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Volume 3 - Dizionario 5° Ed.
400) Dizion. 5° Ed. .
COMUNITATIVO.
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COMUNITATIVO.
Definiz: Add. Della Comunità, Appartenente alla Comunità; e detto di magistratura, Che amministra le faccende della Comunità. –
Esempio: De Luc. Dott. volg. 3, 2, 187: Caminando bene questa eguaglianza in quelle congreghe, o parlamenti comunitativi, ne' quali li signori e i titolati, ancorchè grandi, non intervengono come tali, ma come privati cittadini.
Esempio: Paolett. Oper. agr. 1, 82: Da questa imposizione restarono in buona parte sgravati i contadini.... quando furono pubblicati nuovi regolamenti delle magistrature comunitative.
Esempio: E Paolett. Oper. agr. 2, 153: Dalle magistrature comunitative, dunque, dipende tutto il regolamento delle strade.

401) Dizion. 5° Ed. .
COMUNQUE.
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COMUNQUE.
Definiz: Avverb. In qualunque modo, In qual si voglia maniera.
Molto probabilmente è composto di come e di unque; ma può anche esser forma contratta del lat. quomodocumque. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 50: Dico che, comunque si sia, egli ha tante ore la notte, quante el dì.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 44: Egli è sì sciocco, che egli s'acconcerà comunque noi vorremo.
Esempio: Tass. Lett. 2, 48: Ma comunque sia,... degno sono di perdono, e degno che per me la grazia da alcun principe sia dimandata.
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 174: Comunque ciò sia, piacque il conservar quel puro disegno fra l'opere insigni di Baldassar da Siena e di Raffaello.
Esempio: Borgh. S. Tertull. 178: Se senza idolo si commette idolatria, mentre ci sia l'idolo, non importa comunque sia, e quanto alla materia e quanto all'effigie.
Definiz: § I. E nello stesso senso trovasi unito con la congiunzione che. –
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 464: Comunque che si passasse la cosa.
Definiz: § II. Comunque, si disse anche per Subitochè, Appena che, Come. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. S.: Credettero che ciascuno uomo avesse sua stella; e comunque nascesse, gli fosse data sua stella.
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 201: Adamo mentre che stette digiuno in paradiso, fue in gloria; comunque egli mangiò, fue di paradiso cacciato.
Esempio: Nov. ant. C. 17: Vide l'angelo d'Iddio con una spada ignuda ch'andava uccidendo: comunque elli volle colpire uno, e David smontoe subitamente.
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 1, 92: Comunque la donna fu entrata,... così si volse a lei.
Esempio: Pulc. L. Morg. 25, 303: Comunque questo romor fu sentito, A furia ognun si lieva da sedere.

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CON.
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CON.
Definiz: Preposizione, che di sua natura serve ad indicare unione o compagnia, così nelle locuzioni proprie come nelle figurate.
Corrisponde al lat. cum, donde deriva; il quale in altre lingue italiche era com, con, co; e nel latino stesso, in composizione d'altre voci, diveniva pure com, con, co.
Definiz: Si adopera più particolarmente a reggere alcun nome, nell'ufficio che presso i Latini aveva l'ablativo detto dai Grammatici strumentale.
Definiz: Essa preposizione Con, congiunta o no ad articolo, presso gli antichi Grammatici nostri, che seguitavano i Latini, era considerata come uno dei segni dell'ablativo. –
Esempio: Buomm. Ling. tosc. 174: I casi nell'articolo son cinque, e sono gli stessi del nome... Il nominativo e l'accusativo si servon dell'articolo semplice.... Gli altri tre si compongon... d'articolo semplice e di segnacaso, o vero d'articolo e di preposizione.... Ablativo, dallo o dal,... collo, col,... colli, co', cogli,... colla, colle, ec.
Definiz: § I. S'unisce agli articoli; e ciò più specialmente quando tale unione conferisca a rendere suono migliore; e così se ne formano le preposizioni articolate Col, Collo, Colla, Cogli, Coi e per sincope Co', Colli, Colle. –
Esempio: Dant. Inf. 7: Questi risurgeranno del sepulcro Col pugno chiuso, e questi co' crin mozzi.
Esempio: E Dant. Inf. 10: Ed ei s'ergea col petto e colla fronte.
Esempio: Comp. Din. Cron. 9: I pedoni degli Aretini si metteano carpone sotto i ventri dei cavalli colle coltella in mano.
Esempio: Petr. Rim. 1, 259: Col dir pien d'intelletti dolci ed alti, Coi sospir soavemente rotti.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 101: Oh egli avrebbe buon manicar co' ciechi!
Esempio: Salv. Avvert. 2, 140: Collo, dal congiugnimento di con e lo, trasformata la n nella seguente liquida, per lo costume della pronunzia, questa sua cotal forma prese senza contrasto. Dal quale è accorciata la particella Col.
Esempio: Buomm. Ling. tosc. 171: Dello adunque è composto di de e lo.... Collo, colla, colli, e colle, e pello, pella,... son similmente composti; i primi di con mutata l'n in l, e i secondi ec.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 107: Quei lettori che si troveranno aver praticato cogli uomini molto e in diversi modi, confesseranno ec.
Definiz: § II. Talora poeticam. fra la Con e la parola che ne è retta, se ne frappongono altre, che servono di compimento, d'aggiunto, o simili, ad essa parola. –
Esempio: Dant. Inf. 6: Prese la terra, e con piene le pugna La gittò dentro alle bramose canne.
Esempio: Poliz. Rim. 14: Levossi in piè con di fior pieno un grembo.
Esempio: Fag. Rim. 3, 343: Nè tanto oltraggio Saprei portarvi con di voi dir male.
Definiz: § III. Conformemente all'uso latino, affiggesi ai pronomi Me, Te, Se, e se ne formano le voci Meco, Teco, Seco, che si dichiarano a' lor luoghi. E poichè, secondo proprietà del volgar nostro, rimasta oggi nell'uso più familiare, e costantemente in quello del basso popolo e del contado, alle dette voci così composte si prepone pleonasticamente la Con con meco con teco con seco, di questa proprietà si soggiungono qui gli esempj. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 25: E menò con seco sette de' suoi figliuoli.
Esempio: Dant. Inf. 33: Pianger senti' fra il sonno i miei figliuoli, Ch'eran con meco.
Esempio: E Dant. Purg. 22: Per quel che Clio lì con teco tasta.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 229: Lascerebbe il principe e parlerebbe con meco.
Esempio: Petr. Rim. 1, 43: Ch'amor non venga sempre Ragionando con meco, ed io con lui.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 220: Farete pure che domane o l'altro dì egli qua con meco se ne venga a dimorare.
Esempio: E Bocc. Decam. 5, 56: A lei ritornò, e tutta nel suo mantello stesso chiusala, in Susa con seco la menò.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 278: Spero d'avere ancora assai di buon tempo con teco.
Esempio: Machiav. Comm. 73: Callimaco esce fuora E Siro con seco ha.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 83: Ha con seco Il Mangia, a morte carico di cose.
Esempio: Menz. Pros. 3, 222: Vi ha certuni che qualora ascoltano o dalli oratori su' pulpiti, o da' poeti nelle accademie, questi tre idiotismi Con meco, Con teco, Con seco, il riputano un parlar che senta del rozzo anzichè no.
Esempio: Baldov. Lament. 95: E se con meco il to' fratel non era, Perdinci gli faceo qualche billera.
Esempio: Bertin. A. F. Risp. Gio. Paol. 95: Andate a Firenze, e sentirete se anche oggidì si dice Con meco, Con teco, Con seco.
Definiz: § IV. Pure alla maniera latina, affiggesi poeticamente ai pronomi plurali Noi e Voi, formandosene le voci Nosco e Vosco, che si dichiarano al luogo lor proprio;
le quali voci peraltro si possono considerare piuttosto come derivate addirittura per contrazione dalle latine nobiscum e vobiscum.
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CON.
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CON.
Definiz: La preposizione Con serve specialmente a significare una gran quantità di relazioni, delle quali noteremo le principali. L'Unione e la Mescolanza: la Compagnia e la Convivenza: la Circostanza e l'Effetto di un atto o fatto: il Termine di Azione e di Moto dell'animo; quello di Contesa e di Urto; quello di Conformità e Consentimento, di Somiglianza e Attinenza; quello di Confronto, Riscontro, e di Ragguaglio, Proporzione: la Contenenza e il Contenuto: la Proprietà, l'Appartenenza: il Modo di essere di persona o cosa: l'Abito, il Fornimento, l'Assetto: l'Atteggiamento, il Contegno: la Disposizione dell'animo, e Quella della mente, nelle azioni: la Condizione fisica, e la Circostanza di tempo: il Modo di operare: lo Strumento e la Materia: il Mezzo e l'Espediente: la Cagione e Ragione: l'Aiuto e l'Occasione: la Condizione imposta o chiesta. Finalmente registreremo le maniere e le locuzioni.
Definiz: CON serve a indicare il compimento o termine di unione, congiunzione, aggregamento, accolta, e simili, detto di cose, di qualità, di quantità, e anche di persone. –
Esempio: Dant. Inf. 21: Ier, più oltre cinqu'ore che quest'otta, Mille dugento con sessanta sei Anni compiêr, che qui la via fu rotta.
Esempio: Comp. Din. Cron. 34: Sicchè co' cavalli di messer Carlo, che erano 800, e con quelli de' paesani d'attorno venuti, vi si trovarono cavalli 1200 al suo comandamento.
Esempio: Petr. Rim. 1, 263: Amor s'è in lei con onestate aggiunto, Con beltà naturale abito adorno; Ed un atto, che parla con silenzio.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 301: Spesso nel suo volto veder parme Vera pietà con grave dolor mista.
Esempio: Salvin. Disc. 1, 227: Gli uomini come sua propria [la Morale], e congiunta colla stessa loro natura, l'abbracciarono.
Esempio: Alf. Sallust. 7: Coi numi l'una [l'anima], colle bestie l'altro [il corpo] accomunaci.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 3: Bramerei Unir la santità con il peculio.
Definiz: § I. E riferito a cose che si spediscano, si ricevano, si conducano, o simili, insieme; ovvero, che si facciano contemporaneamente, o l'una di seguito all'altra. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 96: Prendendo le nostre fanti, e con le cose opportune faccendoci seguitare, oggi ec.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 83: Lasciò lì non so che bestia, ch'egli Ha condotto co' suoi arnesi.
Esempio: Red. Lett. 1, 18: I suoi libri da me provveduti, gli ho tutti consegnati al signor Dati, insieme col testo manuscritto dell'Omero.
Esempio: E Red. Lett. 1, 99: Ho ricevuto questa mattina il suo nobile manuscritto intorno alle comete, insieme con la lettera diretta al signor dottor Iacopo Del Lapo.
Esempio: E Red. Lett. 1, 221: Sospetto forte.... che un certo giovane dottore franzese me gli abbia portati via (certi disegni) con alcune altre scritture e scartafacci.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 1, 291: Conciossia fosse cosa che conducesse.... sette mila Corfiotti d'ogni età e d'ogni sesso, con una preda grossissima di animali di ogni sorta.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 3: Sento cantar.... il rosario con le litanie.
Definiz: § II. E riferito a cose attigue o adiacenti l'una all'altra. –
Esempio: Vill. G. 105: Nel detto tempo si cominciò guerra tra' Fiorentini e' Sanesi per cagione delle castella che confinavano con loro in Chianti.
Esempio: Guglielm. Piac. Chir. volg. 67: Le piaghe degli occhi sì sono temorose, e per l'occhio e per la.... propinquitate ch'ha l'occhio collo celabro.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 1, 285: Per lungo tratto e molto sparsamente confinavano i territorj loro [dei Veneziani] con quei degl'infedeli nella Dalmazia, nell'Albanìa, ec.
Definiz: § III. E denotante il termine di unione matrimoniale, o di congiungimento carnale. –
Esempio: Machiav. Stor. 2, 179: Deliberò di celebrare magnificamente le nozze di Lorenzo suo figliuolo, con il quale la Clarice nata da casa Orsina aveva congiunta.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 337: Il vecchio Era confuso perchè messer Curzio Diceva essere stato con la Livia, E la vecchia il negava.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 1, 58: Il re si lamentava che il duca Carlo, dappoichè si era congiunto in matrimonio con Beatrice di Portogallo, seguitasse.... le parti imperiali.
Definiz: § IV. Denota pure accozzo, mescolanza, e simili, di cose che debbano comporre un sol tutto; e parlandosi in particolare di cibi, acconciamento di essi per mezzo di quelle cose che servono al condimento o alla cucinatura loro. –
Esempio: Red. Lett. 1, 34: A chi piglia brodi con mele appiole si conviene ec.
Esempio: E Red. Lett. 2, 29: Pigli quattro o sei once di brodo con una dramma di cremor di tartaro.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 25: Or c'è.... un'improvvisata.... per fare una bella scapponata, O per la lepre con le pappardelle.

