῶς.
Esempio: Vit. Crist. Veracemente ella è vedova, e abbandonata, e non ha ove torni.
Esempio: Mor. S. Greg. Tanto più veracemente manifestasse i sacramenti della passione sua.
Esempio: Cavalc. Med. cuor. Veramente lo mormorare contro a Dio non giova niente.
Esempio: Esp. Pat. Nost. Ella è veracemente novella, e disviata dall'altre leggi.
Esempio: Cosc. S. Bern. Colui, che veramente si pente, e veracemente si duole del peccato suo, senza dubbio, e senza dimora riceverà la perdonanza.
Esempio: Petr. son. 110. E so ch'io ne morrò veracemente.
Esempio: Pass. 93. Assolvendo i peccatori, i quali umilmente, e veracemente confessano i lor peccati, colla vertude delle commesse chiavi.

269) Dizion. 4° Ed. .
VERACISSIMO
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pag.236

VERACISSIMO.
Definiz: Superl. di Verace. Lat. veracissimus, verissimus. Gr. ἀληθέστατος.
Esempio: Amet. 101. Tu, o solo amico, e di vera amistà veracissimo esemplo ec.
Esempio: Bocc. lett. Pin. Ross. 285. Manifestissima cosa è, che lui maestro veracissimo alcuni chiamarono seduttore.
Esempio: E Bocc. nov. 1. 32. A me vegna quel veracissimo corpo di Cristo, il qual voi la mattina sopra l'altare consecrate.
Esempio: Esp. Pat. Nost. De' rami dell'albero di veracissima misericordia, e de' suoi continenti.

270) Dizion. 4° Ed. .
VERACITÀ, VERACITADE, e VERACITATE .
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pag.236

VERACITÀ, VERACITADE, e VERACITATE .
Definiz: Astratto di Verace; Verità. Lat. veritas. Gr. ἀλήθεια.
Esempio: Guicc. stor. 10. Simulando il contrario come contro la fama della sua veracità.

271) Dizion. 4° Ed. .
VERAMENTE
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pag.236

VERAMENTE.
Definiz: Avverb. Con verità, In verità, Certamente. Lat. vere, certe. Gr. ἀληθῶς, δηλαδή.
Esempio: Bocc. nov. 79. 30. Veramente, maestro, voi le sapete troppo più, che io non avrei mai creduto,
Esempio: E Bocc. nov. 93. 6. Veramente io mi fatico in vano.
Esempio: Petr. son. 201. Alto pensiero, E veramente degno di quel petto.
Esempio: Dant. Par. 8. Che veramente provveder bisogna Per lui, o per altrui.

272) Dizion. 4° Ed. .
VERATRO.
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pag.236

VERATRO.
Definiz: Elleboro bianco.
Esempio: Libr. cur. malatt. Il veratro sì ée nocevolissimo, se non si usa al tempo, e ben corretto.
Esempio: Ar. Sat. 6. Che col tosco Mastro Batista mescoli il veratro.

273) Dizion. 4° Ed. .
VERBACCIO.
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pag.236

VERBACCIO.
Definiz: Peggiorat. di Verbo.
Esempio: Rusp. Son. 3. 205. Donde condusse già le ceste piene D'ogni verbaccio fracido, e intignato.

274) Dizion. 4° Ed. .
VERBALE.
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pag.236

VERBALE.
Definiz: Add. Di verbo, Di parola.
Definiz: §. Verbale, è anche termine grammaticale, ed è aggiunto di Nome dependente dal verbo, e formato dal verbo.
Esempio: Varch. Ercol. 253. Dall'altro lato noi abbondiamo de' verbali (nomi) come fattore, ovvero facitore ec.

275) Dizion. 4° Ed. .
VERBENA.
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pag.237

VERBENA.
Definiz: Erba nota. Lat. verbena. Gr. περιστερεών.
Esempio: Tes. Pov. P. S. La corona di verbena posta in capo toglie ogni doglia.
Esempio: E Tes. Pov. P. S. appresso: Togli la verbena, e tritala con uovo ec.
Definiz: §. Per Vermena.
Esempio: Bern. Orl. 2. 26. 59. Perchè volendo saltare una macchia, Per le gambe lo prese una verbena, Come si piglia al vischio una cornacchia.

