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Volume 9 - Dizionario 5° Ed.
320) Dizion. 5° Ed. .
MANIPOLATORE, e talora anche MANIPULATORE
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pag.833

MANIPOLATORE, e talora anche MANIPULATORE.
Definiz: Verbal. masc. da Manipolare e Manipulare. Chi o Che manipola, o manipula. –
Esempio: Benciv. Cur. malatt. volg.: Il manipolatore soventemente cade offeso da que' vapori della sena.
Esempio: Libr. Segr. Cos. Donn.: Nelle spezierie altri sono i venditori, altri i manipolatori.
Esempio: Ner. Art. vetr. 78: Rubini, zafiri ed altre gioie (artificiali), cose tutte che può fare un pratico manipulatore di cose chimiche.
Esempio: Red. Lett. 2, 136: Ne sa (la natura) molto più di quello che ne posson mai sapere tutte le arti e tutte le diligenze de' più esperimentati manipolatori delle spezierie e delle chimiche fonderie.
Esempio: Magal. Lett. scient. 92: Alle corti fanno una grande strage d'odori, macellando i materiali più preziosi, anzi da carnefici spietati che da manipolatori gentili.
Definiz: § Figuratam. –
Esempio: Segner. Incred. 420: Dunque il vero lume fu da lui conceduto la prima volta ad un Lutero, apostata, ubbriaco, lascivo, spergiuratore, sacrilego, e manipolatore di una dottrina che ad ogni tratto o contraddice scioccamente a se stessa, o si ribella superbamente al dettame della ragione?
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 4, 256: Posero, non potendo far altro, una grossa taglia sopra la vita del Casanova, manipolatore della carcerazione.

321) Dizion. 5° Ed. .
MANIPOLATRICE
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pag.833

MANIPOLATRICE.
Definiz: Femm. di Manipolatore. –
Esempio: Libr. Segr. Cos. Donn.: Si governano con mano pulitamente manipolatrice.

322) Dizion. 5° Ed. .
MANIPOLATURA
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pag.833

MANIPOLATURA.
Definiz: Sost. femm. Lo stesso che Manipolazione; ma è voce meno usata. –
Esempio: Grand. Relaz. Fucecch. 172: Tale contrasegno.... non prova già l'intento loro, ma al più, quando sia vero che seguisse senza alcuno artifizio o manipolatura ciò che asseriscono, dimostrerebbe giustamente quello che andiamo dicendo.
Esempio: Targ. Viagg. 1, 322: La coltivazione degli ulivi e manipolatura dell'olio è la più importante faccenda degli abitatori de' monti pisani.

323) Dizion. 5° Ed. .
MANIPOLAZIONE, e talora anche MANIPULAZIONE
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pag.833

MANIPOLAZIONE, e talora anche MANIPULAZIONE.
Definiz: Sost. femm. L'azione, ed altresì Il modo, del manipolare. –
Esempio: Benciv. Cur. malatt. volg.: La manipolazione dell'olio masticino sea fatta ne' dì canicolari.
Esempio: Dat. Lett. 177: I condimenti e la manipulazione ingegnosa son quelli che fanno molte volte saporite le vivande.
Esempio: Red. Esp. nat. 36: Cose velenose, che per necessità entrino nella manipolazione di quest'olio.
Esempio: E Red. Lett. 1, 105: Mi dispiace che in Francia la manipolazione de' medicamenti sia ridotta in mano delle femmine, come V. Signoria mi scrive.
Esempio: Legg. Band. Leop. 6, 4: Dovrà per altro restar ferma la proibizione di estrarre fuori di Stato il guado in erba o in pani, non ancora affinato e perfezionato con le solite manipolazioni.
Esempio: Ridolf. Lez. Agr. 2, 462: Non mi resta più che a dirvi poche parole sulla manipolazione del miele e della cera.

324) Dizion. 5° Ed. .
MANIPOLO, e talora anche MANIPULO.
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pag.833

