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Volume 9 - Dizionario 5° Ed.
240) Dizion. 5° Ed. .
LUPINAMENTE.
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pag.554

LUPINAMENTE.
Definiz: Avverb. Secondo il modo e la natura del lupo. –
Esempio: Leggend. SS. lac. Stef. 27: Ma questa Lupa diceva queste cose pensando lupinamente; però ch'ella sapeva che quelli buoi erano non domati e salvatichi ec. (qui figuratam.).

241) Dizion. 5° Ed. .
LUPINELLA.
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pag.554

LUPINELLA.
Definiz: Sost. femm. Pianta perenne appartenente alla famiglia delle leguminose, che si coltiva come eccellente foraggio per il bestiame. È l'Hedysarurn onobrychis e l'Onobrychis sativa dei Botanici. –
Esempio: Paolett. Oper. agr. 1, 252: Costumano alcuni di seminarla insieme col grano, il quale non manca di rendere un frutto assai ragionevole, e giova alla lupinella medesima mantenendola fresca.
Esempio: Lastr. Agric. 4, 43: La lupinella.... ama più d'esser mischiata colla vena che col grano.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 67: Tu potrai seminar la lupinella, Il vino far sul metodo moderno.
Esempio: Ridolf. Lez. Agr. 1, 377: Il foraggio di lupinella è sicuramente buono quanto il foraggio di medica e quanto quello di trifoglio; e specialmente quando si tratti di seccare il suo prodotto, di ridurlo alla condizione di fieno, la lupinella uguaglia, se non vince, tutti gli altri foraggi.
Esempio: E Ridolf. Lez. Agr. 2, 459: La lupinella, la medica, e specialmente il lupino salvatico, offrono prospettiva di molta pastura.
Definiz: § Lupinella salvatica; pianta perenne, che nasce nei terreni argillosi, fa spighe di fiori rossi e talvolta bianchi, ed è ottima pastura pei bestiami. Dicesi più comunemente Sulla; ed è l'Hedysarum coronarium dei Botanici.

242) Dizion. 5° Ed. .
LUPINELLO.
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pag.554

LUPINELLO.
Definiz: Sost. masc. Lupinella salvatica, che comunemente dicesi Sulla, e dai Botanici Hedysarurn coronarium. –
Esempio: Soder. Cult. Ort. 157: Il lupinello nasce da per sè in tristissima terra, siccome nel mattaione, sabbia e creta.
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 540: Viole vaccine, che sarebbero i lupinelli fiori rossi, che fanno sì bel vedere il maggio, sulle montagne, tra 'l giallo de' fior di ginestra; pascolo graditissimo de' buoi.
Esempio: E Salvin. Lett. IV, 2, 253: Ginestre e lupinelli fiori rossi, pasto gratissimo delle pecore e de' bovi.
Esempio: Targ. Viagg. 4, 353: Il medesimo si può dire del lupinello, che ama le sterili e dirupate colline di tufo e di mattaione, da Montelupo fino al mare.
Esempio: Ridolf. Lez. Agr. 1, 403: Non voglio omettere di dir due parole della sulla (lupinello) , terminando la presente lezione.
Definiz: § Talvolta è presa per lo stesso che Lupinella. –
Esempio: Targ. Rag. Agric. 12: Altri generi ve ne sono, che si coltivano, o se ne tiene conto solamente per pastura degli animalidomestici, e sono.... la securidaca, il lupinello, il trifoglio, il fien greco, ec.

243) Dizion. 5° Ed. .
LUPINELLULE, con l'accento sulla penultima sillaba.
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pag.554

LUPINELLULE, con l'accento sulla penultima sillaba.
Definiz: Sost. masc. Prato dov'è stata per qualche anno la lupinella, il quale si rompe per seminarvi il grano. –
Esempio: Ridolf. Lez. Agr. 1, 391: Sarebbe assai meglio rompere il lupinellule appena si è smesso di falciarlo, perchè in tutti quegli anni in cui si lascia il lupinellule senza rompere e si abbandona alla pastura, le acque portano via molta della foglia che era caduta dalla lupinella.

244) Dizion. 5° Ed. .
LUPINO
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pag.554