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CON.
Definiz: serve a denotare il compimento o termine di compagnia fra più persone nell'andare, nello stare, nell'adunarsi, nel fare o patire checchessia. –
Esempio: Dant. Inf. 7: Ma ella [la Fortuna] s'è beata e ciò non ode: Con l'altre prime creature lieta Volve sua spera, e beata si gode.
Esempio: E Dant. Inf. 10: Pregai lo spirito più avaccio, Che mi dicesse chi con lui si stava. Dissemi: Qui con più di mille giaccio.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. 1, 117: Avendo compiuto l'officio con i suoi frati, fece apparecchiare per mangiare.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 102: In su lo schiarir del giorno le donne con alquante delle lor fanti, ed i tre giovani con tre lor familiari usciti della città, si misero in via.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 110: La reina coll'altre donne insieme co' due giovani.... a carolar cominciarono.
Esempio: Petr. Rim. 2, 252: Le donne lagrimose, e 'l vulgo inerme Della tenera etate, e i vecchi stanchi,... E i neri fraticelli e i bigi e i bianchi, Con l'altre schiere travagliate e 'nferme, Gridan: o Signor mio, aita, aita.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 149: Gli diede a intendere, se uno prete sagrato dormisse con lui, ch'e' demonj non arebbono potenza di stare in quella casa.
Esempio: Poliz. Pros. 47: Annoverai, della brigata era con Lorenzo, ventisei cavalli.
Esempio: Machiav. Comm. 80: Io ti aveva veduto col dottore, e aspettava che tu ti spiccassi da lui per intendere quello avevi fatto.
Esempio: Ar. Sat. 1, 183: Con moglie e figli.... Là si condusse.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 70: Egli è in somma, Con la figliuola e con Cammillo vostro, Andato alla Nunziata.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 242: Menami o Giove, e con Giove tu, o Destino, in quella qual si sia parte a che mi avete destinato.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 22: Fo solo una partita di minchiate Con un buon sacerdote e due beate.
Definiz: § I. E indicante il termine, simultaneamente al quale altri compie una data azione. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Il sol montava in su con quelle stelle Ch'eran ec.
Esempio: E Dant. Purg. 6: Noi anderem con questo giorno innanzi, Rispose, quanto più potremo omai.
Definiz: § II. Con, denota parimente il termine di compagnia stabile, di convivenza; ed altresì di dimora o abitazione; nel qual ultimo senso equivale a Presso. E di qui le maniere Stare con alcuno, Essere con alcuno, Mettere con alcuno, Tornare, e simili, con alcuno, a significare Stare, Essere, Mettere, Tornare, e simili, ai servigj di quello. –
Esempio: Vill. G. 440: Nel detto anno, del mese di luglio, si morì Dante Alighieri di Firenze nella città di Ravenna in Romagna, essendo tornato d'ambasceria da Vinegia, in servizio de' signori di Polenta con cui dimorava.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 222: Avendo [Bergamino] seco portate tre belle e ricche robe,... volendo il suo oste esser pagato, primieramente gli diede l'una, ed appresso, soprastando ancora molto più, convenne, se più volle col suo oste tornare, gli desse la seconda.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 244: Al quale[Anichino] l'oste disse: tu se' dirittamente famiglio da dovere esser caro ad un gentile uomo di questa terra, che ha nome Egano;... io ne gli parlerò. E come disse, così fece; ed avanti che da Egano si partisse, ebbe con lui acconcio Anichino.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 401: Con Griselda.... lungamente e consolato visse.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 126: Presi questa Per donna, e con lei stetti da tre mesi.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 267: Il mio padron vi vuol. S. Tu stai col medico? M. Messer sì.
Definiz: § III. E indicante accoppiamento di più persone o cose, come termini ne' quali si compie, o avviene, un'azione simultanea o identica. –
Esempio: Dant. Inf. 4: Trasseci (Cristo dal Limbo).... Israel con suo padre e co' suoi nati, E con Rachele.
Esempio: E Dant. Inf. 13: Disse: chi fusti, che per tante punte Soffi col sangue doloroso sermo?
Esempio: E Dant. Inf. 24: Chelidri, iaculi, e faree Produce [Libia], e cencri con anfesibena.
Esempio: E Dant. Purg. 20: Accusiam col marito Safira.
Esempio: Petr. Rim. 1, 106: Quando giunse a Simon l'alto concetto Ch'a mio nome gli pose in man lo stile, S'avesse dato all'opera gentile, Con la figura, voce ed intelletto ec.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 156: Erbe e fior, che la gonna Leggiadra ricoverse Con l'angelico seno.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 75: E servendo in tal servigio (di assister gl'infermi di peste), sè molte volte col guadagno perdevano.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 233: Non sono io perciò disposta.... solamente il mio giudicio seguire, ma col mio il vostro insieme.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 335: Disse: prendete queste [robe]. Io ho delle robe il mio signore vestito con voi.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 347: Quelle due somiglian robe, di che io già con tre mercatanti, che a casa mia capitarono, vestito ne fui.
Esempio: Bern. Orl. 16, 5: Hallo a guerra finita disfidato, E con esso chiunque il seguitava.
Esempio: Bemb. Rim. 21: Credo che 'l mio Bellin, con la figura, T'abbia dato il costume anco di lei.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 1, 58: Si sdegnava che il duca,... avesse ricusato di restituirgli quella città [Nizza] con Villafranca, cui possedeva solamente come pegno di denari prestati.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 27: O Italia, o bella regïon del sole,... Nascono gli amaranti e le vïole Coi vividi estri nel tuo suol felice.
Definiz: § IV. Parlandosi di spedizioni militari o di guerre, all'idea di compagnia si collega quella di comando, governo, che uno ha, come capo o guida, delle genti armate, degli strumenti guerreschi, e simili, che conduce: e riferito alle genti stesse, quella di dipendenza da chi n'è capo; nel qual senso equivale a Sotto. –
Esempio: Comp. Din. Cron. 66: Poco lontano dalla terra scontrarono messer Tolosato degli Uberti, il quale co' Pistolesi venia, per essere al dì nominato.
Esempio: Poliz. Pros. 50: Fatto una scaramuccia di parecchie miglia, finalmente e' balestrieri a cavallo erano con detto messer Antonio, feron mirabil pruova.
Esempio: E Poliz. Pros. 100: Giunse nuove che Gian Francesco da Tollentino, governatore di Forlì, con certa cavalleria era entrato ne' nostri confini.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 94: De' soldati sforzeschi non lo seguitò altri che 'l conte di Gaiazzo, con trecento cavalli leggieri.
Esempio: Dav. Tac. 2, 79: Vitellio, non sapendo di sua vittoria, veniva via, come a viva guerra, col rimanente delle forze di Germania.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 1, 158: Scusatisi in sul bell'ingresso del discorso dell'aver mandato nel 1528 le genti loro con Lautrec all'assedio di Napoli, continuavano dicendo ec.
Esempio: E Bott. Stor. Ital. cont. 1, 286: Insisteva appresso a Cesare, che al Doria significasse, che con ottanta triremi e cinquanta altre navi più spedite se ne andasse senza indugio a Brindisi.
Definiz: § V. Alla relazione di compagnia appartengono le maniere, talvolta anche ellittiche, di augurio, d'imprecazione, d'implorazione, e simili, Con Dio, o Col nome di Dio, Col diavolo, Col malanno, ec. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 153: Giannotto, vedendo il voler suo, disse: e tu va' con buona ventura.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 103: Perciò, con la benedizion di Dio, dopo nona, quando udirete sonare le campanelle, verrete qui di fuor della Chiesa.
Esempio: Buson. Gubb. Avvent. Cicil. 62: Piacciati, col nome di Dio, porgiere il tuo consiglio.
Esempio: Machiav. Comm. 85: Ma dove sta egli? L. Sta in su questa piazza.... N. Sia con buona ora.
Esempio: E Machiav. Comm. 97: Io veggo qua in chiesa una donna;... io vo' ire a trovarla. State col buon dì.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 68: E' mi mancava questa briga adesso, Per casa! Or sia con Dio.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 266: Se il maestro vostro vuol dotarmela In tremila ducati d'oro, a dargnene Col nome del Signor.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 442: Vadane col nome del suo diavolo.
Definiz: § VI. Con, serve a denotare la circostanza, la particolarità, la qualità, e simili, che accompagna un atto o fatto principale. –
Esempio: Dant. Conv. 286: Dissero (alcuni filosofi) che la nostra operazione, sanza soperchio e sanza difetto,... era quel fine di che al presente si ragiona, e chiamârlo operazione con virtù.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 69: In quelle case ricogliendosi e rinchiudendosi, dove niuno infermo fosse, e da viver meglio,... con suoni e con quelli piaceri che aver potevano, si dimoravano.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 77: Egli [il morto] sopra gli omeri de' suoi pari, con funeral pompa di cera e di canti, alla chiesa.... era portato.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 109: Dalle quali cose.... rallegrato ciascuno, con piacevoli motti e con festa mangiarono.
Esempio: Machiav. Stor. 2, 179: Le quali nozze furono fatte con quella pompa d'apparati e d'ogni altra magnificenza che a tanto uomo si richiedeva.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 94: Per dare tempo a Obignì, il quale.... aveva mandato a chiamare, con ordine che lasciasse l'artiglierie a Castrocaro, e licenziasse ec.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 255: Avendosi A partire, e' lasciò a me la pratica Del parentado con mandato amplissimo.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 328: Avevano Dato bando non solo a maestro Prospero Con taglia, ma a me ancora.
Esempio: Red. Lett. 1, 51: Nella quale [testa] si risveglia un dolore eccessivo, che si comunica ancora al collo, ed a tutto il genere nervoso, con sete, e con amarezza di bocca perpetua, con qualche stimolo al vomito ec.
Definiz: § VII. E denotante l'effetto particolare che un atto o fatto produce, sia rispetto a chi lo compie, sia rispetto ad altri: e parimente il termine a che esso atto o fatto riesce. –
Esempio: Dant. Inf. 6: La parte selvaggia Caccerà l'altra con molta offensione.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 97: Dubito forte, se noi alcuna altra guida non prendiamo che la nostra, che questa compagnia non si dissolva troppo più tosto, e con meno onor di noi, che non ci bisognerebbe.
Esempio: Poliz. Pros. 75: Presi la possessione della pieve, con grande unione e satisfazione di tutti questi popolani.
Esempio: Machiav. Stor. 2, 180: Aveva [il turco] espugnato Negroponte, con grande infamia e danno del nome cristiano.
Esempio: E Machiav. Comm. 102: Egli è vero che io ci sono stato giuntato; nondimeno questo giunto è con mio utile.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 399: Sarebbe un partito ottimo Per voi. B. Fors'anco! S. E più là, con vostro utile.