MANIPOLO, e talora anche MANIPULO.
Definiz: Sost. masc. Fascetta di spighe, di paglia, di erba, e simili.
Dal lat. manipulus. –
Esempio: Benciv. Aldobr.: Di camamilla, aneto..., di catuna due manipoli.
Esempio: E Benciv. Cur. malatt. volg.: Togli un manipolo di cime di santoreggia.
Esempio: Domen. Plin. 789: Ha (la camedri) virtù quando comincia il ritruopico, cuocendo manipoli delle sue scope in tre emine d'acqua, infin che torni per terza parte.
Esempio: Ricett. fior. C. 115: Il manipolo contiene quanto si piglia colla mano.
Esempio: Lorin. Fortif. 163: Farla (la scarpa del forte) con le mannocchie, che sono manipoli di scopa, overo frasche sottili di legname verde piegati e avvoltati con la sua cima, sì che legati faccino mazocchia, e messi in opera per lungo con la detta sua testa piegata di fuori come fossero pietre cotte, ec.
Esempio: Lastr. Agric. 2, 221: Dov'è scarsità d'acqua, pongono il lino a manipoli sciolti, senza ridurli in fastelli.
Definiz: § I. E per Covone. –
Esempio: Bibb. N. 1, 562: Quando avrete fatta la ricolta, e avrete fatti i manipoli del grano, la primitura della vostra ricolta porterete al prete.
Esempio: E Bibb. N. 2, 654: E avendo Booz mangiato e bevuto, e fatto uno poco più allegro che in prima, fosse ito a dormire [a lato] al monte de' manipoli dell'orzo e del grano, ec.
Esempio: Savonar. Pred. 4: Leggesi che Iosef sognò che li manipuli del grano che mietevano li sua fratelli, adoravano e' manipuli che faceva Iosef.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 191: Qual contadino fu mai sì stolto, che non istimasse ben compensate le fatiche del mietere colla felicità de' manipoli al fin raccolti?
Definiz: § II. Trovasi per Cavicchio, Piuolo, e simili. –
Esempio: Vinc. Mot. Mis. acq. 449: La mazza sia grossa nel braccio, lunga braccia due con quattro manipoli, e sia di quercia e ferrata di cerchi di ferro nelle teste.
Esempio: Lorin. Fortif. 134: Sì che facendo girare esse due ruote per li razi o manipoli che avanzano fuori della sua circonferenza, si tiri in alto essi bulzoni.
Esempio: E Lorin. Fortif. 222: La qual testa (di fune) sarà poi investita nell'asso della ruota G, quale facendosi voltare a braccia col mezo de' cavicchi over manipoli, che saranno d'intorno alla sua circonferenza, tirerà la fune.
Definiz: § III. Term. militare. Numero determinato, Drappello, di pedoni legionarj, presso i Romani, che in origine aveva per insegna un manipolo di fieno posto in cima a una pertica. –
Esempio: Giamb. Vegez. 55: Ed ancora questo centurio era diviso per compagnie, le quali contubernie erano chiamate; e dieci cavalieri, stando sotto uno padiglione, aveano uno capitano che si chiamava decano: e queste cotali compagnie piccole si chiamavano manipoli, perchè congiunti insieme faceano le battaglie.
Esempio: E Giamb. Vegez. 56: Siccome tra' pedoni la schiera divisa s'appella centuria, e contubernia, o vero manipolo, così tra' cavalieri è detta turma.
Esempio: Liv. Dec. 1, 91: Egli mescolò insieme i manipoli de' Latini co' manipoli de' Romani.
Esempio: E Liv. Dec. 1, 152: Quando il comandatore de' Latini ebbe veduta la schiera degli sbanditi sì malmenata e presso che sconfitta, egli menò con seco nella prima schiera alquanti manipoli che teneva al soccorso.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 198: Poi, ciascuna turma e manipuli insieme attorniando, gli ammonisce.
Esempio: Machiav. Art. Guerr. 280: Usarono i Romani nel principio le falangi, e istruirono le loro legioni a similitudine di quelle. Dipoi non piacque loro questo ordine, e divisero le legioni in più corpi, cioè in coorti e in manipoli.
Esempio: Nard. Liv. Dec. 117 t.: Quella forma di battaglia, che prima era simile alla falange de' Macedoni, fu poi una schiera ordinata di più manipuli.
Esempio: E Nard. Liv. Dec. appr.: Il manipulo aveva venti soldati armati leggermente, ed un'altra moltitudine con gli scudi.
Definiz: § IV. E per Drappello, Compagnia, di soldati in genere. –
Esempio: Alton. Sold. 30: Giudicando meglio e più sicuro far marciare la presente battaglia a manipoli.
Esempio: E Alton. Sold. 31: Questo modo di marciare a scaletti essendo intelligibile, non si dirà altro, eccetto che dove si troverà capacità di spazio si potrà atestare più manipoli insieme, marciando pure a scaletti.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 4, 30: Kellermann assaltava con tutto il pondo de' suoi cavalli il sinistro fianco dell'ungara mole, e siccome quella che era spartita in manipoli, tra l'uno e l'altro ficcandosi, totalmente la disordinava.
Esempio: Manz. Poes. 860: E ripensò le mobili Tende, e i percossi valli, E il lampo de' manipoli, E l'onda de' cavalli.
Definiz: § V. Term. ecclesiastico. Sorta di piccola stola che si lega all'avambraccio sinistro del sacerdote, quando celebra la messa o fa altre funzioni religiose. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. R.: Si cavò la stola ed il manipolo.
Esempio: Fr. Galg. Ord. Mess. 82: Lo manipulo significa lo legame, collo quale li fuoro legate le mani.
Esempio: Bocc. Testam. 141: Ancora lascio e voglio che una imaginetta di Nostra Donna d'alabastro, j. pianeta con istola e manipolo di zendalo vermiglio, ed j. palio piccolo da altare ec.
Esempio: Alam. A. Rim. 79: Pur hanno in riverenza Il pastoral del vescovo, e 'l manipolo, Ch'alle cannelle lor serva per zipolo.
Esempio: Maff. G. P. Vit. Confess. 1, 61: E insieme de' proprj suoi paramenti da messa donògli una stola e un manipolo.
Definiz: § VI. Baciar manipolo, vale proverbialm. Umiliarsi; tolta la figura dall'inchinarsi dei fedeli nel baciare il manipolo al sacerdote. –
Esempio: Red. Lett. 1, 381: Bisognerà che ella lo confessi a suo marcio dispettaccio, e che, come la corte torna a Firenze, ella se ne venga a baciar manipolo infino alla mia casa nella via de' Bardi.

325) Dizion. 5° Ed. .
MANIPULARE, e famiglia. –
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pag.834

MANIPULARE, e famiglia. –
V. Manipolare, e famiglia.
326) Dizion. 5° Ed. .
MANISCALCARE. –
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pag.834

MANISCALCARE. –
V. Maliscalcare.
327) Dizion. 5° Ed. .
MANISCALCATO. –
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pag.834

MANISCALCATO. –
V. Maliscalcato.
328) Dizion. 5° Ed. .
MANISCALCO. –
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pag.834

329) Dizion. 5° Ed. .
MANMANCA
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pag.834

MANMANCA.
Definiz: Sost. femm. La mano manca o mancina o sinistra, La sinistra; ed anche Luogo, o Posto, a sinistra di altri. –
Esempio: Fag. Rim. 3, 113: Per tema di più o meno riverenze, Di marritte, manmanche e d'altre storie, Non si posson veder le lor presenze (dei principi quando viaggiano incogniti).