LUPINO.
Definiz: Sost. masc. Pianta annua della famiglia delle leguminose, che si coltiva principalmente per alimento degli animali e dell'uomo, e per ingrassare i campi, sia per sovescio, sia per governo coi semi cotti in forno a fine d'impedirne il germogliamento; ed è il Lupinus albus dei Botanici.
Dal lat. lupinus. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 128: I lupini da sarchiar non sono, e sarchiati si spengono.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 460: I lupini crescono con un solo gambone assai forte, con foglie divise in sette parti molli, pelose e biancheggianti. Fa i fiori bianchi ed i baccelli piatti ec.
Esempio: Baldin. B. Masch. 32: A ciascheduna di loro messe in capo una grillanda di foglie di lupini con i lor baccegli.
Esempio: Soder. Coltiv. 30: I favuli e fusti d'altri legumi faran buono effetto, riparando ancora dal freddo, e dagli altri animali rettili, se sieno di lupini.
Esempio: Lastr. Agric. 4, 105: Si è cavata la canapa da molte sorte di piante, ma nessuno aveva pensato a cavarla dal gambo dei lupini.
Esempio: Ridolf. Lez. Agr. 1, 414: Ogni altro erbaio, senza sussidio di una considerabile quantità d'ingrasso, non vi darebbe il prodotto che vi dà il lupino.
Definiz: § I. E per Il frutto o seme di essa pianta. –
Esempio: Montig. Dioscor. volg. 97: La farina de' lupini tien netta e pulita tutta la persona.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 460: Fa (il lupino) i fiori bianchi e i baccelli piatti e crenuti (crinuti) per intorno e bianchicci di colore, ne i quali sono dentro i lupini. Sono i lupini predetti tondi, piatti e concavi nel mezzo, ricoperti d'un guscio che nel bianco ha un non so che dell'incarnato, e di dentro sono gialli ed evidentemente amari:... Seminansene assai in Toscana, non solamente per mangiare, ma per ingrassare i campi.
Esempio: Soder. Coltiv. 30: Un pugnello di lupini cotti, dati attorno al piè (della vite), gli fomenterà grandemente, come ogni sorte di letame stagionato.
Esempio: Manett. Mem. Frum. 219: Il lupino bianco, o sia lupinus varius di Linneo, in franzese le lupin, benchè amarissimo, intenerito e macerato che sia per mezzo dell'acqua, perde l'amarezza e diviene un cibo, di cui la plebe in molti luoghi, specialmente in Firenze ed in Roma, ne mangia in abbondanza risparmiando del pane.
Esempio: Lastr. Agric. 1, 77: In quelle terre poi che sono in collina o in poggio, e che si mantengono aride fino alla sementa del grano, si usano i lupini cotti in forno, o, come dicono, stronati, i quali si gettano sul terreno nel tempo stesso che si semina il grano, e si ricoprono insieme, dove macerandosi apportano ingrasso.
Esempio: E Lastr. Agric. 4, 66: Il lupino è facilissimo a dare il suo frutto; non si fa che spargerlo sui detti argini senza muover punto la terra; e seminato che è così, vi si tira sopra un fior di rena, che è quanto occorre per ottener questa raccolta.
Esempio: E Lastr. Agric. 4, 202: Molti adoprano i lupini per ingrasso, cuocendoli prima, per toglier loro la facoltà di nascere, e spargendoli sul terreno insieme colla sementa del grano, e ne ottengono buon effetto.
Definiz: § II. Lupini dolci o indolciti, o anche semplicemente Lupini, diconsi I frutti del lupino, cotti, o tenuti a rinvenire in acqua salata, e così divenuti buoni a mangiarsi. I lupini, non così acconci diconsi amari. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 229: Dove io ho veduto merendarsi le donne, e mangiare lupini e porri.
Esempio: Med. L. Canz. ball. 20 t.: Donne, e' nostri lupin dolci, Noi non siamo punto avari.
Esempio: Adr. G. B. Lett. 24: Dicono che [Protogene], nel tempo che egli faceva cotale opera, non mangiò altro che lupini dolci, sodisfacendo a un tempo medesimo con essi alla fame ed alla sete.
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 154: Raccontano che Protogene in dipigner quest'opera si cibasse di lupini indolciti.
Esempio: Ner. I. Pres. Samm. 2, 61: Ove ogn'anno Si fa la festa, e in quell'ampia pianura Una fiera assai grande, ove han gli spacci Maggiori i lupin dolci e i castagnacci.
Definiz: § III. E in locuz. figur. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 28, 46: Tanti maestri, tanti bacalari, Non faranno con loica o sofismi Ch'alfin sien dolci i miei lupini amari.
Definiz: § IV. E per Il frutto secco del lupino, il quale usavasi negli squittinj e nei partiti per rendere il voto. –
Esempio: Vill. M. 250: Prometteano tutti dare a' detti le loro boci co' lupini neri, e tutti gli altri ch'andavano allo squittino, ch'erano molto buoni e degni cittadini, gli riprovavano co' lupini bianchi, sì che l'ordine non crescea più che volessono.
Definiz: § V. Figuratam., vale Cosa di nessun conto, di nessun pregio o valore, Cosa da nulla; onde Non stimare, Non valere, e simili, checchessia un lupino, vale Non stimarlo, Non valere esso, quasi niente. –
Esempio: Cavalc. Frutt. Ling. 51: A grande vergogna si reputerebbe alcuno gran signore, che alcuno gli andasse a dimandare un lupino, o altra cosa vile.
Esempio: Pucc. A. Centil. 11, 9: Dicendo: questo val men d'un lupino.
Esempio: E Pucc. A. Centil. 66, 14: Ma poco valse contro agli Aretini, Coll'aiuto del Papa e del Legato, Chè questi mai non ebbe tre lupini.
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 430: Cominciossi a cantare per la città una canzona, che diceva: Papa Martino non vale un lupino.
Esempio: Bern. Orl. 22, 23: Egli era ricco di molto tesoro, Chè senza quel non vai senno un lupino.
Esempio: Gell. Err. 1, 4: Com'e' s'hanno cavate le lor voglie, e' non ci stimano più un lupino.
Esempio: Grazz. Rim. V. 56: Chè questa febbre ladra, che m'ammazza, Non stimerei un fracido lupino.
Esempio: E Grazz. Rim. V. 80: Quanti mai fur poeti al mondo e sono,... Appetto a lui (al Berni) non vagliono un lupino.
Esempio: E Grazz. Rim. V. 82: Un ser cotale, Che non valeva in Firenze un lupiuo, E costassù stimato uom divino.
Esempio: E Grazz. Rim. V. 645: Ma il popol fiorentino..., Come al Petrarca e Dante fece prima, Lo scaccia e nollo stima un vil lupino.
Definiz: § VI. Lupino, chiamasi volgarmente così, per la sua forma, Una specie di callo che viene ai piedi.

245) Dizion. 5° Ed. .
LUPINO.
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pag.555

LUPINO.
Definiz: Add. Di lupo, Proprio del lupo, Lupigno; anche figuratavi.
Dal lat. lupinus. –
Esempio: Fr. Gid. Espos. Vang. volg. R. 310: Or che èe a pensare quella benignità e mansuetudine agnellina di Gesù, quando isfava tra quella crudeltà lupina?
Esempio: Albert. Piag. Boez. 104: Quell'altro in lupo cambia il corpo umano, E quando pianger vuol la sua sciagura, Con la lupina voce urla invano.

246) Dizion. 5° Ed. .
LUPO
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pag.555