405) Dizion. 5° Ed. .
CON,
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CON,
Definiz: posta dopo moltissimi verbi che non hanno in sè idea esplicita di compagnia, ma che denotano attinenze vicendevoli fra due o più persone, serve a indicare il termine di compimento dell'azione espressa da essi verbi. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 15: Tornò al palazzo, e disse con Teverina le parole a lei dette, e ella rispuose ec.
Esempio: Comp. Din. Cron. 5: Alcuni.... furono con alcuni de' principali del popolo, pregandoli ci ponessono rimedio, acciocchè per discordia la terra non perisse.
Esempio: Stor. Pistol. 27: Tornato Braccino nel Montale, conferio segretamente con de' suoi consorti.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 67: Non solamente il parlare e l'usare con gl'infermi dava a' sani infermità,... ma ancora ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 121: Avendo tra gli altri a fare con Borgognoni, uomini pieni d'inganni ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 131: Sempre co' poveri di Dio quello che ho guadagnato ho partito per mezzo.
Esempio: Frescobald. Viagg. 105: Ci abboccammo più volte con questo guardiano del Monte Sion.
Esempio: Poliz. Pros. 68: Nè ho con chi crivellare queste mie fantasie.
Esempio: E Poliz. Pros. 83: Io ne farò scommessa con chi vuole.
Esempio: Machiav. Stor. 2, 185: Comunicò questo suo pensiero con messer Diotisalvi.
Esempio: E Machiav. Comm. 78: Disse che sarebbe con messer Nicia sopra questa cosa, e me ne risponderebbe.
Esempio: Ar. Comm. 2, 379: Io vo' con lui conchiudere Un mio disegno, a cui diedi principio Dianzi.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 51: Egli era Un'ora fa dalla Piazza del Grano Fermo a parlar con un cavalleggiero.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 72: Io ho piacer di questa diligenza, Perchè ancor io vedrò con chi io m'impaccio.
Esempio: Dat. Oraz. I, 4, 221: Senza novero furono i letterati.... co' quali egli giornalmente carteggiava di diverse materie.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 1, 242: Ristrignendosi vieppiù, col solo cardinal Cibo e coi segretarj consultava [Cosimo de' Medici] le faccende di qualche importanza.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 12: Col pubblico farete a chi più fischia.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 27: Nè gli amici, con me prima indettati, Sempre un tema mi dan fritto rifritto.
Definiz: § I. Denota pure termine interiore di un'azione che non esce dal soggetto che la compie: nella qual relazione usasi più comunemente affissa ai pronomi Me, Te, Se, ed equivale a Fra. –
Esempio: Fr. Guitt. Rim.: E discorre con sene entro 'l suo core.
Esempio: Dant. Inf. 24: Le braccia aperse, dopo alcun consiglio Eletto seco, riguardando prima Ben la ruina, e diedemi di piglio.
Esempio: Petr. Rim. 1, 3: Di me medesmo meco mi vergogno.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 57: Per non parere ingrato, ho meco stesso proposto di volere ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 58: In una medesima ora seco rivolgono [le donne] diversi pensieri.
Esempio: E Bocc. Fiamm. 21: Certo voler nol dei, nè credo che 'l vogli, se, savia, teco medesima ti consigli.
Esempio: Ar. Orl. fur. 6, 14: Seco pensò che mai non si potesse Trovar un più fedele e vero amante.
Esempio: Bemb. Rim. 19: E già dicev'io meco: O stelle, o Dei: O soave concento.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 17: E diceva meco medesimo: O viso di pazzo, tu avevi ec.
Definiz: § II. Con, serve a denotare il termine cui tende, è rivolto, o in cui si compie, alcun sentimento, affetto, o moto, dell'animo: e corrisponde a Verso o a Contro, secondochè quel sentimento od affetto sia d'inclinazione o di avversione. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 148: Avea amistà con uno ricchissimo uomo giudeo.
Esempio: Machiav. Comm. 77: Messer Nicia tien con lui una stretta dimestichezza.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 77: L'amicizia Che egli tiene con maestro Sinolfo Padre di lei ec.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 367: Adunque egli tien collora (collera) Con suo padre?
Esempio: Dav. Tac. 2, 14: Spesa grave fino a un principe, povertà intollerabile anche a privato, ira con Galba, invidia a Pisone.
Definiz: § III. Serve pure a indicare colui, rispetto al quale alcuno o compie un ufficio, un dovere, od anche un atto qualsiasi, ovvero si comporta o deve comportarsi in un dato modo, specialmente avuto riguardo all'indole o qualità di essa persona; ed equivale ora ad A o Verso, ora ad Alle mani di, o simili. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 187: Accorsesi che in vano con così fatta donna parole si gitterebbono.
Esempio: Poliz. Pros. 45: Ora, subito che io tornai, ripresi la penna, per osservare con Voi e' patti.
Esempio: Ar. Sat. 1, 208: Coi piccioli fratelli, ai quai successo Ero in luogo di padre, far l'uffizio Che debito e pietà m'avea commesso.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 82: San Pier, s'io dico poi qualche pazzia, Qualche parola ch'abbia del bestiale, Fa' con Domeneddio la scusa mia.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 47: Con questo vecchio Fo io profession sempre di goffo.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 67: Quella poveretta arà auto oggi L'arra di quei malanni, che io credo Che la sia per aver sempre con lui.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 107: Mi bisogna Far con voi scusa s'io vi feci ingiuria; Io non vi conoscevo.
Esempio: Dav. Tac. 2, 251: Ritenendo l'armi per la colpa propria, e per la tema particolare del capitano, insolente co' perdenti.
Esempio: Lipp. Malm. 10, 46: Bisogna, dice, con questa canaglia Far come il Podestà di Sinigaglia.
Esempio: Red. Lett. 1, 14: Voi siete troppo affettuoso per me, e trattate meco, come tratterebbe una tenera madre con un amatissimo suo figliuolino.
Esempio: E Red. Lett. 2, 24: Mi rallegro dunque con Vostra Riverenza,... e prego ec.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 6: Guai, quando [lo zio] s'è un pensiero in capo fitto; E' bisogna con lui rigar diritto.
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. 9: Con quel benedettissimo impresario È tutti i giorni la stessa minestra.
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. 12: Prendo un gran secchio d'acqua, e... Le aspergo e annaffio tutte, e spengo l'ira, Come si fa con due mordenti cani.
Esempio: E Panant. Epigr. 158: Con tutte vuol far lo spasimato.
Definiz: § IV. E denotante la persona, rispetto alla quale uno si trova, per qualsivoglia ragione o vincolo, in una data condizione o stato. –
Esempio: Dant. Purg. 13: Pace volli con Dio in su lo stremo Della mia vita.
Esempio: Cavalc. Specch. Croc. 9: Venne adunque Iddio ad umiliarsi all'uomo, ed esser morto dall'uomo, per essere in pace con lui.
Esempio: Poliz. Pros. 55: Ho molto bene misurato ogni cosa, in modo che io conosco quanto obbligo ho con Voi.
Esempio: Machiav. Princ. 49: L'Imperatore di Costantinopoli, per opporsi ai suoi vicini, mise in Grecia diecimila Turchi, i quali, finita la guerra, non se ne volsero partire; il che fu principio della servitù di Grecia con gl'Infedeli.
Esempio: Red. Lett. 1, 239: Ha egli quella lodevole ambizione, che suole aver chi studia, di contrar servitù con grandi letterati.
Definiz: § V. E in particolare denotante la persona, della quale altri goda o no la stima, il favore, la grazia, e simili; e corrisponde a Presso, Appresso. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 278: Questo messer Aldighieri fu gran cittadino e molto innanzi con messer Galeazzo Visconti.
Esempio: Poliz. Pros. 56: Noi abbiamo con Voi questa ventura; che per esservi familiari, c'è imputato a presunzione il conferirvi nulla de' fatti nostri proprj.
Esempio: E Poliz. Pros. appr.: Ma gli pare avere con Voi sì cattiva ventura, che ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 5, 30: Perchè non hai tu dunque a me il rispetto Per l'amicizia nostra, che domande Ch'a te aver debba, e ch'io t'avre' in effetto, Se tu fossi con lei [con Ginevra] di me più grande?
Esempio: Cecch. Comm. ined. 245: Dimostrando a lui di metterlo In grazia con la dama e con la vedova Che l'ha in custodia ec.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 250: I' non ho credito Con voi in fatto.
Esempio: Dav. Tac. 2, 298: Aveva più favore da' grandi, più credito co' padri, più nome nella plebe.
Definiz: § VI. E denotante l'oggetto, rispetto al quale uno trovasi in tale o tal'altra condizione, ovvero ha conseguito tale o tal altro effetto. Così diciamo per es.:
Esempio: Esempio del Compilatore Tizio con la salute va di male in peggio. Quel giovane con gli studj non conclude nulla. –
Esempio: Panant. Civett. 10: Quando con gli anni si va in su, Far la civetta non si addice più.
Definiz: § VII. E denotante il termine di contesa, guerra, o simili; e di contrasto, urto, percossa, riferito a corpi. E in tali relazioni equivale a Contro. –
Esempio: Dant. Inf. 7: Come fa l'onda là sovra Cariddi, Che si frange con quella in cui s'intoppa, Così ec.
Esempio: E Dant. Conv. 389: Cefalo d'Atene venne a Eaco re per soccorso, nella guerra che Atene ebbe con Creti.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 66: Io credetti Venire a medicar tra le persone, E io vengo a combatter con le bestie.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 328: Mio padre fe' quistion lì con un nobile Della città e l'uccise.
Esempio: Red. Poes. 248: Dirò che là sul Reno a fronte a fronte Stette co' Galli, e fece lor paura.