330) Dizion. 5° Ed. .
MANNA
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pag.834

MANNA.
Definiz: Sost. femm. Cibo caduto dal cielo miracolosamente agl'Israeliti nel deserto durante i quaranta anni del loro viaggio.
Dal lat. manna. –
Esempio: Benciv. Esp. Patern. volg. 55: Per la manna, ch'era sì dolce che ciascuno vi trovava tal savore chent'elli volea.
Esempio: Dant. Parad. 32: Quel duca, sotto cui visse di manna La gente ingrata, mobile e ritrosa.
Esempio: Vill. G. 678: Iddio gli nutricò quaranta anni, nel diserto, di manna.
Esempio: Bibb. N. 2, 64: E quella manna si era come seme di coriandri, fatta nel colore d'una gumma lucida, la quale si chiama bdellium. E lo popolo la coglieva la mattina, e macinavala al mortaio; e poi la coceano e faceano a modo di pane; e lo sapore era come pane unto con olio.
Esempio: E Bibb. N. 2, 242: Egli t'afflisse e tribulò di miseria e di fame, e dietti per cibo la manna del cielo, la quale non conoscevi nè tu, nè i tuoi padri.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 253: La quale (la grazia di Dio) sustenta la vita spirituale dell'anima, come sustentava la manna la vita corporale del populo israelico nel diserto.
Esempio: Chiabr. Rim. 1, 247: Cadde per la foresta Di manna alma tempesta, Ineffabile cibo a lor vaghezza.
Esempio: Not. Malm. 2, 652: La manna, che mandò Dio nel deserto al popolo eletto.... Manna è voce straniera, ma fatta nostrale, che significa una brina condensata tenera e dolce, detta così dall'ebraico.... Manhù; cioè Quid est hoc?
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 79: Che è la manna degli Ebrei, A confronto del vin d'ieri? Sciacquatura di bicchieri.
Definiz: § I. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Benciv. Esp. Patern. volg. 55: Colui che vincerà l'altra battaglia,... Dio li promette la manna riposta, cioè il gran dolzore e 'l gran diletto di paradiso, che nullo li puote tòrre.
Esempio: Dant. Purg. 11: Da' oggi a noi la cotidiana manna.
Esempio: E Dant. Parad. 12: Ma, per amor della verace manna, In picciol tempo gran dottor si feo.
Esempio: Imit. Crist. 1: Quegli il quale avesse lo spirito di Dio vi troverebbe (nella dottrina di Cristo) manna nascosa.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 253: La quotidiana manna; per questo intende la grazia di Dio, la quale è cibo spirituale dell'anima, la quale sustenta la vita spirituale dell'anima, come sustentava ec.
Esempio: E But. Comm. Dant. 3, 371: Ma per amor della verace manna; cioè per amore della vera dottrina che ciba l'anima, cioè della santa Teologia.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 28, 3, 166: Rattemperateci il gusto al sapor della manna de gli angioli, che venendoci mandata dal cielo, al cielo ne sollievi lo spirito.
Definiz: § II. E per Cibo, o Bevanda, squisita. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 29, 22: E poi che lo gustò, liquor divino Gli par, miglior che 'l nettare o la manna.
Esempio: Cecch. Donz. 1, 1: Io vi so dire, Che 'l biscotto muffato era una manna.
Esempio: Buonarr. Fier. 5. Introd. 3: Con quei degni e superbi mannerini, Che di manna soppannano le quoia.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 132: Mentr'io votando un cristallino vaso D'alpina grotta, pien di moscadello, Divina manna del mio bel castello ec.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 495: Oh meschini poeti, se dal mondo Tolta fosse la manna che rinchiude Dentro a' grappoli suoi la ricca vite!
Definiz: § III. E figuratam. –
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 2, 150: Lasciam costoro con le buone novelle, Che di tosco per manna ora si pascono.
Esempio: Grazz. Rim. 1, 2: Non vedi che i pensier tuoi vani e loschi Cercan per dolce manna amari toschi?
Definiz: § IV. Pur figuratam., vale La parte più squisita, Il fiore, di checchessia. –
Esempio: Lam. Dial. 3: Al vedere, ciò non basta a costoro che lo vogliono la manna della letteratura col suo sapere enciclopedico. C. Non lo dite la manna, chè non abbia poi a perdere al paraggio delle cipolle.
Definiz: § V. Così pure chiamasi Quella sostanza dolcigna, glutinosa, la quale geme o trasuda spontaneamente dai pori o dalle crepature dei polloni, dei rami e anche dei tronchi di certi alberi, come i frassini e gli orni, o sgorga da essi per incisioni fattevi a bella posta; e usasi anche come medicinale. –
Esempio: Ricett. fior. G. 45: Quella (manna) fatta con arte è quando innanzi a' giorni caniculari fanno nel tronco e ne' rami più tagli, ne' quali si congela col tempo la manna.
Esempio: E Ricett. fior. appr.: Di queste sorte di manna calavrese, quella di fronde è la migliore di tutte.
Esempio: Cant. Carn. 161: Questi vasetti ornati, Di dolce manna pieni, Recati abbiam.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 107: Adunque vorremo noi levar via la manna dall'uso medicinale, medicamento così nobile e piacevole?
Esempio: Soder. Cult. Ort. 55: Non è lo zucchero degli antichi di razza di manna, come molti credono, ma veramente come gomma che stillava da quelle istesse medesime canne, che.... cannamele s'addomandano.
Esempio: Bart. D. Ghiacc. 175: Geme (l'ornello) e lagrima un umor sottile, che aiutato da' tagli che gli si fan nella scorza, vien giù e distilla più largamente; e divenuto nel rappigliarsi, come sal dolce ch'egli è, candido o tinto sol lievemente (come l'ho veduto sul legno stesso), si coglie ed è manna eccellente, e ne ha in tutto la virtù e gli effetti.
Esempio: Casott. A. Celid. 1, 93: La mattina bensì sbucate presto, E non vi grogiolate con la nanna, Perchè farete il viso dell'agresto, E non vi gioverà cassia nè manna, Per rimetterlo dopo, al primo sesto.
Esempio: Ginann. Malatt. Gran. 288: Quella manna di Calabria, la quale si è creduta già tempo che cadesse dal cielo, altro non è se non che il sugo uscito fuora da canali rotti sugosi del frassino salvatico.
Esempio: Targ. Viagg. 7, 358: La manna è un liquido particolare del frassino e dell'orno, il quale o trasuda spontaneamente dalle crepature della corteccia, o si fa trasudare e gemere col ferire essa corteccia.
Definiz: § VI. Manna, o Manna de' pesci, è nome volgare di Quella sorta di farfalle, che i Naturalisti chiamano Efemera comune, le quali volando in gran numero lungo i fiumi, a fior d'acqua, sono avidamente abboccate dai pesci. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 14, 68: Vedevasi la manna che giù casca E 'l pesce per pigliarla stare accorto.
Esempio: Targ. Farf. 8: Dall'avere i pescatori osservato che i pesci sono avidissimi di queste farfallette,... le hanno chiamate manna de' pesci, o assolutamente manna, e con questo solo nome per tutto il Valdarno di sotto sono conosciute.
Esempio: E Targ. Farf. 10: I pescatori dicono per indubitato, che la manna de' pesci, che ogni anno di luglio comparisce, è sempre simile alle farfalle da me sopra descritte.
Definiz: § VII. Manna d'incenso. –
Esempio: Ricett. fior. 44: La parte minuta pura e granellosa, che si trova fra esso (l'incenso), fu chiamata da' Greci manna d'incenso, e la polvere che fa l'incenso mastio, che sia bianca, si può usare per manna se averà qualche poco di scorza mescolata.
Definiz: § VIII. Aspettare alcuno la manna, o Aspettare la manna come gli Ebrei, dicesi proverbialm. di chi sta senza far nulla, confidando nell'aiuto altrui.
Definiz: § IX. È piovuta la manna! È manna! È una manna! e simili; sono esclamazioni per significare che una cosa, un aiuto, un benefizio, e simili, sono venuti tanto opportuni quanto, il più spesso, inaspettati. –
Esempio: Not. Malm. 2, 780: Quando sopravviene a uno qualcosa di suo gusto, suol dire: È una manna!
Definiz: § X. Essere checchessia manna, o una manna, o la manna del cielo, Parere, checchessia manna, o una manna, o la manna del cielo, vale Essere, Parere, checchessia eccellente; e altresì Essere checchessia opportunissimo. –
Esempio: Lipp. Malm. 4, 24: È tale l'appetito che mi scanna, Che un diavol cotto ancor mi parrà manna.
Esempio: E Lipp. Malm. 8, 43: Ho munizion da caricar la canna, E poi da bere un vino ch'è una manna.
Esempio: Not. Malm. 1, 350: Mi parrà manna,... come parve e fu agli Ebrei la manna, che mandò loro Dio nel deserto.
Esempio: E Not. Malm. 2, 652: Un vin, ch'è una manna. Vino squisitissimo; chè tale si legge fosse la manna, che mandò Dio nel deserto al popolo eletto.... Manna è voce straniera, ma fatta nostrale, che significa una brina condensata tenera e dolce.... Da questa dolcezza viene il presente nostro detto. I Latini dicevano in questo proposito Jovis nectar.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 3, 350: Se avete desiderio d'acquistare qualche agio e bene all'animo vostro, la poesia è la manna del cielo.
Definiz: § XI. Essere una manna per checchessia, vale Essere opportunissimo, efficacissimo, e simili, a ciò che è determinato dal compimento. –
Esempio: Fag. Comm. 7, 123: Oh non vi dubitate, Ch'egli (un balsamo) è una manna per le bastonate. A. Che l'hai forse provato?
Definiz: § XII. Piovere in bocca la manna, Venire, e simili, in bocca la manna, vale proverbialm. Offrirsi favorevole da sè l'occasione, l'opportunità, di checchessia. –
Esempio: Fag. Rim. 1, 25: Perchè non basta solamente dire, Ma bisogna anche fare, e far da sè; La manna in bocca non vuol più venire.
Esempio: E Fag. Rim. 2, 48: Piove la manna in bocca a chi si sta; Chi corre e suda non arriva a bere.

