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5° Edizione
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1) Dizion. 5° Ed. .
G,
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pag.1



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Definiz: § II. G sol re ut, è lo stesso che Gisolreutte. –


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Esempio: Salv. Avvert. 1, 282: Il c e 'l g da certi popoli non si posson pronunziare.


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Esempio: Bemb. Pros. 69: Alquanto spesso e pieno suono appresso rende la F: spesso medesimamente e pieno, ma più pronto, il G.


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Definiz: § I. La lettera G nel diagramma musicale antico indicava il Sol in quarto spazio della chiave di basso, se era maiuscola; se era minuscola, indicava il Sol in seconda riga della chiave di violino; la g minuscola raddoppiata indicava il Sol sopra le righe. –


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Esempio: Cavalcant. B. Retor. 263: Sono dolci comunemente quelle parole le quali hanno assai vocali, e dell'altre lettere il g, il c, lo l, lo f, lo m fanno dolcezza, tali sono amore, giovare;...... e di queste fa dolcezza qualcuna innanzi all'altra, come lo l innanzi al c in questa parola dolce, dinanzi al g, come involge; il g innanzi allo l, voglia, scoglio, e simili. Aspre certamente sono quelle nelle quali è lo r.... innanzi al g e doppo, come gorgo, agro.... Lo s ancora fa il suono insuave ed aspro dinanzi al t, nel principio della parola, innanzi al c, al g, al p, al q, al t, allo f, allo m, come in questa parola storpio, scoglio, sgraziato, sfogo.


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Esempio: Don. Tratt. Enarm. 336: Il D senza punto fa quarta, e quinta con G sol re ut, e terza minore e sesta maggiore con.... mi.


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Esempio: E Salv. Avvert. appr.: E quando pure sforzar si vogliono o da vero o per gabbo, il c e 'l g in suono vicino a quel della s e del c, o quel della s e del g, mal lor grado son trasportati; scipolla, fansciullo, mansgiare, e sgiusgiola, che è quasi natio a' Franceschi.


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Esempio: Don. Tratt. Enarm. 331: I tasti neri dell'armonia ipolidia sono accordati come ne' cembali comuni, salvo che tra G ed A qui c'è l'a la mi re col b molle.


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Esempio: Papin. Lez. Burch. 73: Osservate attentamente come il nostro Burchiello, in grazia della venerabile antichità, dice Gaio, come lo dicevano gli antichi, i quali avevano maggior piacere della G, che della C.


11) id: 760b5c12f45e4292baab8ff275a01441)
Esempio: E Don. Tratt. Enarm. appr.: Nella fronte del tasto B ipolidio,..... si può notare col rosso il C lidio, al quale corrisponde detta voce; nel G il D, e così l'altre di mano in mano.


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Esempio: E Don. Comp. Music. 30: Mi par anco molto a proposito di due sistemi segnare l'uno col nero.... e l'altro col rosso: il che riuscirà molto commodo per notare quelle voci metaboliche che cadono in amendue tra il G e l'A, e tra il D e l'E.


13) id: 92147034832046418dd0aa3d12f9db88)
Esempio: Buomm. Ling. tosc. 31: Il G corre la medesima sorte del C, e segna due suoni, l'uno muto, ottuso e rotondo, come in garbo, gostanza, gusto e grotta; l'altro chiaro, acuto e sonante, come in gente, generoso, ginepro. Ma acciocchè e' suoni ottuso, se gli aggiugne l'H, scrivendo gheppio, gherone, ghianda, ghiotto, ghirlanda: e se dee sonar chiaro, si contrassegna con I; già, giallo, giogo, e giusto.


14) id: ed5be8cbc8614d75ac0392a942d0593a)
Esempio: Marrin. Annot. Baldov. Lament. 188: Mutata la R in L si fece facilmente lifriggerio. Ma perchè la difficoltà potrebbe piuttosto battere sopra quei due GG, dico che, quand'anche non si fossero trovati esempj, ognuno però poteva restar persuaso, che questa voce era secondo il gusto de' nostri vecchi, riflettendo che essi sovente raddoppiavano il G nelle voci, come si vede in reggia, brivileggio, Cartaggine, rifuggio, ec., e molto più nella voce fugga per fuga usata dal Boccaccio.