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Definiz: serve a indicare il compimento o termine di accordo, conformità, concordanza, consentimento, od anche d'identità, o semplicemente somiglianza; parlandosi di pensieri, affetti, giudizj, sentenze, azioni e simili. –
Esempio: Fr. Iac. Tod. 138: Non dar consiglio rio, Se tu non vuoi pagare; Accostati con Dio, Se vuoi ben consigliare.
Esempio: Dant. Parad. 29: Non vi si pensa quanto sangue costa Seminarla nel mondo [la divina Scrittura], e quanto piace Chi umilmente con essa s'accosta.
Esempio: E Dant. Conv. 174: E questa opinione pare avere, con Aristotile, Avicenna e Tolommeo.
Esempio: Poliz. Pros. 73: Io sarò sempre d'accordo col comandamento e volere di Lorenzo.
Esempio: Machiav. Comm. 82: Il tuo sangue si affà col mio, e desidero, che tu adempia questo tuo desiderio presso a quanto tu.
Esempio: Galil. Op. astronom. 4, 330: Quando ben l'esperienze fatte.... non riscontrassero mai col detto di quei poeti e filosofi ed istorici, questo non importa niente.
Esempio: Red. Lett. 1, 10: Ciò confronta col medesimo Grisostomo, che nel medesimo luogo citato noverando ec.
Esempio: E Red. Lett. 1, 24: Concorro pienamente con la ben fondata opinione di esso.
Esempio: E Red. Lett. 1, 268: Dico con essi [medici] che questo è quel male, che comunemente si chiama ec.
Definiz: § I. E denotante il termine di analogia, corrispondenza, somiglianza, fra due cose; ovvero di attinenza e convenienza fra esse. –
Esempio: Dant. Purg. 9: Cenere o terra, Che secca si cavi, D'un color fôra col suo vestimento.
Esempio: Marc. Pol. Mil. B. 124: Il gran Cane dona tredici volte l'anno ricche vestimenta a quegli dodici mila baroni, e vestegli tutti d'un colore con lui.
Esempio: Poliz. Pros. 73: Non so come si ragguaglierà el suo tessuto col mio.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 11: Se e' non va [l'Intermedio] con la comedia Quanto al subietto di lei, e' va almeno Perchè è poema.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 402: Ma che ha a far questa tua storia o favola Con il cavar danar da Cenni?
Esempio: Red. Lett. 1, 20: La quale [erba lupa].... è chiamata ancora coda di leone, dalla similitudine che ella ha con la coda di questo animale.
Esempio: Targ. Viagg. 4, 381: Scelsi una bella specie di pianta marina pietrosa, o sia polipario, che ha grande affinità col poro cervino.
Definiz: § II. E indicante il termine di confronto, riscontro, esame, tra due cose. –
Esempio: Poliz. Pros. 78: Tra li quali [libri manoscritti] trovai un M. Manlio astronomo e poeta antiquo, el quale ho recato meco a Vinegia, e riscontrolo con uno in forma (cioè, stampato), che io ho comprato.
Esempio: Red. Lett. 1, 16: Parmi ogni ora mill'anni per poterlo avere [un antico esemplare di Teocrito] appresso di me, e per poterlo scartabellare e confrontare con gli altri antichi.
Esempio: E Red. Lett. 1, 18: Ho cominciato a riscontrarlo con gli altri testi manoscritti, e trovo da poterne cavar molte belle emendazioni.
Definiz: § III. E indicante il termine di paragone, ragguaglio, proporzione; e in tal relazione equivale spesso a Rispetto a, In confronto di, Appetto, ec. –
Esempio: Dant. Purg. 29: Non che Roma di carro così bello Rallegrasse Affricano o vero Augusto, Ma quel del Sol sarìa pover con ello.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 224: Non avendo bene le sue forze con quelle di quel cotal misurate, quello rossore ec.
Esempio: Pulc. L. Morg. 26, 137: E benchè molto con lui sia pitetto (piccolo), Si ricordò dell'eccellenzia antica, E non potendo ferirlo all'elmetto ec.

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Definiz: parlandosi di recipienti, qualunque e' siano, serve a denotare contenenza, ciò che in essi è posto, trovasi, ec. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 14: Egli è qua un malvagio uomo, che m'ha tagliata la borsa con ben cento fiorini d'oro.
Esempio: Red. Lett. 1, 15: Gli ho consegnato un paniere con due fiaschi di claretto.
Esempio: E Red. Lett. 1, 333: Ho mandato a Niccolò.... una cassa con dodici fiaschi di vino.
Definiz: § I. E detto di qualsivoglia sorta di veicolo o di naviglio, denota le persone o le cose in essi trasportate. –
Esempio: Dant. Inf. 8: Tosto che il Duca ed io nel legno fui, Secando se ne va l'antica prora Dell'acqua più che non suol con altrui.
Definiz: § II. E detto di luogo, denota coloro che vi abitano, che vi dimorano, o che vi si trovano per qualsiasi ragione raccolti. –
Esempio: Dant. Inf. 8: Lo buon maestro disse: Omai, figliuolo, S'appressa la città che ha nome Dite Co' gravi cittadin, col grande stuolo.
Esempio: E Dant. Conv. 329: Che 'l mondo sempre sia stato con più uomini, sicchè da uno solo la umana generazione discesa non sia, ec.
Esempio: Vill. G. 758: Erano allora in Firenze,... cinque badie.... con da ottanta monaci; 24 monasteri di monache con da ciquecento donne; 10 regole di frati con più di settecento frati.

