Lessicografia della Crusca in rete

Volume 4 - Dizionario 5° Ed.
340) Dizion. 5° Ed. .
DEGLUTIZIONE.
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pag.104

DEGLUTIZIONE.
Definiz: Sost. femm. Il deglutire, L'inghiottire, Inghiottimento: ed è voce usata dai Medici. –
Esempio: Cocch. Cons. med. 1, 14: Quindi è prodotta la difficoltà della loquela e l'abolizione della masticazione, solo rimanendo la deglutizione di materie o liquide o quasi liquide.
Esempio: E Cocch. Bagn. Pis. 314: Queste materie o s'insinuano no per deglutizione, sicchè s'accostano all'interna superficie del condotto alimentario, o entrano ne' vasi chiliferi.
Esempio: Targ. Osserv. medic. 113: Convulsioni le quali il più delle volte si sono principalmente impossessate dei muscoli cooperanti a fare la deglutizione.
Esempio: E Targ. Relaz. Febbr. 93: Convulsioni.... le quali hanno impedita la deglutizione di qualunque sorte.

341) Dizion. 5° Ed. .
DEGNAMENTE.
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pag.105

DEGNAMENTE.
Definiz: Avverb. In modo degno, In maniera o misura conveniente al merito, alla qualità della persona o della cosa. –
Esempio: Dant. Parad. 32: L'altissimo lume Degnamente convien che s'incappelli.
Esempio: E Dant. Vit. nuov. 74: Perchè semo noi venuti a queste donne?... Per fare sì ch'elle sieno degnamente servite.
Definiz: § I. E per A ragione, A buon diritto, Meritamente. –
Esempio: Medit. Pov. 2: Degnamente è loro il regno del cielo, però che niuna cosa posseggono de' beni temporali con la propria volontà.
Esempio: Innoc. Proc. Fed. M. 24: Noi, advegna che non degnamente.... riceuto alla altezza della apostolicale degnitade, semo tenuti ec.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 129: Pensando a niuna persona più degnamente, che a costui, potersi donare.
Esempio: Panzier. Tratt. 9: Ahi! come e quanto si può di noi l'amoroso Iesù degnamente turbare.
Esempio: Rucell. Or. Dial. R. 13: Ella degnamente regina si domanda di questo microcosmo, risedendo nella rocca più sublime della mente.
Esempio: Bart. D. Cin. 2, 143: Mi farò a mostrare alcuna cosa.... in quella sì degnamente famosa reggia della Cina meridionale.
Esempio: Pindem. Poes. 457: O tra i pianeti degnamente assunto.
Definiz: § II. Usasi anche in senso di In modo assai bello, In maniera eccellente. –
Esempio: Poliz. Pros. 45: Vedemo parecchi belle volerie; e maestro Giorgio fece volare el falcon pellegrino a campagna, e tornò molto degnamente al logoro.

342) Dizion. 5° Ed. .
DEGNAMENTO.
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pag.105

DEGNAMENTO.
Definiz: Sost. masc. Lo stesso che Degnazione, Favore, Grazia: ma è voce di raro uso. –
Esempio: Innoc. Proc. Fed. M. 24: Noi, advegna che non degnamente, ma per lo degnamento della Divina Maestade, riceuto alla altezza della apostolicale degnitade, semo tenuti ec.

343) Dizion. 5° Ed. .
DEGNANTE.
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pag.105

DEGNANTE.
Definiz: Partic. pres. di Degnare. Che degna.
Lat. dignans.
Definiz: § In forma d'Add. –
Esempio: Bart. D. Op. mor. 30, 123: Tenersi schifo, non degnante, e coll'affetto il più che dir si possa lontano da que' beni che non fanno migliore l'animo.

344) Dizion. 5° Ed. .
DEGNANTISSIMO.
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pag.105

DEGNANTISSIMO.
Definiz: Superlat. di Degnante. –
Esempio: Medit. Alb. Cr. 4: Nel secondo frutto ripensi la benignissima e degnantissima condescensione e inchinamento a noi miseri peccatori.
Esempio: Segner. Pred. Pal. ap. 73: Avea lo spirito doppio di Elia e di Eliseo, di Elia zelante e di Eliseo degnantissimo.