276) Dizion. 4° Ed. .
VERBIGRAZIA
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pag.237

VERBIGRAZIA.
Definiz: V. L. Posta avverbialm. vale Per esemplo. Lat. verbi gratia, exempli caussa. Gr. λόγου χάριν.
Esempio: Cavalc. Med. cuor. Fue la giustizia perseguitata dalla ingiustizia, cioè li giusti dagl'ingiusti; verbigrazia, ecco Abel, che fu lo primo innocente ec.
Esempio: S. Grisost. Come, verbigrazia, quando una nobil donna, e signorile volendo fare ec.
Esempio: Bern. Orl. 2. 5. 5. Se quella catena Posta sotto le mense apparecchiate Volesse, verbigrazia, dir la pena Delle genti, ch'al ventre si son date.
Esempio: E Ber. rim. 1. 13. Però sia detto per un verbigrazia, Ch'e' non si dica poi ec.
Esempio: Vinc. Mart. rim. 56. Allegandogli il libro a tante carte, Un verbigrazia da chi voi l'avete (in questi due ultimi esempj è in forza di nome)

277) Dizion. 4° Ed. .
VERBO.
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pag.237

VERBO.
Definiz: Parola. Lat. verbum. Gr. λόγος, ῥῆμα.
Esempio: G. V. 11. 2. 26. E con tutto che in Latino, come la mandò, fosse più nobile, e di alti verbi, e intendimenti per li belli latini di quella, ci parve di farla volgarizzare.
Esempio: Dant. Inf. 25. Ei si fuggì, che non parlò più verbo.
Esempio: Ar. Fur. 30. 45. Non vuol più dell'accordo intender verbo, Ma si lancia del letto, ed arme grida.
Esempio: Fr. Iac. T. 3. 20. 9. O mia vita maladetta ec. Che sprezzò leggi, e statuti, E di Dio le sante verba.
Definiz: §. I. Verbo a verbo, posto avverbialm. vale A parola a parola, Per l'appunto. Lat. adamussim.
Esempio: G. V. 11. 2. 25. La quale in questa nostra opera ci pare degno di mettere in nota verbo a verbo.
Definiz: §. II. Verbo Divino, o di Dio, e talora anche Verbo assolutam. s'intende Gesù Cristo Figliuolo di Dio. Lat. verbum.
Esempio: Bocc. vit. Dant. 247. E in altre maniere assai mostrarci l'alto misterio della Incarnazione del Verbo divino.
Esempio: Dant. Par. 7. Finchè al verbo di Dio di scender piacque.
Definiz: §. III. Verbo, termine gramaticale, che dinota azione, a distinzione del nome, che significa cosa.
Esempio: Dant. Par. 18. Diligite iustitiam primai Fur verbo, e nome di tutto 'l dipinto.
Esempio: Maestruzz. 1. 52. Quando questa parola voglio si congiugne collo infinito del verbo sustantivo ec. ovvero del verbo, che non significa atto, ma relazione.
Esempio: Sen. ben. Varch. 5. 10. Io diceva poco fa, che alcuni verbi risguardano altri, e sono così fatti, che la significazione loro parte da noi, e in somma si riferiscono ad altrui.

278) Dizion. 4° Ed. .
VERBOSO
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pag.237

VERBOSO.
Definiz: Add. Che parla assai. Lat. verbosus. Gr. ἀδόλεσχος.
Esempio: Serm. S. Ag. D. Molto si dee vergognare l'uomo verboso, o parabolano, che pare quello, che non è, e mostra quello, ch'e non fa.

279) Dizion. 4° Ed. .
VERDAZZURRO, o VERDE AZZURRO.
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pag.237

VERDAZZURRO, o VERDE AZZURRO.
Definiz: Sorta di colore.
Esempio: Salvin. disc. 1. 319. Con quel verdazzurro non potè spiegar meglio il glauco de' Greci ec. che è il color dell'aria, e della marina.
Esempio: Ricett. Fior. 44. Il lapis armeno è, secondo Dioscoride, di color verde azzurro.