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240) Dizion. 4° Ed. .
INSPERATO
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pag.866



1) id: bcd8ca094fa1477cb9d2abc0330097ec)
Esempio: Segr. Fior. stor. 7. 191. Nel mezzo di tanta pace nacque un nuovo, ed insperato tumulto in Toscana.


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Esempio: E Segr. Fior. stor. 8. 211. Iddio ec. fece nascere uno accidente insperato.
241) Dizion. 4° Ed. .
SOPRAMMISURA.
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pag.597



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Esempio: Fior. S. Franc. 173. Chi vuole essere da Dio amato, e avere da lui infinito merito soprammodo, e soprammisura.
242) Dizion. 4° Ed. .
IN CIRCA
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pag.779



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Esempio: Ricett. Fior. 117. Dassegli forma di mandorla, o rotonda, di peso di dramme due l'uno in circa.
243) Dizion. 4° Ed. .
BUGLOSSA
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pag.482



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Esempio: Ricett. Fior. Le vivuole mammole, i fiori di borrana, di buglossa, di melagrano, le rose, e simili.


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Esempio: E Ricett. Fior. altrove: Fiori di buglossa, o le sue radici.
244) Dizion. 4° Ed. .
OZIOSITÀ, OZIOSITADE, e OZIOSITATE
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pag.450



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Esempio: Fior. Virt. A. M. Quando l'uomo non fa, non dice, non pensa fermamente, ma sta come un corpo morto, questa sì è oziosità, che è molto grande vizio.


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Esempio: S. Bern. lett. Oziosità è quella, la quale nulla ha utilità, ovvero intenzion d'utilità.


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Esempio: Serm. S. Ag. 72. Per questa oziosità si perde il rigore, e la santità della vita solitaria, perocchè, quando rincresce l'orazione, per questa oziositade siamo spesso tentati.


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Esempio: Fav. Esop. Le loro operazioni non sono atte a fatica, ma grasse per oziositade.
245) Dizion. 4° Ed. .
DISVELATORE.
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pag.213



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Esempio: Carl. Fior. 146. Che senza questo disvelatore si stavano le sue comparazioni circondate di tenebre.
246) Dizion. 4° Ed. .
POLIO
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pag.649



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Esempio: Ricett. Fior. 160. Polpa di coloquintida ec. polio, zafferano, mele stummiato quanto basta, fa' lattovaro.


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Esempio: E Ricett. Fior. 161. Polpa di coloquintida, polipodio, euforbio, polio ec.
247) Dizion. 4° Ed. .
CATACOMBA.
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pag.590



1) id: d8f3ef2673da45f0adeb9f5cf17923a3)
Esempio: Borgh. Vesc. Fior. 427. E 'l corpo suo si ritrova nella catacomba di san Zanobi.


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Esempio: E Borgh. Vesc. Fior. 441. A mezzo la chiesa aveano scale, parte, che andavano di sotto in quelle volte, che oggi alcuni chiamano catacombe, ec.
248) Dizion. 4° Ed. .
PADULOSO.
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pag.457



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Esempio: Segr. Fior. stor. 2. 34. La città di Venezia posta in luogo paduloso, ed infermo.
249) Dizion. 4° Ed. .
TARATORE.
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pag.15



1) id: f86f184280e546e4b5e295d9cff55866)
Esempio: Ricett. Fior. Provv. Li taratori di Firenze tarino i conti della città intra sei giorni.


2) id: b63cd2bfc5034393b5fa39e6c4b89cac)
Esempio: E Ricett. Fior. altrove: Non saranno state (le mercanzíe) in tal tempo tarate per li taratori predetti.
250) Dizion. 4° Ed. .
ESULTAZIONE.
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pag.321



1) id: ebd82b15cf9f4c3f92c078bc07aee659)
Esempio: Fior. S. Franc. 141. E innarra a costui ec. con tanto fervore, e esultazione, e gaudio, quasi come persona, che ec.
251) Dizion. 4° Ed. .
STRASORDINARIO.
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pag.770



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Esempio: Segr. Fior. stor. 2. 48. A lui rifuggivano tutti quelli, che alcuna cosa strasordinaria di ottenere desideravano.
252) Dizion. 4° Ed. .
GHIACCIUOLO.
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pag.596



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Esempio: Ricett. Fior. Il nitro ec. si congela sopra la terra, e nelle volte a modo di ghiacciuoli.
253) Dizion. 4° Ed. .
SCORZA
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pag.426



1) id: 9defca9c85b4433c978e8e052931647f)
Esempio: Ricett. Fior. 4. La pianta ha di fuori una coperta atta a spiccarsi, chiamata scorza, e buccia.