331) Dizion. 5° Ed. .
MANNA
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pag.835

MANNA.
Definiz: Sost. femm. Fascetto di paglia, di sermenti, di spighe, e simili, legato. –
Esempio: Soder. Coltiv. 18: E bene ancora cacciar nelle fosse sterpi, ricci di castagne, manne di sermenti, o fascine, che mantengano il terreno sollo e sospeso da potervi meglio abbarbicare.
Esempio: E Soder. Cult. Ort. 158: Svelto (il lino) e fattene le manne legate strette, si dee aperte voltar le radici al sole dove non sia l'acqua, e questo molto gioverà con tenerlo difeso dalla rugiada. Stato così due giorni, si scuotano le manne in sur una tavola di legno e s'asciughi.
Esempio: E Soder. Agric. 18: I porci pigliando in bocca qualche manna di lino, stecchi, paglia o stracci o altro..., sarà segno di pioggia tempestosa.
Esempio: Not. Malm. 1, 110: Manna, latino manipulus. Proverbio: Lega, ch'io ammanno.
Esempio: Salvin. Opp. 42: Come un arco scocca, O drago fischiator, che dal suo covo, Ricetto di velen, pria riposante, Sveglie di manne segatore o arante.
Esempio: E Salvin. Opp. Annot.: Manna, lat. manipulus, Covone, Manata; onde Ammannare e Ammannire. Apparecchiare.
Esempio: Trinc. Agric. 374: La paglia si leghi in piccole manne, o, come altri dicono, mannelli e covoncelli.
Esempio: Lambr. Bach. Set. 76: Non abbiate ripugnanza di usare.... manne di paglia accesa.
Definiz: § I. E in locuz. figur. –
Esempio: Fr. Gio. Espos. Vang. Prol. 3: E s'io non posso portare molte manne del campo, or debbo vacuo ritornare però all'anima.
Definiz: § II. Una spiga non fa manna. Proverbio che vale: Un fatto solo non basta a determinare o a stabilire un principio, una regola, e simili.

