Lessicografia della Crusca in rete

Volume 3 - Dizionario 3° Ed.
120) Dizion. 3° Ed. .
PARASOLE
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PARASOLE.
Definiz: Strumento per parare il Sole: Ombrello.

121) Dizion. 3° Ed. .
PARASSITACCIO.
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PARASSITACCIO.
Definiz: Peggiorativ. di Parassito.
Esempio: Fir. Luc. Che venga il canchero a quel poltrone di quel parassitaccio.

122) Dizion. 3° Ed. .
PARASSITO
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PARASSITO.
Definiz: Huomo, che per ghiottornía, e voracità, eccede nella qualità, e quantità del cibo.
Esempio: Firenz. Asin. Da a questo nostro parassito un tazzon di vin greco del meglio, che sia in cantina.
Esempio: Lib. Son. Perchè molto Luvigi avesti a male, Ch'io ti chiamai parassito, e cagnotto.
Esempio: Dav. Scism. 67. Circondò il Re la turba di parassiti.

123) Dizion. 3° Ed. .
PARATA
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PARATA.
Definiz: Riparo, che si fa dinanzi a che che sia, per difesa. Latin. vallum.
Esempio: M. V. 2. 30. Quelli del fosso colle parate, e co' palvesi francamente s'atavano.
Definiz: §. Diciamo: Vederla mal parata: che è il Conoscere d'essere in termine pericoloso. Lat. cognoscere discrimen, sive periculum.
Esempio: Bern. Orl. 2. 1. 14. Onde soletta in una navicella, Entra, veduta la mala parata.

124) Dizion. 3° Ed. .
PARATIO
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PARATIO.
Definiz: Il medesimo, che Parata.
Esempio: Cr. 9. 91. 2. Deono esser volte al meriggio, per li venti freddi, alli quali dee resistere alcun portico, ovvero paratío, o chiusúra (La stampa dice, per errore, Parato)
Esempio: Com. Dant. Le loro case erano congiunte insieme, uno paratío le dividea. (qui tramezzo)

125) Dizion. 3° Ed. .
PARATISSIMO.
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PARATISSIMO.
Definiz: Superlat. di Parato.
Esempio: Stor. Europ. 4. 95. Offerendosi paratissima a riconoscere questo servizio in qualunque bisogno loro.
Esempio: Amb. Furt. 1. 3. Altro è quello, ch'io ti vo' dire, ed in quel, ch'io mi voglio servire di te, eccomi paratissimo.
Esempio: E Furt. 5. 5. S'io vi posso giovare, son paratissimo.

126) Dizion. 3° Ed. .
PARATO.
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PARATO.
Definiz: Add. da Parare.
Esempio: Sen. Ben. Varch. 6. 39. Tu sij costretto a pigliare il benifizio, o io a darlo, dielo quegli, che suole: Io son presto, e parato (cioè preparato)

127) Dizion. 3° Ed. .
PARATO.
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PARATO.
Definiz: Add. Addobbato, abbigliato, ornato di paramenti. Lat. exornatus.
Esempio: G. V. 7. 27. 4. Fecero venire nel campo di Curradino falsi Ambasciadori, molto parati, con chiavi in mano.
Esempio: Passav. 163. Contr'a ciò fanno tutto dì le vane, e le superbe donne, le quali vengono parate, e addobbate ne' vestimenti.
Esempio: Liv. M. Allora uscì fuori Tullo parato, e coronato, come Re.
Esempio: M. V. 9. 65. Vedendosi mal parato, e poco atto alla difesa [cioè male in ordine, mal provvisto]
Esempio: Boc. Nov. 64. 12. Tofano veggendosi mal parato, e che la sua gelosía l'avea mal condotto [cioè in mal termine]

128) Dizion. 3° Ed. .
PARAULA.
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PARAULA.
Definiz: V. A. Parola.
Esempio: Guitt. Arez. Lett. 6. Affogano la paraula di Dio, e la paraula di Dio vita d'anima è.

129) Dizion. 3° Ed. .
PARCAMENTE.
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PARCAMENTE.
Definiz: Con rispiarmo, con parsimonia. Lat. parcè, frugaliter, moderatè.
Esempio: Tac. Dav. Ann. 4. 96. Morirono in questo anno due chiari Cittadini Gn. Lentulo, per la ben tollerata povertà, e poscia lealmente fatta, e parcamente usata ricchezza.
Esempio: Senec. Benif. Varch. 7. 25. Non intendendo per ciò, che non si debbano richiedere mai, ma parcamente.

130) Dizion. 3° Ed. .
PARCERE
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PARCERE.
Definiz: Voce Lat. Perdonare, rispiarmare.
Esempio: Dan. Purgat. 23. Ne da Nocchier, che se medesimo parca.