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Esempio: Pallad. cap. 40. Fior di calcina, scorza di farro, pesta insieme, e fanne cerotto.


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Esempio: Petr. canz. 26. 2. Ma non sempre alla scorza Ramo, nè 'n fior, nè 'n foglia Mostra di fuor sua natural virtude.


4) id: e5e94614f7b64ecca24d6e8f55135bfe)
Esempio: Cas. son. 48. E per ornar la scorza anch'io di fore Molto contesi.


5) id: a708bc13d649447cbde6256756665ecf)
Esempio: Bemb. rim. 38. Ond'assai temo di lasciar tra via Quest'ancor verde, e già lacera scorza.


6) id: e481ec65a2bd4164822719fcc441f813)
Esempio: Petr. son. 147. Po' ben tu puoi portartene la scorza Di me con tue possenti, e ripid'onde.


7) id: e9571f697577461da8f20ce40633bd4d)
Esempio: Bern. Orl. 2. 2. 72. Fu quel bell'animal senza magagna, E sì compito, che nulla gli manca, Era il mantel di scorza di castagna, Ma sin al naso avea la fronte bianca (cioè: del colore della scorza della castagna)


8) id: 8d5ae063094648ffab8a6580df62118b)
Esempio: Pass. 314. Non gli spongono secondo l'intimo, e spirituale intendimento, ma solamente la scorza di fuori della lettera secondo la gramatica recano in volgare.
254) Dizion. 4° Ed. .
BUCCIA
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pag.476



1) id: 9d34f15890c94a5ea7089828d6f703c4)
Esempio: Ricett. Fior. 4. La pianta ha di fuori una coperta atta a spiccarsi, chiamata scorza, e buccia.


2) id: 2325269aa4ea4e918a3003ac7e087e3d)
Esempio: Ovid. Metam. Str. Pulce ec. la sua buccia, quando ell'è piena di sangue.


3) id: c8c8acbe5eb2451db154d54306079a8e)
Esempio: Dant. Purg. 23. Non credo, che così a buccia strema Erisiton si fosse fatto secco Per digiunare.
255) Dizion. 4° Ed. .
RELATORE.
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pag.99



1) id: 9c1d949876cd44d1b9963ff95293ff6c)
Esempio: Fior. S. Franc. 43. Il detto frate Currado da Offida mirabile relatore della evangelica povertade, e della regola di santo Francesco.


2) id: 9f745249569a47e5809a2d3d2ec0ce10)
Esempio: Buon. Fier. 5. 2. 5. Che amico possa relator Darmi della signora Relazion certa, o almen di coniettura.
256) Dizion. 4° Ed. .
AUDITORE
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pag.329



1) id: bacf9851b85a45d181286c432e9ab57f)
Esempio: Fior. S. Franc. 155. Imperocchè gli esempli di santi uomini alla mente de' divoti auditori mettono in contento le transitorie dilezioni.


2) id: 9683af6c22e147118d451c164238d82f)
Esempio: E Fior. S. Franc. 188. E 'l tempo, e 'l modo, e la condizione degli auditori, e 'l suo proprio effetto.


3) id: de20839bfe5e488682fce054fc83cf25)
Definiz: §. E Auditore si dice a quel Ministro, che rende ragione, o consiglia il Principe in materie di grazia, o di giustizia. Lat. magister libellorum supplicum.
257) Dizion. 4° Ed. .
S
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pag.288



2) id: 33a3c871063b4e1aa676f3c639d73991)
Definiz: Lettera di suono veemente, come la R. Posta in composizione co' suoi primitivi ha forza molte volte di privativo, come CALZARE, SCALZARE, MONTARE, SMONTARE. Alle volte d'accrescitivo, come PORCO, SPORCO, MUNTO, SMUNTO. Alle volte di frequentativo, come BATTERE, SBATTERE. Alle volte non opera nulla, valendo lo stesso CAMPARE, e SCAMPARE, BANDITO, e SBANDITO, BEFFARE, e SBEFFARE. Appo di noi ha due varj suoni; il primo più gagliardo, e a noi più familiare, come CASA, ASSE, SPIRITO. L'altro più sottile, o rimesso, usato più di rado, come SPOSA, ROSA, ACCUSA, SDENTATO, SVENATO. In questo secondo suono non si raddoppia giammai, nè anche si pone in principio della parola, se non quando immediatamente ne segue una consonante, come SMERALDO, SDENTATO. Consente dopo di se nel principio della parola tutte le consonanti, salvo la Z. Nel mezzo della parola, e in diversa sillaba riceve dopo di se le medesime consonanti, ma più malagevolmente, e per lo più in composizione, colla preposizione DIS, o MIS, come DISDETTA, MISLEALE; ma col C, P, T s'accoppia frequentemente senza difficultà, come TASCA, CESPUGLIO, PRESTO. Quando è posta avanti al C, F, P, T, si dee pronunziare nel primo modo, cioè col suono più gagliardo, come SCALA, SFORZO, VESPA, STUDIO, CESTO, ma avanti al B, D, G, L, M, N, R, V, si pronunzia col suono più sottile, o rimesso, come SBARRARE, SDEGNO, SGUARDO, SLEGARE, SMANIA, SNELLO, SRADICARE, SVENTURA. Avanti di se ammette la L, N, R in mezzo della dizione, e in diversa sillaba, come FALSO, MENSA, ORSO. Raddoppiasi nel mezzo della parola, come l'altre consonanti, dove lo ricerca il bisogno.
258) Dizion. 4° Ed. .
G
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pag.557