LUPO.
Definiz: Sost. masc. Quadrupede del genere dei mammiferi, salvatico, carnivoro, voracissimo, di color grigio.
Dal lat. lupus. –
Esempio: Dant. Parad. 4: Sì si starebbe un agno intra duo brame Di fieri lupi, igualmente temendo.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 101: E mentre in questa guisa stava senza alcun sospetto di lupo, ed ecco vicino a lei uscir d'una macchia folta un lupo grande e terribile.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 104: Ed essendo d'usanza, per la quantità di molti lupi che sono in quel luogo, alcuna volta venire di quelli alla riva, e lanciarsi nella barchetta, e pascersi e di pane e di carne che truovano, così ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 4, 25: A piè discende Verso la donna che, come reposto Lupo alla macchia il capriolo, attende.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 17, 91: Come lupo cacciato, Fe' ritorno Martano in molta fretta Al suo ridutto.
Esempio: Borgh. V. Disc. scriv. 8: Fa stomacare e scandolezzar subito le brigate, e fa diventar lecito che ognuno (come quando si scuopre il lupo) gli corra dietro dicendo, dàlli dàlli.
Esempio: Tass. Gerus. 10, 2: Come dal chiuso ovil cacciato viene Lupo talor, che fugge e si nasconde.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 11, 81: E chi cercasse un buono in quei dirupi. Farebbe chente a tempo de' nostri avoli Quel sempliciotto che accappava i lupi.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 55: Nel più tacito e cupo Orror d'oscura notte, Una volpe ed un lupo Sbucaron fuor delle natie lor grotte.
Esempio: Panant. Paret. 62: Alla caccia del lupo e del cinghiale, A quella delle volpi e delle lepri, Si urta, si batte, si scende, si sale.
Definiz: § I. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Institut. SS. PP. 141 t.: Poi che l'à spinto fuor del monasterio, ed àlo, come pecora ch'è uscita del grege, esposto ai morsi dei lupi infernali, costringelo di lavorare dì e notte.
Esempio: S. Bern. Contempl. 25: Tu, o buono maestro, agnello innocente, andavi in tra i lupi.
Esempio: Dant. Parad. 25: Vinca la crudeltà, che fuor mi serra Del bello ovile, ov'io dormii agnello Nimico a' lupi che gli dànno guerra.
Esempio: E Dant. Parad. 27: In vesta di pastor lupi rapaci Si veggion di quassù per tutti i paschi.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 66: Ed in brieve, tra colle sue prediche e le sue lagrime egli seppe in sì fatta guisa li Viniziani adescare, che egli quasi d'ogni testamento che vi si faceva era fedel commessario e dipositario, e guardatore di denari di molti, confessoro e consigliatore quasi della maggior parte degli uomini e delle donne: e così faccendo, di lupo era divenuto pastore.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 191: Le vedove e' pupilli, essendo pecore e agnelli, hanno cattivi effetti co' lupi, dove ne sono.
Esempio: Ar. Orl. fur. 17, 3: A noi greggi inutili e mal nati, Ha dato (Dio) per guardian lupi arrabbiati: A cui non par ch'abbi' a bastar lor fame, Ch'abbi' il lor ventre a capir tanta carne; E chiaman lupi di più ingorde brame Da boschi oltramontani a divorarne.
Esempio: Calzol. Stor. Monast. 506 t.: Aveva (Valente Imperatore) a essi Gotti poco avanti mandato un predicatore Arriano; conciò sia che essendo morto uno, che ne avevano prima, cattolico, aveano mandato a chiedere a esso Imperadore un pastore, ed egli in quella vece aveva mandato un lupo.
Esempio: Niccol. Arnal. 2, 11: Possa alla croce E ad un mio cenno rispettosa aprirsi Questa plebe crudel che ondeggia e freme, E il mite agnello trionfar del lupo Ch'entrò d'un salto nell'ovil di Cristo.
Definiz: § II. E per Figura del lupo, dipinta o scolpita, presa come arme o stemma di una famiglia, di una città, e simili; e altresì, figuratam. e poeticam., per Persona, Famiglia, o simile, che abbia tale arme o impresa. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 253: Orsi, lupi, leoni, aquile e serpi Ad una gran marmorea colonna Fanno noia sovente ed a sè danno.
Definiz: § III. Lupo, conforme a proprietà latina, si disse una Sorta di pesce, così chiamato per la sua voracità. –
Esempio: Grazz. Rim. V. 65: Carpioni e pesci lupi e pesci buoi, Sirte, sirene, arpie, mostri e serpenti, Gli sono intorno (qui in locuz. figur.).
Esempio: Adr. M. Plut. Opusc. 5, 461: Similmente i mormilli, i sargi, i ghiozzi e lupi, e quelli che si scagliano al fondo, che ec.
Esempio: E Adr. M. Plut. Opusc. appr.: Ma contro a queste reti hanno ancora loro schermi il pesce cane e il lupo, che ec.
Definiz: § IV. Pure conforme a proprietà latina, è nome dato a Una sorta di ragno grosso e nericcio, che non tesse tela, ma corre e salta alla preda. –
Esempio: Vallisn. Op. 1, 437: Un ragno grosso e nericcio, di que' chiamati lupi, che probabilmente fu colla sua preda predato.
Definiz: § V. È anche nome di una Costellazione dell'emisfero australe, prossima a quelle del Centauro e dello Scorpione. –
Esempio: Bocc. Filoc. 2, 246: Rimembromi che disse ancora del Centauro e del celestial Lupo, ec.
Esempio: Tass. Mond. cr. 108: Qui (nel cielo) risplende 'l Lupo, e qui l'Altare.
Esempio: Bald. Vers. 99: L'altre stelle men chiare a lui vicine (al Centauro), Sono il Corvo, l'Altar, la Tazza e 'l Lupo.
Esempio: Piazz. Lez. astron. 1, 28: I nomi delle (costellazioni) australi: Balene, Eridano,... Corvo, Centauro, Lupo, Altare, ec.
Definiz: § VI. E nel linguaggio della Medicina, Lupo dicesi una Sorta di ulcera; e più comunemente prendesi per Tubercolosi della pelle. –
Esempio: Vallisn. Op. 3, 125: Anche ne' nostri paesi sono simili sbagli nel volgo, credendo fermamente ch'il cancro detto lupo sia un animale vivente.
Definiz: § VII. Lupo, si disse, con proprietà latina, Quello strumento agricolo, che chiamasi Marrone o Grossa marra. –
Esempio: Pallad. Agric. R. 33: Questi sono li ferramenti, li quali sono necessarj alla villa:... falci da mietere o fienaie, zappe, lupi cioè marroni, e segoni con maniche, ec.
Definiz: § VIII. E anche si disse Quel gancio o rampicone di ferro, dentato, che i combattenti gettavano dalle mura per aggrappare con esso l'ariete, e strapparlo dalla trave che lo sosteneva; ovvero per afferrare le scale e gli uomini stessi. –
Esempio: Giamb. Vegez. 72: Ed hanno ancora arpagoni di ferro, i quali sono chiamati lupi, e falci di ferro ficcate in lunghissimi lancioni.
Esempio: E Giamb. Vegez. 168: E molti sono che con funi legano un ferro con denti in modo di forfice fatto, il quale è lupo chiamato, e preso il bolcione il traggono a loro, o vero in tal modo il tengono sospeso, che la sua percossa non redde vigore.
Definiz: § IX. Si usò altresì a significare una Sorta di vela, tinta di nero, quando si portava per non essere scoperti di lontano, ovvero per dimostrazione di lutto. –
Esempio: Barber. Docum. Am. 262: Se vuo' passar nascoso, Vela bianca pon gioso; Ergi la nera oscura, Ch'à nome lupo.
Definiz: § X. Trovasi, pure alla latina, per Quell'erba che comunemente chiamasi Luppolo. –
Esempio: Mattiol. Disc. 2, 1271: Benchè corsivamente chiamandolo lupo salictario (così si credono alcuni) ne facesse menzione Plinio tra quelle piante che nascono per loro stesse, e che sono in uso per i cibi, ec.
Esempio: Baldell. F. Polid. Virg. 145: I Tedeschi, mentre che eglino fanno la cervosia, mescolano con quella sorte di biadi l'erba che si dice lupo, la quale è chiamata dal vulgo luppolo, perchè questa fa che 'l berla divenga più sano.
Definiz: § XI. Grano lupo, dicesi Una varietà di grano grosso, che ha la spiga di color rosso scuro, e dicesi anche Gran moro. –
Esempio: Lastr. Agric. 5, 66: Da poco in qua si è introdotto il gran duro e cert'altro detto gran lupo, che vi prova bene.
Definiz: § XII. Lupo cerviere o cerviero. –
V. Cerviere.
Definiz: § XIII. Lupo mannaro. Così è detto l'Uomo affetto da una specie di manìa, per la quale va di notte correndo e urlando come un lupo; donde l'immaginazione popolare ha fatto uno Spauracchio terribile, come il Bau, l'Orco, e simili. –