15) id: 6a97b289348d47d1bb752f3c32f7f7a5)
Definiz: lettera palatina, la settima dell'alfabeto e la quinta delle consonanti, che i grammatici dicono mute. Pronunziasi Gi, e si fa di gen. masc., e anche femm. Per l'affinità del suono il G si sostituisce in molte voci al C e alla Z, dicendosi Gastigare e Castigare, Luogo e Loco, Lagrima e Lacrima, Servigio e Servizio, Palagio e Palazzo. Innanzi alle vocali A, O, U, ha suono più muto e più rotondo, come in Gala, Gora, Gusto: innanzi alle vocali E ed I si manda fuori più ammollita, come in Gelido, Giro; ma per darle il suono che ha colle altre tre vocali, le poniamo l'H dopo, come in Ghermire, Ghiaccio; in quel modo che per darle il suono ammollito avanti all'A, E, U, si pone tra essa e queste vocali un I, scrivendo Giacere, Giogo, Giubba. Si assimila alla lettera M, come in Domma, Flemma; e talora, nel mezzo della parola, davanti a vocale sparisce, come in Reale per Regale, in Sciaurato per Sciagurato, in Reina per Regina. Talvolta si cangia in V, come Fragola in Fravola. Seguita dalle vocali ia colle quali formi sillaba, talora si cambia popolarmente in D; come ad es., Ghiaccio in Diaccio, Giacere in Diacere, Giacinto in Diacinto. Non si pone il G avanti ad altre consonanti che alla L, alla N, alla R, nella stessa sillaba, e perde alquanto del suo suono, come in Gloria, Ignavia, Grazia. Ammette avanti di sè nel mezzo della parola, ma in diversa sillaba, la L, N, R, come Volgere, Fango, Argine. La S le va avanti nel principio della parola o della sillaba, come in Sgabello, Sgherro, Sgorbio, Sgualdrina. Ng, dinanzi ad E ed I, o si conserva, o per metatesi diventa Gn, come Ungere e Ugnere, Angiolo e Agnolo, Piangere e Piagnere. –
2) Dizion. 5° Ed. .
MANGIARE
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pag.803



1) id: aa2b6b66de284af3b62724ae5fa83b3b)
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 16: Mangiava secondo n'aveva voglia.


2) id: bdcb28890a4e4d58886691d9d9388cba)
Esempio: Vill. G. 169: Avvenne in quello assedio che gli usciti di Firenze un giorno diedono mangiare a' Tedeschi di Manfredi; e fattili bene avvinazare, e inebriare, ec.


3) id: 9f874f59e9034980810c39103af3a511)
Esempio: Cecch. Comm. ined. 315: Mosca. M. Signore. G. Onde vien? M. Da dar rodere Alla mula, acciocchè ella in tanti triboli Mangi, poichè noi altri abbiamo a metterci La vita.


4) id: 0e2a89fe0684415999d44689ec32d694)
Esempio: Vill. G. 308: Li domandaron grazia, che fossono alleggiati delle importabili gravezze che messer Giache di Sampolo e' suoi faceano loro, e oltre acciò i gran borghesi delle ville, chè tutti li mangiavano.


5) id: c1f1c30c2e8542e98845c52bf27bcb57)
Esempio: Maff. G. P. Vit. Confess. 1, 162: Quando gli conveniva mangiare o dormire, o in altro modo servir al corpo, si empiva di rossore e vergogna, vedendo la nobiltà dell'anima miseramente depressa a tanto vil esercizio.
3) Dizion. 5° Ed. .
IMPENNELLARE.
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pag.198



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2) id: 12a5a0816bbc4da4bbd1e46671319040)
4) Dizion. 5° Ed. .
FONDATAMENTE.
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pag.275



1) id: 2946826c5af346d0b0c055a9f41510ad)
Esempio: Lett. Uom. ill. 228: Con le prime ne scriverò più fondatamente.
5) Dizion. 5° Ed. .
COSMOGRAFIA.
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pag.899



1) id: 4128771529594f2d8a6db0494e635719)
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 113: Cosmografia, che aveva bellissima, di grandissima ispesa.
6) Dizion. 5° Ed. .
CAVALCATURA
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pag.694



1) id: 2f9701dc4f4747348025d54b598e14bd)
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 483: Teneva servi in casa e una cavalcatura.
7) Dizion. 5° Ed. .
DIVIATAMENTE.
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pag.755



1) id: ad90a7802f234cdca8369790f4572051)
Esempio: Albanz. Petr. Uom. ill. 258: Gittate giù l'armi, fuggirono diviatamente al castello.