345) Dizion. 5° Ed. .
DEGNARE.
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pag.105

DEGNARE.
Definiz: Neutr. pass. degnarsi Compiacersi per benignità, per grazia, favore, e simili.
Dal lat. dignari. –
Esempio: Panzier. Tratt. 28 t.: Desiderando umilmente che 'l Signore per sua pietà si degni lei nel numero de' salvati numerare.
Esempio: Cas. Pros. 3, 58: Supplico V. Maestà che si degni di udirlo con la sua benignità solita.
Esempio: E Cas. Pros. appr.: Faccia quel tanto, che ella si degnerà comandargli.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 56: Disse [al lupo] l'astuta volpe: onor mi fate Quando sì vi degnate Prendermi per compagna.
Definiz: § I. E con lo stesso senso, in forma di Neutr. ed altresì Neutr. pass.
Esempio: Albertan. Tratt. volg. 133: Se alcuna buona non ne fosse (delle femmine) trovata, lo nostro Signore Dio non sare' degnato di venire, e l'umana carne dalla Vergine non avrebbe ricevuta.
Esempio: Dant. Purg. 1: Grazie riporterò di te a lei, Se d'esser mentovato laggiù degni.
Esempio: Fiorett. S. Franc. 4: Sia benedetto il nostro Signore Gesù Cristo, il quale ha degnato di mostrarci la sua vita evangelica.
Esempio: Libr. Ruth 11: Perchè a me questo, ch'io abbia trovato grazia innanzi agli occhi tuoi, e abbi degnato di conoscermi, conciossiacosach'io sia femmina peregrina e strana?
Esempio: Petr. Rim. 1, 94: Onde 'l Motor eterno delle stelle Degnò mostrar del suo lavoro in terra.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 190: Pensando che voi qui alla mia povera casa venuta siete, dove, mentre che ricca fu, venir non degnaste.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 351: Piacciavi adunque, uditor nobilissimi,... Darle quella benigna e grata udienza, Che già degnasti dare agl'Incantesimi.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 39: A i lavori d'Aracne, all'ago, ai fusi Inchinar non degnò la man superba.
Definiz: § II. E pure in forma di Neutr. e talora anche di Neutr. pass. Dimostrare con maniera cortese di apprezzare altrui e le cose sue, e particolarmente gl'inferiori: ed usasi anche senza alcun compimento, e più specialmente in locuzione negativa. –
Esempio: Passav. Specch. Penit. 154: Sogliono dire quelle cotali persone, la cui usanza ella schifa: ella non degna sì basso, e le pare essere sì grande, che le viene schifo delle sue pari.
Esempio: Petr. Rim. 1, 86: Ella non degna di mirar sì basso.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 552: Ben ch'io non credo che degnassi sì basso, pure alle volte si va in luogo che altri no l'are' stimato, ec.
Esempio: Franc. Son. 57: Or quando ti scontriano (scontriamo), Degna, e di' come suoi (suoli): addio, Piovano.
Definiz: § III. Riferito ad atti che siano o che reputiamo non degni di chi li compie, vale Inchinarsi, Abbassarsi, o simili, a farli. Usasi per lo più in proposizione negativa, ed è maniera denotante disprezzo. –
Esempio: Bern. Orl. 16, 51: In terra il re Agrican lasciò straziarlo, Chè non volse degnarsi d'ammazzarlo.
Definiz: § IV. Att. Stimare, Reputare, degno; ed altresì Fare, Rendere, degno di checchessia. –
Esempio: Dant. Purg. 21: Se voi siete ombre che Dio su non degni, Chi v'ha per la sua scala tanto scorte?
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 498: Che Dio su non degni; cioè: se voi siete anime, che Dio non vi faccia degne d'essere in vita eterna, perchè andate?
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 133: Lo quale (Bacco) se tu non degnerai dell'onore de' tempj, tu, carcerato, sarai sparto in miIle luoghi.
Esempio: Tass. Gerus. 6, 85: Forse il vincitore Degnato avrebbe il mio cenere e l'ossa D'alcun onor di lagrime e di fossa.
Esempio: E Tass. Dial. 1, 361: Il nostro mondo fu degnato de la presenza del vero Figliuol d'Iddio.
Esempio: Pindem. Poes. 86: Degnommi, è ver, d'un grazioso sguardo.
Definiz: § V. Riferito a persona, vale Farne alcuna stima, Mostrarsi benigno, cortese, verso di essa, Curarla. –
Esempio: Franc. Son. 57: Ch'io non sia da te per lui degnato.
Esempio: Salvin. Lett. IV, 1, 311: Non mi rinchiudo, nè mi ristringo, come i più fanno, che non degnano se non un certo genere di persone, come gentiluomini e letterati.
Definiz: § VI. Riferito a cosa, vale Farne alcuna stima, Pregiarla, Tenerne conto, e simili. –
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 65: Com'ha fatto non so chi, mio vicino, Che veste d'oro, e più non degna il panno.
Definiz: § VII. Degnare, vale altresì Accettare, Ricevere, benignamente, volentieri, riferito a invito, e più specialmente a invito a mangiare o a bevere, fatto da persona inferiore; ed usasi assolutam. –
Esempio: Lipp. Malm. 5, 14 63: E acciò stremata non gli sia la vita, Non dice pur: degnate; o a ber gl'invita.
Esempio: Buonarr. F. Vetr. ant. 96: Noi nell'idioma toscano abbiamo il degnate, per invito a mangiare o a bere.
Definiz: § VIII. Degnare alcuno per amico, per parente, per servo, o, com'anche trovasi, a servo, e simili, vale Accettarlo cortesemente, benignamente, per tale. –
Esempio: Rim. Ant. P. Pann. Bagn. 1, 481: Ho magna allegrezza, Poi (poichè) m'ha degnato a servo vostra altezza.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 167: Prometteteli che, degnandomi per amico, le risponderò con ogni sorte d'offizio.
Esempio: E Car. Lett. ined. 3, 245: Dopo che V. S. reverendissima m'ha degnato per suo parente, io me l'ho preposta per padrone, e per padre.
Definiz: § IX. Degnare persona, o cosa, a un onore, bene, e simili, vale Farnela, Rendernela, degna. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 13: Che fosti a tanto onor degnata allora.
Esempio: Poliz. Rim. 61: Alto e muschioso faggio, Che sei stato degnato a tanto bene, ec.
Definiz: § X. Degnarsi ad uno o con uno o Degnare ad uno o con uno, vale Mostrarsi cortese, affabile, con esso; ed altresì Concedere ad esso la propria grazia, amicizia, o simile. –
Esempio: Capor. Rim. 115: Ma costei (la Invenzione), che a pochissime persone Si degna, e che non vuol che le si faccia Intorno da certi uomini il buffone, Già di lontan mi accenna che io mi taccia (qui in locuz. figur.).
Esempio: Segner. Crist. instr. 3, 445: Curvandosi come a principe a chi nè pure merita il nome di cavaliere, e degnandovi come a nobile, a chi gode appena la sorte di mercatante.
Esempio: E Segner. Paneg. 1, 363: Ammirò che egli vestisse come prima, che camminasse come prima,... che come prima degnasse co' familiari, diportandosi sempre ed in privato ed in pubblico come prima.