Esempio: Magal. Lett. scient. 137: Voi dite che questi sono pregiudizj d'una educazione ridicolosa, non è così? Ma il bau, la versiera in Firenze, il lupo mannaro in Roma, il toro in Spagna, e altri simili spauracchi da bambini, benchè non tutti i paesi gli ammettano, e fanno anche bene, che cosa son eglino?
Definiz: § XIV. Fame da lupi. –
V. Fame, § VIII.
Definiz: § XV. Miglia da lupi, o di quelle che fa il lupo la notte, o anche che fa il lupo a digiuno, dicesi quando la distanza da un luogo ad un altro, computata in miglia, è molto maggiore di quella indicata.
Definiz: § XVI. Stagioneda lupi, Tempoda lupi, Strada, e simili, da lupi, dicesi per Stagione, Tempo, Strada, e simili, cattivissimi.
Definiz: § XVII. Che tu sia il pan de' lupi! Modo basso imprecativo, che vale: Che tu possa essere ammazzato, divorato, dai lupi, Che tu possa morire! –
Esempio: Cecch. Ass. 4, 7: Che tu sia il pan de' lupi. Oh va'!
Definiz: § XVIII. Come il lupo, a occhio e croce; si disse di chi opera senza considerazione. –
Esempio: Crusc. Vocab. I: Lupo.... Come il lupo, a occhio e croce, cioè senza considerazione.
Definiz: § XIX. In bocca al lupo; è maniera familiare, con la quale si augura ai cacciatori di far buona preda.
Definiz: § XX. Andare uno a mettersi in bocca al lupo, e anche Mandare uno, in bocca al lupo; è maniera proverbiale, che significa Mettersi, o Mandare alcuno, in potere del nemico, Cacciarsi, o Cacciare alcuno, in un grave pericolo, dal quale egli non possa liberarsi. –
Esempio: Crusc. Vocab. III: Andare in bocca al lupo....
Esempio: Guitt. d'Arez. Lett. 43: Ma la povera femmina, accostandosi a quell'uomo, si accorse d'essere andata in bocca al lupo.
Definiz: § XXI. Aver uno visto il lupo, e anche si disse Essere alcuno guardato o veduto dal lupo, e altresì Aver il lupo fatto fioco chicchessia; maniere proverbiali, che significano Aver alcuno persa la voce, Esser divenuto fioco; nate o dalla falsa credenza che chi fosse veduto da un lupo prima che il lupo fosse aocchiato da lui, affiochiva, o semplicemente dalla paura che il lupo incute. –
Esempio: Quist. Filos. S.: Se 'l lupo sì guarda innanzi all'uomo che l'uomo ad esso, gridando l'uomo, incontanente affioca.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 5, 8: Gli han seco un lupo che m'ha fatto fioco: Nel timor che mi prese ho perso il fiato, Nè posso alzar la voce.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 92: Ed i cantanti, o la grand'ira fosse, Oppur fosse la nebbia e il tempo cupo, A ogni po' li prendean nodi di tosse, E sembra che veduto abbiano il lupo.
Definiz: § XXII. Dare le pecore in guardia al lupo; proverbio che vale: Affidar cosa a chi sia avido di quella, o sia per abusarne indegnamente. –
Esempio: Crusc. Vocab. III: Dare in guardia.... Dar le pecore in guardia al lupo. Dalla lattuga in guardia a' paperi, e simili. Fidar cosa a chi sia avido della medesima.
Definiz: § XXIII. Fare il lupo pecoraio, o Metterlo, o simile, in alcun luogo per pecoraio; maniera proverbiale, che vale quanto Dare le pecore in guardia al lupo. –
Esempio: Nell. Iac. Serv. 3, 16: Palandra mi ha detto, che hanno talmente raggirato Agridemo, che gli hanno cacciato in casa il lupo per pecoraio, cioè Rattoppa da serva guardiana di Simplicia.
Definiz: § XXIV. Mangiare come un lupo. –
V. Mangiare.
Definiz: § XXV. Provare il morso del lupo, vale Fare dolorosa esperienza degli effetti di una cattiva condizione di vita, come miseria, avversità, danni, e simili. –
Esempio: Monet. Poes. 59: Solo si spaccia d'alma coraggiosa Chi provato non ha di lupo il morso.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 39: E averlo (il giudizio) a cinquantanni è indubitato, Quando il morso del lupo s'è provato.
Definiz: § XXVI. Tenere il lupo per gli orecchi. Modo proverbiale, tolto dal latino, che significa: Aver alcuno per le mani impresa difficile a seguitare, e pericolosa a tralasciare. –
Esempio: Ross. P. Sveton. 2, 38: La cagione, perchè egli stava così alla dura, era il timore de' pericoli che da ogni banda gli soprastavano; tale che diceva spesse volte, ch'ei teneva il lupo per gli orecchi.
Esempio: Crusc. Vocab. I: Lupo.... Tenere il lupo per gli orecchi. Di chi ha per le mani impresa difficile a seguitare e pericolosissima a tralasciare.
Definiz: § XXVII. A ciccia di lupo, zanne di cane, o A carne, di lupo, zanne di cane. –
V. Cane, § LXXV.
Definiz: § XXVIII. Chi col lupo va all'offerta tenga il can sotto il mantello , o Chi ha il lupo per compare, tenga il can sotto il mantello. –
V. Cane, § LXXXII.
Definiz: § XXIX. Chi pecora si fa, lupo la mangia. –
V. Pecora.
Definiz: § XXX. Dalle grida ne scappa il lupo. –
V. Grido, § XXVI.
Definiz: § XXXI. Il lupo cangia, o perde, lascia, o simili, il pelo, ma non il vizio, o la natura. Proverbio che vale: L'uomo abituato nel vizio, per qualsivoglia mutazione che egli faccia, difficilmente se ne ritrae. –
Esempio: Cecch. Incant. 1, 3: E stata anch'ella di carne e d'ossa; e benchè il lupo muti il pelo, e' non muta natura.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 2, 187: Il lupo muta il pelo Ma non il vizio. E' vi bisognerà Lasciarlo un tratto maturare in carcere Per qualche mese.
Esempio: Fag. Comm. 1, 47: Chi è d'una natura, fino alla fossa dura; e il lupo lascia il pelo, ma il vizio mai.
Esempio: E Fag. Comm. 7, 268: In lui non spero Del ciel tal benefizio, Il lupo cangia il pel, ma non il vizio.
Definiz: § XXXII. Il lupo è nella favola, o anche semplicemente Ecco il lupo; dicesi quando la persona di cui tu parli sopraggiunge inaspettata; e propriamente, quando ciò t'impedisce di seguitare a parlarne. Maniera presa dai Latini, i quali la cavarono dalla volgare credenza che la vista del lupo faccia perdere la favella. –
Esempio: Forteguerr. Terenz. 192: Ma olà! T. Che cosa è stato? S. Eccoti il lupo. T. È mio padre. S. Egli è desso. T. E che faremo? S. Entra tu in casa, io penserò frattanto.... T. Se di me chiede, di' che non mi hai visto (il lat. ha: lupus in fabula).
Definiz: § XXXIII. Il lupo non caca agnelli. Proverbio usato per significare, in modo basso, che Da cause tristi non derivano mai buoni effetti, nè da genitori malvagi sogliono nascere figliuoli buoni. –
Esempio: Crusc. Vocab. I: Lupo.... Il lupo non caca agnelli; e vale, che delle cose triste non nascon le buone.
Definiz: § XXXIV. Il lupo non mangia di lupo, o carne di lupo; od anche II lupo mangia ogni carne, e lecca la sua; è proverbio che vale: I malvagi tra loro non si nuocciono, o anche Ognuno risparmia sè e i suoi. Comunemente dicesi Cane non mangia cane. –
Esempio: Speron. Op. 1, 159: Per la qual cosa il lupo uccide e pasce l'agnello, il delfino i minori pesci, e l'aquila gli altri uccelli; quantunque come è in proverbio, lupo non mangia di lupo.
Esempio: Crusc. Vocab. I.: Ogni carne mangia il lupo, e la sua lecca. E vuol dire: che ognuno risparmia sè e i suoi. Lat. lupus alterius lupi carnem non edit.
Definiz: § XXXV. Il lupo sogna pecore. Proverbio che significa: La mente va sempre secondo il desiderio.
Definiz: § XXXVI. La fame caccia, o cava, il lupo dal bosco. –
V. Fame, § XV.
Definiz: § XXXVII. Non si grida mai al lupo, ch'e' non sia in paese. –
Esempio: Ambr. Cofan. 4, 15: Potrebb'essere Fors'anche qualche cosa; chè mai gridasi Al lupo, ch'e' non sia in paese.
Esempio: Crusc. Vocab. I: Lupo.... Diciamo in proverbio: E' non si grida mai al lupo ch'e' non sia in paese, e eh'e' non sia o lupo o can bigio; e vale: ch'e' non si dice mai pubblicamente una cosa d'uno, ch'ella non sia o vera o presso che vera.
Definiz: § XXXVIII. Quello che ha ad esser de' lupi, non sarà mai de' cani; si disse proverbialmente di Chi ha, o gli avviene, ciò che gli era destinato. –
Esempio: Cecch. Corr. 5, 4: Agolante sentì che roppe in mare, E annegorno tutti. S. Quello che ha a essere De' lupi, mai sare' de' cani.
Esempio: Crusc. Vocab. I: Lupo.... Quello che ha ad esser de' lupi, non sarà mai de' cani; e si dice di chi consegue alcuna cosa, ch'era destinata per lui.
Definiz: § XXXIX. Se non è lupo, egli è can bigio.
V. Cane, § XCI.
Definiz: § XL. Vassi capra zoppa, se lupo, o il lupo, non la intoppa. –
V. Capra, § XVII.
247) Dizion. 5° Ed. .
LUPOCERVIERO
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pag.556