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Definiz: serve a denotare proprietà, ciò che altri ha, possiede, gode, e simili; detto di persona, e riferito a famiglia, beni, cose, qualità ec. –
Esempio: Dant. Conv. 326: Quanto gli uomini smemorati più fossero, più tosto sarebbero nobili; e per contrario, quanto con più buona memoria, tanto più tardi nobili si farebbero.
Esempio: Vell. Cron. 139: Temendo non fosse cagione della balia per sua caldezza, gliel tolsi [il bambino], e dieilo a una fanciulla temperata, con latte fresco.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 357: La quale [fanciulla] è grande, ed è rimasta senza padre, e la madre giovane, e con poco o niente.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 263: Scacchia mio, in fatti e' non si può più vivere. S. Sì, per chi ha assai brigata e piccola, E senz'entrate e con guadagni deboli, Com'io.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 368: E' ci voglion del medesimo Animo in quest'età, e con le voglie Stesse ch'essi [i padri] hanno nell'età decrepita.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 28: Con sì misera paga come questa, E poi con tanti e tanti altri malanni, Come volete voi ch'io mi rivesta?
Esempio: E Panant. Epigr. 140: Vi son pur tanti con carrozze e paggi, Con livree gallonate.
Definiz: § I. E riferito al modo di essere, alle qualità fisiche, particolarità, e simili, ond'è fornita una persona o un animale. –
Esempio: Dant. Inf. 3: Caron dimonio con occhi di bragia ec.
Esempio: E Dant. Inf. 4: Genti v'eran con occhi tardi e gravi.
Esempio: E Dant. Inf. 17: Ecco la fiera con la coda aguzza, Che passa i monti ec.
Esempio: Vasar. Ragion. 35: Guardi V. E. nel medesimo abito Dicembre,... co' capelli morati fino alle spalle e la barba raccolta.
Esempio: Red. Lett. 1, 47: Ciascheduno di quelli [bachi] pesava sei e sette grani, con figura e colore non gran fatto dissimile da' comuni vermi da seta.
Esempio: E Red. Lett. 1, 248: Mi par di riconoscere il mio proprio ritratto, con un viso di mummia, sparutello, secco,... con un certo colorito di crosta di pane ec.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 12: Guardate chi vuol far da principessa Con quella voce d'una canna fessa!
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. 15: Vestito d'una lunga palandrana Con una barba che pare un romito.
Esempio: E Panant. Epigr. 115: Ma dimmi, come mai Col viso così brutto Sì belle figlie fai?
Definiz: § II. E riferito al modo di essere, alle particolarità, alle appartenenze, o simili, di una cosa. –
Esempio: Dant. Inf. 13: Non pomi v'eran, ma stecchi con tosco.
Esempio: EDant. Inf. appr.: Hanno [le Arpie].... Piè con artigli e pennuto il gran ventre.
Esempio: Vill. G. 758: Erano [in Firenze] 57 parrocchie con popolo.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 103: In sul colmo della quale [montagnetta] era un palagio con bello e gran cortile nel mezzo, e con logge e con sale e con camere,... con pratelli dattorno e con giardini maravigliosi, e con pozzi d'acque freschissimi, e con volte di preziosi vini.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 222: Colei, la quale si vede indosso li panni più screziati e più vergati e con più fregi, si crede dovere essere da molto più tenuta.
Esempio: Varch. Stor. 3, 6: Si vide.... una cometa con lunga e risplendente coda.
Esempio: Cellin. Vit. 407: Certi vasetti d'oro, cesellati, con istorie di figurine di basso rilievo.
Esempio: Galil. Op. astronom. 4, 330: Ma se io vi troverò una costituzion di aria con tutti quei requisiti che voi dite che si ricercano ec.
Esempio: Red. Lett. 1, 15: Le Vite de' Santi Padri con le note del Rosweido.
Esempio: E Red. Lett. 1, 129: Un esemplare.... del mio Ditirambo con le annotazioni.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 2: Ha un vecchio vestituccio di stamina, Con le maniche tutte rattoppate.
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. 28: Sta [un vecchio ciabattino] in un bucuccio con un finestrino Co' suoi vetri, o piuttosto col suo foglio.
Definiz: § III. E denotante quel particolar segno o distintivo, del quale una cosa sia fregiata, o che una o più persone abbiano per propria insegna, e come tale o lo portino, o lo seguano, e simili. –
Esempio: Comp. Din. Cron. 8: I palvesi, col campo bianco e giglio vermiglio, furono attelati dinanzi.
Esempio: E Comp. Din. Cron. 15: I Priori, per piacere al popolo, scesono col gonfalone in piazza, credendo attutare il furore (così i codici: male la stampa, col gonfaloniere).
Esempio: Bocc. Decam. 1, 81: Infinite volte avvenne che andando due preti con una croce per alcuno, si misero ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 14, 11: I Catalani a tutti gli altri inante Di Dorifebo van con la bandiera.
Definiz: § IV. E denotante ciò che alcuno ha addosso, o porta presso di sè, tiene in mano, e simili. –
Esempio: Dant. Inf. 12: Vedendoci [i Centauri] calar, ciascun ristette; E della schiera tre si dipartiro Con archi ed asticciuole prima elette.
Esempio: E Dant. Inf. 18: Vidi dimon cornuti con gran ferze.
Esempio: Ar. Sat. 1, 200: Tôr di essi (cioè degl'illustri letterati abitanti in Roma) or uno e quando uno altro guida Pei sette colli, che, col libro in mano, Roma in ogni sua parte mi divida.
Esempio: Vasar. Ragion. 35: Guardi V. E. nel medesimo abito Dicembre,... con quel cestello nella mano sinistra pieno di grano.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 306: Hanno impostomi [gli Otto], Che io vi dica che venghiate subito Con un certo diamante, che è statovi Donato.
Esempio: Red. Poes. 248: Dirò che allor ch'a nobil mensa ei siede, E che col fiasco in man disfida i Lanzi ec.
Esempio: Panant. Civett. 15: Pei passi angusti d'una macchia folta Io me ne gìa, coi tre panioni fuora, Con la civetta sulla gabbia sciolta.
Esempio: E Panant. Epigr. 98: Un prete.... Passava col breviario sotto il braccio.
Esempio: E Panant. Epigr. 116: Un cavalier.... Comparve in un caffè Con un pettine in mano.
Definiz: § V. E denotante ciò che uno ha preparato, tien pronto, e simili, per alcun bisogno od occorrenza. –
Esempio: Machiav. Comm. 93: Fa' che alle due ore ti troviamo noi in casa con la pozione ad ordine.
Definiz: § VI. E denotante l'abito che uno ha in dosso, il modo del vestire, e simili: e parlandosi di bestie, il fornimento; e di cose, l'arredo, l'assetto. –
Esempio: Vill. G. 758: Erano allora in Firenze.... 30 spedali con più di mille letta d'albergare poveri e infermi.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 108: Entrati in una sala terrena, quivi le tavole messe videro, con tovaglie bianchissime e con bicchieri che d'ariento parevano.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 110: Li tre giovani alle lor camere.... se n'andarono, le quali co' letti ben fatti.... trovarono.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 143: Il priore e gli altri frati.... tutti vestiti co' camici e co' pieviali, cantando andaron per questo corpo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 35, 67: Con ricca sopravesta e bello arnese Serpentin da la Stella in giostra venne.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 23: Accattai un cavallaccio da mugnaj Con la bardella.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 373: Si lieva subito Di sul telaio, e si va por in ordine Con quelle sue cosellucce, che vagliano Quattro baiocchi appena.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 2: Con quel bel pelliccione e il manicotto Può cento inverni sfidar un cantante; E con quel pastranuccio tutto rotto Sgambetta il poetino tremolante.

409) Dizion. 5° Ed. .
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Definiz: serve a denotare atteggiamento, contegno ed altresì portamento della persona, od altra particolarità di questa, nel fare checchessia: ed estendesi anche ad animali. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Questi [il leone] parea che contra me venesse Con la test'alta.
Esempio: E Dant. Inf. 3: Allor con gli occhi vergognosi e bassi,... Infino al fiume di parlar mi trassi.
Esempio: Comp. Din. Cron. 51: Con abbondanza di lacrime, scapigliata, in mezzo della via, ginocchione si gettò in terra innanzi a messer Andrea da Cerreto giudice, pregandolo colle braccia in croce per Dio s'adoperasse nello scampo de' suoi figliuoli.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 101: Pampinea.... verso loro.... si fece, e con lieto viso salutatigli, loro ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 177: Gravissimamente e con mal viso il riprese.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 237: Quivi scalze e colle braccia nude per l'acqua andando, cominciarono a prendere varj diletti fra se medesime.
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 43: Fuggì piangendo e con le mani ai crini.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 301: Fugge via ne l'anticamera, E serra l'uscio, e lasciasi lì il medico Con un palmo di naso.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 12: Col viso arcigno, con gli sguardi biechi, Dalle parole son venute ai fatti.
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. 16: Cari signori, mi lascino andare, Mi raccomando con le braccia in croce.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 141: Si spingono contro allo specchio stizzosamente, stridendo, colle ali inarcate e col becco aperto, e lo percuotono.
Definiz: § I. E denotante affezione o disposizione dell'animo, sentimento o affetto qualsivoglia, in fare checchessia, o per checchessia: e altresì, disposizione della mente o della volontà, intenzione, nel far checchessia. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Allor fu la paura un poco queta, Che nel lago del cuor m'era durata La notte, ch'i' passai con tanta pieta.
Esempio: E Dant. Inf. 16: Sempre mai L'ovra di voi e gli onorati nomi Con affezion ritrassi ed ascoltai.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 219: Non che egli l'altrui onte.... vendicasse, anzi infinite con vituperevole viltà, a lui fattene, sosteneva.
Esempio: Poliz. Pros. 62: Aspettiamo la venuta vostra con desiderio.
Esempio: E Poliz. Pros. 63: Mostra.... di venire con una voglia troppo grande di farsi onore.
Esempio: Machiav. Stor. 2, 180: Il resto dell'Italia viveva quietamente, ma con sospetto grande della potenza del Turco.
Esempio: E Machiav. Comm. 69: Chi 'l piacer si toglie Per viver con angosce e con affanni, Non conosce gl'inganni Del mondo.
Esempio: Cellin. Vit. 417: Con gran furore dissi: Io ti dico espresso, che ec.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 418: Deh! con manco collora, Signora Rosa.
Esempio: Red. Lett. 2, 96: Ho inteso con mio grandissimo dispiacere quanto ec.
Esempio: E Red. Lett. appr.: Le dico con ogni sincerità che ec.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 129: Sono amanti del loro soggiorno nativo, e lo preferiscono con una specie d'ira a quelli dove si trovano.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 1, 283: Papa Paolo anch'esso non aveva mancato a sè medesimo in così grave pericolo, avendo adunato speditamente soldati con animo di mandargli in soccorso del Regno.
Esempio: E Bott. Stor. Ital. cont. appr.: Solimano.... ritirò l'esercito e l'armata da Castro con intendimento d'assaltare da un'altra parte.
Definiz: § II. E denotante il senso fisico che provasi nel sodisfare ad alcuno de' nostri naturali bisogni. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 129: Con quello diletto e con quello appetito l'acqua bevuta avea, e spezialmente quando avesse alcuna fatica durata,.... che fanno i gran bevitori il vino.
Definiz: § III. E denotante condizione fisica, nella quale alcuno si trova, o compie una data azione; ed anche la specie di malore, dalla quale uno è affetto. –
Esempio: Dant. Inf. 1: E come quei che con lena affannata Uscito fuor del pelago alla riva ec.
Esempio: E Dant. Inf. appr.: Questi [il leone] parea che contra me venesse.... con rabbiosa fame.
Esempio: Bus. Lett. 10: Vi è Otto Niccolini, con un grosso tumore nel capo, che è una compassione a vederlo.
Esempio: Cellin. Vit. 427: Vedendomi con così smisurato male è tanto sbigottito ec.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 24: Vuol ch'io vada Stracco, e con una fame che la vedo.
Definiz: § IV. E denotante circostanza di tempo, di stagione, o simile, nella quale alcuno compie un'azione o fa checchessia. Così diciamo per es.:
Esempio: Esempio del Compilatore Con che brutta stagione siete venuto a farci visita! Si mise in viaggio con un freddo terribile. Andò a passeggiare con un sole cocentissimo.
Definiz: § V. E in generale, denotante modo come si compie un'azione o si fa checchessia. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 17: Con ogni sollicitudine dandosi attorno, e l'oste loro ritrovato, come il fatto era gli contarono.
Esempio: Poliz. Pros. 48: Questa [lettera] ho scritta con gran fatica, perchè ho una doglia di testa molto grande.
Esempio: E Poliz. Pros. 52: È un piacere a vedere con quanto ordine tiene tutti que' libri.
Esempio: Machiav. Stor. 2, 180: Le quali cose con quello ordine furono fatte e con quella virtù eseguite, che si potette maggiore.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 66: Doverrebbe un pari Vostro, Lando, parlar con più rispetto.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 141: Altri poi ci saran che con instanzia Grande vorran saper ec.
Esempio: Borgh. S. Tertull. 3: Sorpresi [i malvagi] tremano, accusati negano, e tormentati non sempre confessano con facilità.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 136: I giovani.... parlano delle cose proprie con un candore estremo.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 1, 290: Il presidio vi si difendeva con sommo valore.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 11: Un male è il ben con vïolenza fatto.
Esempio: E Panant. Epigr. 99: Il poeta però non si disanima, Anzi con la maniera la più svelta Ha detto ec.
Esempio: E Panant. Epigr. 118: Sien gli amanti con rigor trattati.
Definiz: § VI. E in senso particolare, denotante modo di operare, di giudicare, e simili, conforme a una data regola o norma. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 95: Noi non abbandoniam persona, anzi ne possiamo con verità dire molto più tosto abbandonate.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 219: Non che egli l'altrui onte con giustizia vendicasse, anzi ec.
Esempio: Red. Lett. 1, 247: Mentre l'illustrissimo signor Conte nauseato era della bevanda del tè, non poteva proseguirla. Io credo che V. S. eccellentissima abbia con molta prudenza fattogliela tralasciare, e con la medesima prudenza glie la abbia cambiata in quella di acqua di capelvenere.
Esempio: Panant. Epigr. 131: Ah, gridò, con ragione È così spaventevole la morte!
Esempio: Leopard. Pros. 2, 138: Di nessuno... si può dire con verità.... ch'egli non abbia esperienza di sventure.
Definiz: § VII. E altresì, parlandosi d'opere d'arte, denota conformità di esecuzione a un modello, disegno, od esemplare qualsiasi; ed equivale a Secondo. –
Esempio: Cellin. Vit. 407: Lavoravano [gli orefici Poggini].... con i miei disegni, certi vasetti d'oro.