346) Dizion. 5° Ed. .
DEGNATO.
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pag.106

DEGNATO.
Definiz: Partic. pass. di Degnare.
Lat. dignatus.
347) Dizion. 5° Ed. .
DEGNAZIONE.
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pag.106

DEGNAZIONE.
Definiz: Sost. femm. Il degnarsi; Benigna compiacenza. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 52: Conseguentemente la incarnazione essere a lui possibile, ma in tal modo, che la sua degnazione e umilità in prendere carne non menimasse però la dignità della sua deitade.
Esempio: Collaz. SS. PP.: Questa fu grazia di divina provvidenza con degnazione.
Esempio: Segner. Pred. Pal. ap. 73: Tanta in lui fu l'umiltà della degnazione, e tale a un tempo il vigore della giustizia!

348) Dizion. 5° Ed. .
DEGNEVOLE.
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pag.106

DEGNEVOLE.
Definiz: Add. Che degna gl'inferiori, Che conversa con essi; Affabile, Alla mano. –
Esempio: Cecch. Esalt. 3, 1: Che Siroe è signor molto degnevole.
Esempio: Salv. Oraz. Vett. 12: Umano, e piacevole, e amichevole, e degnevole, dirò così, fin nell'estremo di sua vecchiezza si mostrava con ciascheduno.
Esempio: Bellin. Disc. Anat. 2, 103: Se voi fuste più degnevoli che voi non siate, e non giudicaste disdicevole al vostro sussiego il far le baie.
Esempio: Salvin. Lett. IV, 1, 312: Sfuggendo più che la morte, ogni atto di superiorità, e facendomi così degnevole, umano, comune e popolare.
Esempio: Fag. Comm. 2, 34: Il mio padrone poi è un cavaliere degnevole e popolare.
Definiz: § I. Detto di atti, parole, e simili, vale Proprio di persona degnevole. –
Esempio: Rucell. Or. Dial. 11, 2, 246: Gli atti degnevoli e le maniere soavi e grate, accrescono, non tolgono, stima.
Definiz: § II. Degnevole vale anche Che accetta facilmente l'invito a mangiare od a bere. –
Esempio: Buonarr. F. Vetr. ant. 96: Noi nell'idioma toscano abbiamo il degnate per invito a mangiare o a bere, e degnevole si dice quello che facilmente accetta l'invito.

349) Dizion. 5° Ed. .
DEGNEVOLMENTE.
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pag.106

DEGNEVOLMENTE .
Definiz: Avverb. In modo degnevole. –
Esempio: Magal. Lett. scient. 147: Mettiamoci pur anche le mosche e le zanzare, che pure così familiarmente e degnevolmente ci favoriscono (qui ironicam.).

350) Dizion. 5° Ed. .
DEGNISSIMAMENTE.
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pag.106

DEGNISSIMAMENTE.
Definiz: Superlat. di Degnamente. –
Esempio: Medit. Alb. Cr. 43: Il quale degnissimamente tanto dee esser più onorato, quanto maggiormente egli più vilissime ingiurie.... sostenne in sè per noi peccatori.
Esempio: Albanz. Bocc. Donn. fam. 177: Quanto la pietà le tolse di tempo, fulle renduto degnissimamente nelle scritture.
Esempio: Baldin. Art. Int. 102: Con sua gloria e gran benefizio della fiorentina letteratura, degnissimamente sostiene il carico d'Arciconsolo.