LUPOCERVIERO.
Definiz: Sost. masc. Lo stesso che Lince. –
Esempio: Tass. Dial. 3, 408: Simile ne la varietà de' colori è la lince, detta lupocerviero, ed è d'acutissima vista e più d'ogn'altra smemorata.

248) Dizion. 5° Ed. .
LUPPOLIERA.
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pag.556

LUPPOLIERA.
Definiz: Sost. femm. Campo piantato a luppoli. –
Esempio: Ridolf. Lez. Agr. 2, 196: Mentre nella vigna si suol coltivare la vite assai raccorciata, e adoprare pali ben corti, per le luppoliere bisogna adoprare pertiche assai lunghe, fra i 4 e i 5 metri, e bisogna lasciare il luppolo salir fino in cima, giacchè egli produce molto più quando ha potuto convenientemente arrampicarsi ed ascendere.
Esempio: E Ridolf. Lez. Agr. 198: Fatta la raccolta, se si lascia tutta la fronda a vantaggio del suolo delle luppoliere, l'ingrasso da darsi al terreno si regola in ragione ec.

249) Dizion. 5° Ed. .
LUPPOLINA.
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pag.558

LUPPOLINA.
Definiz: Sost. femm. Sostanza resinosa, amara ed aromatica, contenuta in una polvere gialla che si trova fra le squame dei frutti del luppolo. –
Esempio: Ridolf. Lez. Agr. 2, 195: La cultura ha formato delle varietà molto superiori alla vera specie salvatica, perchè più ricche di aroma e di luppolina, che è il principio attivo, il quale frena la fermentazione della birra e la conserva.
Esempio: E Ridolf. Lez. Agr. 196: Frutti, nei quali si forma quella sostanza gialla, la luppolina, della quale ho parlato, e per la quale il luppolo è coltivato.

250) Dizion. 5° Ed. .
LUPPOLO.
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pag.558

LUPPOLO.
Definiz: Sost. masc. Pianta perenne e rampicante, che nasce fra le macchie, ed anche coltivasi, e sale a grande altezza; i cui fiori, disposti in forma di grappolo, se maschi, di nappa, se femminei, e che pure si chiamano Luppoli, contengono una quantità di granellini gialli, di odore forte, e di sapore amaro, i quali, seccati, servono alla fabbricazione della birra. È l'Humulus lupulus dei Botanici. –
Esempio: Fior. Agric. Met. volg. 539: Questa bestiola rode, anzi mangia ed al tutto consuma, le radici de' luppoli, de le pastinache, de le rape, ed altri legumi.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 151: Il luppolo (base marina, lupo salictario) nasce ancor esso fra le spine e siepi, e sopra quelle si fortifica ed aggroviglia.
Esempio: Ricett. fior. 153: Sugo di luppoli chiarito.
Esempio: E Ricett. fior. 159: Foglie di luppoli e fiori. Red. Cons. 2, 30: Acqua di luppoli stillata a stufa.
Esempio: Targ. Rag. Agric. 14: Per uso di cibi, o di condimenti, si coltivano le lattughe, l'endivia,... il regamo, il luppolo e molte altre [piante], che ora non mi sovvengono.
Esempio: Ridolf. Lez. Agr. 2, 195: Quindi ogni anno alla primavera si castrano i luppoli, cioè si tagliano codesti getti soprannumeri; e quelli che possono separarsi con qualche radice, servono alla moltiplicazione.