2) id: 9c727b8487f44461a9ded39dfb99325d)
Definiz: Lettera compagna del C, ed ha anch'ella due suoni diversi, perchè posta avanti all'A, O, U, ha il suono più rotondo, come GALLO, GOTA, GUSTO; e avanti all'E, ed I, ha il suono più sottile come GENTE, GIRO; onde per diffalta di proprio carattere, per servircene nel primo suono coll'E, e coll'I, le pogniamo dopo l'H, come GHERONE, GHIRO. Questo GH, quando ne seguita l'I, ha anch'egli due suoni, l'uno più rotondo, e grosso, come GHIRLANDA, VEGGHI, dal verbo Vedere; l'altro più sottile, e schiacciato, il quale per lo più avviene, quando all'I segue un'altra vocale, come GHIANDA, GHIERA, VEGGHIA; e a cotali suoni, per isfuggire errore, sarebbe di bisogno proprio carattere a ciascheduno. Delle consonanti riceve dopo di se, nella stessa sillaba le L, N, R, come NEGLETTO, GLORIA, EGLI, REGNO, SOGNO, DISEGNARE, INGRATO, GRETOLA: bene è vero, che dopo la L, dove non seguita l'I, per esser suono per la sua durezza sfuggito da questa lingua, si truova di rado. Quando alla L col G avanti seguita l'I, in tal caso ha due suoni, l'uno più rotondo e grosso, come NEGLIGENTE, il quale non è molto ricevuto da noi; l'altro più sottile, o schiacciato, come GIGLIO, FOGLIO, e questo è nostro proprio. Aggiunto, come s'è detto, il G alle L, ed N, gran parte ne perde del suo suono, come AGLIO, RAGNA. Consente avanti di se la L, N, R, S, nel mezzo della parola, e in diversa sillaba, come VOLGO, VANGA, VERGA, DISGREGARE, benchè la S si trovi in mezzo di rado, e per lo più in composizione colla preposizione DIS. Ma nel principio di parola più frequentemente, come SGARARE; e si pronunzia sempre la S avanti al G nel secondo modo, cioè nel suono più rimesso, come nella voce ACCUSA. Raddoppiasi questa lettera nelle nostre voci molto spesso: come POGGIO, OGGI, ec.
259) Dizion. 4° Ed. .
LUSINGA
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pag.103



1) id: 22d4d579268e4fa985fee9be078b5ad4)
Esempio: Fior. Virt. A. M. Lusinga è vizio contradio alla virtù della correzione, ed è dolcezza di parole, con alcuno color di pianto, per recare l'animo altrui alla sua propria volontà, e utilità.


2) id: 5b317965a99945f6bdf83f9437b20e4d)
Esempio: Petr. canz. 49. 7. Vergine, quante lagrime ho già sparte, Quante lusinghe, e quanti preghi indarno.


3) id: 9985947a69e54594a2ff9f35c701d19f)
Esempio: E Bocc. nov. 19. 9. Che speri tu, che una donna naturalmente mobile possa fare a' prieghi, alle lusinghe, a' doni, a mille altri modi, che userà un uomo savio, che l'ami?


4) id: 1aa4590655dc4c46b646501288d79f89)
Esempio: E Bocc. nov. 32. 8. Ma riserbandosi in più comodo tempo le lusinghe ec. cominciò a volerla riprendere.


5) id: c96f2c4f8cbf47948c1091e4c949a938)
Esempio: E Bocc. nov. 41. 3. Nè per fatica di maestro, nè per lusinga, o battitura del padre ec. gli s'era potuto metter nel capo nè lettera, nè costume alcuno.