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Volume 7 - Dizionario 5° Ed.
220) Dizion. 5° Ed. .
GIUSTIZIARE.
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pag.351

GIUSTIZIARE.
Definiz: Att. Far morire per esecuzione d'una sentenza capitale; Eseguire sopra un condannato la sentenza di morte; Farne giustizia. –
Esempio: Giamb. Oros. 300: Il rubamento del mare, che per la gente di quella contrada si facea, giustiziandone molti, costrinse.
Esempio: Colonn. Guid. 203: Elli è degno d'esser impiccato all'alte forche, o in alcuno altro modo esser giustiziato.
Esempio: Vill. G. 414: Avendo fatte in Lunigiana certe ruberie e micidj, contro alla volontà d'Uguiccione, preso fu in Lucca dal figliuolo d'Uguiccione per giustiziarlo. E 861: Per simile modo fece giustiziare messer Ramondo di Catana.
Esempio: Varch. Stor. 2, 74: La memorabile compagnia del Tempio, chiamata de' Neri: gli uomini della quale, dato che s'è il comandamento dell'anima ad alcuno che deve esser giustiziato, vanno a confortarlo tutta la notte, ec.
Esempio: Cecch. Dichiar. Proverb. 42: Egli era una vergogna che chi andava sul carro a giustiziarsi avesse a scuotere così le budella in corpo.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 5, 175: Non appariva atto di maraviglia l'aver rotto il filo della congiura, e fatto giustiziare i congiurati.
Esempio: Montecucc. Op. 2, 230: Congiurarono alcuni de' Transilvani contro la vita di Gabriel Batori, che scoperti furono giustiziati.
Esempio: Segner. Pred. Pal. ap. 29: È pietà praticata fin da' carnefici, bendar gli occhi a chi hassi da giustiziare, affinchè non vegga gl'istrumenti di morte.
Definiz: § E nel senso stesso trovasi Giustiziare a morte. –
Esempio: Liv. Dec. 1, 130: I consoli s'assisero nelle loro sedie, e comandarono a' sergenti che giustiziassero i traditori a morte.
Definiz: § II. Si usò per Condannare a qualsivoglia altra pena corporale, secondo giustizia. –
Esempio: Stat. Cap. Fir. 2, 68: Sieno costretti cum varie generazioni di tormenti. E sieno giustiziati a volontà de la Podestà di Firenze o vero del Capitano infine a tanto che essi averanno sodisfatto a' creditori loro,... salvo ch'e' minori di quindici anni non sieno sottomessi a tormenti. E se alcuni ne fosseno sottomessi a tormenti, non sieno morti.
Definiz: § III. Figuratam. e scherzevolmente, riferito a cosa, vale Ridurre in cattivo stato, Conciare malamente, Sciupare, Straziare. –
Esempio: Buonarr. Tanc. 5, 5: Un'altra volta bisogna annacquarlo (il vino). C. Quand'egli è buono, egli è un giustiziarlo.
Esempio: Adim. A. Ador. Mag. 75: Dio voglia che quei guatteri non m'abbino giustiziato quello arrosto di fagiani.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 63: Vi biasimo, parendomi che l'abbiate giustiziata [la vostra poesia], come suol dirsi, indirizzandola a me.
Esempio: Paolett. Oper. agr. 2, 13: Si mirano in molti luoghi delle viti stentate,... potate a capo di cinque, sei o sette nodi, coll'idea di averne più vino, e ordinariamente se ne ha poco o punto, mentre intanto si giustiziano e si perdono quelle piante.

221) Dizion. 5° Ed. .
GIUSTIZIATO.
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pag.351

GIUSTIZIATO.
Definiz: Partic. pass. di Giustiziare. –
Esempio: Giamb. Oros. 369: Ma Cesare incontanente,... tutti i maggiori e nobili per diversi tormenti giustiziati, tutti gli altri sotto corona vendeo.
Esempio: Fr. Giord. Pred. 282: Cristo nella croce e passione fu passionato in tutti i sensi; chè gli occhi gli fuoron velati con la fascia: gli orecchi udiron gli vituperj e le minacce: al naso il fetore de' corpi giustiziati in quel luogo, ec.
Esempio: Baldin. Art. Int. 56: Rappresentò.... ogni accidente solito accadere a' miseri soldati, da quel punto che son date loro le prime paghe, finchè, o morti in guerra, o giustiziati per loro trasgressioni e misfatti, finiscono di vivere, o pure venuti in potere della vecchiaia e della povertà, ec.
Definiz: § In forma d'Add. Fatto morire in esecuzione di sentenza capitale, Che ha ricevuto tale esecuzione. E usasi spesso in forza di Sost. –
Esempio: Stef. March. Istor. 1, 29: Infino agli anni MCCCLXXIII li giustiziati di Firenze abbandonati si seppellivano dietro alla chiesa di santa Candida.
Esempio: Zibald. Andr.: Faceva dire delle messe per le anime de' giustiziati.
Esempio: E Zibald. Andr. appr.: Le apparve l'anima d'un giustiziato.
Esempio: Segner. Op. 4, 557: Si mettano tutti in fuga, più che quei leoni dell'Affrica all'aspetto di un loro compagno reo, pendente a guisa di giustiziato da un albero de' lor boschi.
Esempio: E Segner. Incred. 283: Ciascun sia pronto ad abbandonare e padroni, e padri, e figliuoli, e spose, e sorelle,... per ubbidire a questo giustiziato, di cui si parla.

222) Dizion. 5° Ed. .
GIUSTIZIERA.
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pag.351

GIUSTIZIERA.
Definiz: Femm. di Giustiziere. Propriamente Colei che amministra o eseguisce la giustizia: ma non si userebbe che in senso figurato per Gastigatrice, Punitrice. –
Esempio: Dav. Tac. 1, 214: Tanto gli erano crude giustiziere le stesse sue sceleritadi.

223) Dizion. 5° Ed. .
GIUSTIZIERATO.
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pag.351

GIUSTIZIERATO.
Definiz: Sost. masc. Ufficio e Giurisdizione del giustiziere, o uficial di giustizia; ed altresì il Territorio sottoposto alla sua giurisdizione. –
Esempio: Vill. M. 341: Avvenne che una terra della contea di Ricorti era nel giustizierato del suo uficio: il balio vi cavalcò con tutta la famiglia per tenervi ragione, come facea in tutte l'altre terre.

224) Dizion. 5° Ed. .
GIUSTIZIERE e GIUSTIZIERO.
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pag.351

GIUSTIZIERE e GIUSTIZIERO.
Definiz: Sost. masc. Quegli che uccide i condannati dalla giustizia; Carnefice, Manigoldo, Boia. –
Esempio: Nov. ant. B. 92: Allora con ira chiamò il giustiziero, comandò ch'al falcone fosse tagliato il capo, perchè avea morto lo suo signore.
Esempio: Senec. Pist.: Perchè mi mostri tu queste spade, e questo fuoco, e questi giustizieri, che sono apparecchiati per me?
Esempio: S. Bonav. Med. Vit. G. Cr. 165: Sono poste due scali,.... su per le quali salgono li giustizieri colli chiovi e colli martelli.
Esempio: S. Cater. Lett. 3, 374: Poniamo che li ministri siano demonj incarnati, e pieni di molta miseria; non dobbiamo però noi essere manigoldi nè giustizieri di Cristo (qui figuratam.).
Esempio: Pulc. L. Morg. 17, 139: Pensava.... Di tor subito a questi la persona.... Mandò pel giustizier quel traditore, E scrisse un brieve, ec.
Esempio: E Pulc. L. Morg. 18, 11: È il mastro giustiziere, Ch'a due cristian, che sono imprigionati In Babbillona, va a fare il dovere.
Esempio: Segner. Paneg. 2, 633: Già l'orrido giustiziere, sguainata la spada, vibrava il colpo.
Definiz: § I. Si usò per Uficiale preposto a mantenere ed esercitare la giustizia. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 184: E combattendo presono e uccisono il giustiziere che v'era pello re.
Esempio: Tav. Bit. 1, 49 var.: E comanda agli giustizieri, che la giudichino e sentènzilla secondo ragione. E a quel punto, gli mastri giustizieri della ragione danno sentenzia che la reina fosse arsa.
Esempio: Cavalc. Frutt. Ling. 119: Alquanti altri n'ha al reggimento del reame in comune, come sono giustizieri, e principi della milizia, ed altri simili officiali.
Esempio: Vill. G. 882: Feciono più signori per giustizieri, ma poco furono ubbiditi.
Esempio: Vill. M. 341: Mandò [il re di Francia] in Normandia un suo barone, e fecelo giustiziere in quel paese. Costui cavalcò nel paese; e faceva sanza contasto l'uficio del suo baliato, ubidito da tutti i paesani.
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 2, 234: Combattendosi il castello, il giustiziero, che v'era per lo re Carlo, fu morto.
Esempio: Pulc. L. Morg. 16, 108: Questo pastor n'andò a una città, Dove il Soldan teneva il suo tesoro; Il mastro giustizier, che quivi sta, Vide il cavallo, ec.
Esempio: E 109: Il giustizier.... Disse al pastor: questo è pel tuo peccato, Ch'io so che questo cavallo hai imbolato; Poi gli fece i danari annoverare.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 15: In Aragona si mossero questioni poco fondate sopra il governo, che per testamento del re Ferdinando restò appoggiato all'Arcivescovo di Saragozza suo figliuolo, a cui s'oppose, non senza qualche ostinazione, il gran giustiziere Don Giovanni de Lanuza.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 10, 81: Il giustiziere al boia aspro si volge, E dice: Mena sul palco costoro.
Definiz: § II. Per similit. –
Esempio: Ar. Cinq. Cant. 1, 32: E Radamanto giudice del loco, Tatto il cacciò sotto il bollente stagno.... E la pena mostrò curar sì poco, Che disse il giustiziere: io te la cagno; E lo mandò nelle più oscure cave.

225) Dizion. 5° Ed. .
GIUSTO.
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pag.355