332) Dizion. 5° Ed. .
LARGURA.
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pag.92

LARGURA.
Definiz: Sost. femm. Grande spazio, Luogo ampio; ed anche semplicemente Larghezza. –
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 148: Li confini d'Affrica sono da occidente la ripa del nostro mare e del mare Oceano, da oriente una grande e inchinata largura.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 206: La fessura li diventa porta, cioè la strettessa li pare largura.
Esempio: Car. Trad. gr. 119:Il parto della terra, il distillamento dell'aere, le largure del mare, dissoluto insieme e ristretto.
Esempio: Cellin. Vit. 453: Come non si ricorda Vostra Eccellenzia illustrissima d'averla veduta nell'orto della casa mia,... in tanta gran largura?
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 10, 89: Aveva da una banda e dall'altra una largura di prati che si estendeva quasi fino alla porta di San Piero.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 172: Si dee dunque piuttosto sementare (il miglio) nelle largure delle campagne aperte e spaziosi piani.
Esempio: E Soder. Anim. domest. 206: I quali (i pavoni bianchi), nati son più difficili a allevar de gli altri, se non s'abbi largura da lasciargli covar da loro alla campagna.
Esempio: E Soder. Agric. 156: Vi siano spazj e largure da disciplinar cavalli, sì che si possa farvi giostra.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 3, 189: Così gli privò della forza de' carri armati di felce, i quali vogliono largura per pigliar la corsa, che fa più impetuoso l'urto.
Esempio: Dav. Tac. 2, 263: Vedresti in quella largura spettacolo grande e atroce; seguitare, fedire, pigliare, e i presi, rincontrandone altri, uccidere.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 73, 1: Imboccatura de' ponti. Quello spazio, o largura, che si fa di qua o di là da' ponti, per comodo di farvi passar sopra carri o carrozze, affinchè possano svoltare.... E dicesi anche imboccatura, ad una certa largura che alcuna volta si lascia nell'alveo del fiume presso al ponte.
Definiz: § I. E per similit. –
Esempio: Salv. Oraz. 121: Tutti abbiamo un medesimo ed unico intendimento, tutti un capo.... Non c'impediamo l'un l'altro; c'è campo, c'è largura, per tutti.
Definiz: § II. E figuratam. –
Esempio: Fag. Rim. 4, 6: Ne' versi non avrei quella largura Usata in mo', ch'una carrozza a sei Passi fra l'un e l'altro addirittura.
Definiz: § III. Far largura, trovasi per lo stesso che Far largo. –
Esempio: Adr. M. Plul. Vit. 5, 84: Si cinsero sopra le toghe; e rotte le aste in mano a' ministri, con le quali facevano largura, presero in mano i tronconi per difendersi da qualunque gli assalisse.

333) Dizion. 5° Ed. .
LARICE
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pag.92

LARICE.
Definiz: Sost. masc. Albero di alto fusto e di forma piramidale, della famiglia delle conifere, e nativo delle alte montagne. È di legname molto resistente all'acqua; ha rami sottili e pendenti, e foglie corte, fini e flosce, disposte a gruppetti come le setole di un pennello, e cadenti nell'autunno. Dalla scorza di esso, che è di un colore bruno rossastro e screpolata, distilla, sia naturalmente, sia più spesso per mezzo d'incisioni, una resina fluida, conosciuta comunemente col nome di Trementina di Venezia. È l'Abies larix, e anche Pinus larix, dei Botanici.
Dal lat. larix. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 267: L'abete, che volgarmente si chiama piella e larice, son quasi una medesima cosa, li quali non si cultivano, e nell'alpi e ne' luoghi ventosi molto crescono, e tutti maravigliosamente si levano diritti in alto.
Esempio: Bern. Orl. 67, 16: Larice, teda, pino, abeto v'era.
Esempio: Domen. Plin. 480: La quinta specie ama il medesimo sito ed ha la medesima forma, e chiamasi larice; il cui legno è buonissimo e incorruttibile, e non manca mai; ed oltra ciò è roseo e ha grandissimo odore. Questo fa un poco più ragia, di colore di mèle, e viscosa, nè mai si rassoda.
Esempio: E Domen. Plin. 504: Tiberio imperadore, essendo arso il ponte de' giuochi navali, volle che in tal dì si tagliassero i larici di Rezia per rifarlo.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 45: Io penso che il larice non sia da posporre ad alcuno arbore, perchè io ho veduto che egli ha retti pesi di edifizj fermissima mente e lunghissimamente sostentati, sì altrove, sì in Venezia.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 117: Il larice è uno albero di grandissima procerità, vestito di grossissima corteccia.... tutta piena di profonde crepature, e di dentro rossa. Produce i suoi rami di grado in grado all'intorno di tutto il tronco.... Le frondi produce egli spessissime interno a i ramuscelli, lunghe, tenere, molli, Capegliose, più strette di quelle de' pini, e non pungenti; le quali nella fine dell'autuno, essendo di verdi fatte oltre modo pallide, tutte se ne caggiono in terra; di modo che il larice, di tutti gli alberi che producono le ragie, resta il verno spogliato di frondi.
Esempio: Baldin. B. Masch. 35: Gli dette in mano un ramo di larice ed un di cedro, perciochè ella fu regina.
Esempio: Ridolf. Lez. Agr. 2, 235: Solamente sulle alte vette delle nostre montagne prosperano.... l'abeto, la betulla, il larice ed altre piante silvestri.
Definiz: § E per Legname, Legno, di larice; e usato nel plur., per Colonnetta, Palo, o simile, di larice. –
Esempio: Bemb. Lett. 3, 121: Ho ancora rimesso all'edera tutto il picciolo pergolato ch'è alla fine del giardino, fatto prima di larici bene ed ordinatamente posti e incamerati, che in due o tre anni stimo verrà bellissimo.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 46: Finalmente dicono che hanno trovato il larice..., nelli adornamenti delli edifizj e per tavole da dipintori essere immortale e che non si fende mai di fesso alcuno.
Esempio: E Bart. C. Archit. Albert. 327: Contentisi di arcipresso, di larice e di bossolo; faccia le incrostazioni o corteccie delle mura di figurette di gesso bianco,... faccia le cornici di marmi, o più tosto di trevertini.
Esempio: March. Archit. milit. 31: Larice è legname da sostentare gravissimi pesi, e non teme il tarlo; ancora con fattica brucia.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 118: È una sciocchezza il credere (come disse Plinio, Vitruvio, e molti altri de i moderni) che il larice non brusci nel fuoco, e non faccia carbone, ma si consumi e si cuoca, come fanno le pietre nelle fornaci della calcina.
Esempio: Soder. Agric. 116: Il larice è attissimo agli edifizj, e a sostentare ogni peso, e ne dan segno i porticati di Vinegia.