2) id: 5a2ad78e47a24c8f8fb910ea0f4e72a9)
Esempio: S. Bonav. Med. Vit. G. Cr. 165: Ed apparecchiarsi di crucifiggerlo diviatamente.
8) Dizion. 5° Ed. .
MERITARE, e, per sincope propria della poesia, MERTARE
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pag.131



1) id: bddf3fa3bd7842d59d8c8329b74bea3d)
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 155: Per questo riprese il medico, come egli meritava.


2) id: 19794aca5bd1416cbe5041e93846c2ec)
Esempio: Vill. G. 554: Per meritare Castruccio del servigio fattoli.
9) Dizion. 5° Ed. .
ELOQUENTE.
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pag.105



1) id: 29789c3341904777b59990eca30af5de)
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 510: Lauro, bene che fusse dotto, non era eloquente.


2) id: b672cc98e0bd4eb9b69761fc8b21b7ba)
Esempio: Vill. G. 915: Qual lingua, quantunque eloquente, tante cose potrà narrare?
10) Dizion. 5° Ed. .
DOMICILIO.
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pag.830



1) id: ae65e5c249384e268bd03b894a66aefe)
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 483: Era la sua casa uno domicilio d'uomini degni.
11) Dizion. 5° Ed. .
GIUSTIZIA.
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pag.351



1) id: 0455401cf3244966a62bb2a8d09c9485)
Esempio: Vespas. Vit. Uom. Ill. 114: Con grande giustizia governava tutte le cose sua.


2) id: 31edca53af4946cfa00201829368d1b8)
Esempio: Vill. G. 284: Li mandassono presi alquanti cominciatori, e rompitori delle triegue, per farne giustizia.


3) id: bcb4136429214c75a72d64188af1f441)
Esempio: E Vill. G. 709: E volendo il detto messer Acorrimbono far giustizia in persona di certi ch'avea presi per lo detto romore, ec.


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Esempio: E Cell. G. Maestruzz. volg. appr.: Dello sponsalizio condizionato, siccome di quello che è nullo a consentimento, e incerto, non nasce la giustizia della pubblica onestà.


5) id: e70f921547144427a8739141d4a20dab)
Esempio: E Vill. G. 801: Finito il termine di messer Malatesta, gli fu aggiunta la capitaneria generale della guerra, e che potesse far giustizia personale in città e di fuori.


6) id: f184bc3f56fd40b49be092ca695b8de8)
Esempio: E Vill. G. 265: La detta Podestà.... il fece strascinare per la terra, e poi impiccare per la gola, e condannò in moneta coloro che aveano cominciato il romore, e impedita la giustizia.


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Esempio: E Vill. G. 708: Sotto il suo titolo di guardia, stendea il suo uficio di ragione e di fatto, a modo di bargello, sopra ogni altra signoria, e faccendo giustizia di sangue come gli piacea, senza ordine di statuti.


8) id: b55cd3e4a6bf4ef481f83b7c5524a564)
Esempio: Vill. G. 496: Prese [l'esecutore della giustizia] il detto Chele e più altri loro seguaci, e condannògli grossamente, e mandògli a' confini a torto sanza altra ragione..., ma per abbattere loro e la lor setta,... fu lor fatto più che per giustizia.


9) id: 92d46589b5fd4a48b6a3a72d93c4b334)
Esempio: E Vill. G. 803: Per le sopradette giustizie, fatte in avere e in persona per lo Duca di quattro popolani delle maggiori case di Firenze di popolo, Medici, Altoviti, Ricci e Rucellai, il Duca fu molto temuto e ridottato da tutti i cittadini.


10) id: a0410bf02a244b06b48eb20e2d8d46b0)
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 1, 83: Che è la giustizia della pubblica onestà? Risponde san Tommaso: È un parentado, il quale nasce dello sponsalizio, il quale trae fortezza dall'ordinamento della Chiesa per la sua onestà. Quando alcuni fra loro contrassono lo sponsalizio, niuno della consanguinità dello sposo puote avere quella sposa per moglie, nè niuna della consanguinità della sposa puote avere quello sposo per marito.