GIUSTO.
Definiz: Add. Che non si diparte dai principj della ragione e del dovere, Che segue la norma di dare e riconoscere a ciascuno ciò che gli è dovuto; e in più largo significato, Che vuole e fa il bene, e rifugge e si astiene dal male; Diritto, Integro.
Dal lat. justus. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Poeta fui, e cantai di quel giusto Figliuol d'Anchise che venne da Troia.
Esempio: E Dant. Inf. 17: La faccia sua era faccia d'uom giusto.
Esempio: E Dant. Purg. 17: E il giusto Mardocheo, Che fu al dire ed al far così intero.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 59: Egli è giusto: mettianli inanzi le rie opere de' beccaj, che sono uomini malferaci e maldisposti.
Esempio: E Comp. Din. Cron. DL. 326: Il Legato tenea i Neri giusti uomini.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 212: In ogni cosa era santissimo, fuor che nell'opere delle femine: e questo sapeva sì cautamente fare, che quasi niuno, non che il sapesse, ma nè suspicava, perchè santissimo e giusto era tenuto in ogni cosa.
Esempio: Cant. Carn. 46: Noi siam tutti nomini giusti, Che abbiamo il torto a sdegno.
Esempio: Pulc. L. Frott. 128: Non è giusto colui Ch'ogni cosa perdona.
Esempio: Ar. Orl. fur. 14, 101: S'odon ramaricare i vecchi giusti, Che s'erano serbati in quelli affanni.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 139: Il benefizio fatto al figliuolo non si deve richiedere dal padre. Onde se il padre ne farà, per sua cortesia, dimostrazione alcuna, egli è giusto, non grato.
Esempio: Tass. Gerus. 17, 83: Prendila (la spada),... e sia con lieta sorte: E solo in pro della cristiana fede L'adopra, giusto e pio, non men che forte.
Esempio: Parut. Perfez. Vit. polit. 1, 221: Già non è alcuno temperante o forte, che non sia giusto insieme; perciocchè, mentre egli opera secondo queste particolari virtù, ubbidisce alle leggi: il che è proprio e vero ufficio della giustizia.
Esempio: Bert. Eseq. 29: Uomini giusti e timorati, acconci sempre a sofferire la malizia di coloro, ch'essi vorrebbero veder buoni, ec.
Esempio: Parin. Poes. 226: Chi sei tu che sostenti A me questo vetusto Pondo, e l'animo tenti Postrarmi a terra? Umano sei, non giusto.
Esempio: Paolett. Append. 38: L'uomo, nelle sue operazioni, prima di tutto debbe esser giusto.
Definiz: § I. Per similit. –
Esempio: Dant. Inf. 31: Natura certo, quando lasciò l'arte Di sì fatti animali (de' giganti), assai fe' bene, Per tor cotali esecutori a Marte: E s'ella d'elefanti e di balene Non si pente, chi guarda sottilmente, Più giusta e più discreta la ne tiene.
Definiz: § II. Figuratam. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 35, 21: De' lor signor, tratto che n'abbia i fili La giusta Parca, anzi Venere e Bacco,... Portano [i cortigiani] in bocca qualche giorno il nome, Poi ec.
Definiz: § III. E detto di Dio, denota uno dei divini attributi, secondo il quale egli retribuisce premio alle opere buone e pena alle cattive. –
Esempio: Dant. Purg. 19: Così giustizia qui stretti ne tiene Ne' piedi e nelle man legati e presi; E quanto fia piacer del giusto Sire, Tanto staremo immobili e distesi.
Esempio: E Dant. Purg. 29: Quando fu Giove arcanamente giusto.
Esempio: Bibb. N. 2, 367: Le sue opere sono perfette, e le sue vie sono i giudicj suoi; egli è Iddio fedele e senza alcuna iniquità, giusto e diritto.
Esempio: E Bibb. N. 5, 169: Iddio è giusto, e ha amato la giustizia; il suo volto ha veduto quello s'appartiene a ciascuno.
Esempio: Ar. Orl. fur. 17, 1: Il giusto Dio, quando i peccati nostri Hanno di remission passato il segno, Acciò che la giustizia sua dimostri Uguale alla pietà, spesso dà, ec.
Esempio: Tass. Gerus. 9, 56: Gli occhi frattanto alla battaglia rea Dal suo gran Seggio il Re del ciel volgea. Sedea colà, dond'egli e buono e giusto Dà legge al tutto.
Esempio: Mont. Poes. 1, 242: Il duol di Francia intanto e i gran litigi Mirava Iddio dall'alto, e giusto e buono Pesava il fato della rea Parigi.
Definiz: § IV. E per Scevro di colpa, Innocente. –
Esempio: Dant. Inf. 13: L'animo mio per disdegnoso gusto, Credendo col morir fuggir disdegno, Ingiusto fece me contra me giusto.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 358: Cioè fece me, ch'era giusto ed innocente, incrudelire contra me medesimo, ch'era giusto quanto al peccato che mi fu apposto, dandomi morte; e per questo diventai ingiusto, ec.
Definiz: § V. In particolare detto di principe, rettore, magistrato, tribunale, e simili, vale Che adempie fedelmente il proprio ufficio, Che rettamente governa, amministra, comanda, giudica, Che retribuisce ciascuno secondo le opere sue e conforme al dovere. –
Esempio: Dant. Parad. 7: Non ti dee oramai parer più forte, Quando si dice che giusta vendetta Poscia vengiata fu da giusta corte (qui in locuz. figur.).
Esempio: Ar. Orl. fur. 3, 18: Terran lo scettro i signor giusti, Che, come il savio Augusto e Numa fenno, Sotto il benigno e buon governo loro Ritorneran la prima età de l'oro.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 27, 103: Il re Agramante andò per porre accordo Di qua e di là più volte a questo e a quello; E a questo e a quel più volte diè ricordo Da signor giusto e da fedel fratello.
Esempio: Giannott. Op. 1, 12: La qual cosa saria molto fruttuosa alla repubblica, perchè i magistrati sarebbono costretti ad essere più giusti.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 82: Principi giusti, e città caste e sante.
Definiz: § VI. Figuratam. e poeticam. detto di mano, di armi, e simili, in quanto si considerino come esecutrici o ministre di ciò che è giusto. –
Esempio: Tass. Gerus. 11, 30: Deh spezza tu del predator francese L'asta, signor, con la man giusta e forte.
Esempio: E Tass. Gerus. 17, 47: E la destra del ciel di giusta mano Drizza l'arme talor contra i nocenti.
Esempio: Niccol. Poes. 1, 324: E s'io le schiere Opponessi alle giuste Armi d'Acasto, la vergogna, e l'ira Da quelle mani strapperebbe il brando Difensor della colpa.
Definiz: § VII. E detto di governo, reggimento, signoria, e simili, per Tenuto, Esercitato, rettamente; e detto di popolo, nazione, e simili, Che osserva le leggi, così la positiva come la morale. –
Esempio: Dant. Parad. 16: Con queste genti, e con altre con esse, Vid'io Fiorenza in sì fatto riposo, Che non avea cagione onde piangesse. Con queste genti vid'io glorioso E giusto il popol suo.
Esempio: E Dant. Parad. 31: Io, che al divino dall'umano, All'eterno dal tempo era venuto, E di Fiorenza in popol giusto e sano, ec.
Definiz: § VIII. Figuratam. detto di sentimenti, affetti, moti o disposizioni dell'animo, atti volitivi, e simili, vale Conforme alla ragione, al dovere; ovvero, Suscitato, Prodotto, Proveniente, e simili, da motivo ragionevole, adeguato, e simili. –
Esempio: Dant. Purg. 2: Nessun m'è fatto oltraggio, Se quei, che leva e quando e cui gli piace, Più volte m'ha negato esto passaggio; Chè di giusto voler lo suo si face.
Esempio: E Dant. Purg. 18: Tale per quel giron suo passo falca, l'er quel ch'io vidi di color, venendo, Cui buon volere e giusto amor cavalca.
Esempio: E Dant. Parad. 3: La nostra cariti non serra porte A giusta voglia, se non come quella Che vuol simile a sè tutta sua corte.
Esempio: E Dant. Parad. 16: La casa di che nacque il vostro fleto, Per lo giusto disdegno che v'ha morti, E posto fine al vostro viver lieto, Era ec.
Esempio: Petr. Rim. 2, 19: Giusto duol certo a lamentar mi mena.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 214: Tornando a ciò che cominciato avea, da che giusto sdegno un poco m'ha trasviata più che io non credetti, ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 21, 27: Non piaccia a Dio che mi conduca a tale Il mio giusto furore e il tuo demerto,... che ec.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 26, 44: Passerà l'Alpe,... Da giusto spinto e generoso sdegno, Che vendicate ancor non sieno l'onte, ec.
Esempio: Tass. Gerus. 5, 57: E se l'oltraggiatore a morte ei pose, Chi è che meta a giust'ira prescriva?
Esempio: E Tass. Gerus. 13, 72: Tarde non furon già queste preghiere, Che derivar da giusto umil desio.
Esempio: E Tass. Rinald. 10, 20: Se ti messer giammai devote menti A dar effetto a i lor giusti desiri, Fa' che ec.
Esempio: Giord. Op. 2, 399: Dagli studj e dai costumi aveva giusta fiducia di farsi utile e glorioso cittadino.
Definiz: § IX. Pure per Conforme alla giustizia, alla ragione, al dovere, o anche semplicemente alla convenienza; detto genericamente di azione o di cosa da farsi. –
Esempio: Leggend. Cint. Prat. 10: Chè non è giusta cosa dormire su sì cara cosa e preziosa.
Esempio: Bocc. Filoc. 623: Giusta cosa è, che delle sue cose ogni uomo si rallegri più che gli strani.
Esempio: Imit. Crist. 47: Giudicherà [Dio] le cose giuste secondo la sua giustizia, e non riceverà alcuna escusazione.
Esempio: Segn. B. Rettor. volg. 47: Gli è cosa giusta a rendere il pari, e la cosa giusta è ancora onesta.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 115: Conviene che l'azione sia non solamente onorata e giusta in sè, ma che parimenti l'intenzione da cui procede sia stabile.
Esempio: Fag. Comm. 5, 503: A noi, talvolta dominati dalla passione, paion giuste molte cose, che poi veramente non sono.
Definiz: § X. E nello stesso senso, detto di una data condizione di cose, ovvero di contegno, portamento, modo di trattare altrui, e simili. –
Esempio: Tass. Gerus. 5, 36: Non dee chi regna Nel castigo con tutti esser eguale: Vario è l'istesso error ne' gradi vari; E sol l'egualità giusta è co' pari.
Definiz: § XI. E detto di pensiero, giudizio, e in generale di atti intellettuali, ed altresì di disposizioni dell'animo, e simili, vale Fondato sul vero, Rispondente alla verità, alla realtà, ovvero alla ragione, al dovere. –
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 362: Tutti i gusti son gusti; e, o falsi o giusti, A niuno è dato il disputar dei gusti.
Definiz: § XII. E per Fondato su buona ragione, Ragionevole, detto di dimanda, preghiera, e simili; e detto di lagnanza, lamento, e simili, Prodotto, Cagionato, da motivo ragionevole, adeguato. –
Esempio: Dant. Parad. 15: Come saranno a' giusti prieghi sorde Quelle sustanzie che, per darmi voglia Ch'io le pregassi, a tacer fur concorde?
Esempio: Petr. Rim. 2, 240: Ringrazio lui, ch'e' giusti preghi umani Benignamente, sua mercede, ascolta.
Esempio: Ar. Orl. fur. 8, 70: Il sommo Creator gli occhi rivolse Al giusto lamentar del vecchio Carlo; E con subita pioggia il foco tolse.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 10, 111: Ruggier, commosso.... al giusto grido, Slegò la donna e la levò dal lido.
Esempio: E Ar. Orl. fur.14, 74: Egli mostraro il commun lor disio, Che la giusta orazion fosse esaudita Del popolo cristian che chiedea aita.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 44, 69: E prima che più espresso io le chieggia, Su la real sua fede mi prometta Farmene grazia; e vorrò poi che veggia Che sarà giusta la domanda e retta.
Definiz: § XIII. E per Fondato, Legittimo, detto di titolo, diritto, potestà, e simili: e detto d'impresa, causa, e simili, Fondato su buon diritto, sulla ragione. –
Esempio: Barber. Docum. Am. 107: Ài poca gente In vèr la sua potente. Pigliar men reo Ti consigli'eo: Combatter seco, se giusto è lo 'mpiglio.
Esempio: Ar. Orl. fur. 15, 97: Avea in governo egli la terra, e in vece Di Carlo vi reggea l'imperio giusto.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 41, 64: In lor Signor fia eletto, E poi da Carlo.... Dominio giusto avrà del bel paese, E titolo onorato di Marchese.
Definiz: § XIV. E figuratam. detto di titolo, cagione o ragione, motivo, e simili, che alcuno abbia, a fare o a poter fare checchessia. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 14: Molti,... che da lui si tenevano scherniti, avendo udito che per tagliaborse era stato preso, non parendo loro avere alcuno altro più giusto titolo a fargli dar la mala ventura, similmente cominciarono a dire ciascuno, da lui essergli stata tagliata la borsa.
Esempio: Ar. Orl. fur. 6, 31: Io farò, con parole e con effetto, Ch'avrai giusta cagion di me lodarte.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 25, 91: Intanto cercherò convenïenti Cagioni, e che sian giuste, di dar volta.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 44, 55: Ma quando Amon l'uccida, o faccia o trami Cosa al fratello o agli altri suoi dannosa; Non le do giusta causa che mi chiami Nimico, e più non voglia essermi sposa?
Esempio: Tass. Gerus. 4, 81: Ah non sia ver, per Dio, che si ridica In Francia, o dove in pregio è cortesia, Che si fugga da noi rischio o fatica Per cagion così giusta e così pia.
Definiz: § XV. Detto di persona, e aggiunto ad una data sua condizione, qualità, funzione, e simili, vale Che n'è rivestito, la esercita, e simili, legittimamente; Legittimo. –
Esempio: Dant. Parad. 11: Ai frati suoi, sì com'a giuste erede, Raccomandò la sua donna più cara.
Esempio: Tass. Gerus. 5, 82: Me scelse Amor, te la Fortuna; or quale Da più giusto elettore eletto parti?
Esempio: Capp. Longob. 162: A giusto papa venne eletto Stefano terzo di questo nome.
Definiz: § XVI. E per Che ha tutte le condizioni necessarie all'esser suo e al fine cui deve servire, Vero e proprio. –
Esempio: Machiav. Princ. 37: Io giudico coloro potersi reggere per sè medesimi, che possono o per abbondanza d'uomini o di danari mettere insieme un esercito giusto, e fare una giornata con qualunque li viene ad assaltare.