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CON.
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CON.
Definiz: serve a denotare lo strumento adoperato a far checchessia. –
Esempio: Dant. Inf. 5: Cignesi [Minos] colla coda tante volte Quantunque gradi vuol che giù sia messa [l'anima malnata].
Esempio: E Dant. Inf. 7: Questi si percotean non pur con mano, Ma con la testa e col petto e co' piedi, Troncandosi coi denti a brano a brano.
Esempio: E Dant. Inf. 9: Giunse alla porta [il messo del cielo], e con una verghetta L'aperse.
Esempio: Petr. Rim. 2, 161: Come d'asse si trae chiodo con chiodo.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 68: Quegli [porci] prima molto col grifo, e poi co' denti, presigli, ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 5, 124: Marine conche con un coltello dalle pietre spiccando.
Esempio: Poliz. Pros. 30: Tu hai per natura, Piero, di fare sempre con le dita cotesti tua attucci.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 83: Io l'ho veduto Con quest'occhi sul Ponte Vecchio.
Esempio: Red. Lett. 1, 333: Gli serbi [due fiaschi] per rendermegli.... Gli altri fiaschi, faccia con essi alla palla.
Esempio: Ner. I. Pres. Samm. 1, 15: Era nel tempo che ai vaganti uccelli Son tese mille insidie e mille aguati Con fantocci, con reti e con zimbelli.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 16: La gente.... che scorse.... un povero figliuolo Serrato con le corde e con le morse,... credea ec.
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. 24: Vado nel modo ch'è più naturale, Che vale a dir con le mie sante gambe.
Definiz: § I. Denotante la materia della quale alcuno si serve, o la cosa adoperata, per far checchessia. –
Esempio: Benciv. Cur. Malatt. volg.: Fa' un pessario con foglie di artemisia e di matricale.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 83: In quelle [fosse] stirati (i cadaveri), come si mettono le mercatanzie nelle navi a suolo a suolo, con poca terra si ricuoprieno, infino a tanto che della fossa al sommo si pervenia.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 113: La serva di casa tolse i suoi Panni, e vestì con essi la Fiammetta.
Esempio: Red. Lett. 1, 244: Bevanda solutiva, fatta con tintura di vena e con manna.
Esempio: E Red. Lett. 2, 30: Perchè si macinino meglio [i coralli], si bagnano con l'acqua.
Esempio: E Red. Lett. 2, 163: Avendo fatto condur qua della terra con che fanno il vetro in Fiandra, fu questa messa nelle nostre fornaci.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 3: Fa.... Il sole con la latta e con gli specchj, E la gragnuola co' piselli secchi.
Definiz: § II. E denotante l'oggetto del cambio, scambio, baratto, della permuta, sia fra cose, sia fra persone. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 30, 5: Vorrei del tuo ronzin, gli disse il matto, Colla giumenta mia fare un baratto.
Esempio: Franz. M. Rim. burl. 2, 183: Vuol.... che 'l vuoto bicchier col pien baratti.
Esempio: Bemb. Rim. 53: O cara selva e fiumicello amato, Cangiar potess'io il mare e 'l lito ardente Con le vostre fredd'acque e la verd'ombra.
Esempio: Davil. Guerr. civ. 4, 180: Madama di Guisa.... si doleva.... che, essendo stata ritenuta prigione la Duchessa vedova di Lungavilla, in luogo di trattare di concambiarla col figliuolo, si trattasse di permutarla con il Duca di Ellebove.
Esempio: Magal. Lett. At. 50: Gli stessi piaceri ancora barattereste volentieri con quella pace.
Definiz: § III. E denotante modo, mezzo, espediente, che serve o che si adopera a conseguire un dato fine, ciò che produce un dato effetto; ed equivale a Mercè, Mediante, Per opera o In virtù di. –
Esempio: Dant. Inf. 13: S'egli avesse potuto creder prima, Rispose il Savio mio, anima lesa, Ciò ch'ha veduto pur con la mia rima, Non averebbe in te la man distesa.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 230: Noi abbiamo già molte volte udito che con be' motti e con risposte pronte, o con avvedimenti presti, molti hanno già saputo con debito morso rintuzzare ec.
Esempio: Poliz. Pros. 71: Io pagherò coll'animo, non potendo colla opera.
Esempio: Machiav. Stor. 2, 181: La maggior cura di quelli principi era d'osservare l'un l'altro, e con parentadi nuove amicizie e leghe l'un dell'altro assicurarsi.
Esempio: E Machiav. Stor. 2, 182: Non vi basta potere tutti gli altri affliggere con i publici carichi,... che voi con ogni qualità d'ingiuria ciascheduno affliggete.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 306: Orsù, con questi prologhi Che volete vo' dire? G. Oh! i' vo' richiederti D'un servizio ec.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 498: La guerra s'ha vincere Con danar, non con l'armi.
Esempio: Galil. Op. astronom. 4, 328: Questo liquefarsi le palle di piombo.... si conferma con esempli cotidiani.
Esempio: Red. Lett. 1, 27: I quali versi con le loro prime lettere accennano il nome del volgarizzatore.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 134: Esponendo con parole non meno belle che ridondanti.... un pensiero verissimo.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 1, 286: Essere oramai tempo che.... si pensasse di guarire colla concordia quei mali, cui la discordia aveva partorito.
Esempio: E Bott. Stor. Ital. cont. 1, 387: Esortava [il Pontefice] con un breve caldissimo l'Imperatore a mandare nove mila veterani.
Esempio: Panant. Epigr. 107: Ricchezza tale Poter far con sì piccol capitale!
Definiz: § IV. E denotante cagione, ragione, motivo, di checchessia; ovvero, onde si fa, si può fare o si deve fare, checchessia: ed equivale a Per, A causa di, In grazia o In virtù di. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Questa [la lupa] mi porse tanto di gravezza Con la paura che uscia di sua vista, Ch'io perdei la speranza dell'altezza.
Esempio: Comm. Anon. Dant. 1, 343: Ridimandò il reame al fratello co' patti ordinati.
Esempio: Poliz. Pros. 30: Con questi modi tu farai che un dì io manderò fuori quella stizza, la quale ec.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 48: Fece [l'Imperatore] un decreto, che tutti i tiranni di Lombardia possedessero le terre, che si avevano usurpate, con giusto titolo.
Esempio: E Machiav. Stor. appr.: Donò [l'Imperatore] a tutti quelli, che nelle terre della Chiesa erano tiranni, le terre loro, acciocchè con l'autorità imperiale le possedessero.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 132: Orsù, Eccoci a trafelar con tante nozze E tante spose.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 311: Oh! ei n'è stato causa Con il suo venir qua sì tosto.
Esempio: Red. Lett. 1, 12: Desidero che con essi [esempj] vi passi tutta la collera.
Esempio: E Red. Lett. 1, 221: Sospetto forte, e con molti e molti motivi, che un certo giovane dottore franzese me gli abbia [certi disegni] portati via.
Definiz: § V. E denotante concorso, aiuto, sussidio, di checchessia a un dato atto od effetto; ed altresì occasione, ed anche pretesto, per far checchessia. –
Esempio: Machiav. Comm. 102: Venne a me con quella prima novella per tentarmi, acciò ec.
Esempio: Red. Lett. 1, 19: Onde poi col tempo è nata per accorciamento la moderna voce lena, in significato di respirazione.
Esempio: E Red. Lett. 2, 22: Volendo forse temporeggiare un anno o due, acciocchè questo soggetto si faccia più autorevole con gli anni.
Esempio: E Red. Lett. appr.: Questa prossima state mi è caduto dalla penna un Ditirambo, che con buona congiuntura di qualche amico voglio trasmetterlo a Vostra Paternità.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 23: Non san parlar che col suggeritore.
Definiz: § VI. E denotante condizione imposta o richiesta, clausola, patto, convenzione, e simile, da cui è vincolato, rispetto al suo adempimento o a' suoi effetti, un atto qualsivoglia: onde le maniere ellittiche Con che, Con questo che. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 236: Col consentimento degli altri lietamente la grazia gli fece.
Esempio: Lemm. Testam. 89: La quale cosa stia nella loro libertà; con questo nondimeno che per veruno modo la rafferma.... non possi durare nè se estendere oltre a tre anni.
Esempio: Varch. Stor. 3, 155: Noi non venimmo qui per domandare alla Cesarea Maestà con che condizioni noi dovessimo servire al duca Alessandro.
Esempio: Grazz. Comm. 407: Io vi prometto di non gli far dispiacere;... ma con questo, che mi dica il vero.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 15: Gli avea gravati di dover fra un anno Andar per lei,... E maritarla con dote di mille Quattrocento ducati.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 433: Fate una scritta con promessa valida Di farne a posta mia instrumento pubblico.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 443: I' lascio alla figliuola i beni immobili E mobili ch'io ho, ma con un carico Di dar tre scudi il mese a Giulio.
Esempio: Legg. Sal. 11: Potranno.... venderli a chi più loro piacerà; con che un anno avanti debbano farne consapevole il proveditore.
Esempio: Red. Lett. 1, 257: Obbedisco, è vero; ma, sig. Lorenzo mio caro, con questo patto però, che ec.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 1, 45: Queste cose regolate con consenso comune delle due potestà possono essere laudabili, ma regolate da una sola,.... sono degne di riprensione.
Definiz: § VII. E denotante la condizione chiesta altrui, per fare, o nel fare, alcuna cosa. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 140: Io intendo colla vostra licenzia di prenderlo [il Corpo di Cristo], ed appresso la santa ed ultima unzione.
Esempio: Varch. Stor. 3, 156: Quella [la Maestà cesarea] si contenti, che con buona grazia sua noi possiamo aspettare, che.... sua Maestà,... meglio informata della causa nostra, adempia i nostri giusti e pietosi desiderj.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 97: Ad effetto che.... Il parentado, ch'è fatto su in cielo Fra me e lei, si palesi qui in terra Con vostra buona grazia.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 379: Voi, Rinieri,... con vostra licenzia, Madonna Porzia.... P. Fat'il vostro commodo. S. Pigliate qui per man madonna Fausta.
Definiz: § VIII. E denotante minaccia o inflizione di pena, o specie di gastigo minacciato o inflitto per delitti, colpe, e simili. –
Esempio: Davil. Guerr. civ. 1, 408: Perdonava per grazia speciale tutte le cose passate in materia di religione, proibendo assolutamente per l'avvenire il vivere fuori de' riti della Chiesa Cattolica, con pena della vita.
Definiz: § IX. E denotante appropriazione o applicazione di nome, denominazione. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 330: Mutatomi Il nome in quel che io ho, me n'andai subito In Germania, ove fatto in ver bonissime Facultadi, tornai col nome presomi.... In Italia.
Esempio: Red. Lett. 2, 26: Dagli scrittori delle cose naturali è chiamato con nome di astaco marino.
Esempio: E Red. Lett. appr.: Che voi altri Livornesi con proprissimo vocabolo solete chiamare pesci armati.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 12: Come il chiamate [il dramma]? – Io dico: col suo nome.