351) Dizion. 5° Ed. .
DEGNISSIMO.
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pag.106

DEGNISSIMO.
Definiz: Superlat. di Degno.
Lat. dignissimus. –
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 1, 268: Sì come uomo degnissimo dello imperio.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 327: Faranno una sepoltura in terra di porfido; chè non essendo ma' più usitata, sarà degnissima, e meritamente.
Esempio: Varch. Lez. Verb. 1, 46: Hanno, degnissimo Consolo, onoratissimi Accademici, e voi tutti Ascoltatori graziosissimi, per fissa e incommutabile legge, ec.
Esempio: E Varch. Boez. 87: Degnissimo d'onore.
Esempio: Segner. Pred. Pal. ap. 241: È cosa degnissima al maggior segno.

352) Dizion. 5° Ed. .
DEGNO.
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pag.106

DEGNO.
Definiz: Add. Che per le qualità sue, per gli atti, i costumi, e simili, merita ciò che è determinato dal suo compimento, e più specialmente lode o biasimo, premio o pena, onore o disprezzo, e via discorrendo; Meritevole: ed usasi anche senza compimento alcuno.
Dal lat. dignus. –
Esempio: Dant. Inf. 13: Non ruppi fede Al mio signor, che fu d'onor sì degno.
Esempio: E Dant. Purg. 5: Dissilo, alquanto del color consperso Che fa l'uom di perdon tal volta degno.
Esempio: Petr. Rim. 1, 7: O d'ogni reverenza e d'onor degna.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 88: Lui sì come egli era degno avevan trattato.
Esempio: Varch. Boez. 8: Una donna.... degna di molta reverenza nell'aspetto.
Esempio: Tass. Gerus. 5, 42: Difenda sua ragion ne' ceppi involto Chi servo è, disse, o d'esser servo è degno.
Esempio: Dav. Tac. 2, 244: L'ebbe per degno d'esser provato in sua camerata.
Esempio: Segner. Pred. Pal. ap. 242: Come è leale nella distribuzione de' beneficj, preferendo sempre il più degno.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 312: I rei.... erano tutti degni di morte.
Esempio: Niccol. Poes. 1, 53: O di miglior destino Degna!
Definiz: § I. E detto di cosa, atto, pensiero, affetto, e simili. –
Esempio: Dant. Parad. 31: Chè la luce divina è penetrante Per l'universo, secondo ch'è degno.
Esempio: E Dant. Conv. 282: Sono di ferma opinione, che le pietre che nelle mura sue (di Roma) stanno, siano degne di reverenzia; e 'l suolo dov'ella siede sia degno oltre quello che per gli uomini è predicato e provato.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 105: Di quanto onore le frondi di quello eran degne.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 169: Un monaco, caduto in peccato degno di gravissima punizione,... si libera dalla pena.
Esempio: Varch. Stor. 2, 266: Cosa barbara in vero, e degna di grandissimo biasimo.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 60: Fuggì soletto [Rinaldo dalla Corte].... Giunse nel campo in regïon remote. Nobilissima fuga, e che l'imiti Ben degna alcun magnanimo nipote.
Esempio: E Tass. Gerus. 2, 15: Pur guardia esser non può che 'n tutto celi Beltà degna ch'appaia e che s'ammiri.
Esempio: Giord. Op. 1, 349: Legga i due non grossi volumi di Domenico Scinà,... degni di essere conosciuti per tutta Italia.
Definiz: § II. E nel medesimo senso si usò costruito con la particella A. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 85: Quelli che sono qui consolati, non sono degni alla tua consolazione.
Esempio: Fr. Giord. Pred. 2, 288: La nostra fatica non è degna a' beni dell'altra vita, ma fallo Iddio per sua cortesia.
Definiz: § III. Detto di persona, e riferito a ufficio, grado, ministero, opera, e simili, vale Che è meritevole che le sia affidata, concessa; usato in poesia anche con la particella A invece della particella Di. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Alle qua' [beate genti] poi se tu vorrai salire, Anima fia a ciò di me più degna.
Esempio: E Dant. Inf. 2: Ma io perchè venirvi? o chi 'l concede? Io non Enea, io non Paolo sono; Me degno a ciò nè io nè altri crede.
Esempio: Ar. Sat. 1, 161: Camerier, scalco e secretario truova Il signor degni al grado.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 34: Ei (Goffredo) si mostra ai soldati: e ben lor pare Degno dell'alto grado, ove l'han posto.
Definiz: § IV. E pur detto di persona, ed a persona riferito, vale Che per le qualità, le opere, i costumi, e simili, ha conformità con essa; ed anche Non degenere. –
Esempio: Bocc. Laber. 189: Va' dietro a quelle di che tu se' degno, chè certo tu eri degno d'aver me.
Esempio: Salv. Oraz. A. Est. 3: Non dico parente congiuntissimo di tanti famosi principi;... ma degno ramo, degno figliuolo, ec.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 52: Son qui gli avventurieri invitti eroi, Terror dell'Asia, e folgori di Marte.... Or qual duce fia degno di loro?
Esempio: E Tass. Gerus. 6, 72: Perdesti il regno e in un l'animo regio: Non sei di me tu degna.
Esempio: Niccol. Poes. 1, 15: Lascia che degna D'Ettor germana io mi riserbi.
Definiz: § V. E detto di cosa, atto, costume, pensiero, e simili, e riferito a persona, vale Che le si addice, Che ben si adatta alla qualità e natura della medesima; e trovasi talora usato anche colla particella A. –