Esempio: Deput. Decam. 141: Saranno in oltre alcuni, che.... arebber avuto per bene che noi ci fussimo un po' più allargati ed avessimo alcuni altri luoghi dichiarati, e sopra certe altre voci più pienamente discorso. Ma questo è uficio di giusti comentatori, e da altra occasione e proposito di questo nostro.
Esempio: Bentiv. G. Guerr. Fiandr. 2, 83: Abbiamo noi forse con giusto esercito mai potuto uscire in campagna? o forse con giusto assedio sforzare alcuna piazza considerabile?
Definiz: § XVII. Detto di giudizio, sentenza, e simili, vale Dato, Pronunziato, secondo il diritto, conforme alla ragione e al dovere; e detto della retribuzione, qualunque siasi, data giudicando, od anche genericamente di premio, ricompensa, ovvero di pena, gastigo, e simili, vale Assegnato, Dato, secondo ragione, Adeguato. –
Esempio: Dant. Purg. 6: Giusto giudicio dalle stelle caggia Sopra il tuo sangue, e sia nuovo ed aperto, Tal che il tuo successor temenza n'aggia.
Esempio: E Dant. Parad. 7: Non ti dee oramai parer più forte, Quando si dice che giusta vendetta Poscia vengiata fu ec.
Esempio: E Dant. Parad. appr.: In sua dignità mai non riviene [l'umana creatura], Se non riempie dove colpa vota, Contra mal dilettar con giuste pene.
Esempio: E Dant. Parad. 14: Quell'uno e due e tre che sempre vive.... Tre volte era cantato da ciascuno Di quegli spirti con tal melodia, Ch'ad ogni merto saria giusto muno.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 91: Messero a partito Di dare a quelli duo giusto martoro, Venuti in man degli avversarj loro.
Esempio: Tass. Gerus. 9, 59: Torni alle notti d'Acheronte oscure, Suo degno albergo, alle sue giuste pene.
Definiz: § XVIII. E per Meritato, Che si addice, Adatto, Conveniente, e simili. –
Esempio: Dant. Purg. 17: Se lento amore in lui veder (un bene nel qual si quieti l'animo) vi tira, O a lui acquistar, questa cornice, Dopo giusto penter, ve ne martira.
Esempio: E Dant. Parad. 9: Io non posso dir, se non che pianto Giusto verrà dirietro a' vostri danni.
Esempio: Bocc. Filoc. 310: Pervenne alle mura costrutte per addietro dall'antico Antenore, e in quelle vide il luogo, ove il vecchio corpo con giusto epitaffio si riposava.
Esempio: Ar. Orl. fur. 11, 73: Nè fin che ne lo stato la rimetta, E ch'abbia fatto giusta e memoranda Di quel periuro e traditor vendetta, Non cessarà ec.
Esempio: Tass. Gerus. 4, 42: Testimone è quel Dio, ch'a tutti è Giove, Ch'altrui più giusta aita unqua non desti.
Esempio: E Tass. Gerus. 17, 93: Qual ei giusta faria grave vendetta Sul gran tiranno e su l'iniqua setta!
Esempio: Pindem. Poes. 376: Feo (Teseo) che defraudati ai prodi Sotto la cruda Tebe estinti Argivi Non fosser della pira i giusti onori.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 31: Giusto o ingiusto Fosse l'elogio, so che c'ebbi gusto.
Definiz: § XIX. E poeticam., per Che merita, Che ha meritato, A cui si conviene appunto, s'addice, sta bene, checchessia. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 34: Lagrima.... che dagli occhi versi.... dal voler mio non mi svoglia: Chè 'n giusta parte la sentenzia cade: Per lei sospira l'alma; ed ella è degno Che le sue piaghe lave.
Definiz: § XX. Poeticam., detto di pugna, o simile, per Fatto, Che avviene, Che si compie, a parità di condizioni dal l'una parte e dall'altra. –
Esempio: Tass. Gerus. 6, 21: Mille.... con te di nostra gente Prendi in sua securezza, e l'accompagna; Ma vada innanzi a giusta pugna ei solo: Tu lunge alquanto a lui ritien lo stuolo.
Definiz: § XXI. Per Acconcio, Opportuno, Conveniente, sia per propria intrinseca condizione, sia pel tempo in cui la cosa si fa, sia rispetto al fine al quale deve servire. –
Esempio: Pallad. Agric. 249: Di questo mese è giusta semente dell'orzo canterino in terra secca e magra.
Esempio: E Pallad. Agric. appr.: La giusta semente del grano è da calen di novembre infino ad VIII dì di dicembre.
Esempio: Maff. Veron. illustr. 1, 33: Ciascheduno che dal publico fosse giudicato non inetto all'armi, arrivato a giusta età, le assumeva solennemente.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 321: Il marito è un giovinotto Dell'età d'anni ventotto, Giusta età per prender moglie.
Definiz: § XXII. E per Che non è nè maggiore nè minore di quel che dev'essere; Esatto: detto di peso o misura. –
Esempio: Legg. Band. C. 4, 255: Sieno tenuti [i beccaj].... dare il giusto peso a ciascheduno, e debbino tenere la stadera colla bilancia giusta, e appiccata colla staffetta ferma, e che il romano non ne possa uscire.
Esempio: Varch. Stor. 2, 81: Ogni cento fiorini pesano una libbra giusta.
Esempio: Targ. Tratt. Fior. 252: E volendo anco far grazia di supporre che i mercanti e banchieri tenessero un solo e medesimo peso giusto del fiorino, col quale ricevessero e pagassero, si consideri che ec.
Esempio: E Targ. Tratt. Fior. 254: Il pesatore.... o saggiatore.... era obbligato a saggiare e pesare, senza veruna spesa o ricognizione, qualunque fiorino d'oro che gli fosse stato da chicchessia posto d'avanti, o doveva dire se era buono e di peso giusto, o no.
Esempio: E Targ. Tratt. Fior. 260: È.... verisimile che in principio non fosse assegnato a i fiorini sigillati valore su periore al numerario, ma che solamente ne i pagamenti fossero più graditi, siccome al presente lo sono i ruspi di giusto peso.
Definiz: § XXIII. E detto di prezzo, pagamento, o simili, vale Corrispondente al valore della cosa, o al merito dell'opera prestata. –
Esempio: Savonar. Tratt. Gov. Fir. 28: Toglie le possessioni, e campi, e case, a' poveri,... promettendo di pagarli il giusto prezzo, e poi non ne paga la metà.
Esempio: Piccolom. Instit. mor. 345: Se tra 'l compratore e 'l venditore d'alcuna cosa correrà giusto prezzo, nessuno di loro potrà dire, per cotal compera o vendita, d'aver sopracquistato o perduto, essendo il giusto prezzo quello che pareggia le cose che si contrattano.
Esempio: Targ. Tratt. Fior. 254: Affinchè i pagamenti si facessero giusti, ed i contraenti restassero assicurati.
Esempio: Bott. Stor. Amer. 3, 11: Ogni sorta di viveri.... a contanti sarebbero stati a giusti prezzi pagati.
Esempio: Capp. Econ. 339: Io so che in alcune manifatture in cui sian molti gli operanti, pochi gl'impresarj, possono questi per breve tempo legarsi insieme, e forzare il prezzo della man d'opera sotto al prezzo giusto.
Definiz: § XXIV. E per Che è quai si conviene, quale dev'essere, secondo certe norme o leggi; Conveniente, Debito. –
Esempio: Dant. Purg. 24: Beati cui alluma Tanto di grazia, che l'amor del gusto Nel petto lor troppo disir non fuma, Esurïendo sempre quanto è giusto.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 586: Sempre quanto è giusto; e non più.
Esempio: Martin. G. B. Stor. Music. 1, 139: I diminuiti [intervalli], detti ancora mancanti o falsi, quei sono che non giungono al giusto lor grado. Gli alterati, quei sono che eccedono il giusto, detti perciò ancora superflui.
Definiz: § XXV. E in particolare detto di colpo, vale Dato nel punto proprio dove uno vuole, o deve, colpire. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 42, 8: Orlando giunse, e messe il colpo giusto Ove il capo si termina col busto.
Definiz: § XXVI. Detto di passo, vale Che non è nè troppo lento nè troppo affrettato.
Definiz: § XXVII. Pure per Preciso, Esatto, detto di quegli strumenti che servono a pesare, misurare, determinare, riscontrare, osservare, e simili: e altresì delle loro parti, gradi e simili. –
Esempio: Bocc. Sim. 145: Costei (Astrea) di spada armata, in man tenendo Giusta bilancia, graziosamente L'umile esalta, il superbo fremendo.
Esempio: Car. Lett. Farn. 1, 327: Siate contento farmi un orologio da camera, il quale sia giusto, diligente e bello, come sapete far voi.
Esempio: Vann. Biring. Mec. Arist. 36: Onde procede che le maggior libre (bilance) son più esatte e giuste delle minori? cioè dimostrano più esattamente il peso delle cose che si bilanciano, in modo che di alcune cose che, poste nelle libre minori, non si riconosce manifestamente il peso, poste nelle maggiori, maggiormente apparisce la gravità loro.
Esempio: Dant. E. Rad. Lat. Comment. 7: Devesi fabbricare questo istrumento di metallo, sempre che si possa, o almeno di legno talmente duro, che sia il manco che si può sottoposto alle alterazioni, acciocchè si conservi uniforme e giusto.
Esempio: Galil. Comm. ep. 1, 133: Ho fatti alcuni vetri assai grandi.... per potergli lavorare più giusti, essendo che una superficie spaziosa si mantiene meglio nella debita figura, che una piccola.
Esempio: Legg. Abbond. 24: Non possino [i misuratori] misurare il grano o biade se non con misure giuste, sigillate e bollate secondo gli ordini.
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 4: È ancora da avvertire che i gradi sopra 'l cannello vengano segnati giusti, e però bisogna scompartirlo tutto con le seste diligentemente in dieci parti uguali, segnando le divisioni con un bottoncino di smalto bianco.
Esempio: E Magal. Sagg. nat. esp. 18: Forza è.... ricorrere a uno strumento, il qual sia più sottile sminuzzatore del tempo, che non è il suono de' quarti battuti dall'oriuolo, e che non sono i minuti segnati dalla lancetta.... Noi abbiamo giudicato che questo più giusto strumento possa essere il pendolo, o dondolo che dir vogliamo.
Definiz: § XXVIII. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 111: Quant'era meglio alzar da terra l'ali; E le cose mortali, E queste dolci tue fallaci ciance Librar con giusta lance.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 87: La divina giustizia, la quale con giusta bilancia tutte le sue operazion mena ad effetto.
Esempio: Tass. Gerus. 17, 92: Della matura età pregj men degni Non fiano stabilir pace e quïete,... Nutrire e fecondar l'arti e gl'ingegni,... Librar con giusta lance e pene e premi, ec.
Esempio: Rucell. Or. Dial. R. 30: L'anima ragionevole ha da pesare le cose per quel che elle vagliono.... E innanzi a ogni cosa dee ponderare con giusta lance l'esorbitanze e gli eccessi, onde ella debba ritrarsi.
Definiz: § XXIX. E in senso generico, con relazione all'essere proprio, forma, immagine, di checchessia, pure per Esatto, Preciso, Tale appunto quale è o deve essere, Non alterato; ed anche Proporzionato, Corrispondente al vero, Commisurato. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 12, 265: Dato la pianta a Tiberio che la riducessi netta e disegnata giusta, gli ordinò i profili di fuori e di drento, e che ne facessi un modello di terra, insegnandogli il modo da condurlo che stessi in piedi.
Esempio: Galil. Op. astronom. 3, 421: Rivoltando il foglio a rovescio, e facendo venire il di sopra di sotto, e guardando per la trasparenza della carta contro al chiaro, si vedono le macchie giuste, come se guardassimo direttamente nel sole.
Esempio: Rucell. Or. Dial. R. 18: Essendo portati là dentro tutti gli oggetti da' sensi,... certo è che non arrivano così ben disegnati e così giusti nell'immaginativa, ned ella ne imprime in sè stessa sì per l'appunto le immagini, che lo intelletto medesimo, nel riconoscerle, non possa pigliar degli errori e delle dubbietà.
Definiz: § XXX. E in più stretto senso, per Effettivo, Reale, Quale è veramente. –
Esempio: Borgh. V. Opusc. 109: E la prima cosa, io dubito grandemente che in questa informazione non si accusasse il punto giusto, e che tutto quel che v'è detto sia vero più che pieno.
Esempio: Cecch. Esalt. Cr. 2, 8: Ma avendo visto che l'Imperadore, Se io v'ho ad accusar la ronfa giusta, Viene alla banca in persona, ec.
Esempio: E Romanesc. 2, 3: Da' mano ad ammazzar, perchè 'l padrone Mena seco a mangiar mezza la corte.... Domanda Cornacchino se gli è vero. C. I' posi la mira alta, perch'i' so Che tu se' scarso; e sarem tre o quattro, A confessare il punto giusto.
Esempio: Buomm. Pros. var. 216: Io rimasi uno stivale, a confessarvi la ronfa giusta, ed ebbi una battisoffiola ec.
Definiz: § XXXI. Con relazione a grandezza, a capacità, o a quantità, vale Adeguato, Ben proporzionato, Di conveniente misura. –
Esempio: Firenz. Pros. 2, 191: Preso un sacco, e due barili un poco giusti, e postomegli addosso,... ne mettemmo in via.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 68: Delle pietre ancora alcune sono molto grandi,... alcune altre sono minute.... La terza sorte di pietre, infra queste che di grandezza e di peso saranno mezane, si chiamano giuste.
Esempio: Falc. Istruz. 5: Perdendo il timone, senza quella (la maestra del timone) è difficile potere farne un altro che torni giusto, senza mettere il vassello in catena; perchè non si fanno poi tanto giusti, che ec.
Esempio: Buonarr. Aion. Cod. 13: Ordinata una barella giusta E ben capace a sostenere il pondo, Dieci stanghe per manichi v'aggiusta.
Definiz: § XXXII. E in particolare detto di persona, o della sua statura, vale Di statura ordinaria, Nè troppo alto nè troppo basso. –
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 7, 155: Contra il seme uman fu [Procuste] sì inumano, Che s'un uom troppo corto avea nel letto, Via più lungo il rendea con l'empia mano; E s'avea troppo smisurato il busto, La sega per lo letto il facea giusto.
Definiz: § XXXIII. Trovasi, detto pur di persona, per Ben proporzionato di membra, Ben complessionato, Vantaggiato, di statura. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 1, 29: Sai ch'e' giganti più di noi gagliardi Son per ragion, chè son anco più giusti.