251) Dizion. 5° Ed. .
LURCO.
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pag.558

LURCO.
Definiz: Sost. masc. Ghiottone, Divoratore, Immoderato mangiatore e bevitore.
Dal lat. lurco. –
Esempio: Dant. Inf. 17: E come là tra li Tedeschi turchi Lo bevero s'assetta a far sua guerra; Così ec.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 1, 317: Lurco viene a dire divoratore immondo e non netto.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 478: Là tra i Tedeschi lurchi.... Dal lat. lurcones, che nell'affollarsi a mangiare s'imbrattano.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 298: Eppoi perchè? perchè il Tedesco lurco Gridi vittoria? mi ci farei turco!
Esempio: Niccol. Arnal. 2, 3: Avranno a fronte Il possente Normando, a tergo insorge La vendetta lombarda; e questi lurchi, Di calore e di polve impazïenti, Se osan qui rimaner, struggersi io veggo Negli squallidi campi, in questo cielo Tacito, ardente.
Definiz: § E in forma d'Add., per Ghiotto, ed altresì Lordo, Sporco; per lo più figuratam. –
Esempio: Fag. Rim. 6, 173: Serbar candido il cuor, non sozzo e lurco, Non serve?
Esempio: E Fag. Rim. 6, 212: Di liete stragi è sol mio genio lurco. Talor saetto un cervo, o scanno un irco; ec.

252) Dizion. 5° Ed. .
LURCONE
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pag.558

LURCONE.
Definiz: Sost. masc. Ghiottone, Uomo dedito alla gola.
Dal lat. lurco lurconis. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. R.: Quegli smoderati lurconi, che non hanno altro Dio che il proprio ventre.

253) Dizion. 5° Ed. .
LURIDO.
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pag.558

LURIDO.
Definiz: Add. Molto sudicio, Lercio, Sozzo; ed altresì, detto di persona, Molto male in arnese.
Dal lat. luridus. –
Esempio: Segner. Pred. 74: Verranno i miseri condannati costretti.... a comparir tutti luridi, tutti squallidi, tutti sozzi, ec.
Esempio: E Segner. Mann. genn. 11, 3: Un mendico, qual era Lazzero, idiota, lurido, lercio, pieno di fetide piaghe, è stimato più che tutti questi grandi uomini uniti insieme.
Esempio: Niccol. Strozz. 4, 4: Il fortunato Signor della sua patria, un giorno avea Splendidissime vesti, ed or coperto Va d'un lurido saio.
Definiz: § I. E figuratam. –
Esempio: Vallisn. Op. 1, 88: E che più non ritornino que' vecchi luridi secoli dalle greche e latine fole imbrattati.
Esempio: Mont. Poes. 2, 187: La negra madre con nefando parto La Codardia produsse e la Paura; Luridi mostri, che di Giove il senno Fe' di Marte ministri.
Definiz: § II. E poeticam., conforme a proprietà latina, per Livido, Nero, Atro, e simili. –
Esempio: Car. Eneid. 3, 48: Divelto il primo [arbusto] Da le prime radici, uscir di sangue Lurido gocce, e ne fu 'l suolo asperso.
Esempio: Varan. Vis. poet. 7: L'orrida via d'ogni conforto muta, E di ruine, e di fiaccate o rase Ossa e di membra luride tessuta, Fiero obbietto m'offerse.

254) Dizion. 5° Ed. .
LUSCHERO.
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pag.558

LUSCHERO.
Definiz: Add. Lo stesso che Lusco o Losco; ma è voce assai meno usata. –
Esempio: Monigl. Cical. III, 1, 233: Certo non giurerei di non essere un tantino luschero; pensava che questa fosse la cattedra, ed è la bugnola.

255) Dizion. 5° Ed. .
LUSCO. –
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pag.558

LUSCO. –
V. Losco.
256) Dizion. 5° Ed. .
LUSCOSITÀ
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pag.558

LUSCOSITÀ.
Definiz: Astratto di Lusco. L'esser lusco o losco. –
Esempio: Gell. Porz. Col. Occh. volg. 61: La quale cosa suole accadere spesse volte a chi ha gli occhi glauci, come avviene ancora spesso la luscosità a quegli che gli hanno neri.

257) Dizion. 5° Ed. .
LUSIGNUOLO e LUSIGNOLO.
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pag.558

LUSIGNUOLO e LUSIGNOLO.
Definiz: Sost. masc. Lo stesso che Usignuolo e Rosignuolo; ma è voce molto meno usata.
Dal lat. lusciniola, diminut. di luscinia, con mutazione di genere. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 14, 58: E 'l frusone, e 'l fanello, E il lusignuol ch'ha si dolce la gola.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 134: E fate versi come lusignuoli.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 395: E sai che a' suo' pasti non si solletican le gengive colla carne minuzzata, a uso di lusignuoli.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 6, 289: Già tolta al ciel l'aurora avea ogni stella, E lodava ogni augel la nova luce, Eccetto il lusignol, la rondinella, Che sotto altro mante! godean la luce.
Esempio: Car. Long. 29: Allora di nuovo ridendo d'un riso pieno di foco, mandò fuora una voce, che le rondini, i lusignuoli, ed i cigni, sebben fossero vecchi come son io, non l'hanno sì dolce.
Esempio: Tass. Rim. 1, 96: I cigni e i lusignuoli Taciono le lor pene e i dolci duoli.

258) Dizion. 5° Ed. .
LICENZIAMENTO.
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pag.347

LICENZIAMENTO.
Definiz: Sost. masc. L'atto del licenziare, Congedo; anche figuratam. –
Esempio: Pap. L. Coment. PP. 3, 80: Si rinfrescavano in esso (un bando) contro del re gli usati rimproveri, cioè la protezione e 'l favore da lui mostrato verso i fuorusciti,... il licenziamento di que' ministri, ne' quali aveva il popolo più fiducia, e la scelta di altri ad esso popolo sospetti.
Definiz: § I. Parlandosi di soldati, vale Rinvio alle loro case, Licenza di lasciare il servizio militare. –
Esempio: Montecucc. Op. 2, 116: E dove per riforme o per licenziamento furono scemati (gli eserciti), bisognò tratto tratto, con maggiore spesa e con minor frutto, riempirli di nuovo.
Esempio: E Montecucc. Op. 2, 117: S'egli si calcola il danaro de' licenziamenti e delle nuove levate.... troverassi sorpassar di molto quello che ec.
Definiz: § II. E trovasi per L'alto del dare alcuno in altrui balìa. –
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 2, 368: La 'nsegna del Fiore d'Aliso.... piglierà papa Bonifazio, vicario di Cristo, e giudicherallo a morte, dandolo alli Colonnesi suoi nimici, a farne ciò che piace loro; per lo quale licenziamento io veggio dare al detto papa, vicario di Cristo, l'aceto e 'l fiele che fu dato a Cristo in sulla croce.