334) Dizion. 5° Ed. .
LARICINO.
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pag.92

LARICINO.
Definiz: Add. Di larice, Che distilla dalla scorza del larice; ed è aggiunto di ragia. –
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 120: Quello (liquore) non era contraffatto con ragia laricina.
Definiz: § Quindi Laricina, in forza di Sost., vale Ragia laricina; comunemente Trementina. –
Esempio: Ricett. fior. G. 55: La ragia è il liquore, che naturalmente distilla dal pino..., e ritrovasene di due maniere; una liquida, come dal terebinto la trementina, dal larice la laricina, la quale oggi è la volgare trementina,... l'altra secca, come quella che ec.

335) Dizion. 5° Ed. .
LARICIO
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pag.92

LARICIO.
Definiz: Add. Aggiunto di una sorta di Pino, che cresce e ingrossa forse più di tutte le altre specie. Ha i fami orizzontali, disposti a palchi distanti fra loro, e le foglie lunghe e un po' ispide, quasi simili a quelle del pino salvatico, ma irregolarmente curve. Usasi anche in forza di Sost.; e dal nascere in Corsica più abbondantemente che in altri luoghi marittimi, chiamasi anche Laricio di Corsica. È il Pinus laricio dei Botanici.

336) Dizion. 5° Ed. .
LARINGE
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pag.92

LARINGE.
Definiz: Sost. femm. Term. di Anatomia. La parte superiore, e più grossa della trachea o asperarteria, composta di quattro cartilagini, su cui sono inserite le così dette corde vocali, che servono alla formazione dei suoni.
Dal lat. larynx, e questo dal grec. λάρυγξ. –
Esempio: Benciv. Cur. malatt. volg.: Quando ne' vecchi le cartilagini nella laringe son diventate di natura d'osso.
Esempio: Rucell. Or. Dial. 85: O sì veramente hanno da muovere (i muscoli) qualche parte più leggiera, come i muscoli della lingua, della laringe, degli occhi, ec.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 103, 2: [Muscoli] della laringe, sommità della trachea o aspera arteria.
Esempio: Magal. Lett. scient. 265: Dico d'osservare teoricamente i diversi modi di cavare dal corpo della risonanza del vivo, mistico, e dirò, sacro strumento dell'umana favella, composto di polmoni, laringe, coll'adiacente aspera arteria, lingua, narici, labbra, e altre parti della bocca.
Esempio: Vallisn. Op. 1, 417: L'apertura della laringe, che mette foce in bocca poco lungi dalla radice della lingua, è fatta in forma di una sfenditura, che dilatandosi tira al tondo, molto angusta, e che si chiude co' margini suoi tumidetti, quando s'accostano, non col coperchio cartilaginoso sovraimposto, come generalmente negli animali quadrupedi s'osserva.
Esempio: Tagl. Lett. scient. 108: Egli (il cantore di basse) volendo formare un suono acutissimo, soffre un incomodo sì grande alla laringe, che gli par di sentirsi soffogare.

337) Dizion. 5° Ed. .
LARO
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pag.92

LARO.
Definiz: Sost. masc. Uccello aquatico, detto comunemente Gabbiano: ma oggi è voce che serve solo a denotare il Genere dei gabbiani.
Dal basso lat. larus, e questo dal grec. λάρος. –
Esempio: Bibb. N. 2, 275: Lo struzzo, la nottola, e uno uccello che si chiama laro, il quale sta nell'acqua, ed il smergone.
Esempio: Salvin. Opp. 9: Chi con ricci di mar, rinoceronti Comparerà, o laro con stambecchi?
Esempio: Martin. T. V. 3, 325: E la civetta, e il laro, e lo sparviere.
Esempio: Pindem. Odiss. 1, 129: Indi l'acque radea velocemente, Simile al laro, che pe' vasti golfi S'aggira in traccia de' minuti pesci, E spesso nel gran sale i vanni bagna.

338) Dizion. 5° Ed. .
LARTE
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pag.93

LARTE.
Definiz: Sost. masc. Titolo di Chi era investito della suprema dignità e potestà presso gli Etruschi.
Dal lat. Lars Lartis. –
Esempio: Giambull. P. F. Orig. Ling. fior. 147: Lucio Lucumome.... fu il quarantacinquesimo Larte, cioè magistrato supremo di tutta la Etruria.
Esempio: Lampr. Filos. ant. Etr. 72: Ecco che gli Etruschi tutti si uniscono,... nè mai di Lucumonio di Larti si fa menzione, ma sempre de' semplici Toscani.