Esempio: E Pulc. L. Morg. 18, 9: Ed eran, perch'e' son di luogo caldo, Uomini neri e di statura giusti, E portan per ispade mazzafrusti.
Definiz: § XXXIV. E detto di misura, proporzione, quantità, grandezza, volume, e simili, vale Tale quale si conviene alla cosa, all'uso a cui questa deve servire, Quale fa al caso, e simili. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 7, 15: Mostran le braccia sua misura giusta, E la candida man spesso si vede Lunghetta alquanto, ec.
Esempio: Pap. Nat. Umid. 118: Niuno vi à il quale non sappia, che, dissolvendosi in una debita porzione d'acqua una giusta quantità di sapone ordinario, ec.
Definiz: § XXXV. E figuratam. –
Esempio: Salvin. Disc. 1, 56: Coll'amaro dà [la natura] grazia e condimento a quel dolce che per sè stesso troppo insipido sarebbe.... E questo il più delle volte con più che giusta e soprabbondante misura mesce e confonde.
Definiz: § XXXVI. Giusto, dicesi in generale per Che tiene il mezzo fra due estremi, Che non è nè troppo nè poco: e applicasi più specialmente a temperatura, cottura, ovvero a distanza, lunghezza, ec., e altresì alle cose rispetto a tali qualità.
Definiz: § XXXVII. Giusto di sale, di zucchero, d'olio, o di qualsiasi altro ingrediente con che si condisca o si aggrazj checchessia, denota la quantità o la dose sufficiente o conveniente di quello.
Definiz: § XXXVIII. Dirla, o Confessarla, giusta, ed anche giusta giusta, vale Parlare con verità, con sincerità, proprio conforme alla realtà delle cose; ed usasi specialmente nelle maniere A dirla, confessarla, giusta, o Per, dirla, confessarla, giusta, Se vogliamo confessarla giusta, e simili. –
Esempio: Red. Lett. 1, 93: Ed il Borelli, se vogliamo confessarla giusta, non si è egli poi pentito di essersi, con tanto dispiacere del Granduca Ferdinando, licenziato da Pisa? e per confessarla altresì giusta, non istuzzicò egli i suoi ferruzzi per tornarvi?
Esempio: E Red. Lett. 1, 209: Lo interrogò.... in qual paese fosse aperto lo spedale, dove si facevano così belle cure. Il buon gobbo, che non era più gobbo, glie la confessò giusta giusta, e gli disse che ec.
Esempio: E Red. Lett.2, 216: Circa le note al mio ditirambo, a confessarla giusta giusta, non vi ho pensato, perchè non ho potuto pensarvi.
Esempio: Menz. Lett. 84: A confessarla giusta, il secondo oratorio non è nè men cominciato, non che finito.
Esempio: E Menz. Lett. 91: Io, a dirla giusta, mi ci compiaccio, e mi pare che sia una bella cosa, e forse io m'inganno.
Esempio: Baldov. Am. scart. 251: Nè soffrirei, per dirla giusta poi, D'oltraggiar me per far servizio a voi.
Esempio: Bertin. A. F. Risp. Gio. Paol. 53: L'autore scambia, ponendo Prendere in vece di Pigliare. B. No, voi non la dite giusta. Non è l'autore che scambia; son questi verbi Prendere e Pigliare che si scambian l'un l'altro.
Esempio: Fag. Comm. 3, 280: Ma non le ha egli volute (le busse) veramente? confessatela giusta. A. Signor Orazio mio, son con voi; n'ha cercato, come si suol dire, col fuscellino.
Esempio: Nell. Iac. Suoc. 1, 4: A dirvela giusta,... non so per ancora qual partito la vincerà.
Esempio: E Nell. Iac. Suoc. 3, 7: A dirvela giusta, io, che non sapevo l'abboccamento mascherale, non avrei voluto, ec.
Definiz: § XXXIX. Siamo giusti, Bisogna esser giusti, e simili; sono maniere familiari, con le quali si riconosce, o s'invita altri a riconoscere, la verità, la convenienza, la ragionevolezza, e simili, di checchessia. –
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 94: Via, siamo giusti, la ragion non trovo D'esser così sofistici e sottili, E di voler cercare il pel nell'uovo.
Definiz: § XL. Quinta giusta. Term. musicale. –
V. Falso, § XXIX.
Definiz: § XLI. Donato rompe il capo a Giusto; ovvero, San Donato, o Ser Donato, rompe il capo a San Giusto, o a Ser Giusto. –
V. Donato, § VI.
226) Dizion. 5° Ed. .
GIUSTO,
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GIUSTO,
Definiz: in forza di Sost., e usato più particolarmente nel plur., vale Persona giusta, diritta, integra; ed anche Persona scevra di colpa, innocente. –
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 99: La semplicità del giusto è un lume spregiato appo l'oppenione delle genti.
Esempio: Dant. Inf. 6: Giusti son duo, ma non vi sono intesi.
Esempio: E Dant. Parad. 6: E poi il mosser le parole biece A dimandar ragione a questo giusto, Che gli assegnò sette e cinque per diece.
Esempio: Cavalcant. B. Retor. 184: Amansi anche i giusti; e tali sono riputati coloro che non vivono di quel d'altri, quali sono quegli che con l'industria e fatica loro si procacciano il vitto.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 12: Pur che 'l reo non si salvi, il giusto pera E l'innocente; ma qual giusto io dico? È colpevol ciascun.
Definiz: § I. E in senso particolare, e teologico, vale Persona che ha giustizia, cioè grazia santificante, Persona che è in grazia di Dio, Persona pia; ed altresì, Chi è eletto alla gloria celeste, Beato. –
Esempio: Cavalc. Dial. S. Greg. 270: Questo nè di tutti gli giusti si può confessare, nè di tutti si può negare; perocchè sono anime di alquanti giusti, che non vanno così incontanente al cielo.
Esempio: E Cavalc. Specch. Croc. 210: Vederanno e sè, e tutti quanti gli altri giusti, con perfetta carità.
Esempio: E Cavalc. Specch. Croc. 213: Reputa [il mondo] beati coloro che cercano e desiderano la giustizia no, ma i diletti del mondo;... e quelli che si danno a servire a Dio ed alla giustizia chiamano stolti.... Ma tutto questo si fa a perfezione degli giusti, perocchè quanto più sono scherniti e beffati dal mondo, tanto sono più onorati e consolati da Dio.
Esempio: Panzier. Tratt. 43: Tu vedi el patarino così per la sua falsa fede morire, come el giusto per la sua.
Esempio: Bert. Eseq. 36: Figuravano questi la gloria celeste, la vision di Dio, il gaudio e le altre felicità e beatitudini, che godono eternamente i giusti nel paradiso.
Esempio: Segner. Pred. 128: Se a tutti i giusti impossibil cosa riesce piacere agli empj, v'avvedete dunque voi presto, che nè voi siete i primi a patire per sì onorata cagione sì ingiusti aggravj, nè ec.
Esempio: Martin. T. V. Not. 15, 98: Vuol dimostrare il Signore, che egli tratterà gli uomini secondo le opere loro e, gastigando per esempio una nazione peccatrice, avrà riguardo a' giusti.
Definiz: § II. E secondo il linguaggio scritturale, denota L'Uomo giusto sopra tutti, L'Uomo Dio, Nostro Signor Gesù Cristo. –
Esempio: Volg. Pist. Vang. 2, 79: Chi riceve voi, riceve me; e chi riceve me, riceverà colui che m'ha mandato. Chi riceve il profeta nel nome del profeta, riceve la mercede del profeta. Chi riceve il giusto nel nome del giusto, riceverà la mercede del giusto.
Esempio: Manz. Poes. 824: Egli è il Giusto che i vili han trafitto, Ma tacente, ma senza tenzone.
Definiz: § III. Giusto, pure in forza di Sost., usasi per Ciò che è giusto, Cosa giusta. –
Esempio: Dant. Inf. 13: Come l'altre verrem per nostre spoglie, Ma non però ch'alcuna sen rivesta: Chè non è giusto aver ciò ch'uom si toglie.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 238: E giusto e degno fu; perocchè spesso avviene, che chi vuole con rapina, con furto, e con altro modo, l'altrui, Dio, che tutto vede, gli fa perdere il suo.
Esempio: Poliz. Sim. C. 75: Giusto è ch'e' faccia omai co' sospir triegua, E del suo buon servir premio consiegua.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 66: E' mi pareva pur giusto oggimai.... meritar, come cagionevole, esenzione dalla milizia asinina.
Esempio: Segn. B. Polit. volg. 29: Onde avviene che la forza non paia senza virtù; ma il dubio resta solamente nel giusto. Di qui sono alcuni, che hanno oppinione, che giusto sia quel solo, che si fa per amore: e certi sono all'incontro, che vogliono esser giusto, che chi ha più forza comandi.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 23: È giusto: esser a me conviene, Se fui sola all'onor, sola alle pene.
Esempio: E Tass. Gerus. 2, 25: Giusto è ritòr ciò ch'a gran torto è tolto.
Esempio: E Tass. Gerus. 4, 63: Tu, cui concesse il cielo, e dielti in fato, Voler il giusto, e poter ciò che vuoi, ec.
Esempio: Rucell. Or. Dial. R. 3: La ragione ha per buono solamente il lecito, il giusto e l'onesto.
Esempio: Segner. Mann. ott. 17, 6: E qual è mai quel padre,... il quale non ami di compiacere i figliuoli in ciò che è giusto?
Esempio: Murat. Dif. Giurispr. 14: E molto più si pruova tal difficultà in giudicare ne' casi particolari, perchè son cinti di tenebre i confini del vero e del falso, del giusto e dell'ingiusto.
Esempio: Paolett. Append. 85: Il giusto assoluto ed essenziale è sempre giusto.
Definiz: § IV. E in senso assoluto, prendesi per Giustizia; e altresì per Principio di giustizia. –
Esempio: Car. Arist. Rett. 82: Quel che l'equità detta, è sembiante di quel che detta la giustizia; e dettato da l'equità s'intende quel giusto che non è compreso ne la legge scritta.
Esempio: Tass. Gerus. 4, 79: Ma fra noi che guerrier siam di ventura, Senz'alcun proprio peso, e meno astretti Alle leggi degli altri, elegger diece Difensori del giusto a te ben lece.
Esempio: Rucell. P. Lez. II, 1, 144: Sono altre sorte di giusti, come quello del padre di famiglia verso de' figliuoli e servi, e verso la consorte: il quale non si dice semplicemente giusto e giustizia, ma per similitudine; perocchè la giustizia è agli altri: e li servi non si dicono esser cosa aliena dal padrone, ec.
Esempio: Buonarr. Oraz. I, 3, 223: O per offesa del giusto, o per difesa dell'ingiusto, verisimile è che trovate fossero [le armi]; e la ingiustizia e l'offesa, per la temerità dell'umana cupidigia, assai per tempo si trova esser salite alla superficie della terra.
Esempio: E Buonarr. Oraz. I, 3, 224: L'uomo d'arme dee di vero onore cinger l'animo suo; il quale onore consiste nella difesa del giusto.
Esempio: Rucell. L. Eseq. 70: Nè vera gloria doversi reputar quella, che non ha per fine il giusto e la pace.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 1, 241: Che in un principe italiano, signore di un piccolo paese, ed esposto alle ingiurie di tanti potenti, tanto abbia potuto l'amore del giusto, e di quanto havvi nella civiltà di più santo e di più sacro, ch'egli abbia ec.
Definiz: § V. E per Ciò che secondo giustizia si appartiene, o è dovuto, ad alcuno. –
Esempio: Bart. C. Opusc. Albert. 128: Ponsi fine alle controversie, o mediante le convenzioni delle parti, o mediante la definizione del giusto.
Esempio: Rucell. P. Lez. II, 1, 143: Secondo la correttiva giustizia, la quale solamente vuole che ciascuna delle parti de' contraenti ottenga il giusto.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 120: Ognuno che ha a fare con essi tenta d'ingannarli e di danneggiarli a profitto proprio più che non farebbe con altri, credendo la cosa più facile, e poterlo fare impunemente: onde da tutte le parti è mancato loro di fede, e usate soverchierie, e conteso il giusto e il dovuto.
Definiz: § VI. E per Ciò che conviene, si addice, sta bene, è adeguato, e simili. –
Esempio: Vai Rim. 10: Al fin t'accorgerai, Se però più del giusto io non mel becco, Chi son l'altre persone, e chi era Cecco.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 290: Restino [gli animi] presi di grande amore ed ammirazione verso quello (il libro), e ne facciano un concetto molto maggiore del giusto.
Definiz: § VII. Usasi per Quantità o Misura di cose giusta; e altresì per Prezzo giusto. –
Esempio: Manfred. Scritt. Mot. acq. 6, 128: La qual misura.... è poi stata trovata un piede e quattr'once maggiore del giusto.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 66: Ai mercanti vien levato il gusto Di vendere la roba più del giusto.
Definiz: § VIII. A giusto, posto avverbialm., trovasi per Conformemente a ciò che è giusto, Secondo giustizia, A ragione. –
Esempio: Barber. Docum. Am. 108: È gran parte, ragion aver teco.... E poi che provi Ch'a giusto movi, È me' tua morte con quei che son teco, Che negligendo provincia si perda.
Definiz: § IX. Il giusto, o Il suo giusto, posto avverbialmente, vale Secondo il giusto, Secondo il pregio, il merito, e simili. –
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 70: Già voi conoscete al pari di me il signor Francesco; anzi molto meglio di me lo conoscete, come quegli che possedendo molte di quelle virtù ch'ei possiede e non io, siete più abile a stimarlo il suo giusto, ch'io non sono.
Esempio: E Lett. At. 558: Posto dunque che questo Dio possa e voglia vendersi all'uomo, io per me non saprei vedere ch'ei potess'essersi tassato a prezzo meno incongruo, che a quel della fede; non perchè questa lo paghi il suo giusto, ma perchè è quello che a noi costa più.
Esempio: § X. Per lo giusto e per lo dritto, trovasi usato poeticam. a significare lo stesso che Per filo e per segno. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 5, 33: Arïodante incominciò primiero; E disse per lo giusto e per lo dritto, Come tra sè e Ginevra era la cosa.
Definiz: § XI. Fare il giusto, prendesi per lo stesso che Fare la giustizia. –
Esempio: Segn. B. Polit. volg. 197: Restaci a dire di quelle parti, che nuovamente si son messe in campo, e tali sono la consigliativa parte, e quella che rende ragione, e che fa il giusto infra li litiganti.
Definiz: § XII. Patire, o Soffrire, il giusto per il peccatore, dicesi proverbialmente quando alcuno soffre le pene del male fatto da altri.