259) Dizion. 5° Ed. .
LICENZIARE
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pag.347

LICENZIARE.
Definiz: Att. Dare licenza, o facoltà, a uno di fare quel ch'ei vuole. –
Esempio: Vill. M. 373: Licenziò e sicurò tutti gli usuraj del suo reame, dando loro licenza di prestare pubblicamente, pagando alla corte ec.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 285: Così detto, in piè levatosi, per infino all'ora della cena licenziò ciascuno.
Esempio: E Bocc. Decam. 5, 5: Appresso alle quali (danze) infino a passata l'ora del dormire la Reina licenziò ciascheduno; de' quali alcuni a dormire andarono, ed altri al lor sollazzo per lo bel giardino si rimasero.
Esempio: Salvin. Odiss. 25: La madre tua licenzia, e le comanda Che si mariti a cui ordina il padre E piace a lei.
Definiz: § I. E per Accomiatare, Congedare, anche figuratam. –
Esempio: Parin. Poes. 16: Poi che così gran pezzo a' primi albòri Del tuo mattin teco scherzato fia, Non senz'aver licenziato prima L'ipocrita Pudore, e quella schifa, Cui le accigliate gelide matrone Chiaman Modestia.
Definiz: § II. Pur figuratam., riferito a persona di cui non si vogliono accogliere, esaudire, i desiderj, le dimande, accettare gli uficj, e simili; che comunemente dicesi Mandar in pace, e simili. –
Esempio: Grazz. Pros. 113: E nell'ultimo disse licenziare messer Geri.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 181: All'ultimo Gettato via la penna e' fogli, fece Uno inchino alle Muse, e ci licenzia.
Esempio: Speron. Op. 5, 11: Con tutto questo non ho veduto nè letto risposta vostra, che mi licenzie, o che mi esaudisca.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 343: Noi non restiamo di licenziare fanciulle, tante ce ne sono che vorrebbano esserci per converse, ma per la causa detta non si può; ed ho pena di licenziare la vostra quanto mai potete pensare.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 243: Se nessuna lo vuole, Licenzierò Leandro.
Esempio: Fag. Comm. 6, 21: Ma che volet'essere procurator di tutt'a due insieme nella medesima causa? licenziate quella donna dunque, almeno non la metterete in mezzo; oltredichè voi dite, ch'ella non paga. B. Buono! se la licenzio, io perdo anche l'altro, che allora regalerà il procuratore, che colei piglierà in cambio mio; e così non averò nulla da nessuno.
Esempio: Not. Malm. 1, 184: Il Re fece toccar da Floriano la mano alla figliuola, e gliela diede per moglie, licenziando ogni altro pretendente.
Esempio: E Not. Malm. appr.: Ed il simile facciamo noi, come si vede nel presente luogo, che diciamo Mandar sani invece di Licenziarli.
Definiz: § III. Riferito a domestico, operaio, lavoratore, contadino, e simili, vale Mandarlo via dal proprio servizio, stipendio, podere, e simili. –
Esempio: Leopard. G. Cap. piac. 55: I'ho testè la più bella disputa Col mio lavorator da Sanvivaldo;... L'ho licenziato, e nel far seco il saldo, Vuol che, ec.
Esempio: Segner. Op. 4, 691: Si pente il servitore, perchè ha paura che il padrone lo licenzi.
Esempio: Baldin. Vit. Brunell. 76: Un sabato mattina gli chiamò tutti (i maestri) e così disse loro: Voi credete, ch'io abbia bisogno di voi, e che la fabbrica altresì non possa andare avanti senza di voi, ma v'ingannate. E subito licenziò tutti bruttamente dal lavoro.
Esempio: Nell. Disc. Archit. 44: In secondo luogo ci vogliono attorno le cose della fabbrica più uomini esperti, ai quali sia permesso di licenziare immantinente qualunque sia degli operanti, che mutando l'ordine delle cose prescritte, le peggiorasse.
Definiz: § IV. E per Mandar fuori, Far uscire, Allontanare, e simili, da un dato luogo. –
Esempio: Guicc. Stor. 2, 90: Costrignesse il re di Francia la moglie vedova del re Federigo ad andare con due figliuoli.... in Ispagna;... e non volendovi andar, la licenziasse del Regno di Francia, non dando più nè a lei, nè ai figliuoli provvisione o intrattenimento alcuno.
Definiz: § V. E per Dispensare da un qualche impiego, carico, ufficio. –
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 141: Finito questo laborioso riassortimento (dei caratteri della tipografia orientale) S. A. non l'ha mai licenziato, mirando verisimilmente, e come anche ne tengo qualche riscontro, infin d'allora a valersene in questo nuovo impiego.
Definiz: § VI. Riferito a oratori, ambasciatori, e simili, e detto di principe, o capo di uno stato, vale Accomiatare, Dar loro facoltà di andarsene; e con più grave senso, Rinviare, Intimar loro la partenza. –
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 3, 267: Ho ritratto come questo Re, non avendo el duca di Ferrara concluso seco cosa alcuna, voleva licenziare il suo oratore, ma ne fu sconsigliato da questi suoi: e però è ancora qui.
Esempio: Varch. Stor. 2, 212: Essendo stati piuttosto beffati come mercatanti, che onorati come ambasciadori, e anzi rimandatine che licenziati, se ne tornarono.
Esempio: Pitt. I. Istor. fior. 98: Il Papa, per lo mezzo di messer Lorenzo Pucci, suo datario, mandatovi apposta, faceva istanza che licenziassero l'ambasciadore franzese.
Definiz: § VII. Riferito a milizie, vale Rinviare, Congedare. –
Esempio: Vell. Cron. 83: Licenziammo la gente d'arme, e noi ce ne andammo ec.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 3, 400: Nè io per me so quelle (compagnie) mi avessi a licenziare o richiamare in cambio a queste, se non in luogo di necessità.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 94: Per dare tempo a Obignì, il quale.... aveva mandato a chiamare, con ordine che lasciasse l'artiglierie a Castrocare, e licenziasse dagli stipendj suoi i cinquecento uomini d'arme Italiani.... e insieme le genti d'arme del duca di Milano.
Esempio: Bentiv. G. Nunz. 3, 352: Si crede ch'egli (l'ambasciatore Veneto) e i Savoiardi abbiano fatta istanza di aiuti per le cose d'Alemagna in favore di Savoia, e, in ogni caso, che di qua si lasci condurre qualche numero di questa gente che si licenzia.
Esempio: Montecucc. Op. 2, 116: Si licenziò parte dell'esercito cesareo, l'anno 1650, e si fecero nuove levate l'anno 1655.
