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5° Edizione
Diz Giu. totali
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180) Dizion. 5° Ed. .
CARMINATIVO
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pag.583



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Esempio: Ricett. Fior. 141: Decozione carminativa magistrale, da stemperare le medicine.
181) Dizion. 5° Ed. .
INTENERIRE.
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pag.1006



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Esempio: Ricett. fior. G. 80: Alcuni semi.... son cotti quando inteneriscono.


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Esempio: E Ricett. fior. G. appr.: Un terzo modo di lessare usa Galeno ne' frutti, tenendogli sospesi in un vaso, che sia mezzo d'acqua bollente, e voltando detti frutti tanto, che intenerischino egualmente per tutto.
182) Dizion. 5° Ed. .
MAIZ, e talora anche MAIS
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pag.690



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Esempio: Magal. Operett. var. 425: Fior di farina di maiz, ec.
183) Dizion. 5° Ed. .
MONNA e MONA
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pag.494



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Esempio: Malisp. Stor. fior. 20: La quale avea nome mona Veglia.


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Esempio: Dant. Vit. nuov. SD. 65: Io vidi monna Vanna e monna Bice Venire ec.


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Esempio: Grazz. Comm. 183: Che ne so io? poichè io veggio ognuno ridere, egli è forza che tu mi dia il pepe, la monna o il gongone, o che tu mi facci dietro bocchi, ceffo o grifo.


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Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 461: Mona voi mia, io non ho visto più Questo signor Lamberto, se non oggi.


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Esempio: Machiav. Comm. 89: Quanta fatica ho io durata a fare, che questa mia monna sciocca mi dia questo segno.


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Esempio: Varch. Suoc. 4, 6: Questo è appunto quello che io voleva dirvi, per chiarirvi affatto dell'astutezza e furfanteria di questa mona Onesta da Campi.
184) Dizion. 5° Ed. .
FRODOLENTO e FRODOLENTE, ed altresì FRAUDOLENTO e FRAUDOLENTE.
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pag.532



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Esempio: Malisp. Stor. fior. 119: Sì si pensò una fraudolente malizia.
185) Dizion. 5° Ed. .
IMPERATRICE, e anche IMPERADRICE.
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pag.203



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Esempio: Malisp. Stor. fior. 38: E trasse di prigione Davilta imperadrice.
186) Dizion. 5° Ed. .
DI
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pag.226



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Esempio: Malisp. Stor. fior. 165: Non fece la via di Campagna.


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Esempio: E Leggend. SS. M. 4, 8: Che vi dirò io di sua commendazione?
187) Dizion. 5° Ed. .
DUOMO e popolarmente anche DOMO.
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pag.941



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Esempio: Malisp. Stor. fior. 35: Seguivano le mura verso il Duomo.
188) Dizion. 5° Ed. .
GEMMARE.
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pag.102



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Esempio: Chiabr. Rim. 1, 257: Gemmaronsi di fior le belle rive.
189) Dizion. 5° Ed. .
INCONTENTABILE.
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pag.492



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Esempio: Magal. Fior. aranc. 238: Oh incontentabile Sempre variabile Uman desio!
190) Dizion. 5° Ed. .
BRODETTO.
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pag.282



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Esempio: Bertin. R. Rim. burl. 290: Signore, io me ne vo tutto in brodetto, Solcando un ocean di contentezza: Io brillo, io salto ec.


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Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 116: Io l'ho sempre avuta per una usanza più antica del brodetto.


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Esempio: Leopard. G. Cap. piac. 31: E' non c'è cosa di maggior diletto [della minestra]; Solamente a pensarvi io mi consolo: Una e non più, che io me n'andrei in brodetto, Mi sento liquefar, tanto m'aggrada.
191) Dizion. 5° Ed. .
DOLERE, che in alcune persone del Presente dell'Indicativo e del Soggiuntivo prende, ma oggi soltanto in poesia, anche le forme dell'antiquato DOGLIERE.
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pag.814



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Esempio: Nard. Riv. fel. 7: Ma quanto è sciocco quel che dice: io amo; Io amo, io ardo; e poi gli duol la spesa.


2) id: c28be8c40b054d7fa1057d44257804da)
Esempio: Malisp. Stor. fior. 184: Ancora il Re sì mandò dolendo al Re di Francia suo nipote.


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Esempio: Fosc. Poes. 224: Ben di te sovente Io mi dorrò dacchè le Grazie affliggi.


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Esempio: Tass. Gerus. 8, 55: Io spogliar feci il corpo, e sì men dolse, Che piansi nel sospetto amaramente.


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Esempio: Bocc. Decam. 8, 280: Se tu non fossi di conforto bisognoso, come tu se', io di te a te medesimo mi dorrei.