227) Dizion. 5° Ed. .
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GIUSTO.
Definiz: Avverb. Giustamente, Con giustizia, Secondo giustizia. –
Esempio: Dant. Inf. 19: O somma sapïenza, quanta è l'arte Che mostri in cielo, in terra e nel mal mondo, E quanto giusto tua virtù comparte!
Esempio: Sacch. Op. div. 123: Non conviene che sia uomo parziale, nè di parte, perocchè uomo che tegna parte non può giusto giudicare nè consigliare.
Definiz: § I. E per Secondo verità, Con sincerità, Schiettamente, Sinceramente. –
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 158: Tanto più che, a confessarmi giusto, in oggi.... io son ridotto un lettore assai flemmatico.
Definiz: § II. E per Con esattezza, Con precisione, Esattamente. –
Esempio: Biring. Pirotecn. 321: Or questo ferro sia adattato sopra a due cavalletti biligato, che, girando, giri giusto, e che scorrer non possa nè in giù nè in su.
Esempio: Salvin. Pros. Rim. 213: Si prega questo nostro censore a volere un'altra volta aver più l'occhio a citar giusto, per non ci affaticare in vano a cercar le cose dove non sono.
Esempio: Crusc. Vocab. IV: Dare giusto. Percuoter per appunto nel luogo determinato.... E figuratam. vale Dare o Far checchessia per l'appunto.
Definiz: § III. Giusto, e, per maggiore efficacia, Giusto giusto, usasi con forza asseverativa, e con l'intendimento di determinare con esattezza, accertare, e simili; e vale Propriamente, Proprio, Appunto, Per l'appunto. –
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 3, 9: Non passarono molti mesi, che la colonna si trovò fessa e rotta, giusto sopra il nuovo appoggio di mezzo.
Esempio: Vai Rim. 23: E tra esso (il gelsomino) e la pastiglia Giusto giusto è quel divario, Ch'è tra 'l chierico e 'l vicario, O tra 'l principe e 'l facchino.
Esempio: E Vai Rim. 30: Ed io, che l'ho sentito, Giusto la vendo come l'ho comprata.
Esempio: Lipp. Malm. 4, 58: Tremavo giusto come giunco al vento, Chè quivi mi trovavo inerme e sola.
Esempio: E Lipp. Malm. 7, 43: Quivi si risolve presto presto D'andar girando il mondo, per vedere Di trovargli una moglie di suo gusto, Com'ei gliel'ha dipinta giusto giusto.
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 13: I piè dinanzi non istavano distesi, come, se giacesse sul fianco; ma l'uno stava come inginocchiato,... l'altro all'incontro s'alzava posando in terra, giusto come quando un cavallo fa forza per sollevarsi.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 183: Tu sottoscrivi a tutte le sue difficoltà, le quali erano giusto quelle che erano sovvenute anche a te.
Esempio: Bertin. A. F. Risp. Gio. Paol. 113: Egli è, giusto giusto, come dire a un morto, Tira mano.
Esempio: Michel. Viagg. 370: In poca distanza da detto luogo, giusto in faccia ad un seccatoio di castagne dello spedale di Santa Fiora, trovai la terra da far coreggiuoli.
Esempio: Not. Malm. 2, 576: Giusto giusto. Per appunto: e la replica ha la solita forza di superlativo.
Esempio: Fag. Rim. 1, 18: Ma dall'Altezza Vostra a simil gente Ci fo la differenza, che ci corre Giusto dalla sostanza all'accidente.
Esempio: E Fag. Comm. 6, 405: In somma tu se' giusto giusto il rovescio della medaglia di quel ribaldone.
Esempio: Crudel. Rim. 100: Egli (il frizzo) è giusto una puntura Come quella dell'ortica; Vi dà duolo, alza vescica, L'uno e l'altra poco dura.
Esempio: Tocc. Lett. 44: E m'è accaduto con loro, giusto come a questi bidelli dell'accademie de' dottori.
Definiz: § IV. E con relazione a tempo, pure per giusto Appunto, a denotare opportunità o coincidenza; ed ha una certa forza esclamativa. –
Esempio: Crudel. Rim. 59: Nell'acquistato suo nuovo soggiorno Tutti i suoi Dei Penati trasportò, Giusto nel tempo che il coniglio stava Tra valli amene e rugiadosi prati.
Esempio: Nell. Iac. Suoc. 1, 2: Tu venghi (vieni) a proposito. Giusto avevo bisogno di farti un discorsetto sul serio.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 260: Giusto gridavo qui questi monelli, Perchè non gli facesser tanto chiasso.
Definiz: § V. Usasi anche a modo d'interiezione e con forza negativa a significare, per antifrasi e in modo ironico, Tutt'altro da ciò che altri dice o crede, In maniera del tutto diversa da quello, Tutt'al contrario, Niente affatto eh giusto! oh giusto!. –
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 168: Ha di purgar la qualità specifica; Ma come gli altri non pensate già Che indebolisca: eh giusto! anzi fortifica.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 297: Cosa credete? – Io non credo nulla. – Che la canaglia sia diventata padrona di Milano? – Oh giusto! – Vedrete, vedrete.