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 69: Veramente magnifico detto, e degno a grande e savio uomo.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 48: Sol di te degne credo L'imprese malagevoli e le grandi.
Esempio: E Tass. Gerus. 15, 39: Ben degna invero La domanda è di te; ma che poss'io, ec.?
Definiz: § VI. Detto di premio o pena, onore o disonore, lode o biasimo, e via discorrendo, vale Adeguato, Condegno, e simili. –
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 455: Farete bene confessarvi, e farne una degna penitenza.
Esempio: Tass. Gerus. 8, 55: E portai meco l'arme, e lasciai cura Ch'avesse degno onor di sepoltura.
Esempio: Sassett. Fr. Notiz. 39: E quando Cosimo n'aspettava qualche degna ricognizione, si morì.
Esempio: Niccol. Poes. 1, 19: È la sua fama Premio degno del padre.
Definiz: § VII. Vale anche Meritato, Giusto, e simili. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 75: Miserere del mio non degno affanno.
Esempio: Car. Eneid. 12, 1330: Com'or mi vedi in queste nubi ascosa, E disposta a soffrir tutto ch'io soffro, Degno e non degno.
Definiz: § VIII. E per Giusto, Conveniente, e simili; ed usasi più spesso assolutam. nella maniera Esser degno. –
Esempio: Dant. Purg. 11: Laudato sia il tuo nome e il tuo valore Da ogni creatura, com'è degno Di render grazie al tuo dolce vapore.
Esempio: E Dant. Parad. 12: Degno è che dov'è l'un l'altro s'induca.
Esempio: Bemb. Rim. 89: Molza, che fa la donna tua, che tanto Ti piacque oltra misura? e fu ben degno, Poi che sì chiaro ec.
Definiz: § IX. Degno, detto di persona, vale Insigne, Assai stimabile, Meritevole di onore, per virtù, dottrina, autorità, e simili; e più genericamente, Che ha egregie qualità. –
Esempio: Dant. Purg. 3: Così il maestro. E quella gente degna: Tornate, disse, intrate innanzi, dunque.
Esempio: E Dant. Purg. 29: E quando il carro a me fu a rimpetto, Un tuon s'udì; e quelle genti degne Parvero aver l'andar più interdetto.
Esempio: Petr. Rim. 2, 265: S'acqueti omai 'l cor vostro afflitto, E cerchi uom degno, quando sì l'onora.
Esempio: Comp. Mantell. 6: Poi si rivolse dalla sinistra mano, Chiamando in testimone il degno Lapo.
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 12: Passò lo 'mperadore di Costantinopoli e il Patriarca e tutti i prelati degni che aveva quella nazione.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 92: E perch'un'alma infra duo va 'l (al) più degno, M'è forza, s'io voglio esser, sempre amarti.
Esempio: Tass. Gerus. 17, 12: Stannogli a destra l'un, l'altro a sinistra, Duo satrapi, i maggiori: alza il più degno La nuda spada del rigor ministra; L'altro ec.
Definiz: § X. E pure per Assai stimabile o reputato, avuto rispetto all'ufficio, arte o professione propria della persona di cui si parla; e in tale accezione si suole anteporre al nome esprimente detto ufficio o professione. –
Esempio: Dav. Scism. 347: Quando il famoso teologo, santo uomo, degno vescovo, canuto vecchio, fornì di parlare, quattro.... presentarono un altro libro.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 22: Dicon.... che il degno maestro di latino È quegli che mi batte l'acciarino (qui ironicamente).
Definiz: § XI. E detto di cosa, qualità, atto, pensiero, e simili, vale Eccellente, Assai pregevole nell'esser suo, Meritevole di molta considerazione, lode, attenzione, e simili; ed altresì Nobile, Alto, Onorevole. –
Esempio: Domin. Tratt. Car. 17: La qual virtù non trovando in te, dapoi che è buona e degna, cerca d'averla ancor tu: e se l'hai, lauda Dio, e cresci quanto puoi in essa.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 271: E in fra le altre, quattro ce n'è tanto degne di queste vertù, le quali furono quelle che accompagnarono il nostro Redentore.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 38: Mentre sono in tal rischio, ecco un guerriero.... d'alta sembianza e degna.
Esempio: E Tass. Gerus. 4, 13: Noi trarrem neghittosi i giorni e l'ore, Nè degna cura fia che 'l cor n'accenda?
Esempio: Segner. Pred. 285: Di grazia, attenti a quest'ultima osservazione, ch'è la più degna.
Definiz: § XII. E pur detto di cosa, e specialmente di opere dell'ingegno e dell'arte, vale Assai bello, Eccellente; e detto di festa, cerimonia, e simili, vale Sontuoso, Sfarzoso, e simili. –
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 12: Fu questa delle degne cerimonie che fusse fatta, già è lunghissimo tempo.
Esempio: Giord. Op. 1, 395: L'Italia.... è scarsa molto di opere degne.
Definiz: § XIII. E detto di cose mangiabili, ovvero di pranzo, cena, e simili, vale Gustoso, Squisito; e detto di mangiata, scorpacciata, e simili, vale Abbondante, Copioso, e nello stesso tempo gustoso. –
Esempio: Panciat. Scritt. var. 243: Mi stanno sul cuore.... quei cocomeri, de' quali facevamo scorpacciate sì degne.
Definiz: § XIV. Degno, costruito con la preposizione A, si disse per Meritevole di esser paragonato, Comparabile. –
Esempio: S. Gir. Grad. 14: Lo martirio di questo secolo non è degno alla gloria che gli amici di Dio averanno in cielo.
Definiz: § XV. E in forza di Sost.; ma si usò solo nella maniera Avere a degno, per Degnare, Accogliere, Gradire, cortesemente. –
Esempio: Sacch. Rim. M. 57: Che se pietosi versi tiene a sdegno, Forse ch'e' tuoi avrà ancora a degno.