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CON,
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CON,
Definiz: sia in relazione di mezzo o di modo, sia in relazione di causa, sia di aggiungimento, quando regge l'Infinito di alcun verbo, dà a quello forza di Gerundio. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 219: Chiunque avea cruccio alcuno, quello col fargli alcuna onta o vergogna sfogava.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 111: S'aiutava con raccomandarsi continovamente alla guardia di Dio.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 65: La non si regge su le gambe punto, A tale che la m'ha fiaccato l'ossa Con il menarla a spasso.
Esempio: Galil. Op. astronom. 4, 330: Sempre vi rimarrà la ritirata, con dire che vi manca [nell'aria] qualche requisito necessario.
Esempio: Red. Lett. 1, 114: Accetti ella da me in buon grado il mio buon animo e la mia obbedienza; nè mi stia poi a gridare col dirmi che son troppo severo.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 518: Bisogna dar grazia e forza senza affettazione di mano in mano alla lettura, con articolar bene e scolpire le voci, con tôrre ogni equivoco, e con fare alle volte certe pause e distinzioni giudiziose.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 1, 58: Si mise in animo di giustificare questo passo, con allegare ch'egli era obbligato a tentarlo per forza.
Definiz: § Pleonasticamente si usò anteporla al Gerundio, ne' medesimi costrutti ne' quali suol reggere l'Infinito. –
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 271: Adoperossi a farne ogni cosa col favore suo, e con pagando buona parte della spesa, perchè egli passasse in Italia.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 440: Io ho fatto qualcosa a mandar per lui, con credendo che la pigliasse per me; e 'n quello scambio e' la piglia per lui, e dice villania a me (male le stampe, concredendo).
Esempio: Bemb. Pros. 187: Non contenti gli antichi di dare a questa parte del verbo [al gerundio] la particella In, essi ancora le diedero la Con, sì come diede il medesimo Giovan Villani, il qual disse: Con levando ogni dì grandissime prede; invece di dire levando.
Esempio: Borgh. V. Disc. 1, 137: Con dando nuove leggi e riformando le vecchie,... rendè alquanto meno dura la condizione ec.
Esempio: E Borgh. V. Disc. 1, 332: Non si può fare se non con pigliando da gli scrittori che ci sono quella notizia che e' ci danno.
Esempio: Deput. Decam. 46: Con dicendo egli che ella serviva sollicitamente lui, mostra la grata e dolce natura della damigella.
Esempio: E Deput. Decam. 121: Salabaetto ridendo le tagliò astutamente le parole, con mostrando o di non ne tener conto, o di non si essere accorto dello inganno di lei.
Esempio: Buonarr. Fier. 5, 1, 5: Poi con reiterando gli argomenti, I sussidj e gli aiuti più opportuni ec.

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CON.
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CON.
Definiz: serve anche a formare alcune locuzioni e maniere.
Definiz: § I. Con più che, seguito da un verbo, il quale sta in correlazione d'altro verbo o frase verbale a cui precede un più od un meno, forma una maniera familiare, denotante intensità dell'azione espressa dal primo verbo; ed equivale a Quanto più. – Così per esempio:
Esempio: Esempio del Compilatore Con più che uno studia, più apprende. Con più che ti dimostro il mio affetto, e più mi sei ingrato. Con più che costui mangia, meno si sazia.
Definiz: § II. Con tutto il, costruito in reggimento d'un Sostantivo, forma una maniera avversativa, equivalente a Nonostante il, Malgrado del. –
Esempio: Vill. G. 64: Con tutta la guerra e fatiche, sempre multiplicava [Firenze] in popolo.
Esempio: E Vill. G. 67: Con tutta la guerra,... la città di Firenze pure cresceva.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 158: Federigo.... con tutta la malinconia, aveva sì gran voglia di ridere che scoppiava.
Esempio: E Bocc. Laber. 65: A questa parola,... con tutto il dolore e la compunzione ch'io sentia delle mie colpe,... io non pote' le risa tenere.
Esempio: Fiorett. S. Franc. 127: Santo Francesco.... istette infermo;... e con tutta la sua infermità, egli ispesse volte cantava certe laude di Cristo.
Esempio: S. Antonin. Lett. 58: Pare pur che temesse [san Pietro] e schifasse la morte, con tutta la plenitudine dello Spirito Santo che era in lui.
Esempio: Cellin. Vit. 427: Con tutto il suo bravo cuore, lei non si poteva tenere, che qualche quantità di lacrime non gli cadessi dagli occhi.
Esempio: Red. Lett. 1, 247: Scrivendomi V. S. Eccellentissima che, con tutte queste tre libbre di urina, cresce nulladimeno l'affanno e la tumefazione, bisogna ec.
Definiz: § III. E lo stesso vale Con tutto, quando regge Ciò o Questo. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 52: Il vescovo gli facea [al bertuccione] portare legato a un piede una palla di legno. Con tutto questo la domenica, quando tutta la gente desinava, questa bertuccia andò alla cappella, e.... salì sul ponte del dipintore.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 64: Con tutto ciò, il mio veloce sforzo non pote vincer la crudeltà della mia fortuna.
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 6: Ancorchè variino i tempi e gli uomini, e' paesi, con tutto questo le cose alcuna volta si riscontrano, ed o per caso o per elezione tornano le medesime.
Definiz: § IV. Con tutto, seguito dalla congiunzione Che con tutto che, forma parimente una maniera avversativa, che equivale a Nonostantechè, Sebbene, ec. –
V. Che particella congiuntiva, § LXXV.
Definiz: § V. Con questo. –
V. Questo.
413) Dizion. 5° Ed. .
CONATO.
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CONATO.
Definiz: Sost. masc. Contenzione dell'animo a superare gli ostacoli al conseguimento di un fine, in cose per lo più di non lieve importanza; ma prendesi anche semplicemente per Sforzo, Tentativo.
Dal lat. conatus. –
Esempio: Rep. Fir. Lett. Istr. 48, 130: Ricorderete con conveniente umilità alla Santità Sua, che questa causa principalmente appartiene al pastore cristiano, e che in essa si hanno a mettere tutti e' pensieri e tutti e' conati.
Esempio: Machiav. Disc. 6: E se l'ingegno povero, la poca esperienza,... faranno questo mio conato difettivo, e di non molta utilità, daranno almeno ec.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 220: A Virginio era molto a proposito qualunque evento fosse per avere questo conato, raccorre co' danari d'altri i suoi antichi soldati e partigiani.
Esempio: E Guicc. Stor. 3, 463: Rendere con la industria, con la pazienza e con le arti vani i conati degli avversarj.
Esempio: Davil. Guerr. civ. 3, 32: Le apprensioni e ruine della guerra.... avrebbono fatti odiosi e detestabili gli autori della discordia, e resi disfavorevoli appresso a tutti i conati, per innanzi tanto favorevoli, della Lega.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 4, 289: Se poi la fortuna si mostrasse favorevole a questo primo conato, si aveva in animo di attraversare la Selva nera, e di andare ec.
Definiz: § I. E Term. de' Criminalisti. Ogni atto o Serie di atti, per loro natura manifestanti in modo certo il deliberato proposito di commettere un dato fatto criminoso, il quale poi, per cagioni indipendenti dalla volontà dell'agente, non ha avuto compimento: il che per se medesimo costituisce un delitto. Oggi più comunemente Tentativo. –
Esempio: De Luc. Dott. volg. 15, 2, 118: Affetto: questa non è specie di delitto particolare; ma è un vocabolo generale, il quale abbraccia ogni sorte di delitto che si sia cercato o tentato di fare, ancorchè non si sia consumato, e che per alcuni si spiega col vocabolo di conato.
Esempio: E De Luc. Dott. volg. 15, 2, 119: Ne i quali [delitti atroci] il solo affetto, o vero il conato, debba essere punito con la pena ordinaria grave, come se già fosse seguito l'effetto.
Definiz: § II. Conato di vomito, Term. del linguaggio Medico, dicesi Quello sforzo che fa lo stomaco per vomitare.