339) Dizion. 5° Ed. .
LARVA
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pag.93

LARVA.
Definiz: Sost. femm. Propriamente, secondo le credenze dei gentili, Spirito malo, avente figura umana, condannato, per le cattività commesse in vita, a errar su la terra, e a spaventare di notte e tormentare gli uomini agitati dai rimorsi della coscienza; ma comunemente, e in senso generico, prendesi per Ombra, Spettro, Fantasma.
Dal lat. larva. –
Esempio: S. Ag. C. D. 4, 34: Quantunque maligni uomini si sieno stati, si credono diventare larve, ovvero manes, iddii tanto peggiori, quanto sono più cupidi di nuocere: sicchè eziandio si crede che vogliono essere dopo la morte onorati con certi sacrificj ed onori divini, per nuocere. Però che dice che le larve son demonj nocevoli fatti dalli uomini.
Esempio: Ar. Orl. fur. 12, 60: Non lasciò, pel duol ch'avea, di torlo (l'elmo); Pel duol ch'avea di quella che gli sparve, Come sparir soglion notturne larve.
Esempio: Varch. Lez. Accad. 306: Larve in lingua latina significano.... l'anime dannate de' rei, che noi volgarmente chiamiamo spiriti.
Esempio: Tass. Gerus. 9,15: Ma già distendon l'ombre orrido velo...; S'empie di mostri e di prodigj il cielo; S'odon fremendo errar larve maligne.
Esempio: Segner. Incred. 186: Nella magìa ritengono i demonj la propria forma di larve spaventose e di lamie sozzò.
Esempio: Marchett. Lucrez. 360: Siccome i fanciulletti al buio Temon fantasmi insussistenti e larve, Sì noi talvolta paventiamo al sole Cose, che nulla più son da temersi.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 112: E un orrido Stuolo veder gli parve Di spaventosi spiriti, E di tartaree larve.
Esempio: Fosc. Poes. C. 31: Il navigante, Che veleggiò quel mar sotto l'Eubea, Vedea per l'ampia oscurità scintille Balenar d'elmi e di cozzanti brandi, Fumar le pire igneo vapor, corrusche D'armi ferree vedea larve guerriere Cercar la pugna.
Esempio: Mont. Poes. 2, 170: All'orrendo Lavor placate sorridean le lunghe Larve fraterne, e su i deserti letti Cessava il pianto delle Cambrie spose.
Esempio: Leopard. Poes. 1, 317: Qual di paurosa larva E di sudato sogno A lattante fanciullo erra nell'alma Confusa Ricordanza ec.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 19: Forse cantar dovea tombe, ferètri, Larve, spaventi, diavoli e versiere, Per far venire il mal del miserere?
Esempio: Niccol. Poes. 1, 65: E quando certo io fui Che queste larve il mio dolor fingea, Dal muto orror de' penetrali estremi, Dopo lungo silenzio, odo una voce ec.
Definiz: § I. E figuratam. –
Esempio: Cas. Rim. 1, 15: Mentre fra valli paludose ed ime Ritengon me larve turbate e mostri, Che tra le gemme, lasso, e l'auro e gli ostri, Copron venen che 'l cor mi roda e lime; ec.
Definiz: § II. Pur figuratam. e familiarmente, per Persona sparuta; che anche dicesi Ombra, Scheletro. –
Esempio: Giust. Vers. 110: Ad una tisica Larva sdentata, Ritinto giovane Di vecchia data.
Esempio: E Giust. Vers. 121: A noi larve d'Italia, Mummie dalla matrice, È becchino la balia, Anzi la levatrice.
Definiz: § III. Larva, in senso particolare, è per lo più poeticam., vale anche Spirito che per virtù, magica, o diabolica, raffigura chicchessia o checchessia. E prendesi pure per l'Apparenza o Figura stessa di chicchessia, o di checchessia, data, o suscitala, per arte magica, o per virtù, diabolica, Persona o Cosa finta per virtù d'incanto. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 22, 19: Lo fa con diaboliche sue larve Parer da quel diverso che solea.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 39, 7: Melissa, poi che con sue finte larve La battaglia attaccò, subito sparve.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 42, 65: Stimar non sa se sian magiche larve; Che Malagigi un de' ministri sui Gli abbia mandato a romper la catena, Che ec.
Esempio: Tass. Gerus. 13, 36: Nè sotto l'arme già sentir gli parve Caldo o fervor come di foco intenso; Ma pur, se fosser vere fiamme o larve, Mal potè giudicar sì tosto il senso.
Esempio: E Tass. Gerus. 14, 61: Questa, benchè non sia vera sirena, Ma sia magica larva, una ben pare Di quelle che già presso alla tirrena Piaggia abitar l'insidioso mare.
Esempio: ETass. Gerus. 18, 37: Ma pur mai colpo il cavalier non erra, Nè per tanto furor punto s'arresta: Tronca la noce; è noce, e mirto parte. Qui l'incantò fornì, sparir le larve.
Esempio: Buonarr. Fier. 5, 4, 5: E dalle sacre torri aperto 'l suono, Tutte macchinò infami, empj lavori, Tutti prestigj, e larve, e spettri, e forme Nefande, orride e sozze, Disfè 'n un punto di campane il suono (male la stampa: Disfè 'n punto).
Definiz: § IV. E figuratam. –
Esempio: Pallav. Perfez. crist. 509: Per non ammetter in seno la malìa di questa larva dilettosa (la lascivia), quali regole hanno a tenersi?
Definiz: § V. Pur figuratam., per Cosa insussistente, o vana, che s'appresenta come vera, o reale, alla nostra immaginazione, o che è creata dalla nostra fantasia; Fola, Finzione, Sogno, e simili. –
Esempio: Firenz. Rim. 2, 346: E Che cuor fusse il lor, quando e' rividero Lo sfortunato giovin tra coloro Che con pietose larve altrui confortano A sperar quel che forse essi non sperano; ec.
Esempio: Galil. Op. VII, 302: Io mi messi iersera a legger i suoi progressi, e questa mattina ancora gli ho data un'altra scorsa, per veder pure se quel che mi pareva aver letto la sera, vi era scritto veramente, o se erano state mie larve e imaginazioni fantastiche della notte.