Definiz: § VIII. Riferito a consiglio, assemblea, adunanza, vale Sciogliere, Levante la seduta. –
Esempio: Fag. Comm. 1, 14: Il magistrato dee ascoltar solamente: e sentita la domanda, che sia giusta, non dee risponder altro che sonare il campanello, per licenziare l'udienza, ec.
Definiz: § IX. Riferito a prigioniero, ostaggio, a persona comecchessia trattenuta a forza in un dato luogo, vale Liberare, Mettere in libertà. –
Esempio: Stor. Aiolf. 1, 56: Lodò e sentenziò.... che gli altri Conti e gentili uomini di Magonza fossono liberi e licenziati. E arebbe licenziato Maccario, se non fusse che ricordossi della morte del conte Ugolino di Gualfedra.
Esempio: E Stor. Aiolf. 1, 241: Per questo fue licenziato il re Aluigi e' Baroni, e rendute loro arme e cavagli.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 544: Si licenziaron tutti i poveri non ammalati che ci rimanevano, e che scapparon fuori con una gioia furibonda.
Definiz: § X. Riferito a merce, e altresì a roba pignorala, a gravamento, e simili, vale Svincolare, Sciogliere, Restituire liberamente, e simili. –
Esempio: Rep. Fir. Bal. 5, 61: Che licenzii a Michele di Piero da Volterra settanta bestie minute gli furo staggite per Giovanni dall'Antella nostro Comissario.
Esempio: E Rep. Fir. Diec. Bal. 8, 81: Veduta la presente licenzino e liberino ogni gravamento, che avessino fatto a detto Comune e uomini di Serravalle per cagione di detta condannagione.
Esempio: Legg. Band. C. 8, 370: Debba detto doganiere ciascuna sera, avanti si parta di Dogana, aver ragguagliato al suo campione le vedute di quelle mercanzie che averà licenziate il giorno.
Definiz: § XI. E riferito a persona, trovasi per Dare di buon accordo, Concedere, Lasciare in balìa. –
Esempio: Stor. Aiolf. 1, 97: Aiolfo domandò chi egli era, e quando lo seppe, disse: Io ti perdono la vita per amore di Lionida tua figliuola. El re Adriano giurò di non gli essere mai incontro, e licenziògli la figliuola.
Definiz: § XII. Riferito a libro, opera, scrittura, e simili, vale Spedire, Approvare, per la stampa, Permetterne la pubblicazione. –
Esempio: Galil. Op. VII, 138: Non è gran tempo che avendo un filosofo di gran nome composto un libro dell'anima,... e venendo avvisato che egli avrebbe avute delle difficultà nel farlo licenziare, riscrisse all'amico che non però restasse di procurarne la spedizione, perchè, ec.
Definiz: § XIII. Riferito a somma, o a parte di somma, da pagare, vale Defalcare, Condonare, Rimettere. –
Esempio: Ross. P. Sveton. 2, 125: Licenziò il mezzo per cento a coloro che compravano alcuna cosa all'incanto.
Definiz: § XIV. Riferito a trattativa, negozio, lavoro, e simili, vale Abbandonare, Troncare, e simili. –
Esempio: Segn. B. Stor. fior. 76: Non credendo.... che quel parentato potessi muover Tommaso dalle sue opinioni,... licenziò questa pratica.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 8, 257: E così dato fine al cortile da quella banda, parendogli il prezzo poco e l'onore troppo, si risolvè licenziare il rimanente dell'opera.
Definiz: § XV. Riferito a persona, e costruito con un compimento retto dalla prep. Di o Da, vale Francare, Esentare, da ciò che il compimento esprime. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 17, 131: Il Saracin promisse licenziare Del tributo quel re liberamente, E fece il campo suo presto levare.
Definiz: § XVI. E costruito con un compimento verbale mediante la particella Che, A, Di, vale Autorizzare a ciò che è espresso dal compimento. Consentire, Permettere, altrui di far ciò che il compimento determina. –
Esempio: Stor. Pistol. 178: Tutti gli confinati furono licenziati di tornare a Pistoia.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 104: O voi a sollazzare ed a ridere ed a cantare con meco insieme vi disponete..., o voi mi licenziate, che io per li miei pensier mi ritorni.
Esempio: E Bocc. Decam. 2, 304: Gli licenziò di potersi tornare a Genova al lor piacere.
Esempio: Giobert. Ges. mod. 2, 132: Voi dunque licenzierete il cristiano a non credere in Cristo, se la divinità di questo per un solo istante lascia di parergli evidente?
Definiz: § XVII. E figuratam. –
Esempio: Dant. Vit. nuov. 72: Nella terza [parte] la licenzio (la ballata) del gire quando vuole, raccomandando lo suo movimento nelle braccia della fortuna.
Definiz: § XVIII. Neutr. pass. licenziarsi Accomiatarsi, Prender congedo, licenza. –
Esempio: Cavalc. Att. Ap. 114 var.: E stati che vi furono certo tempo, si licenziarono in pace dai fratelli.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 4, 56: Subito mi licenziai da lui, perchè l'essere stato sua Maestà a cavallo fino a 20 ore, non mi dette più spazio a parlarli.
Esempio: Davil. Guerr. civ. V. 1, 535: Il Duca di Guisa osservando attentamente ogni minuzia, come vide questa fluttuazione, per non dar tempo al Re di deliberare, si finse stracco dal viaggio, e licenziandosi brevemente da lui,... si ritirò nella strada di Sant'Antonio alle sue case.
Esempio: Not. Malm. 1, 184: Il verbo valeo, che significa star sano, è usato da' Latini anche per licenziarsi.... Anzi il medesimo verbo valeo è talvolta usato da noi, per intendere addio, cioè licenziarsi.
Definiz: § XIX. E figuratam. –
Esempio: De Luc. Dott. volg. 3, 2, 122: Appresso il volgo si suole (in Italia) dir licenziato colui, il quale abbia fatto qualche studio in un'università, e poi se ne sia licenziato da se stesso, ritirandosi a casa sua.
Esempio: Magal. Lett. 77: La sera di capo d'anno torno di villa, e trovo la lettera di Teodoli, nella quale si licenzia per l'altro mondo, e il dì 9 mantiene la promessa.
Definiz: § XX. E per Dimettersi da un dato ufficio, Rinunziarvi. –
Esempio: Maff. G. P. Vit. Confess. 2, 80: Martino, stimando questa buona occasione di licenziarsi..., disse a Cesare: Sin qua sono stato al tuo soldo, concedimi ora che io mi faccia soldato di Cristo.
Esempio: Red. Lett. 1, 93: Il Borelli.... non si è egli poi pentito di essersi, con tanto dispiacere del granduca Ferdinando, licenziato da Pisa?