353) Dizion. 5° Ed. .
DEGRADARE.
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pag.107

DEGRADARE.
Definiz: Att. Privare ignominiosamente del grado o dignità, che alcuno abbia; il che si fa con certe forme: e riferiscesi specialmente ad ecclesiastici, o a militari.
Dal barbaro lat. degradare. –
Esempio: Guicc. Stor. 3, 238: Furono Alfonso e Bandinello, per sentenza data nel Concistoro pubblico, privati della dignità del cardinalato, degradati, e dati alla corte secolare.
Esempio: Bentiv. G. Nunz. 1, 216: Gli sarà dato il supplizio che merita. Ma perch'egli è sacerdote,... il Parlamento pretenderà che il Vescovo di Parigi prima lo degradi.
Esempio: Bertin. R. Rim. burl. 3, 246: Ch'io possa esser dal Papa degradato, ec.
Esempio: Pallav. Vit. Aless. 1, 188: Il Mascambruni fu solennemente degradato dagli ordini sacri, e poscia decapitato.
Definiz: § I. Figuratam. per Deprimere, Conculcare, e simili. –
Esempio: Borgh. S. Tertull. 33: In pubblico i Dei pubblici degradate, mentre come tributarj gli tenete ne' luoghi dove s'incanta.
Definiz: § II. Figuratam., detto di atto, costume, e simili, e riferito a persona, vale Fare scadere di onore, di reputazione, Rendere vile, abietto; e usasi anche assolutam., come:
Esempio: Esempio del Compilatore Queste sono azioni che degradano.
Definiz: § III. Neutr. pass. Degradarsi Rendersi vile, abietto per alcuna azione assai biasimevole, come:
Esempio: Esempio del CompilatorePatteggiare con l'iniquità è un degradarsi.
Definiz: § IV. Neutr., usato talora anche a modo di Neutr. pass. Venire a grado a grado scemando di altezza; nel qual senso dicesi più comunemente Digradare. –
Esempio: Giunt. Eseq. Buonarr. 30: Il quale [catafalco].... andava degradando ne' suoi piani tanto, che vi si poteva andare intorno.
Esempio: Baldin. Decenn. 6, 599: Vien figurata nel terzo quadro.... una gran fiera, ove siano concorse varie genti e in gran numero;... e veggonsi sparse per una spaziosa campagna, che a poco a poco degradando.... mostra una lontananza di molte miglia, portandosi a terminare in alcune piacevoli collinette.
Esempio: Bicchier. Bagn. Montecat. 1: Monti i quali nello stendersi verso il mezzo giorno si degradano nelle loro altezze, e dividendosi in rami secondarj, formano varie sinuosità.
Definiz: § V. E Term. delle Arti del disegno. Diminuire di grandezza o di grossezza in proporzione della distanza o dell'altezza dell'oggetto. –
Esempio: Maff. Anfit. 180: Il muro di essa [volta] imposta tutto su la grossezza de' pilastri inferiori che degrada nel secondo piano; e si vede ancora nel piè dell'altra volta superiore, poichè questa ancora impostava su quella parte che degrada nel terzo.
Definiz: § VI. E detto specialmente di colore, lume, ombra, e simile, vale Diminuire gradatamente accostandosi ad altro colore, o all'ombra, o alla luce. –
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. III, 1: Ombra.... Quel colore più e meno scuro, che degradando verso il chiaro, serve nella pittura per dar rilievo alla cosa rappresentata.
Definiz: § VII. Detto di persona, vale Scadere, Venir meno; e riferiscesi ad onore, virtù, e simili. –
Esempio: Borgh. S. Tertull. 56: Perciocchè, siccome quegli che sono reputati Dei, non vorrebbono essere chiamati demoni se veramente fossero Dei, per non degradare dalla maestà loro.
Esempio: Fag. Rim. 6, 180: Benchè inferior di forze, e pur non cedo, Chè dal natio valore io non degrado.