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Esempio: Car. Lett. fam. 1, 355: Quanto mi sia doluto una perdita tale, lo può considerare ognuno che sa quel che io sono stato col Varchi già tanto tempo, ed egli con me.


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Esempio: Cecch. Samar. 1, 2: Io la vorrei pigliare (moglie), e ch'ella si Morisse fra un mese; e poi pigliarne Un'altra, e che morisse anch'essa in capo All'altro mese; per veder qual duole Più, o la prima, o la seconda.


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Esempio: Mazz. Lett. 1, 14: Avendolo (uno specchio) io appiccato in sala, e poi in camera, e in fine nel mio studio, in niuno luogo mi parea stesse bene; anzi mi parea che si dolesse del salvatico albergo ch'io gli dava.
192) Dizion. 5° Ed. .
ACCORRUOMO, ACCORR'UOMO e anche A CORR'UOMO
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pag.140



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Esempio: Salv. Spin. 2, 6: Io griderò a corr'uomo, io farò venir giù questi di casa.
193) Dizion. 5° Ed. .
AMMORBIDARE.
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pag.458



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Esempio: Cellin. Vit. 469: Così io lo ammorbidai, e mi commesse che io facessi i modelli.
194) Dizion. 5° Ed. .
NE e NEH, con l'è larga.
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pag.69



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Esempio: Ar. Comm. 2, 12: Ed io viverò in questa speranza. C. Ed io ancora, neh?


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Esempio: Forteguerr. Terenz. 61: Di' pure. T. Ma costui come è segreto? P. Io, ne? son segretissimo, ma senti ec.


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Esempio: E Forteguerr. Terenz. 307: Ti vedo ricaduto in quella stessa Vita di prima. P. Io, ne? L. Sì, sì tu stesso.


4) id: e09157b563444060afb3bad90c616f0f)
Esempio: Nell. Iac. Astratt. 3, 10: Non sarebbe già per darmi polver negli occhi, affinchè io gli chiudessi a' suoi amoretti, ne?


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Esempio: E Crusc. Vocab. IV: Ne. Avverb. si usa dinanzi alla parola Vero, formandosi una maniera avverbiale, Ne' vero, che domanda e quasi ricerca testimonianza dal domandato in confermazion del suo detto; e si pratica notarla d'apostrofo, come in cambio dell'E' per Egli, che vi manca. In tal caso tal particella va pronunziata dolcemente; per esemplo: Il tale è galantuomo, ne' vero? Io gliele dissi a colui ne' vero? e vale: Non è e' vero, che 'l tale è un galantuomo? Non è e' vero, che io gliele dissi a colui? Lat. nonne?


6) id: ff1a438fd25e4b499eb312eb423887d2)
Esempio: Crusc. Vocab. I: Ne.... L'usiamo eziandio davanti alla parola Vero, per avverbio che dimandi e quasi si ricerchi testimonianza dal domandato, in confermazion del suo detto, e allato scriverle l'apostrofo, in cambio dell'E' per Egli, che vi manca: va pronunziato dolcemente, sì come quando serve per proposizione e articolo, come, Ne' quali, cioè: Il tale è galant'uomo, ne' vero? Io gliele dissi a colui, ne' vero? cioè: Non è e' vero, che 'l tale è un galant'uomo? Non è e' vero, ch'io gliele dissi a colui?
195) Dizion. 5° Ed. .
OSTAGGIO.
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pag.744



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Esempio: Alf. Trag. 3, 54: Io prigioniera vile, io son l'ostaggio Della ondeggiante fe' d'audace plebe.
196) Dizion. 5° Ed. .
LAMPEGGIARE.
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pag.52



1) id: 342029f5a6194407a82b844b3ae9f4ae)
Esempio: Car. Eneid. 2, 1190: Io veggio, io sento, Sonar gli scudi e lampeggiare i ferri.


2) id: be730ff3f8794cd1984c60e152a65973)
Esempio: Tass. Amint. 2, 2: E poi, Sì come lieta Della vittoria, lampeggiava un riso, Che parea che dicesse: Io pur vi vinco, ec.
197) Dizion. 5° Ed. .
ESITANZA.
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pag.297



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Esempio: Manz. Poes. 304: Lieto son io che un tal consiglio io possa Darvi senza esitanza.
198) Dizion. 5° Ed. .
DECENTEMENTE.
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pag.75



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Esempio: Benciv. Ras.: Acciocchè io possa questo decentemente ed acconciamente compiere, io chiamo ed addimando ec.
199) Dizion. 5° Ed. .
FRATACCIO.
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pag.462



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Esempio: Savonar. Pred. 1: Io sono uno frataccio, e non sono io quello che vi parla.


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Esempio: Cellin. Vit. 231: E vorrei adoperare un poco li mia ingegni, li quali io son certo che mi riuscirieno altrimenti, che quei di quel frataccio.