Esempio: Segner. Incred. 36: Le larve truovano spesso più passionati amatori di quelli che ne ritruovi la verità.
Esempio: Pindem. Poes. 251: Il divin figlio di Giapeto volle L'uman seme formar d'inganni dolci, D'illusioni amabili, di sogni Dorati amico, e di dorate larve.
Esempio: Leopard. Poes. 1, 51: Dal patrio nido I silenzi lasciando, e le beate Larve e l'antico errar, ec.
Esempio: ELeopard. Poes. 139: Or quell'Aspasia è morta Che tanto amai,... se non se quanto, Pur come cara larva, ad ora ad ora Tornar costuma e disparir.
Esempio: Giust. Vers. 93: Ed ecco.... Svanir le larve della fantasia.
Definiz: § VI. Larva, conforme a proprietà latina, vale anche Maschera rappresentante una faccia umana, e propriamente alquanto deforme; ma in tal senso non userebbesi oggi se non in poesia. Anche figuratam. –
Esempio: Dant. Purg. 15: Ed ei: se tu avessi cento larve Sovra la faccia, non mi sarien chiuse Le tue cogitazion, quantunque parve.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 359: Se tu avessi cento larve; cioè mascare (maschere), che si mettono a la faccia quelli che si volliono camuffare, o vero contraffare.
Esempio: Varch. Lez. Accad. 306: Larve in lingua latina significano (oltre quello che noi diciamo maschere) l'anime ec.
Esempio: Mont. Poes. 2, 189: Evvi abbracciato Con la Perfidia il rompitor de' patti Falso Interesse, che del patrio amore Ha la larva sul ceffo.
Definiz: § VII. Per estensione, e con qualche aggiunto, usasi comunemente in poesia per Apparenza, e più particolarmente per Trasmutata apparenza, Figura fittizia, o strana, Veste contraffatta, e simili, presa a fine per lo più di parere altro da quello che uno è; anche figuratam. –
Esempio: Dant. Parad. 30: Poi come gente stata sotto larve, Che pare altro che prima, se si sveste La sembianza non sua in che disparve; Così ec.
Esempio: Petr. Rim. 1, 119: Poi tra via m'apparve Quel traditor (Amore) in sì mentite larve, Che più saggio di me ingannato avrebbe.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 795: Larva è vocabulo grammaticale, che significa vesta contrafatta, come si vestono li uomini che non vogliono essere cognosciuti.
Esempio: Ar. Orl. fur. 17, 46: Coperto sotto a così strane larve, Facendol gir carpon, seco lo rape Là dove ec.
Esempio: Cas. Rim. 1, 5: Vattene (parla alla gelosia personificata): a che più fera che non suoli, Se 'l tuo venen m'è corso in ogni vena, Con nove larve a me ritorni e voli?
Esempio: Varch. Lez. Accad. 306: Larve in lingua latina significano.... l'anime dannate de' rei...: ma qui (nel sonetto del Casa) vuol dire sotto varie figure e apparizioni, come dicono appariscono quelle.
Esempio: Car. Eneid. 1, 656: A che tuo figlio con mentite larve Tante volte deludi?
Esempio: Tass. Gerus. 8, 59: Sono le interne sue virtù deluse, E riposo dormendo anco non have; Chè la Furia crudel gli s'appresenta Sotto orribili larve, e lo sgomenta.
Definiz: § VIII. Costruito con un compimento retto dalla particella Di, usasi per Vana immagine, Apparenza, Sembianza, Mostra, di ciò che è espresso dal compimento. –
Esempio: Filic. Poes. tosc. 495: Errai Qualor miseria e pianto Sotto una larva di beltà e d'onore Amai quaggiù cotanto.
Esempio: Magal. Lett. At. 571: Con renderla (la ragione) interamente paga e contenta senza saper perchè, non potrete mai sospettare, non la pace del vostro intelletto sia anzi una servitù impostagli da una larva di Divinità, la qual abbia preso corpo e vigore dall'annighittimento della sua resistenza.
Esempio: Giord. Op. 1, 199: Ma quegli antichissimi prudenti, siccome vollero che non andassimo presi alle vane larve di pudicizia, e ci scaltrirono a conoscere che i femminili appetiti cader possono in qualunque alta generazione di donne; così ec.
Esempio: Capp. Longob. 196: L'istoria c'insegni le ragioni del presente, chetando le ire e gli odj postumi, larve o menzogne d'affetti veri.
Definiz: § IX. Larva, è anche Term. delle Scienze naturali, e vale Prima forma, ordinariamente assai diversa da quella dei genitori, che hanno gl'insetti appena usciti dall'uovo; Bruco. –
Esempio: Ridolf. Lez. Agr. 2, 253: La vite ha dei nemici pur troppo; e fra gl'insetti alcune piralidi, o piccole farfalle notturne, fanno, allo stato di larve, o di bruci, un danno gravissimo alle sue gemme sul principiare della vegetazione.
Esempio: E Ridolf. Lez. Agr. appr.: Siccome codeste larve si rifugiano in terra, e salgono pel tronco della vite a danneggiare le gemme, si usa con vantaggio di praticare ec.
Esempio: E Ridolf. Lez. Agr. 2, 378: Da un novicino piccolo quanto un seme di papavero.... svolgasi in primavera,... sotto l'azione di un calore gradatamente crescente..., un piccolo baco o bruco che dicesi larva con voce scientifica; il quale, roso il guscio ove stava il suo germe,... esce tutto peloso, di colore nerastro, e cerca subito di alimento.
Esempio: E Ridolf. Lez. Agr. 2, 446: Il polline è il nutrimento dell'insetto che nasce dall'uovo finchè rimane allo stato di larva, cioè di bruco.
Esempio: E Ridolf. Lez. Agr. 2, 447: Dura l'insetto allo stato di larva cinque giorni; poi tesse un bozzolo molto sottile, e vi si tramuta in crisalide dentro due giorni; dopo altri quattro o cinque giorni rompe l'involucro che lo cingeva, ed esce insetto volante, ape perfetta.
Definiz: § X. E figuratam. –
Esempio: Giust. Vers. 280: A questa Civica larva sfarfallata d'ora, ec.