228) Dizion. 5° Ed. .
GLACIALE.
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pag.360

GLACIALE.
Definiz: Add. Term. dei Geografi. Di ghiaccio, Che è ghiacciato, ed altresì semplicemente Che è estremamente freddo. Ed è aggiunto delle zone che circondano i poli, e dei respettivi oceani.
Dal lat. glacialis. –
Esempio: Varch. Lez. Pros. var. 1, 266: Tutto quello spazio che in terra risponde al parallelo artico, si chiama zona glaciale.

229) Dizion. 5° Ed. .
GLADIATORE.
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pag.360

GLADIATORE.
Definiz: Sost. masc. Colui che presso i Romani combatteva armato, nel circo o nell'anfiteatro, contro un altro uomo armato, o contro le belve.
Dal lat. gladiator. –
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 429: Questo si chiamava lo spettaculo della gladiatura, e questi così fatti combattitori si chiamavano gladiatori.
Esempio: Machiav. Princ. 75: Non tenendo la sua dignità, descendendo spesso ne' teatri a combattere con i gladiatori, ec.
Esempio: Gell. Vit. Alfons. volg. 99: Gli Spagnoli che combattevan secondo l'usanza antica de' gladiatori, furono i primi a straccarsi.
Esempio: Capor. Rim. 266: Indi per consolar gli spettatori, E per compir la pompa, si ordinaro Gli antichi giuochi delli gladiatori.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 4, 461: Metello avea schierate in piazza sue armi, suoi forestieri, gladiatori e schiavi, e v'era presente non picciola parte del popolo desiderosa del ritorno di Pompeo.
Esempio: Falcon. Lett. Dat.: In Roma stessa s'erigevano statue ed altre sorte di memorie ad aurighi, gladiatori, e simil sorte di gente.
Esempio: Segner. Mann. lugl. 16, 4: In tal caso non tanto faresti opere da penitente, quanto, se vogliam così dire, da gladiatore.
Esempio: Borgh. S. Tertull. 23: Questo cervio s'è rivoltolato nel sangue del gladiatore, con cui combattè.
Esempio: Buonarr. F. Medagl. ant. 269: Quanto a' giuochi de' gladiatori ed atleti, siccome fu costume di farli fra l'altre feste e giuochi trionfali,... così per lo più fu ancora proprio lor luogo il circo.
Esempio: Maff. Anfit. 14: Si formava un recinto intero e perfetto, ch'è quanto dire un anfiteatro, nell'area del quale venivano a combattere i gladiatori.
Esempio: Alf. Sallust. 37: Si distribuì in Capova e negli altri municipj, secondo la lor facoltà, un convenevole numero di gladiatori.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 68: Perchè tacer che fiero nel sembiante Scendea nel circo il gladiatore armato?