354) Dizion. 5° Ed. .
DEGRADATAMENTE.
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pag.108

DEGRADATAMENTE.
Definiz: Avverb. Scendendo o Diminuendo a grado a grado. –
Esempio: Bottar. Lez. Decam. 1, 117: Un ameno paese si rappresentava, di mille erbe e d'arbori d'ogni maniera verdeggianti, il quale per lungo tratto degradatamente si stendeva.
Esempio: E Bottar. Lez. Trem. 56: Un tal tremore si dovrebbe dilatare non in giro degradatamente.

355) Dizion. 5° Ed. .
DEGRADATO.
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pag.108

DEGRADATO.
Definiz: Partic. pass. di Degradare.
Lat. degradatus.
Definiz: § I. In forma d'Add. Che è stato privato del grado o della dignità. –
Esempio: Bart. D. Giapp. 4, 44: Parve dunque miracolo che da così capitali accuse.... egli si tornasse da Iendo sol degradato, e non vi rimanesse decapitato.
Esempio: Segner. Crist. instr. 3, 154: E quindi, come a reo degradato solennemente, gli fu con un fendente spiccato il capo dal busto.
Definiz: § II. E figuratam., Reso vile, abietto. –
Esempio: Leopard. Pros. 2, 127: Vedersi quasi degradato nella società, diventato agli occhi del mondo quasi reo di qualche misfatto.
Definiz: § III. Per Che va a poco a poco scemando, diminuendo, di altezza o grossezza od ampiezza; nel qual senso dicesi più comunemente Digradato. –
Esempio: Magal. Sidr. trad. 29: Per le basse ed ime Soavemente degradate valli Pasce il branco che mugge.
Esempio: Salvin. Perf. Pitt. trad. 31: Questa figura dee apparire nello stesso aspetto prospettivo che faria la forma d'un quadrato degradato nel medesimo luogo.
Esempio: Fag. Pros. 3: Guardinfante.... con più occulti degradati circoli.
Definiz: § IV. In forza di Sost. Colui che è stato privato del grado o della dignità. –
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 1, 27: Nota che 'l Vescovo non può restituire il degradato, ma solo il Papa.

356) Dizion. 5° Ed. .
DEGRADAZIONE.
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pag.108

DEGRADAZIONE.
Definiz: Sost. femm. L'atto del degradare.
Basso lat. degradatio. –
Esempio: Guicc. Stor. 1, 308: Furono impiccati e abbruciati, concorrendo allo spettacolo della degradazione e del supplicio, non minore moltitudine d'uomini ec.
Esempio: Magal. Lett. scient. 131: Era il discorso della solenne degradazione de' bruti da animali sensibili a puri insensibili automati, o orivoli, intentata da alcuni filosofi (qui per similit.).
Definiz: § Il diminuire gradatamente di altezza, grandezza; usato particolarmente nelle Arti del disegno, e riferito a colore, lume, ombra, vale Il diminuire a poco a poco, accostandosi ad altro colore, o all'ombra, od alla luce; ne' quali sensi dicesi più comunemente Digradazione. –
Esempio: Accolt. Prosp. 9: Dalla intelligenza e dimostrazione di questa presente proposizione.... depende la cognizione de' proporzionati scorciamenti e degradazioni de' piani.
Esempio: Baldin. Decenn. 4, 187: Gli eccellenti Professori di paesi premevano.... nel buon disegno di ciò ch'e' volevano in essi rappresentare, cioè a dire nell'invenzione,... nel componimento,... nella prospettiva; dando al tutto ed alle parti buona degradazione,... facendo in essi vedere in vicinanza ed in lontananza monti, piani, fiumi ec.
Esempio: Salvin. Perf. Pitt. trad. 30: Le figure che avanzano più o meno nella profondità del piano della tavola, si diminuiscono proporzionalmente alla degradazione del medesimo piano.
Esempio: Memor. Bell. Art. 1, 186: Il valente incisore sig. Giovanni Ottaviani.... ha terminato un rame rappresentante la Vergine Annunziata,... in cui ha molto ben conservato il carattere dell'originale, e la degradazione delle mezze tinte.