11) id: 504571ac5de24d6f9294211b03d2d23a)
Esempio: Vill. G. 264: Avendo [il Potestà] preso e condannato nella testa, per micidio fatto, un gran guerriere e caporale,.... e andando alla giustizia, messer Corso Donati con suo seguito il volle torre per forza alla famiglia. Per la qual cosa la detta Potestà fece sonare la campana a martello; onde s'armò e trasse al Palagio tutta la buona gente di Firenze, chi a cavallo e chi a piede, gridando Giustizia, giustizia.
12) Dizion. 5° Ed. .
CIRCOSTANTE.
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pag.67



1) id: 330907d6efaf47e7a60aadb3cb6867db)
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 481: Tutti i circostanti non potevano tenere le lagrime.
13) Dizion. 5° Ed. .
MARITO
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pag.953



1) id: 4cb3ee1b2d794978aa34c9140a54f5ed)
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 543: Venne il tempo che l'Alessandra n'andò a marito.
14) Dizion. 5° Ed. .
MATTINA
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pag.1040



1) id: 72fe36c7f3264a8d900d289895e16905)
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 12: Cantò la mattina il papa la messa pontificale.


2) id: 471b5074e5f54745a5ce33f18407a397)
Esempio: Vesp. Vit. Uom. ill. 31: Avuti questi danari, l'altra mattina montò a cavallo e andò alla via di Roma.


3) id: 2ac266ac917c4dd4bd5fc681d2fe9a60)
Esempio: Vill. G. 48: La mattina per tempo al levar del sole.
15) Dizion. 5° Ed. .
MATTUTINO e talora anche MATUTINO
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pag.1048



1) id: 05451ea13df74890833dfa34af81865a)
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 18: Sempre si levava in piè a dire matutino.
16) Dizion. 5° Ed. .
DISTINTISSIMO.
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pag.696



1) id: 27647041729e48909d2375d320b63684)
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 37: Un altro cardinale distintissimo, messer Giovanni cardinale Eduense.
17) Dizion. 5° Ed. .
DOZZINA.
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pag.901



1) id: 475cde51df484c5f8670642f88c095d6)
Esempio: Lett. Uom. ill. 316: Per due dozzine di salviette si piglieranno braccia 30.
18) Dizion. 5° Ed. .
CUNEO.
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pag.1062



1) id: 3b61788f87764005a9a195e03b3e9338)
Esempio: E Tratt. Resist. G. G. 86: Il cuneo parabolico di cui parla il Galileo.
19) Dizion. 5° Ed. .
GENERATRICE.
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pag.112



1) id: 3cce17bfa3ff4986827da3460a7efd85)
Esempio: Tratt. Resist. G. G. 97: Potendosi variare in infinito qualsivoglia delle due figure generatrici.
20) Dizion. 5° Ed. .
ANTICO, e poeticam$. anche ANTIQUO
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pag.549



1) id: 6d22ca0adf6047feadeba87e5fcb0147)
Esempio: Vesp. Vit. Uom. ill. 480: Quando era a tavola mangiava in vasi antichi bellissimi.


2) id: b7c6b40f18f14200ba44493cdffcd2db)
Esempio: E Vill. G. 242: L'antico loro.... fu sconfitto e morto da' Franceschi.


3) id: d6be79e4f34143428ef3bcdcf33dddb1)
Esempio: Vill. G. 289: Come per gli ordini consueto era di fare per antico.


4) id: 290e19505e704128a535af6e3ad63c4b)
Esempio: Vill. G. 79: I maggiori erano gli Uberti, venuto il loro antico d'Alamagna.


5) id: 065a144902074af8a2612f10eaba01da)
Esempio: Rucell. G. Ap. 310: Se 'l popol tutto in due parti diviso Vedrai dal tronco d'una antiqua pianta Pender.


6) id: 9cb2d70581694f92b3b5f5260d403dac)
Esempio: Aver. G. Lez. 3, 66: Gli antichi dividevano la cena in tre parti: nella prima ponevano gli antipasti, i quali con nome al nostro corrispondente da Apuleio sono addimandati antecoenia.