230) Dizion. 5° Ed. .
GINOCCHIO, che nel plur$. fa anche Ginocchia, di gen$. femm$
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pag.221

GINOCCHIO, che nel plur. fa anche Ginocchia, di gen. femm.
Definiz: Sost. masc. Quella parte del corpo umano e degli animali quadrupedi, dove la gamba si unisce nella parte davanti con la coscia, e piegandosi forma un angolo.
Dal lat. geniculum. –
Esempio: Dant. Purg. 4: Sedeva ed abbracciava le ginocchia Tenendo il viso giù tra esse basso.
Esempio: Ar. Orl. fur. 23, 87: Il Saracino ogni poter vi mette, Che lo soffoghi o de l'arcion lo svella. Negli urti il Conte ha le ginocchia strette; Nè in questa parte e vuol piegar nè in quella.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 41, 87: Vien dietro ad Olivier che tenea gli occhi Al re Agramante e poco altro attendea; E gli ferì nei deretan ginocchi Il destrier di percossa in modo rea, Che ec.
Esempio: Bern. Orl. 61, 64: Giunselo appunto, ove l'avea segnato, Sotto al ginocchio, al fondo dell'arnese.
Esempio: Bemb. Pros. 110: Qualunque voce si dice neutralmente nel numero del più nella nostra lingua; ella quel tanto, a differenza dell'altre, usa e serva continuo, che io dissi, le fila, le ciglia, le ginocchia, le membra, le fata, le peccata.
Esempio: Tass. Gerus. 9, 8: La veste oltra 'l ginocchio al pie' gli cade.
Esempio: E Bemb. Pros. 19, 25: Punta ei la manca in terra, e si converte Ritto sovra un ginocchio alle difese.
Esempio: Red. Cons. 1, 27: Osservo parimente, che.... la gotta produce altresì, a lungo andare, i tufi ed i calcinacci nelle articolazioni delle mani, de' gomiti, de' piedi e delle ginocchia.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 363: Chi brama aver dei grilli per la testa, E chi brama d'averli sui ginocchi, ec.
Definiz: § I. Abbracciare ad alcuno i ginocchi o le ginocchia, vale Prosternarglisi dinanzi in atto supplichevole cingendolo con le braccia nella parte delle gambe, rispondente al ginocchio.
Definiz: § II. Chinare i ginocchi o le ginocchia, o Inchinare i ginocchi o le ginocchia, Piegare i ginocchi o le ginocchia, Calare, i ginocchi o le ginocchia, vale Inginocchiarsi per atto di riverenza o di adorazione. –
Esempio: Dant. Purg. 2: Fa', fa' che le ginocchia cali; Ecco l'Angel di Dio.
Esempio: Ar. Orl. fur. 38, 33: Poi che, inchinando le ginocchia, fece Al santo suo maestro orazïone, Sicuro che sia udita la sua prece, Copia di sassi a far cader si pone.
Esempio: Tass. Gerus. 17, 38: E chino il capo e le ginocchia, al petto Giunge la destra, ec.
Definiz: § III. Figuratam. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 247: Perchè inchinar a Dio molto convene Le ginocchia e la mente.
Esempio: Giust. Vers. 129: Al re Travicello Piovuto ai ranocchi Mi levo il cappello E piego i ginocchi.
Definiz: § IV. Far venir il latte alle ginocchia. –
V. Latte.
Definiz: § V. Mettersi in ginocchio o in ginocchia, o in sulle ginocchia, Porsi in ginocchio o in ginocchia, o in sulle ginocchia, Gettarsi in ginocchio o in ginocchia, o in sulle ginocchia, Cadere, in ginocchio o in ginocchia, o in sulle ginocchia, vale Inginocchiarsi, Mettersi in ginocchioni; e lo stesso vale Cadere con le ginocchia in terra. –
Esempio: S. Gir. Grad. 27: Battetevi il petto e mettetevi in ginocchia, e dite le vostre orazione.
Esempio: Leggend. B. Umilt. 33: Dove si trovava, in su le ginocchia sempre si metteva in orazione, nè mai in altro modo si riposava.
Esempio: Ar. Orl. fur. 24, 30: Il disleal con le ginocchia in terra Lasciò cadersi, e disse: Signor mio, Ognun che vive al mondo pecca ed erra.
Definiz: § VI. A ginocchio, e Al ginocchio, posto avverbialm., vale Fino al ginocchio. –
Esempio: Nov. ant. C. 120: Fecele mettere un bel sottano, il quale le dava a ginocchio.
Definiz: § VII. Figuratam., vale In grande quantità, In abbondanza, quasi da entrarvi fino al ginocchio. –
Esempio: Grazz. Comm. 267: Io, di subito pensai a voi, per farvi benefizio a doppio.... G. Parmene avere una derrata a ginocchio; vo' far ciò che tu vuoi e ciò che ti piace, e ti ristorerò.
Definiz: § VIII. A ginocchia ignude, coi verbi Pregare a ginocchia ignude o Dimandare a ginocchia ignude, vale figuratam. Molto supplichevolmente. –
Esempio: Rep. Fir. Diec. Bal. 9, 139 t.: Ci pareva meglio prima fermare le condizioni della pace,... e quando fussino bene ferme, domandarle non solamente con instanzia, ma a ginocchia ignude.
Definiz: § IX. In ginocchio, pure avverbialm., vale lo stesso che Ginocchioni.
Definiz: § X. Sui ginocchi o Sulle ginocchia, coi verbi Tenere sui ginocchi o sulle ginocchia, o Stare sui ginocchi o sulle ginocchia, e simili, vale Sulla parte delle cosce di chi sta seduto, la quale è più vicina ai ginocchi. –
Esempio: Niccol. Poes. 2, 14: Senta il peso alleggerir degli anni Quando terrà sulle ginocchia il figlio Del figlio suo.
Definiz: § XI. Gettarsi ai ginocchi, o alle ginocchia, di alcuno, o Essere, ai ginocchi, o alle ginocchia, di alcuno, vale Prostrarsegli, o Stargli prostrato, dinanzi, in atto supplichevole. –
Esempio: Cic. Opusc. 394: Ora ti sono i fratelli a' ginocchi, e preganti della salute di loro fratelli.
Definiz: § XII. Rompersi le ginocchia, o Romper di ginocchia, vale Star molto genuflesso, e propriamente in atto di adorazione o di preghiera. –
Esempio: Barber. Regg. Donn. 62: Dio non va cercando Pur romper di ginocchia, Ma ben save' (sapete) che va cercando i cuori.

231) Dizion. 5° Ed. .
GINOCCHIONI e GINOCCHIONE.
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pag.221

GINOCCHIONI e GINOCCHIONE.
Definiz: Avverb. Con le ginocchia piegate a terra, e più che altro per atto di adorazione o di supplicazione. –
Esempio: Giamb. Oros. 174: E in quella battaglia fedito sotto la poppa d'una saetta, ginocchione tanto combattèo, che uccise colui, che fedito lo avea.
Esempio: Liv. Dec. 1, 252: Le femine scapigliate andavano ginocchione per li templi, traendo i capelli per terra, e pregando gli Dii che ponessero fine alla loro ira.
Esempio: Tav. Rit. 1, 411: Gli donòe ginocchione la lettera.
Esempio: Vill. G. 226: Stando il re Ridolfo in sedia in un gran fango, quello di Buemme li stava dinanzi ginocchione.
Esempio: Zibald. Andr. 23: Avendo [Pompeo] vinto il re d'Erminia, il quale molto avea offeso al popolo di Roma, ed essendogli menato dinanzi, egli quasi o niente lo lasciò stare dinanzi a sè ginocchione.
Esempio: Dolcib. Avem. 5: Divotamente il dico ginocchioni.
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 481: Si fece porre in terra.... ginocchioni.
Esempio: Machiav. Rim. 390: Er'ito forse un'ora ginocchioni Tra quelle fiere, quando capitamo Presso un fossato.
Esempio: Bern. Orl. 28, 48: Parlando, sempre stette ginocchione.
Esempio: Bemb. Pros. 220: Leggesi, oltre a queste, una cotal maniera di voci, Carpone quello dimostrante, che è l'andare co' piedi e con le mani.... e ginocchione, che quello, che ella vale, assai per sè fa palese.
Esempio: Adim. L. Pros. sacr. 193: Dirò.... che ginocchioni e colla faccia prostrata al suolo, lavando loro i piedi, non isdegnò l'impiego del minor tra i ministri?
Definiz: § I. Gettarsi ginocchioni o in ginocchioni, Buttarsi, e simili, ginocchioni o in ginocchioni, vale Inginocchiarsi per atto di adorazione o di preghiera. –
Esempio: Stor. S. Silv. 7: E piangendo e battendosi le loro facce, e' preti andaron dinanzi a Gostantino e gittaronsi ginocchioni dinanzi da lui.
Esempio: Pass. G. Cr. 205: E ginocchion dinanzi a lor si diede.
Esempio: E Pass. G. Cr. 221: E ginocchion ciascun di lor si diede Alla donna, sguardando sua figura.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 355: La gente bassa si buttava in ginocchioni al minimo soldatino.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 1, 76: Rinaldo gli si butta ginocchione.
Definiz: § II. Riceve innanzi a sè anche la particella Di, nelle maniere Alzarsi di ginocchioni o di ginocchione, Levarsi, Muoversi, di ginocchioni o di ginocchione, per Sorgere in piedi, lasciando quell'atto. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 29: Levaronsi di ginocchione; e, fattosi da capo il segno della Santa Croce, si partirono.
Esempio: Med. Aridos. 3, 2: Se voi vi partite un braccio di ginocchioni, io me n'andrò con Dio, e lasserò stare gli spiriti tanto che venga loro a noia.
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 123 t.: Divoto, modesto ed umile, non si era mosso di ginocchioni.
Definiz: § III. Ginocchione, trovasi usato in forza di Sost. a denotare una Costellazione dell'emisfero boreale, rappresentante un uomo inginocchiato. –
Esempio: Salvin. Arat. 25: Ma così ne la chiamano l'Engonasi, O 'l Ginocchion, perocchè ne' ginocchi Affaticata, un uom che s'inginocchia Rassembra.

232) Dizion. 5° Ed. .
GIÒ, e GIÒ LÀ.
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pag.221

GIÒ, e GIÒ LÀ.
Definiz: Voce colla quale s'incitavano i cavalli da soma a camminare, o ad allestire il passo. –
Esempio: Pataff. 2: Arri al somiero, ed al caval giò là.
Esempio: Sacch. Rim. M. 66: Va il caval per giò, Per anda va il bo, E l'asino per arri.
Definiz: § Giò giò, usato coi verbi Andare giò giò, Venire giò giò, e simili, vale Adagio adagio, Lemme lemme. –
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 4, 11: Chi piano Andar giò giò, chi camminar, chi correre.
Esempio: Lipp. Malm. 5, 58: Che giò giò se ne vanno giù nel piano, Sbattuti com'io dissi, dalla fame.
Esempio: Not. Malm. 1, 429: Giò giò. Adagio adagio.
Esempio: Fag. Comm. 2, 111: E lo veggo, che vo' vienite giò giò.

233) Dizion. 5° Ed. .
GIOCACCHIARE.
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pag.222

GIOCACCHIARE .
Definiz: Neutr. Frequentativo di Giocare. Giocare alquanto.

234) Dizion. 5° Ed. .
GIOCACCHIATO.
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pag.222

GIOCACCHIATO .
Definiz: Partic. pass. di Giocacchiare.

235) Dizion. 5° Ed. .
GIOCACCIO.
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pag.222

GIOCACCIO.
Definiz: Peggiorat. di Giuoco. Giuoco cattivo, brutto, rovinoso, e simili. –
Esempio: Grazz. Comm. 184: Tu ridi? F. O chi non riderebbe ai giocacci che voi contate? T. Giocacci gli aliossi e i ferri?
Esempio: Giust. Vers. 231: Un giorno o l'altro quel giocaccio infame T'ha da portare a qualcosa di brutto.

236) Dizion. 5° Ed. .
GIOCANTE.
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pag.222

GIOCANTE.
Definiz: Partic. pres. di Giocare. Che giuoca.
Definiz: § In forma d'Add. –
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 545: L'epigramma greco, sopra il pigliar moglie, invia a i ragazzi giocanti alla trottola per imparar da loro.