357) Dizion. 5° Ed. .
DEGUSTARE.
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pag.108

DEGUSTARE.
Definiz: Att. Gustare, Assaggiare, alquanto: ma è voce la quale non si userebbe che nella poesia.
Dal lat. degustare. –
Esempio: Strat. Mor. S. Greg. 2, 108: Cominciono a degustare quello che nell'altra vita aranno di gaudio (qui figuratam.).

358) Dizion. 5° Ed. .
DEGUSTATO.
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pag.108

DEGUSTATO.
Definiz: Partic. pass. di Degustare.
Lat. degustatus.
359) Dizion. 5° Ed. .
DEH.
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pag.108

DEH.
Definiz: Interiezione ed Esclamazione, che serve ad esprimere diversi affetti e movimenti dell'animo, come raccomandazione, preghiera, desiderio, meraviglia, compassione, dolore, pentimento, e simili; ma non usasi oggi che in poesia o nella prosa elevata.
Forse dal lat. hee, rinforzata con l'aggiunta della d; sebbene altri pensi che possa esser fatta dal lat. dee, forma del vocativo di deus, talora usata dagli scrittori della bassa latinità. –
Esempio: Dant. Purg. 28: Deh, bella donna ch'a' raggi d'amore Ti scaldi,... Vegnati voglia di trarreti avanti.
Esempio: Petr. Rim. 1, 295: Deh, fosse or qui quel miser pur un poco.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 127: Deh porgi mano all'affannato ingegno, Amor, ed allo stile stanco e frale.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 559: Deh.... è intergezione che significa deprecazione, esortazione.
Esempio: Tass. Gerus. 13, 39: O tu, che dentro a i chiostri della morte Osasti por.... il piede, Deh, se non sei crudel quanto sei forte, Deh, non turbar questa secreta sede.
Esempio: Mont. Poes. 2, 42: Deh! per l'amato Cenere sacro dell'ucciso figlio.
Definiz: § I. Serve altresì a dimandare istantemente, ovvero con lusinga. –
Esempio: Dant. Purg. 5: Deh, perchè vai? deh, perchè non t'arresti?
Esempio: Petr. Rim. 2, 245: Deh, qual amor sì licito o sì degno, Qua' figli mai, quai donne Furon materia a sì giusto disdegno?
Esempio: Bocc. Decam. 2, 327: Deh, anima mia dolce, che parole son quelle che tu di'?
Definiz: § II. Ed in proposizione interrogativa, equivale spesso a Di grazia. –
Esempio: S. Greg. Omel. 3, 78: Se alcuno potente mandasse ad invitare qualunque povera persona, deh! che farebbe quello povero, se non che si goderebbe d'essa invitazione?
Definiz: § III. Talora serve alla figura di riprensione, ed equivale a Ma. –
Esempio: Bocc. Laber. 87: Deh che dich'io? l'armata del re Ruberto, qualora egli la fece maggiore, tutta insieme concatenata.... a grandissimo agio vi potrebbe essere entrata.
Definiz: § IV. Serve anche alla esortazione, ed all'ammonimento. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 102: Deh, va' con Dio, buono uomo; lasciaci dormire, se ti piace.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 31: Deh! fate un corpo sol di membri amici: Fate un capo, che gli altri indrizzi e frene.
Esempio: E Tass. Gerus. 2, 43: Deh, dimmi, chi son questi, ed al martoro Qual gli conduce o sorte o colpa loro?
Esempio: Cecch. Comm. ined. 418: Deh! con manco collora, Signora Rosa.
Esempio: Mont. Poes. 2, 80: Salvo il mio sposo? C. Il figlio mio! deh, narra.
Definiz: § V. Serve eziandio ad approvare, a magnificare e simili, ed equivale ad Oh. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 97: Deh, qual pietà, qual angel fu sì presto A portar sopra 'l cielo il mio cordoglio?
Esempio: Bocc. Decam. 6, 295: Deh, come la donna ha ben fatto a vendicare la sua ingiuria con la morte dello sparviere!
Definiz: § VI. Talora è anche interiezione di rimprovero, ed è lo stesso che Eh, Eh via, Oh via, e simili. –
Esempio: Albert. Piag. Boez. 90: Deh, o scherniscimi tu, tessendo con ragione non ispieghevole laberinto, nel quale ec.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 38: Deh, andate, andate. O fanno i preti così fatte cose?
Definiz: § VII. Ed è altresì interiezione esclamativa, equivalente ad Oh, Ah e simili. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 175: Deh, perchè non prendo io del piacere, quando io ne posso avere?
Esempio: E Bocc. Decam. 3, 122: Deh, quanto mal feci a non aver misericordia del Zima mio!