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4° Edizione
Diz Giu. totali
31895 474 32369 forme
19248 255 19503 occorrenze
Ordinamento delle voci: alfabetico punteggio
80) Dizion. 4° Ed. .
AFFRONTARE.
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pag.82



1) id: e2d1a16b234c403eaf574f3126d01656)
Esempio: E Luc. 3. 2. Io lo voglio affrontare il tristo, e guastargli l'uova in bocca.
81) Dizion. 4° Ed. .
SCIMUNITO
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pag.395



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Esempio: Fir. Luc. 3. 3. Scimunita ch'i' sono! i' m'era sdimenticata il più, e 'l meglio.
82) Dizion. 4° Ed. .
SATOLLO
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pag.331



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Esempio: Fir. Luc. 3. 2. Costui, che è satollo, non crede a me, che sono digiuno.
83) Dizion. 4° Ed. .
DIGIUNO
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pag.109



1) id: dc5fb936522d4996bf6d3127d9091795)
Esempio: Fir. Luc. 3. 2. Costui, che è satollo, non crede a me, che sono digiuno.
84) Dizion. 4° Ed. .
PERDERE
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pag.563



1) id: 17a9331b86014469b8b8ac50c6bb4e45)
Esempio: Fir. Luc. 3. 1. Per stare a udire una messa, i' ho perduto Lucido d'occhio.
85) Dizion. 4° Ed. .
CARTA.
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pag.576



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Esempio: E Luc. 4. 6. Io gli voglio andare incontro, e dirli una carta di villanía.


2) id: af8a1dbf30d44a73aabc1eb754c0ad5a)
Esempio: Buon. Fier. 3. 4. 4. Lasciarsi in man da lei scambiar le carte.


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Esempio: Varch. Suoc. 3. 6. Chi lo fa? non lo apposterebbe la carta da navigare.


4) id: c852f1109d0f4656b13d9eb4d25c4289)
Definiz: §. XXI. Carta, o Carta da navigare, è Quella, per mezzo della quale i naviganti riconoscono i lor viaggi, lo che dicono Carteggiare. Lat. charta nautica. Gr. χάρτης ναυτικός.


5) id: b05e9820198d4566a4aa18e589e62596)
Definiz: §. XXII. E perchè con essa si ritruova minutamente ogni luogo, quando vogliamo mostrare essere difficilissimo il ritrovare alcuno, diciamo: E' non lo troverrebbe, o non lo apposterebbe la carta da navigare.
86) Dizion. 4° Ed. .
CARTUCCIA.
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pag.580



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Esempio: Fir. Luc. 1. 1. Dica ben di loro, o della druda in su queste cartucce.
87) Dizion. 4° Ed. .
POVERINO
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pag.685



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Esempio: Fir. Luc. 3. 2. Oh poverino a me, ch'io non sarò più buono a nulla.
88) Dizion. 4° Ed. .
ARROCCHIARE
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pag.272



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Esempio: Luc. Mart. rim. burl. La Padrona arrocchia A menar fava per la sera a cena.
89) Dizion. 4° Ed. .
CALLO.
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pag.512



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Esempio: Fir. Luc. 5. 1. I' ho già fatto il callo al culo, come le bertucce.
90) Dizion. 4° Ed. .
TRANARE
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pag.126



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Esempio: Fir. Luc. 1. 4. Cammina, vien giù alla signora; presto, trana; oh ve' cuoco freddo!
91) Dizion. 4° Ed. .
TACCOLA.
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pag.3



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Esempio: E Fir. Luc. 2. 2. Bè, quanto ha a durar questa taccola, viso di pazzo?


2) id: f9169d8ed99c45ffb78ca030ef68299b)
Esempio: E Camb. 100. Non da altro regolati, che dal fare in modo, che la taccola possa durare.
92) Dizion. 4° Ed. .
CHIAVERINA.
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pag.646



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Esempio: Fir. Luc. 5. 5. E' non debbon però esser birri, ch'e' non hanno le chiaverine.
93) Dizion. 4° Ed. .
CANTONIERA.
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pag.541



1) id: 61ba5fd4d91a475287c5b00e9d90922e)
Esempio: Fir. Luc. 4. 6. Egli è innamorato fradicio di questa cantoniera, che sta quì vicina.
94) Dizion. 4° Ed. .
PANCIOLLE
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pag.474



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Esempio: Luc. Mart. rim. burl. 229. Messer Gregorio ci tenne a panciolle Con tavole fornite da signori, Con vin da tener sempre il becco in molle.
95) Dizion. 4° Ed. .
BULDRIANA
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pag.483



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Esempio: Fir. Luc. 4. 1. E che stamattina di buon'ora tu la portasti da te da te, per non ti fidar di persona, a quella tua buldriana.
96) Dizion. 4° Ed. .
IMPARARE
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pag.735



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Esempio: Fir. Luc. 4. 3. Ma io imparerò a vivere a poco a poco alle mie spese.
97) Dizion. 4° Ed. .
DESIDERATISSIMO
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pag.78



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Esempio: Fir. Luc. 5. 7. Abbracciami, desideratissimo mio, che io son quel Folchetto, che rimasi in casa.
98) Dizion. 4° Ed. .
GIUNTERÍA.
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pag.626



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Esempio: Fir. Luc. 3. 2. Che dispiacer ti feci io mai, che m'hai fatto così gran giuntería.
99) Dizion. 4° Ed. .
FRADICIUME
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pag.513



1) id: 0476628017a243059eb63f8af6fa26e2)
Esempio: Fir. Luc. 1. 2. O che continuo flagello è questo? e che fradiciume, e che tormento?