237) Dizion. 5° Ed. .
GIOCARE.
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pag.222

GIOCARE.
Definiz: Neutr. Amichevolmente gareggiare, a fine per lo più di ricreazione, in atti o esercizj nei quali operi o la fortuna o la destrezza o la forza.
Dal lat. jocari. –
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 2, 11, 5: Chiunque giuoca colle tavole, ovvero dadi,... pecca?
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 477: Fatto questo, entrava in qualche degno ragionamento, in modo tale, che in casa sua non si perdeva mai tempo, nè si faceva quello che si fa in alcune case dove subito vengono a giocare.
Esempio: Ar. Orl. fur. 6, 74: Qual d'un arbore all'ombra, e qual d'un monte, O giuoca o danza o fa cosa non vile.
Esempio: Tass. Dial. 2, 33: Ma di quei giocatori, che non pongono nel giocare altro fine che 'l guadagno semplice,... si può affermare, ec.
Esempio: E Tass. Dial. 2, 40: La dolcezza del giocare, per lo più, di alcuna amaritudine è accompagnata.
Esempio: Dav. Tac. P. 1, 91: Diasi a rubare, giocare, tradire, spiare, falso testimoniare, ec.
Esempio: De Luc. Dott. volg. 15, 2, 233: Il giocare, per sè stesso non è delitto, quando non vi sia la mistura del dolo, e dell'inganno.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 454: Facendosi il verbo dal nome giuoco, poichè l'accento si muta e va oltre, non si può dire giuocare, perchè si farebbe forza in due luoghi, e sul dittongo toscano uo, nella prima sillaba, e sull'accento dell'a, nella seconda; nel qual caso bisogna, per così dire, scarnire e scemare il dittongo.... Dirassi dunque.... giocare, come i moderni.
Esempio: Giust. Vers. 37: Don Luca uomo rotto, Ma onesto piovano, Ha un odio col lotto Non troppo cristiano; E roba da cani Dicendo a chi gioca, Trastulla coll'oca I suoi popolani.
Definiz: § I. E costruito, per mezzo della particella A, con un termine denotante lo speciale esercizio, ossia giuoco, in cui uno gareggia con altri. –
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 483: In casa sua non si giocava a giuoco ignuno.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 113: Può far la Nostra Donna ch'ogni sera Io abbi a stare a mio marcio dispetto Infino all'undeci ore andarne a letto, A petizion di chi giuoca a primiera?
Esempio: Varch. Stor. 2, 321: Anche gli oracoli di Pieruccio facevano qualche cosa: benchè egli, il quale pareva bene, ma non era mica semplice, sappiendo quanto è più malagevole l'indovinare quando si giuoca alle corna, che l'apporsi quando si fa a pari o caffo, dava i suoi risponsi generali, condizionati e oscuri.
Esempio: Ross. P. Sveton. 82 t.: Io t'ho mandato ancora venticinque scudi.... per poter giocare insieme infra cena a' dadi, o a pari e caffo.
Esempio: Grazz. Comm. 184: Il Teri giocava agli aliossi a suo tempo meglio che giovane di Firenze.
Esempio: Tass. Dial. 2, 27: Stava riguardando il signor Conte suo marito che con altri cavalieri giocava a primiera.
Esempio: Capor. Rim. 179: Io vo', che rinunzi una trippa: Chi ti ha messo in malora in questo trotto? Va' a dirlo a quei, che giocano alla lippa.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 116: Non ardirebbe quivi un uom gentile, O un dotto balzeggiar pur una palla, Com'e' vi giuoca l'ignorante e 'l vile A salincerbio, a biccicalla calla.
Esempio: Mellin. Ricord. 11: Dilettossi [Cosimo I] per esercizio bene spesso la mattina giocare alla palla, alla corda con suoi camerieri.
Esempio: Not. Malm. 1, 288: Specialmente giuocano [i ragazzi] A cavalca, Alle caselle, Alla serpe, A ripiglino, A sbrescia, A cavare, A sbricchi quanti, A truccino, ed Alle buche.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 56: Io vegg' un che giuoca a bazzica, E ne piglia in su i cinquanta.
Esempio: Red. Lett. 2, 299: Or consideri.... che bel vedere farebbe V. S. illustrissima nel giocar la sera colla signora Anna Maria all'ombre con un paro di manacce lorde sudice e nere, ec.
Esempio: Ricc. A. M. Rim. Pros. 200: Dunque non avrà mai Giocato.... Alla ruzzola, alla palla, A biccicallacalla.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 133: Seduti a un canto della tavola, giocavano alla mora.
Definiz: § II. Giocare, conforme al senso proprio del latino, vale anche Scherzare, Fare atti scherzevoli; e in più largo senso Divertirsi, Spassarsi, Darsi buon tempo, e simili; e in tal significato è usato anche in forma di Neutr. pass. giocarsi
Esempio: Benciv. Esp. Patern. volg. 54: Tu se' giovane uomo, tu viverai ancora lungamente; giuocati e trastullati, e fa' tue volontadi.
Esempio: Ovid. Rimed. Am. 34: I lusinghevoli versi di compianto cantino Amore colla faretra; e la lieve amica giuochi a suo albitrio.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 159: Ad alcuni negligenti gli pareva, che [i demonj] salissero, e giocassero sopra al capo, e sopra al collo.
Esempio: E Cavalc. Ammon. Paol. 86: Tu, Ruffino, ti giuochi, e non senti e' mali miei.
Esempio: E Cavalc. Dial. S. Greg. 86: Onde nell'orto del monastero, dove stava san Benedetto, misse sette giovani ignude, le quali innanzi agli occhi de' suoi discepoli, tenendosi per mano, insieme ballavano e giocavano, e per questo modo infiammassono le menti loro a lussuria.
Esempio: Ugurg. Eneid. 120: Almeno s'io avesse ricevuto di te alcuno figliuolo anzi el tuo partimento; se alcuno picciolo Enea mi giocasse nella sala, el quale pur te representasse nella faccia; non mi parrebbe essere al tutto ingannata e diserta.
Esempio: Frescobald. M. Rim. 27: Fuor di vita oscura Vive sempre giocando in allegranza.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 37: Venne alle ripe di Inaco, ov'ella solea spesse volte giocare.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 4, 379: Udì da presso La voce del garzon che si giocava.
Definiz: § III. E per similit., detto di animali. –
Esempio: Libr. Sagram.: Siccome il gatto giuoca col topo, quando l'ha preso, e lungamente giucato, se 'l mangia, e hattelo di vita privato.
Esempio: Ugurg. Eneid. 17: Sì come quelli [cigni] ritornati giocano coll'ali sonanti, ec.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 11: Delle lepri si dice che la notte, ai tempi della luna, e massime della luna piena, saltano e giuocano insieme, compiacendosi di quel chiaro.
Definiz: § IV. E figuratam. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 2, 133: No altrimenti che Meandro, fiume di Troia, giuochi nelle liquide acque: e con dubbioso scorrimento corre innanzi e a drieto.
Esempio: Caran. Eustaz. 103: Non fui sì tosto addormentato, che gran moltitudine di sogni mi furono d'intorno a giocare.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 30, 21: Tutto si abbandona allo spiro delle lusinghevoli sue speranze, che gli giuocano in aria.
Esempio: Pindem. Poes. 51: Così natura, grande ancor se giuoca, Spesso gode accoppiar l'orrido e il bello, Somma pittrice in contrapposti.
Definiz: § V. Trovasi poeticam. per Festeggiare, Mostrare gran gioia, e simili. –
Esempio: Bocc. Rim. 120: Non mi sarien credute Le mie fortune, Ond'io tutto m'infoco, Quel nascondendo, ond'io m'allegro e gioco.
Definiz: § VI. Giocare, vale anche figuratam. Aver parte principale, Aver che fare, Entrare, efficacemente in checchessia, Concorrere a produrre un dato effetto. –
Esempio: Varch. Ercol. 13: Il fine è quello che giuoca, e che in tutte l'operazioni umane attendere e considerare si debbe.
Esempio: E Sen. Benef. 47: Non pensare che ne' benefizj s'abbia a mostrare il pagamento, come ne' debiti, perchè ne' benefizj giuoca l'animo.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 161: E però bisogna che in questi lavori a fresco giuochi molto più nel pittore il giudizio, che il disegno.
Esempio: E Vit. Pitt. 8, 118: Il buon giudizio e l'occhio più giuoca in tutte le cose, che non fa la misura delle seste.
Esempio: Bart. D. Suon. 154: Non giuoca in questo fatto la comparazione tra l'ago e la voce, la campana e 'l muro.
Definiz: § VII. Vale altresì Operare, Agire, Produrre il proprio effetto, convenientemente, attamente. –
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 20: In questa maniera il triangolo minore che spunta dalla strettissima commessura delle due parti della taglia, e quella à per base, giuoca liberamente con le sue vibrazioni: le quali tanto verranno ad essere più frequenti, quanto più corta sarà legata la palla, e per conseguenza sarà men'alto il triangolo.
Esempio: Maff. Anfit. 246: In essi (buchi rotondi) si rivolsero i cardini di due partite d'uscio.... ch'entravano sopra e sotto ne' buchi, e giravano, facendo giocar le imposte.
Esempio: Paolett. Oper. agr. 2, 120: Conviene per questo avvertire..., che l'aria tanto all'ingresso del vino nel braccio minore, quanto all'egresso dall'apertura del braccio maggiore, non possa giocarvi, gettandosi da tutti i lati improvvisamente.
Esempio: Panant. Paret. 36: Scegli l'imbocco delle foci, i lochi Lontani dalle case e dalla via, Ove il canto rintroni e l'aria giuochi, Ma dove un disgraziato eco non sia.
Definiz: § VIII. E figuratam. –
Esempio: Borgh. V. Scritt. 620: Non è anche vero quel che e' dice, che con le preposizioni o segni de' casi congiunto [l'articolo] ci faccia conoscere essi casi, perchè, essendo egli indeclinabili, non ci giuoca.
Definiz: § IX. Pure figuratam., costruito con qualche avverbio qualificativo, come giocare Bene, giocare Male, o simili, vale Riuscire per sorte a quell'esito o fine che esso avverbio denota; ma è d'uso non comune. –
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 160: Così seppe egli farsi giocare avvantaggiosamente le sue misure mal prese in quella mossa; e così questi frutti, che si colgono dagli errori, servono di disinganno all'umana prudenza, le cui disposizioni il più delle volte non vanno più là dell'apparenza delle cose.
Definiz: § X. Pure per Operare attamente, Produrre il proprio effetto; detto di qualsivoglia strumento, o modo di offesa, guerresco; e più particolarmente delle artiglierie. –
Esempio: Assed. Montalc. 359: Ed a vedere solo le cose che si fanno, come baluardi, ritirate, fosse, terrapieni, ognuno resta stupefatto; molto più, che dove si lavora, di continuo ci giuoca l'artiglieria.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 193: Cominciarono a ritirarsi, senza lasciar però di combattere alla lontana, e particolarmente i frombolatori, fatti più animosi dalla maggior distanza, in cui potevan giocar le lor armi.
Esempio: E Corsin. Stor. Mess. trad. 702: In questi frangenti si ritrovava egli, quando sopraggiunse Cortes, il quale veduta quella turba di canoe pe' canali della città, che guardavano verso Messico, fece rinforzar la voga, e giocar nell'istesso tempo l'artiglieria con sì buon successo, che ec.
Esempio: Ner. I. Pres. Samm. 12, 48: Di Brusciana disser poi gli avvisi Che scappassero a furia di sassate; Ma lor dier fora per reputazione Che non giocasse lì bene il cannone.
Esempio: Salvin. Disc. 2, 192: La malinconia, come il vino flatuosa, quasi mina che giuochi e che rompa, e con violenza si faccia strada, partorisce effetti diseguali e strani.
Definiz: § XI. Quindi Giocare col cannone, vale Offendere, Colpire, colle artiglierie. –
Esempio: Montecucc. Op. 2, 76: A dì trenta fermi stettero amendue i campi presso S. Gottardo l'uno rimpetto all'altro, il fiume tramezzo, giocandosi continuamente col cannone.
Definiz: § XII. E detto di milizie, e particolarmente di milizie a cavallo, per Muoversi, Volteggiare. –
Esempio: Montecucc. Op. 1, 162: Si riparte la battaglia in modo, che il cannone e il bagaglio, e la più parte della cavalleria, la quale non può giocare nelle estremità, venga abbracciata nel mezzo.
Esempio: Maff. Veron. illustr. 1, 102: Alla nostra sterile e vasta campagna.... si adattava.... l'essere stimata opportuna da' Cimbri.... per farvi giocare la loro cavalleria.
Definiz: § XIII. Detto di fontane, vale Mandare getti o zampilli di acqua in varie direzioni, o di varia forma. –
Esempio: Grand. Relaz. var. 9, 275: Quanto più abbondante sarà l'acqua, tanto meglio giocheranno le fonti delle ville inferiori, e più alti manderanno i loro zampilli.
Definiz: § XIV. Att. che per lo più usasi in costrutto con la particella pronominale. Metter pegno, Scommettere, Porre per posta, giocando; riferito a denari. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 377: Par che e' si giocassino Dugento scudi in su la fede.
Esempio: Corsin. B. Torracch. 1, 23: Si giocavano al giuoco delle carte Tolleri, ducatoni, Ungheri e doppie.
Esempio: Zanott. G. P. Stor. Accad. 2, 51: In uno espresse alcuni fanciulli, che giocano alcune loro monete.
Esempio: Giust. Vers. 40: Un popol di scettici Non piange disgrazie, Ma giuoca le crazie Sui colpi apoplettici.
Definiz: § XV. E figuratam., reggente qualsivoglia oggetto, che spesso è sottinteso, costruiscesi, mediante la cong. Che, con una proposizione indicante la cosa intorno alla quale si fa scommessa. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 388: Sì! io vo' mettere Buona cosa, anzi la vita, in deposito, E giocar che se ci mena una femmina Bella, ec.
Esempio: Bellin. Lett. IV, 1, 275: E qui adesso mi giocherei qualsisia bella cosa, che V. S. illustrissima non s'immaginerebbe mai, che cosa io sia per soggiugnere.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 12, 86: Volete voi giocar che le proposte Escon subito fuor che domandiamo Ogni Sodisfazione, ed in proverbio Non metton questo sciocco salincerbio?
Esempio: Fag. Comm. 2, 214: Nanni sempliciotto, a sentir il consenso di Ciapo in darli la Lena, giuoco che gli accorda ogni patto.
Esempio: Nell. Iac. Faccend. 1, 1: Olà. Che si dorme? Vuoi giocare che ti sveglio io?
Definiz: § XVI. Vale altresì Perder giocando. –
Esempio: Esop. Fav. M. 165: Temporalmente possiamo intendere per lo bosco e scure quei due giocatori, che avendo l'uno con l'altro giocato ogni cosa, dappoi alle preghiere del perdente il vincitore gli presta denari, co' quali gli vince ciò ch'avea perduto, ed anco i suoi.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 46: Cecco di messer Fortarrigo giuoca a Buonconvento ogni sua cosa ed i denari di Cecco di messer Angiulieri.
Esempio: Lipp. Malm. 3, 27: Ebbe [il cappellano] una chiesa, e quivi a bisca aperta Si giocò fino i soldi dell'offerta.
Definiz: § XVII. E per Consumare, Passare, giocando; riferito a tempo. –
Esempio: Machiav. Pros. var. 8, 97: Si vedrebbe che quindici anni che io sono stato a studio dell'arte dello Stato, non gli ho nè dormiti, nè giocati.
Definiz: § XVIII. E in modo figurato, vale Porre a rischio, a cimento, Rischiare di perdere, o di non conseguire; e più specialmente per atti inconsulti. –
Esempio: Machiav. Pros. stor. pol. 2, 325: Essendosi in un medesimo tempo che lui (il conte Ranuccio) partì da Siena, partiti loro (que' di Piero de' Medici) dal Ponte ad Era, e non volendo giocare la fortuna della libertà di Firenze in una giornata, si astenne dall'azzuffarsi.
Esempio: E Machiav. Disc. 372: Egli aveva giocata quasi la libertà di Roma.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 122: Voi riarete il danno e la vergogna, e vi giocate uno stato che non so se giovine studiante lo potesse sperar meglio.
Definiz: § XIX. Usasi anche nel senso di Perdere per propria leggerezza; riferito a favore, aiuto, grazia, e simili, di chicchessia.
Definiz: § XX. Giocare a carte scoperte. –
V. Carta, § XLIX.
Definiz: § XXI. Giocare alla neve, e anche Fare, alla neve. –
V. Neve.
Definiz: § XXII. Giocare alle braccia. –
V. Braccio, § XLI.
Definiz: § XXIII. Giocare al sicuro, vale figuratam. Operare, Condursi, e simili, in modo da esser sicuro di conseguire l'intento, o di premunirsi dai più probabili pericoli. E nel medesimo senso trovasi anche Giocare sicuro. –
Esempio: Machiav. Pros. stor. pol. 4, 142: In tutte queste provincie tiene ordinariamente guarnigioni di gente d'arme per giocare al sicuro.
Esempio: Car. Lett. Farn. 1, 297: In qualche modo ci avemo a risolvere così della spesa, come del pericolo in che stiamo. Intanto è bene a giocar securo.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 100: L'umana prudenza consiste, nelle coso che sono incerte e dubbiose, in saper giocare al sicuro.
Definiz: § XXIV. Giocare a tu me gli hai, e anche trovasi a giocare a tummeglihai, vale in modo scherzevole Giocare sulla parola, cioè senza che corra subito il denaro. E Giocare a ite e venite, vale pure scherzevolmente Pagare il perdente e riscuotere il vincitore giuoco per giuoco il denaro scommesso, la posta. –
Esempio: Casott. A. Celid. 1, 97: Non mi piace il giocare a tu me gli hai, Ma solo a ite e venite, e vieni e vai.
Esempio: Ricc. A. M. Rim. Pros. 200: Dunque non avrà mai Giocato a tummeglihai, O fatto alle piastrelle.
Definiz: § XXV. Giocare d'armi, di bastone, di spada, di spadone. –
V. Arme, § XXXV; Bastone, § XI; Spada e Spadone.
Definiz: § XXVI. Giocare del disperato, o il disperato. –
V. Disperato, § XXXVII.
Definiz: § XXVII. Giocare del resto. –
V. Resto.
Definiz: § XXVIII. Giocare di buono. –
V. Buono, Sost., § XIII e § XIV.
Definiz: § XXIX. Giocare di calcagna, vale quanto Menare le calcagna, ossia Fuggire. –
Esempio: Lipp. Malm. 6, 83: Perciò manda Pedino là in campagna, Ch'ei giocherà di posta di calcagna.
Definiz: § XXX. Giocare di checchessia, vale Operare con quella tal cosa, Usarla, Servirsene, e altresì Prevalersene; anche figuratam. –
Esempio: Dar. Tac. 1, 401: Non potendosi adunque, ove non era peccato nè accusa, dar figura di giudizio, giocò d'autorità.
Esempio: Galil. Op. lett. 291: A chi vuol una cosa ritrovare, Bisogna adoperar la fantasia E giocar d'invenzione, e indovinare.
Definiz: § XXXI. Vale anche Comportarsi, Procedere, nel modo che è espresso dal compimento. –
Esempio: Car. Lett. Farn. 3, 218: Quelli che mettevano avanti che potessero far miracoli nello Stato di Ferrara, o se n'intendevano poco, o giocavano di malignità; perchè le sue piazze son ben fortificate.
Definiz: § XXXII. Giocare di lontano e Giocar largo, valgono figuratam. Non accostarsi, Stare discosto, alla larga, lontano. –
Esempio: Cecch. Mogl. 4, 1: Vedi pur, che Ridolfo giuochi largo.
Esempio: Salv. Spin. 5, 6: Tu in tanto giuoca largo, e non t'accostare a quest'uscio.
Esempio: Lipp. Malm. 3, 38: Del tristo avviso afflitto resta, Onde più d'un poi giuoca di lontano.
Esempio: Not. Malm. 1, 265: Giuoca di lontano. Cioè Non s'accosta: è lo stesso che Starsene alla larga.
Definiz: § XXXIII. Giocare di mano. –
V. Mano.
Definiz: § XXXIV. Giocare di schiene, vale Agitare, Scuotere, violentemente le schiene, Alzare la groppa, per gettare a terra il cavaliere; detto di cavallo. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 7: Poi sotto il petto si caccia la testa, Giuoca di schiene e mena calci in frotta.
Definiz: § XXXV. In locuz. figur., e in senso disonesto. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 28, 43: Così dicendo, e al bucolin venuto, Gli dimostrò il bruttissimo omicciuolo, Che la giumenta altrui sotto si tiene, Tocca di sproni, e fa giocar di schene.
Definiz: § XXXVI. Giocare di vantaggio, vale Servirsi, giocando, di mezzi destri ma illeciti, a fine di vincere. –
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 10, 93: Il giocar di vantaggio non è stile D'un che sia corbacchion di campanile.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 493: Scannatoi si domandano quelle case e stanze dove si giuoca di vantaggio, e si fa il collo a' poveri giovani, che perciò si dicono pollastrotti.
Definiz: § XXXVII. Giocare netto, vale figuratam. Procedere con riguardo e destrezza, con cautela e sicurezza; e altresì Operare con lealtà, con sincerità, rettamente. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 358: Niccolò, che giuoca così netto, e' v'è giunto a buona somma.
Esempio: Pulc. L. Morg. 26, 151: Sicchè tu giuochi netto, destro e largo, Che ti bisogna aver qui gli occhi d'Argo.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 61: Giuoca netto, tu sai che uomo è Fazio.
Definiz: § XXXVIII. Giocare per primo, si usò figuratam. per Segnalarsi sopra gli altri per sola virtù propria; Primeggiare. –
Esempio: Baldin. Decenn. 5, 10: Il filo di sua applicazione incominciò ad essere forte interrotto, mercè d'una certa gara, che si prese con esso il Nigetti nel maneggio delle pietre dure, in che Averebbe egli pure voluto giocar per primo.
Esempio: E Baldin. Decenn. 6, 145: Ma tempo era già che il Vannino, dopo avere per lungo tempo servito a quel valentuomo, incominciasse, come noi sogliamo dire, a giocare per primo; e guadagnasse per sè medesimo quel credito e quell'onore, che egli sotto la gran fama del Passignano aveva tenuto tanto nascoso.
Definiz: § XXXIX. Giocare una carta. –
V. Carta, § L.
Definiz: § XL. Giocarsi l'anima, l'osso del collo, e simili, dicesi in modo iperbolico per Consumare al giuoco tutte le proprie sostanze; o anche semplicemente per Perder moltissimo.
Definiz: § XLI. Giocheresti sui pettini da lino, Giocherebbe, e simili, sui pettini da lino. –
V. Pettine.
Definiz: § XLII. A che giuoco giochiamo? A che giuoco si giuoca? Modi che usansi per rimproverare alcuno, o per dimostrargli il nostro malcontento, quando e' fa o dice cosa che ci paia non stia bene, o ch'e' ci sembri non procedere in qualche affare con la dovuta lealtà o sincerità; oppure quando non si vede venire a conclusione alcuna in una data cosa. –
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 114: A che gioco giochiamo? Che si pensa, ove siamo? Il decoro dov'è? A chi tocca a obedire, a me, o a te?
Esempio: E Monigl. Poes. dramm. 447: Siamo Così di patti, a che gioco giochiamo? A. Prima la morte eleggo, Che voler vostro figlio.
Esempio: Magal. Lett. At. 116: Qui adesso vi sento dirmi; A che giuoco giochiamo? Vuoi parlar così della dottrina degli atomi?
Esempio: Baldov. Comp. dram. 8: Padrone, e dove siamo? Che discorrere è questo? A che giuoco giochiamo? Una repulsa adunque, ec.?
Esempio: Marrin. Annot. Baldov. Dramm. 128: A che giuoco giochiamo? Che facciam noi? Maniera di sgridare uno, che non fa l'ufizio suo, o che faccia cosa che non stia bene.
Definiz: § XLIII. Chi giuoca per bisogno, perde per necessità. Proverbio che usasi per ammonire altrui che il giuoco non fa arricchire, ma fa, invece, impoverire. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 425: Chi giuoca, Come si dice, per bisogno, perde Per necistà.

238) Dizion. 5° Ed. .
GIOCATORA.
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pag.223

GIOCATORA.
Definiz: Femm. di Giocatore. –
Esempio: Salvett. Rim. burl. 214: E tu con questa guerra giocatora, Se passi il tempo a sbaraglino, e al trucco, Cangerassi in brev'ora Lo scettro in zappa, e 'n santambarco il lucco (qui figuratam.).

239) Dizion. 5° Ed. .
GIOCATORACCIO.
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pag.223

GIOCATORACCIO.
Definiz: Peggiorat. di Giocatore. Giocatore molto inviziato. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 22: Io fo il giocatoraccio, il biscazziere? Fo solo una partita di minchiate Con un buon sacerdote e due beate.