131) Dizion. 3° Ed. .
PARCITÀ, PARCITADE, e PARCITATE
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PARCITÀ, PARCITADE, e PARCITATE .
Definiz: Latin. parcitas, parsimonia.
Esempio: Boc. Introd. Parcità è virtù, per la quale, si ritien quello, che si convien ritenere.
Esempio: Albert. cap. 54. La parcità è non passar la misura del suo mangiare.
Esempio: But. Virtù è mezzo di questi due estremi, cioè dare le cose da dare, e tenere le cose da tenere: e questo fa la parcità, che è virtù.

132) Dizion. 3° Ed. .
PARCO.
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PARCO.
Definiz: Sust. Luogo dove si racchiuggon le fiere cinto, o di muro, o d'altro riparo. Lat. roborarium, vivarium.
Esempio: G. V. 8. 92. 4. E parte a San Luis di Francia in un gran parco, chiuso di legnáme.
Esempio: E G. V. 6. 1. 5. E fece il parco della caccia presso a Gravina.
Esempio: Ciriff. Calv. 2. E son rinchiusi, come fiere in parco (Oggi diciamo Barco)

133) Dizion. 3° Ed. .
PARCO.
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PARCO.
Definiz: Da parcità: Ritenuto, assegnato. Latin. parcus.
Esempio: Dant. Purg. 11. A montar su contr'a sua voglia è parco.
Esempio: Petrar. Son. 113. Quel viso, al quale, e son nel mio dir parco, Nulla cosa mortal puote agguagliarsi.
Esempio: E Petr. Canz. 33. 5. Disconviensi a Signor, l'esser sì parco.

134) Dizion. 3° Ed. .
PARDAO.
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PARDAO.
Definiz: Spezie di moneta Indiana.
Esempio: Serd. Stor. 8. I fattori Portoghesi, si facessero pagar da' Mercanti, solamente quaranta pardai per uno [Questa è una moneta d'oro, che vale circa otto giuli]

135) Dizion. 3° Ed. .
PARDO
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PARDO.
Definiz: Leopardo.
Esempio: Petr. Son. 287. Intelletto veloce più che Pardo, Pigro in antivedere i dolor tuoi.
Esempio: Dittam. 4. 11. La vita, e la beltà, della pantera, E quanto i pardi, e i tigri sono destri.

136) Dizion. 3° Ed. .
PARE.
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137) Dizion. 3° Ed. .
PARECCHI, e PARECCHIE
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PARECCHI, e PARECCHIE.
Definiz: Numero indeterminato, ma di non molta quantità. Lat. non nulli, non pauci.
Esempio: Boc. Nov. 17. 45. Alla quale parecchi anni, a guisa quasi di sorda, e di mutola, era convenuto vivere.
Esempio: E Bocc. Nov. 60. 19. Io non ne verrei a capo in parecchi miglia.
Esempio: E Bocc. Novell. 11. 11. Fattolo legare alla colla, parecchie tratte delle buone gli fece dare.
Esempio: G. V. 9. 305. 3. Che durò per ispazio di parecchi ore.
Esempio: Dant. Infer. 19. Di parecchi anni mi menti lo scritto.
Esempio: Petr. Cap. 5. Con parecchi altri, e fummi il nome detto.
Esempio: Sag. Nat. Esp. 88. Messi poi sull'argento, parecchi minuzzoli di paglia.

138) Dizion. 3° Ed. .
PARECCHIO.
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PARECCHIO.
Definiz: V. A. Pari, simile. Lat. par, similis.
Esempio: Dant. Purgat. 15. Salendo su per lo modo parecchio A quei, che scende.
Esempio: Rim. Ant. Aut. Incert. E far de' suo' begli occhi a' miei duo' specchj, Che lucon sì, che non truovan parecchi, [cioè eguali, simili]
Esempio: Boc. Ninfal. Or che farà la tua madre cattiva, Che non arà giammai un tuo parecchio.
Esempio: E Bocc. Tes. La qual Teseo comandò a tagliare S'andasse, acciocchè una pira parecchia, Alla statua d'Ofelte possan fare.

139) Dizion. 3° Ed. .
PAREGGIARE
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PAREGGIARE.
Definiz: Far pari, adeguare. Lat. equiparare, aequare.
Esempio: Boc. Nov. 58. 5. A cui di senno pareva pareggiar Salamone.
Esempio: Cr. 1. 9. 1. E se avvenisse, ec. si pareggino caverne al capo dell'acqua.
Esempio: Passav. 197. Al quale niuno altro amore si dee pareggiare, o agguagliare.
Esempio: Dant. Purgat. 1. Che 'l muover suo, nessun volar pareggia.
Esempio: E Dan. Inf. 23. Che più non si pareggia mo, ed issa.
Esempio: Petr. Canz. 18. 2. Ch'io vidi quel, che 'l pensier non pareggia.
Esempio: E Petr. Canz. 35. 8. Ben non ha 'l Mondo, che 'l mio mal pareggi.
Esempio: Sen. Ben. Varch. 6. 38. Per qual cagione, solleciti tu tanto di dannare la tua ragione, e pareggiare meco i conti.
Definiz: §. Pareggiar la soma: Proceder con cautela, e riguardo.
Esempio: Bern. Orl. 2. 9. 21. E guarda ben di pareggiar la soma.