414) Dizion. 5° Ed. .
CONCA.
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CONCA.
Definiz: Sost. femm. Vaso di terra cotta, di grande concavità, assai più largo alla bocca che nel fondo, e che serve propriamente per fare il bucato.
Dal lat. concha. –
Esempio: Ben. B. Rim. 16: Avea la conca da bucato ognora Della tavola a' piedi.
Esempio: Adim. A. Son. 270: Vorrebbon che dell'olio la stagnata Diventasse una conca da bucato.
Esempio: Lipp. Malm. 9, 17: Le donne anch'esse corron co' figliuoli, E ciò che trovan, gettan dalle mura: Chi con la conca o vaso da viuoli Piglia a qualcun del capo la misura.
Esempio: Red. Lett. 2, 227: Sono esposti in vendita.... catini, catinuzzi, e conche da bucato.
Esempio: Not. Malm. 2, 696: Conca. Vaso grande, fatto di terra cotta, entro al quale si fanno i bucati.
Definiz: § I. Ed anche Ogni vaso grande, di qualsivoglia materia, ma più spesso di terra cotta, di larga bocca ed apertura, e che serve a varj usi. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 281: E de' grossi [legnami del salcio] si fanno assai catini e conche.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 2, 380: La conca seguiti la fonte (qui in locuz. figur.).
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 191: La Nostra Donna si fece venire l'acqua e la conca, e lavollo e fasciollo questo benedetto Figliuolo.
Esempio: Cennin. Tratt. Pitt. 71: Poi la metti [la colla] ben colata in certi vasi piani, come conche da gialatina (gelatina) o bacini.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 109: Dipoi pongasi [il grano] in una conca piena d'acqua chiara, sì che vi stia ricoperto dentro dall'acqua per quattro dita.
Esempio: Bart. D. Ghiacc. 151: Poi ribollita questa medesima decozione e purificata, porla a raffreddare, divisa in più catini o conche, e senza più il salnitro vi si lapilla dentro e le incrosta.
Esempio: Pap. Nat. Umid. 44: Può l'acqua nelle conche e nei coppi di terra cotta trapassare la loro notabile grossezza trapelando fino per di fuori.
Definiz: § II. E per Tanta quantità di liquido, o d'altro, quanta si contiene o può contenersi in una conca. –
Esempio: Zibald. Andr. 19: Veggendo che Socrate non rispondea, prese una conca d'acqua fracida, e gittolla in capo a Socrate.
Definiz: § III. Per estensione si disse di Recipiente da bagnarvisi, come tinozza o simile. –
Esempio: Vill. G. 897: E prima per grandezza si bagnò a Laterano nella conca del paragone.
Definiz: § IV. Conca, trovasi detto poeticam. per Urna sepolcrale. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 3, 22: In quella stanza, ove la bella conca In sè chiudea del gran Profeta l'ossa.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 7, 37: Pensò al fin di tornare alla spelonca, Dov'eran l'ossa di Merlin profeta, E gridar tanto intorno a quella conca, Che ec.
Definiz: § V. E pur poeticam. per Barchetta. –
Esempio: Bemb. Rim. 139: E perchè 'l mar non possa farvi offesa, Lo varcherete ne la conca mia.
Definiz: § VI. Term. de' Vetraj. Si disse Quel grande vaso, ove si pone la materia del vetro nelle fornaci, e che oggi chiamasi Padella. –
Esempio: Tratt. Vetr. 25: La borrana, quando è semíta, ardila e fanne cenere, e poi metti questa cenere nella conca del vetro.
Esempio: Biring. Pirotecn. 103: N'ho già fatte [delle fornaci] con di que' mattoni, e murate con quella terra bianca, che li vetrari fanno le conche e le fornaci loro.
Definiz: § VII. E Term. di Metallurgia. Specie di forno, fatto a foggia di conca, usato specialmente a raffinare metalli. –
Esempio: Biring. Pirotecn. 104 t.: Fassi el catino, conca, ovvero affinatoio che li maestri el chiamino, murato con mattoni e con terra, a modo d'una fucina.
Definiz: § VIII. E Term. degl'Idraulici. Ricetto di muratura, fatto dentro al letto di un fiume o di un canale navigabile, per alzare le acque mediante cateratte, e fare con tale artifizio rimontare o discendere le barche. –
Esempio: Vinc. Nat. Pes. acq. 1, 99 t.: Come s'han da fare le conche, ovvero bottini dell'acque, per alzare le barche in diverse altezze.
Esempio: E Vinc. Nat. Pes. acq. 1, 100: Debbonsi legare i naviglj discosto alle cadute dell'acque, acciò non s'empino nel correre nella bassezza, dove l'acqua della conca aperta percuote.
Definiz: § IX. Conca, per similit., dicesi Un tratto di paese, molto basso, e chiuso all'intorno da monti: più comunemente Catino. –
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 10, 168: Aspra veramente e cruda e piena di funesti casi fu la conca, cui la Serra, la Musa e la Modia bagnano, ed Aspromonte accerchia.
Definiz: § X. E per Cavità assai profonda; onde Trista conca, fu detta poeticam. La cavità dell'Inferno, secondo la sua forma immaginata da Dante. –
Esempio: Dant. Inf. 9: In questo fondo della trista conca Discese mai alcun del primo grado?
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 252: Della trista conca, cioè dell'Inferno, il quale chiama conca, però che ogni cosa che tiene è conca.
Esempio: Pulc. L. Morg. 23, 52: Uscir gli spirti dell'infernal conche.
Definiz: § XI. Conca, secondo il senso proprio latino, vale anche Nicchio di mare, Conchiglia; ma oggi non si adoprerebbe che in poesia. –
Esempio: Cavalc. Pist. Eust. 390: Colgo e prendo dalle spine la rosa, dalla terra l'oro, e dalla conca la margarita.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 124: Di scoglio in scoglio andando, marine conche con un coltello dalle pietre spiccando.
Esempio: Bemb. Asol. 25: Certo non hanno tante conche i nostri liti,... quanti possono in ogni sollazzo amoroso esser dolori.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 15, 82: D'ostreche e conche un numero infinito.
Esempio: Varch. Boez. 168: A gli animali che non si muovono, come sono le conche del mare, ed altri,... toccò il senso solo, spogliato di tutte l'altre cognizioni.
Esempio: Dat. Selv. epit. 14: Il collo eburno Dalle conche Eritree per suo monile Non vuol dell'alba i preziosi pianti, Della propria beltà pur troppo ornato.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 102, 1: Scrivono che Nerone fosse il primo che facesse segare le conche delle perle, per accomodarle in lavoro di sì fatto mosaico.
Esempio: Red. Lett. 1, 87: Ci vedrebbe delle porpore, de' buccini, de' nautili, de' turbini, delle conche ec.
Esempio: Adim. L. Sat. 5: Han la porpora in sen le conche in Tiro.
Definiz: § XII. E per Sorta di strumento a fiato, formato di una grossa conchiglia, che i poeti attribuiscono ai Tritoni o ad altre divinità marine. –
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 1, 91: Fa che 'l trombetta suo Triton dia fiato Alla cava, sonora e torta conca.
Esempio: Bald. Vers. 39: Cerulei Triton che innanzi vanno Spargendo il suon de le canore conche.
Esempio: Baldin. Vit. Bern. 14: Fece vedere tre Delfini che reggono la pila, sopra la quale è la bella figura di Glauco con la conca sonante, dalla quale l'acqua vedesi scaturire ec.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 29, 64: Sonavan ben forte Lor vuote conche, luminose e storte.
Definiz: § XIII. Conca si disse altresì per Una sorta di strumento musicale a fiato, ritorto alquanto in sè stesso. –
Esempio: Martin. G. B. Stor. Music. 2, 268: Fra la buccina, la tromba, la conca e il corno,... altra differenza non eravi che per la materia di cui eran composti.
Definiz: § XIV. Essere una conca fessa, dicesi figuratam. e in linguaggio familiare, di Persona che sia abitualmente malaticcia. –
Esempio: Cecch. Stiav. 1, 5: A me pare sempre dare del capo ne' cimiteri, e del ceffo nella fossa. F. Perchè tu sei una conca fessa.
Definiz: § XV. Onde in modo proverbiale dicesi: Basta più una conca fessa che una salda o sana o Dura più una conca fessa che una salda o sana, ed anche Dura più una conca vecchia che una nuova; a significare che non di rado le persone infermicce o deboli campano più delle sane o robuste.

415) Dizion. 5° Ed. .
CIUFFETTO.
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pag.82

CIUFFETTO.
Definiz: Sost. masc. Nome di un uccello della specie delle Sgarze; ed è l'ardea ralloides dei Naturalisti.

416) Dizion. 5° Ed. .
CIUFFO.
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pag.82

CIUFFO.
Definiz: Sost. masc. Que' capelli insieme raccolti che stanno sopra alla fronte, e che sono più lunghi degli altri.
Dal tedesco schopf, che ha lo stesso significato, o da zopf, Ciocca o Treccia di capelli: ne' dialetti milanese, parmigiano, modenese, zuff zuff zuff; nel veneto, zufo. –
Esempio: Soldan. Sat. 49: E faccia prova ancor, se colla mano Afferrar può lo sventolante ciuffo Di lei che fugge, e poi s'attende in vano.
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 4, 10: S'io ti piglio quel ciuffo tuo canuto,... Ben tel diveglierò.
Esempio: Fag. Rim. 3, 191: Teneva [la Fortuna] sotto il piè per origliere Una gran ruota; ed avea 'l capo raso, Usando in fronte un ciuffo sol tenere.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 28: Presomi pel ciuffo, Il capo mi sbacchiò nella muraglia.
Definiz: § I. E giocosamente per Capelli in generale. –
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 3, 2: Che legno non potea giovargli, o cina, A fargli ritornar barba nè ciuffo.
Definiz: § II. Parlandosi di donne, Gruppo di capelli acconciati in modo che si rilevino sulla fronte. –
Esempio: Leopard. G. Cap. piac. 69: Voglion [le mogli] su quei capacci tante sorte Di cupole, di ciuffi e simil tresche, Ch'a dirle tutte sarebbe una morte.
Definiz: § III. Per similit., dicesi Quel gruppo di piume più lunghe delle altre, che certi uccelli hanno sul capo.
Definiz: § IV. E dicesi pure Quel gruppo di crini, piuttosto corti, che il cavallo ha in cima della testa, fra le orecchia.
Definiz: § V. Trovasi anche riferito ai peli arricciati del capo di animale selvatico o feroce. –
Esempio: Salvin. Odiss. 411: Quello [il cignale] incontro, Dal bosco ben i suoi ciuffi arricciando, Fuoco guatando colle luci, loro Vicino si piantò.
Definiz: § VI. E si disse per la Giuba del leone. –
Esempio: Ubert. Faz. Dittam. R. 113: Similemente appresso del ciuffo, Dico negli occhi suoi [della costellazione del Leone], ne stan due [stelle], E queste trovo nominate Artuffo.

417) Dizion. 5° Ed. .
CIUFFO.
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CIUFFO.
Definiz: Sost. masc. L'atto del ciuffare; ma è voce che solamente trovasi adoperata nella maniera familiare, oggi però poco usata, Dare di ciuffo, per Dar di piglio, Acchiappare, Ghermire. –
Esempio: Sacch. Nov. 1, 168: Come fu giunto giuso, e 'l porco ferito gli dà di ciuffo alla gamba; e quanto ne prese, tanto ne levò.
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 2, 107: Date di ciuffo a' padiglioni di fatto, E 'l menar delle man non vi rincresca.

418) Dizion. 5° Ed. .
CIUFFOTTO.
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CIUFFOTTO.
Definiz: Sost. masc. Ciuffo alquanto grosso. –
Esempio: Bard. P. Avinav. 13, 40: Era in zoccoli, e sotto un cappel basso Ha buon ciuffotto.

419) Dizion. 5° Ed. .
CIURLARE.
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pag.82

CIURLARE.
Definiz: Neutr. Non star ben saldo, Tentennare; ma è voce la quale si usa solo nel modo Ciurlare nel manico, che però più comunemente dicesi Girare nel manico, e che vale Non mantenersi in un proposito, Mancare a un impegno, Barattar la parola.
La qual maniera probabilmente è presa da arnesi o strumenti, il cui manico non essendo ben fisso, fa che tentennino nè si possano adoperare convenientemente. La voce sembra analoga al lat. circulari, Muoversi in giro, Girare.